Il
Marsus nel contesto del SOFISTICATO APPARATO SANITARIO MILITARE DI ROMA ANTICA
(tanto sofisticato prima che opportuni regolamenti dei "nuovi eserciti", qui proposti digitalizzati, ne proponessero migliaia di anni dopo gli organigrammi e l'organizzazione di base) era uno specialista in morsi di serpenti ed altri animali ancora [ma stando alle fonti in merito -per quanto interagenti tra realtà e fantasia- più per via empirica e consuetudine esistenziale (magari senza escludere competenze fitoterapiche ed erboristiche) che per formazione clinica cioè quale esperto in contravveleni od interventi per l'asportazione di veleni = cosa semmai più specifica in forza degli studi svolti dell'internista o Medicus Clinicus (magari in cooccorrenza col Chirurgo = vedi con attenzione)
e conoscitore, nonostante le svariate interpretazioni mediche
( nell'impossibilità di realizzare il mitico "Antidoto universale" detto Mithridatium antidoton)
della "Triaca - Teriaca" il cui uso in varie formule e composizioni sarebbe durato sino al XIX secolo [si riportano qui osservazioni e ricette sugli antidoti di Sammonico e Plinio e a titolo documentario quanto della Triaca - Teriaca scriverà
lo speziale veneziano Giorgio Melichio citando piante dai nomi astrusi e decifrabili leggendo il cinquecentesco medico veneto Zefiriele Bovio nel suo Melampigo = fondamentale fu l'opera Fistoria Naturale di Ferrante Imperato anche in merito a veleni e antidoti,
inoltre risulta importantissimo il libro XVIII ricco interazioni con piante e namimali quasi estinti ma conosciute dai Romani e dove certo non solo si parla della vipera (splendida comunque la rappresentazione della sua riproduzione) ma si offrono notazioni su animali divenuti pressoché mitici al pari di vare piante spesso espresse in splendide stampe: a questo autore non meno che ai classici debbono i medici, naturalisti ed erboristi di cui si è parlato: nel Melampigo (vedi indice) il medico paracelsiano Bovio (vedi) aveva sviluppato il tema dell'
acqua teriacale e poi ancora in altra opera o Flagello si era poi espresso sulla
sulla quasi leggendaria Quinta Essenza Teriacale) = specie dalla fine del medioevo in poi le Fiere ed i Mercati ai tempi, massime quelle dei tempi di questi medici viaggiatori, raccoglievano una variegata umanità ove interagivano onesti commercianti ma anche vari ciarlatani ed in più erano occasioni rare per vedere varie stranezze in genere: a queste ultime concorrevano anche i così detti Birbanti ed Orsanti assieme ai quali in un contesto pseudocircense invero variegato quanto antico si esibivano come addomesticatori di serpenti i Marsi -destinati poi ad esibirsi, con gruppi analoghi di altre regioni centro-meridionali d'Italia, quasi esclusivamente come " suonatori di zampogna "= stupisce un poco che questi autori non facciano diffusi riferimenti alla Màrsica (donde provenivano siffatti "incantatori" peraltro validi erboristi), subregione dell'Abruzzo interno tuttora ricco di parchi e riserve naturali - ove con altri animali selvatici e presente il mammifero tipico di molti di questi parchi l'orso bruno marsicano = lo stupore è anche legato al timore atavico nella loro epoca per molti animali predatori orsi, lupi, lupi cervieri, cinghiali ecc., diffusi in tutta Italia e non raramente pericolosi - comprendente a sud il Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, a sud-ovest la Riserva naturale guidata Zompo lo Schioppo, ad est il Parco regionale naturale del Sirente - Velino, a nord-est la Riserva naturale Monte Velino, ad ovest la Riserva naturale guidata Monte Salviano,
Monte Salviano detto anche "l’eden delle 500 piante officinali" e menzionino altri luoghi tra cui l'indubbiamente straordinario Il Monte Baldo nel "veronese" giudicato vero "Paradiso degli Aromatari" ed anche alcune località di Liguria, Savona, Pontinvrea, Sassello, Ponente Ligure e sue valli in particolare ecc., ritenute importanti per la ricerca degli erboristi [Viaggiò tra Marsiglia, Genova e Livorno il celebre scienziato danese Heinrich Fuiren ed al pari di Zefiriele T. Bovio apprezzò e stimò le qualità erboristiche e fitoterapeutiche della Liguria e del suo Ponente come leggesi in questo manoscritto = un peccato che entrambi non abbiano verosimilmente a differenza d'altri erboristi, alchimisti ed aromatarii esplorato il XLV - TERAPIA DEI MORSI DI SERPENTI E CONTRO IL VELENO DELLA VIPERA XLV - TERAPIA DELLE PUNTURE DI SCORPIONE E DEI MORSI DEL RAGNO E DEL TOPORAGNO
I - Una delle basilari opere alchemiche, il THEATRUM SYMPATHETICUM..." ********** ********** II - VEDI QUI : Digitalizzazione/traduzione con tutte le parole evidenziate da sottolineatura attive = Theatrum Sympatheticum ********** III - Analizza qui l'autore cinquecentesco GIROLAMO FRACASTORO ********** [Testo integrale tradotto dal latino ed estratto dalla grande silloge medico-filosofico-alchemica di più autori del Theatrum Sympatheticum] TRATTATO SULL’UNGUENTO ARMARIO ********** 1 - In DETTAGLIO QUI SUL COMPLESSO ARGOMENTO DELLE MEDINA E DELLE MEDICINE ALTERNATIVE OGGETTO DI DISCUSSIONE MA NON ESPLICITAMENTE CONDANNATE 1 - Il TERRORE ANCESTRALE e l'IMPOTENZA DELLA VECCHIA MEDICINA: LA "GRANDE MORTE NERA" = LA PESTE INDICI DI VOCI TEMATICAMENTE ESPLICATE [OLTRE CHE LE VOCI SOTTOINDICATE
Informatizzazione a cura di Bartolomeo Ezio Durante CLICCA QUI PER RITORNARE ALLA HOME PAGE DI "CULTURA-BAROCCA"
Bosco di Gouta che forse avrebbero trovato degno del Monte Baldo].
Prima di addentarci nella discussione critica occorre precisare che Marsus non era un vero e proprio nome di mestiere ma un nome di mestiere derivato da un etnico. I Marsi errano una popolazione del distretto montuoso attorno al bacino del lago Fucino e che nella guerra sociale dispiegarono la più grande attività contro Roma di maniera che l'espressione Bellum Marsicorum fu spesso sinonimo di Bellum Sociale. La fama maggiore che in seguito li caratterizzò in seguito all'assimilazione nell'ecumene di Roma fu comunque un'altra, in qualche modo sopra accennata,
vale a dire quella di esser celebri oltre che per le conoscenze empiriche di erboristeria a partire dal basilare contesto dei "semplici" o piante base della fitoterapia anche per una loro capacità -dalla letteratura e dalla divulgazione attribuita a Fachiri e abitanti dell'India ma in realtà diffusa fra vari popoli- quella cioè di incantare i serpenti velenosi di cui avrebbero saputo pure curare le morsicatore come si legge in Caes., B. C. 1, 15, 7 e Flor. 3, 18 e 6 e 13 = l'uso circense di esibire serpenti ammaestrati (come altre bestie selvatiche e/o animali feroci) soppravvisse a lungo anche dopo l'acme nelle Fiere dal Medioevo ma già praticata ai tempi di Roma e la si era dovuta regolarizzare giuridicamente per la salvaguardia degli spettatori = del " Marso " come augure superstizioso parla anche Cic. nel De Div., 1, 132 e 2, 70 mentre come "incantatore di serpenti" ne fa menzione Firm.).
La versione più completa in merito ai guaritori dal morso dei serpenti velenosi però ci viene offerta da Plinio il Vecchio entro il "Libro VII" (dedicato all' "Antropologia") della sua monumentale Storia Naturale laddove scrive "Secondo Cratete di Pergamo, sull'Ellesponto, presso Pario esisteva una popolazione, da lui detta degli Ofiogeni, che era solita guarire col suo contatto dai morsi dei serpenti, ed estrarre il veleno dal corpo mediante l'imposizione delle mani. Varrone afferma che, nello stesso sito, ci sono tuttora alcuni, la cui saliva è una medicina contro il morso dei serpenti. Da quanto scrive Agatarchide, una popolazione simile viveva in Africa, quella degli Psilli, chiamata così dal nome del re Psillo, la cui tomba si trova nella zona della Grande Sirte. Nel loro corpo era connaturato un veleno mortale per i serpenti, che erano ipnotizzati dal suo odore. Era costume degli Psilli esporre i loro figli appena nati in balia dei serpenti più crudeli e saggiare con questo sistema la castità delle spose: i serpenti infatti non erano messi in fuga dai figli adulterini. Questa popolazione è stata sterminata quasi fino all'ultimo uomo dai Nasamoni, che ne occupano attualmente il territorio. Persiste tuttavia ancor oggi, sia pure ridotta a pochi individui, una stirpe discendente da quegli Psilli che erano riusciti a fuggire o che erano assenti al momento della battaglia. Una popolazione dalle caratteristiche simili sussiste anche in Italia, ed è quella dei Marsi. Si dice che essi discendano dal figlio di Circe, e che perciò abbiano innata questa facltà. Del resto tutti gli uomini possiedono un veleno che è un antidoto contro i serpenti. Sembra infatti che questi, toccati dalla saliva, fuggano come da un getto di acqua bollente;[in questo contesto probabilmente convivevano anche mitologia, religiosità forse anche tracce di cultura sciamanica ma è fuor di dubbio la presenza dell'antichissima
teoria del principio atavico di simpatia ed antipatia fra animali, minerali, vegetali che venne codificato nel '600 dallo scozzese Sylvester Rattray e che passando nei millenni e nei secoli attraverso molteplici forme di giudizio medico e non solo (vedi qui
Quinto Sereno Sammonico medico romano e quanto scrive
per esempio in merito alle sue ricette 45 e 46 in relazione ad un possibile "intervento di cura" contro i morsi dei serpenti velenosi e quindi avverso quelli di altre crature tossiche iniziando dallo scorpione col tempo strettamente legato ai principi del Magnetismo Universale datto anche di Repulsione e/o Attrazione come pure di Simpatia e/o Antipatia fra tutte le cose recuperato dalla letteratura scientifica di matrice paracelsiana specie tra XVI e XVIII secolo (vedi)] e se essa [la saliva] penetra nelle loro fauci possono persino morire, soprattutto se la saliva è quella di un uomo digiuno": = obbiettivamente nella narrazione pliniana interagiscono molte fantasie con qualche verità ed una di queste è certamente costituita dalla dimestichezza dei Marsi di catturare ed addomesticare, cosa di ancora oggi si fa menzione, i serpenti sì forse da aver sviluppata attraverso i millenni una resistenza alle tossine di quelli velenosi e saper curare le ferite magari suggendo dalla ferita incisa il veleno inoculato; una cosa è indubbia che ancora nel XVII secolo sulle piazze durante le fiere tra i così detti Mercanti di Meraviglie operavano, in guisa circense, diversi ammaestratori di animali selvatici proseguendo un'attività millenaria su cui, principalmente a riguardo degli addomesticatori di serpenti, aveva dovuto legiferare per primo Giustiniano il Grande dando il via ad una serie di provvedimenti statali a tutela degli spettatori reiterati come qui si vede sin al '600 e '700: dei morsi dei serpenti velenosi come delle armi avvelenate il timore era secolare al segno che i medici di guerra in qualche modo -per quanto possa parere incredibile- si rallegrarono con il graduale abbandono delle armi bianche sparse di veleni vari a pro delle armi da fuoco: anche se, venuto meno l'uso di infliggere ferite letali con spade e pugnali sparsi di tossici, il pericolo dei veleni rimase pur mutando le proposte terapeutiche come leggesi
tra '700 e '800 nel Manoscritto Wenzel, per cui in caso di inoculazione di veleni si provvedeva senza antidoti o soluzioni empiriche se non magiche ma per via chirurgica e al modo con cui più approfonditamente ancora leggesi qui negli studi di Francesco Puccinotti, medico personale oltre che amico di Giacomo Leopardi prima di diventare accademico e illustre patologo,
sia in merito alle ferite inferte con armi avvelenate sia, anche per la decadenza di tale costumanza, in rapporto ad ogni sorta di riflessione sugli avvelenamenti.
Da quanto scritto ben si intende quindi come la letteratura su veleni, avvelenamenti, morsi di serpenti ed animali velenosi come si è letto ed ancora qui si può leggere fu assai antica rimandando nello scorrere dei millenni a molteplici riflessioni su antidoti vari compreso quelli detto di Mitridate e soprattutto la Triaca/Teriaca e da tempi molto antichi si cercava un alternativo antidoto per eccellenza cosa che portò anche a riflessioni alquanto estese sul presunto potere quale contravveleno del mitico Unicorno (vedi) cosa su cui si dilungò estesamente ancora nel '600 lo scienziato danese T. Bartholin la cui opera Observationes Novae De Unicornu... è qui intgralmente digitalizzata, con altre, per intendere pienamente l'annoso dibattito
La medicina militare come pure la giustizia penale (e per eccellenza nel '500, noto col '600 come secolo dei veleni ebbero comunque sempre a che fare cogli "avvelenamenti" : di cui erano state escogitate varie forme e tecniche: compresa l'usanza di prezzolare la servitù corrotta di qualche nemico perché ne spalmasse le posate od i piatti con unguenti tossici) contro cui (visto il mistero che aleggiava sull'onnipotente - e probabilmente solo fantasioso - antidoto di Mitridate, il "contravveleno per eccellenza" usato dal re orientale nemico di Roma) sino all'Ottocento, tempo in cui persistevano i "fanatici" delle sostanze velenose, si usava la Triaca o più propriamente "Teriaca", antidoto classico - dalle svariate composizioni - riconosciuto ancora validissimo dalla farmacopea ufficiale francese di fine XIX sec.: una sorta, piuttosto elementare però, di Teriaca è anche quella che tra II e III sec. d.C., in un'epoca di instabilità del governo imperiale in cui i veleni servivano per risolvere certe controversie di potere,
Quinto Sereno Sammonico registrò nel suo Liber medicinalis (ora edito a c. di C. Ruffato per la "Strenna '96"-U.T.E.T.-Torino) alla ricetta 60 ("Degli Antidoti") e dove si legge che "Per tutelarsi dalla perfidia d'una ostile/ matrigna o di qualche invidioso che si arrovella/ per la tua fortuna bisogna predisporre una condotta cautelare per gli avvelenamenti/ inattesi (in effetti da sempre ma specie nel '500 i potenti ed i re, ma anche parecchi nobili ed agiati cittadini, escogitarono la formula un pò macabra del "servo assaggiatore dei cibi"). Come antipasto mangiare dunque delle noci. Le coppe d'elettro cangianti/ svelano il veleno. E' poi opportuno bere/ un decotto di corteccia di quercia/ o prendere dei fichi sott'olio. La divinità [non ne cita il nome l'autore ma verosimilmente di riferisce ad Apollo guaritore od al di lui figlio divinizzato Esculapio] / ha sovente prescritto come alimento/ il rafano..."[pur non risultando nella formula questo componente non è forse casuale che la più antica teriaca nota e utilizzata da Antioco il Grande -re di Siria dal 223 al 187 a.C.- era registrata su una lapide del tempio-santuario, dell'isola di Cos nelle Sporadi meridionali, dedicato a Esculapio].
Non funzionando alcuna cautela, nella successiva formula del ricettario medicinale l'erudito romano annotò pure una propria "Terapia contro gli avvelenamenti": in qualche caso - ancora nel '500 e vista la fama di Sereno Sammonico - suggerita dai medici stessi alle vittime dei veleni: "Qualora le cautele non riescano ad evitare/ l'orribile veleno urgono le cure atte/ ad espellere la sostanza assorbita./ Si afferma l'efficacia del latte d'asina/ e di mucca tranquilla ( per Plinio seniore ed altri medici antichi - ma è altresì un espediente d'un certo reale effetto - il latte possedeva qualche proprietà contro alcuni veleni -cosa su cui si sofferma anche "Amato Lusitano"]-proteggendo la mucosa gastrica e limitando l'assorbimento di particolari tossine). La maggioranza/ prende l'erba betonica con poco vino./ L'assaporare il succo dell'edera, che avviluppa/ gli alberi elevati, nelle coppe, renderà/ innocue quelle che qualcuno avrà inquinato/ con erbe velenose. La rapida frenesia/ indotta da ingestione di giusquiamo/ potrà essere alleviata con latte di capra (come lo "stramonio" era "veleno di streghe", lo "Giusquiamo" si definiva spesso "veleno di donne" per la sua maneggevolezza e facile reperibilità e le donne, ricorrendo all'astuzia ed alle sostanze tossiche contro varie angherie maschili, non mancarono nel '500 di ricorrervi: il giusquiamo infatti, somministrato a dosi elevate, determina frenesia, allucinazioni e fatale collasso, spesso non riconosciuto dai medici del tempo in virtù dell'usanza di soprassedere ad un'indagine oculata sul cadavere e tantomeno da un'ispezione necroscopica adeguata, specialmente quando si riusciva a mascherare il sospetto di un possibile delitto)].
Prescindendo comunque dal discorso, qui incidentale dei veri e propri "crimini d'avvelenamento", la questione degli Untori, delle pozioni stregonesche, dei cimiteri ritenuti "infestati" a causa della superstizione e del lucro dei ladri e dei diabolici veleni fu sempre causa di discussioni e contrasti interpretativi: ad esempio, nello stesso periodo, parecchi medici pur errando - peraltro in modo comprensibile vista la carenza di strumenti di indagine -oggettivamente la paura di ritornanti, catalessi, morti viventi ecc. fu alimentata da varie forme di sepoltura senza aver saputo valutare lo stato di morte reale - ma senza mai coinvolgere Satana (sulla scorta di Claudio Galeno che aveva perfezionato il pensiero ippocratico dei "miasmi" generatori di epidemie) addebitavano le esacerbazioni delle pestilenze a "corruzione e putrefazione", prodotta da esalazioni di fetidi stagni, dalle dell'ambiente, da misere condizioni igieniche di vita come anche scrisse il Baliano/Baliani di cui si consiglia entro il suo complesso libro Della pestilenza la lettura attenta di questa sarcina narrativa - integrata dalla consequenziale soluzione di certi fenomeni di corruzione proposti in altro passo della stessa opera- : sarcine che nel condannare la poca cura dei luoghi sì da abbandonarli all'insalubrità ben si collegano ad un discorso aprosiano pressoché consequenziale concernente il giovare comunitario per la salute con la cura di nettezza e pulizia sia pubblica che privata: discorso che -prescindendo dalla rimostranze avverso la sconsideratezza dei privati- comporta non rare e più gravi accuse contro amministratori, governatori e reggenti dela pubblica salubrità (cosa evidente storicamente in rapporto alla ben superiore cura antica romana dell'igiene pubblica e peraltro costumanza rirovevole già segnalata, seppur troppo spesso elusa, dagli Statuti Criminali di Genova - libro II, capo LXXXVIII che, vanamente perlopiù, minacciavano severe pene contro chi lasciasse volontariamente dell'immondizia davanti alle porte di casa di vicini od altre persone).
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Ritornando ora all'assunto di partenza è necessario precisare che per quanto appartenenti all'apparato sanitario militare romano risultavano Marsi specializzati eminentemente a riguardo della cura delle ferite inflitte da serpenti velenosi ed animali del pari tossici e non esperti di veleni e di tossici diversi da quelli contro cui dovevano espletare il loro servizio: questo compito, come in fondo già detto, spettava semmai ai Clinici cioè ai Medici internisti per quanto vista la portata di conoscenze, competenze e terapie poco potessero fare oltre che affidarsi all'empiria ed al massimo all'esperienza dei Rizotomi = considerazioni sul tema compaiono ancora nell'opera di Quinto Sereno Sammonico e si evidenziano in due ricette base (anche se lascia qualche stupore la mancanza per parte sua della citazione della " lavanda " notoriamente usata a livello popolare erboristico come contravveleno non privo di qualità terapeutiche) vale a dire quella qui sotto proposta nella traduzione del citato autore della "Strenna Utet 96" vale a dire la 45 - Terapia dei morsi dei serpenti e contro il veleno della Vipera e la immediatamente successiva o numero 46 - Terapia delle punture di Scorpione, del Ragno e del Toporagno.
[A testimonianza delle varie discussioni tra scuole diverse ed a completamento delle denominazioni eventualmente non discusse nel testo cliccare qui e poi per approfondire ancora consultare questo indice alfabetico = nello specifico anche per conoscere quanto si sia diportato nei secoli il dibattito/scontro tra scuole distinte si può leggere qui sequenza di piante terapeutiche secondo il medico L. Fioravanti cui segue una sequenza di piante medicinali e pure di piante velenose che crescono sul Monte Baldo nel veronese
elencate dal medico empirico di matrice paracelsiana T. Z. Bovio nel contesto di una polemica con il medico razionale C. Gelli]
Nulla ha la rapidità mortale del morso
della vipera
[come annota anche "Amato Lusitano"], né la punta di lancia né
il taglio della lunga sarissa o il veleno di freccia volante.
Saranno perciò riferiti il giusto soccorso
e i rimedi salutari. Si dice di giustapporre
sulla ferita infetta la testa del serpente
aggresore: l'aente stesso che ferisce
risana, come la lancia di Achille ha guarito Telefo.
Gioverà prendere un ramo di sambuco
con vino o bucce tritate di rafano
o foglie tolte dall'alta mole del cipresso.
Il succo latteo del caprifico avrà effetto
limitato. O spalmare la terribile ferita
con euforbia tritata. C'è un cardo valido
ne sono anora inesperti i fulloni:
la sua radice va ingerita in acqua tiepida.
Il caglio [come annota anche "Amato Lusitano"] di cerbiatto diluito in vino
espelle dall'organismo l'infausto veleno
o si prendono con vino la radice di ferula
o la lieve erba betonica o brodo di vecchia
gallina. Nel morso terribile dell'aspide
maligno si crede utile che il paziente
beva la propria urina: è stata questa
l'opinione del vecchio Varrone. Inoltre,
come Plinio consiglia giova bere aceto.
Per gli esposti a rischio si devono
enunciare delle norme preventive; e infatti
certe cautele possono ovviare a questi
morsi crudeli: portare con sé il cuore
strappato dal lento avvoltoio, o strofinare
tutto il corpo con ruchetta triturata
e imbibita di aceto molto forte, o dormire
alla notte in sacco di pelle cervina
o portare un dente amico di serpe.
Si indicano inoltre dei rimedi atti
ad espellere il veleno: il sangue canino
potrà giovare come bevanda semplice
e con azione analoga a quella di antidoti
convalidati. Da persone accorte volete
conoscere profumi portentosi, quello di bruciare
per tenere lontano l'insidiosissimo serpente?
Bruciare o stirace o un'ala del feroce
avvoltoio o nepitella o fogliame
e radici del rigido tamarisco
Esistono degli esseri infimi ma con effetti
lesivi pestiferi, che più sono subdoli
perché celati in corpi esili, quali l'orribile
scorpione e il ragno: questa genia tenta
sempre di sorprendere i sonni tranquilli
nella notte fonda. E la fine di Orione
ci ha esemplificato che il gigantesco
può spesso soccombere a esigui veleni.
Lo scorpione urente, inflitta l'atroce
puntura, dev'essere di botto catturato,
ucciso per giusta punizione e applicato
sulla lesione, perché idoneo, si dice,
ad estrarre il veleno. O fomentare con acqua
marina calda l'area colpita oppure bere
del vino puro per annullare i tossici
maligni. Queste due sostanze sono rimedi
superlativi contro l'insieme di punture
e morsi di piccoli insetti: formaggio
fatto con latte di timida capra e si dovrà
mangiare con l'origano. Oppure applicare
finocchio con aceto caldo, o solfo vivo
con feccia di vino secco. Un cervello
di gallo condito con poco pepe steso
sulle parti le sanerà sedando il dolore.
Nella lesione violenta del toporagno ["De Mure Araneo" scrive Amato Lusitano a fine di pag. 202]
frizionare soltanto col terriccio solcato
ove carriaggio si gira: questa polvere banale
fornirà una cura straordinaria.
* - Vedi qui digitalizzata l'opera di SYLVESTER RATTRAY, ADITUS NOVUS AD OCCULTAS SYMPATHIAE ET ANTIPATHIAE CAUSAS INVENIENDAS...
** - MAGNETISMO UNIVERSALE - POSSANZA DELL'UNIVERSO = analizza anche qui le voci: LEGGE DI ATTRAZIONE - SIMPATIE - ANTIPATIE COSMICHE - argomentazioni varie su MORTE, VITA, RIGENERAZIONE PER FORZA MAGNETICA E/O SIMPATETICA ed ancora CULTURA DEL SANGUE, ANCHE APPLICATA ALLA MEDICINA LEGALE E IN CRIMINOLOGIA
*** - Le ragioni per cui la CHIESA ROMANA e l' INQUISIZIONE non inserirono quest'opera per quanto discussa nell'elenco dei LIBRI PROIBITI = riprendendo pensieri di altri interpreti in questo CAPITOLO - GRILLO XII della sua GRILLAIA un erudito Vicario del Sant'Ufficio ALLUDE CON DOVIZIA DI PARTICOLARI ALLE CITTA' DEL SANGUE ED AI MIRACOLI DEL SANGUE DELLE RELIQUIE DI S. GIOVANNI BATTISTA E DI SAN GENNARO, dagli studiosi del Theatrum Sympatheticum in modo mai blasfemo connessi al divino, all'imponderabile od agli effetti del MAGNETISMO UNIVERSALE
****-RELIQUIA - RELIQUIE (SANTE RELIQUIE)
*****- [SOSTANZE TAUMATURGICHE CONNESSE ALLA TEORIA DEL MAGNETISMO UNIVERSALE = VEDI QUI LA MANNA - IN PARTICOLARE LA MANNA DI SAN NICOLA (RELIQUIE E MANNA DI S. NICOLA DEI DORIA DI DOLCEACQUA NEL '700)]
******-RELIGIONE (L'UOMO E LA RELIGIONE DEGLI ANTICHI: TRACCE, FOLKLORISTICHE E NON, DI ASCENDENZA CELTO-LIGURE IN VAL NERVIA)
*******-RELIGIONE (L'UOMO E LA FEDE: PELLEGRINAGGI DEVOZIONALI AI "SANTUARI DELLA GUARIGIONE")
Vedi poi qui digitalizzata l'opera seicentesca di SYLVESTER RATTRAY, ADITUS NOVUS AD OCCULTAS SYMPATHIAE ET ANTIPATHIAE CAUSAS INVENIENDAS... = per una lettura più agile consulta qui l' INDICE GENERALE DI ANTIPATIE E SIMPATIE TRA ANIMALI, VEGETALI, MINERALI SECONDO LA "LEGGE DI ATTRAZIONE E REPULSIONE": e confronta le conclusioni di SYLVESTER RATTRAY con quelle sullo stesso tema di HEINRICH AGRIPPA VON NETTENSHEIM contenute nel DE OCCULTA PHILOSOPHIA di cui leggi tradotti in italiano il CAPITOLO XV ("LA SOMIGLIANZA") ed il CAPITOLO XVIII ("DELLE INCLINAZIONI CONTRARIE") = Vedi anche qui digitalizzata un'opera settecentesca su TEORIA DEGLI AFFETTI, DELLE PASSIONI E/O DELLE INCLINAZIONI NATURALI di JACOBUS DE ROTA
ADDENDA
[LA DEGENERAZIONE PATOLOGICA O SUPERSTIZIOSA DELLE PASSIONI = FINO AI CASI LIMITI DI RESTRICTIO MENTALIS - POSSESSIONI -OSSESSIONI - FOLLIA ECC. ECC. E DELL'ESTASI INDOTTA E NON E FINALMENTE DI MISTICISMO PATOLOGICO]
[DI RUDOLPH GOCKEL (GOCLENIUS)]
[ PROLUSIONE ]
[ UNGUENTO ARMARIO: UN FARMACO NATURALE, SENZA OMBRE DI COLLUSIONI DIABOLICHE NEL COMPLESSO UNIVERSO REGOLATO DALLE LEGGI DI SIMPATIA ED ANTIPATIA]
[SIGILLI DI RAGAEL]
Da questo capitolo ai successivi 6 il discorso dell'opera composta dal Goclenius è condotto con riferimenti al simbolismo magico di sigilli ed anelli dalla classicità al XVIII secolo
IMMAGINI OVVERO SIGILLI DI CHAEL
SIGILLI OVVERO IMMAGINI DI ERMETE
IMMAGINI OVVERO SIGILLI DI THETEL
SCULTURE DI SALOMONE
SEGUONO LE SCULTURE E LE IMMAGINI DEI PIANETI E DEI SEGNI DELLO ZODIACO E DEL FIRMAMENTO
[MOMENTI ASTROLOGICI IN CUI SONO DA REALIZZARE SIGILLI, TALISMANI E AMULETI]
[RELAZIONI TRA MACROCOSMO E MICROCOSMO]
[COMPONENTI DELL’UNGUENTO ARMARIO E APPLICAZIONE DEL BALSAMO: RIFLESSIONI SU USNEA E MUMMIA]
puoi leggere digitalizzate e/o tradotte le postulazioni in quella fondamentale opera di matrice alchemia e tuttavia non inserita tra i libri proibiti per la storica efficacia di certi suoi medicamenti che fu il TEATRO SIMPATETICO
visualizzandone i più disparati interventi =
Del tedesco Rudolph Gockel (Goclenius) - dell'inglese Kenelm Digby - del gesuita belga Jean Roberti - dello scienziato belga Jean Baptiste Van Helmont (Helmontius) - del medico scozzese di Glasgow Sylvestrus Rattray - del medico vulnerario (di guerra) belga Eric Moy - del medico fiorentino Giovanni Nardi
2 - MAGNETISMO UNIVERSALE - "CULTURA DEL SANGUE" = in merito a questo vedi ora qui dettagliatamente la "POLVERE SIMPATETICA" (SUA FORMULA): una medicina alchemica di XVII sec. di cui fra altri, in Liguria, si valsero i Doria di Dolceacqua
3 - L' "UNGUENTO ARMARIO " ED I SUOI COMPONENTI tra cui USNEA e MUMMIA attraverso il dibattito tra Rudolph Gockel, Jean Roberti e Jean Baptiste Van Helmont.
* - Approfondisci qui sull' USNEA = vedi soprattutto l' USNEA CRESCIUTA NEL TESCHIO di un REO morto sul patibolo per IMPICCAGIONE : cosa che impose particolare sorveglianza contro le SACRILEGHE PROFANAZIONI DELLE TOMBE NEI CIMITERI
** - vedi le considerazioni sul POTERE DELLA MUMMIA DELL'ANTICO EGITTO secondo il medico di Bratislavia DANIEL SENNERT (SENNERTIUS) e quelle di RUDOLPH GOCKEL (GOCLENIUS) ED AMATO LUSITANO (AMATUS LUSITANUS) SULLA "MUMMIA VERA" E SUL TRAFFICO ILLECITO DI MUMMIE FALSE ("MUMMIE EFFIMERE"): LE RADICI DELLA "MUMMIA INTESA COME UN'ESPRESSIONE DELL'ORRORE"
***- visualizza ancora qui: I CAVALIERI TEMPLARI ED IL LORO COMMERCIO DI "VERA MUMMIA"
4 - L'"ALKAEST", l'alchemico supremo "medicamento" e l'enigmatico Ireneo Filarete: vedi anche gli interrogativi sulla misteriosa pianta del SILFIO
5 - L'alchemica TRAPIANTAZIONE DEI MORBI secondo l'interpretazione di T. Bartholin
6 - MALATTIA MENTALE e sua difficile decifrazione in medicina dell'età intermedia e religione = vedi qui le sostitutive interpretazioni ufficiali e popolari: MANIA - "RESTRICTIO MENTALIS" - MELANCONIA - OSSESSIONE - POSSESSIONE DIABOLICA - STATO DI INDEMONIATO - ENERGUMENO - LICANTROPO - AFFETTO DA "FOLLIA LUPINA" [vedi anche qui dall' INCUBATIO ALL'ARETALOGIA ALLE SPEZIE ANTICHE PER L'INDUZIONE DEL SONNO TERAPEUTICO ALLA "SPEZIE DEL NUOVO MONDO" ED ALLA LORO UTILIZZAZIONE TERAPEUTICA: I CASI DI PIERRE POMET E ZEFIRIELE T. BOVIO]
7 - PIANTA - PIANTE - ERBE TERAPEUTICHE E NON (INDEX - INDICE - INDICES - INDICI) = vedi anche L'AROMATARIO (erborista) e l'uso terapeutico dei SEMPLICI
8 - Alcune ENIGMATICHE PIANTE capaci di guarire od uccidere: Usnea - silfio - erba moly - camedafne - celidonia - dafnoide - maratrum, - meu - titimalo - latiri - calamintha - calamenthum - seseli - "barba di bosco" - dauco - pentafilon - berbena - solatro maniaco - bdellio - olibanum - cicuta - mandragora - aconito
9 - L'arte della DISTILLAZIONE: tra P. A. Mattioli ed AMATUS LUSITANUS dall'IXIA o CAMALEONTE BIANCO un ulteriore contributo alla storia della FITOTERAPIA
10 - Martin Antonio Del Rio: digitalizzazione dell' "Anacephalaeosis" o "Ricapitolazione" de "Disquisitionum Magicarum libri sex" (in dettaglio una sua riflessione sui "Salutatores - Salmatores - Ensalmadores")
2 - MEDICINA - testi e manoscritti dal XV al XIX secolo: Terapie mediche per varie patologie e cure per il grande male (morte azzurra) ricavate dal diario inedito di un medico ligure di fine '700 e primi '800 (manoscritto Wenzel)
Dalla Medicina dell'Antichità alla Medicina Moderna (Indici)
- Medicina: ostetricia - il problema del parto - il "parto cesareo"
- Medici di Genova e della Liguria variamente interagenti, di persona o per via delle loro opere, con A. Aprosio: G. B. Baliano lo studioso della PESTE BUBBONICA - Sebastiano Bado (Pado) - Giovanni di Vico
- Significativi contatti aprosiani con la nuova medicina = La famiglia di medici e scienziati danesi Bartholin (Bartolini) = nello specifico Thomas Bartholin e di Kaspar Bartholin = lo sviluppo di Chirurgia ed Anatomia: dal Vesalio al Veslingius al Bartholin: la Domus Anatomica
- Medici italiani e stranieri variamente interagenti, di persona o per via delle loro opere, con A. Aprosio: Vopiscus Fortunatus Plemp - Jean-Jacques Chifflet - Luis Nunez - Heinrich Fuiren - Paolo Zacchia - Marco Aurelio Severino - Caecilius Folius - Bartolomeo Ambrosini - Martin Richer de Belleval - Francois Ranchin - Jacques Daléchamps - Ole Borch (Olaus Borrichius) - Johann Vesling (Veslingius)
- Tra aneliti scientifici e retaggi di paure ancestrali: MOSTRI nelle interpretazioni di autori apprezzati da A. Aprosio che ne raccolse le opere: citato Johann Georg Schenck - Ambroise Paire' - Fortunio Liceti - Gaspare Bahuin
- Tramite i libri dell'"Aprosiana" un percorso attraverso la Chirurgia dell'età intermedia.
- Ed ora un tragitto di immagini attraverso le Farmacie delle epoche più diverse
- [Medicina Veterinaria]
- La Chiesa Romana di XVII - XVIII sec. all'avanguardia nella gestione del sistema sanitario, assistenziale ed ospedaliero (un suo preveggente intervento nel riconoscere i pericoli del Tabacco e nel regolarne la fruizione, condannando ogni abuso)
- La Chiesa Romana di XVII - XVIII sec. ed il suo giudizio ufficiale sull' Alchimia
- Scienza - Scienziati alla "Prima riunione pisana degli scienziati, italiani e non, del 1839"
-Scienza - Scienziati nel XIX secolo: "Relazione integrale" (con aggiunta dell'elenco dei partecipanti e del "Regolamento Generale") del I congresso scientifico di Pisa del 1839
-[ Scienza - Scienziati (minima partecipazione di scienziati liguri alla suddetta "Riunione": le ragioni di una ottocentesca "crisi ligure della "ricerca accademica e universitariaria