cultura barocca

 

Questo sito, per quanto esente da pubbliche sovvenzioni e dovuto soltanto alla passione ed al culto di quell'intelligenza che Aprosio tanto celebrava, si è EVOLUTO...grande è stata la fatica quanto la necessità di far ciò. La necessità in questa evenienza è figlia dell'utenza, italiana ma molto spesso straniera, che in molti casi ci ha contattati chiedendo documenti, materiale, informazioni varie.
Rispondere a tanti quesiti per la Redazione di "Cultura-Barocca" non è semplice...e del resto la disposizione in rete del materiale non risultava al meglio delle potenzialità. Spesso -in occasione di palesi lacune- si alludeva ad un DVD in cui era racchiuso non solo il sapere aprosiano ma la ricostruzione, oltremodo complessa, della trama dei suoi contatti culturali.
Per venire incontro alle richieste e rendere fattibile ai ricercatori il compito di destreggiarsi fra tanti documenti non ci è rimasto che cedere alle richieste e sistemare, con qualche inevitabile aggiustamento riduttivo dettato dalle esigenze informatiche, il DVD in rete.
Tutte le VOCI EVIDENZIATE sui testi antichi delle opere di Aprosio sono ATTIVE e permettono di NAVIGARE, come suol dirsi oggi, nel grande mare di ERUDITI, CORRISPONDENTI, LETTERATI, AMICI, BIBLIOFILI.
Alcuni nomi, da Aprosio proposti in forma alterata, spesso italianizzati se stranieri o latinizzati se italiani, risulteranno COMPRENSIBILI e così molti PERSONAGGI -compresi anche parecchi
CORRISPONDENTI- riemergeranno dalla dimenticanza.
Data la specificità di questo schema operativo -che non ha affatto comportato l'eliminazione della precedente impostazione di "Cultura-Barocca"- l'accesso ai collegamenti multimediali delle OPERE APROSIANE è stato collocato in un preciso settore da noi nominato
BANDA DI APPROFONDIMENTO.
Parimenti, tenendo conto che un ampliamento sistematico non può avvenire -data l'estensione dei collegamenti- eliminando in modo meccanico ed automatico file ed ipertesti precedentemente disposti per quanto relativamente superati dato l'ingrandimento del sito, può capitare di leggere un ipertesto preceduto dall'invito o suggerimento di connettersi ad un
APPROFONDIMENTO
cioè ad un ipertesto maggiormente efficiente e caratterizzato da un numero assai superiore di collegamenti multimediali.
Si spera di aver fatta cosa utile e di meritare quantomeno la comprensione per le ANOMALIE che sicuramente si manifesteranno nell'ANCORA NON COMPLETATA FINALIZZAZIONE DI QUESTO LAVORO E PIU' GENERALMENTE DI TUTTO QUANTO QUI PROPOSTO.
Per semplificare invece la consultazione si segnala altresì la sistemazione di questo
INDICE ALFABETICO DELLE VOCI - ALPHABETICAL INDEX OF ENTRIES
In merito a tutte queste considerazioni si precisa che, come è desiderio di "Cultura-Barocca" -che svolge gratuitamente e senza scopo di lucro la sua attività- esser citata nell'eventuale utilizzazione del materiale qui proposto, parimenti "Cultura-Barocca" ha cercato di citare -cosa mai semplice soprattutto in un contesto di sì grande estensione- tutte le fonti utilizzate: ci si scusa nella circostanza di qualche mai voluta inadempienza e naturalmente immediatamente si è a disposizione per aggiustamenti, inserimento di citazioni non fatte o non corrette, attribuzione a chi di dovere dei meriti acquisiti, eventuale surroga o totale cassazione/eliminazione del materiale indebitamente quanto involontariamente riprodotto.
Porgendo i più cordiali saluti
La Redazione di "Cultura-Barocca"




Come noto presso la sala Azaretti del Museo Civico Archeologico "Girolamo Rossi" al Forte dell'Annunziata di Ventimiglia ha preso avvio il XV ciclo di conferenze ("Ventimiglia e il suo territorio dalle origini ai giorni nostri": 16 maggio - 6 giugno 2009) dedicato quest'anno dedicato al tema:
********CASTELLI E FORTIFICAZIONI SUL CONFINE LIGURE PIEMONTESE********
con peculiare attenzione non solo alla loro storia ma anche al loro recupero ed alla loro riqualificazione sì da farne grandi spazi aperti per la cultura e per il pubblico .
Il nostro sito di Cultura-Barocca caldamente segnala tale prestigiosa iniziativa culturale alla propria utenza, notoriamente anche lontana ed estranea al contesto Ligure Occidentale.
Preso atto dell'indubbio successo culturale, scientifico e di pubblico del I e del II incontro, il
CICLO DI CONFERENZE
si chiude attraverso un nuovo prestigioso
APPUNTAMENTO CULTURALE
in questo caso caratterizzato da più interventi (di Gaetano Antonio Scullino Sindaco di Ventimiglia, Daniela Gandolfi, Fedele Andrea Palmero, Roberto Piacentini, Osvaldo Viale, Sabina Viale) e del quale si danno qui, visualizzabili e/o scaricabili, i parametri ed i contenuti:
TAVOLA ROTONDA (MUSEO"G. ROSSI", VENTIMIGLIA, 6 GIUGNO P.V. ORE 16)
********"IL FORTE DELL'ANNUNZIATA - DA FORTIFICAZIONE SABAUDA A SPAZIO APERTO" ********

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Come già fatto, operando in sinergia con tali fruttuose iniziative culturali, Cultura-Barocca, rende noto che in rete, dopo aver da tempo disposto una serie di documentazioni concernenti l' Amministrazione, custodia e gestione di Fortezze e Castelli nell'agro ligure, in rapporto a questa ultima iniziativa ha ritenuto di continuare svolgere la sua parte inserendo una documentazione iconografica e di testi sul tema:
"VENTIMIGLIA PIAZZAFORTE DEL XVIII SECOLO"
***I FORTI, GLI ESERCITI, GLI ARMAMENTI, LE ATTREZZATURE BELLICHE NEL TERRITORIO INTEMELIO***





 

Questo spazio è riservato a varie voci, dalle NOVITA' EDITORIALI alla segnalazione di INCONTRI e CONVEGNI, come quello recente su Antonio Aniante.
In questa NUOVA OCCASIONE si è ritornati ad un argomento più in tema con il sito, cioè la DIGITALIZZAZIONE di un'opera del XVIII secolo in un'anonima traduzione italiana del 1749.
Si tratta di una pubblicazione abbastanza rara e non priva di interesse che ci ragguaglia, pur nei limiti critici dell'epoca sospesa tra barocco ed illuminismo, sulle lotte di potere di imperatrici e principesse romane.
Titolo del lavoro qui integralmente digitalizzato -in tre volumi- è Le imperadrici romane, overo la storia della vita, e de' maneggi segreti delle mogli de' dodici cesari, di quelle degl'imperadori di Roma, e delle principesse del loro sangue. Nella quale si scorgono li punti piu importanti della storia romana tratta dagli antichi storici greci, e latini, ed arricchita di note storiche, e critiche. Tradotta dal francese in italiano (autore dell'opera, per quanto non menzionato nell'edizione italiana ma ricavabile dalla lettera dello stampatore, fu lo storico francese Jacques Roergas de Serviez vissuto tra il 1679 ed il 1727: questa pubblicazione fu stampata a "Napoli : appresso Benedetto, ed Ignazio Gessari, 1749-1750".
Ne esiste comunque una pregressa traduzione italiana intitolata "Le imperadrici romane, overo La storia della vita, e de' maneggi segreti delle mogli de' dodici cesari, di quelle degl'imperadori di Roma, ... del signor di Serviez. Tradotta dal francese in italiano da Diego Nonnanuci. Tomo primo [-terzo]", Venezia : appresso Francesco Pitteri, in Merceria all'insegna della Fortuna Trionfante, 1734.

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Come tante volte si è avuta occasione di scrivere l'intemelia Biblioteca Aprosiana è di fatto un "monumento alla cultura", un "monumento" da giudicare non nella fisicità architettonica ma nella funzione che svolge da secoli, quello di essere un "sublime contenitore destinato a custodire i molteplici aspetti del sapere".
Tutta l'opera di Angelico Aprosio fu in qualche modo votata a questa finalità e quindi tardivamente ripresa nell'inedito ma qui proposto "Scudo di Rinaldo II": che in definitiva assorbe e sublima i vari momenti del lavorio intellettuale aprosiano tutto votato alla conservazione ed alla divulgazione del sapere, proprio ed altrui, contro gli affronti del tempo e dell'oblio.
La grande, indomabile curiosità intellettuale aprosiana, ad onta della postazione intellettuale genericamente controriformista e sostanzialmente conservatrice peraltro in maniera conforme ai valori ufficialmente riconosciuti come intangibili nell'età intermedia, non ha, per casualità e fortuna, selezionato -come in altre raccolte biblioteconomiche- le produzioni altrui...magari quelle estranee alla temperie culturale del religioso sì che nella sua "Libraria" si conserva una marea di prodotti culturali anche tra loro contraddittori come i "libri dannati di autori proibiti ed anche maledetti" che tranquillamente convivono ingressati accanto a messali, Salterii, testi canonici.
Un caso emblematico è quello della grande produzione custodita nella biblioteca concernente la DONNA e più estesamente la CONDIZIONE FEMMINILE.
Ed è così che il frate, come detto uomo sostanzialmente anche se non irreparabilmente conservatore come i più nel suo tempo, spinto dalla voglia di tutto raccogliere e catalogare nella sua "Libraria" ha finito per consegnarci, a fronte dei distinguo che poi sostanziò nelle sue pubblicazioni una vera e propria "camera delle meraviglie sulla condizione donnesca" laddove si possono consultare, talora rarissimi se non unici, molti prodotti di quella letteratura femminile, anche sotterranea, che -pur seguendo la direttrice di diverse prese di giudizio e di ideologie anche contrapposte- finisce oggi per essere una delle più importante "banche dati" (come oggi sul dirsi sulla scorta dell'imperante anglofilia) su quella variegata PRODUZIONE CULTURALE DONNESCA che nonostante le opposizioni istituzionali [ tanto per strategie religiose e statali quanto di famiglia quanto ancora per ragioni proprie del diritto intermedio (ad es. si veda la disparità di trattamento tra uomo e donna nel caso di adulterio)] e soprattutto mancando scuole destinate all'istruzione delle donne. almeno in virtù dell'opera delle donne di una condizione privilegiata (laica o religiosa) nel XVII secolo andava affermandosi.
Ed ecco così che la "Libraria" di Aprosio, non ingiustamente seppur in maniera non superiore di altri contemporanei ritenuto antifemminista e misogino ha finito per diventare un sublime "serbatoio" della più variegata produzione libresca sia quella gradita all'agostiniano quanto quella da egli -almeno ufficialmente e soprattutto quale censore per conto della Santa Inquisizione - criticata (scelta di conservazione e non di distruzione o dispersione che indubbiamente va ad onore della sua caratura di bibliotecario) sia ancora a pro dei moderni ricercatori che nella biblioteca intemelia trovano reperti letterari altrimenti introvabili.
Ed ecco così che nella grande istituzione biblioteconomica da lui eretta a Ventimiglia si possono riscontrare i più svariati aspetti della LETTERATURA DONNESCA, aspetti che qui si è in grado di citare ed elencare senza neppure pretendere un ruolo di completezza.
Le testimonianze, come detto, sono poliedriche ed oscillano tra diverse esperienze culturali ed esistenziali: e si procede quindi, per citare i limiti estremi di possibili e ben distinte opzioni intellettuali femminili, dalle opere di "donne controcorrente", quali ad esempio l'ebrea veneziana Sara Copio Sullam o la monaca parimenti veneziana Arcangela Tarabotti o suor Lorenza Strozzi (per Angelico l'"AntiTarabotti per eccellenza") od ancora la conservatrice letterata di Alessandria Isabella Sori: ma altrettante e significative sono le vie intermedie che inducono Aprosio a redigere un vero e proprio CATALOGO delle donne letterate del suo tempo e di qualche generazione precedente.
E tutto ciò organizzato nell'insieme di un contesto culturale aprosiano che talora sembra realmente "vivisezionare" la CONDIZIONE DELL'ESSER DONNA appena appena mascherando timorose curiosità su figure femminili incredibili se non leggendarie quali la contessa Erzbeth Bathory (giammai bisogna obliare le incredibili competenze libresche di Angelico che giunse ad esser tra i meglio informati su Antonio Bonfini l'umanista italiano che redasse una "Storia d'Ungheria" e che si occupò anche di vampiri o, meglio dello stesso, "Conte Dracula").
A siffatta nascente cultura dotta femminile non potevano partecipare le donne di umile condizione per cui la verginità finiva talora esser la sola forma di contrattualità sociale con il rischio di cadere in una sorta di emarginazione contro cui si poteva combattere sopravvivendo tramite ruoli ai limiti del lecito (oltre quello perennemente discusso del meretricio): tra siffatti ruoli esisteva quello delle "medichesse" variamente abili nel campo dell'erboristeria ma costantemente esposte -nell'ipotesi di piegare con magici artifici demoniaci la propria scienza sì da realizzare pozioni malefiche e letali- a quelle accuse di stregheria che nel Ponente di Liguria si sono infelicemente sublimate nella vicenda (spesso mal discussa e gergalizzata per puri fini letterari) delle Streghe di Triora anche se sfuggono molti altri casi anche in aree vicine a Triora, casi su cui la documentazione aprosiana è sempre puntuale per quanto poco approfondita come nella circostanza di una sventurata ostetrica di vallebona (IM).
Nell'ambito delle perseguite forme di magia - magismo od arti proibite pur comparendo adepti maschi -i maghi- l'investigazione procedeva infatti prioritariamente avverso le donne in una più o meno accanita caccia alle streghe e tutto ciò strutturato su due pseudoparametri quali una superiore sensuale frivolezza femminile ed una tenacemente sancita inferiorità psicofisica della donna capaci di determinare una maggiore arrendevolezza femminile alle possessioni diaboliche.
Ed in fondo anche di questa sottocultura delle donne umili di cui ben poche tracce son rimaste (al limite in ricette fitoterapiche, regole di vita, semplici principi medicamentosi che in qualche modo son stati tramandati dal folklore od ancora si possono qualche volta leggere nelle pagine del vecchio manoscritto Wenzel per quanto già mediate da un medico di settecentesca formazione) qualche cosa pure -e certamente più che in altri organismi biblioteconomici liguri- si conserva alla Biblioteca Aprosiana seppur nella forma, purtroppo anche tragicamente, mediata dalla letteratura inquisitoriale di cui Aprosio era competente: al punto che in tante opere che egli raccolse, fra le nebbie della superstiziosa preoccupazione dei loro autori, si possono riconoscere le tracce o meglio ancora i frammenti di quel mondo terribile in cui dovettero vivere o sopravvivere tante povere donne avvilite dalla violenza, dalla sfortuna e/o dall'emarginazione: vedi A. Zencovich,"Donne, Diavoli e Streghe nella biblioteca di Padre Angelico Aprosio a Ventimiglia", Regione Liguria ed., 1998
Non si fermerebbe tuttavia certamente qui l'UNIVERSO FEMMINILE indagato da Aprosio ed in forme culturali distinte conservato nella sua "Libraria", ma per questo è necessario un percorso diverso, obbligato a snodarsi sia per le direttrici di questo sito informatico (vagliando meticolosamente le sue curiose "opere moralistiche": massime lo "Scudo di Rinaldo" I quanto la "Grillaia") sia per le sale dell'Aprosiana: e comunque le curiosità di Angelico sulle DONNE -curiosità ambigue come qualcuno ha voluto o semplicemente erudite e quindi, per certi versi, più discutibili alla luce di una certa freddezza intellettuale- hanno anche finito "per trasmigrare" ed alla fine innervarsi seppur più pacatamente nel meccanismo intellettuale del suo discepolo Domenico Antonio Gandolfo, capace di adoprarsi in Roma ad investigare variamente sull'incredibile figura di Cristina regina di Svezia sin a coinvolgere -col fortunoso passar del tempo e quindi la chiarificazione in virtù dellilluministica razionalità dell'animo umano- l'accumulo di opere che, variamente recuperando col passar del tempo la DIGNITA' DELL'ESSER DONNA E FEMMINA, andavano aprendo sì la strada alla grandiosa e laicissima settecentesca nel modo di interpretare la femminilità ma parimenti comportarono interventi significativi di religiosi settecenteschi che della donna e del suo essere sociale stavano coraggiosamente affermando l'importanza e la significanza come nel caso emblematico dello spagnolo Padre Benedetto Gerolamo Feijoo.
Quasi a preannunciare quel colossale processo di EMANCIPAZIONE FEMMINILE in cui le donne anglosassoni ebbero un ruolo egemonico e che a livello libresco e biblioteconomico comporterebbero infinite citazioni qui non proponibili anche se piace, a titolo esemplificativo, menzionare la sensazionale esperienza esistenziale e culturale di Lady Hester Lucy Stanhope (1776 - 1839) la nobildonna inglese che nel deserto arabo troviamo colloquio con il Winkelmann francese, cioè Luigi Augusto di Thivac visconte di Marcellus.

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Come si legge qui alla voce COMUNICATI il sito si è evoluto e si è potenziato passando alla nuova postazione di www.cultura-barocca.com
Tutto rientra in un discorso di irrobustimento culturale che (nonostante qualche transeunte problema tecnico di percorso) mira a trasformare questo sito, e la nascente Associazione Culturale di Ventimiglia "ANGELICO APROSIO" nella quale esso è destinato a confluire, quale un punto di riferimento per studenti e studiosi.
Nell'ambito di questo processo evolutivo non si è potuto peraltro far a meno di organizzare un'ulteriore espansione sia sincronica che diacronica.
Ed ecco quindi che il sito, al pari della struttura culturale con cui opererà, pur conservando una tipologia documentaria dedicata principalmente al periodo che corre dal XV al XVIII secolo, non eviterà di affrontare tematiche legate oltre che al passato remoto anche alla contemporaneità.
In siffatto contesto attesa la ricorrenza del venticinquesimo anno dalla morte dello scrittore catanese
********ANTONIO ANIANTE********
-soprattutto per la formidabile volontà del maestro Elio Lentini di celebrare il ricordo del vecchio illustre amico scomparso a Latte di Ventimiglia nel 1983-
come detta il presente
MANIFESTO
il 20 dicembre a Ventimiglia si terrà una commemorazione dell'autore siciliano di cui intanto si può qui leggere un insieme di
ricordi e contatti che lo hanno legato in Provenza e nella Francia sud-occidentale a tanti artisti
compresi alcuni straordinari talenti novecenteschi tra cui Picasso, Matisse, chagall ed altri ancora
In questa sede, via via, tramite opportuni epuntuali aggiornamenti si darà rendiconto del materiale disposto in rete e dell'appuntamento culturale prossimo venturo, primo comunque di una serie di iniziative da mettere altresì a pubblica disposizione depositandone gli "atti informatici" in un apposito
ARCHIVIO DI DOCUMENTAZIONE
che sarà qui parimenti predisposto  


Sabato 7 marzo 2009 - ore 16.00 quasi a prolusione della Festa della Donna il Museo Civico Archeologico “Girolamo Rossi” (Sala Emilio Azaretti - Ventimiglia) in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Ventimiglia e la Sezione Intemelia dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri organizza un incontro per ricordare importanti protagoniste e presenze femminili nella storia e nell’arte della Città di Ventimiglia intitolato
**********APRONIA MARCELLA E LE ALTRE VOCI DI DONNE PER VENTIMIGLIA**********
e qui giova menzionarlo
segnalato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali quale una tra le principali iniziative liguri sul tema.
Come si ricava dal testo ufficiale del programma e dalle locandine per gli inviti l'appuntamento sarà caratterizzato dall'intervento di diverse, note ed apprezzate intellettuali, docenti, studiose e ricercatrici che affronteranno una pluralità di argomenti atta a soddisfare molteplici curiosità ed auspicabilmente ad inaugurare ulteriori ricerche sul sempre coinvolgente e variegato tema di quella condizione Condizione femminile che nel XVII secolo fu affrontato, con dissertazioni forse non del tutto mai comprese, da un illustre ventimigliese, l'erudito bibliotecario Angelico Aprosio investigatore a volte discutibile e discusso dell' universo femminile ma che comunque tuttora risulta impagabile raccoglitore di dati anche rarissimi sulle donne, in particolare sulle donne letterate.
Percorrendo la linea di sottili interazioni delle donne contemporanee e specificatamente delle donne colte si propongono ora di colloquiare idealmente con l'agostiniano opponendo magari a certe sue inesattezze quelle indiscutibili conquiste femminili cui il frate, non certo immune dalla miopia della sua epoca non aveva creduto.
Le "nuove interlocutrici di Aprosio", senza accedere al polemismo di un'Arcangela Tarabotti od alle accondiscendenze della oggi misconosciuta ma un tempo famosa Isabella Sori, addirittura riprendendo un modo di operare che l'Aprosio rese vivace anche coi dibattiti interni alla sua Biblioteca intemelia, recupereranno alla consapevolezza pubblica tante figure femminili del passato ventimigliese le cui voci ed il cui operato potrebbe anche andare disperso "sotto le sferzate del tempo".
Sarà il noto scrittore Andrea Becca che introdurrà le varie relatrici di cui qui si propone un elenco con gli argomenti che via via tratteranno: "Apronia Marcella e le altre" (a cura di Daniela Gandolfi), "Gaia, la dea madre" (a cura di Lorella Gavazzi), "Il dramma amoroso di una donna audace e pacata: Beatrice di Tenda. Discendente di Guglielmo Pietro, Conte di Ventimiglia" (a cura di Donatella Lauria), "Ritratto di signore: presenze femminili a Ventimiglia tra XVII e XIX secolo" (a cura di Valentina S. Zunino), "Ellen Willmott a Boccanegra" (a cura di Ursula Piacenza), "La principessa Grace e Ventimiglia" (a cura di Lilia De Apollonia) "Rebecca Ballestra" (presenta Silvia Alborno), "Donna e terra intemelia" (a cura di Rita Zanolla).
Sarà altresì presente la Libreria Casella di Ventimiglia con una proposta di romanzi al femminile mentre l’8 marzo 2009 il Museo Civico Archeologico Girolamo Rossi offrirà a tutte le donne l’ingresso gratuito alle sue sale.


Questo sito dedicato al MAESTRO ELIO LENTINI per vari aspetti nasce qual una filiazione dal più vasto sito di "Cultura-Barocca"...una voce imprevista per un sito che aveva originariamente e volutamente portata storico letteraria.
Prima, un'intrusione quasi inavvertita fu quella sull'apparato archeologico e monumentale di Ventimiglia Romana: cosa che in effetti ci parve quasi dovuta attesi gli interessi aprosiani per la riscoperta seicentesca di "Albintimilium".
Successivamente, in un crescente interesse di contatti culturali italiani e non, ci è venuta una convinzione: perchè trascurare il principio aprosiano che tutti coloro che -dal punto di vista letterario ed artistico, prescindendo dall'epoca e dal tempo, abbiano contribuito ad un'acclarazione della "Libraria Intemelia" e quindi di Ventimiglia quanto del Ponente ligure su un piano sempre meno localistico- possano meritare l'appellativo di "Fautori culturali"?
E così continuando la proposizione del meccanismo aprosiano di amplificazione pubblica dei fenomeni culturali ruotanti attorno alla sua biblioteca -una proposizione che idealmente non teneva conto di tempo e spazio- ci siamo sentiti in obbligo di contribuire al ricordo e forse alla valorizzazione di letterati tanto celebri un tempo quanto ora, per mode ed altre ragioni ancora messi nel dimenticaio, misconosciuti o negletti quali Francesco Pastonchi e soprattutto Antonio Aniante.
La riuscita riflessione pubblica su Antonio Aniante che fu letterato ma anche importante critico d'arte, sodale ed intimo di sommi quali Picasso, Matisse, Chagall ecc., ha però innescata un'ulteriore considerazione....o presa di coscienza...
Per Aprosio la Biblioteca di Ventimiglia non era solo una "Libraria", in maniera forse un po' datata ma non priva di genialità voleva semmai che fossa reputata un "sublime contenitore", un "Museo", una "Galeria", una "Camera delle Meraviglie" in cui interagissero molteplici espressioni d'arte, del passato quanto del presente ed auspicabilmente del futuro...
E così attesa la grande passione aprosiana -al momento ancora abbastanza sottovalutata- per le arti figurative ci siamo ulteriormente chiesti: perchè -atteso che il frate era solito farlo per i suoi amici pittori- non riprendere questa altra sua sua consuetudine, celebrare con la letteratura e la civiltà del suo secolo (e poi dei secoli a venire) anche l'arte, la pittura, la scultura, l'architettura ma anche gli studi d'arte della sua epoca (e poi a venire quelli delle epoche successive)?
Del resto il moderno critico d'arte Antonio Aniante era, per dirla al modo dei secentisti, un bel "Rampino", un aggancio per parlare di ARTISTI MODERNI...
E così, anche sulla scia di vecchi suggerimenti datici da quello spirito brillante ed arguto quanto a volte scomodo e purtroppo oggi abbastanza dimenticato che fu lo scomparso collezionista ventimigliese G.B. Simonetti, ci siamo dati un nuovo traguardo...quello di dedicare questo spazio delle "NEWS" esclusivamente ai FERMENTI D'ARTE...perché puranco per l'ARTE l'agro ventimigliese merita d'essere ascritto tra le "perle della Liguria"...
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Riattivando antichi meccanismi aprosiani, spulciando tra i FAUTORI DI CULTURA E D'ARTE sia moderni che antichi, nella vanità pretestuosa forse d'essere anche noi al pari dell'agostiniano "TROMBE DELL'ALTRUI GLORIE", "Cultura-Barocca" ha innescato una sorta di PONTE TRA PASSATO E PRESENTE proponendo riflessioni su artisti del '600 legati in qualche modo a Ventimiglia come il "Cavalier Ridolfi" e contestualmente su artisti contemporanei come quel

MAESTRO SCULTORE ELIO LENTINI


-tra altre cose sodale di Antonio Aniante critico d'arte ed amico di grandissimi artisti del '900- la cui produzione estetica, forgiata nella fatica, nel talento e nella modestia, ha contribuito di certo ad illustrare culturalmente sia Ventimiglia dove a lungo operò, quanto l'attuale amatissima sua Dolceacqua ed ancora il Ponente ligure tutto...
Ma ELIO LENTINI è, come detto, solo il RAMPINO, l'aggancio tra passato e presente...il punto iniziale di una serie di RIFLESSIONI SULLE ARTI FIGURATIVE DEL PASSATO QUANTO DEL PRESENTE...un aggancio che potrà esser potenziato dagli auspicati contributi su altri personaggi, magari forniti da altri studiosi ed esperti la cui collaborazione sarà certo gradita...come in qualche modo già si evince qui dai COLLEGAMENTI ad ALTRI SITI ANCHE DI RILEVANTE VALENZA ARTISTICA (tra cui certo spicca la prestigiosa FONDAZIONE POMPEO MARIANI che peraltro custodisce varie opere del Maestro Lentini) ma tutti comunque destinati ad essere degli irrinunciabili interlocutori e punti di riferimento...
Parlando di
ELIO LENTINI
e contestualmente della sua
***ARTE***
si ha comunque spesso l'impressione di qualche manchevolezza, di informazioni non date...specie in merito ad un artista prestigioso ma che spesso ha cercato il crepuscolo per liberarsi dalle fatue contingenze e dal presenzialismo e che soprattutto -uomo certo poco barocco e sicuramente controcorrente- non ha mai fatto vanto delle sue poliedriche quanto importanti conoscenze nel mondo dell'arte.
Non è nemmeno, come tanti, un ferreo custode della sua bibliografia sì da ostentarla, come si usa, in molteplici occasioni...abbiamo persino dovuto estorcergli il riconoscimento dell'"Ambrogino d'oro 2008": e d'altre affermazioni di rilievo ancora si è dimenticato (o ha voluto dimenticarsi?).
E tutto ciò al punto che giunge improbo ricostruirne tutte le tappe culturali, i pubblici e privati apprezzamenti, la partecipazione ad incontri d'arte anche di rilevante portata.
Dopo che si son allestiti un convegno ed una personale dello scultore (cui sopra si fa riferimento e che certo concorrono con il materiale iconografico e documentario a dimensionarne l'arte e soprattutto l'evoluzione estetica) Elio un bel giorno è giunto alla propria personale in Dolceacqua, con la sua aria (ci perdoni l'ossumoro) di "vecchio fanciullo", sventolando quello che sembrava un foglio tra tanti, un banale ritaglio di qualche rivista scaturito dall'oblio di una scrivania o di un polveroso cassetto.
Non era proprio così: e ci venne il destro di rimproverarlo...ma come fare innanzi al suo innocente quanto naturale modo d'essere!
Non era affatto così...e -ci si ripete- come rimediare se non riproporre qui, nell'ipotesi d'un tardivo rimedio, quanto di lui FU SCRITTO IN TRE LINGUE SULL'"ARCHIVIO STORICO INTERNAZIONALE DELLE ARTI FIGURATIVE" in occasione di una mostra alla VILLE DE STRASBOURG - GALERIE, MAISON D'ART ALSACIENNE - MUSEE D'ART MODERNE.
Già l'ELENCO DELLE PERSONALI E COLLETTIVE, DEI PREMI, DELLA STESSA BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE nel contesto di siffatta pubblicazione degli anni '70 del secolo scorso travalicava per quantità le notizie da noi date di recente sui riconoscimenti e le esposizioni dell'artista.
Ma che fare! in merito al poeta scultore del REALISMO MAGICO, che piega i metalli e li induce a svelare arcane emozioni di cui compartecipare, l'onnicomprensione sarà impossibile, forse...
Come un Druido nascosto nella sua natura, fuggiasco innanzi ai progressi di civiltà e religioni che non conosce o non vuole conoscere, ELIO LENTINI corre, realmente e in senso metafisico, entro quella sua particolarissima natura, che oscilla continuamente tra reale ed onirico, trascinando con sè i segreti di un'arte che probabilmente non svelerà mai.
Eppure non parliamo di un orso, di un misantropo isolato dal tutto, d'un geloso e goloso gestore del proprio talento: LENTINI è, per natura, gentile, disponibile, aperto ai contatti umani...ma è uomo che pospone sempre la pubblica proiezione del proprio ego a pro di una gioia di vivere che si identifica in una sublime capacità sia di sentire le interferenze intercorrenti tra individualità e panteismo, quanto di rifletterle in maniera sempre originale per via d'una mediazione estetica.
Genuino ed involontariamente enigmatico, questo artista di cristallina e nobilissima umanità (quanto, però, giammai propenso alla vita di cenacolo e di congrega) a volte deve esser lasciato parlare in totale autonomia e lo si deve ascoltare con attenzione estrema per intuirne estetica e saggezza...oppure bisogna leggerne con attenzione le tante pagine di pensose meditazioni: nella speranza mai certa comunque di esorcizzarne alcuni segreti del pensiero, dell'arte e della vita, cioè di quel metamorfico genotesto che sta alla radice della sua proiezione artistica.
Tra le tante cose scritte sul Maestro Elio Lentini (tra cui anche un'acuta osservazione del compianto Giorgio I Principe di Seborga) ci è sembrato giovevole, in questo momento quasi epocale del suo riaffacciarsi sul palcoscenico delle manifestazioni artistiche che contano davvero, proporre uno scritto dello stesso Elio Lentini e precisamente questo interessantissimo e manoscritto stralcio autobiografico di ricordi, che molto ed acutamente si sofferma su un periodo particolare e per certi versi straordinario della "Storia intellettuale di Ventimiglia":
"...Negli anni '60 - '70 lo scrittore Aniante, apprezzando il mio modo di essere e riconoscendomi -sempre gliene sarò grato- notevoli potenzialità artistiche mi prese sotto una sorta di amicale protezione ed anche a guisa di formazione cultrale mi condusse attraverso una sorta di "Grand Tour", quasi in un "pellegrinaggio laico" a visitare ( o venerare?) quei tragitti d'arte e storia in qualche modo sospesi tra Italia e Francia dove lui aveva intimamente frequentato tanti grandissimi dell'arte novecentesca quali Matisse, André Gide, Cocteau, Picasso ed altri ancora.
Contestualmente, quasi volesse proporsi per una mia -diciamo- "educazione sentimentale e culturale", ogni cosa fece onde pormi a contatto coi più significativi fermenti intellettuali del tempo: con vivezza rammento tuttora quel raffinato intellettuale, seppur scrittore di poche per quanto pregnanti pagine, che fu Giacomo Fernando Natta, la cui amicizia cercò ad ogni modo di guadagnarmi.
Ricordo in particolare il giorno in cui lo presentò in Bordighera al Palazzo del Parco, quando un Aniante sorprendentemente accalorato pronunciò parole di contestazione avverso alcune personalità per la mancanza di un degno riconoscimento mai conferito al letterato.
In quel tempo avevo poco più di 25 anni: lo scrittore Comisso, in quel periodo, frequentava sia San Remo che Bordighera e l'Aniante più volte mi invitò in occasione dei loro incontri, sempre contraddistinti da quei raffinati interscambi intellettuali che raramente ho poi riscontrato in altri contesti.
Come detto Aniante si adoprava nel farmi conoscere molteplici personalità dell'arte, e non solo figurativa ma anche letteraria, giudicando questt'ultima non meno necessaria delle qualità tecniche al fine di sostenere la mia creatività: apprezzava tra tanti il sofisticato poeta Renzo Laurano che più volte mi fece frequentare -con indubbio profitto intellettuale- sia a San Remo che nella sua abitazione-ritiro a Latte di Ventimiglia ("Villa i Pini").
In quel periodo soprattutto ascoltavo con avida curiosità: avevo innanzi a me un mondo ricco di sensazioni ed esperienze, sentivo che al momento il mio compito principale era quello di percepire appieno le esperienze di altri, di tanti intellettuali ricchi di cultura quanto di sensibilità. Per me si trattava di un periodo assolutamente fruttuoso in quanto la maggior parte delle persone si accostavano alla mia arte per la sua carica emozionale ed innovativa. Contestualmente, a differenza di quanto accaduto ad altri, non provavo alcuna insofferenza per i consigli e i suggerimenti: parecchi furono coloro che mi spronarono a ricercare nella fantasia un mondo diverso da trasferire poi nella rappresentazione materiale...e nessuno, forse per il mio stesso carattere, mi giunse sgradevole o fastidioso...riuscivo a percepire l'impressione che come nessun libro per quanto modesto sia inutile così nessun consiglio, dato in buona fede, debba esser disdegnato a priori e senza pensamenti critici! E così ritengo che se oggi ho realizzato una peculiare modulazione nell'esecuzione quanto nella raffigurazione estetica, cio' sia da collegare alla forza creativa che sento in me, alla tecnica che possiedo ma parimenti alle interferenze culturali di cui son stato partecipe...
Interferenze che si son prolungate nel tempo, travalicando decisamente quegli anni: e qui non si possono certo dimenticare i momenti un po' irreali e quasi platonici di quella sorta d'Accademia dell'Ideale, estranea ad ogni associazionismo istituzionale, che avrebbe trasformato a Ventimiglia, in Via Turati, il Bar Irene in una fucina di intelligenze tra cui primeggiava quella, apparentemente sorniona ma in effetti straordinariamente creativa quanto magica nel percepire il balenio della natura, del poeta di San Biagio della Cima, Francesco Biamonti.
So che tanti validi autori si stanno contendendo il "premio Letterario Città di Ventimiglia" ed allora, tra me e me penso: se vi fosse qualcuno capace di narrare di quei momenti, delle discussioni interminabili, di Biamonti che stava diventando una specie di vate per il pittore Morlotti, peraltro pupillo di quella sorta di burbero benefico che in effetti fu G. B. Simonetti, degli altri collezionisti, degli artisti, dei filosofi che sognavano sulle ali delle utopie di Adorno e Marcuse...e contestualmente dei tanti amori che fiorivano, e poi svanivano come un passero impaurito nel crepuscolo.
Magie di un tempo sospeso tra illusioni, speranze ed attese non sempre destinate a fruttificare...
Ma un tempo giusto per vivere, parlare, credere, sognare, respirare...!!!
Ed anche in quel periodo io più che esprimermi, per quanto già piuttosto noto, amavo maggiormente ascoltare ed apprendere...magari sentire qualche dolce poesia -che purtroppo più non rammento- di Simonide od ancora il verso dolente e crude d'Archiloco per "Neobule la bella dai neri capelli" decantato da qualche classicista, come si diceva dai benpensanti che giammai mancano in qualsiasi tempo, "da Bar Irene"...
Ma non eravamo sempre così sofisticati...od indolenti o poetici: una volta mi ricordo che, dopo una gran mangiata, ci mettemmo a parlare di gastronomia e che da quella odierna giungemmo a chiederci come avessero mangiato i "nostri antenati, quegli intemeli romani che stavano nella città morta a Nervia: qualcuno tirò fuori un libro sgualcito...dicendo: 'eh se si valorizzasse quanto vien fuori dagli scavi...per il turismo magari! sai di posti nuovi di lavoro!. Guardate qui, ad "Albintimilium" c'era chi usava la forchetta, che per molti si ritiene apparsa solo dal tardo medioevo... ed osservate invece qui che razza di forchetta'.
L'oggetto era in effetti straordinario, prezioso, balzava luccicante dalle pagine ingiallite...qualcuno prese a dissertare su tecniche e metalli ed io ero tra i più attenti atteso il mio lavoro; ...ci riportò in terra proprio Biamonti con uno di quelli che definivo i suoi "risvegli da gatto"... sporgendosi in maniera quasi indolente dalla sedia in cui pareva sprofondato, fissò a lungo l'immagine -che certo conosceva, ma che voleva dar l'impressione di soppesare- e poi sbottò, sottovoce, anche se concettualmente il suo dire parve uno schiaffo all'erudizione ostentata da qualcuno,: 'Beh...vedete il mondo non cambia mai! Trilussa dice che se per statistica ogni italiano mangia un pollo, e ciò non è vero!, allora vuol dire che c'è chi non mangia nulla e chi si ciba del doppio!...e così ai tempi di Roma v'era gente come il proprietario di questo arnese che se la spassava e tanti altri che si dovevano arrangiare con le dita...sempre fatti politici, di chi gode e di chi patisce...!".
Filosofia spicciola, di parole che ho recuperato con qualche fatica e un po' fantasia oltre che l'aiuto di altri presenti alla discussione, ma filosofia acre...che spesso lasciava il segno e faceva meditare: più di tutto ora in effetti rammento soprattutto, alla stregua di cornice ad una qualche filosofica demotivazione, il silenzio che seguì quella saggia constatazione del futuro scrittore sull' amara ripetitività delle sorti umane!
Adesso qualche volta -assediato dai ricordi che sempre più con pochi riesco a condividere- mi domando...chi si rammenta nell'oggi (epoca di associazioni, circoli, comitati ecc.) di quel luminescente periodo di intellettuale estemporaneità...e di discussioni importanti elaborate magari come queste su qualche casualità? Dapprima scuoto tra me e me la testa, sconsolato o nostalgico nemmeno lo so...ma poi recupero il dubbio e lo annullo...io, noi lo ricordiamo! -questo solo conta- e talora vi abbiamo talora intessuto al di sopra, quale basamento ideologico di scelte ed esperienze, le nostre stesse vite!
Ma sto tergiversando...è tardi, la vista mi si offusca e la penna non segue la ridda di pensieri e ricordi...ancora una volta stavo dimenticandomi...io l'ascoltatore, il registratore appassionato d'insegnamenti altrui!
Mi riferisco a due, per me, straordinarie figure femminili.
Si tratta di Simone, consorte di Aniante, e della mia amata moglie Yvette, tutte e due francesine ricche di sensazioni e bontà d'animo, che sempre ci seguirono, illuminandoci con la loro grazia innata.
Vorrei qui rammentare soprattutto la dolce Yvette che era già pittrice di talento e che motivò in maniera decisa la mia prima esperienza artistica, che, occorre dirlo, fu pittorica...e tuttora, pur nella mia più importante ed attuale attività di scultore ed incisore, debbo riconoscere quanto Le sia debitore in merito alla luminosità dei colori, per un'esperienza acquisita dipingendo con Lei! Se il fruitore che analizza oggi le mie opere vi coglie significative espressioni di luce e riflessi di scuola francese, sappia dunque che a Lei debbo questa potenzialità espressiva...
Non mi son mai ritenuto un individuo astratto dalla comunità, forse posso parere vivere nel mio mondo ma, e lo so bene!, alla costruzione estetica ed anche filosofica di questo stesso mondo, magico o reale che sia, hanno contribuito tante persone, molte delle quali purtroppo non sono più tra noi, ma che hanno lasciato una traccia indelebile in me, quasi che per certi versi io, umile coagulo di poliedriche capacità, creando un'opera d'arte vi proietti i riflessi, oltre che delle mie qualità, delle competenze di quanti mi vollero bene e che con il loro insegnamento mi resero capace di destreggiarmi in maniera credo originale nel sempre complicato contesto estetico dell'arte e della scultura in dettaglio..."

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Un giudizio su Elio Lentini ed i fermenti culturali (1960 - '70) a Bordighera "città d'arte" nel prezioso ricordo di un significativo critico d'arte: Giorgio I Principe di Seborga (Giorgio Carbone).

" Conosco Elio Lentini da anni, tanti da trasformare il tempo trascorso in un mondo lontano dai luoghi e dalla realtà del Ponente Ligure e più specificatamente della Provincia di Imperia in cui entrambi ancora operiamo e viviamo.
Erano gli anni in cui a Bordighera si viveva un'atmosfera diversa e dove l'odore salmastro, costante nei pescatori, si univa al profumo dolciastro lasciato dai forestieri" [N.d.R.= non bisogna dimenticare l'appellativo storico di Bordighera quale "Città più inglese d'Italia"] " dove il sentore un po' acre, emanato dai contadini e dagli operai, si fondeva con l'aroma compassato che permane negli abiti degli scrittori e dei poeti, dissimile ma non discorde dal classico aroma che stagnava sulle tute dei marmisti e degli scultori, come l'odoramento dei coloranti restava nel vestiario usato dai pittori, così come quello del talco impregnava i vestitini degli infanti e le gonne materne sulle quali i bimbi consuetudinariamente sedevano, nei bar più affollati.
Coloro che in quegli anni abitavano, soggiornavano, si ritrovavano a Bordighera respiravano l'ossigeno delle colline, l'azoto della campagna, lo iodio del mare e l'atmosfera artistica e umana amalgamata perfettamente con l'ambiente frugale dei nativi del luogo " [N.d.R. = l'autore si riferisce non solo all'amatissima Seborga quanto a tutto lo straordinario triangolo che da Vallecrosia corre sin a Bordighera risalendo fin a Perinaldo con tutto il suo incredibile fascino di vita che si sublima sia nelle quasi fiabesche dei luoghi pregni di civiltà millenaria che corre dal sistema grangitico benedettino all'esperienza laica dei "macieri" o muri a secco quanto nella luminosità pittorica dei quadri di Monet]

Dopo le due guerre mondiali, che hanno lasciate miracolosamente intatte, o parzialmente efficienti le inventive e le opere inglesi, tedesche, francesi e di casa Savoia, attuate a fine ottocento e nel primo novecento, e dopo una stasi esistenziale evolutiva durata quasi mezzo secolo, quell'insieme di odori e profumi diversi che era diventato l'aroma costante respirato da tutti, soprattutto nei Ritrovi della città, aveva trasformato la stasi pubblica, dei Bordigotti e non, in un grande collage politico, variopinto, attivo stravagante e piacevole, che era stato creato dalle idee di pochi accettate e seguite da tanti, non sempre conforme, più volte azzardato nei toni e nei sovrapposti colori poco accademici, ma valido nei risultati e di grande effetto artistico, economico e culturale.
Nell'ambito dell'accademia del pittore Giuseppe Balbo era nato, negli anni 50 il "Premio Cinque Bettole" che aveva ridato vitalità alla Città Alta, l'antica e bella Bordighera, chiamata "La Maddalena", facendola diventare un notevole punto d'incontro di famosi letterati e artisti italiani, e di artisti provenienti dalla Costa Azzurra.
Il libraio Cesare Perfetto, chiamato Cesarino, nella libreria del quale già si riunivano gli artisti e i letterati locali e il quale meditava da tempo di istituire un Premio internazionale da assegnare ai Vignettisti onde prolungare ed ampliare il successo ed i consensi ottenuti dal "premio Cinque Bettole", aveva negli anni '60 inaugurato il "Salone dell'Umorismo", che ha trasformato e rivitalizzato anche i Ritrovi della Città Bassa, divisa dalla Città Alta dalla sola e signorile Via Romana, e che ha regalato a Bordighera l'ambito riconoscimento internazionale di "Città d'Arte".
Con la successiva apertura del Festival del Cinema Umoristico Cesarino Perfetto ha poi conseguito per la "Città dell'Arte" il riconoscimento internazionale del mondo cinematografico.
Quel successo raggiunto e attivato attraverso l'appoggio politico e amministrativo di alcuni uomini di lungimiranza, quali il Dott. Giribaldi-Laurenti, Coromines e Allavena, oltre al considerevole afflusso di noti poeti, scrittori, scultori, pittori, vignettisti e attori, aveva incentivato considerevolmente l'economico afflusso turistico, attirando l'interesse e la curiosità di chi segue, attornia, o viene attorniato dall'ambiente dello spettacolo.
In breve, le fantasiose idee un po' stravaganti scaturite da pochi ma accettate e seguite da tanti, erano riuscite in quegli anni ad unire il dilettevole all'utile dell'intera Comunità bordigotta e delle Comunità circostanti, le quali traevano grande sussistenza dalla floricoltura e per le quali è stata creata la "Festa della mamma", istituita a Bordighera (chiamata anche Città dei Fiori) con il supporto dell'allora Sindaco Zaccari, eletto Senatore della Repubblica Italiana.
Ricordando gli avvenimenti di quegli anni e i momenti più salienti di quelle riunioni, rivedo gli atteggiamenti e i distinti comportamenti delle persone più attive, i loro volti, e soprattutto lo sguardo dei letterqati presenti: quellon attento del poeta Laurano, quello sornione di Giacomo Natta, quello ansioso di Guido Seborga, quello vivace di Fernanda Pivano [reputata dall'onnipresente scrittore e critico Antonio Aniante - uso ospitarla nella sua celebre villa "I Pini" di Latte frazione di Ventimiglia, vera fucina di incontri culturali- una autentica forza della natura, ispiratrice di dibattiti ed iniziative], quello vago ma pensieroso di Francesco Biamonti (che è lo sguardo di colui che ti ascolta ma vede altrove) e quello audace ma non meno svagato di Marino Magliani, come è lo sguardo degli abitanti della val Prino.
Ben diverso era, invece, lo sguardo solitamente vagante e pensoso dei pittori, dei disegnatori e degli scultori, dai quali però si distinguevano, nel modo in cui ti penetravano fissandoti acutamente quando venivano contrariati, il disegnatore Enzo Maiolino (insegnante di professione), il pittore Truzzi (seguace e sostenitore della "linea Morlotti") e il pittore e scultore di immagini e figure cementificate Marcello Cammi (amante della danza, muratore di professione e nell'Arte).
Se escludiamo il Caposcuola del gruppo Giuseppe Balbo (il non più giovane Maestro e allievo di pittori insigni), la benestante Bea di Vigliano e il grande astrattista Gian Antonio Porcheddu (insigne consumatore di pipe marchiate e di bevande alcoliche), i restanti pittori, per altro alcuni giovanissimi, dell'allora Accademia bordigotta di cui facevano parte Sergio Gagliolo, Pagnini, Raimondo alias Barbadirame, Ciacio Biancheri, Franco Franzoni, Ercole Lorenzi ed Elio Lentini (le opere dei quali godono oggi del riconoscimento dei critici d'Arte e dell'interesse del pubblico), in quegli anni non beneficiavano ancora dell'apporto pittorico: Elio Lentini portava negli abiti usati l'odore ed il profumo d'un
cinquecentesco laboratorio.
Dalla lavorativa esperienza professionale, dalla scuola accademica di Giuseppe Balbo, dalle discussioni e dagli incontri e scontri fatti con i noti disegnatori, scultori e pittori che hanno partecipato al "premio Cinque Bettole" e al Salone dell'Umorismo, Elio Lentini ha costruto, maggiorato e maturato, nel tempo, quel naturale impulso artistico che lo ha portato all'attuale raffinatezza scultore e pittorica, espressa e trasmessa attraverso le lastre in acciaio o in rame.
Operare nel mondo dell'Arte non è uno svago, né la tentata evasione mentale da proprio ambiente, ma è ricercare, comparare ed anche soffrire.
L' Arte non cresce per caso [scrive ancora qui Giorgio Carbone] ma ognuno la costruisce con gli insegnamenti ricevuti e cercati, con la conoscenza e con le esperienze, prima vissute e poi tralasciate, indi riprese, elaborate e rielaborate: come succede con i testardi rapporti della propria esistenza.
Oggi, per me, riportare la memoria alle vicende di quegli anni in cui ho incontrato e conosciuto Elio Lentini con quell'attivo piccolo gruppo di Artisti spesso riuniti nel bar Giglio di Bordighera, è simile al rammentare una favola, rimasta impressa e fondamentale nel periodo dell'infanzia, e ricordarla con nostalgia.
E ciò che stupisce il mio pensiero, ancora una volta, è invece il constatare che quelle vicende hanno costituito per tutti una vissuta, normale realtà ".
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COMUNICATO DI "CULTURA-BAROCCA"
CI E' STATO SEGNALATO IL NON CORRETTO FUNZIONAMENTO DEL CONTATTO ISTITUZIONALE DI POSTA ELETTRONICA DEL SITO.
CI SCUSIAMO PROFONDAMENTE CON QUANTI CI AVESSERO CONTATTATI SENZA AVERE RISPOSTA: CIO' NON SOLO IN MERITO AI FRUITORI ISTITUZIONALI DEL SITO MA ANCHE IN RAPPORTO A QUANTI AVESSERO CON GIUSTEZZA RICHIESTO OPPORTUNI AGGIUSTAMENTI DEI CONTENUTI IN MERITO AD EVENTUALI CITAZIONI, CORREZIONI, DIRITTI, SEGNALAZIONI.
IL VECCHIO CONTATTO NON E' ANCORA STATO RIATTIVATO PER PROBLEMI TECNICI.
SI SONO PERO' AGGIUNTI DUE COLLEGAMENTI PERFETTAMENTE FUNZIONANTI CONCERNENTI LA "REDAZIONE DI CULTURA-BAROCCA" E LA "DIREZIONE SCIENTIFICA DI CULTURA-BAROCCA"
A QUESTI SI ACCEDE DALLA "HOME PAGE" O PIU' SEMPLICEMENTE
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CON RINCRESCIMENTO PER IL MOMENTANEO INCONVENIENTE E PORGENDO I PIU' CORDIALI SALUTI
LA REDAZIONE
















Questo sito, per quanto esente da pubbliche sovvenzioni e dovuto soltanto alla passione ed al culto di quell'intelligenza che Aprosio tanto celebrava, si è EVOLUTO...grande è stata la fatica quanto la necessità di far ciò. La necessità in questa evenienza è figlia dell'utenza, italiana ma molto spesso straniera, che in molti casi ci ha contattati chiedendo documenti, materiale, informazioni varie.
Rispondere a tanti quesiti per la Redazione di "CulturaBarocca" non è semplice...e del resto la disposizione in rete del materiale non risultava al meglio delle potenzialità. Spesso -in occasione di palesi lacune- si alludeva ad un DVD in cui era racchiuso non solo il sapere aprosiano ma la ricostruzione, oltremodo complessa, della trama dei suoi contatti culturali.
Per venire incontro alle richieste e rendere fattibile ai ricercatori il compito di destreggiarsi fra tanti documenti non ci è rimasto che cedere alle richieste e sistemare, con qualche inevitabile aggiustamento riduttivo dettato dalle esigenze informatiche, il DVD in rete.
Tutte le VOCI EVIDENZIATE sui testi antichi delle opere di Aprosio sono ATTIVE e permettono di NAVIGARE, come suol dirsi oggi, nel grande mare di ERUDITI, CORRISPONDENTI, LETTERATI, AMICI, BIBLIOFILI.
Alcuni nomi, da Aprosio proposti in forma alterata, spesso italianizzati se stranieri o latinizzati se italiani, risulteranno COMPRENSIBILI e così molti PERSONAGGI -compresi anche parecchi
CORRISPONDENTI- riemergeranno dalla dimenticanza.
Data la specificità di questo schema operativo -che non ha affatto comportato l'eliminazione della precedente impostazione di "Cultura-Barocca"- l'accesso ai collegamenti multimediali delle OPERE APROSIANE è stato collocato in un preciso settore da noi nominato BANDA DI APPROFONDIMENTO.
Parimenti, tenendo conto che un ampliamento sistematico non può avvenire -data l'estensione dei collegamenti- eliminando in modo meccanico ed automatico file ed ipertesti precedentemente disposti per quanto relativamente superati dato l'ingrandimento del sito, può capitare di leggere un ipertesto preceduto dall'invito o suggerimento di connettersi ad un
APPROFONDIMENTO
cioè ad un ipertesto maggiormente efficiente e caratterizzato da un numero assai superiore di collegamenti multimediali.
Si spera di aver fatta cosa utile e di meritare quantomeno la comprensione per le ANOMALIE che sicuramente si manifesteranno nell'ANCORA NON COMPLETATA FINALIZZAZIONE DI QUESTO LAVORO E PIU' GENERALMENTE DI TUTTO QUANTO QUI PROPOSTO.
Per semplificare invece la consultazione si segnala altresì la sistemazione di questo
INDICE ALFABETICO DELLE VOCI - ALPHABETICAL INDEX OF ENTRIES
In merito a tutte queste considerazioni si precisa che, come è desiderio di "Cultura-Barocca" -che svolge gratuitamente e senza scopo di lucro -quando altrimenti non precisato- la sua attività- esser citata nell'eventuale utilizzazione del materiale qui proposto, parimenti "Cultura-Barocca" ha cercato di citare -cosa mai semplice soprattutto in un contesto di sì grande estensione- tutte le fonti utilizzate: ci si scusa nella circostanza di qualche mai voluta inadempienza e naturalmente immediatamente si è a disposizione per aggiustamenti, inserimento di citazioni non fatte o non corrette, attribuzione a chi di dovere dei meriti acquisiti, eventuale surroga o totale cassazione/eliminazione del materiale indebitamente quanto involontariamente riprodotto.
Porgendo i più cordiali saluti
La Redazione di "Cultura-Barocca"




ANGELICO APROSIO, cosa ai più poco nota, fu uno straordinario appassionato di ARCHEOLOGIA, ANTIQUARIATO, EPIGRAFIA ANTICA ECC. e sotto questo profilo è giusto considerarlo un anticipatore delle SCOPERTE ARCHEOLOGICHE fatte nell'area del MUNICIPIO ROMANO DI VENTIMIGLIA l'antica città che nelle sue opere Angelico Aprosio era uso semplicemente nominare "ALBIUM INTEMELIUM" e sul cui TERRITORIO AMAVA INVESTIGARE ALLA RICERCA DI REPERTI DA RACCOGLIERE E CUSTODIRE.
Così cercando soprattutto di risolvere il
SEGRETO DELLE ORIGINI DI VENTIMIGLIA ROMANA ORMAI "DISPERSA COME L'ANTICA TROIA" OLTRE CHE L' ENIGMA DELLA " PERDUTA CITTA' DI TEMPLUM"
e comunque, ad onta di plausibili abbagli, dando prova di una rara perspicacia e di un senso acuto di modernità
APROSIO andava, per quanto empiricamente, a percorrere le prime tappe di una
NASCENTE ARCHEOLOGIA
quella di cui per VENTIMIGLIA [come per tutta la IX REGIO ITALIAE AUGUSTEAE (e non solo)] altri, moderni e ben più ferrati, ARCHEOLOGI
avrebbero poi scientificamente tracciato la storia gloriosa da
GIROLAMO ROSSI
per giungere a
NINO LAMBOGLIA
fondatore ed anima di quel prestigioso
ISTITUTO INTERNAZIONALE DI STUDI LIGURI
con cui "Cultura-Barocca" si onora di collaborare e da cui derivano tutti i fondamenti della
MODERNA SCIENZA DELL'ARCHEOLOGIA SUBACQUEA
una disciplina tuttora qualificata e potenziata dall'ISTITUTO, presso le cui sedi da tempo è stata istituita una
SCUOLA DI GRANDE RINOMANZA NAZIONALE E INTERNAZIONALE
di cui si offrono qui scaricabili le ultime rilevantissime progettazioni didattiche
ISTITUTO INTERNAZIONALE DI STUDI LIGURI
"SCUOLA INTERDISCIPLINARE DELLE METODOLOGIE ARCHEOLOGICHE"
(ARCHEOLOGIA SUBACQUEA)
















Opere digitalizzate da "Cultura-Barocca" al momento non ancora disposte in rete: preventivamente consultabili od acquisibili previo contatto con la Redazione =
[Lorenzo Lippi], "Il Malmantile racquistato. Poema di Perlone Zipoli" Pubblicazione In Finaro, nella stamperia di Gio. Tommaso Rossi, 1676
[Lalli, Giovanni Battista] "L' Eneide trauestita del signor Gio. Battista Lalli" Pubblicazione In Venetia : presso Steffano Curti, 1682
[Ludovico Dolce], "Giornale delle historie del mondo, delle cose degne di memoria di giorno in giorno occorse dal principio del mondo sino a' suoi tempi, di M. Lodovico Dolce. Riueduto, corretto, & ampliato da Guglielmo Rinaldi" Pubblicazione In Venetia : Al segno della Salamandra Damiano Zenaro, 1572
[Lodovico Paterno], "Le nuoue fiamme di M. Lodouico Paterno, partite in cinque libri. Il primo di sonetti, & canzoni pastorali. Il secondo di stanze. Il terzo di elegie. Il quarto di nenie, & tumuli. Et l'ultimo di egloghe marittime, amorose, lugubri, illustri, & varie ...", Pubblicazione In Venetia : per Gio. Andrea Valuassori, detto Guadagnino, 1561
[Achille Marozzo], "Opera Nova de Achille Marozzo Bolognese, Maestro Generale de l'Arte de l'Armi......" Pubblicazione In Venetia : Per il Padovano, 1550
[Anton Giulio Brignole Sale], "L'Istoria Spagnuola overo il Celimauro...., Pubblicazione In Venetia : Per il Tomasini, 1656
Pellizzarius - Pellizzari, "Regola delle Monache..." (testo in lat. - XVII sec.)
[Australia] = dalla "Raccolta di viaggi dalla scoperta nel Nuovo Continente fino a' dì nostri" (Giachetti di Prato, 1844) di F. C. Marmocchi il "Viaggio nell'interno dell'Australia..." (del Mitchell, traduzione di Enrico Montazio)
[Arabia] = dalla "Raccolta di Viaggi" curata nel XIX sec. da F.C. Marmocchi per l'editore Giachetti di Prato i "Viaggi in Arabia di J. L. Burckardt".
Bernardin de Saint Pierre, "Viaggio all'Isola di Francia (Mauritius) con descritione del Madagascar...", dal XVII vol. della "Raccolta di viaggi dalla scoperta nel Nuovo Continente fino a' dì nostri" (Giachetti di Prato, 1844) di F. C. Marmocchi
Matteo Marcacci, Elogio funebre del Padre Ottavio G. Batt. Assarotti delle Scuole Pie fondatore del Regio Istituto dei sordo-muti di Genova... [XIX sec.]
Napoleone III Imperatore dei Francesi, delle sue "Opere" digitalizzazione - con indici - del volume primo contenente il trattato "L'idea napoleonica"
Napoleone III Imperatore dei Francesi = digitalizzazione integrale dalle "Opere - Volume I" de La risposta a Lamartine
Napoleone III Imperatore dei Francesi = digitalizzazione integrale dalle "Opere - Volume II" del saggio intitolato "Estinzione del Pauperismo"
Napoleone III Imperatore dei Francesi = digitalizzazione integrale - con indici - dalle "Opere - Volume II" del saggio intitolato "Analisi della questione dello zucchero"
Napoleone III Imperatore dei Francesi = digitalizzazione integrale dalle "Opere - Volume II" del saggio intitolato "Progetto di Legge sul reclutamento dell'Esercito"
Napoleone III Imperatore dei Francesi = digitalizzazione integrale dalle "Opere - Volume II" del saggio intitolato "Considerazioni politiche e militari sulla Svizzera"
Napoleone III Imperatore dei Francesi = digitalizzazione integrale dalle "Opere - Volume II" del saggio intitolato "Alcune parole su Giuseppe Napoleone Bonaparte"
Napoleone III Imperatore dei Francesi = digitalizzazione integrale - con indici - dalle "Opere - Volume II" del saggio intitolato "Il Canale del Nicaragua ovvero progetto di congiungere gli Oceani Atlantico e Pacifico"
Napoleone III Imperatore dei Francesi = digitalizzazione integrale - con indici - dalle "Opere - Volume III" del saggio intitolato "I Discorsi, Proclami e Messaggi fatti nelle diverse occasioni dall'anno 1848 sino al 1855 - Appendice (aggiunto) di continuazione dal 1856 al 1861 corrente"
Napoleone III Imperatore dei Francesi, delle sue "Opere" digitalizzazione - con indici - del volume quarto contenente il trattato Del passato e dell'avvenire della Artiglieria"