cultura barocca
Ingrandisci l'immagine Vedi qui = G. D. Cassini studia con uno strumento specifico la cometa del 1652/1653 nella villa del Malvasia attrezzata ad osservatorio

Dracula e M. Cristina di Svezia due "strani" nemici della Sublime Porta tra guerre, magia ed astrologia: l'amicizia tra l'astronomo Cassini e la Regina di Svezia
a conclusione di un contesto millenaristico e goticista della rigenerazione di una Nuova Europa ideato dalla svedese "Basilissa"
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"Se avessi scritto
Dracula, Erzbeth Bathory e M. Cristina di Svezia tre strani nemici della Sublime Porta tra guerre, magia ed astrologia: l'amicizia tra l'astronomo Cassini e la Regina di Svezia" la cosa avrebbe assunto tono e tinte ma sarebbe stata fuorviante per alcuni: eppure non solo l'astronomo Cassini (apparentemente un "provinciale data la natia Perinaldo" ma cresciuto in un'area di enormi suggestioni storiche ed ambientali (e che meriterebbe ancor più indagini anche quale centro di una sorta di "triangolo magico" o comunque variamente "mistico" = vedi qui carta ipertestualizzata e sottostante trattazione multimediale) prossima peraltro a Ventimiglia, quindi a un non mai abbastanza celebrato "catalizzatore" di grande cultura specie in forza dell' erezione della Biblioteca Aprosiana) e la "metropolitana" Cristina (cittadina del mondo e Regina d'una grande nazione sì, ma non priva di carenze documentarie che avrebbe trovato nel "piccolo mondo antico di Cassini") non solo eran tra loro legati ma risultavano indubitamente connessi a due altri liguri, i ventimigliesi Aprosio e Gandolfo: ma -parimenti- se nel titolo avessi aggiunto qualche citazione su di questi ultimi alcuni, di sicuro, avrebbero detto "son cose di provincia, che non affrontano problemi generali" e sarebbero passati ad altre letture!
Ma sarebbe un errore di valutazione (in cui si cade sempre più di frequente ad ogni livello) perché Aprosio oltre che a Gian Domenico Cassini che conobbe ed apprezzò da fanciullo nella sua Biblioteca di Ventimiglia [e nel merito sarebbero da inserire anche Gio.Francesco Aprosio, di Vallecrosa, già Rettore della Parochiale di Vallebuona primo maestro del giovinetto che portò a frequentare la Biblioteca Aprosiana e quindi in Genova lo scienziato G. B. Baliano (Baliani) che lo seguì negli studi e lo volse poi decisamente alla scienza = e con costoro sarebbe da menzionare anche l'erudito bolognese Cornelio Malvasia, Fautore della Biblioteca Aprosiana e amico del suo fondatore che lo ospitò nella sua villa attrezzata ad osservatorio astronomico] fu, seppur indirettamente data anche la distanza cronologica, anche in "rapporto" con "Dracul" (tramite l'umanista Bonfinio e più estesamente quell' esoterismo di cui si occupò alquanto) e Gandolfo, specie il Gandolfo della grande stagione romana e che fu Arcade e certo tuttora per gli Agostiniani sommo sillogista e pure ebbe tardivamente e segretamente il curioso incarico di investigare in qualche maniera sulla morte di Cristina, che ad alcuni suoi amici parve un po' "strana" e che fa tingere, come piace oggi, di giallo tutta la vicenda.
Ma il tema non è questo, o meglio è stato e sarà ancora trattato, ma non è questo quello che qui si vuole ora affrontare.
Quelle di Cristina e Dracul son due storie parallele per quanto diverse nel tempo, nello spazio e più relativamente nella sostanza: oh qui si può anche sbirciare quella di Erzbeth Bathory ma la sua terribile storia non si associa direttamente ad un qualche sfruttamento in maniera d'un recupero perlomeno originale nel segno comune delle invasioni turchesche, cui parimenti per certi aspetti e distintamente per parecchi altri Dracul e Cristina furon legati.
Ed è una riflessione che al di là dei luoghi comuni e noti (Cavalieri Templari, Crociati, Islam, affermazione dell'Impero Turco, saccheggi per le coste Italiane e Francesi) si può estendere ad altre tematiche e rinviare a temi di straordinaria pertinenza sia all'Italia e al Mediterraneo occidentale che all' intiero continente, partendo da quella idea dell'Apocalissi che un'Europa fragile e litigiosa (ma le cose in forme diverse si ripetono?)
**********************avrebbe patito dal 1480, l'anno della grande paura, nel segno di quei discorsi di Annio da Viterbo non casualmente tenuti a Genova**********************
e che parvero il preludio di una fine della Cristianità (segnata da eventi epocali già pregressi e destinati ad amplificarsi).
Discorsi e precognizioni poi demistificati tra '500 e '600 da Benito Pereira per quanto specialmente le crescenti scorrerie turchesche (dal nizzardo all'agro intemelio, dal mare di Bordighera e Vallecrosia sin a Vallebona e Seborga, da San Remo a Taggia ed oltre ancora - espressioni di un Impero vieppiù possente contro cui ci si poteva difendere, non con grandi risultati (leggi anche il testo sottostante alla carta antica resa ipertestuale)
paressero a tanti
connesse ad altri eventi calamitosi -avvenuti e/o profetizzati come a venire- e quindi sia giustificazione di quei vecchi discorsi apocalittici che previsione di ulteriori rovine
[ sopra son elencati e documentati pressoché tutti gli eventi che in sinergia con loro - e integrati dalla credenza della loro amplificazione per effetto della magia nera quasi istituzionalmente attribuita alle streghe, masche o malefiche o come altro ancora le si volesse chiamare di cui era sempre in atto la caccia seppur in forme destinate, anche "giuridicamente", ad evolversi e mutare negli anni - dal XVI secolo il quadro ambientale (ad esempio in Liguria o comunque nella vasta regione geopolitica tra "Francia e Italia" prese quale campioni documentari paneuropei = l'area era inoltre divenuta di assoluta importanza strategica contro le penetrazioni degli eretici specialmente per i passaggi clandestini dall'area di Nizza fino alla Diocesi di Ventimiglia, che per la Chiesa aveva assunta importanza epocale nella lotta contro l'"Idra Eretica") era davvero terrificante: e prove emblematiche, erette dalla credenza popolare e non solo, di una imminente punizione divina, qui si vedono (anche prescindendo dall'avvento degli "Infedeli") vale a dire il manifestarsi di terremoti, catclismi eletti a storica precognizioni di fatti epocali e soprannaturali), quella "persecuzione" di carattere biblico che era la carestia e infine la quasi "omerica" comparsa, a guisa di dannazione delle "colpe degli uomini", di morbi incomprensibili e invincibili come era la Peste = per la cui spiegazione si ricorreva assai spesso, e con lugubri conseguenze a scapito degli accusati, al coinvolgimento di Untori, famigli e anticipatori -come le streghe-, dell'Anticristo prossimo venturo: famigli e anticipatori -per qualche demoniaco compenso- di quello che correntemente e ad ogni livello era definito il Patto Diabolico].
Non era certo infattibile che il tutto, specie nei paesi dell'Europa meridionale, venisse spesso criticamente recuperato, nel caso di intellettuali controcorrente, entro "Libri dannati di autori maledetti" su cui però ferocemente vigilavano la Santa Inquisizione e l'"Indice dei Libri Proibiti" o che qualche popolare e più estemporanea protesta per la miseria e gli abusi dei ceti dominanti si manifestasse in abbastanza disorganizzate e, facilmente quanto duramente, represse, sommosse (vedi p. 179 in fine) mentre all'opposto nei Paesi del Nord Europa, sulla linea di una lunga tradizione ben recepita anche dal popolo, quanto vantata dai Regnanti e ideologicamente giustificata nell'ottica dei pensatori nordici, la risposta a siffatte contingenze storiche risultasse ben strutturata in una epocale e celebrata tradizione di millenarismo che interagente cogli orgogliosi presupposti nazionalistici del goticismo avrebbe, più organicamente, individuato in questi "catastrofici segnali" la necessità di qualche volontà suprema di cancellare un' Europa rea di non aver seguito il Messaggio Divino e di ricostruirla dalle ceneri e a scapito di Potentati rivelatisi inetti alla bisogna = il significato di fondo di questo millenarismo si sarebbe materializzato -ben si intende- nella realizzazione di una nuova Europa Cristiana esente in nome anche del goticismo dalle colpe e dai fallimenti dei suoi storici ma corrotti ceppi egemonici: una serie di eventi - come visto appena sopra già in parte manifestatisi o in corso d'essere- sarebbe stata il preludio di questo stravolgimento epocale destinato ad amplificarsi e per ultimo caratterizzato da
catastrofi naturali e non di cui qui si parla e per cui sarebbe stata "scomodata" l'Apocalissi con l'avvento dell'Anticristo.
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COME SI LEGGE QUI in ambito non nordico e nemmeno strettamente meridionale quanto da identificare primieramente con le frange cristiane di Stati dell'Europa sud-orientale, a diretto contatto con le devastazioni turchesche (e con le conseguenti rovine ambientali e demiche), questa sensazione di rovina generale, che pur talora non rigettava i più elementari schematismi di un "millenarismo" rozzamente recepito, si sarebbe manifestata ancor più che in estemporanee insurrezioni in un'esasperazione dell'odio etnico -nemmeno esente da esasperazioni esoteriche- nella speranza che i più feroci avrebbero alla fine trionfato = Antonio Bonfini/Bonfinio fu l'umanista italiano che redasse una Storia d' Ungheria e che si occupò di Vampiri o, meglio dello stesso, "Conte Dracula"; in particolare dalla sua opera si recuperano dati sull'avversione inestinguibile e la sete di sangue di Dracul a danno dell' Impero Turco e dei suoi miliziani Giannizzeri sì da esser tramite loro parimenti conosciuto con l'appellativo di "Dracul" Conte Tepez Vlad "L'Impalatore" (ma si evincono altresì pagine dai dati quasi più diplomatici che guerreschi e che dimostrano il coinvolgimento di "Dracul" in un'inimicizia totale e mortale da parte dei Turchi certamente quanto però anche permettono di individuare il comportamento ondivago ed ambiguo di Mattia Corvino d'Ungheria suo Signore che probabilmente, nonostante l'ultima "crociata antiturchesca" cui lo prepose dopo un lungo distacco segnato da persecuzioni, voleva nell'intimo disfarsene): l'orrorifico della figura di "Dracul" o Dracula è stato poi sublimato e reso esoterico da posteriori ingegni letterari ma è certo che la curiosità aprosiana (eccitata anche dai contatti diretti avuti con l'ambiente dalmatico e in particolare con Lesina ove non era raro il timore dei Turchi e la "leggenda" di Dracul) risultava amplificata dai lati indubbiamente esotici quanto esasperati ma coinvolgenti di un personaggio che si era confrontato con gli invasori amplificando contro di loro le stesse loro strategie, con l'esclusione infatti (egli faceva uccidere tutti i nemici turchesci) di far invece come i Turchi più che vittime prigionieri (cosa peraltro comune per ragioni economiche e vender schiavi sia per Turchi che Cristiani).
[A prescindere dalla storia che divenne mito e leggenda orrorifica (e così si amplificarono vari temi tra cui quelli della scoperta a Panama di Streghe Vampiro su cui scrisse un interprete del calibro di Martin Antonio Del Rio) molti furono indotti ad investigare su "Dracul" e contestualmente sul Vampirismo = e proprio quando -relativamente tardi- del fenomeno si andava cercando una qualche spiegazione specie per la presunta manifestazione settecentesca di un'epidemia di Vampirismo dalla Slesia alla Serbia la "vicenda orrifica" si sarebbe vieppiù caricata di valenze politiche già accennate in tempi pregressi che, pur senza coincidere col millenarismo nordico di cui si parla qui di seguito, proponevano implicitamente l'"idea di un totale rinnovamento dell'Europa, dagli Antichi Regimi condatta solo a guerre e disperazione oltre che miseria": e così i pensatori dell'Illuminismo indotti in questo caso dal loro deciso anticlericalismo fecero del Vampiro una sorta di "totem" per rappresentare gli antichi regimi e i ceti egemoni da abbattere, basanti il loro potere su una religione o meglio su una casta di preti conniventi con l'ingiustizia e lo sfruttamento del sangue dei poveri, e di cui parimenti la storia avrebbe chiesto la soppressione o quantomeno un rinnovamento morale]

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NELLO STESSO LUOGO APPENA CITATO L'AVVERSIONE PER L'IMPERO TURCO DI CRISTINA DI SVEZIA SI MANIFESTA ALL'INTERNO DI UN PROGETTO MOLTO PIU' AMBIZIOSO E MENO TERRIFICANTE

Col tempo nel XVII secolo molte cose erano mutate e la postazione antiturchesca della Regina di Svezia verteva su una molteplicità di fattori assolutamente ignoti a Dracul che correvano in particolare sulla scia di quella sopra menzionata tradizione nord-europea che si forticava secondo i presupposti del GOTICISMO E DI INTERPRETAZIONI MILLENARISTICHE vertenti sulle solidissime radici dell' ASTROLOGIA E DELL'INTERPRETAZIONE DELL'INFLUSSO DEGLI ASTRI SUI DESTINI DELL'UMANITA' .
nella convinzione in particolare che
COMETE ED ECLISSI FOSSERO PRESAGI DI CATASTROFI:
NEL PRESUMIBILE AVVERARSI DI UNA APOCALISSI, RESA TERRIFICA DALL'ASSALTO DEI TURCHI ALLA CRISTIANITA'
E DALL'AVVENTO DELL'ANTICRISTO, NON INDIVIDUATO PERO' NEI TURCHI:
MA IN UN POTENTATO CRISTIANO: E TUTTO QUANTO
NELL' AUSPICATO CONTESTO DI UN :
RINNOVAMENTO DELL'EUROPA, CHE FLMENTE INSOTTRATTA AI CINICI E NAZIONALISTICI INTERESSI DEL PASSATO, POTESSE RISORGERE DALLA CATASTROFE,
MA RIGENERATA ED IN UN CERTO MODO GUIDATA DA QUELLE NAZIONI DEL NORD EUROPA IN CUI ELLA SOLTANTO VEDEVA LA FORZA DI CAMBIARE IL MONDO!
Specialmente in gioventù Cristina ne era talmente convinta che fece studiare sotto ogni profilo le supposte interazioni tra cometa e successiva eclissi (anche se non soprattutto sotto la specie delle influenze astrali tra macro e microcosmo nel complesso dello Zodiaco) = era suo auspicio molto politico di presentarsi come
**************PACIFICATRICE D'EUROPA**************
e per questo non mancò di spendere ingenti somme al fine di inviare i suoi maghi e scienziati a studiare i vari aspetti della
COMETA DEL 1653 DA LEI RITENUTA (CON MOLTI ALTRI) SEGNO E PRECOGNIZIONE DI QUESTI EVENTI.
Gli studi effettuato ed il fatto che all'avvento di quella COMETA e alla susseguente ECLISSI DI SOLE sarebbero poi gradualmente ma realmente seguiti eventi catastrofici tra cui la
GRANDE PESTE DEL 1656 (TRA GUERRE, CARESTIE, ED ALTRE SVENTURE EPOCALI)
non deve aver dato però alla Regina -anche in forza dei mutamenti politici europei e soprattutto dei cambiamenti intellettuali che verosimilmente era andata fortificando già prima del suo recente soggiorno romano- la convinzione che tutto fosse dimostrato: anche perché nel fiorire di una nuova scienza l'ASTRONOMIA andavano proliferando nel suo animo -forse indotto a troppe e continue mutazioni di ricerca dalla scienza empirica all'alchimia alla magia alla "Scienza Nuova" (come qui si può vedere nell'Indice)- altre postulazioni, al punto che Cristina, obliate le opzioni politiche, si diede quasi ansiosamente a cercare sempre nuove spiegazioni a questi come ad altri fenomeni (guidata oltre che dall'ambizione di nuove investigazioni e in buona parte rimosse le ambizioni politiche si volse nel dettaglio a tematiche più strettamente esistenziali -e forse DIPENDENTI PIU' DI QUANTO SI CREDA DAL SUO PARTICOLARISSIMO RAPPORTO CON PAPA ALESSANDRO VII- come quella di NON FARSI SOPRAFFARE DA MORTE ED OBLIO).
Non abbandonò comunque affatto
IL LAVORO E LE RICERCHE DI SCIENZIATI DI ANTICA POSTAZIONE NON ESCLUSI CERTO GLI ALCHIMISTI
MA SEMMAI AMPLIFICO' I SUOI ORIZZONTI DI INDAGINE, CERCANDO VIEPPIU' RISPOSTE ANCHE TRA LE POSTULAZIONI DELLA
"SCIENZA NUOVA"
IN UN CONTESTO CULTURALE ENTRO CUI GRAN RUOLO EBBE ANCHE
GIAN DOMENICO CASSINI, IL FUTURO ASTRONOMO DEI RE DI FRANCIA (MA PER NULLA IGNARO DI ASTROLOGIA), PER LE CUI INVESTIGAZIONI CON GRAN SPESE FECE ERIGERE UN ATTREZZATO OSSERVATORIO ASTRONOMICO NEL GIARDINO DELLA SUA REGALE RESIDENZA
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