cultura barocca
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CREDITI 5

Quinto Orazio Flacco (Venosa 65 a.C. – Roma 8 a.C. )
Vita.
La vita di ORAZIO è ricostruibile in maniera sufficientemente facile attraverso la biografia a lui dedicata da Svetonio e l'opera stessa del poeta, che continuamente ha parlato di sé (anche se le sue "confidenze" col lettore mai si aprono a vere "confessioni": in questo "gettare l'esca" alla curiosità del lettore sul conto della propria vita è, secondo I. Lana, uno dei maggiori motivi di fascino delle opere del venosiano, e soprattutto delle "Odi").
Come vedremo, questa stessa vita, così inscindibilmente legata all'attività poetica e culturale, "così scarsa in generale di vistosi eventi esteriori e così piena di intimità, di raccoglimento, di appartata contemplazione e meditazione, di semplicità, di gusto raffinato del bello, riflette pienamente il tono e l'accento vero della poesia oraziana" [Alfonsi].
Origini umili, ma studi eccellenti. Figlio di un liberto, ch’era riuscito a racimolare un piccolo patrimonio col mestiere di "coactor exactionum" (esattore delle pubbliche aste), O. fu portato a studiare proprio dal padre (quello ch’egli stesso definirà "il migliore dei padri", suo maestro di vita e di morale) nelle migliori scuole di grammatica e retorica di Roma (fu allievo, tra gli altri, del severo grammatico Orbilio), andando a perfezionarsi persino ad Atene versi i vent'anni (ma il nostro poeta avrebbe sempre sofferto del complesso d'inferiorità derivatogli dalle sue umili origini).
Il fervore repubblicano e la triste esperienza di reduce sconfitto. Lì O. aderì all'ideologia repubblicana dei giovani patrizi romani che vi studiavano, anche perché suggestionato dai temi delle scuole di retorica: fu coinvolto, così, dalla guerra dei "tirannicidi" Bruto e Cassio, ai cui comandi si arruolò come "tribunus militum", combattendo nella storica battaglia di Filippi (42). Si salvò miracolosamente (come lui stesso racconta, gettò lo scudo e si diede alla fuga: ma si tratta di una reminiscenza archilochea?), e riuscì a tornare a Roma durante un armistizio (41), profittando del condono politico di Ottaviano, ma senza protezioni politiche. Le sostanze lasciategli dal padre erano state inoltre confiscate: così, dopo aver sperimentato anche la povertà, per vivere s’impiegò come contabile nell’amministrazione statale ("scriba quaestorius").
L'incontro con Virgilio e Mecenate. In seguito, frequentò a Napoli la scuola epicurea di Sirone in compagnia di Virgilio. Iniziata l’attività poetica con gli "Epodi" e le "Satire", nel 39 fu presentato proprio da Virgilio a Mecenate, che ben presto lo legò a sé come amico e gli donò (33?) un podere nella Sabina: un'amicizia che non poté non alimentare le invidie e le malelingue dei ricchi romani del tempo.
La svolta cesarista: O. intellettuale "allineato". Il nostro poeta, così, tradendo la sua giovanile fede politica, fini con l'abbracciare, con sempre più convinzione e dedizione, le cause del cesarismo: Augusto gli offrì addirittura un lusinghiero posto di segretario, ma O. declinò l’invito, con molto garbo ma con altrettanta fermezza, assecondando tuttavia il programma del princeps sia sul piano politico sia su quello letterario: fu un intellettuale, dunque, sostanzialmente "allineato", se non addirittura "poeta vate". Nel 17 fu inoltre incaricato di scrivere il "Carmen saeculare" in onore di Apollo e Diana, da cantare appunto durante i "ludi saeculares": occasione, questa, particolarmente solenne, dato che quei ludi in quell'anno sancivano ufficialmente l'inizio della "Pax Augusta". Nel 20, O. iniziò a pubblicare le "Epistole"; nell’8 a.C. scrisse 4 libri di Odi.
La morte. Ma nel sett. dell’8 a.C., Mecenate moriva: O. si sentì perduto, tanto che anche lui di lì a poco si spense, forse a causa di un'emorragia cerebrale. Già da 5 o 6 anni, tuttavia, non componeva o pubblicava quasi più nulla, preferendo un completo "otium" di riflessione e di ricerca puramente speculativa. Fu sepolto proprio accanto alla tomba dell'amico e protettore, "la metà dell’anima sua", com'egli stesso lo definì.
Opere.
Premessa. L'attività poetica di O. si svolge su piani diversi e paralleli, coagulandosi essenzialmente su tre generi: satira esametrica, poesia giambica e poesia lirica. A tal proposito, si usa generalmente distinguere 3 fasi, "in prospettiva con l'evoluzione culturale dell'uomo e con la condizione politica di Roma:
1. la I fase (43-30 a.C. ca) appartiene all'età giovanile del poeta: è il tempo degli "Epòdi" e delle "Satire" più antiche, in cui emerge lo stato di agitazione e di sconforto del poeta, ed irrompe il suo risentimento verso i nemici politici dopo Filippi.
2. la II fase (30-23 ca) coincide praticamente con la composizione delle "Odi", e più esattamente dei primi 3 libri: è il momento in cui vengono a ridimensionarsi la dialettica e la lotta politica, e quasi di conseguenza il poeta, che aveva già cominciato ad usare nelle satire ultime (ossia nella maggior parte di quelle del II libro) un tono più moderato e bonario, si dedica decisamente alla lirica. E' così che egli scopre se stesso, e la sua tecnica si fa soggettiva ed introspettiva; lasciati da parte odii personali e contingenze particolari, eleva il tono universale della sua poesia, tripudiando per il successo di Ottaviano ad Azio, che pone fine alle lacerazioni delle guerre civili;
3. la III fase (23-13 ca), infine, è quella della piena maturità del poeta, emulo, come già Virgilio nell' "Eneide", della composizione di versi paradigmatici per i fasti della sospirata Pace augustea. Appartengono a questo periodo i 2 libri delle "Epistole", il "Carme secolare" e il IV libro delle "Odi". " [libero adattamento da Fiordelisi]
Per una migliore presentazione delle opere, dei loro contenuti e delle loro considerazioni in chiave umana e poetica, preferisco tuttavia procedere per mero ordine cronologico di composizione o di pubblicazione, esponendo le stesse opere in brevi monografie singole. Abbiamo, così:
Epòdi. Gli "Epòdi" (41-30 a.C.) sono 17 componimenti (O. li chiama "iambi"), ordinati metricamente, secondo la consuetudine alessandrina e neoterica. Il nome di "epodon liber", o più brevemente "Epòdi" (come appare nei manoscritti, ma forse solo dal III sec. d.C.), fu loro assegnato dagli antichi evidentemente per il fatto che, nelle strofe distiche dei primi dieci carmi, ad ogni trimetro segue un dimetro giambico detto, appunto, "epodo".
O. emula i giambografi greci, Ipponatte e soprattutto Archiloco (ma ne mutua - in modo peraltro decisamente originale - più che altro i metri e l’ispirazione aggressiva, non già i contenuti), anche se il suo "furor" è, in verità, talvolta alquanto o soltanto letterario. Tuttavia, gli "Epòdi", malgrado una certa ridondanza stilistica, sono fondamentalmente più violenti delle "Satire" (come vedremo), e più amari: il poeta vi deplora le disgrazie della patria e afferma la propria indignazione per alcuni scandali derivati dalle guerre civili (lo "scelus", la "culpa", il delitto originario, che diviene nella sua epoca la colpa di tutta una generazione). Il tutto tradisce, come dire, la matrice e l'ispirazione ancora giovanili di questa poesia.
Ora, quindi, sono appunto le ansie per il pericolo della guerra civile (epòdi VII e XVI); ora invettiva contro un abietto tribuno militare (IV), contro un ringhioso codardo (VI), contro un poetastro (X), contro una vecchia libidinosa (VIII e XII), contro una strega (V e XVII).
Tuttavia, in fondo, anche qui affiora la proverbiale "mitezza" di O.: timidamente in I e IX, indirizzati a Mecenate (il massimo ed unico dedicatario della sua poesia) al tempo di Azio e oscillanti tra ansia e fiduciosa serenità; più decisamente nei rimanenti, e soprattutto nel II, dove malgrado l’ironia finale c’è un forte gusto per la vita agreste; infine, nel XIII compare, forse per la prima volta, un altro tema caratteristico della sua poesia: quello della fugacità della vita.
In questi carmi, sono usati vari metri: strofe giambica, alcmania, archilochea, piziambica.
Satire. Le "Satire", dette dal poeta stesso "Sermones" (ovvero propriamente "conversazioni", e dunque scritte con stile e lingua studiatamente quotidiani), composte in esametri dattilici, sono divise in 2 libri: il I (35-33 a.C.) ne comprende 10, il II (30 a.C.) 8. Difficile ne è la cronologia interna.
Abbandonate le inquietudini e il disadattamento degli "Epòdi", attraverso certo i temi della predicazione filosofica (in specie, quelli della diàtriba cinico-stoica, ma stemperati dal loro rigido moralismo) e la lettura di poeti quali Lucilio (di cui vuol essere versione moderna, ma altresì originale: satire I4 e I10), O. cerca di elaborare in forma piana e discorsiva (si tratta di componimenti misurati, caso mai vivaci, ma come detto non sfoghi moralistici) un suo ideale di misura (il cosiddetto "giusto mezzo", I1 e I2) che lo salvi dalle tensioni interne e non gli precluda il godimento della vita ("autàrkeia" ["bastare a se stessi"] e "metriòtes" ["misura"]).
Il poeta insomma ricerca una morale di autosufficienza e di libertà interiore, valendosi di uno straordinario senso critico e autocritico, oltre che del suo tatto e della sua conoscenza del mondo: il ragionamento si mantiene sempre sul piano psicologico-umano, e la polemica non è tanto contro i vizi in sé, quanto contro la loro vera radice, ovvero l’eccesso: come dire che egli si propone non certo di cambiare la società romana ed il modello etico di riferimento, ma almeno di fornire qualche utile elemento di riflessione per intervenire sulla coscienza dei singoli.
Inoltre, nelle prime "Satire", O. si sforza di dimostrare che la morale epicurea non è in disaccordo con i valori tradizionali di Roma: moderazione, saggezza, rispetto dei costumi, eccetera. Insiste anche sulla semplicità dell’esistenza rurale quale condizione della felicità, parlando, in questo senso, un linguaggio simile a quello di Virgilio e precisamente nello stesso periodo, all’incirca, in cui questi componeva le sue "Georgiche". Affinità vi sono anche col linguaggio di Tibullo. Inoltre, l’amicizia da lui spesso elogiata non è scambio di favori, e ancor meno schiavitù (come spesso avveniva a Roma quando gli amici erano di condizioni ineguali), ma una comunione profondamente spirituale o, anche, ideale.
Appare chiaro, insomma, che i "Sermones" toccano una straordinaria pluralità di temi, che non si lasciano imbrigliare in una sterile didascalia; mi limito, così, a ricordare le satire ritenute dai più le più rappresentative, oltre quelle già accennate. Così, ad es., un'altra satira programmatica è la II1, dove O. risponde alle critiche rivolte a se stesso e al genere satirico. Spunti autobiografici, invece, si riscontrano nelle satire: I4 (sul padre adorato); I6 (sulla presentazione a Mecenate); I5 (sull'avventuroso viaggio a Brindisi al seguito di Ottaviano); II6 (in cui esprime la gioia per la villa donatagli). Satire più propriamente etico-filosofiche sono invece: I2 (sull’adulterio; vigorosa); II3 (sulla pazzia degli uomini, eccetto il filosofo; briosa); II6 (vi si trova l’apologo del topos campagnolo e del topos urbano, con cui il poeta esprime simbolicamente l'angoscia che prova in città ed il desiderio di rifugiarsi nella tranquillità della campagna).
"Dunque, le satire di O. non sono un'astrazione teorica, ma una proiezione della realtà, sia rispetto alla vitae ratio seguita dal poeta, sia rispetto alle sue dottrine letterarie, sia infine come quadro d'ambiente, che ci riporta al "Satyricon" di Petronio e agli "Epigrammi" di Marziale: hanno un valore di trasmissione culturale dei vizi sociali" [Fiordelisi].
Odi. Le "Odi" (titolo secondo i grammatici, "Carmina" per O.) constano in tutto di 4 libri: i primi 3 (88 odi), dedicati a Mecenate, furono pubblicati nel 23 a.C., il IV (15 odi: quindi, in tutto 103 odi) nel 14-13 a.C.. O. aggiunse il IV libro dopo molti anni, su richiesta di Augusto, per celebrare la vittoria di Druso e Tiberio su Reti e Vindelici.
Il criterio d’organizzazione del libro sembra essere quello della "variatio": sia dal punto di vista metrico-formale (ben 13 sono i metri usati, dall'alcaico al saffico all'asclepiadeo), sia per tono e contenuti (alternanza di temi politici e temi privati, di stile alto e stile leggero).
L’ispirazione oraziana qui si modifica e purifica in composizioni raffinatissime, chiuse nel giro di strofe perfette (il modello è nei poeti classici greci: Alceo, Saffo, ma anche Anacreonte, Bacchilide, Pindaro…): in questo senso, potremmo dire che le "Odi" si caratterizzano come un riuscito tentativo di trasferire a Roma i ritmi della poesia eolica e rappresentano, per molti versi, l'opera più matura del nostro poeta. Del resto, lo stesso O. altrove aveva precisato la distinzione, all'interno della sua produzione, tra poesia giambica e poesia lirica (una distinzione che evidentemente trascendeva il canone meramente metrico-formale), attribuendo proprio a quest'ultima il merito della sua gloria di poeta.
Lo stile diventa così esteriormente asciutto, la forma è rigorosa, quasi fredda; il tutto, insomma, caratterizzato da un lato dalla sapienza tecnica (la declamata "callida iunctura", cioè l’accorta disposizione delle parole e l’accurata articolazione del periodo) e dall’altro dal controllo di impressioni e sentimenti: O. si presenta come discepolo dei "poeti nuovi", alla ricerca anch’egli della perfezione formale e delle soddisfazioni derivanti dal superamento delle difficoltà.
Se O. nei "Sermones" era apparso, così, poeta e narratore, nelle "Odi" si rivela nelle vesti di un sublime "moralista": non perché vada (neanche qui) predicando una morale, ma perché eccelle nel cogliere e nell’esprimere in un ritmo, in un accostamento di parole, nella suggestione di un’immagine, un’ "esperienza" privilegiata che illumina l’anima e la rivela a se stessa.
La causticità polemica è allora qui abbandonata come giovanile intemperanza (I16): è invece insistente l’idea della "misura" ("aurea mediocritas", II10). Essa assume una dimensione nuova: da una parte viene ancorata saldamente al concetto di felicità con motivi tradizionali e stilizzazioni (modestia, parsimonia, campagna contro città, etc…: ad es., I18, II2-3-15-18, III1 e 16), ma con l’aggiunta del motivo - riflesso certamente autobiografico - della felicità di chi, oltre che saggio, è anche poeta (II16, III14…); dall’altra, sul piano della meditazione, è associata all’idea della morte, che tutto rilivella (II3 e 8, III1 e 24). Il senso della fugacità della vita acquista qui massimo rilievo e ispira tra le "odi" più celebrate: I11 (v’è il famoso motivo del "carpe diem"), I24 (in morte del poeta Q. Varo), I28 (sulla tomba del pitagoreo Archita), II14 (a Postumo), ecc…
Attinto alle correnti filosofiche dell’epoca (in special modo, l’epicureismo), ma filtrato dalla sensibilità dei lirici greci (ad es., Mimnermo), tale senso di fugacità aleggia come malinconia leggera su questa poesia, che è pure sostanzialmente limpida e serena. Di nuovo, dappertutto traspare la bonaria umanità, che si esprime soprattutto in un trepido senso dell’amicizia, nel gusto della compagnia (le cosiddette "odi conviviali"), nel controllo stesso delle passioni nelle non poche odi dedicate a donne i cui modi (Lidia, Làlaga, Cloe, Mirtale…) celano quasi certamente persone (e forse financo vicende) reali (O. aveva già manifestato a Mecenate la necessità di una poesia che cantasse l'amore: chiede infatti proprio all'amico di porlo tra i poeti lirici [I 35]).
I temi maggiori delle odi.
Come già risulta evidente, all'estrema varietà metrica e ritmica di quest'opera si associa un altrettanto straordinaria e variegata sequela di motivi filosofici, personali, amorosi, conviviali, storico-politici ed ideologici, tuttavia trattati in un'espressione sempre molto misurata della propria interiorità di poeta: O. trova, insomma, in quest'opera la sua più alta e completa espressione, con ampiezza di toni e ricchezza di sfumature. E' possibile, tuttavia, estrapolare alcuni temi che sono rimasti particolarmente e giustamente celebri per la profondità del loro insegnamento e per la partecipazione e la chiarezza con cui sono comunicati. Ad es., una delle intuizioni fondamentali dell’epicureismo era il valore proprio di ogni istante: O. se ne impadronisce e ne fa uno dei cardini privilegiati del suo lirismo. Il "carpe diem", nel quale si è pensato di poter riassumere questa sua "saggezza" (immiserendola, in questo modo, in una formula angusta e anche un po’ volgare), è innanzitutto il nucleo di una poetica: non è tanto la ricerca, cioè, fine a se stessa, del piacere, ma il tentativo di scoprirlo nel puro e semplice fatto di vivere. In questa prospettiva, O. canta l' "otium", che è anche e soprattutto quiete dell’intelletto e dell’anima, libertà interiore: il "carmen" prolunga la strada imboccata col "sermo", trasfigurando ciò ch’era stato consiglio obiettivo in scoperta dell’anima. Il pensiero stesso della morte, anziché rivelarsi amaro, dà tutto il suo valore alla rinnovata presenza della vita.
Forse anche il vistoso apparato mitologico presente nelle "odi" va inteso, al di là del richiamo alessandrino o degli agganci alla religione della Roma augustea, come un elemento di voluta fissità, oltre che di pindarica sublimazione della poesia; epicureo, O. non crede davvero all’intervento degli dèi nel mondo: egli ne fa un gioco, allargando la sua sensibilità di poeta alla creazione tutta intera, senza voler scoprire in essa il segno di una trascendenza divina. Ma, in fondo, non è un problema che lo interessi molto. Egli onora le divinità campestri della sua tenuta come presenze familiari che prolungano il suo personale universo interiore, non per manifestare ad esse la propria "adorazione".
Quasi sicuramente, infine, nessun latino ha avuto più di O. la coscienza di essere poeta, di essere cioè in grado di donare l'immortalità con i propri versi: non per nulla, accettò di divenire uno dei vati ufficiali del regime di Augusto: ne fa fede l’importante filone etico-politico che riscontriamo nelle "Odi" (ovvero i 6 componimenti - detti "odi romane", appunto - con cui si apre il III libro, e che vanno dall'iniziale esaltazione delle antiche "virtutes" e della religiosità degli avi alla scansione poetica dei momenti o eventi del mito e della storia di particolare importanza: ma accenni politici attraversano in verità l'opera nella sua interezza), nonché il successivo "carmen saeculare".
Carmen Saeculare.
Come già ricordato, Augusto nel 17 a.C. indìce i "ludi Saeculares", nel momento più adatto, scelto con grande abilità, per celebrare i ludi, testimonianza di un'epoca di guerre e di lotte civili che si chiude e di un'era di pace che si apre.
Morto Virgilio nel 19, nessun altro poeta poteva ricevere l'incarico di comporre l'inno per i ludi, perché nessuno più di O. aveva dimostrato, specialmente con le odi romane, di saper interpretare l'essenza della grandezza di Roma. O. accettò l'incarico, che significava per lui riconoscimento del suo ruolo di poeta nazionale e, più ancora, consacrazione della sua attività lirica, che appunto dalla composizione del "Carmen saeculare" trasse nuova linfa e riprese sostanza.
Così, il poeta affida al canto di due cori di giovani, l’uno maschile e l’altro femminile, il compito di invocare la protezione degli dèi su Roma.
Il "Carmen" presenta, ovviamente, i difetti propri delle composizioni eseguite su commissione, ma, se non è sorretto da altissima ispirazione, è tuttavia opera di altissima dignità artistica e, soprattutto, di profonda sincerità. Inoltre, in tutti quei luoghi in cui il poeta può liberarsi dagli obblighi impostigli dalle circostanze o dalla liturgia e dispiegare liberamente la sua fantasia, egli raggiunge "l'intensità poetica delle sue liriche più felici, interpretando con severità e serietà il mito storico di Roma e di Ilio, ma soprattutto esprimendo un ideale quasi ieratico di potenza e di predominio" [Turolla].
Epistole.
Le "Epistole" sono in esametri e si compongono di 2 libri: il I (di 20 componimenti) dedicato a Mecenate, uscì nel 20 a.C.; delle 2 epistole del II libro, quella ad Augusto è del 14 o 13, quella a Floro è del 18 ca.
L’epistola in esametri è probabilmente una sperimentazione originale: O. non si richiama, del resto, ad un inventore del genere. Con essa (di cui si discute il carattere "reale" o semplicemente "letterario"), il poeta cerca un dialogo più intimo e raccolto con sé stesso: c’è un bisogno di calma e di tolleranza, in cui si annida tanta esperienza umana, interiorizzata in una sorta di ascesi laica (e il tutto presuppone lo spostamento verso una periferia agreste, che risuona di memorie filosofiche: quasi un "angulus", insomma, di meritato "otium"): è il frutto della migliore lezione del suo epicureismo (non vi è dunque "svolta" in senso stoico, come taluno ha voluto supporre).
Le lettere, così, sono dirette ad una pluralità di personaggi, umili e potenti, giovani ed adulti, che rappresentano tutto il mondo relazionale ed affettivo del poeta; esse forniscono uno spaccato del suo mondo interiore, un punto di sintesi delle sue riflessioni sulla vita, sugli uomini, sulla filosofia; esprimono, insomma, la voce più matura di O., che vive con bonario distacco le vicende dell'esistenza e che attribuisce ai fragori ed alle inquietudini del vivere un valore ormai relativo: l'ammonimento a conseguire la saggezza, unico rimedio ai mali che affliggono l'uomo, è - sotto questo aspetto - il vero e genuino elemento che percorre tutta la raccolta.
Ars poetica.
Infine, al II libro è aggiunta l’epistola ai Pisoni, nota come "Ars poetica" (17 o 13 a.C.) in base alla definizione di Quintiliano, in 475 esametri (ma sin dall'antichità, essa andò separata dalle altre epistole, per la sua natura particolare e anche perché, data la sua lunghezza, costituiva un volumetto a parte): vedine qui il
testo latino integrale.
Ricca di riferimenti a Neottolemo di Pario e ancor più ad Aristotele, l' "Ars" è impostata sul problema dell’unità dell’opera d’arte e del rapporto tra contenuto e forma, esaminato prendendo come principale punto di riferimento il dramma.
Molto si è discusso, e si continua a discutere, se considerare quest'opera un vero e proprio trattato sull'arte poetica oppure semplicemente un insieme di riflessioni senza un progetto unitario (il tono è quello di una conversazione dotta, ma altresì amabile e confidenziale): comunque, sostanzialmente, essa è composta di due ben definiti nuclei concettuali, che trattano questioni relative all'arte del poetare ed alla figura del poeta.
Riguardo il primo punto, due tesi, in particolare, sono rimaste celebri: la necessità di fondere la spontaneità e l'immediatezza dell’ispirazione con lo studio metodico e il paziente lavoro di lima; e il noto principio dell’ "utile dulci", della fusione cioè, diremmo oggi, fra utile e dilettevole.
Riguardo, invece, la seconda questione (l' "artifex" della poesia), O. insiste molto sulla conquista della "sapientia": per lui, innanzitutto, il poeta - come uomo - deve raggiungere un alto grado di consapevolezza e di conoscenza, erudita e soprattutto interiore; è questo, infatti, essenzialmente, il presupposto l'inizio e la fonte dello scrivere bene. A ben vedere, una sorta di testamento umano e letterario che il nostro poeta ha lasciato ai posteri.
Conclusione.
Infine, questa breve ma icastica considerazione mutuata da I. Lana, che - volendo - compendia tutto quanto detto finora: "nella dotta Atene O. poco più che adolescente cercava di apprendere cosa fosse il vero ed il bene; nella quiete sabina degli ultimi suoi anni cercava ancora che cosa fossero il vero e il bene; questi, l'aspirazione di tutta la sua vita, e la sua poesia, la traccia lasciata da un'anima sorridente sì, ma inquieta".
ARS POETICA
Humano capiti ceruicem pictor equinam
iungere si uelit et uarias inducere plumas
undique collatis membris, ut turpiter atrum
desinat in piscem mulier formosa superne,
spectatum admissi, risum teneatis, amici?
Credite, Pisones, isti tabulae fore librum
persimilem, cuius, uelut aegri somnia, uanae
fingentur species, ut nec pes nec caput uni
reddatur formae. "Pictoribus atque poetis
quidlibet audendi semper fuit aequa potestas."
Scimus, et hanc ueniam petimusque damusque uicissim,
sed non ut placidis coeant immitia, non ut
serpentes auibus geminentur, tigribus agni.
Inceptis grauibus plerumque et magna professis
purpureus, late qui splendeat, unus et alter
adsuitur pannus, cum lucus et ara Dianae
et properantis aquae per amoenos ambitus agros
aut flumen Rhenum aut pluuius describitur arcus;
sed nunc non erat his locus. Et fortasse cupressum
scis simulare; quid hoc, si fractis enatat exspes
nauibus, aere dato qui pingitur? Amphora coepit
institui; currente rota cur urceus exit?
Denique sit quod uis, simplex dumtaxat et unum.
Maxima pars uatum, pater et iuuenes patre digni,
decipimur specie recti. Breuis esse laboro,
obscurus fio; sectantem leuia nerui
deficiunt animique; professus grandia turget;
serpit humi tutus nimium timidusque procellae;
qui uariare cupit rem prodigialiter unam,
delphinum siluis adpingit, fluctibus aprum.
In uitium ducit culpae fuga, si caret arte.
Aemilium circa ludum faber imus et unguis
exprimet et mollis imitabitur aere capillos,
infelix operis summa, quia ponere totum
nesciet. Hunc ego me, siquid componere curem,
non magis esse uelim quam naso uiuere prauo
spectandum nigris oculis nigroque capillo.
Sumite materiam uestris, qui scribitis, aequam
uiribus et uersate diu quid ferre recusent,
quid ualeant umeri. Cui lecta potenter erit res,
nec facundia deseret hunc, nec lucidus ordo.
Ordinis haec uirtus erit et uenus, aut ego fallor,
ut iam nunc dicat iam nunc debentia dici,
pleraque differat et praesens in tempus omittat,
hoc amet, hoc spernat promissi carminis auctor.
In uerbis etiam tenuis cautusque serendis
dixeris egregie, notum si callida uerbum
reddiderit iunctura nouum. Si forte necesse est
indiciis monstrare recentibus abdita rerum, et
fingere cinctutis non exaudita Cethegis
continget dabiturque licentia sumpta pudenter,
et noua fictaque nuper habebunt uerba fidem, si
Graeco fonte cadent parce detorta. Quid autem
Caecilio Plautoque dabit Romanus, ademptum
Vergilio Varioque? Ego cur, adquirere pauca
si possum, inuideor, cum lingua Catonis et Enni
sermonem patrium ditauerit et noua rerum
nomina protulerit? Licuit semperque licebit
signatum praesente nota producere nomen.
Vt siluae foliis pronos mutantur in annos,
prima cadunt, ita uerborum uetus interit aetas,
et iuuenum ritu florent modo nata uigentque.
Debemur morti nos nostraque. Siue receptus
terra Neptunus classes Aquilonibus arcet,
regis opus, sterilisue diu palus aptaque remis
uicinas urbes alit et graue sentit aratrum,
seu cursum mutauit iniquom frugibus amnis,
doctus iter melius, mortalia facta peribunt,
nedum sermonem stet honos et gratia uiuax.
Multa renascentur quae iam cecidere, cadentque
quae nunc sunt in honore uocabula, si uolet usus,
quem penes arbitrium est et ius et norma loquendi.
Res gestae regumque ducumque et tristia bella
quo scribi possent numero, monstrauit Homerus.
Versibus impariter iunctis querimonia primum,
post etiam inclusa est uoti sententia compos;
quis tamen exiguos elegos emiserit auctor,
grammatici certant et adhuc sub iudice lis est.
Archilochum proprio rabies armauit iambo;
hunc socci cepere pedem grandesque coturni,
alternis aptum sermonibus et popularis
uincentem strepitus et natum rebus agendis.
Musa dedit fidibus diuos puerosque deorum
et pugilem uictorem et equom certamine primum
et iuuenum curas et libera uina referre.
Discriptas seruare uices operumque colores
cur ego, si nequeo ignoroque, poeta salutor?
Cur nescire pudens praue quam discere malo?
Versibus exponi tragicis res comica non uult;
indignatur item priuatis ac prope socco
dignis carminibus narrari cena Thyestae.
Singula quaeque locum teneant sortita decentem.
Interdum tamen et uocem comoedia tollit,
iratusque Chremes tumido delitigat ore;
et tragicus plerumque dolet sermone pedestri
Telephus et Peleus, cum pauper et exul uterque
proicit ampullas et sesquipedalia uerba,
, si curat cor spectantis tetigisse querella.
Non satis est pulchra esse poemata; dulcia sunto
et, quocumque uolent, animum auditoris agunto.
Vt ridentibus adrident, ita flentibus adsunt
humani uoltus; si uis me flere, dolendum est
primum ipsi tibi; tum tua me infortunia laedent,
Telephe uel Peleu; male si mandata loqueris,
aut dormitabo aut ridebo. Tristia maestum
uoltum uerba decent, iratum plena minarum,
ludentem lasciua, seuerum seria dictu.
Format enim natura prius non intus ad omnem
fortunarum habitum; iuuat aut impellit ad iram,
aut ad humum maerore graui deducit et angit;
post effert animi motus interprete lingua.
Si dicentis erunt fortunis absona dicta,
Romani tollent equites peditesque cachinnum.
Intererit multum, diuosne loquatur an heros,
maturusne senex an adhuc florente iuuenta
feruidus, et matrona potens an sedula nutrix,
mercatorne uagus cultorne uirentis agelli,
Colchus an Assyrius, Thebis nutritus an Argis.
Aut famam sequere aut sibi conuenientia finge
scriptor. Honoratum si forte reponis Achillem,
impiger, iracundus, inexorabilis, acer
iura neget sibi nata, nihil non arroget armis.
Sit Medea ferox inuictaque, flebilis Ino,
perfidus Ixion, Io uaga, tristis Orestes.
Siquid inexpertum scaenae committis et audes
personam formare nouam, seruetur ad imum
qualis ab incepto processerit et sibi constet.
Difficile est proprie communia dicere, tuque
rectius Iliacum carmen deducis in actus
quam si proferres ignota indictaque primus.
Publica materies priuati iuris erit, si
non circa uilem patulumque moraberis orbem,
nec uerbo uerbum curabis reddere fidus
interpres nec desilies imitator in artum,
unde pedem proferre pudor uetet aut operis lex.
Nec sic incipies, ut scriptor cyclicus olim:
"Fortunam Priami cantabo et nobile bellum".
Quid dignum tanto feret hic promissor hiatu?
Parturient montes, nascetur ridiculus mus.
Quanto rectius hic, qui nil molitur inepte:
"Dic mihi, Musa, uirum, captae post tempora Troiae
qui mores hominum multorum uidit et urbes".
Non fumum ex fulgore, sed ex fumo dare lucem
cogitat, ut speciosa dehinc miracula promat,
Antiphaten Scyllamque et cum Cyclope Charybdim.
Nec reditum Diomedis ab interitu Meleagri,
nec gemino bellum Troianum orditur ab ouo;
semper ad euentum festinat et in medias res
non secus ac notas auditorem rapit, et quae
desperat tractata nitescere posse relinquit,
atque ita mentitur, sic ueris falsa remiscet,
primo ne medium, medio ne discrepet imum.
Tu quid ego et populus mecum desideret audi,
si plosoris eges aulaea manentis et usque
sessuri donec cantor. "Vos plaudite" dicat.
Aetatis cuiusque notandi sunt tibi mores,
mobilibusque decor naturis dandus et annis.
Reddere qui uoces iam scit puer et pede certo
signat humum, gestit paribus conludere et iram
colligit ac ponit temere et mutatur in horas.
inberbus iuuenis tandem custode remoto
gaudet equis canibusque et aprici gramine Campi,
cereus in uitium flecti, monitoribus asper,
utilium tardus prouisor, prodigus aeris,
sublimis cupidusque et amata relinquere pernix.
Conuersis studiis aetas animusque uirilis
quaerit opes et amicitias, inseruit honori,
commisisse cauet quod mox mutare laboret.
Multa senem circumueniunt incommoda, uel quod
quaerit et inuentis miser abstinet ac timet uti,
uel quod res omnis timide gelideque ministrat,
dilator, spe longus, iners auidusque futuri,
difficilis, querulus, laudator temporis acti
se puero, castigator censorque minorum.
Multa ferunt anni uenientes commoda secum,
multa recedentes adimunt. Ne forte seniles
mandentur iuueni partes pueroque uiriles;
semper in adiunctis aeuoque morabitur aptis.
Aut agitur res in scaenis aut acta refertur.
Segnius inritant animos demissa per aurem
quam quae sunt oculis subiecta fidelibus et quae
ipse sibi tradit spectator; non tamen intus
digna geri promes in scaenam multaque tolles
ex oculis, quae mox narret facundia praesens.
Ne pueros coram populo Medea trucidet,
aut humana palam coquat exta nefarius Atreus,
aut in auem Procne uertatur, Cadmus in anguem.
Quodcumque ostendis mihi sic, incredulus odi.
Neue minor neu sit quinto productior actu
fabula, quae posci uolt et spectanda reponi;
nec deus intersit, nisi dignus uindice nodus
inciderit; nec quarta loqui persona laboret.
Actoris partis chorus officiumque uirile
defendat, neu quid medios intercinat actus,
quod non proposito conducat et haereat apte.
Ille bonis faueatque et consilietur amice
et regat iratos et amet peccare timentis;
ille dapes laudet mensae breuis, ille salubrem
iustitiam legesque et apertis otia portis;
ille tegat commissa deosque precetur et oret,
ut redeat miseris, abeat Fortuna superbis.
Tibia non, ut nunc, orichalco uincta tubaeque
aemula, sed tenuis simplexque foramine pauco
adspirare et adesse choris erat utilis atque
nondum spissa nimis complere sedilia flatu,
quo sane populus numerabilis, utpote paruos,
et frugi castusque uerecundusque coibat.
Postquam coepit agros extendere uictor et urbes
latior amplecti murus uinoque diurno
placari Genius festis impune diebus,
accessit numerisque modisque licentia maior.
Indoctus quid enim saperet liberque laborum
rusticus urbano confusus, turpis honesto?
Sic priscae motumque et luxuriem addidit arti
tibicen traxitque uagus per pulpita uestem;
sic etiam fidibus uoces creuere seueris
et tulit eloquium insolitum facundia praeceps,
utiliumque sagax rerum et diuina futuri
sortilegis non discrepuit sententia Delphis.
Carmine qui tragico uilem certauit ob hircum,
mox etiam agrestis Satyros nudauit et asper
incolumi grauitate iocum temptauit eo quod
inlecebris erat et grata nouitate morandus
spectator functusque sacris et potus et exlex.
Verum ita risores, ita commendare dicacis
conueniet Satyros, ita uertere seria ludo,
ne quicumque deus, quicumque adhibebitur heros,
regali conspectus in auro nuper et ostro,
migret in obscuras humili sermone tabernas,
aut, dum uitat humum, nubes et inania captet.
Effutire leuis indigna tragoedia uersus,
ut festis matrona moueri iussa diebus,
intererit Satyris paulum pudibunda proteruis.
Non ego inornata et dominantia nomina solum
uerbaque, Pisones, Satyrorum scriptor amabo,
nec sic enitar tragico diferre colori
ut nihil intersit Dauusne loquatur et audax
Pythias, emuncto lucrata Simone talentum,
an custos famulusque dei Silenus alumni.
Ex noto fictum carmen sequar, ut sibi quiuis
speret idem, sudet multum frustraque laboret
ausus idem; tantum series iuncturaque pollet,
tantum de medio sumptis accedit honoris.
Siluis deducti caueant me iudice Fauni
ne, uelut innati triuiis ac paene forenses,
aut nimium teneris iuuenentur uersibus unquam
aut inmunda crepent ignominiosaque dicta;
offenduntur enim quibus est equos et pater et res,
nec, siquid fricti ciceris probat et nucis emptor,
aequis accipiunt animis donantue corona.
Syllaba longa breui subiecta uocatur iambus,
pes citus; unde etiam trimetris adcrescere iussit
nomen iambeis, cum senos redderet ictus,
primus ad extremum similis sibi; non ita pridem,
tardior ut paulo grauiorque ueniret ad auris,
spondeos stabilis in iura paterna recepit
commodus et patiens, non ut de sede secunda
cederet aut quarta socialiter. Hic et in Acci
nobilibus trimetris adparet rarus, et Enni
in scaenam missos cum magno pondere uersus
aut operae celeris nimium curaque carentis
aut ignoratae premit artis crimine turpi.
Non quiuis uidet inmodulata poemata iudex,
et data Romanis uenia est indigna poetis.
Idcircone uager scribamque licenter? An omnis
uisuros peccata putem mea, tutus et intra
spem ueniae cautus? Vitaui denique culpam,
non laudem merui. Vos exemplaria Graeca
nocturna uersate manu, uersate diurna.
At uestri proaui Plautinos et numeros et
laudauere sales, nimium patienter utrumque,
ne dicam stulte, mirati, si modo ego et uos
scimus inurbanum lepido seponere dicto
legitimumque sonum digitis callemus et aure.
Ignotum tragicae genus inuenisse Camenae
dicitur et plaustris uexisse poemata Thespis
quae canerent agerentque peruncti faecibus ora.
Post hunc personae pallaeque repertor honestae
Aeschylus et modicis instrauit pulpita tignis
et docuit magnumque loqui nitique coturno.
Successit uetus his comoedia, non sine multa
laude; sed in uitium libertas excidit et uim
dignam lege regi; lex est accepta chorusque
turpiter obticuit sublato iure nocendi.
Nil intemptatum nostri liquere poetae,
nec minimum meruere decus uestigia Graeca
ausi deserere et celebrare domestica facta,
uel qui praetextas uel qui docuere togatas.
Nec uirtute foret clarisue potentius armis
quam lingua Latium, si non offenderet unum
quemque poetarum limae labor et mora. Vos, o
Pompilius sanguis, carmen reprehendite quod non
multa dies et multa litura coercuit atque
praesectum deciens non castigauit ad unguem.
Ingenium misera quia fortunatius arte
credit et excludit sanos Helicone poetas
Democritus, bona pars non unguis ponere curat,
non barbam, secreta petit loca, balnea uitat;
nanciscetur enim pretium nomenque poetae,
si tribus Anticyris caput insanabile nunquam
tonsori Licino commiserit. O ego laeuus
qui purgor bilem sub uerni temporis horam!
Non alius faceret meliora poemata; uerum
nil tanti est. Ergo fungar uice cotis, acutum
reddere quae ferrum ualet exsors ipsa secandi;
munus et officium, nil scribens ipse, docebo,
unde parentur opes, quid alat formetque poetam,
quid deceat, quid non, quo uirtus, quo ferat error.
Scribendi recte sapere est et principium et fons.
Rem tibi Socraticae poterunt ostendere chartae,
uerbaque prouisam rem non inuita sequentur.
Qui didicit, patriae quid debeat et quid amicis,
quo sit amore parens, quo frater amandus et hospes,
quod sit conscripti, quod iudicis officium, quae
partes in bellum missi ducis, ille profecto
reddere personae scit conuenientia cuique.
Respicere exemplar uitae morumque iubebo
doctum imitatorem et uiuas hinc ducere uoces.
Interdum speciosa locis morataque recte
fabula nullius ueneris, sine pondere et arte,
ualdius oblectat populum meliusque moratur
quam uersus inopes rerum nugaeque canorae.
Grais ingenium, Grais dedit ore rotundo
Musa loqui, praeter laudem nullius auaris;
Romani pueri longis rationibus assem
discunt in partis centum diducere. "Dicat
filius Albini: si de quincunce remota est
uncia, quid superat?. . . Poteras dixisse. -- Triens. -- Eu!
Rem poteris seruare tuam. Redit uncia, quid fit? "
Semis". An, haec animos aerugo et cura peculi
cum semel imbuerit, speramus carmina fingi
posse linenda cedro et leui seruanda cupresso?
Aut prodesse uolunt aut delectare poetae
aut simul et iucunda et idonea dicere uitae.
Quicquid praecipies, esto breuis, ut cito dicta
percipiant animi dociles teneantque fideles.
Omne superuacuum pleno de pectore manat.
Ficta uoluptatis causa sint proxima ueris,
ne quodcumque uolet poscat sibi fabula credi,
neu pransae Lamiae uiuum puerum extrahat aluo.
Centuriae seniorum agitant expertia frugis,
celsi praetereunt austera poemata Ramnes.
Omne tulit punctum qui miscuit utile dulci,
lectorem delectando pariterque monendo;
hic meret aera liber Sosiis, hic et mare transit
et longum noto scriptori prorogat aeuum.
Sunt delicta tamen quibus ignouisse uelimus;
nam neque chorda sonum reddit quem uolt manus et mens,
poscentique grauem persaepe remittit acutum,
nec semper feriet quodcumque minabitur arcus.
Verum ubi plura nitent in carmine, non ego paucis
offendar maculis, quas aut incuria fudit,
aut humana parum cauit natura. Quid ergo est?
Vt scriptor si peccat idem librarius usque,
quamuis est monitus, uenia caret, et Citharoedus
ridetur, chorda qui semper oberrat eadem,
sic mihi, qui multum cessat, fit Choerilus ille,
quem bis terque bonum cum risu miror; et idem
indignor quandoque bonus dormitat Homerus;
uerum operi longo fas est obrepere somnum.
Vt pictura poesis; erit quae, si propius stes,
te capiat magis, et quaedam, si longius abstes;
haec amat obscurum, uolet haec sub luce uideri,
iudicis argutum quae non formidat acumen;
haec placuit semel, haec deciens repetita placebit.
O maior iuuenum, quamuis et uoce paterna
fingeris ad rectum et per te sapis, hoc tibi dictum
tolle memor, certis medium et tolerabile rebus
recte concedi; consultus iuris et actor
causarum mediocris abest uirtute diserti
Messallae nec scit quantum Cascellius Aulus,
sed tamen in pretio est; mediocribus esse poetis
non homines, non di, non concessere columnae.
Vt gratas inter mensas symphonia discors
et crassum unguentum et Sardo cum melle papauer
offendunt, poterat duci quia cena sine istis,
sic animis natum inuentumque poema iuuandis,
si paulum summo decessit, uergit ad imum.
Ludere qui nescit, campestribus abstinet armis,
indoctusque pilae disciue trochiue quiescit,
ne spissae risum tollant impune coronae;
qui nescit, uersus tamen audet fingere. Quidni?
Liber et ingenuus, praesertim census equestrem
summam nummorum uitioque remotus ab omni.
Tu nihil inuita dices faciesue Minerua;
id tibi iudicium est, ea mens. Siquid tamen olim
scripseris, in Maeci descendat iudicis auris
et patris et nostras, nonumque prematur in annum
membranis intus positis; delere licebit
quod non edideris; nescit uox missa reuerti.
Siluestris homines sacer interpresque deorum
caedibus et uictu foedo deterruit Orpheus,
dictus ob hoc lenire tigris rabidosque leones;
dictus et Amphion, Thebanae conditor urbis,
saxa mouere sono testudinis et prece blanda
ducere quo uellet. Fuit haec sapientia quondam,
publica priuatis secernere, sacra profanis,
concubitu prohibere uago, dare iura maritis,
oppida moliri, leges incidere ligno.
Sic honor et nomen diuinis uatibus atque
carminibus uenit. Post hos insignis Homerus
Tyrtaeusque mares animos in Martia bella
uersibus exacuit, dictae per carmina sortes,
et uitae monstrata uia est et gratia regum
Pieriis temptata modis ludusque repertus
et longorum operum finis: ne forte pudori
sit tibi Musa lyrae sollers et cantor Apollo.
Natura fieret laudabile carmen an arte,
quaesitum est; ego nec studium sine diuite uena
nec rude quid prosit uideo ingenium; alterius sic
altera poscit opem res et coniurat amice.
Qui studet optatam cursu contingere metam,
multa tulit fecitque puer, sudauit et alsit,
abstinuit uenere et uino; qui Pythia cantat
tibicen, didicit prius extimuitque magistrum.
Nunc satis est dixisse: "Ego mira poemata pango;
occupet extremum scabies; mihi turpe relinqui est
et, quod non didici, sane nescire fateri."
Vt praeco, ad merces turbam qui cogit emendas,
adsentatores iubet ad lucrum ire poeta
diues agris, diues positis in fenore nummis.
Si uero est unctum qui recte ponere possit
et spondere leui pro paupere et eripere atris
litibus implicitum, mirabor si sciet inter
noscere mendacem uerumque beatus amicum.
Tu seu donaris seu quid donare uoles cui,
nolito ad uersus tibi factos ducere plenum
laetitiae; clamabit enim: "Pulchre, bene, recte",
pallescet super his, etiam stillabit amicis
ex oculis rorem, saliet, tundet pede terram.
Vt qui conducti plorant in funere dicunt
et faciunt prope plura dolentibus ex animo, sic
derisor uero plus laudatore mouetur.
Reges dicuntur multis urgere culillis
et torquere mero, quem perspexisse laborent
an sit amicitia dignus; si carmina condes,
numquam te fallent animi sub uolpe latentes.
Quintilio siquid recitares: "Corrige, sodes,
hoc" aiebat "et hoc"; melius te posse negares,
bis terque expertum frustra; delere iubebat
et male tornatos incudi reddere uersus.
Si defendere delictum quam uertere malles,
nullum ultra uerbum aut operam insumebat inanem,
quin sine riuali teque et tua solus amares.
Vir bonus et prudens uersus reprehendet inertis,
culpabit duros, incomptis adlinet atrum
transuorso calamo signum, ambitiosa recidet
ornamenta, parum claris lucem dare coget,
arguet ambigue dictum, mutanda notabit,
fiet Aristarchus, nec dicet: "Cur ego amicum
offendam in nugis?" Hae nugae seria ducent
in mala derisum semel exceptumque sinistre.
Vt mala quem scabies aut morbus regius urget
aut fanaticus error et iracunda Diana,
uesanum tetigisse timent fugiuntque poetam,
qui sapiunt; agitant pueri incautique sequuntur.
Hic dum sublimis uersus ructatur et errat,
si ueluti merulis intentus decidit auceps
in puteum foueamue, licet "succurrite" longum
clamet "io ciues", non sit qui tollere curet.
Si curet quis opem ferre et demittere funem,
"qui scis an prudens huc se deiecerit atque
seruari nolit?" dicam, Siculique poetae
narrabo interitum. Deus inmortalis haberi
dum cupit Empedocles, ardentem frigidus Aetnam
insiluit. Sit ius liceatque perire poetis;
inuitum qui seruat, idem facit occidenti.
Nec semel hoc fecit nec, si retractus erit, iam
fiet homo et ponet famosae mortis amorem.
Nec satis apparet cur uersus factitet, utrum
minxerit in patrios cineres, an triste bidental
mouerit incestus; certe furit, ac uelut ursus,
obiectos caueae ualuit si frangere clatros,
indoctum doctumque fugat recitator acerbus;
quem uero arripuit, tenet occiditque legendo,
non missura cutem nisi plena cruoris hirudo
.


Pedro Hurtado de Mendoza [di cui all'intemelia Biblioteca Aprosiana si conserva il volume Disputationum a summulis ad metaphysicam a Pedro Hurtado de Mendoza ..., Tolosae : apud Dominicum Bosc., 1617-1618. - 4 v. ; 8°] fu sacerdote gesuita che vide la luce a Valmaseda/Vizcaya nel 1578 (spegnendosi poi a Madrid il 10.XI.1641) sì che per tal ragione venne anche nominato con gli appellativi di Valmesadeno o Puente Hurtado.
Fu un importante filosofo e teologo della prima metà del '600.
Entrò nella Compagnia di Gesù il 12.IX.1595 a Salamanca e venne ordinato sacerdote nel 1607 sempre a Salamanca mentre fece la professione di fede dell'Ordine il 5.II.1612 a Villagarcia de Campos (Valladolid).
Svolse i suoi studi presso il collegio gesuita di Salamaca, venendo formato da Benito de Robles fiché presso Martin de Albiz (magister meus, BUS Ms. 621, 83r) approfondì la conoscenza della filosofia nel celebre Collegio di Pampeluna (1608-11): dal 1611 studiò la teologia a Salamanca ove fu collega di Valentin de Herice (synmagister meus, BUS Ms. 621, 83r).
Divenne censore e qualificatore del Santo Ufficio: ed al debutto della sua carriera conseguì lestamente la celebrità per la pubblicazione delle Disputationes a summulis ad metaphysicam (I ed., 1615), un completo corso di filosofia snodantesi dalla logica alla metafisica che godette di varie riedizioni e di notevole diffusione compreso il contesto riformato e protestante (l'opera vennere ristampata a Mayence nel 1619), ove le sue Disputationes risultano ben più appressate di quelle di Francisco Suárez).
Lo stesso Leibniz apprezzò i suoi lavori e scrisse in merito: mirabilia quaedam habet per Suarezium Petrus Hurtado de Mendoza (quantumvis renitente Gabriel Vasquio) (ed. Grua, p. 356).
L'insegnamento di Hurtado fu contraddistino da una notevole lettura di tipo "nominalista" dell'opera di Tommaso d'Aquino. Il nominalismo si può definire come la posizione filosofica che sostiene che i concetti astratti, i termini di portata generale e quelli che in metafisica sono chiamati universali non posseggono una loro propria esistenza, ma esistono solo come nomi. Questo modo di vedere porta a ritenere che solo gli oggetti (fisici) particolari possono essere considerati reali, mentre gli universali esistono solo post rem, come convenzioni verbali associate agli oggetti specifici, ovvero nella immaginazione o memoria di chi ne parla. Il nominalismo si contrappone al concettualismo e al realismo filosofico, la posizione che sostiene che i termini generali dei quali si fa uso, come "albero" e "verde", rappresentano forme di portata generale che posseggono un'esistenza in mondo di astrazioni indipendente dal mondo degli oggetti fisicamente definiti. Tale posizione si richiama in particolare a Platone. Nella filosofia moderna il nominalismo è sostenuto da George Berkeley e da David Hume. Molto controversa è la concezione lockiana dell'astrazione. Autorevoli studiosi di John Locke, come John Yolton e Michael Ayers, lo considerano un nominalista. Tuttavia, altri studiosi sostengono la tesi del concettualismo, fondata su molti passi del terzo libro del Saggio sull'intelletto umano (1690). Favorevoli all'interpretazione concettualistica della concezione lockiana dell'astrazione sono R. Aaron, Sally Ferguson e Maurilio Lovatti. L'interpretazione nominalista si fonda invece su alcuni passi del secondo libro del Saggio. Il nominalismo è molto diffuso nella filosofia analitica contemporanea.
Molti lavori teologici di Pedro Hurtado de Mendoza sono rimasti alla stato di manoscritti:
De auxiliis gratiae Dei per Christum, BU Salamanca, Ms 109/6.
De beatitudine, BU Salamanca, Ms 106/5.
De peccatis, BU Salamanca, Ms 109/5.
De peccato originali, BU Salamanca, Ms 269/2.
De praedestinatione, BU Salamanca, Ms 101/1; Tractatus de praedestinatione (1638), BC Palencia, Ms. 83; De praedestinatione, Madrid BRAH, Arch. Doc. Esp. 23.
De scientia Dei, BU Salamanca, Ms 62; Ms 96/1.
De Trinitate, BU Salamanca, Ms 106/4.
De visione Dei, BU Salamanca, Ms 106/4.
De voluntate Dei, BU Salamanca, Ms 96/3; Disputationes de voluntate Dei (1622), BC Palencia, Ms 74/5.
Disputationes de Deo, BU Salamanca, Ms 621.
Disputationes de Deo homine, pars altera, BU Salamanca, Ms 27.
Memorial al Rey sobre el tomismo en Salamanca, Madrid AHN.
Tra le opere che hanno invece visto la luce e son state stampate si citano:
Disputationes a summulis ad metaphysicam, Valladolid, typ. Juan Godinez de Millis, 1615 [Badajoz BPE; Burgos BPE; Caceres BPE; Cuenca BPE; Huesca BPE; Loyola BSI; Madrid UPC; Palencia BPE; Pamplona BGN, BCCap ; Santiago LCSF; Toledo BPE; Zaragoza BU]
ristampate sotti i titoli di:
Disputationes de universa philosophia, Lyon, typ. Antoine Pillehotte, 1617 [Augsburg UB; Paris BNF; Vitoria FT], reprint IDC.
Disputationes a summulis ad metaphysicam, Toulouse, apud Dominicum Bosc : ex typographia Ioannis Boudei...iuxta Collegium Fuxense, 1617-18, 5 vol. [Huesca BPE; Lyon BM; Paris BNF].
Disputationes de universa philosophia, Mainz, 1619 [München BSB].
Universa philosophia, Lyon, typ. Louis Prost, héritier Roville, 1624 [Granada BU; Lyon BM; Madrid BNE; München BSB; Palma BPE; Segovia BPE; Soria BPE].
Universa philosophia. Nova editio quinque anterioribus tertia fere parte auctior et locupletior, Lyon, sumptibus Iacobi & Petri Prost fratrum, 1634 [Palma BPE; Valencia BU].
> Disputationes scholasticae et morales de tribus virtutibus theologicis. De fide volumen secundum (sic), Salamanca, typ. Jacinto Taberniel 1631 [Burgos BPE; Caceres BPE; Madrid BUC, UPC; Palencia BPE; Palma BPE; Poyo MSJ; Santiago LCSF; Toledo BPE]
Disputationes scholasticae et morales de spe et charitate, volumen secundum, Salamanca, typ. Jacinto Taberniel, 1631 [Albacete BPE; Burgos BPE; Caceres BPE; Ciudad Real BPE; Huesca PBE; Madrid UPC, BUC; Palencia BPE; Palma BPE; Santander BPE; Santiago LCSF; Toledo BPE]
Disputationes de Deo homine, sive de Incarnatione Filii Dei , Antwerpen, typ. Martinus Nutius, 1634 [Bamberg UB; Burgos BPE; Ciutadela SD; Granada BU; Lyon BM; Madrid BRAH; München BSB; Palencia BPE; Palma BPE; Paris BNF; Poyo MSJ ; Toledo BPE]. De comoediis quando sint scandalum, in F. Taviani, La fascinazione del teatro (Roma, 1970), 85-89.
Bibliografia
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L'acido solforico è un acido minerale forte, liquido a temperatura ambiente, oleoso, incolore e inodore; la sua formula chimica è H2SO4.
Il suo numero CAS è 7664-93-9.
I suoi sali vengono chiamati solfati.
Un solfato molto comune è il gesso, che è solfato di calcio diidrato.
In soluzione acquosa concentrata (>90%) è noto anche con il nome di vetriolo cosa diversa dal
VETRIOLO ROMANO.
Soluzioni di anidride solforica al 30% in acido solforico sono note come oleum fumante.
Solubile in acqua e in etanolo con reazione esotermica anche violenta, in forma concentrata può causare gravi ustioni per contatto con la pelle.
L'acido solforico ha svariate applicazioni, sia a livello di laboratorio che industriale.
Tra queste si annoverano la produzione di fertilizzanti, il trattamento dei minerali, la sintesi chimica, la raffinazione del petrolio ed il trattamento delle acque di scarico.
È altresì l'acido contenuto nelle batterie per autoveicoli.
In combinazione con l'acido nitrico forma lo ione nitronio (NO2+), intermedio nella reazione di nitrazione, impiegata industrialmente per la produzione del trinitrotoluene (TNT), della nitroglicerina e del fulmicotone.
Tra gli additivi alimentari, è identificato dalla sigla E 513.
La scoperta dell'acido solforico risale al IX secolo ed è attribuita al medico ed alchimista islamico Ibn Zakariya al-Razi, che lo ottenne per distillazione a secco di minerali contenenti ferro (II) solfato eptaidrato FeSO4 • 7 H2O - noto come vetriolo verde - e rame (II) solfato pentaidrato CuSO4 • 5 H2O - noto come vetriolo azzurro.
Per effetto del calore questi sali si decompongono nei rispettivi ossidi di ferro e rame, in acqua ed anidride solforica SO3; queste ultime due si combinano formando una soluzione diluita di acido solforico.
Il metodo si diffuse in Europa attraverso la traduzione degli scritti di fonte islamica, per questo l'acido solforico era noto agli alchimisti europei nel medioevo con nomi quali come olio di vetriolo o spirito di vetriolo.
Nel XVII secolo il chimico tedesco-olandese Johann Glauber preparò l'acido solforico bruciando zolfo e salnitro in presenza di vapore acqueo.
Il salnitro ossida lo zolfo a anidride solforica, SO3, la quale si combina con l'acqua a dare l'acido.
Joshua Ward, un farmacista londinese adottò questo metodo per una produzione su grossa scala nel 1736.
Nel 1746 a Birmingham, John Roebuck iniziò a produrre industrialmente l'acido solforico sfruttando lo stesso metodo, ma operando in camere di piombo, che erano più robuste, più grandi e meno costose dei recipienti di vetro usati fino ad allora.
Questo processo a camere di piombo, successivamente adattato e rifinito negli anni, è rimasto per quasi due secoli il processo industriale più diffuso per produrre acido solforico.
L'acido prodotto da Roebuck aveva una concentrazione media del 35-40%.
Successivi miglioramenti del processo apportate dal chimico francese Joseph Louis Gay-Lussac e dal chimico inglese John Glover portarono il prodotto ad una concentrazione del 78%.
Tuttavia, la produzione di alcune tinture nonché alcuni processi chimici richiedevano l'uso di acido solforico più concentrato, che per tutto il XVIII secolo fu ottenuto solo per distillazione dei minerali, in modo analogo a come si operava nel medio evo, arrostendo la pirite (solfuro di ferro, FeS2) in presenza di aria per trasformarla in solfato ferrico Fe2(SO4)3 che veniva poi successivamente decomposto per riscaldamento a 480°C in ossido ferrico e anidride solforica.
L'anidride solforica veniva poi aggiunta all'acqua nelle proporzioni desiderate ottenendo acido solforico alla concentrazione desiderata.
Questo processo era però particolarmente costoso e non portò mai alla produzione di grandi volumi di acido solforico concentrato.
Nel 1831 fu un commerciante di aceto, il britannico Peregrine Phillips, a brevettare un processo più economico per la produzione di anidride solforica e acido solforico concentrato.
Nel suo processo lo zolfo o la pirite venivano bruciati a dare anidride solforosa, SO2, che veniva successivamente trasformata con alte rese in SO3 tramite reazione con l'ossigeno dell'aria passando su un catalizzatore di platino ad alta temperatura.
La domanda di acido solforico concentrato all'epoca non fu tale da giustificare la realizzazione di un impianto; il primo impianto che utilizzò questo processo (detto a contatto) fu costruito nel 1875 a Freiburg, in Germania.
Nel 1915 la tedesca BASF sostituì il catalizzatore di platino con un più economico catalizzatore di vanadio pentossido, V2O5.
Questo, unito alla crescita della domanda, portò alla graduale sostituzione degli impianti a camera di piombo con impianti a contatto.
Nel 1930 questi ultimi fornivano al mercato circa un quarto della produzione totale di acido solforico, oggi ne forniscono la quasi totalità.

Di ascendenza culturale omerica la straordinaria erba moli o erba moly è oggetto di dibattiti ancora ai tempi di Aprosio e Gandolfo: all'interno del Theatrum Sympatheticum, opera tanto ambita da Aprosio e tuttora nella sua "Libraria", dal GOCLENIUS, tra gli altri, è studiata in merito all' UNGUENTO ARMARIO e citata più volte, come si può leggere in questo primo passo ed in questa altra sequenza narrativa questo altro.
Alle origini di queste riflessioni sta quel passo di Omero in cui si narra che mentre Odisseo procedeva imprudentemente verso la casa di Circe, che aveva già trasformato in porci alcuni suoi compagni, gli apparve Ermes dicendogli: "Ecco, va' nelle case di Circe con questo benefico farmaco, che il giorno mortale può allontanare dal tuo capo. Ti svelerò tutte le astuzie funeste di Circe. Farà per te una bevanda, getterà nel cibo veleni, ma neppure così ti potrà stregare: lo impedirà il benefico farmaco che ti darò, e ti svelerò ogni cosa".
Dopo avergli spiegato come avrebbe dovuto comportarsi, "... mi porse il farmaco, dalla terra strappandolo e me ne mostrò la natura. Nero era nella radice e il fiore simile al latte. Gli dei lo chiamano moly e per gli uomini mortali è duro strapparlo: gli dei però possono tutto" [Omero, Odissea, X, 302-306].
Ispirandosi all'Odissea un epigramma dell'Antologia palatina interpretava l'episodio come un'allegoria dell'uomo diviso fra le due sfere -del celeste e del terrestre: "Lontana da me, tu caverna tenebrosa di Circe: son nato da progenie celeste, ed è per me vergogna le ghiande mangiare come un bruto! ... Concedermi il Nume voglia del moly, il fiore che scaccia i cattivi pensieri"[Antologia Palatina XV, 12].
Qui Odisseo simboleggia l'uomo eterno, posto fra il chiarore celestialmente luminoso di Ermes e le tenebrose seduzioni di Circe [La narrazione omerica riflette una tarda immagine di Circe, quella imposta dalla civiltà patriarcale achea alla precedente tradizione matriarcale. In realtà Circe, come capii Apollonio nelle Argonautiche, è una sciamana che getta gli uomini che le si abbandonano in transes totemiche. Fiaba del Sole, incarna la sapienza che separa il durevole dal transitorio. Quanto a Odisseo, di là dall'interpretazione omerica, egli pretende da Circe una iniziazione ierogamica che gli consenta di affrontare successivamente la discesa agli inferi. Cfr. a questo proposito E. Zolla, Verità segrete esposte con evidenza, Venezia 1990, pp. 131 - 143. Ma nel contesto omerico dobbiamo attenerci all'interpretazione che ne dà il poema omerico per capire la funzione simbolica dell'erba moly].
La salvezza verrà dalla pianta che, donata dal messaggero degli dei, gli scaccerà "i cattivi pensieri": pianta dalla radice nera e dal fiore bianco, che è nello stesso tempo simbolo sensibile di quanto avviene nell'anima. "Grazie al potere che è in quest'ultimo" scrive Hugo Ralmer "1'uorno si svincola dalle potenze tenebrose nelle quali egli sa che anche la sua radice è immersa: egli è una progenie celeste che col suo fiore, il suo 10 spirituale, si dischiude verso l'alto, bianco come latte e puro. Ma (e questo è l'elemento determinante nella simbolica del mito) ciò gli è possibile solo in quanto egli riceve soccorso da Dio, in quanto gli viene incontro il potere errante di Ermes" [H. Ralmer, Miti greci nell'interpretazione cristiana Bologna 1980, pp. 205-207].
La misteriosa pianta ha suscitato nei botanici una tale curiosità che ne è nata una piccola biblioteca di studi antichi e moderni con diverse interpretazioni. La prima risale a Teofrasto secondo il quale il moly crescerebbe realmente sul monte greco Cillene e presso il fiume Peneo, nei luoghi tradizionalmente consacrati al cultodi Ermes. La sua radice sarebbe a forma di cipolla e le foglie simili a quelle della scilla marittima (Urginea inaritinia), una pianta mediterranea che ha un grosso bulbo pesante circa due chili, da cui sorge lo scapo alto un metro e fornito di fiori bianchi in grappolo: un'agliacca dunque. In epoca moderna Linneo chiamò invece Afflum moly un tipo di porro.
L'interpretazione agliacca dell'erba moly parrebbe suffragata dalla comune credenza che queste piante garantirebbero da ogni maleficio. L'aglio in particolare sarebbe talmente potente da provocare malesseri gravissimi alle streghe e ai vampiri che si avvicinano, tant'è vero che in sanscrito è detto "uccisore di mostri". Una invocazione antijettatoria napoletana dice: "Agli e favagli fattura che non quagli./ Corne e bicorne/ capa 'alice e capa d'aglio". Per questo motivo si consigliava di portarlo sotto la camicia nella notte di San Giovanni, insieme con altre erbe come l'iperico, la ruta o l'artemisia, per difendersi dalle streghe che passavano numerosissime per il cielo recandosi al gran sabba annuale.
Plinio Seniore, nella sua Storia Naturale ribadisce in definitiva queste postulazioni scrivendo in libro XXV, 26 - 28: "L' ERBA PIU' FAMOSA DI TUTTE, IN BASE ALLA TESTIMONIANZA DI OMERO, E' QUELLA CHE, SECONDO LUI, GLI DEI CHIAMANO MOLI: EGLI NE ATTRIBUISCE LA SCOPERTA A MERCURIO E LA SPIEGAZIONE DELL'USO CONTRO I PEGGIORI AVVELENAMENTI. DICONO CHE OGGI CRESCA NEI PRESSI DEL FENEO E SUL CILLENE, IN ARCADIA; E PARE SIA QUEL TIPO DESCRITTO DA OMERO, CON LA RADICE ARROTONDATA E NERA, GROSSA COME UNA CIPOLLA, E CON LE FOGLIE DELLA SCILLA; SI ESTRAE PERO' SENZA DIFFICOLTA'. GLI AUTORI GRECI HANNO DISEGNATO IL SUO FIORE DI COLORE GIALLO, MENTRE SECONDO OMERO ERA BIANCO. HO TROVATO, TRA I MEDICI ESPERTI D'ERBE, UNO IL QUALE SOSTIENE CHE ESSA NASCE ANCHE IN ITALIA, E CHE LUI ME LA POTEVA PORTARE DALLA CAMPANIA NEL GIRO DI QUALCHE GIORNO, DOPO AVERLA RACCOLTA IN ZONE SASSOSE E DISAGIATE; LA RADICE SAREBBE LUNGA 30 PIEDI, E NEPPURE NELLA SUA INTEREZZA MA STRAPPATA".
A questa tradizione si oppone però quella che considera le aliacee contrarie alla fioritura spirituale. I faraoni e i sacerdoti egizi se ne astenevano stimandole sgradite agli dei celesti, ma le somministravano agli schiavi che costruivano piramidi per preservarli da infezioni. I taoisti a loro volta sostengono, non diversamente dai bramini, che l'aglio nutre i demoni del corpo e perciò se ne astengono. Lo Yoga Prapidika lo considera infine uno degli alimenti da cui ci si deve astenere se ci si avvia sulla strada dello yoga. Si tratta di un'antica tradizione che già si ritrova nella religione prebuddhistica bón, oggi diffusa soprattutto nel Tibet orientale. Nel trattato gZl-brjid si ammonisce: "Accidia, oscurità e languore, insensibilità e attaccamenti passionali ne provengono. Si somiglia allora al gattaccio in foia, i voti si trascurano, i sacramenti s'infrangono... Contaminati dall'agliaceo peccaminoso si soffre nella fangaia, nell'inferno della putredine. Contaminati dall'agliaceo dannoso si soffre nel lago di pus e di sangue. Contaminati dall'agliaceo debilitante malattie sciagurate compaiono nel corpo"[Vedi: E. Zolla ne Le meraviglie della natura, Milano 1975, p.72].
Non diversamente Elémire Zolla scrive nel nostro secolo: "Che si varcasse un grado ulteriore nel percorso discendente del Kali Ybiga o ciclo della Distruttrice, attorno alla metà di questo secolo, fu chiaro allorquando andò smarrita la nozione, netta dianzi nella buona società, data per scontata nelle battute di Shakespeare, che almeno l'aglio fosse sconveniente e increscioso. In verità sono piante, le agliacee, soffuse di crudo zolfo, ottundono le facoltà sensitive e turbano il raccoglimento spirituale. Suscitano pertanto oggidì nelle anime deliberatamente rudi un amore che giunge al proselitismo, quasi costoro temessero di incontrare chi, non per capriccio del gusto, ne aborra"[Ibidem].
Un altro gruppo di botanici sostiene che l'erba moly sia la ruta [vedi qui l'interpretazione di Amato Lusitano] basandosi su Dioscoride Pedanio che scriveva: "Quella pianta viene chiamata ruta montana e anche, in Cappadocia e Galazia, nioly. Altri la chiamano harmala, i Siri besasa, i Cappadoci moly".' Non erano, le sue, notizie di seconda mano perché Dioscoride proveniva proprio da quella zona. "Quindi moly è parola cappadoce" scrive Hugo Ralmer. "E v'è di più: la ruta montana significata con questo nome è per i Saqi persiani abitanti in Cappadocia il surrogato dello hom che avevano in patria e che era anch'esso un'erba magica.
Plutarco continua a chiamarla moly: nella lingua sira questo moly si denomina besasa. In aramaico la denominazione della ruta montana suonava besas, e nella tradizione sira di Galeno, che attinge da Dioscoride, basaso.
Secondo Dioscoride la ruta montana ha una radice nera e fiori bianchi e perciò corrisponde perfettamente all'erba di cui parla Omero.
In una interpolazione che si legge nello Pseudo Apuleio ed è tratta da Dioscoride, si dice: "Dai Cappadoci essa viene detta moly, da altri arniala, dai Sri besasa". Nel VI secolo dopo Cristo il cosiddetto Dioscoride Longobardo riferisce: "Un'altra specie di ruta alligna in Macedonia e nella Galazia dell'Asia Minore, e gli abitanti la denominano moly. La sua radice consiste in una radice maestra da cui si dipartono molte radici minori e che butta un fiore bianco" [De materia medica, III. 46].
Fra le erbe cacciadiavoli usate nella notte di San Giovanni, essa ha una funzione importantissima, pari all'aglio e all'artemisia, tant'è vero che fu chiamata nel Rinascimento Herba de fuga demonis. Già Aristotele ne raccomandava l'uso contro gli spiriti e gli incantesimi. Nel Medioevo si ponevano corone di ruta sulle tombe per allontanare gli spiriti maligni e, fino al secolo scorso, la piantina serviva anche nelle pratiche esorcistiche. Questa sua funzione potrebbe essere stata ispirata dalla forma vagamente a croce dei petali.
Negli Abruzzi la si considerava un amuleto contro le streghe: se ne cucivano delle foglie, preferibilmente quelle su cui una farfalla aveva depositato le uova, in un borsellino che si portava celato sul seno. La si consigliava anche contro il malocchio, come credevano le donne del popolo in Toscana.
Fin dall'antichità veniva prescritta per curare veleni e morsi dei serpenti: lo testimonia anche un emblema rinascimentale, riportato dall'iconologo Cesare Ripa, "Difesa contro i nemici malefici e venefici" dove una donnola porta in bocca un ramo di ruta? L'iconologo la utilizza anche per un altro emblema, "Bontà", raffigurata come una donna ben vestita d'oro, con una ,ghirlanda di ruta e con gli occhi rivolti al cielo, mentre tiene in braccio un pellicano con i suoi figliolini presso un verde arboscello in riva al fiume. La bontà è bella, spiega platonicamente, perché la si conosce dalla bellezza. E' vestita d'oro perché l'oro è l'ottimo fra i metalli o meglio, come aggiungiamo noi, perché è simbolo dell'essere supremo, del Buono per eccellenza. L'albero rammenta le parole di Davide nel primo salmo dove si dice che l'uomo che segue la legge di Dio è simile a un albero piantato sullariva di un limpido ruscello. Quanto al piriti maligni.... Ha ancora proprietà di sminuir l'amor venereo, il che ci manifesta che la vera bontà lascia da banda tutti gli interessi e l'amor proprio il quale solo sconcerta e guasta tutta l'armonia di quest'organo che suona con l'armonia di tutte le virtù".
Vi è però chi, ispirandosi a una definizione degli scolii omerici ("Moly è una quintessenza di pianta, il cui nome proviene dal potere di rendere innocui i veleni")[Scholia Graeca in Homeri Odysseum (Dindorf, II, p.467)], sostiene che sia una pianta favolosa, una comune espressione poetica usata per indicare un antidoto. Sicché il modo migliore per capirne la "natura" sarebbe quello mitico-simbolico, già adottato dalla filosofia stoica, come testimonia Apollonio il Sofista: "Cleante, il filosofo, diceva che il moly significa allegoricamente il Logos dal quale vengono mitigati i bassi istinti e le passioni" [Cleante, fr.526 (von Amim, Stoicorm veterum fragmenta, 1, 118)]: logos che nella filosofia stoica si doveva intendere come la legge di vita dell'uomo razionale. Lo conferma anche l'autore degli scolii all'Odissea: "Essendo un saggio, Odisseo ricevette il moly, che significa il perfettissimo Logos, per il cui aiuto coli non soggiacque a passione alcuna".
Con il tardo platonismo l'interpretazione protoilluministica dello stoicismo venne ribaltata alla luce della concezione per la quale Ermes non era più la personificazione della ragione, ma l'ambasciatore di Dio, e l'erba moly un dono divino: la quale altro non era se non la paidéia, l'educazione interiore dell'uomo tesa a liberare le sue potenzialità di luce dalle tenebre della passionalità terrena. Ermes psicopompo, che concedeva l'erba moly, conosceva la strada e concedeva la forza spirituale poiché era il Logos.
Grazie a questa interpretazione i cristiani poterono recepire allegoricamente i versi omerici sull'erba moly nella loro riflessione teologica, tant'è vero che Giustino paragonava Ermes Logos a Gesù-Logos dei cristiani: "Quanto alla nostra credenza che egli nascesse da Dio, Logos di Dio, essa è comune con la vostra di Ermes, detto da voi Logos annunciatore da parte di Dio".
Da quel momento le interpretazioni allegoriche proliferarono fino alla più recente che vede il moly come il simbolo dello stesso uomo, dell'eterno Odisseo: "l'eterno Odisseo" scrive ancora Hugo Raliner "sta fra Elios risplendente e Foscura caverna. Nel suo proprio intimo infuria la battaglia fra il nero sangue del gigante e la luminosa natura solare. E lui medesimo il moly dalla nera radice e dal fiore bianco. Ma egli viene soccorso, salvato, elevato nella luce soltanto se la radice rigogliosa viene liberata con uno strappo deciso dalla madre terra. E' un'arte divina che solo Ermes può insegnare".
[Da "Esoterismo - on line": La misteriosa erba moly di A. C.]


Amatus : Lusitanus fu pseudonimo di João Rodriguez de, medico israelita, professore di anatomia a Ferrara, nato a Castel Branco (Portogallo) nel 1511 e morto a Salonicco nel 1568 : nelle edizioni citato quale: Amatus Lusitanus; Ioannes Rodericus.
Importante, tra altre opere, fu questa interpretazione di Dioscoride in cui Amatus Lusitanus oltre a trattare di piante curative (ma anche di animali e minerali) trascrive in varie lingue antiche e moderne l'etimologia usata per ogni singolo "nome di pianta, animale, minerale" ed elenca criticamente non solo le qualità curative, vere o presunte (mirando a vanificare con un certo metodo radicate convinzioni] ma disserta pure con perizia su tipologia e proprietà alimentari:
Amati Lusitani ... In Dioscoridis Anarzabei de medica materia libros quinque enarrationes eruditissimae. Quibus etiam tum simplicium medicamentorum nomenclaturae Gracae, Latinae, Italicae, Hispanicae, Germanicae, & Gallicae proponuntur tum errores aliorum omnium, qui ad hanc usque diem de hac materia scripserunt, improbantur. Cum rerum ac vocum memorabilium indice locupletissimo, Pubblicazione: Venetijs : ex officina Iordani Zilleti, 1557 (Venetiis : ex officina Iordani Zilleti, 1557) - [12], 514, [30] p. ; 4° - Cors. ; gr. ; rom - Iniziali xil. - Segn.: +6a-z4A-2Y4 - Impronta - deo- pet, e-sa sude (3) 1557 (A) - Marca editoriale: Stella cometa con altre stelle piu piccole tra le punte. Motto: Inter omnes di cui esistono, secondo l'SBN, esemplari in Biblioteca municipale Antonio Panizzi - Reggio Emilia Biblioteca universitaria - Pavia - Biblioteca comunale Augusta - Perugia - Biblioteca Estense Universitaria - Modena - Biblioteca civica Giovanni Canna - Casale Monferrato - Censimento delle edizioni del 16. sec. nelle biblioteche dell'Emilia-Romagna - CE - Biblioteca comunale - Piazza Armerina - EN - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - Biblioteca Oliveriana - Pesaro - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteca Casanatense - Roma - Biblioteca civica Gambalunga - Rimini - SI - Biblioteca dell'Accademia di medicina - Torino.
L'opera è qui assai utile per interpretare la specificità di varie piante officinali di cui si sono attraverso i secoli modificati i nomi come camedafne - celidonia - dafnoide - maratrum, - meu - titimalo - latiri - calamintha - calamenthum - seseli [erron. e volg. = sesseli/sessali] - usnea - dauco - pentafilon - berbena - solatro maniaco = solatrum furiosum - bdellio (resina gommosa ottenuta dal Balsamodendron africanum, usata per impiastri e cerotti medicati) - olibanum
Nel suo enciclopedico lavoro Amatus Lusitanus giunge però assai utile anche per l'inquadramento di quelle sostanze non vegetali che variamente rivestono un ruolo importante nella composizione di balsami, unguenti ed altri prodotti officinali dell'erboristeria; ricordiamo qui dalla sua opera:
Allume - Cadmia - Ponfolige - Spodio ("Lana filosofica" = ossido di zinco) - Antispodio - bitume - Rame combusto - Fior di rame - Lamina/scaglia di rame - Stomoma = Lamina/scaglia di ferro - Verderame - Scoria di ferro - Ruggine di ferro - Lavatura di piombo - Cottura di piombo - Scoria di piombo - Pietra di piombo - Antimonio - Stibium - Molybdaena artificialis (Galena) - Molybdaena fossilis seu naturalis - Scaglia d'argento - Litargìrio - Cerussa - biacca - Chrysocolla - borace (borato idrossido di piombo) - Pietra armena - Lapislazzuli (lazurite) - Vetriolo (romano) - pece nera - "pece delle navi" - petrolio
Nel II libro del suo enciclopedico lavoro Amatus Lusitanus analizza pure "animali" e prodotti del mondo animale che variamente rivestono un ruolo importante nella composizione di balsami, unguenti ed altri prodotti officinali dell'erboristeria: riccio di mare - riccio di terra - cavalluccio di mare - porpora - mitile - mitili - tellinae - conchiglie di mare - onix blatta = conchiglia - chiocciole - lumache - lumache di mare - granchi di fiume - scorpione - scorpione di mare - " dragone di mare " - scolopendra - torpedine - vipera - spoglia delle serpi = muta - lepre di mare (pesce velenoso secondo Plinio) - lepre di terra - de pastinaca pisce - seppia - triglia - ippopotamo (usato in medicina "testicolo di ippopotamo") - castoro - donnola - rana - storione - smaris = piccolo pesce marino di cattiva qualità - menola = sardella, piccolo pesce marino che salato nella romanità serviva da companatico per la povera gente - gobius = piccolo pesce marino - tonno - garum - brodo di pesce - cimice - cimici - millepiedi - piattola - piattole - "polmone marino" = "mollusco, sorta di medusa" - "polmoni di vari animali" = discussioni varie sui poteri terapeutici o non dei polmoni di diversi animali - "fegato di vari animali" = discussioni varie sui poteri terapeutici o non del fegato di diversi animali - "verga del cervo" = discussioni varie sui poteri terapeutici o non (anche come contravveleno) dei genitali del cervo e della "lacrima di cervo" o pietra belzahartica - unghie di animali - "porri delle gambe dei cavalli" = per Galeno giovevoli contro i morsi di tutte le fiere - "cuoio di scarpe usate" = supposta ma discutibile sua valenza contro i serpenti - "gallo - gallina" = supposta valenza terapeutica di loro carni in combinazione con piante officinali - "uovo - uova di gallina" = valenza in combinazione o non con piante officinali - cicala - cicale - locusta - locuste - ossifraga - frosone = sorte di aquila - "allodola col ciuffo" - rondine = la cenere di rondine sarebbe assai giovevole nella cura delle angine - rondine = la cenere di rondine sarebbe assai giovevole nella cura delle angine - avorio = polverizzato e mescolato nel vino, tra le varie qualità curative, avrebbe quella di contrastare i disturbi gastro-intestinale e di agevolare la fecondazione delle donne - piede di porco/suino - "corno di cervo" = polverizzato in bevanda acquosa, miscelato con piante officinali, sarebbe giovevole contro i vermi dei bambini e le complicanze febbrose - bruco - bruchi - cantaride - cantaridi = discussioni varie su proprietà terapeutiche (dall'insetto si estrae la cantaridina, farmaco vescicante) - "bupresti" - bruchi dei pini - salamandra = l'autore si cura di sfatare la leggenda che possa vivere nel fuoco - ragno - ragni = l'autore sfata molte leggende sul ragno ritenendo però efficiente la proprietà emostatica ed antiemorragica della sua tela - lucertola - lucertole = l'autore descrive le varietà di lucertole e cita in medicina oftalmica un collirio contenente sterco di lucertola da molti ritenuto giovevole per affezioni oculari - tarantola - tarantole - coccodrillo - lombrichi: se ne ricaverebbe un olio giovevole per dolori muscolari - toporagno - topo: l'autore precisa che nessuno gli ha mai riconosciuto proprietà medicamentose ma che il topo campestre da alcuni è ritenuto una vera leccornia in tavola - latte: l'autore sottolinea i pregi dei vari tipi di latte = in particolare celebra il "latte di asina" giovevole per gli hectici o affetti da "febbri continue" - topo: l'autore precisa che nessuno gli ha mai riconosciuto proprietà medicamentose ma che il topo campestre da alcuni è ritenuto una vera leccornia in tavola - siero di latte - "latte acetoso" - formaggio - burro = indicato come ricostituinte e da usare in vari tipi di linimenti - lana - oesypum = untume della lana di pecora non lavata da cui si ricavava un unguento cosmetico usato dalle donne romane - caglio = ritenuto giovevole, bevuto in miscuglio con aceto, contro il mal caduco od epilessia - sevo = usato, in varie combinazioni officinali nella lenizione di forme tumorali e soprattutto nella sedazione di dolori - "midolla di ossa animali" = dotate di proprietà emollienti e assunte nel cibo utili a provocare, quando necessario, il vomito - fiele di animali = in composizione officinale utile come vermifugo - bevuto nel vino risulterebbe vantaggioso contro le calcolosi - assunto per via nasale gioverebbe contro le fistole lacrimali ed il mal caduco - sangue: in particolare l'autore dibatte la storica questione dei pregi del sangue, se bevuto sangue di umani giovani possano ringiovanire i vecchi e se effettivamente delle "vecchiette dette streghe" si nutrano di sangue di infanti - sterco di animali: in questa occasione l'autore Amato Lusitanto riporta le postulazioni di Galeno per cui lo sterco di cane disciolto in latte bollito curerebbe l'angina ed arresterebbe la dissenteria - l'autore raccomanda poi, nel caso venga ucciso un lupo, di conservarne le interiora con le feci, il tutto ridotto in polvere e somministrato per bevanda sarebbe utilissimo contro le coliche - seguono ulteriori osservazioni sull'uso medicamentoso delle feci di altri animali ancora - urina: l'autore cita l'uso moderno di somministrare urina per via di clisterii - riporta, assieme ad altri usi, anche il consiglio di Galeno di servirsene terapeuticamente, specie fra le popolazioni agresti, contro le ulcerazioni delle dita dei piedi - miele: l'autore dopo aver parlato del "miele buono" e di quello "velenoso" ed ancora delle proprietà terapeutiche si sofferma sulla recente introduzione su grande scala commerciale dello saccarum [classic. succharon] non ignoto ai classici [cita in particolare Varrone] ma pochissimo usato: ora invece proveniente sia dalle Indie Orientali che dalle Occidentali, massimamente dalla "nuova terra Brasilio" - cera: l'autore ne elenca gli usi in medicina - pròpoli: L'autore parla poi del "pròpoli": il pròpoli è una sostanza resinosa che le api raccolgono dalle gemme e dalla corteccia delle piante. Si tratta quindi di una sostanza di origine prettamente vegetale anche se le api, dopo il raccolto, la elaborano con l’aggiunta di cera, polline ed enzimi prodotti dalle api stesse. Il colore può variare moltissimo nelle tonalità del giallo, del rosso, del marrone e del nero. L’odore è fortemente aromatico. Il nome pròpoli, che può essere utilizzato sia al maschile (il pròpoli) che femminile (la pròpoli), deriva dal greco propole: pro (davanti) e polis (città) ovvero “davanti alla città”. La parola, in senso figurato, assume il significato di difensore della città. Il termine è stato usato da Plinio il vecchio nella sua Naturalis historia e da Aristotele. Le api, infatti, lo utilizzano per difendere la loro città (l’alveare) dai pericoli che possono minacciarla: le malattie, i predatori. Il pròpoli ha proprietà: antibiotiche (batteriostatiche e battericide) - anti-infiammatorie - antimicotiche - antiossidanti e anti-irracidenti - antivirali - anestetiche - cicatrizzanti - antisettiche - immunostimolanti - vasoprotettive - antitumorali - La proprietà di maggiore rilievo consiste nell’avere tutte le proprietà sopra indicate concentrate tutte insieme in un unico prodotto di origine naturale. Esistono diverse teorie sull’origine del pròpoli. La più accreditata attualmente è quella formulata da Rosch che ha osservato le api raccogliere le resine dagli alberi con le mandibole per poi elaborale con le zampe anteriori, mediane e posteriori fino a condurle nella borsa pollinica di quest’ultimo paio di zampe. La teoria che ipotizza un’origine del pròpoli interna all’alveare è meno accreditata in quanto non è stata ancora dimostrata. È impossibile definire una composizione esatta ed universalmente valida del pròpoli in quanto estremamente variabile a seconda della vegetazione di origine, della stagione e di molti altri fattori. Nel corso di numerosi studi su propoli di varia origine sono stati identificati più di 150 diversi composti biochimici ed altri ne vengono scoperti ancora oggi. Per semplificare possiamo suddividere i principali componenti in cinque grandi gruppi: resine (45-55%), cera e acidi grassi (25-35%), oli essenziali e sostanze volatili (10%), polline (5%) composti organici e minerali (5%) Entrando in dettaglio tra le componenti di maggiore interesse possiamo citare: Minerali: Mg, Ca, I, K, Na, Cu, Zn, Mn e Fe. - Vitamine: B1 (tiamina), B2 (riboflavina), B6 (piridossina) C (acido ascorbico) e E (tocoferolo). - Enzimi: succinato deidrogenasi, glucosio 6-fosfatase, acido fosfatase. - Acidi: acido caffeico feniletilestere (CAPE) contenuto nelle resine e nei composti organici, fenolo, adenosintrifosfato (ATP) - Derivati dell’acido benzoico: acido gentisico, acido salicilico, acido protocatechico, acido-3-ossibenzoico, acido-4-ossibenzoico, acido gallico, acido-4-metossibenzoico - Derivati dell'acido cinnamico: acido caffeico, acido ferulico, acido isoferulico, acido idrocaffeico, acido p-cumarico, acido o-cumarico, acido m-cumarico - Cumarine: cumarina, esculetina, scopoletina - Alcoli: alcol benzilico, alcol cinnamilico, alcol feniletilico, alcol pentenilico, alcol 3,5-dimedossibenzilico - Aldeidi: vanillina, isovanillina, aldeide cinnamica - Flavonoidi - flavoni: 5-idross-7,4’-dimetossiflavone, acacetina, apigenina-dimetiletere 7,4’, crisina, pectolinarigenina, tettocrisina flavonoli: 3,5-diidrossi-7,4’-dimetossiflavone, betuletolo, ermanina, galangina, isalpinina, isoramnetina, kaempferide, kaempferolo, quercetin-3,3’-dimetiletere, quercetina, ramnazina, ramnetina, ramnocitrina - flavanoni: 5-idrossi-7,4’-dimetossiflavanone, isosakuranetina, pinocembrina, pinostrobina, sakuranetina - diidroflavonoli: pinobaksina, pinobanksina-3-acetato - Terpeni: sono contenuti nelle resine e negli oli essenziali e conferiscono il caratteristico odore al propoli - Idrocarburi: cariofillene, a-guaiene, ß-selinene - Alcoli sesquiterpenici: ß-eudesmolo, guaiolo - Amminoacidi - Acidi grassi -Chetoni - Varie: steroli, polisaccaridi, lattoni. [l'approfondimento sul pròpoli deriva da "WIKIPEDIA, ENCICLOPEDIA ON LINE - SOTTO VOCE"]


Su Camillo Landi le informazioni più estese provengono dall'estensore della voce Camillo Landi redatta per la stesura del volume Notizie degli Arcadi Morti; l'autore delle informazioni ha il nome arcade di Criseno Elissoneo da individuare nell'abate fiorentino Salvino Salvini: ascritto Arcadia dal 1692, Francesco Redi inaugurò la raccolta delle Vite degli Arcadi illustri del Crescimbeni con una biografia redatta proprio dal Salvini, suo personale amico [sul Redi nelle Notizie Istoriche degli Arcadi Morti scrisse invece Automedonte Abeatico nome arcade di Marcello Malaspina]. Nella biografia il Salvini mirava ad affermare che Redi si era reso "immortale" nelle "cose sperimentali", in virtù pure della tutela del Granduca Ferdinando II. Tra le doti dello scienziato, egli menzionava gli "incorrotti costumi, che mettevano in risalto il galantuomo e l'uomo d'onore contestualmente a notevoli virtù morali tra cui "la moderazione, la modestia, il genio di giovare a tutti, l'avversione a nuocere ad alcuno, il prevalersi della grazia de' Principi, più che a favore de' suoi, in prò degli altri". Ed a riguardo dell''ortodossia religiosa rediana, contro cui si era accanita la maldicenza del Magliabechi, il Salvini recuperava quanto era già stato solennemento sancito dal fratello Anton Maria, dichiarandosi sicuro che l'anima dell'amico, conosciuto da tutti per "il suo buon costume, e la sua religiosità", si trovava certamente in Paradiso.
Intimo di Antonio Magliabechi, affatto gradito come visto invece al Salvini, in questa lettera a Domenico Antonio Gandolfo il Landi si premura di chiedere informazioni, specificatamente sull'operato intellettuale del Crescimbeni, di Giusto Fontanini e contestualmente di fornirne in merito al Cinelli Calvoli, ad Apostolo Zeno, ed al Gimma di cui preannuncia l'opera qui menzionata alla nota 39.


Lo speziale veneziano Giorgio Melichio, titolare della "Spetiaria allo Struzzo in Venezia" , nella pubblicazione Avertimenti nella compositioni de' medicamenti per uso della spetiaria del 1595) volendo insegnare ai colleghi il modo di realizzare i medicamenti, descrive la preparazione della TERIACA/TRICA con siffatte parole:
"Dirò però quel tanto che noi usiamo farla nell'inclita Città di Vinegia, giardino e publica piaza di tutta Europa: ornata di così periti & esperti Spetiali che sono anni ratione al mondo.Dirò hora quel tanto che s'ha avertito nella Theriaca fatta da me in Vinegia il presente anno ordinatamente.Fur preparati tutti i simplici necessarij per la composizione così della Theriaca come del Mithridato e fattone scelta furno messi in bellissimi vasi e riposti in luoco publico & molto ornato per tre continui giorni ad effetto che sian spettaculo a tutti e che ciascun potesse volendo esaminare le predette cose: & al quarto giorno, convocati gli Eccellenti Priori, e Consiglieri così di Medici, come di spetiali, e fatto diligente esamina de gli ingredienti, furno con molta diligenza tolti a peso secondo la descrizione presente di modo che non si prendeva cosa se non co'l giusto peso non variando ponto di più o meno.
Dopo si toglievano le cose a pestare grossamente e tutti si mettevano in un gran bacile così rotte e poi meschiate bene insieme si partivano in sei mortari & si davano a pestare perchè le cose umide s'unissero con le secche acciochè non s'attacassero nel mortaro se ben l'ontuosità della mirrha il facesse anco.
Primo fur contusi li trochisci di vipere; imperochè quando son ben preparati è la loro sostanza simile alla colla del carniccio difficili a pestarli: poi si aggiungono il pepe longo e poco dopo la cassia, il cinamono e rotti si rimetton nel bacile
[in pratica di queste stesse piante, non sempre decifrabili oggi, parla anche il cinquecentesco medico veneto Zefiriele Bovio nel suo Melampigo...].
Poi si rompe pestando l'irios, il costo, la gentiana,l'aristologia, il centaurio,il pentasilon, il meo, il phu, il stecado, il squinanto & il spigo; quali rotti si mischiatano con gli altri nel bacile.
Appresso si pestano li semi de i navoni, il pettosello,gli anisi, seseli, finocchio, thlaspi, ammi, dauco & l'amomo.
Et rotte furo aggionte con l'altre; avertendo che per ciascun ordine di cose che si pestavano aggiungevano nel mortaro un poco di mirrha a tal che nel pestar le cose le spetie non s'attenessero al fondo del mortaro imperochè l'ontuosità della mirrha tiene unite le cose eshalabili. Dopo si pesta il scordio, dittamo, marrobio,calamento, polio, chamepiteo, folio & hiperico.
La gomma e l'incenso si pestaranno in altro mortaro sole, acciò non s'attaccassero con l'altre spetie, come in altri con esperienza s'è visto.
Li trochisci scillini, e gli hedicroi insieme soli sian pesti e uniti all'altre spetie.
Le rose & zaffrano sian messe un poco al sole & dopo peste & gionte all'altre.
Il reupontico sia pesto & aggionte con l'altre.
La terra lemnia si trita senza fatica,l'agarico sia fregato al tamiso & così si facci in polvere. Le gomme saran ben contuse & dopo vi si aggionga del vin malvatico & stiano per una notte infuse & e il dì sequente con debita portion di detto vino sian passate per il staccio,il simil parimenti si fara nel succo di liquiritia & e de l'hipocistis:l'acatia si triturarà con li semi cioè che sia messa con essi nel triturarli, percioche l'orientale è si secca & arida che facilmente si pestrarà con li semi.


La piuttosto generica ed abbastanza obsoleta osservazione sugli scrittori e le citazioni Grillo in merito alla teoria, complessa quanto all'epoca dibattuta, delle antipatie e simpatie cosmiche lasciano intuire il desiderio aprosiano di entrare in possesso di un libro, sull'argomento, destinato a diventare una vera perla per bibliofili e studiosi vale a dire il Theatrum Simpatheticum...: cosa che all'erudito di Ventimiglia riuscirà solo dopo la pubblicazione della Grillaia per merito dell'erudito genovese Fransoni, Anfrano Mattia che gli farà pervenire il libro in tempo utile perchè potesse essere registrato col nome del suo munifico donatore entro le preziose pagine biblioteconomiche de la Biblioteca Aprosiana....

Brugueres, Michele <1644-1722>, letterato romano, ascritto all'Accademia d'Arcadia dove assunse il nome pastorale di Amicla Orio
: di lui nel volume Rime di Giovambattista Felice Zappi e di Faustina Maratti sua consorte. Aggiuntevi nella Seconda Parte altre Rime de' più celebri dell'Arcadia di Roma si possono leggere alcune composizioni poetiche.
Nelle biblioteche italiane, secondo l'S.B.N., si sono al momento individuate le seguenti composizioni del Brugueres:
Brugueres, Michele <1644-1722>, Dal tradimento le nozze opera scenica, del sig. Michele Brugueres romano. .., In Roma per il Tinassi: Leone, FrancescoTizzoni, Francesco, 1680
Brugueres, Michele <1644-1722>, L' Invidia lodata. Oda di Michele Brugueres accademico umorista, In Roma: Vannacci, Giuseppe, 1688
Brugueres, Michele <1644-1722>, Il vero amore non vuol politica, fauola tragicomica di Michele Brugueres Academico Vmorista, In Bologna: Longhi, 1701
Brugueres, Michele <1644-1722>, Dal tradimento le nozze opera scenica del signor Michele Brugueres romano, In Bologna: Longhi
Brugueres, Michele <1644-1722>, La principessa straniera, ouero disauuenture nell'allegrezze. Opera del signor Michele Bugreres [|] romano. Dedicata al molto Ill. signore il signor Andrea Morena, In Nap. per Giacinto Passaro: Massari, FrancescoPassaro, Giacinto, 1671
Brugueres, Michele <1644-1722>, Il vero amore non vuol politica fauola tragicomica di Michele Brugueres academico vmorista. Consagrata all'ill.ma ... D. Flaminia Pamfili, prencipessa di Venafro, Roma: Leone, FrancescoTizzoni, Francesco, 1676


PODAGRA = La gotta considerata nella sua forma clinica più tipica con dolori prevalentemente a carico dell'alluce.
Il termine deriva dal latino podagra composto da pus, podòs cioè "piede" e àgra laccio, propriamente quindi "laccio per prendere la preda per i piedi".


Nella sua Silloge sugli Scrittori Agostiniani scrive David Perini in merito a questo erudito genovese: "Sartorio Fr. Carolus Maria, Genuensis, S. Theol. Mag. an. 1697 locatus fuit Papiae philosophiae Lector, ubi die 25 nov. eiusdem anni laudabiliter panegyricum dixit de S. Catharina, die vero 18 maii 1698 declaratus ibidem Bacc., an. 1702. Respondens, et an. 1703 Collegialis iussus ad Urbem accedere. An. 1712 praedicavit sacram Quadragesimam Perusiae in qua recitavit: Il Martirio di nuova invenzione. Panegirico in lode del gloriosissimo Martire S. Ercolano Vescovo e Protettore di Perugia detto in quel Duomo nel corso della quaresima l'anno 1712 dal P. Maestro Carlo Maria Sartorio Agostiniano di Genova. In Viterbo per Giulio de' Giulii, 1712 [di questa sua unica opera nota e stampata in 4° di 22 pagine sono stati localizzati esemplari in Biblioteca del Seminario vescovile - Asti e Biblioteca comunale Augusta - Perugia ]


David Perini nella sua Silloge di Scrittori Agostiniani cita sotto voci relative i seguenti autori:
Acciaioli Fr. Nicolaus, florentinus, alumnus Provinciae Augustinianae Pisarum, vixit saec. XVII, et plurimum vitae suae tempus insumpsit Florentiae, cuius civitatis Augustiniani coenobii filius et Prior fuit. Deinde moderator Provinciae Romanae electus, illius statum notabiliter in bonum provexit; summa enim in tractandis omnibus rebus dexteritate pollebat. Inter theologos Florentinae Universitatis die 12 Julii 1625 adscitus, magnum sibi nomen comparavit. Fuit etiam orator insignis. De illo inquit Ossinger: Pares illi non multos aetas illa suspexit, animique robore aequales suos facile superavit; claruit insuper aliis naturae dotibus, scilicet, pietate, prudentia, doctrina etc. Ex hac vita migravit aetatis suae annorum 80. Reipublicae litterariae innotuit per Orationem funèbrem in exequiis D. Michelozzi Senatoris habitam, cui addidit Descriptionem dictarum exequiarum die 17 et 19 Maii 1604 celebratarum, impressam Florentiae, an. 1604 per Volemar Timau, in 4°.
(Cfr. Ceccarini, Fasti dell'Università di Firenze, pp. 410 et 78; Mazzuchelli, Scrittori d'Italia, Vol. I, part. I, p. 48; Ossinger, Bibliot. Augustiniana, p. 14; Lopez, Addit. ad Crus. Monast., Vol. Il, p. 296).
Amaroni Fr. Christophorus, Senensis, S. Theol. Mag., vixit saec. XVII. Anno 1558 Cursor Bononiae, anno insequenti mittitur Patavium, an. 1562 fit ibidem Lector et an. 1563 Mediolani Baccalaureus. Peracto rigoroso examine mense maio an. 1564 renuntiatur Senis S. Theol. Doctor. Docuit postea Arimini, Pisis, Florentiae et Senis. An. 1574, dum esset Florentiae concionator annualis orationem funebrem habuit in obitu Antonii Altovitae, Archiepiscopi Fiorentini; et anno 1578 extitit Archiepiscopi Cusentini theologus. Me latet quandonam obierit. Quae typis evulgavit, inscribuntur:
1. Oratio funebris habita Florentiae in Aede SS. Apostolorum in obitum Antonii Altovitae Archiepiscopi Florentini, Florentiae, 1574, Typis Georgii Marescotti, in 4°; et eadem italice, prout sequitur:
2. Oratione funebre nel sacro tempio de' SS. Apostoli di Firenze nell'esequie dell'Ill.mo e Rev.mo Mons. Antonio Altoviti Arciv. di Firenze presente il defunto, del P. M. F. Cristoforo Amaroni, predicatore della Chiesa di S. Spirito primo in lingua latina e poi in lingua italiana tradotta a comune intelligenza. ibidem in 4°. Reperitur in Bibl. Angelica Urbis sub sign. O. 3. 21.
(Cfr. Ossinger, 1. c. p. 28; Moreni, Bibliografia Storico-Ragionata della Toscana, Firenze, 1805, Vol. I, p. 29; Mazzuchelli, 1. c. Vol. I, p. 576; Lanteri in Additam. ad Crusenii Monasticon, Vallisoleti, 1890, p. 727; et Ordinis Regesta).
Bencivenni Fr. Alexander, Florentinus, vir non minus virtute, quam scientia praestans, ut vocatur ab Ossinger, p. 121, floruit saec. XVII ineunte. Reliquit: Vita e miracoli della B. Rita da Cascia, in Firenze, 1628 in 8°. (Cfr. Lanteri, Postr. Saec. Sex, T. III, p. 118).


Dovrebbe trattarsi di Pietro Pollidoro, letterato e storico di Lanciano vissuto tra '600 e '700, autore del Petri Pollidori Frentani De vita, gestis, et moribus Marcellii 2. pontificis maximi Commentarius, Roma : ex typographia Hieronymi Mainardi, 1744 - [32], 190, [2] p., [2] c. di tav. calcogr. ; 4° - Cors. ; rom Segn.: a-d4 A-2A4 - Ultima c. bianca - Dedica a Benedetto XIV - Front. in rosso e nero - Ritr. calcogr. del papa Marcello II - Iniziali e fregi xil- - Impronta - i-r- n.3. nois de&m (3) 1744 (R) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale Sagarriga Visconti-Volpi - Bari - Biblioteca Pio VI - Subiaco - RM


Similmente all’uomo, anche nella donna, i muscoli ischiocavernosi intervengono nella erezione dei corpi cavernosi del clitoride e del suo glande, mentre il muscolo bulbocavernoso è diviso in due, destro e sinistro, per l'interposizione del fondo del vestibolo della vagina e serve alla erezione della radice del clitoride, dei bulbi del vestibolo (compressore del bulbo) e alla crisi secretiva.
"Nell'insieme i due muscoli bulbocavernosi formano un anello intorno all'orificio vaginale e si comportano come muscoli costrittori della vagina" (Bruni).
I muscoli bulbocavernosi, oltre ai bulbi del vestibolo, contornano lateralmente e posteriormente due grosse formazioni, del peso di 4-5 gr., che secernono un liquido denso, vischioso, trasparente, le ghiandole di Bartolino.
Come per la eiaculazione maschile, i muscoli bulbocavernosi intervengono, durante l'orgasmo, con le loro contrazioni e determinano la brusca espulsione del secreto delle ghiandole di Bartolino: crisi secretiva della donna.
"Anche alla crisi secretoria si accompagna una intensa sensazione di piacere, cui subentra uno stato di rilasciamento e di calma...sicché, dal punto di vista sessuologico, la corrispondenza con la eiaculazione è senza dubbio molto stretta" (Santori).
A questa interpretazione storica viene oggi però contrapposta una diversa sorte di riflessione o meglio, ancora, di interrrogativo sulla reale funzione delle ghiandole di Bartolini
Così, da questo modernissimo estratto da "wikipedia" = Ghiandole di Bartolini si recupera un'interpretazione ancora interlocutoria in merito alle ghiandole del Bartolini:
Durante l'orgasmo femminile, similmente all'eiaculazione maschile, l'intervento di questi muscoli produce l'espulsione dalle ghiandole di una piccola quantità di un liquido denso, vischioso e trasparente. Originariamente si riteneva che questo liquido fosse importante per la lubrificazione vaginale. Studi più recenti (ricerche di Masters e Johnson ) hanno però dimostrato che la lubrificazione è dovuta a secrezioni prodotte più a monte nella vagina. Queste ghiandole secondo alcuni studiosi non hanno alcuna funzione, sono solamente l' equivalente femminile ancestrale della prostata maschile.
Ma in effetti se abbiano una funzione e quale essa realmente è fatto ancora da scoprire compiutamente.
Non sono ne visibili ne palpabili in condizioni di normalità, ma nel caso in cui il dotto escretore della ghiandola, che sbocca nel solco che esiste tra le piccole labbra e l’imene, si occlude per fatti infiammatori, poiché la ghiandola produce comunque il secreto, questo non potendo essere eliminato in via naturale, si accumula e la parte si gonfia. In questi casi si avrà CISTI o cosiddetta BARTOLINITE; se poi nel secreto vi sono germi, batteri si formerà ASCESSO, che porta a senso di tensione, dolori, difficoltà a camminare e a sedersi.
Le contrastanti opinioni cliniche pariteticamente comunque concorrono a demotivare una postulazione della medicina antica implicitamente accolta dal Lusitanus e dal Sinibaldi che esistano cioè due liquidi seminali uno maschile ed uno femminile concorrenti in equal misura al concepimento: cosa che in funzione dei nuovi studi della sua epoca e soprattutto delle
scoperte anatomiche di K. Bartholin Angelico Aprosio può facilmente eludere, pur senza farne espressa citazione forse per una sorta di pudore intellettuale, sin al punto d'avere piena consapevolezza che il supposto liquido seminale femminile è in realtà, prescindendo dalla provenienza, un secreto finalizzato ad agevolare la penetrazione sessuale maschile ed il soddisfacente completamento del rapporto erotico sino all'orgasmo ed al possibile concepimento.


Presso la Civica Biblioteca Aprosiana di Ventimiglia dell'agostiniano milanese Federico Niccolo' Gavardi (1640 - 1715) si trovano i seguenti volumi assimilati alla "Libraria intemelia" da Domenico Antonio Gandolfo:
1 - Theologia exantiquata iuxta orthodoxam beatissimi ecclesiae magistri Augustini doctrinam a doctore funatissimo B. Aegidio Columna ... additis quaestionibus nostro tempore exortis, et recentiarum ordine congruentius disposito auctore F. Friderico Nicolao Gavardi ..., Neapoli : in officina typographica Antonij Gramignani, 1683-1696. - v. ; fol. (Poi in Roma per il Buagni Contiene: 4 Monografie).
2 - Theologia exantiquata iuxta orthodoxam Beatissimi Ecclesiae magistri Augustini doctrinam a doctore fundatissimo B. Aegidio Columna. Additis quaestionibus nostro tempore exortis ..., Neapoli : In officina Typographica Antonii Gramignani, 1683-1690. - 2 v. ; in fol. (Poi in officina Typ. Camilli Cavalli).
David Perini nella sua
Silloge degli Scrittori Agostiniani sotto voce scrisse: "Gavardi Fr. Fridericus Nic., Mediolanensis, S. Theol. Doctor, atque nostratis Henrici Noris praeceptor, inter philosophos atque theologos, qui nostrum fundatissimum Doctorem Aegidium Columnam explanarunt, facile princeps, die 15 febr. 1640 ortum habuit. Die 4 martii 1659 ordini Augustiniano suum dedit nomem, et an. 1661, iam theologiae studens, erat Papiae pro studentium magister. Inde an. 1662 remissus fuit Mediolanum ubi per tres annos in conventu S. Marci commoratus est; postea Bononiam missus fuit renuntiatus Lector. An. 1667 fit Caesenae Regens, et an. 1674, die 31 maii, S. Theol. Mag. in coenobio Perusino. In Capitulo gen. an. 1673, quo, Prior Generalis electus fuit P. M. Nicolaus Oliva, pro defunctis Ordinis orationem habuit; in Capitulo etiam gen. an. 1679, die 28 maii, theses theol. pro Collegio Perusino E.mo Card.li Columnae nuncupatas propugnavit P. Lector Clemens Avvolta, Cornetanus, sub assistentia R. P. M. Fr. Friderici Nic. Gavardi praefati Collegii Regentis: uterque autem optime se gessit, et P. Regens nedum in theologia scholastica, verum etiam in sacris Conciliis plurimum se versatum ostendit. (Analecta Aug., Vol. XI, p. 373). Item accidit in comitiis gen. an. 1685, quibus Fr. Bacc. Bernardinus Dom. Grugnetti de Gravellona in Collegio Neap. Lect. Logicae, theologicas theses defendit sub praesidio eiusdem Gavardi, praefati Collegii moderatoris, qui in tuendo potissime contra recentiores exantiquatam D. Protoparenti doctrinam tanti Patris verum se praebuit non minus filium quam imitatorem, omniumque ora in sui laudem convertit. (Idem, Vol. XII, p. 10). Iamdudum Neapolim incoluerat, et capitulo gen. Romano an. 1693 Terrae Laboris Provinciam ut discretus repraesentaverat. Inde vero Romam accersitus, non tantum Cardinalis Mariscotti theologus extitit, verum etiam a Summo Pontifice designatus fuit ut sacram Scripturam publice interpretaretur, quam cathedram ad 25 annos moderatus fuit. Laudatur a Philippo Argelati in biblioth. Script. Mediolanensium, a nostratibus Ossinger, p, 387 et Antonio Dom. Gandolfo, in suis Fiori Poetici , p. 111 propter Poesis peritiam et insignis oratoris nomen. Conciones habuit Veronae, Utini, Florentiae, Senis, Anconae, Neapoli, Viterbii et alibi. Acceptissimus fuit Cardinalibus Io. Nicolao Conti et praefato Henrico Noris, nec non eruditissimo Antonio Magliabechio, quamplurimisque sui aevi doctissimis viris. Tandem eximius vir, atque in omni fere scientiarum genere versatus, decubuit Romae, labore magis, quam aegritudine consumptus an. 1715, die 12 iunii, aetatis suae 76. Opera eius sunt:
1. Theologia exantiquata iuxta orthodoxam B. Ecclesiae Magistri Augustini doctrinam a Doctore fundatiss. B. Aegidio Columna Ord. Erem. S. Aug. expositam . Neapoli, Typ. Ant. Gramignani et Cam. Cavalli et Romae, ann. 1683-1696, Vol. 6 in fol., quae in XX tractatus compendiata a P. M. Benigno Sichrowsky eiusdem nostri Ord. Bohemiae Provinciali , edita fuit, Norimbergae 1720, Tomis 3 in 4°.
2. Quaestio IV de Hierarchia Ecclesiae militantis excerpta ex T. II, libri II Sententiarum Theologiae exantiquatae . Neapoli, 1690, in 4°. Typis Camilli Cavalli.
3. Philosophia vindicata ab erroribus philosophorum iuxta doctrinam B. P. Augustini Eccl. Doct. et B. Aegidii Columnae eiusd. Ordinis . Romae, ex typ. Buagni, 1701, in fol.
4. Index controversiarum B. Aegidii Columnae... super primum librum Sententiarum ad novam methodum reductum... ac E.mo et R.mo Principi D. Palutio de Alteriis... Disputabuntur publice in D. Augustini de Urbe... an. 1679 , mense maii... Romae, typis Varesii impressum, ff. 23-34. Est in cod. 897 (R. 3, 8) Bibl. Angelicae de Urbe.
5. Carmina quaedam edita e nostrate Gandolfo in Fiori Poetici , pp. 112-117.
6. Votum insigne adversus opus Petri de Marca de Concordia Sacerdotii et Imperii . Ms. et alia.
(Cfr. Lanteri, Postr. Saec. Sex R. A., T. III, p. 96; Hurter, Nomencl. Lit., T. IV, col. 680, et Lopez, in Addit. ad Crusenii Monasticon, T. III, p. 452).


Nella Francia del grand siècle il monachesimo, con le correnti e riforme cui diede origine, rivisse una straordinaria stagione. Il movimento di rinascita monastica post-tridentina si era già espresso in terra francese con la fondazione di una congregazione monastica, la Congregazione di saint Vanne di Verdun, i cui fondatori, rimasti vivamente impressionati durante un viaggio in Italia dalla regolarità di vita riscontrata a Montecassino, decisero di adottarne le costituzioni. Tale congregazione varcò presto le frontiere della sua patria d'origine, la Lorena, e annoverò tra i suoi membri eruditi come Agostino Calmet, valente esegeta e autore di un commento alla Regola di san Benedetto tuttora apprezzato. La sua espansione in altre regioni della Francia suggerì il proposito di dar vita a una nuova congregazione, quella di san Mauro, che deve la sua origine, nel 1621, all'opera di dom Gregorio Tarrisse (dom, abbreviazione di dominus, è l'appellativo usato dai monaci francesi). La Congregazione dei maurini conobbe un rapido sviluppo, fu divisa in sei province, annoverò 191 monasteri. Era retta da una legislazione molto prudente ed equilibrata, che associava all'impegno spirituale e liturgico quello intellettuale. La vita ascetica era seria ed esigente, spinta fino a un certo rigorismo penitenziale. Dom Tarrisse godette in Francia di grande prestigio ed esercitò un ruolo decisivo nella formazione spirituale di Jean-Jacques Olier, il grande autore ascetico del Seicento francese, ma soprattutto impresse uno sviluppo straordinario all'organizzazione degli studi ecclesiastici e monastici della sua congregazione con un programma preciso in fatto di corsi, biblioteche, lavori compiuti in comune. Il quartier generale di questa immensa operosità intellettuale, ammirata da tutto il mondo dei dotti, era l'abbazia parigina di Saint-Germain-des-Prés.
Questa applicazione così massiccia e programmata nel campo degli studi non mancò di sollevare critiche presso i sostenitori di concezioni monastiche diverse. E' il caso del fondatore dei trappisti, il famoso e focoso abate Rancé che compose al riguardo uno scritto polemico. Per incarico dei superiori, gli rispose il più illustre di tutti i monaci maurini,
Jean Mabillon, con il suo Trattato sugli studi monastici (1691). Va osservato che, ai fini propriamente spirituali, le considerazioni di Rancé erano più fondate in quanto rivolte alla formazione spirituale dei monaci e al compito loro spettante nella vita della Chiesa, mentre le indicazioni di Mabillon riguardavano specificamente l'ambito intellettuale. La polemica terminò con l'incontro e la rappacificazione dei due grandi monaci, ma sancì la presenza di diversi orientamenti nel mondo monastico del tempo, destinati a ripresentarsi nel periodo successivo.
Sarebbe troppo lungo enumerare tutte le opere edite dai maurini, ma vanno almeno ricordate le grandi edizioni, spesso insuperate, dei padri della Chiesa - prima fra tutte per l'importanza intrinseca e per i dibattiti dottrinali che sollevò l'edizione di sant'Agostino - poi confluite nell'Ottocento nelle due Patrologie del Migne; occorre menzionare anche la Gallia christiana in 13 volumi, gli Acta Sanctorum Ordinis Sancti Benedicti in 9 volumi, gli Annales Ordinis Sancti Benedicti in 6 volumi, l'Histoire littéraire de la France, continuata in seguito a opera delle pubbliche istituzioni. Anche dal punto di vista delle discipline ausiliarie i maurini lasciarono nei vari settori una traccia profonda: con il suo trattato De re diplomatica del 1681 il Mabillon gettava le basi dell'odierna critica storica al punto che il libro è stato definito una pietra miliare nella storia dello spirito umano. Certo, come nei maurini non compare più la visione provvidenzialistica della storiografia medievale basata sulla considerazione della historia salutis, così non figura ancora quello sforzo di ricostruzione storica di vasto respiro proprio della storiografia moderna. I maurini raccolsero fonti e pubblicarono testi, e i materiali da loro apprestati conservano nella maggioranza dei casi tutto il loro valore rendendo possibile quelle sintesi che erano allora premature.
L'ideale erudito dei maurini si diffuse in tutta l'Europa influendo sensibilmente anche sull'attività culturale dei monasteri austriaci e tedeschi e assicurando al cattolicesimo francese un primato indiscusso nel campo dell'erudizione sacra. Molto andò disperso nelle vicende della Rivoluzione francese, ma molto rimane ancora inedito. E che questa così accentuata preoccupazione intellettuale non avesse compromesso nei maurini il genuino spirito religioso lo si vide allorché, scoppiata la Rivoluzione francese, il loro superiore generale con quaranta monaci, veri confessori della fede affrontò serenamente il supplizio della ghigliottina. Dopo la Rivoluzione la Congregazione di san Mauro non risorse più, ma l'ideale di una comunità monastica dedicata agli studi di erudizione relativi alla tradizione della Chiesa esercitò un fascino profondo sul restauratore del monachesimo in Francia, l'abate Guéranger.
Anche in seno all'Ordine cistercense operavano in quest'epoca numerosi fermenti di rinnovamento. Sorsero movimenti di riforma - la Stretta Osservanza sopra ricordata - che trovarono la loro espressione più significativa nella corrente della Trappa. Già preceduta da qualche tentativo del genere, essa deve la sua origine al celebre abate Armand La Bouthillier de Rancé († 1700). Nato a Parigi nel 1626, egli aveva compiuto un ottimo corso di studi in cui aveva avuto come compagno Bossuet. Dopo una giovinezza un po' fatua, si era convertito e aveva deciso di ridar vita a un monastero di cui era abate commendatario, il monastero della Trappa, nel Perche. Allo scopo vi fece venire alcuni monaci, esponenti della Stretta Osservanza, dall'abbazia di Perseigne, dove egli stesso compì il suo noviziato, emise la professione e ricevette la benedizione abbaziale (1664). Se nella lotta tra le diverse osservanze dell'Ordine cistercense il cardinale Richelieu era stato eletto abate di Citeaux (1635), la costituzione In Suprema di Alessandro VII del 1666 riconosceva ufficialmente la Stretta Osservanza, formata ormai da 40 monasteri. Uno dei suoi principi basilari era l'astinenza perpetua dalle carni. Di fatto Rancé accentuò tale carattere di austerità nel vitto, nell'orario degli uffici, nell'ambiente di riposo con la durezza dei giacigli, nella pratica del silenzio, ne lavoro manuale, nelle umiliazioni volontarie. In tal modo il distacco reale dagli altri rami dell'Ordine cistercense cresceva sempre più, benché giuridicamente l'ordine fosse ancora uno solo sotto un solo abate generale.
Il movimento della Trappa, nonostante il suo accentuato indirizzo rigoristico, riscosse ampi consensi nell'opinione pubblica e suscitò l'ammirazione di tutta una società la quale riscopriva in tal modo alcuni dei valori più profondi della vita cristiana. I postulanti accorsero in gran numero ma Rancé non volle diventare il capo di una nuova congregazione monastica, tanto che tutte le fondazioni trappiste sono posteriori alla sua morte. Nelle turbolente vicende della Rivoluzione francese a tale corrente risale il merito di aver promosso l'ulteriore diffusione dell'Ordine cistercense in vari paesi. In quelle circostanze, infatti, il maestro dei novizi della Trappa, dom Agostino de Lestrange, nel 1790 cercava rifugio con 24 monaci nella certosa svizzera della Val Sainte. Costretto a fuggire anche di lì, insieme con numerosi giovani oblati dell'ordine percorse a piedi e su carri quasi tutta l'Europa centrale, giunse poi in Russia e approdò infine in America. Egli praticò e prescrisse un'ascesi ancora più severa di quella imposta dall'abate Rancé, ma il suo nome è legato specialmente a quella che è stata chiamata l'Odissea monastica del XIX secolo, premessa per l'ulteriore espansione della corrente della Trappa nell'epoca contemporanea.
Una diffusione molto più limitata, dovuta alla peculiarità della sua origine e della sua tradizione, ottenne un'altra congregazione monastica sorta in questo periodo, quella dei mechitaristi. Il suo fondatore, il Venerabile Pietro Mechitar, era un armeno che, nato nel 1676, aveva ricevuto un'accurata formazione teologica e ascetica in Oriente. Per propagare la fede cattolica nell'Armenia sottoposta ai musulmani, fondò a Costantinopoli una piccola comunità monastica, poi trasferita nei domini veneziani in Grecia. A causa della guerra greco-turca, nel 1715 tale comunità fu costretta a trasferirsi a Venezia, dove il governo veneziano le concesse l'isola di San Lazzaro nella quale i monaci mechitaristi, che avevano adottato nel frattempo la Regola di san Benedetto, risiedono tuttora. Nell'isola di San Lazzaro i monaci mechitaristi realizzarono un attivissimo focolaio di cultura e di spiritualità armena, divulgando l'importante patrimonio della loro letteratura religiosa con edizioni di alto livello scientifico. Divisi in due congregazioni, di Venezia e di Vienna, i mechitaristi contribuiscono oggi con i loro collegi all'educazione cristiana dei numerosi armeni sparsi in Occidente [Dall'età barocca alla Rivoluzione francese di Gregorio Penco O.S.B. - dal libro Il monachesimo – Mondadori]


DON FRANCESCO MOLES, nato a Napoli, figlio di don Diego, presidente della Real Camera e dell’unica figlia di Don Francesco Cacciuttolo da Procida, anche lui presidente, fu avvocato dei poveri, giudice della Vicaria e presidente della Real Camera.
Comprò il feudo di Parete da don Marico Caracciolo, principe della Torella, col titolo di duca, nel 1675 per 65.000 ducati, raggiunse alte cariche a Napoli, in Spagna, fu nominato gran cancelliere a Milano, divenne ambasciatore a Venezia, nel Portogallo, in Austria.
La moglie di questo personaggio, Maria Ursino, dei conti di Oppido e Pacentro, morì a Parete nel 1697 e fu sepolta a fianco dell'altare maggiore della chiesa parrocchiale. Il figlio di don Francesco Moles e di donna Maria Ursino, Giovanni Moles, che aveva sposato a Milano una Trivulzio, scomparve a Parete nel 1717 e fu sepolto come la madre dall'altra parte dell'altare maggiore.
Giovanbattista Pacichelli, teologo, giurista, diplomatico, uomo di lettere e storiografo nel suo Del Regno di Napoli in prospettiva, pubblicato nel 1703, scrisse: "Nel più fertile, et ameno sito della Campania Felice è situata la Terra di Parete otto miglia lungi da Napoli, e due d'Aversa, ella a tutte quelle che la circondano, non ha che cedere in fertilità di grani, vino, frutti, e tutto ciò ch'è necessario al sostegno dell'humana vita, adorna di giardini, belle strade, pianezza di sito, e buon genio d'habitanti; già fu posseduta dai signori Principi d'Avellino, et oggi è sotto il dominio dell'Eccellentissimo signor Reggente MOLES, che se ne fregia col titolo di DUCA".


Bagnasco, Carlo Gerolamo : del Carretto, marchese di vedi = L'assedio di Mommeliano (1690-1691) / a cura di Francesco Lemmi, Roma : Edizioni Roma, stampa 1935. - 141 p., [3] c. di tav. : ritr., ill. ; 22 cm.


-MATRIMONIO - VITA MATRIMONIALE - VITA CONIUGALE - NOZZE LEGITTIME
-MATRIMONIO NEL GENOVESATO (IN LIGURIA) DAL XVI SECOLO: LEGGE DALLA CHIESA E LEGGE DELLO STATO
-MATRIMONIO NEL GENOVESATO (NOZZE - SPONSALI): MATRIMONIO LEGITTIMO - MATRIMONIO CLANDESTINO - MATRIMONIO A SORPRESA - IMPEDIMENTO AL MATRIMONIO
-[ MATRIMONIO: DETTAMI DEL CONCILIO DI TRENTO ]
-[DOTTRINA DEL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO SECONDO IL CONCILIO TRIDENTINO]
-[CANONI SUL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO SECONDO IL CONCILIO TRIDENTINO]
-[CANONI SULLA RIFORMA DEL MATRIMONIO SECONDO IL CONCILIO TRIDENTINO]
-MATRIMONIO (MATRIMONIO RIPARATORE NELL'ETA' INTERMEDIA)
-MATRIMONIO: SIMBOLISMI DEL M. (ABITO DI NOZZE - VESTE DELLA SPOSA)
-IL MATRIMONIO AI TEMPI DI A. APROSIO BASAMENTO DEL SISTEMA SOCIO-ECONOMICO = SPONSALI, RIPUDIO, ANNULLAMENTO, IMPEDIMENTI, L'EPOCALE PROBLEMA DEL "MATRIMONIO CLANDESTINO - MATRIMONIO A SORPRESA"
-IL MATRIMONIO AI TEMPI DI ANGELICO APROSIO = VEDI QUI LA VOCE SPONSALI - MATRIMONIO - SPONSALIA DAL PRIMO TOMO DELL' EXAMEN ECCLESIASTICUM DI F. POTESTA'
-LE OTTO CAUSE PER CUI SI SCIOGLIEVA - ANNULLAVA UN MATRIMONIO AI TEMPI DI ANGELICO APROSIO = DAL PRIMO TOMO DELL' EXAMEN ECCLESIASTICUM DI F. POTESTA'
-LE COSE DA NON FARE - I PECCATI DA NON COMMETTERE PER VIVERE UN BUON MATRIMONIO AI TEMPI DI ANGELICO APROSIO = DAL PRIMO TOMO DELL' EXAMEN ECCLESIASTICUM DI F. POTESTA'
-MATRIMONIO = VOCI VARIE DALLA BIBLIOTHECA CANONICA,JURIDICA.... DI LUCIO FERRARIS
-MATRIMONIO: VARI IMPEDIMENTI AL MATRIMONIO = VEDI BIBLIOTHECA CANONICA,JURIDICA.... DI LUCIO FERRARIS
-MATRIMONIO : IL CONIUGIO, L'IMPOTENZA VIRILE E LA STERILITA' FEMMINILE NELL' INVESTIGAZIONE MEDICA LEGALE DEI SECOLI XVIII-XIX
- DAI TEMPI ANTICHI AI NUOVI = L'ANTICO ROMANO ISTITUTO DEL DIVORZIO - IL DIBATTITO SUL DIVORZIO - I PROVVEDIMENTI NAPOLEONICI - LA SUA MODERNA SANZIONE
-MATRIMONIO: COSTUMANZE CULTURALI DEL M.: EPITALAMI - EPITALAMIO (ANCHE CANTATE PER NOZZE - POESIE PER NOZZE: CARLO INNOCENZO FRUGONI)


Labbe, Philippe
(1607-1667) erudito, filologo, studioso di varie antichità di cui si propone l'elenco delle opere individuate:
Labbe, Philippe,1: Tomus primus. Historias, chronica, sanctorum, sanctarumque vitas, translationes, miracula, stemmata genealogica ... nunc primum ex mss. variarum bibliothecarum ccodicibus eruta copiose ac plena manu repraesentans. Opera ac studio Philippi Labbe, .. Parisiis: Cramoisy, Sebastien & Cramoisy, Gabriel, 1657
Labbe, Philippe,Graeca prosodia fuse' ac compendio tradita, cum Dialectis poeticis & scribentium Graeca carmina asylo tutissimo. ... Opera P. Philippi Labbe Biturici, e Societate Iesu, Parisijs: Cramoisy, Sebastien & Cramoisy, Gabriel, 1653
Labbe, Philippe,Pharus Galliae antiquae. Ex Caesare, Hirtio, Strabone, Plinio, Ptolomaeo, itinerarijs, notitijs, & c. Quadripertito indice geographico comprehensa. ... Auctore P. P. Philip. Labbe .. Molinis: Vernoy, Pierre, 1644
Labbe, Philippe,Tableaux genealogiques de la maison royale de France: et le blazon royal des armoires des roys, reynes, dauphins, ... Traictees d'une facon nouvelle & aisee par P. Labbe A La Haye: Vlacq, Adriaen, 1654
Labbe, Philippe<1607-1667>, Claudij Galeni Chronologicum Elogium, r.p. Philippo Labbeo scriptore: cum Iacobi Mentelij v.c. ad eundem Epistola, Parisijs, 1660
Glycas, Michael, Tou Kyrou Michael Glyka Sikeliotou Biblos chronike. Michaelis Glycae Siculi, Annales, a mundi exordio usque ad obitum Alexii Comneni imper. Quatuor in partes tributi. Philippus Labbe ... edidit : Joannis Leuunklavii Amelburni interpretationem recensuit ... Venetiis: Javarina, Bartolomeo, 1729 Labbe, Philippe<1607-1667>, Conspectus nouae editionis omnium operum S. Ioannis Damasceni monachi et presbyteri, in quatuor tomos tributorum. Cura & studio Philippi Labbe Biturici, Societate Iesu presbyteri Parisiis: Cramoisy, Sebastien & Cramoisy, Gabriel, 1652
Labbe, Philippe<1607-1667>, Apparatus primus, Venetiis, 1733
Labbe, Philippe<1607-1667>, Ad sacrosancta concilia a Philippo Labbeo et Gabriele Cossartio Soc. Jesu presbyteris edita apparatus alter, quo quae continentur, sequens syllabus indicat, Venetiis, 1728
Dexippus, Publius Herennius, Dexippi, Eunapii, Petri Patricii, Prisci, Malchi, Menandri Historiarum quae supersunt e recensione Imm. Bekkeri et B.G. Niebuhrii C.F. cum versione latina per Io. Classenum emendata. Accedunt Eclogae Photii ex Olympiodoro, Candido, Nonnoso et Theophane, et Procopii Sophistae panegyricus, Graece et Latine, Prisciani panegyricus, annotationes Henr. Valesii, Labbei et Villoisonis, et indices Classeni Bonnae: ThormannWeber, 1829
Labbe, Philippe,Thesaurus epitaphiorum veterum ac recentium, selectorum ex antiquis inscriptionibus, omnique scriptorum genere: non sine delectu & ingenioso ordine ante 20. & quod excurrit annos in partes tributus duodecim: opera ac studio R.P. Philippi Labbe Bit. S.I. publicam emissus in lucem Parisijs: Meturas, Gaspard, 1666
Labbe, Philippe<1607-1667>, La geographie royalle, presentee au roy tres chretien Louis 14. par le P. Philippe Labbe ..., Lyon: Guillimin, Pierre, 1681
Labbe, Philippe,Methode pour apprendre la geographie uniuerselle. Auec un abrege historique & geographique de toutes les provinces & villes de France. Et une table generale tres-exacte de tous les mots des royaumes .. A Lyon: Bruyset freres, 1721
Labbe, Philippe,Philippi Labbei ... Noua Bibliotheca mss. librorum, siue Specimen antiquarum lectionum Latinarum et Graecarum in quatuor partes tributarum, cum coronide duplici,poetica et libraria, ac supplementis decem Parisijs [Parigi]: Henault, Jean, 1653
Notitia dignitatum Imperii Romani, ex noua recensione Philippi Labbe Biturici Soc. Iesu presbyteri. Cum pluribus aliis opusculis, indicibus ac notis, Parisiis: Cramoisy, Sebastien Imprimerie Royale , 1651
Labbe, Philippe,Regulae accentuum et spirituum Graecorum nouo ordine in faciliores & difficiliores, pro captu scholasticorum, distributae. Quibus additae sunt nonnullae obseruationes omnibus Graecae linguae studiosis vtilissimae. Item dialecti apud oratores vsurpatae, a poeticis seiunctae. / Opera P. Philippi Labbe Biturici Societatis Iesu Parisiis: Henault, Mathurin & Henault, Jean, 1645
Labbe, Philippe,La geographie royalle, presentee au tres-chrestien roy de France et de Nauarre. Louys 14. par le P. Philippe Labbe de la Compagnie de Iesus. Avec le tableau de la France. Et vne table tres-exacte de tous les mots de royaumes .. A Paris: Henault, Mathurin, 1653
Labbe, Philippe,La grande et petite methode pour apprendre la chronologie et l'histoire tant sacree que prophane. ... / Par le R.P. Philippe Labbe, .., A Paris: Meturas, Gaspard <1.> & Meturas, Gaspard <2.>, 1664
Labbe, Philippe,Tableaux genealogiques de la maison royale de France. Et des six Pairies Laiques; Bourgogne, Normandie, Guyenne, Tolose, Flandre, Champagne / dediee au roy tres-chrestien par le R. pere Philippe Labbe, de la Compagnie de Iesus A Paris: Meturas, Gaspard <1.> & Meturas, Gaspard <2.>, 1664
Labbe, Philippe,Thesaurus epitaphiorum veterum ac recentium selectorum ex antiquis inscriptionibus, omnique scriptorum genere. Non sine delectu & ingenioso ordine ante 20. & quod excurrit annos in partes tributus duodecim, opera ac studio R.P. Philippi Labbe Bit. S.I. publicam emissus in lucem Parisijs: Horthemels, Daniel, 1686
Labbe, Philippe,Nouae bibliothecae manuscript. librorum tomus primus [-secundus] ... Opera ac studio Philippi Labbe, Biturici, Societ. Iesu praesbyteri. D.D.D. illustrissimo viro Nicolao Fucquetio regio in Parisiensi senatu procuratori, & summo Gallici aerarij praefecto Parisiis: Cramoisy, Sebastien & Cramoisy, Gabriel, 1657
Labbe, Philippe, 2: Rerum Aquitanicarum, praesertim Bituricensium, vberrima collectio. Historias, chronica, vitas sanctorum, ... nunc primum ex mss. codicibus eruta, copiose repraesentans. Opera ac studio Philippi Labbe, .. Parisiis: Cramoisy, Sebastien & Cramoisy, Gabriel, 1657
Labbe, Philippe, Sanctorum conciliorum et decretorum collectio nova, seu collectionis conciliorum / a pp. Philippo Labbeo, & Gabrile Cossartio soc. Jesu presbyteris ; primum vulgati, dein emendatioris, et amplioris opera Nicolai Coleti sacerdotis Venetiis recusi supplementum, in quo additamenta, variantes lectiones, emendationes ad concilia veneto-labbeana; nova itidem concilia, ac decreta permulta exibentur. Omnia ex editis & m.ss. codicibus undique quisitis gricis latinisque, collegit, digessit, additisque prifationibus, notis, dissertationibus historicis, criticis, chronologicis, dogmaticis illustravit Joannes Dominicus Mansi lucensis .. Lucca, 1748-1752
Labbe, Philippe,Bibliotheca bibliotecarum curis secundis auctior. Accedit Bibliotheca nummaria in duas partes tributa ... cum Mantissa antiquariae supellectilis ... Cura & studio R.P. Philippi Labbe .. Parisiis: Billaine, Louis, 1664
Roberto : Bellarmino , 7: De scriptoribus ecclesiasticis liber unus. Auctore Roberto S.R.E. Cardinale Bellarmino Societatis Jesu. Accessit Dissertatio philologica & historica Philippi Labbe., Venetiis: Zane, Cristoforo, 1728
Labbe, Philippe,Histoire du Berry abbrege'e dans l'eloge panegyrique de la ville de Bourges capitale dudit pais. Presente a monseigneur Le Prince. Par le P. Philippe Labbe, de la Compagnie de Iesus A Paris: Meturas, Gaspard, 1647
Labbe, Philippe,L' abrege royale de l'alliance chnologique de l'histoire sacree et profane, des patriarches, iuges, & rois de l'Ancien Testament, des souuerains pontifes de l'EglisE , des impereurs ... Par le r. p. Philippe Labbe .. A Paris, 1651-1664
Labbe, Philippe,Aristotelis et Platonis graecorum interpretum typis hactenus editorum brevis conspectus. Ex Athenaeo Philosophico, seu Bibliotheca Aristotelis & Platonis interpretum omniumque cuiuscumque sectae philosophorum, qui Graece aliquid scripsisse noscuntur, aut praelo excusum, aut in mss. codicibus ad hunc vsque diem reconditum. Cura & studio Philippi Labbe, Biturici, e Soc. Iesu Lutetiae Parisiorum: Cramoisy, Sebastien, 1657
Labbe, Philippe,Catalogus librorum omnium, quos hactenus in lucem emisit, aut sub praelo habet Philippus Labbe, Bituricus, Societ. Iesu presbyter, ab amico collectus, atque editus, Lutetiae Parisiorum: Cramoisy, Sebastien, 1656
Labbe, Philippe,Eruditae pronuntiationis Catholici indices. Opus omnibus, qui vel ex scripto vel memoriter; ex plano vel suggestu ; in choro, scholis, triclinio ; publicis privatisve congressibus, latine loqui, recitare, ac perorare debent, omnino necessarium Londini: Rivington, F. C. & Rivington, J., 1771
Labbe, Philippe,Pouillie general, contenant les benefices de l'archeuesche' de Tours. Et des dioceses d'Angers, Dol, Kymper-Corentin, Mans, Nantes, Rennes, S. Brieu, S. Malo, S. Pol de Leon, Triguier, Vannes. Auec aussi les abbayes, prieures, doyennez, chapitres, cures, chapelles, ... Le tout selon les memoires pris sur les originaux desdits dioceses & registres du Clerge de F A Paris: chez Geruais Alliot, au Palais, deuant la Chapelle de Saint Michel: Alliot, Gervais, 1648
Labbe, Philippe,Pouillie general, contenant les benefices de l'archeuesche' de Bordeaux. Et des dioceses d'Agen, Condom, Eugoulesme, Lucon, Maillezais, Perigueux, Poictiers, Xaintes, Sarlat. Auecaussi les abbayes, prieures, doyennez, chapitres, cures, chapelles, ... Le tout selon les memoires pris sur les originaux desdits dioceses & registres du Clerge de France, ainsi qu' ils ont este ordonnez en l'assemblee de Mante l'an 1641. .. A Paris: chez Geruais Alliot, au Palais, deuant la Chapelle de Saint Michel: Alliot, Gervais, 1648
Labbe, Philippe,Pouillie general, contenant les benefices de l'archeuesche' de Paris. Et des dioceses de Chartres, Orleans & Meaux. Auec aussi abbayes, prieures, doyennez, chapitres, cures, chapelles, ... Le tout selon les memoires pris sur les originaux desdits dioceses & registres du Clerge de France, ainsi qu' ils ont este ordonnez en l'assemblee de Mante l'an 1641. .. A Paris: chez Geruais Alliot, au Palais, deuant la Chapelle de Saint Michel: Alliot, Gervais, 1648
Labbe, Philippe,Pouillie general, contenant les benefices de l'archeuesche' de Lyon. Et des dioceses d'Autun, Challon sur Saone, Langres, Mascon. Auec aussi les abbayes, prieures, doyennez, chapitres, cures, chapel, ... Le tout selon les memoires sur les originaux desdits dioceses & registres du Clerge de F A Paris: chez Geruais Alliot, au Palais, deuant la Chapelle de Saint Michel: Alliot, Gervais, 1648
Labbe, Philippe,Pouillie general, contenant les benefices de l'archeuesche'de Bourges. Et des dioceses d'Alby, Chaors, Castres, Clermont, Limoges, Mende, Le Puy Nostre Dame, Rodez, S. Flour, Tulles, Vaabres. Auec aussi les abbayes, prieures, doyonnez, chapitres, cures, chapelles, ... Le tout selon les memoires pris sur les originaux desdits dioceses & registres du Clerge de France, ainsi qu' ils ont este ordonnez en l'assemblee de Mante l'an 1641. .. A Paris: chez Geruais Alliot, au Palais, deuant la Chapelle de Saint Michel: Alliot, Gervais, 1648
Labbe, Philippe,Pouillie general contenant les benefices de l'archeuesche' de Sens. Et des dioceses de Troyes, Auxerre & Neuers. Auec aussi les abbayes, prieures, doyennez, chapitres, cures, chapelles, ... Le tout selon les memoires pris sur les originaux desdits dioceses & registres du Clerge de France, ainsi qu' ils ont este ordonnez en l'assemblee de Mante l'an 1641. .. A Paris: chez Geruais Alliot, au Palais, deuant, la Chapelle de Saint Michel: Alliot, Gervais, 1648
Labbe, Philippe,Pouillie general, contenant les benefices de l'archeuesche' de Rouen. Et des dioceses d'Auranches, Bayeux, Coutance, Eureux, Lisieux, Seez. Auec aussi les abbayes, prieures, doyonnez, chapitres, cures, chapelles, ... Le tout selon les memoires pris sur les originaux desdits dioceses & registres du Clerge de France, ainsi qu' ils ont este ordonnez en l'assemblee de mante l'an 1641. .. A Paris: chez Geruais Alliot, au Palais, deuant la Chapelle de Saint Michel: Alliot, Gervais, 1648
Labbe, Philippe,Pouillie general, contenant les benefices de l'archeuesche' de Rheims. Et des dioceses de Chaalons, Senlis, Soissons, Noyon, Laon, Beauuais, Amiens, Boulogne & Arras, en dependans. Auec aussi les abbayes, prieures, doyennez, chapitres, cures, chapelles, ... Le tout selon les memoires pris sur les originaux desdits dioceses& registres du Clerge de F A Paris: chez Geruais Alliot, au Palais, deuant la Chapelle de Saint Michel: Alliot, Gervais, 1648
Labbe, Philippe<1607-1667>, Vita Claudii Galeni, pergameni, medicorum principis, ex propriis operibus collecta, per r.p. Phil. Labbeum, Soc. Iesu presbyterum ... Parisii : apud Guillelmum Benard, via Iacobaea e regione collegij soc. Iesu, 1660 Benard, Guillaume
Labbe, Philippe,La geographie royalle, presentee au roy tres chretien Louis 14. Par ... Philippe Labbe ... Avec une Table des Chapitres, & un Traite des Mots .., A Lyon: Molin, Antoine, 1681
Labbe, Philippe,*Bibliotheca bibliothecarum curis secundis auctior : Accedit Bibliotheca nummaria in duas partes tributa, I. de antiquis numismatibus, II. de monetis ponderibus & mensuris ... / Cura & studio ... Philippi Labbe Parisiis, 1664
Labbe, Philippe,Sanctorum conciliorum et decretorum collectio nova, seu collectionis conciliorum a pp. Philippo Labbeo, & Gabriele Cossartio ... primum vulgatae, dein emendatioris, et amplioris opera Nicolai Coleti sacerdotis Venetiis recusae supplementum, in quo additamenta, variantes lectiones ... nova itidem concilia, ad decreta exhibentur. Omnia ex editis et m. ss. codicibus undique quaesitis graecis latinisque, collegit ... Joannes Dominicus Mansi ... Tomus primus (-sextus) Lucae: Salani, Giuseppe & Giuntini, Vincenzo, 1748-1752
Labbe, Philippe,1: Tomus primus a saeculo christiano 1. ad annum 1073, Lucae, 1748
Labbe, Philippe,2: Tomus secundus ab anno 1074 ad annum 1271, Lucae, 1748
Labbe, Philippe,3: Tomus tertius ab anno 1272 ad annum 1415, Lucae, 1749
Labbe, Philippe,4: Tomus quartus ab anno 1415 ad annum 1437, Lucae, 1750
Labbe, Philippe,5: Tomus quintus ab anno 1415 ad annum 1600, Lucae: ex typographia Josephi Salani, & Vincentii Junctinii, 1751
Labbe, Philippe,6: Tomus sextus ab anno 1599 ad annum 1720, Lucae: ex typographia Josephi Salani, & Vincentii Junctinii, 1752
Labbe, Philippe,Concordia chronologica a Philippo Labbeo Biturico e Societate Jesu concinnata, & in duas partes tributa, technicam et historicam: quarum posteriorem absolvit Philippus Brietius ejusdem Societatis, ab anno 1201. ad A. 1666. .. Parisiis: Imprimerie Royale , 1670
Labbe, Philippe,[1]: Cronologiae technicae pars prima, Parisiis, 1670
Labbe, Philippe,[2]: Philippi Labbei ... Chronologiae technicae pars secunda, Parisiis, 1670
Labbe, Philippe,[3]: Philippi Labbei ... Chronologiae historicae pars prima, Parisiis, 1670
Labbe, Philippe,[4]: Philippi Labbei ... Chronologiae historicae pars secunda, Parisiis, 1670
Briet, Philippe <1601-1668>, [5]: Philippi Labbei ... Chronologiae historicae pars tertia, Parisiis: Mabre- Cramoisy, Sebastien, 1670
Labbe, Philippe,La geographie royalle, presentee au tres- chrestien roy de France et de Nauarre, Louys 14. Par le p. Philippe Labbe de la Compagnie de Iesus. Auec le tableau de la France. Et une table tres- exacte de touts le mots de royannes, pays, peuples, .. A Lyon, 1658
Labbe, Philippe,Abbrege de la sphere, reduit par une methode tres- courte & tres- aisee en douze petits Chapitres, auec quelques Aduis tres- importans. Par le p. Philippe Labbe ...,A Lyon : chez Hierosme de la Garde, en rue Merciere a l' Esperance, 1658
Kuster, Ludolf <1670-1716>, Lud. Kusterus De vero usu verborum mediorum, eorumque differentia a verbis activis & passivis. Item, veteres poetae citati ad P. Philippi Labbei De Ancipitum graecarum vocalium in prioribus syllabis mensura confirmandum sententiam. Sive index vocabolorum in quibus anceps vocalis pro longa habenda est. Opera & cura Edwardi Leedes, ... Londini & J. Nichols impensis J. & F. Rivington, in Coemeterio Paulino: Bowyer, William <2.>Nichols, J., 1773
Labbe, Philippe,Regulae accentuum et spirituum graecorum. Nouo ordine in faciliores & difficiliores, pro captu scholasticorum, distributae. Quibus additae sunt nonnullae obseruationes, omnibus Graecae linguae studiosis vtilissimae. Item dialec Flexiae: Griveau, George, 1648
Labbe, Philippe,Heroicae poeseos deliciae ad unius Virgilli imitationem. Ex summis poetis Sannazario, Buchanano, Vida ... Selegit, recensuit, emendauit Philippus Labbe .., Parisiis: Meturas, Gaspard, 1646
Concilio di Trento <1545-1563>, Sacrosancti et oecumenici Tridentini Concilii ... Canones et decreta. Ex editione Lovaniensi anni 1567. Accesserunt 1. Christianorum principum ad sacrum concilium Tridentinum litera & mandata. ... Omnia nunc castigatiora pluribusque partibus auctiora ac locupletiora prodeunt opera & studio Philippi Labbe, .. Lutetiae ParisiorumLutetiae Parisiorum: Societas Typografica librorum officii ecclesiastici ex decreto concilii Tridentini, 1667
Labbe, Philippe, Notitia dignitatum omnium, tam civilium quam militarium, imperii romani, ex nova recensione Philippi Labbe Biturici cum pluribus aliis opusculis, indicibus ac notis, Venetiis: Javarina, Bartolomeo, 1729
Labbe, Philippe,Philippi Labbe Biturici ... De scriptoribus ecclesiasticis, quos attigit eminentiss. s.r.e. card. Robertus Bellarminus, philologica et historica dissertatio ... duobus tomis Parisiis: Cramoisy, Sebastien, 1660
Procopius : Caesariensis, De Byzantinae historiae scriptoribus / [Philippus Labbe], Venetiis: ex typographia Bartholomaei Javarina: Javarina, Bartolomeo, 1729
Roberto : Bellarmino , Roberti Bellarmini ... De scriptores ecclesiasticis liber vnus. Adiunctis indicibus vndecim, & breui chronologia ab orbe condito vsque ad annum 1612. Vltima editio a mendis praecedentium sedulo ac diligenter expurgata. Cum appendice philologica & chronologica r.p. Philippi Labbe, .. Parisiis: Cramoisy, Sebastien, 1658
Labbe, Philippe,R.P. Philippi Labbe, Biturici, ... Sexdecim librorum initia, integrae illorum editioni publicam in lucem praemissa instar speciminis. Ad illlustrissimum ac Ecclesiae principem D.D. Petrum De Marca, archiepiscopum Tolosanum, .. Parisijs: Cramoisy, Claude <159.-1680>, 1662
Labbe, Philippe,Succinta demonstratio de anno, mense, ac die dominicae Passionis ac Natiuitatis: a R.P. Philippo Labbe, Biturico, Societatis Iesu, iam ab annis 1638. & 1654. in lucem emissa. Praemittuntur pronuntiata vndecim, quibus sententia verior stabilitur [Parigi]: Henault, Jean
Labbe, Philippe,Anni 1661. bibliographia RR. PP. Societatis Iesu. In regno Franciae libros omnes ab illis eo anno editos, diligenter repraesentans. Cum antecessione librorum anni 1662, Parisijs: Benard, Simon <1.>, 1662
Labbe, Philippe,Catalogus librorum omnium quos hactenus in lucem emisit, aut sub praelo habet Philippus Labbe, Bituricus, Societatis Iesu presbyter, ab amico collectus, atque editus, Parisijs: Benard, Simon <1.>, 1662
Labbe, Philippe,Les etymologies de plusieurs mots francois, contre les abus de la secte des Hellenistes du Port-Royal. Sixiesme partie des racines de la langue Grecque du R. P. Philippe Labbe, de la Compagnie de Iesu A Paris: Benard, GuillaumeBenard, Simon <1.>, 1661
Labbe, Philippe,Emendatae pronuntiationis catholici indices denuo recusi, aucti, castigati: cum erudito Sacrae Scripturae lectore, gemino indice vocum difficiliorum, et 43 philologicis, siue analectis prosodicis R. P. Philippi Labbe, Bit. Societatis Iesu, opus ... maxime necessarium Parisiis: Cramoisy, Sebastien, 1661
Labbe, Philippe,2: Dissertationis philologicae de scriptoribus ecclesiasticis, quosattigit eminentiss. s.r.e. card. Robertus Bellarminus, tomus secundus. Auctore Phil. Labbe .., Parisiis: Cramoisy, Sebastien, 1660
Labbe, Philippe,Bibliotheca bibliothecarum curis secundis auctior. Accedit bibliotheca nummaria in duas partes tributa. 1. De Antiquis numismatibus. 2. De Monetis, ponderibus & mensuri cum mantissa antiquariae supellectilis ex annulis, ... cura & studio R.P. Philippi Labbe ... Additus Joann. Seldeni Angli liber de Nummis Rothomagi excudebat Antonius Maurry: Billaine, LouisMaurry, Antoine, 1678
Labbe, Philippe,Sacrosancta concilia ad regiam editionem exacta quae nunc quarta parte prodit auctior studio Philip. Labbei, & Gabr. Cossartii Soc. Jesu presbyterorum, Lutetiae Parisiorum: Piget, Jacques Marcher, Geoffroy Billaine, Louis osse, Georges Du Puis, Jean Le Petit, Pierre Mabre- Cramoisy, Sebastien Bechet, Denis Martin, Edme veuve Clopejau, Gabriel & Clopejau, Nicolas Le Be, Guillaume <3.>Societas Typografica librorum officii ecclesiastici ex decreto concilii Tridentini, 1672
Labbe, Philippe,1: Tomus primus Ab initiis aerae christianae ad annum 324, Lutetiae Parisiorum: Societas Typografica librorum officii ecclesiastici ex decreto concilii Tridentini, 1671
Labbe, Philippe,3: Tomus tertius ab anno 431. ad annum 450, Lutetiae ParisiorumLutetiae Parisiorum: Iosse, GeorgesSocietas Typografica librorum officii ecclesiastici ex decreto concilii Tridentini, 1671
Labbe, Philippe,4: Tomus quartus ab anno 451. ad annum 535, Lutetiae ParisiorumLutetiae Parisiorum: Iosse, GeorgesSocietas Typografica librorum officii ecclesiastici ex decreto concilii Tridentini, 1671
Labbe, Philippe,5: Tomus quintus ab anno 536. ad annum 648, Lutetiae ParisiorumLutetiae Parisiorum: Iosse, GeorgesSocietas Typografica librorum officii ecclesiastici ex decreto concilii Tridentini, 1671
Labbe, Philippe, 2: Tomus secundus Ab anno 325. ad annum 430, Lutetiae ParisiorumLutetiae Parisiorum: Iosse, GeorgesSocietas Typografica librorum officii ecclesiastici ex decreto concilii Tridentini, 1671
Labbe, Philippe,6: Tomus sextus ab anno 649. ad annum 787, Lutetiae ParisiorumLutetiae Parisiorum: Iosse, GeorgesSocietas Typografica librorum officii ecclesiastici ex decreto concilii Tridentini, 1671
Labbe, Philippe,7: Tomus septimus ab anno 787. ad annum 847, Lutetiae ParisiorumLutetiae Parisiorum: Iosse, GeorgesSocietas Typografica librorum officii ecclesiastici ex decreto concilii Tridentini, 1671
Labbe, Philippe,11.1: Tomi 11. pars 1. Ab anno 1198. ad annum 1284, Lutetiae Parisiorum: Societas Typografica librorum officii ecclesiastici ex decreto concilii Tridentini, 1671
Labbe, Philippe,8: Tomus octavus ab anno 847. ad annum 871, Lutetiae ParisiorumLutetiae Parisiorum: Iosse, Georges Societas Typografica librorum officii ecclesiastici ex decreto concilii Tridentini, 1671
Labbe, Philippe,9: Tomus nonus ab anno 872. ad annum 1073, Lutetiae Parisiorum: Iosse, Georges Societas Typografica librorum officii ecclesiastici ex decreto concilii Tridentini, 1671
Labbe, Philippe,10: Tomus decimus ab anno 1073. ad annum 1197, Lutetiae ParisiorumLutetiae Parisiorum: Iosse, Georges Societas Typografica librorum officii ecclesiastici ex decreto concilii Tridentini, 1671
Labbe, Philippe, 11.2: Tomi 11. pars 2. Ab anno 1285. ad annum 1413, Lutetiae ParisiorumLutetiae Parisiorum: Iosse, Georges Societas Typografica librorum officii ecclesiastici ex decreto concilii Tridentini, 1671 Labbe, Philippe, 12: Tomus duodecimus ab anno 1414. ad annum 1438, Lutetiae Parisiorum: Societas Typografica librorum officii ecclesiastici ex decreto concilii Tridentini, 1672
Labbe, Philippe,[16]: Ad sacrosancta concilia a Philippo Labbeo et Gabriele Cossartio Soc. Jesu presbyteris edita apparatus, quo quae continentur, sequens syllabus indicat, Lutetiae Parisiorum: Mariette, Pierre <2.>Societas Typografica librorum officii ecclesiastici ex decreto concilii Tridentini, 1672
Labbe, Philippe,13: Tomus decimustertius ab anno 1438. ad annum 1511, Lutetiae ParisiorumLutetiae Parisiorum: Iosse, GeorgesSocietas Typografica librorum officii ecclesiastici ex decreto concilii Tridentini, 1672
Labbe, Philippe,14: Tomus decimusquartus ab anno 1512. ad annum 1545. Quo inchoatum est concilium Trident. absolutum ann. 1563, Lutetiae Parisiorum: Iosse, Georges Societas Typografica librorum officii ecclesiastici ex decreto concilii Tridentini, 1672
Labbe, Philippe,15: Tomus decimusquintus ab anno 1550. ad annum 1664, Lutetiae Parisiorum: Societas Typografica librorum officii ecclesiastici ex decreto concilii Tridentini, 1672
Labbe, Philippe,Conciliorum generalium nation. prouinc. dioeces. cum vitis epistolisque Rom. Pontificum, historica synopsis; amplissimae collectionis, quae singulari studio 14. aut 15. tomis paratur, prima delineatio. Proponente, atque ad symbolam inuitante omnes per orbem eruditos, Philippo Labbe, Biturico, Societatis Iesu theologo Lutetiae Parisiorum: Societas Typografica librorum officii ecclesiastici ex decreto concilii Tridentini, 1661
Glycas, Michael, Tou Kyrou Michael Glyka Sikeliotou Biblos chronike. Michaelis Glycae Siculi, Annales, a mundi exordio usque ad obitum Alexii Comneni imper. Quatuor in partes tributi. Philippus Labbe ... edidit : Joannis Leuunklavii Amelburni interpretationem recensuit ... Venetiis: Javarina, Bartolomeo, 1729
Labbe, Philippe,Bibliotheca bibliothecarum curis secundis auctior. Accedit bibliotheca nummaria in duas partes tributa. 1. De antiquis numismatibus. 2. De monetis, ponderibus & mensuris cum mantissa antiquariae supellectilis ex annulis, ... Romanae praesertim antiquitatis monimentis collecta. Cura & studio R. P. Philippi Labbe Rothomagi excudebat Thomas Maurry: Maurry, Thomas Billaine, Louis, Bibliopolae Parisiis
Labbe, Philippe,R.P Philippi Labbe Biturici ... Regia epitome historiae sacrae ac profanae in qua patriarchae, iudices, reges iudaei, Romani ... aliaque plurima ad fanioris canones exacta breuiter repraesentantur .. Parisiis: Meturas, Gaspard, 1654
De Byzantinae historiae scriptoribus, sub felicissimis Ludouici 14. Francorum ac Nauarraeorum regis christianissimi auspiciis publicam in lucem e Luparaea typographia emittendis: ad omnes per orbem eruditos Protreptikon. Proponente Philippo Labbe Biturico ... Parisiis: Imprimerie Royale Cramoisy, Sebastien, 1647-1648
Glycas, Michael, Tou kypou Michael Glyka Sikeliotou Biblos chonike / Philippus Labbe, Bituricus, Soc. Iesu theologus, Graecum textum, ex pluribus mss. codicibus primus in lucem edidit: Ioannis Lewnklavii Amelburni interpretationem recensuit, atq, emendauit: indicem ex ms. Fontisebraldensi praemisit, Latineque reddidit: annotationes subiecit ... Parisiis, 1660
Labbe, Philippe,Sacrosancta concilia ad regiam editionem exacta quae olim quarta parte prodiit auctior studio Philip. Labbei, & Gabr. Cossartii ... nunc vero integre insertis Stephani Baluzii, & Joannis Harduini additamentis, praeterea undecunque conquisitis monumentis, notis insuper ac observationibus, firmiori fundamento conciliorum epochas praecipue fulci Venetiis: Coleti, SebastianoAlbrizzi, Giovanni Battista <1709- >, 1728-1733
Labbe, Philippe,2: Tomus secundus ab anno 325. ad annum 401, Venetiis, 1728
Labbe, Philippe,5: Tomus quintus ab anno 452. ad annum 551, Venetiis, 1728
Labbe, Philippe,6: Tomus sextus ab anno 553. ad annum 648, Venetiis, 1729
Labbe, Philippe,7: Tomus septimus ab anno 649. ad annum 687, Venetiis, 1729
Labbe, Philippe,8: Tomus octavus ab anno 687. ad annum 787, Venetiis, 1729
Labbe, Philippe,10: Tomus decimus ab anno 858. ad annum 871, Venetiis, 1730
Labbe, Philippe,11: Tomus undecimus ab anno 872. ad annum 1054, Venetiis, 1730
Labbe, Philippe,13: Tomus decimus tertius ab anno 1153. ad annum 1242, Venetiis, 1730
Labbe, Philippe,14: Tomus 14. Ab anno 1243. ad annum 1310, Venetiis, 1731
Labbe, Philippe,15: Tomus 15. Ab anno 1311. ad annum 1413, Venetiis, 1731
Labbe, Philippe,16: Tomus decimus sextus. Ab anno 1414. ad annum 1418, Venetiis, 1731
Labbe, Philippe,17: Tomus decimus septimus. Ab anno 1415. ad annum 1439, Venetiis, 1731
Labbe, Philippe,18: Tomus decimus octavus. Ab anno 1438. ad annum 1439, Venetiis, 1732
Labbe, Philippe,19: Tomus decimus nonus. Ab anno 1438. ad annum 1549, Venetiis, 1732
Labbe, Philippe,20: Tomus vigesimus. Ab anno 1545. ad annum 1565, Venetiis, 1733
Ad sacrosancta concilia a Philippo Labbeo et Gabriele Cossartio ... edita apparatus primus 0-altere, Venetiis: Coleti, Sebastiano Albrizzi, Giovanni Battista <1709- >, 1733
Labbe, Philippe,1: Tomus primus ab initiis aerae christianae ad annum 324, Venetiis, 1728
Labbe, Philippe,3: Tomus tertius ab anno 402. ad annum 431, Venetiis, 1728
Labbe, Philippe,4: Tomus quartus ab anno 431. ad annum 451, Venetiis, 1728
Labbe, Philippe,9: Tomus nonus ab anno 787. ad annum 858, Venetiis, 1729
Labbe, Philippe,12: Tomus duodecimus ab anno 1055. ad annum 1153, Venetiis, 1730
Labbe, Philippe,21: Tomus vigesimus primus. Ab anno 1565. ad annum 1727, Venetiis, 1733
Glycas, Michael, Tou kyrou Micha el Glyka Sikeliotou Biblos chronike. Michaelis Glycae Siculi, annales, a mundi exordio vsque ad obitum Alexii Comneni imper. Quatuor in partes tributi. Philippus Labbe, ... Graecum textum, ex pluribus mss. codicibus primus in lucem edidit: Ioannis Lewnklauii Amelburni interpretationem recensuit, atque emendauit: .. Parisiis: Cramoisy, Sebastien Imprimerie Royale , 1660


Ghilini, Girolamo, Hieronymi Ghilini ... Practicabiles casuum conscientie resolutiones breuissimis conclusionibus explicatae, Mediolani, apud Ghisulphum, 1636
Ghilini, Girolamo, Annali di Alessandria. Ouero le cose accadute in essa citta nel suo e circonuicino territorio dall'anno dell'origine sua sino al 1659 ... Con due tauole ... A della Patria composti, e publicati da Girolamo Ghilini .., In Milano: Marelli, Giuseppe <1. >, 1666
Ghilini, Girolamo, Teatro d'huomini letterati aperto dall'abbate Girolamo Ghilini academico incognito ..., In Venetia: Guerigli, 1647, 2 volumi [1 copia all'intemelia Aprosiana: i volumi III e IV si trovano manoscritti alla Biblioteca Marciana di Venezia con segnatura: Mss. Ital. X, 132, 133, 134]
Su Girolamo Ghilini, cui Aprosio dedicò un
capitolo indubbiamento "pepato" quanto "significativo già dal titolo e qui digitalizzato ovvero Della Barbarie di Castrar gli Huomini della sua Grillaia oltre che il capitolo XIV del mai pubblicato Scudo di Rinaldo II parecchie notizie biobliografiche si debbono ad Enrico Perotto (Girolamo Borsieri, poeta e critico in "Studi Secenteschi", XXVII, 1986, p.243 e nota) che scrisse di lui:"Girolamo Ghilini (Monza 19 maggio 1589 - Alessandra 1670) appartenne ad un ramo di una celebre famiglia alessandrina estintosi nel 1689....A Milano si svolsero la sua prima istruzione e gli studi 'gravi' iniziali (lettere umane, retorica e filosofia) presso le scuole gesuitiche di Brera. A Parma principiò i corsi universitari di diritto civile e canonico, che però fu costretto ad interrompere per gravi motivi di salute. La guarigione dalla malattia coincise con la morte del apdre. Si risolvette pertanto nel 1615 di ammogliarsi con una gentildonna di Alessandria, la cui morte lo indusse ad avviarsi al sacerdozio. Il 17 giugno 1631 celebrò la sua prima messa. Intanto riprese gli studi, conseguendo i dottorati in diritto canonico e in teologia morale. Fu nominato abate dell'Abbazia di San Giacomo in cantalupo (oggi cantalupo nel Sannio - prov. di Isernia) nella diocesi di Boiano. Ebbe poi l'incarico di protonotario apostolico. Tornato nella casa paterna di Milano, ricevette dal cardinale Cesare Monti, il canonicato e la prebenda dottorale del capitolo di S. Ambrogio. Ma dopo pochi anni cominciò ad avere pressoché stabile dimora in Alessandria, dove Filippo Picinelli nel 1670 lo dice ancor vivente in età di 78 anni.
E' da ricordare inoltre che fece parte dell'Accademia degli Immobili di Alessandria e di quella degli Incogniti di Venezia".
Vedi anche F. Argelati, Bibliotheca Scriptorum Mediolanensium, I, parte I, mediolani, in Aedibus Palatinis, 1745, coll. 681-682.


ZAPATA, Antonio, vescovo, cardinale ed inquisitore generale in Spagna, nato l' 8.10. 1550 in Madrid ed ivi morto il 27.4. 1635.

Fagundez, Esteban, R.P. Stefani Fagundez, e Societate Iesu ... De iustitia et contractibus, et de acquisitione, et translatione dominij libri septem. Cum summariis & duplici indice, uno librorum, & capitum, altero rerum singularium copiosissimo, Lugduni: Boissat, Gabriel heritiers & Anisson, Laurent, 1641
Fagundez, Esteban, Apologeticus tractatus patris Stephani Fagundes, e Societate Iesu, pro suo libro in quinque praecepta sanctae Matris Ecclesiae, ad celebrem quaestionem de lacticiniorum ouorumque esu, tempore quadregisimae ..., Lugduni, 1631
Fagundez, Esteban, Tractatus in quinque ecclesiae praecepta. Auctore p. Stephano Fagundez, e Societate Iesu theologo,... Cum summariis, ac duplici indice .., Lugduni: Cardon, Jacques, 1632
Fagundez, Esteban, R. P. Stephani Fagundez e Societate Iesu, S. Theologiae professoris ... De Iustitia, & contractibus, & de acquisitione, & translatione dominij, libri septem ..., Lugduni, 1641
Fagundez, Esteban, *R. p. Stephani Fagundez viannensis e provincia Interamni, Societatis Iesu theologi lusitani : In quinque priora praecepta decalogi ..., Lugduni
Fagundez, Esteban, 2: R.P. Stephani Fagundez Viannensis, ... In quinque posteriora praecepta decalogi tomus secundus. Cum summariis, & duplici indice, .., Lugduni, 1640
Fagundez, Esteban, R. P. Stephani Fagundez, Viannensis ... In quinque priora praecepta decalogi tomus primus [-secundus] cum summariis, & duplici indice, uno capitum, altero rerum & uerborum copiosissimo, Lugduni: Boissat, Gabriel heritiers & Anisson, Laurent, 1640
Fagundez, Esteban, R.P. Stephani Fagundez, Lusitani Vienensis, ... Quaestiones, de christianis officiis et casibus conscientiae, in quinque ecclesiae praecepta. ... Cum summariis, & indicibus librorum, capitum, ac rerum singularium copiosissimis, Moguntiae: Mylius, Hermann <1.>Meres, Hermann, 1628
Fagundez, Esteban, R.P. Stephani Fagundez, Lusitani Vienensis ... Tractatus apologeticus pro suo libro in quinque praecepta Sanctae Matris Ecclesiae, ad celebrem quaestionem de ouorum et lacticiniorum esu tempore quadragesimae. .., Moguntiae: Mylius, Hermann <1.>Meres, Hermann, 1631
Fagundez, Esteban, Tractatus in quinque Ecclesiae praecepta authore P. Stephano Fagundez, e Societate Iesu theologo, Lugduni: Cardon, Jacques & Cavellat, Pierre, 1626


Laurentius Theodorus Gronovius (1648–1724): cfr. articolo di T. Wallinga in "The Legal History Review", Volume 65, Numeri 1-2 / Gennaio 1997 (" Collection Humanities, Social Sciences and Law").
Fu giurista, amico di Antonio Magliabechi presso il quale, in Firenze, si trasferì per approfondimenti, studi ed interesse culturale e turistico.
Di tale amicizia giunge emblematica l'opera:
Laurentii Theodori Io. Fr. F. Gronovii Emendationes pandectarum juxta florentinum exemplar examinatae ad virum illustrissimum Antonium Magliabequium, Lugd. Batavor. : apud Danielem a Gaesbeeck, 1685 conservata presso: Biblioteca Angelica - Roma - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia.
Gli altri suoi scritti reperibili secondo il SBN in Italia sono:
Marmorea basis colossi Tiberio Caesari erecti ob civitates Asiae restitutas post horrendos terrae tremores. ... Primus trans Alpes vulgavit, revocavit, notis & observationibus illustravit Lauretius Theodorus Gronovius, - , [1699] - 36 p., [1] c. di tav. ripieg. ; fol. - Var. dei fasc. 2E-2I del v. 7 del Thesaurus Graecarum antiquitatum, Lugduni Batavorum, Petrus van der Aa, 1699, messi in circolazione come emissione autonoma. Presenta diversa segnatura (ma fascicoli non ricomposti), paginazione originale per la c. A4 r e v (col. 445-448) e nuova numerazione per le pagine dei fasc. B-E Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze
Marmorea basis Colossi Tiberio Caesari erecti ob civitates Asiae restitutas post horrendos terrae tremores. Cuius Colossi fides a Jo. Meursio oppugnata defenditur, tantum non oculis exhibetur & venusta proponitur. Tempus, numerus & nomina civitatium restitutarum ... / Laurentius Theodorus Gronovius Primus trans Alpes vulgavit, revocavit, notis uberioribus & novis observationibus ac nummis illustravit, Lugduni Batavorum : apud Petrum Vander Aa, & Balduinum Jansonium Vander Aa, bibliopol., 1720 - [16], 186, [14] p. , [2] c. ripieg. ; 8. - Nome dell'autore dopo l'indicazione di edizione - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia
Historia Pandectarum authentica sive D. Iustiniani Imp. De pandectis epistolae 3 una cum indice iurisconsultorum Florentino ex emendatione Laur. Theod. Io. Fr. f. Grovonii novaque opera Francisci Caroli Conradi ..., Halae : ex officina Crugiana, 1730 Localizzazioni: NA0079 - Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III - Napoli.
L'autore, giurista e storico un tempo celebre ma oggi misconosciuto, viene spesso confuso con il più noto ed omonimo
Laurens Theodore Gronow o Laurentius Theodorus Gronovius naturalista e collezionista olandese d’origine tedesca nato il 4 giugno 1730 a Leida e morto nel 1777.

ENRICO II figlio e successore di Francesco I , pur non condividendo il sogno paterno di sconfiggere ad ogni costo Carlo V e il suo impero, seguì comunque la direzione lasciata dal padre, nutrendo comunque avversione per l’influenza asburgica.
Rinnovò il patto di alleanza con i Turchi , nemici di Carlo V, e strinse un accordo con i principi luterani .
Nel 1552 dichiarò guerra così a Carlo V, ormai vecchio e stanco di combattere, ed occupò i vescovati di Metz, Toul e Verdun, fino a quel momento sotto il controllo dell’impero asburgico.
Addivenne comunque ad una tregua poco dopo a Vaucelles (1555-56), poiché l’imperatore, ormai prossimo al ritiro in Estremadura, volle porre fine alla guerra già lungamente combattuta con Francesco I.


SIMONE LEMNIO (SIMON LEMNIUS): nell' area elevetica dei Grigioni campo letterario, nel XVI secolo, si distinse il "Virgilio reticoSimon Lemnius" (1510-1550), umanista e poeta che cantò gli avvenimenti della storica battaglia della Calven nel poema patriottico rimasto incompiuto Raeteis tradotto in tedesco da Placido Plattner e in italiano da Rodolfo Mengotti.
Lo seguì idealmente nel '600 il letterato grigione Paganino Gaudenzio (1595-1649) che, superandolo per fama, divenne uno dei primi umanisti dell'epoca.
Della sua produzione si rammentano a parere dei critici elvetici:
Epigrammaton libri duo, 1538;
Epigrammaton libri III et Querelá, 1538; Apologia, 1539, Threni magistri nostri Ioannis Eckii in obitu Margaretae concubinae suae, 1538; Monarchopornomachia, 1539; Elegia in commendationem Homeri de bello Troiano, 1539; Dionysius Lubicus poeta De situ habitabilis orbis , 1543; Homeri Batracismy machia, 1549; Homeri Odyssee 1549; Bucolicorum Aeglogae quinque, 1551.
Nelle biblioteche italiane si è per ora rinvenuto:
Dionysius : Periegetes, De situ habitabilis orbis / Dionysius Lybicus poetae [|]. A Simone Lemnio poeta laureato nuper latinus factus, Venetiis: Imperatore, Bartolomeo & Imperatore, Francesco, 1543
Lemnius, Simon,
M. Simonis Lemnii Epigrammaton libri 3. Adiecta est quoque eiusdem Querela ad Principem [S.l. - 1538]
Homerus, Odysseae Homeri libri 24. Nuper a Simone Lemnio Emporico Rheto Curiensi, heroico Latino carmine facti, & a mendis quibusdam priorum translationum repurgati. Accessit et Batrachomyomachia Homeri, ab eodem secundum Graecum hexametro Latinitate donata, Parisiis: Le Jeune, Martin, 1581

Lorenzo Stufà padre di Francesco dà occasione ad Aprosio di ostentare la sua erudizione e la sua passione per i volumi iconograficamente di pregio.
Egli cita infatti un'opera indubbiamente preziosa ed abbastanza rara di Del Migliore, Ferdinando Leopoldo, Senatori fiorentini raccolti da Ferdinando Leopoldo Del Migliore, In Firenze nel. Sp. di Sas - [92] p., [1] c. di tav. : ill. ; 8o. - Fregi xilogr. - Front. calcogr. - Le p. non sono numerate - Per la data di pubblicazione, cfr.: catalogo on line Karlsruhe - Segn.: 2 A-E8 F2. - Impronta - lel- o.o. o.I. 15BV (C) 1665 (Q) - Localizzazioni: Biblioteca Reale - Torino
Ferdinando Leopoldo Del Migliore avrebbe però raggiunto la fama con un'altra pubblicazione riccamente illustrata di incisioni e precisamente Firenze citta nobilissima illustrata da Ferdinando Leopoldo Del Migliore. Prima, seconda, e terza parte del primo libro, In Firenze: Stella , 1684.
Si tratta di una sorta di preziosa guida di Firenze in cui il Del Migliore bara un poco sui tempi : per esempio quando edita il suo lavoro nel 1684 "era ormai a buon punto l’ampliamento della facciata di Palazzo Medici (cui l'autore dedicò un'importante descrizione) voluta dai Riccardi, divenuti proprietari dal 1659. Eppure nell’illustrazione, l’edificio presenta l’assetto precedente alle ristrutturazioni secentesche. E’ l’ultima volta che il palazzo viene illustrato con tale configurazione".

Bisciola, Lelio, Laelii Bisciolae Mutinensis Societatis Iesu Horarum subseciuarum tomus primus. Libros viginti continens. In quibus pleraque ex philologia, et encyclopaedia, et omnibus fere scientiis, ac tribus praecipuis linguis Hebraea, Graeca, Latina, non vulgaria explicata .., Ingolstadii, 1611
Bisciola, Lelio, Tre discorsi sopa la lettera di Baruc profeta scritta a gl'Ebrei captiui in Babilonia. Ne i quali s'applicano le maligne qualita degl'idoli, ... Conforme alle diuine traditioni, dottrina della Chiesa, In Como: Arcioni, Baldasar, 1620

Canoniero, Pietro Andrea , 3: Volumen tertium materias morales ac theologicas, & multas etiam politicas complectens ..., Antuerpiae: Bellere, Pierre & Bellere, Jean, 1618
Canoniero, Pietro Andrea , Quaestiones ac discursus in duos primos libros Annalium C. Cornelij Taciti / Autore Petro Andrea Canonherio, Romae, 1609
Canoniero, Pietro Andrea , Flores illustrium axiomatum sententiarum ac similitudinum politicarum. Ex optimis tum veterum, tum recentiorum historicorum et politicorum scriptis collecti per Petrum And. Canonherium ..., Antuerpiae: Bellere, Gaspard, 1615
Canoniero, Pietro Andrea , Flores illustrium epitaphiorum ex praeclarissimarum totius Europae ciuitatum et praestantissimorum poetarum monumentis excerpti per Petrum Andream Canonherium, Antuerpiae: Trognesius, Joachim, 1613
Canoniero, Pietro Andrea , Della eccellenza delle donne di Pietro Andrea Canonhiero dottore di filosofia medicina & teologia ..., In Firenze: Tosi, FrancescoGrenier, Simone & Fabeni, Jacopo, 1606
Canoniero, Pietro Andrea , Petri Andreae Canonherii ... In septem aphorismorum Hippocratis libros, medicae, politicae, morales, ac theologicae interpretationes, Antuerpiae: Bellere, Pierre & Bellere, Jean, 1617-1618
Canoniero, Pietro Andrea , 2: Petri Andreae Canonherii ... Volumen secundum materias morales ac theologicas, & multas etiam politicas complectens, Antuerpiae, 1618
Canoniero, Pietro Andrea , Epistolarum laconicarum, libri quattuor. Petri Andreae Canonherij. Philosophiae, medicinae, & sacrae theologiae doctoris. ..., Florentiae: Timan, Volcmar, 1607
Canoniero, Pietro Andrea , Petri Andreae Canonherij ... Oratio. De laudibus litterarum habita Parmae in aede Sanctae Mariae Staechades. 3. No. Nouembris. 1604. ..., Florentiae: Timan, Volcmar, 1605
Canoniero, Pietro Andrea , Dell'introduzzione alla politica alla ragion di stato et alla pratica del buon governo libri diece di Pietro Andrea Canonhiero ..., In Anversa: Verdussen, Hieronymus & Lesten, Guillaume, 1627
Canoniero, Pietro Andrea , Petri Andreae Canonherii ... De curiosa doctrina libri quinque, Florentiae, 1607
Canoniero, Pietro Andrea , Dissertationes politicae, ac discursus varij in C. Cornelij Taciti annalium libros, De monarchia pontificia et imperiali, nec non De statibus imperij ... Authore Petro Andrea Canonherio ..., Francofurti, 1610
Canoniero, Pietro Andrea , Le lodi et i biasmi del vino di Pietro Andrea Canonhiero. ..., Viterbo : per Girolamo Discepolo, 1608, Discepolo, Girolamo
Canoniero, Pietro Andrea , Discorso del vino, Firenze, 1605
Canoniero, Pietro Andrea , Flores illustrium epitaphiorum ex praeclarissimarum totius Europae ciuitatum et praestantissimorum poetarum monumentis excerpti per Petrum Andream Canonherium, Antuerpiae: Verdussen, Jerome <2.>, 1627
Canoniero, Pietro Andrea , Petri Andreae Canonherii ... De curiosa doctrina, libri quinque. Ad illustrissimum Io. Baptistam Victorium ..., Florentiae: Timan, Volcmar, 1607
Canoniero, Pietro Andrea , Quaestiones, ac discursus in duos primos libros annalium C. Cornelij Taciti. Autore Petro Andrea Canonherio ... Ad serenissimum Philippum 3. his. et ind. regem potentissimum, Romae: Zannetti, Bartolomeo, 1609
Canoniero, Pietro Andrea , Petri Andreae Canonherii philosophi, medici ... De admirandis vini virtutibus libri tres. In quibus curiosissima & vtilissima, ad vinum pertinentia, tractantur ..., Antuerpiae: Verdussen, Jerome <2.>, 1627
Canoniero, Pietro Andrea , La prima parte delle quistioni discorse nell'Accademia de gli spensierati da Pietro Andrea Canonhiero detto l'errante, dottore di filosofia, medicina, e theologia ..., In Firenze: Timan, Volcmar, 1606
Canoniero, Pietro Andrea , Petri Andreae Canonherii academici Spensierati ... Oratio de laudibus litterarum habita Parmae in aede sanctae Mariae Staechades. 3. No. Nouembris 1604. Ad ... Bernerium ..., Florentiae: Timan, Volcmar, 1605
Canoniero, Pietro Andrea , Il perfetto cortegiano, et dell'vfizio del prencipe verso'l cortegiano. Di Pietro Andrea Canonhiero ..., In Roma: Zannetti, Bartolomeo, 1609
Canoniero, Pietro Andrea , Delle cause dell'infelicita e disgrazie de gli huomini letterati e guerrieri libri otto di Pietro Andrea Canonhiero ..., En Anuersa: Trognesius, Joachim, 1612
Canoniero, Pietro Andrea , Dell'introduzzione alla politica, alla ragion di stato et alla pratica del buon gouerno libri diece. Di Pietro Andrea Canonhiero ..., In Anuersa: Trognese, Joachim, 1614

Ricchieri, Lodovico <1469-1525>: Umanista, nato a Rovigo nel 1469 e ivi morto nel 1525. Utilizzò come pseudonimi: Celio Rodigino e Lucius Caecilius Minutianus Apuleius.
Cicero, Marcus Tullius, M. Tullii Ciceronis Epistolae familiares, cum Hubertini, Philetici, Ascensii, & Egnatij commentarijs; Pauli Manutij scholiis, ab ipso proxime recognitis; & annotationibus aliorum uirorum, quos hic posuimus. Aulus Gellius, Alexander ab Alexandro, Georgius Merula, Angelus Politianus, Petrus Crinitus, Coelius Rhodiginus, Gulielmus Budaeus, L. Io. Scopa Parthenopaeus, Franciscus Robortelius, M. Antonius Muretus a nobis additus. Adiecimus etiam in margine eas Pauli Manutii, ac Sebastiani Conradi annotationes, ..., Venetiis: Griffio, Giovanni <1.>, 1565
Ricchieri, Ludovico <1469-1525>, Ludouici Caelii Rhodigini Lectionum antiquarium libri triginta, recogniti ad auctore, atque ita locupletati, vt tertia plus parte auctiores sint redditi. ... cornucopiae seu thesaurus utriusque linguae appellandi, Francoforte s.M.: Wechel, Andreas Erben & Marne, Claude <1.> & Aubry, Johann <1.>, 1599
Vergilius Maro, Publius, P. Virgilii Maronis poetae mantuani Vniuersum poema: cum absoluta Seruii Honorati Mauri, grammatici, & Iodoci Badij Ascensij interpretatione: Probi, & Ioannis viuis in in eclogas allegorijs: Iodocique Vuillichij eruditis super Georgica commentarijs. Quibus accesserunt Ludouici Coelii rhodigini, Ioan. Scoppae parthenopei, Iacobi Constantij fanensis, Francisci Campani colensis, Iacobi Cruci bononiensis, necnon alterius docti hominis, lucubrationes & annotationes in loca difficiliora ... Quae non, ut antea, plurimis foedata mendis ... emisimus ..., Venetiis: Bonelli, Giovanni Maria , 1558
Vergilius Maro, Publius, P. Virgilii Maronis ... Vniuersum poema cum absoluta Seruii Honorati Mauri ... & Badij Ascensij interpretatione: Probi, & Ioannis Viuis in eclogas allegorijs: Quibus accesserunt Ludouici Celij Rhodigini, Ioann. Scoppae Parthenopaei, Iacobi Constantij Fanensis, Francisci Campani Colensis, Iacobi Crucij Bonon. necnon alterius docti hominis ... Elegantissimae praeterea librorum omnium figurae, argumenta ... quas & Ioannes Pierius, & alij doctissimi ... obseruarunt ..., Venetiis: Griffio, Giovanni <2.>, 1584
Ricchieri, Ludovico<1469-1525>, Lodouici Caelii Rhodigini Lectionum antiquarum libri 30. Tam varia inexhaustaque abstrusarum ac reconditiorum rerum & vocum explicatione referti, tantoque vsui Graeci Latinique sermonis studiosis futuri, vt Thesaurus vtriusque linguae publicus iure dici possit. Qui magno omnium commodo in tres tomos sunt dispertiti. Cum indice duplici, ..., Lugduni: Faure, Jacques Honorat, Sebastien, 1562

Lexicon Graecolatinum: cui praeter omneis omnium additiones hactenus, sive in Italia, sive in Gallia, sive in Germania impressas, ingens vocabulorum numerus accessit: idemque partim ex graecorum llexicis, partim ex recentium lucubrationibus: non quorumlibet,sed exquisitorum: nimirum Guilelmi Budaei, Erasmi Roterodami, Laurentii Vallae, Harmolai Barbari, Angeli Politiani, Ludovici Coelii aliorumque eiusdem classis ..., Parisijs: Morrhy, GerardCollege de Sorbonne , 1530
Vergilius Maro, Publius, P. Virgilii Maronis poetae Mantuani Vniuersum poema: cum absoluta Seruii Honorati Mauri, Grammatici, & Badij Ascensij interpretatione: Probi, & Ioannis Viuis in Eclogas allegorijs; quibus accesserunt Ludovici Coelii Rhodigini, Ioan. Scoppae Parthenopaei, Iacobi Constantij Fanensis, Francisci Campani Colensis, Iacobi Crucij Bonon. necnon alterius docti hominis lucubrationes, & annotationes in loca difficiliora. ... Quae non, ut antea, plurimis foedata mendis, sed acri studio emendata, atq. omni quantum licuit, ex parte expolita, emisimus. quod, alios libros cum nostro conferentibus, patebit, Venetiis: Dusinelli, Pietro, 1586
Horatius Flaccus, Quintus, Q. Horatii Flacci poetae Venusini, Omnia poemata cum ratione carminum & argumentis vbique insertis, interpretibus Acrone, Porphyrione, Iano Parrhasio, Antonio Mancinello, nec non Iodoco Badio Ascensio uiris eruditissimis. Scholiisque Angeli Politiani, M. Antonij Sabellici, Ludouici Coelij Rhodigini, Baptistae Pij, Petri Criniti, Aldi Manutij, Matthaei Bonfinis, & Iacobi Bononiensis nuper adiunctis. His nos praeterea annotationes doctissimorum Antonij Thylesij Consentini, Francisci Robortelli Vtinensis, atque Henrici Glareani apprime utiles addidimus. Nicolai Perotti Sipontini Libellus de metris Odarum, Auctoris uita ex Petro Crinito Florentino. Quae omnia longe politius, ac diligentius, quam hactenus excusa in lucem prodeunt. Index copiosissimus omnium vocabulorum, quae in toto opere animaduersione digna uisa sunt, Venetiis: Bertelli, Lorenzo, 1590
Ricchieri, Ludovico <1469-1525>, Sicuti antiquarum lectionum commentarios concinnarat olim Vindex Ceselius, ita nunc eosdem per incuriam interceptos reparauit Lodouicus Caelius Rhodiginus, ..., [Venezia: Manuzio, Aldo <1.> eredi & Torresano, Andrea <1.>, mense Februario
Vergilius Maro, Publius, P. Virgilii Maronis ... Vniuersum poema cum absoluta Seruii Honorati Mauri grammatici, & Badij Ascensij interpretatione: Probi, & Ioannis Viuis in Eclogas allegorijs: Iodocique eruditis super Georgica commentarijs. Quibus accesserunt Ludouici Coelii Rhodigini, Ioannis Scoppae Parthenopaei, Iacobi Constantij Fanensis, Francisci Campani Colensis, Iacobi Crucij Bononiensis, necnon alterius docti hominis lucubrationes ..., Venetijs: Bonelli, Giovanni Maria , 1562
Ricchieri, Ludovico<1469-1525>, Lodovici Caelii Rhodigini Lectionum antiquarum libri 30. recogniti ab auctore, atque ita locupletati, ut tertia plus parte auctiores sint redditi ... quod in quocumque studiorum genere, non minor ipsorum ... aut complurium commentariorum, possit esse usus. Index est additus, in quo nihil desideres, Basileae: Froben, Hieronymus, 1542
Horatius Flaccus, Quintus, Quin. Horatii Flacci poetae Venusini Omnia poemata, cum ratione carminum, & argumentis ubique insertis, interpretibus Acrone, Porphirione, Iano Parrhasito, Antonio Mancinello, nec non Iodoco Badio Ascenzio, viris eruditissimis. Scoliisque Erasmi Roterodami, Angeli Politiani, M. Antonii Sabellici, Ludovici Caelii Rodigini, Baptistae Pii. Petri Criniti, Aldi Manutii, Matthaei Bonfinis, & Iacobi Bononiensis nuper adiunctis ... Antonii Thylesii Consentini, Francisci Robortelli Vtinensis, atque Henrici Glareani ... Nicolai Peroti Sipontini ... Auctoris vita ex Petro Crinito Florentino ..., Venetijs: Scoto, Girolamo Scoto, Ottaviano <2.>, 1594
P. Vergilius Maro cum magnete suo Seruio Mario grammatico: interprete ... cui etiam adduntur Iuuenalia opuscula ... Haec insuper lector amice ad seruianam expositionem ex multis grammaticis conscripta sunt: quae poetae sensa tibi aperient ... Lodouici Coelii Rhodigini lectionum antiquarum ex libri quarti capite primo. Benedicti philologi Castigationes. Iacobi Constantii Fanensis collectaneorum ex Hecatosti prima. ... Quae hoc in uolumine continentur: si perlegeris: et diligenter pensitaue, Taurini :Antonius Ranotus calcographum solertissimus cudebat, Ioannes Bremius diligenter castigabat: Ranoto, Antonio
Ovidius Naso, Publius, P. Ovidij Nasonis Metamorphoseon libri 15. Raphaelis Regii Volaterrani luculentissima explanatio, cum nouis Iacobi Micylli viri eruditissimi additionibus. Lactantii Placiti in singulas fabulas argumenta. Allegoriae, quibus singularum fabularum Sensa declarantur ita, ut facile cognoscere possimus antiquos poetas fabularum ... Eruditissimorum virorum Iacobi Fanensis. Coelij Rhodigini, Ioan. Baptistae Egnatij, Henrici Glareani, et Giberti Longolij in pleraque omnia loca difficiliora annotati>- Venetiis: Griffio, Giovanni <1.>, 1556
Ovidius Naso, Publius, P. Ouidij Nasonis Metamorphoseon libri 15. Raphaelis Regii Volaterrani luculentissima explanatio, cum nouis Iacobi Micylli ... additionibus. Lactantij Placiti in singulas fabulas argumenta. Eruditissimorum virorum Coelii Rhodigini, Ioan. Baptistae Egnatii, Henrici Glareani, Gilberti Longolii, & Iacobi Fanensis, in pleraque omnia loca difficiliora annotationes. Index omnium ... figuras etiam nouiter apposuimus, Venetiis: Griffio, Giovanni <1.>, 1565
Ricchieri, Ludovico <1469-1525>, *Ludouici Caelii Rhodigini Lectionum antiquarum libri triginta : *Recogniti ab auctore atque ita locupletati ut tertia plus parte auctiores sint redditi : Ob omifariam abstrusarum et reconditiorum tam rerum quam vocum explicationem ... merito cornucopiae seu thesaurus utriusquae linguae appellandi, Genevae
, 1620
Horatius Flaccus, Quintus, Q. Horatii Flacci ... *Omnia poemata cum ratione carminum, & argumentis vbique insertis, interpretibus Acrone, Porphyrione, Iano Parrhasio, Antonio Mancinello, necnon Iodoco Badio Ascensio viris eruditissimis. Scoliisque Angeli Politiani, M. Antonii Sabellici, Ludouici Coelij Rhodigini, Baptistae Pij, Petri Criniti, Aldi Manutij, Matthaei Bonfinis, &Iacobi Bononiensis nuper adiunctis. His nos praeterea annotationes doctissimorum Antonij Thylesij Cosentini, Francesci Robortelli Vtinensis, atque Henrici Glareani apprime vtiles addidimus. Nicolai Perotti Sipontini libellus de metris Odarum, Auctoris vita ex Petro Crinito Florentino. Quae omnia longe politius, ac diligentius, quam hactenus excusa in lucem prodeunt. Index copiosissimus omnium vocabulorum, quae in toto opere animaduersione digna visa sunt., Venetiis : apud haeredes Ioannis Mariae Bonelli, 1, Bonelli, Giovanni Maria eredi
Vergilius Maro, Publius, P. Virgilii Maronis, poetae Mantuani, Vniuersum poema: cum absoluta Seruii Honorati Mauri, grammatici, & Badij Ascensij interpretatione: Probi, & Ioannis Viuis in Eclogas allegorijs: Quibus accesserunt Ludouici Coelij Rhodigini, Ioan. Scoppae Parthenopaei, Iacobi Constantij Fanensis, Francisci Campani Colensis, Iacobi Crucij Bonon. necnon alterius, docti hominis, lucubrationes & annotationes in loca difficiliora: ... Quae non, vt antea, plurimis foedata mendis, sed acri studio emendata, atque omni, quantum licuit, ex parte expolita, emisimus. ..., Venetiis: Valvassori, Luigi eredi & Micheli, Giovanni Domenico Dusinelli, Pietro, 1578
Ricchieri, Ludovico <1469-1525>, Ludouici Caelii Rhodigini Lectionum antiquarum libri 30. recogniti ab auctore, atque ita locupletati, ut tertia plus parte auctiores sint redditi: qui ob omnifariam abstrusarum & reconditiorum tam rerum quam uocum explicationem ... merio cornucopiae, seu thesaurus vtriusque linguae appellabuntur, quod in quocunque studiorum genere, non minor ipsorum, quam ingentis bibliothecae, aut compluriu, Basileae: Froben, Hieronymus & Episcopius, Nikolaus <1.>, 1550
Ricchieri, Ludovico <1469-1525>, Ludouici Caelii Rhodigini Lectionum antiquarum libri triginta, recogniti ab auctore, atque ita locupletati, vt tertia plus parte auctiores sint redditi: .., Coloniae Allobrogum: Aubert, Philippe, 1620
Ricchieri, Ludovico <1469-1525>, Ludovici Caelii Rhodigini Lectionum antiquarum libri triginta, recogniti ab auctore, atque ita locupletati, ut tertia plus parte auctiores sint redditi: .., Francofurti et Lipsiae sumptibus Christiani Gerlachii & Simonis Beckensteinii: Fievet, DanielGerlach, Christian & Beckenstein Simon, 1666
Horatius Flaccus, Quintus, Q. Horatii Flacci ... Omnia poemata cum ratione carminum, & argumentis vbique insertis, interpretibus Acrone, Porphyrione, Iano Parrhasio, Antonio Mancinello, necnon Iodoco Badio Ascensio viris eruditissimis. Scholiisque Angeli Politiani, M. Antonij Sabellici, Ludouici Coelij Rhodigini, Baptistae Pij, Petri Criniti, Aldi Manutij, Matthaei Bonfinis, & Iacobi Bononiensis nuper adiunctis. His non praeterea Annotationes doctissimorum Antonii Thylesii Consentini, Francisci Robortelli Vtinensis, atque Henrici Glareani apprime vtiles addidimus. Nicolai Perotti Sipontini Libellus de metris odarum, auctoris vita ex Petro Crinito Florentino. Quae omnia longe politius, ac diligentius, quam hactenus excusa in lucem prodeunt. Index copiosissimus omnium vocabulorum, quae in toto opere animaduersione digna visa sunt, Venetiis: Griffio, Giovanni <2.>, 1584
Ricchieri, Ludovico<1469-1525>, Lodouici Caelii Rhodigini Lectionum antiquarum libri 30. Tam varia inexhaustaque abstrusarum ac reconditiorum rerum & vocum explicatione referti, tantoque usui Graeci Latinique sermonis studiosis futuri, ut Thesaurus utriusque linguae publicus iure dici possit. Qui magno omnium commodo in tre tomos sunt dispertiti. Cum Indice duplici, uno capitum, altero vocum & rerum, locuplentissimo, Lugduni: Faure, JacquesGiunta, Jacques heritiers, 1560
Ricchieri, Ludovico <1469-1525>, Lodouici Caelii Rhodigini Lectionum antiquarum Tomus secundus. Cum indice duplici, uno capitum, altero vocum & rerum, locuplentissimo, Lugduni: Honorat, Sebastien, 1560
Ricchieri, Ludovico <1469-1525>, Lodouici Caelii Rhodogini Lectionum antiquarum Tomus tertius. Cum indice duplici, uno capitum, altero vocum & rerum, locuplentissimo, Lugduni: Honorat, Sebastien, 1560
Ricchieri, Ludovico <1469-1525>, Ludouici C aelii Rhodigini Lectionum antiquarum libri triginta, recogniti ab auctore, atque ita locupletati, vt tertia plus parte auctiores sint redditi .., Coloniaci: Aubert, Philippe, 1620
Ricchieri, Ludovico <1469-1525>, Lodouici Caelii Rhodigini Lectionum antiquarum libri 16, Apud inclytam Basileam: Froben, Johann
Horatius Flaccus, Quintus, Q. Horatii Flacci ... Omnia poemata cum ratione carminum, & argumentis vbique insertis, interpretibus Acrone, Porphyrione, Iano Parrhasio, Antonio Mancinello, necnon Iodoco Badio Ascensio viris eruditissimis. Scholiisque Angeli Politiani, M. Antonii Sabellici, Ludouici Coelij Rhodigini, Baptistae Pij, Petri Criniti, Aldi Manutij, Matthaei Bonfinis, & Iacobi Bononiensis nuper adiunctis. His non praetera Annotationes doctissimorum Antonij Thylesij Consentini, Francisci Robortelli Vtinensis, atque Henrici Glareani apprime vtiles addidimus. Nicolai Perotti Sipontini Libellus de metris odarum, auctoris vita ex Petro Crinito Florentino. Quae omnia longe politius, ac diligentius, quam hactenus excusa in lucem prodeunt. Index copiosissimus omnium vocabulorum, quae in toto opere animaduersione digna visa sunt, Venetiis: Bonelli, Giovanni Maria eredi, 1576
Ricchieri, Ludovico <1469-1525>, Lodouici Caelii Rhodigini Lectionum antiquarum libri 30. Recogniti ab auctore, atque ita locupletati, ut tertia plus parte auctiores sint redditi: qui ob omnifariam abstrusarum & reconditiorum tam rerum quam uocum explicationem (quas uix uinius hominis aetas libris perpetuo insudans obseruaret) merito Cornucopiae, seu Thesaurus utriusque linguae appellabantur: quod in quocunque studiorum genere, non minor ipsorum, quam ingentis bibliothecae, aut compluriu, Basileae: Froben Ambrosius & Froben, Aurelius
Horatius Flaccus, Quintus, Q. Horatii Flacci poetae Venusini, Omnia poemata cum ratione carminum, & argumentis vbique insertis, interpretibus Acrone, Porphyrione, Iano Parrhasio, Antonio Mancinello, necnon Iodoco Badio Ascensio viris eruditissimis. Scholiisque Angeli Politiani, M. Antonii Sabellici, Ludouici Coelij Rodigini, Baptistae Pij, Petri Criniti, Aldi Manutij, Matthaei Bonfinis, & Iacobi Bononiensis nuper adiunctis. His nos praeterea annotationes doctissimorum Antonij Thylesij, Consentini, Francisci Robortelli Vtinensis, atque Henrici Glareani apprime vtiles addidimus. Nicolai Peroti ... Libellus de metris odarum. Auctoris vita ex Petro Crinito ... Quae omnia longe politius, ... quam hactenus excusa in lucem prodeunt. Index copiosissimus ..., Venetiis: Bonelli, Giovanni Maria , 1559
Cicero, Marcus Tullius, M. Tullii Ciceronis Epistolae familiares, cum Hubertini, Philetici, Ascensii, et Egnatii, commentarijs; Pauli Manutii scholijs, ab ipso promixime recognitis; & annotationibus aliorum uirorum, quos hic posuimus. Aulus Gellius, Alexander ab Alexandro, Georgius Merula, Angelus Politianus, Petrus Crinitus, Coelitus Rhodiginus, Gulielmus Budaeus, L. Io. Scopa Parthenopaeus, Franciscus Robortelius, M. Antonius Muretus. Adiecimus etiam in margine eas Pauli Manutii, ac Sebastiani Conradi annotationes, quibus omnia, quae alij aut omiserant, aut peruerse interpretati fuerant, planissime explicantur; in fine uero libri, uerba graeca, latinis expressa. ..., Venetiis: Scoto, Girolamo, 1567
Horatius Flaccus, Quintus, Quin. Horatii Flacci poetae Venusini Omnia poemata cum ratione carminum, & argumentis vbique insertis, interpretibus Acrone, Porphirione, Iano Parrhasito , Antonio Mancinello, necnon Iodoco Badio Ascensio, viris eruditissimis. Scoliisque d. Erasmi Roterodami, Angeli Politiani, M.Antonii Sabellici, Ludouici Caelii Rodigini, Baptistae Pii, Petri Criniti, Aldi Manutii, Matthei Bonfinis, & Iacobi Bononiensis nuper adiunctis. His nos praeterea annotationes doctissimorum Antonii Thylesii Consentini, Francisci Robortelli Vtinensis, atque Henrici Glareani apprime utiles addidimus. Nicolai Peroti Sipontini libellus de metris odarum. Auctoris Vita ex Petro Crinito Florentino. Quae omnia longe politius, ac diligentius, quam hactenus, excusa in luce prodeunt, Venetijs: Scoto, Girolamo, 1544
Ricchieri, Ludovico<1469-1525>, Lodouici Caeli Rhodigini Lectionum antiquarum libri 30 tam varia inexhausta abstrusarum ac reconditiorum rerum & vocum explicatione referti, tantoque vsui Graeci Latinique sermonis studiosis futuri, vt thesaurus vtriusque linguae publicus iure deci possit. Qui magno omnium commodo in tres tomos sunt dispertiti. Cum indice duplici, vno capitum, altero vocum & rerum, locupletissimo, Lugduni: Faure, JacquesGiunta, Jacques heritiers, 1560
Ricchieri, Ludovico<1469-1525>, 2: Lodouici Caelii Rhodigini Lectionum antiquarum tomus secundus. Cum indice duplici, vno capitum, altero vocum & rerum, locupletissimo, Lugduni, 1560
Ricchieri, Ludovico<1469-1525>, 3: Lodouici Caelii Rhodigini Lectionum antiquarum tomus tertius. Cum indice duplici, vno capitum, altero vocum & rerum, locupletissimo, Lugduni, 1560
Ovidius Naso, Publius, Metamorphoseon Pub. Ouidii Nasonis Sulmonensis libri 15. Raphaelis Regii Volterrani luculentissima explanatio, cum nouis Iacobi Micylli viri eruditissimi additionibus. Lactantii Placidi in singulas fabulas argumenta. Allegoriae quibus singularum fabularum sensa declarantur ... Eruditissimorum virorum Iacobi Phanensis. Coelij Rhodigini, Ioan. Baptistae Egnatij, Henrici Glareani, & Giberti Longolii in pleraque omnia loca difficiliora annotationes nuper editae. Index omnium fabularum .., Venetiis: Scoto, Girolamo, 1553
Ovidius Naso, Publius, Metamorphoseon Pub. Ouidii Nasonis lib. 15. Raphaelis Regii Volterrani luculentissima explanatio, cum nouis Iacobi Micylli viri eruditissimi additionibus. Lactantii Placidi in singulas fabulas argumenta. Allegoriae quibus singularum fabularum sensa declarantur ... Eruditissimorum virorum Iacobi Phanensis, Coelij Rhodigini, Ioan. Baptistae Egnatij, Henrici Glareani, & Giberti Longolij in pleraque omnia loca difficiliora annotationes nuper editae. Index omnium fabularum, ..., Venetiis: Ravani, Pietro eredi & C., 1549
Ovidius Naso, Publius, P. Ouidij Nasonis Metamorphoseon libri 15. Raphaelis Regii Volaterrani luculentissima explanatio, cum nouis alterius viri eruditissimi, additionibus. Lactantii Placiti in singulas fabulas argumenta. Eruditissimorum virorum Coelii Rhodigini, Ioan. Baptistae Egnatii, Henrici Glareani, Giberti Longolii, & Iacobi Fanensis, in pleraque omnia loca difficiliora, annotationes. Omnia nunc postremo a multis erroribus, & mendis purgata, summaque cura excusa. Cum indice rerum memorabilium, ac fabularum omnium, ..., Venetiis: Moretti, Niccolo, 1586
Horatius Flaccus, Quintus, Q. Horatii Flacci poetae Venusini, Omnia poemata cum ratione carminum, & argumentis vbique insertis, interpretibus Acrone, Porphyrione, Iano Parrhasio, Antonio Mancinello, nec non Iodoco Badio, Ascensio ... Scholiisque Angeli Politiani, M.Antonii Sabellici, Lodouici Coelij Rodigini, Baptistae Pij, Petri Criniti, Aldi Manutij, Matthaei Bonfinis, & Iacobi Bononiensis nuper adiunctis. His nos praeterea annotationes ... Antonij Thylesij ... Francisci Robortelli ... atque Henrici Glareani apprime vtiles addidimus. Nicolai Perotti ... Libellus de metris odarum. Auctoris vita ex Petro Crinito ... Quae omnia longe politius, ... quam hactenus excusa in lucem prodeunt. Index copiosissimus ..., Venetiis: Bonelli, Giovanni Maria , 1562
Ricchieri, Ludovico <1469-1525>, Antiquarum lectionum commentarios sicuti concinnarat olim vindex Ceselius, ita nunc eosdem per incuriam interceptos reparauit Lodouicus Caelius Rhodiginus ..., Parigi, Parrhisiis :in aedibus Iodoci Badii: Bade, Josse <1462-1536>Bade, Josse & Petit, Jean
Ovidius Naso, Publius, P. Ouidij Nasonis Metamorphoseon libri 15. Raphaelis Regii Volaterrani luculentissima explanatio, cum nouis Iacobi Micylli uiri eruditissimi, additionibus. Lactantij Placiti in singulas fabulas argumenta. Eruditissimorum uirorum Coelii Rhodigini, Ioan. Baptistae Egnatij, Henrici Glareani, Giberti Longolij, & Iacobi Fanensis, in pleraque omnia loca difficiliora, annotationes. Index omnium rerum memorabilium atque fabularum, ..., Venetijs: Griffio, Giovanni <1.>, 1574
Horatius Flaccus, Quintus, Q. Horatii Flacci poetae Venusini Omnia poemata cum ratione carminum, et argumentis vbique insertis, interpretibus Acrone, Porphyrione, Iano Parrhasio, Antonio Mancinello, necnon Iodoco Badio Ascensio ... Scholiisque d. Erasmi Roterodami, Angeli Politiani, M. Antonii Sabellici, Ludouici Caelii Rodigini, Babtistae Pii, Petri Criniti, Aldi Manutii, Matthaei Bonfinis, & Iacobi Bononiensis nuper adiunctis. His nos praeterea annotationes doctissimorum Antonii Thylesii Consentini, Francisci Robortelli Vtinensis, atque Henrici Glareani apprime utiles addidimus. Nicolai Perotti Sipontini libellus de metris odarum. Auctoris Vita ex Petro Crinito Florentino ... Index copiosissimus ..., Venetiis, 1549
Vergilius Maro, Publius, Pub. Virgilii Maronis ... Vniuersum poema. Cum absoluta Seruii Mauri Honorati Grammatici, & Iodoci Badij Ascensij interpretatione: Probi, & Ioannis Viuis in Eclogas allegorijs: Iodocique Vuillichij eruditis super Georgica commentarijs. Quibus accesserunt Lodouici Caelii Rhodigini, Luc. Ioannis Scoppae Parthenopei, Iacobi Constantij Fanensis, Francisci Campani Colensis, Iacobi Crucij Bononiensis, necnon alterius docti lucubrationes, & annotationes in loca difficiliora. Elegantissimae praeterea librorum omnium figurae, ... quas & Ioannes Pierius & alij doctissimi viri hactenus obseruarunt. Quae omnia recenti hac nostra editione, vt potuis fieri diligentissime, exposita sunt, atque elaborata, Venetiis: Cesano, Bartolomeo, 1551

Massimiliano Gandolfo di KÜNBURG, cardinale (Graz, Stiria 1622 - Salisburgo, Austria 1687).
Ricevette la porpora nel 1686.
Fu arcivescovo di Salisburgo e principe del Sacro romano impero.
Cfr.: Mar. 978; For. 59; Die Bischöfe das Heiligen Römanischen Reiches, 1648 bis 1803. Ein biografischen Lexikon, Berlin 1990.

Maggi, Girolamo <1572m.>, Hieronymi Magii Anglarensis De tintinnabulis liber postumus. Franciscus Sweertius F. notis illustravit. Accedit ejusdem Magii De equuleo liber, cum notis G. Jungermanni . Ut & appendix virorum illustrium idem argumentum pertractantium, Amstelaedami: Wetstein, Hendrik, 1689
Maggi, Girolamo<1572m.>, Hieronymi Magii Variarum lectionum, seu miscellaneorum libri 4. In quibus multa auctorum loca emendantur, atque explicantur, & quae ad antiquitatem cognoscendam pertinent, non pauca afferuntur. ..., Venetiis: Ziletti, Giordano, 1564
Cornelius Nepos, Cor. Nepotis vulgo W0 1amili Probi De vita excellentium imperatorum Graecorum ac Romanorum. Cum commentariis Dionysii Lambini Monstroliensis ... Accesserunt commentarii, adnotationes, & notae, Gyberti Longolii, Hieronymi Magii, & Joannis Sauaronis, ... Cum indicibus, praesertim auctorum qui in singulis commentatoribus laudantur vel illustrantur accuratis, Francofurti: Marne, Claude : de <1.> & Aubry, Johann <1.> Erben, 1608
Maggi, Girolamo <1572m.>, Cinque primi canti della guerra di Fiandra di M. Gierolamo Magi d'Anghiari al valoroso signor Chiappino Vitelli. Nuouamente dati in luce, In Vinegia: Comin da Trino, 1551
Maggi, Girolamo<1572m.>, Della fortificatione delle citta, di M. Girolamo Maggi, e del capitan Iacomo Castriotto ... libri 3. Discorso del medesimo Maggi sopra la fortificatione degli alloggiamenti de gli esserciti. Discorso del capitan Francesco Montemellino sopra la fortificatione del borgo di Roma. Trattato dell'ordinanze, o uero Battaglie del capitan Giouacchino da Coniano. Ragionamento del sudetto Castriotto sopra le fortezze della Francia, In Venetia: Borgominieri, Rutilio, 1564 Vitae virorum illustrium, autoribus Aemylio Probo de uita excellentium imperatorum, ex uetustorum & probatae fidei exemplarium collatione, a mendis quibus scatebat, repurgato: cum annotationibus Hieronymi Magii Anglarensis ... Georgio Cassandro, de uiris illustribus qui ante Procam in Latio fuere. C. Plinio Secundo de uiris illustribus, ... C. Suetonio Tranquillo de claris grammaticis & rhetoribus. Fr. Petrarcha de rebus memorandis & uiris illustribus Lobardo Sirichio in supplemento epitomatis illustrium uirorum. Fl. Philostrato de heroibus Troianis, ... Suida, quotquot imperatorum uitas descripsit, ... Accedente rerum & uerborum memorabilium indice copiosissimo, Basileae: Petri, Heinrich
Maggi, Girolamo <1572m.>, Hieronymi Magii Variarum lectionum, seu Miscellaneorum libri 4. In quibus multa auctorum loca emendantur, atque explicantur, & quae ad antiquitatem cognoscendam pertinent, non pauca afferuntur .., Venetiis: Ziletti, Giordano, 1563
Maggi, Girolamo <1572m.>, Della fortificatione delle citta, di m. Girolamo Maggi, e del capitan Iacomo Castriotto, ingegniero del christianiss. re di Francia, libri 3. ... Discorso del medesimo Maggi sopra la fortificatione de gli alloggiamenti de gli esserciti. Discorso del capitan Francesco Montemellino sopra la fortificatione del borgo di Roma. Trattato dell'ordinanze, ouero battaglie del capitan Giouacchino da Coniano. Ragionamento del sudetto Castriotto sopra le fortezze della Francia, In Venetia: Borgominieri, Camillo, 1584
Maggi, Girolamo <1572m.>, Hieronymi Magii De equuleo liber postumus. Additae notae: & appendix e viris doctis, qui idem argumentum pertractantur, Hanouiae: Wechel, Andreas Erben & Marne, Claude <1.> & Aubry, Johann <1.> Erben, 1609
Maggi, Girolamo <1572m.>, Hieronymi Magii De tintinnabulis liber postumus. Franciscus Sweertius f. Antuerp. notis illustrabat, Hanouiae: typis Wechelianis, apud Claudium Marnium & heredes Ioannis Aubrii: Wechel, Andreas Erben & Marne, Claude <1.> & Aubry, Johann <1.> Erben, 1608
Maggi, Girolamo <1572m.>, Della fortificatione delle citta, di m. Girolamo Maggi, e del capitan Iacomo Castriotto ... libri 3. .., In Venetia: Borgominieri, Camillo, 1583
Maggi, Girolamo <1572m.>, Hieronymi Magij Anglarensis De mundi exustione, & die iudicii, libri quinque: ... His adiecta sunt, quae de Mundi exitio, apud Augustinum Steuchum lib. 10. De perenni philosophia leguntur. Accessit rerum & uerborum memorabilium copiosus index, Basileae: Petri, Heinrich, 1562
Sirenio, Giulio <1553-1593, De fato libri nouem, in quibus inter alia, de contingentia, necessitate, prouidentia, praescientia prophetia, & diuinatione, diuina, tam secundum philosophorum opinionem, quam secundum catholicorum theologorum sententiam, docte, & copiose disseritur, Iulio Sirenio Brixiano auctore. Accesserunt Hieronymi Magii in eosdem libros Periochae, cum rerum, et uerborum insignium indice locupletissimo, Venetiis: Ziletti, Giordano, 1563
Maggi, Girolamo <1572m.>, Hieronymi Magii Anglarensis De tintinnabulis liber postumus. Franciscus Sweertius F. Antverp. Notis illustrabat, Amstelodami: Combi, Sebastiano & La Nou, Giovanni, 1664
Maggi, Girolamo <1572m.>, Hieronymi Magii Anglarensis De tintinnabulis liber postumus. Franciscus Sweertius F. Antverp. Notis illustrabat, Amstelodami: Frisius, Andreas, 1664
Maggi, Girolamo <1572m.>, Hieronymi Magii Anglarensis De equuleo liber postumus. Cum notis Goth. Jungermanni. Accedit Appendix virorum illustrium, idem argumentum pertractantium, Amstelodami: Frisius, Andreas, 1664
Sirenio, Giulio <1553-1593, De fato libri nouem ... Iulio Sirenio Brixiano auctore. Accesserunt Hieronymi Magii in eosdem libros Periochae ..., Venetiis: Ziletti, Giordano, 1563

Marzio, Galeotto <1442-1494>, Galeotti Martii Narniensis, De doctrina promiscua lirer [|], varia multiplicique eruditione refertus, ac nunc primum in lucem editus, Florentiae: Torrentino, Lorenzo, 1548
Marzio, Galeotto <1442-1494>, Galeottus Martius Narniensis, De doctrina promiscua, Lugduni: Tournes, Jean de <1.>, 1552
Marzio, Galeotto <1442-1494>, Della varia dottrina / Galeotto Marzio da Narni tradotto in volgare fiorentino per m. Francesco Serdonati con la giunta d'alcune breui annotazioni .., In Fiorenza, In Firenze: Giunta, Filippo <2.>, MDCXV [i.e. 1595]
Marzio, Galeotto <1442-1494>, Della varia dottrina. Tradotto in volgare fiorentino per M. Francesco Serdonati con la giunta d'alcune breui annotazioni. Con due tauole vna de capi, e l'altra delle cose piu notabili /Galeotto Marzio da Narni, In FiorenzaIn Firenze: Giunti Filippo, 1615
Marzio, Galeotto <1442-1494>, Della varia dottrina tradotto in volgare fiorentino per m. Francesco Serdonati con la giunta d'alcune breui annotazioni. Con due tauole vna de capi, e l'altra delle piu notabili / Galeotto Marzio da Narni, In Fiorenza, In Firenze: Giunti Filippo, 1616
Marzio, Galeotto <1442-1494>, Galeoti Martii Narniensis De homine libri duo. Georgi Merulae Alexandrini in Galeotum annotationes. Cum indicibus utrobique contentorum, & copiosissimis & certissimis, Basileae: Froben, Johann
Marzio, Galeotto <1442-1494>, Galeotti Homo non exenteratus. Heus lector amice Galeotti Martii Narniensis Homo lecturienti tibi duobus libris exterioribus membris interioribusque constabat integer ... Georgi Merulae In de homine librum eruditum sane opusculum: rursus in Georgii scripta Galeotti refutatio ingeniosa, Impressum Taurini: Silva, Giovanni Angelo & Silva, Bernardino

Juan Eusebio Nieremberg fu teologo e poligrafo nato da genitori tedeschi a Madrid nel 1595, città ove si spense nel 1658. Studiati i classici a corte, andò poi ad Alcala per imparare le scienze e quindi a Salamanca per studiare la lagge canonica.
Entrò nell'Ordine dei Gesuiti nonostante qualche opposizione paterna.
Apprese il greco e l'ebraico al Colegio de Huete, le arti e la teologia ad Alcalà: fu ordinato nel 1623, facendo la professione di fede nel 1633. Al Collegio imperiale di Madrid insegnò discipline umanistiche e storia naturale per sedici anni e quindi le Sacre Scritture per tre. Pubblicò molte opere di teologia e varia cultura ma in merito agli interessi aprosiani espressi in questo Grillo resta soprattutto da menzionare l' Occulta Filosofia in cui riprendeva e discuteva molte delle riflessioni sviluppate in un testo che, per quanto al momento ancora ignoto all'Aprosio, era già quasi leggendario val a dire il Theatrum Sympatheticum.

Novellus, Iacobus <1556-1586fl.>, Tractatus aureus defensionem omnium reorum aduersus quascunque accusationes & inquisitiones pro quibuscunque criminibus docens. Tum ad theoricam iuris, tum ad communem omnium tribunalium uniuersae Europae stilum, & praxim accomodatus. Iacobo Nouello iureconsulto authore. Adiectis summarijs ac indice copiosissimo, In Venetijs: Bosello, Pietro, 1555
Venezia Volumen statutorum, legum, ac iurium D. Venetorum, cum amplissimo indice omnium materiarum ... Additis corretionibus in creatione Serenissimorum Principum Barbadici, Lauredani, Grimani, Gritti, Triuisani, Venerij, ac ... Laurentij Priolo: cum sua pratica indiciali necessaria, ac multis legibus ad curias pallatij pertinentibus. Summo studio, labore, ac diligentia D. Iac. Nouello Iur. Doct. nuper in lucem data, Venetijs 1597: Zenaro, Giovanni
Novellus, Iacobus <1556-1586fl.>, Tractatus singularis defensionem omnium reorum aduersus quascunque accusationes & inquisitiones pro quibuscunque criminibus instruens ... Iacobo Nouello iureconsulto authore. Adiestis summariis ac indice copiosissimo, Venetiis, 1565
Novellus, Iacobus <1556-1586fl.>, Tomus 2. Regularum ad reliquas regul. Petri a Duenas; et ex iuris corpore summa cum diligentia collectarum; vna cum suis ampliationibus ac limitationibus, ... Iacobo Nouello D. autore, Venetiis: Al segno della Salamandra <1539-1570>, 1567
Novellus, Iacobus <1556-1586fl.>, Tractatus singularis defensionem omnium reorum, quascunque accusationes & inquisitiones pro quibuscunque criminibus instruens. Tum ad theoricam iuris, tum ad communem omnium tribunalium uniuersae Europae stylum & praxim accomodatus. Iacobo Nouello iureconsulto auctore. Adiectis summarijs, ac indice copiosissimo, Venetijs: Guerra, Domenico & Guerra, Giovanni Battista, 1568
Novellus, Iacobus <1556-1586fl.>, Tractatus criminalis D. Iacobi Nouelli vtr. iur. doct. ... Cum multis additionibus nouissime in lucem datis: & cum summarijs, ac repertorio admodum opportuno, ac locupletissimo, Venetiis: Guerra, Domenico & Guerra, Giovanni Battista, 1568
Novellus, Iacobus <1556-1586fl.>, Tractatus aureus defensionem omnium reorum aduersus quasqunque accusationes et inquisitiones pro quibuscunque criminibus docens ... Iacobo Nouello ... authore ..., VenetiisVenetiis: Griffio, Giovanni <1.>Costantini, Baldassarre, 1552
Novellus, Iacobus <1556-1586fl.>, Tractatus criminalis d. Iacobi Nouelli vtr. iur. doct. Vtilis necessarius tam iudicibus maleficiorum, quam cancellarijs terrae firmae: ac alijs versantibus in palatio.., Venetiis: Cornetti, Giacomo, 1586
Novellus, Iacobus <1556-1586fl.>, Templum Francanum illustr.mo Francisco Mauroceno Taruisii praetori integerrimo, praefectoque ornatissimo a Iacobo Nouello Francano erectum ..., Taruisii: Deuchino, Evangelista <1593-1631>, 1600
Novellus, Iacobus <1556-1586fl.>, Tractatus singularis defensionem omnium reorum, quascunque accusationes & inquisitiones pro quibuscunque criminibus instruens. Tum ad theoricam iuris, tum ad communem omnium tribunalium uniuersae Europae stylum & praxim accomodatus. Iacobo Nouello ... auctore. Adiectis summarijs, ac indice copiosissimo, Venetiis: Cornetti, Giacomo, 1586
Novellus, Iacobus <1556-1586fl.>, Tractatus aureus defensionem omnium reorum aduersus quascunque accusationes & inquisitiones pro quibuscunque criminibus docens. Tum ad theoricam iuris, tum ad comunem omnium tribunalium vniuersae Europae stilum & praxim accomodatus. Iacobo Nouello iureconsulto authore. Adicetis summariis ac indice copiosiss, Venetiis: Al segno della Fontana, 1552
Novellus, Iacobus <1556-1586fl.>, Practica et theorica causarum criminalium, nouissime in lucem edita, per dominun Iacobum de Nouello ... cum summariis, repertorio, ac quamplurimum rerum scitu dignarum additionibus, VenetiisVenetiis: Bosello, Pietro, 1555
Novellus, Iacobus <1556-1586fl.>, Tractatus criminalis D. Iacobi Nouelli vtr. iur. doct. Vtilis ac necessarius tam iudicibus maleficiorum, quam Cancellarijs terrae firmae ac alijs versantibus in Palatio. Cum multis additionibus nouissime in lucem datis: & cum summariis, ac repertorio admodum opportuno, ac locupletissimo, Venetiis: Cavalcalupo, Girolamo, 1565
Novellus, Iacobus <1556-1586fl.>, Practica et theorica causarum criminalium, nouissime in lucem edita per dominum Iacobum de Nouello, ... cum summarijs, repertorio, ac quamplurium rerum scitu dignarum additione, Venetiis, Venezia: Al segno della Fontana Comin da Trino, 1552
Venezia Volumen Statutorum, legum ac iurium D.Venetorum, cum amplissimo indice omnium materiarum, ... Cum sua pratica iudiciali ... Summo studio, labore, ac diligentia. D. Iac.Nouello iur. doct. nuper in lucem data, Venetiis: Fontana Comin da Trino, 1564
Novellus, Iacobus <1556-1586fl.>, Practica et theorica causarum criminalium nouissime in lucem edita per dominum Iacobum de Nouello iur. doct. & aduocatum Venetum. Admodum utilis & necessaria tam iudic. maleficiorum quam cancellarijs D. rectorum terrae firmae, cum repertorio & summarijs, Costantini, Baldassarre
Novellus, Iacobus <1556-1586fl.>, Tractatus singularis defensionem omnium reorum, contra quascunque accusationes & inquisitiones pro quibuscunque criminibus instruens. Tum ad theoricam iuris, tum ad communem omnium tribunalium uniuersae Europae stylum & praxim accommodatus. Iacobo Nouello iureconsulto auctore. Adiectis summariis, ac indice copiosissimo, Venetiis: Somasco, Giovanni Battista <1.>, 1575
Novellus, Iacobus <1556-1586fl.>, Tractatus criminalis D. Iacobi Nouelli vtr. iur. doct. Vtilis ac necessarius tam iudicibus maleficiorum, quam Cancellarijs terrae firmae ac alijs versantibus in Palatio. Cum multis additionibus nouissime in lucem datis: & cum summariis, ac repertorio admodum opportuno, ac locupletissimo, Venetiis: Somasco, Giovanni Battista <1.>, 1575
Novellus, Iacobus <1556-1586fl.>, Practica et theorica causarum criminalium,nouissime in luce edita,per Dominum Iacobum de Nouello..., Venetiis: Costantini, Baldassarre, 1552
Novellus, Iacobus <1556-1586fl.>, Tractatus de iure Prothomiseos sive de iure Congrui excellentissimi iuresconsulti D. Jacobi Novello ... Cum summario ac repertorio apprime accomodato, Venetiis: Arrivabene, Andrea, 1559

Santorelli, Antonio <1559-1639>, Postpraxis medica, seu De medicando defuncto, liber unus. In quo, quaecumque prudens, & christianus medicus debet defuncto praestare, explicantur. Auctor Antonius Santorellus ..., Neapoli: Scoriggio, Lazzaro, 1629
Santorelli, Luigi Antonio<1559-1639>, De perscribendis epistolis libellus, Napoli, 1653
Santorelli, Antonio <1559-1639>, Antonij Santorelli Nolani, ... Antepraxis medica. In libros viginti, & vnum distributa, in quibus, ea omnia, quae praxim medicinae aggressuris, praenoscere, est necessarium, summa breuitate examinantur. Adiecimus praeter praefationem ad lectorem, triplicem indicem, librorum capitum, que in singulis libris coninentur, & rerum notatu dignorum, Neapoli: Scoriggio, Lazzaro, 1622
Santorelli, Antonio <1559-1639>, Io. Francisci Rosselli censura ad censuram vocata. In qua definitio actionis deprauatae, ab auctore primum tradita aduersus ipsum defenditur. Natura symptomatis in in excretis retentisque explicatur: & multa eiusdem dicta castigantur. Auctor Antonius Santorellus ..., Neapoli: Scoriggio, Lazzaro, 1628
Santorelli, Luigi Antonio <16.sec., De perscribendis epistolis libellus [Aloisius Ant. Sanctorellus], Neapoli: Cacchi, Giuseppe, 1591
Santorelli, Luigi Antonio <16.sec., De perscribendis epistolis libellus / Aloisius Antonius Sanctorellus, Neapoli: Cavalli, Camillo, 1653
Santorelli, Antonio <1559-1639>, Discorsi della natura, accidenti, e pronostici dell'incendio del monte di Somma dell'anno 1631. Del dottor Antonio Santorelli ... Posti in luce da Marc'Aurelio Ciampotto .., In Napoli: Longo, Egidio, 1632
Santorelli, Antonio <1559-1639>, Antonii Santorelli Nolani, medici, ... Antepraxis medica, in qua explicantur controuersiae omnes scitu necessariae praxim medicinae aggressuris. Prodit. tertio in lucem emendatior, Neapoli: Cavallo, Camillo <1.> eredi Valle, Carlo : de, 1651
Santorelli, Antonio <1559-1639>, Discorsi della natura, accidenti, e pronostici dell'incendio del Monte di Somma dell'anno 1631. Del dottor Antonio Santorelli ... Posti in luce da Marc'Aurelio Ciampotto .., In Napoli: Longo, Egidio, 1632
Santorelli, Antonio <1559-1639>, Antonii Santorelli ... Antepraxis medica. Secundo edita et duobus libris multisque capitibus quae in priori editione desiderabantur adaucta, Neapoli: Maccarano, Domenico, 1633

Torreblanca Villalpando, Francisco (nato a Cordova, morto nel 1645) , Iuris spiritualis practicabilium libri 15. Ex lege domini, siue reuelatis a Deo, per sacram scripturam, vel in communi ecclesiae, vel in particulari hominum. Autore d. Francisco Torreblanca Villalpando, Cordubensi, ..., Cordubae: Cea Tesa, Salvador : de, 1635
Torreblanca Villalpando, Francisco, D.D. Francisci Torreblanca Cordubensis, ... Epitome delictorum, sive De magia in qua aperta vel occulta invocatio demonis intervenit, Lugduni: Huguetan, Jean Antoine <2> & C., 1678
Torreblanca y Villalpando, Francisco : de,
Daemonologia siue De magia naturali, daemoniaca, licita & illicita, deq; aperta & occulta, interuentione & inuocatione daemonis libri quatuor. Lib. 1. Tractatur de magia diuinatrice. Lib. 2. De magia operatrice. Lib. 3. De punitione huius criminis in foro exteriori & iuridico. Lib. 4. De punitione interiori animae vidilicet, & officio confessariorum. Auctore Don Francisco Torreblanca Villalpando Cordubensi .., Moguntiae, 1623 [1 esemplare dell'opera in C.B.A.)
Torreblanca Villalpando, Francisco, Epitomes delictorum in quibus aperta, vel oculta inuocatio daemonis interuenit, libri 4 ... Authore licentiato don Francisco Torreblanca Villalpando .., Hispali: Rodriguez Gamarra, Ildephonsus & De Lira, Francisco, 1618
Torreblanca y Villalpando, Francisco : de, D.D. Francisci Torreblanca Cordubensis, ... Epitome delictorum, siue De magia: in qua aperta vel occulta inuocatio daemonis intervenit, Lugduni: Huguetan, Jean Antoine <2. ; 1649-1680>, 1678

Merula, Gaudenzio <16.sec.> - Gaudenti Merulae Nouariensis, Memorabilium liber, perquam vtilis et eruditus - Venetiis: Giolito de Ferrari, Gabriele & fratelli, 1550
Merula, Gaudenzio <16.sec.> - De Gallorum Cisalpinorum antiquitate, ac origine, Gaudentio Merula autore - Bergomi: Ventura, CominoAntoni, Giovanni Antonio degli <2.>, 1592
Merula, Gaudenzio<16.sec.> - Nuoua selua di varia lettione di Gaudentio Merula, diuisa in cinque libri tradotta di Latino in lingua italiana. Con due tauole copiosissime - In Venetia: Valvassori, Giovanni Andrea, 1559
Merula, Gaudenzio <16.sec.> - De Gallorum Cisalpinorum antiquitate, ac origine, Gaudentio Merula autore - Lugduni [Lione]: Gryphius, Sebastien, 1538
Merula, Gaudenzio <16.sec.> - Memorabilium Gaudentij Merulae Nouariensis vltra primam editionem & recognitum & quatuor libris auctum opus cum emendatione et scholiis Pomponij Castalij oliuetani - Lugduni: Bonhomme, Mace, 1556
Merula, Gaudenzio <16.sec.> - De Gallorum Cisalpinorum antiquitate, ac origine - Bergomi typis Comini Venturae: Ventura, Comino, 1593
Nemesius - Nemesij philosophi clarissimi De natura hominis liber vtilissimus. Giorgio Valla Placentino interprete - Lugduni: Gryphius, Sebastien, 1538
Merula, Gaudenzio<16.sec.> - Terentianus dialogus vltra omnem festiuitatem vrbanissimum. Authore Gaudentio Merula Nouariensi - [1543?]
Merula, Gaudenzio <16.sec.> - Nuoua selua di varia lettione di Gaudentio Merula diuisa in 5. libri. Tradotta di latino in lingua italiana. Con due tauole ... - In Venetia: Valvassori, Giovanni Andrea, 1562

Pietrasanta, Silvestro <1590-1647> di cui alla C.B.A. trovasi l'esemplare:
Notae in epistolam Petri Molinaei ad Balzacum, cum responsione ad haereses, errores et calunnias eius, ac vindiciis Urbis Romae, et Pontifici Romani, Antverpiae : ex Officina Plantiniana Balthasaris Moreti, 1634 [15], 247, [6] p. ; 8°.
Altri volumi dello stesso autore rinvenuti nelle biblioteche italiane:
Pietrasanta, Silvestro <1590-1647>, Silvestri Petrasanctae Romani Soc. Iesu theologi Notae in epistolam Petri Molinaei ad Balzacum, cum responsione ad haereses, errores & calumnias eius, ac vindicijs vrbis Romae & Pontificis Romani, Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <1.>, 1634
Pietrasanta, Silvestro <1590-1647>, Iter Fuldense illustrissimi ac reuerendissimi Petri Aloysii Carafae episcopi Tricaricensis, ... Caelius Seruilius perillustri domino Roberto Canonico patritio Ferrariensi dicat, Leodii: Ouwerx, Jean, 1627
Ramirez, Diego <1589-1647>, Vida del piissimo y sapientissimo p. Roberto Belarmino religioso de la Compania de Iesus ... recogida de las que del escriuieron, en italiano el p. Iacobo Fuligatti, y en latin el p. Siluestro Petrasancti ... y compuesta en castellano por el p. Diego Ramirez de la misma Compania ..., En Madrid: Ocampo, Francisco : de, 1632
Pietrasanta, Silvestro <1590-1647>, Sacrae bibliorum metaphorae, et in eis documenta morum. Auctore Siluestro Petrasancta Romano, e Societate Iesu. Centuria prima. Ab historiae sacrae, & mundi exordio, Genesis capite primo, ..., Coloniae Agrippinae: Kinckius, Johann, 1631
Pietrasanta, Silvestro <1590-1647>, Iter Moguntinum illustrissimi, ac reuerendissimi Petri Aloysii Carafae, episcopi Tricaricensis, & legati apostolici, ad nuperam electionem illustrissimi ... Anselmi Casimiri Wambolt, archiepiscopi Moguntiae ... Caelius Seruilius illustrissimo ... dedicat, Leodii: Ouwerx, Jean, 1629
Campi, Pietro Maria <1569-1649>, Gregorij 10. ex familia Vicecomitum Placentina pont. max. vita a Petro Maria Campio Palcentino canonico italice descripta et a Sylvestro Petrasancta Societatis Iesu, latine reddita, Romae: Corbelletti eredi, 1655
Pietrasanta, Silvestro <1590-1647>, Caluinianus verbero et in eum vindiciae vapulares hoc est necessaria defensio Siluestri Petra Sanctae Romani Societatis Iesu theologi in Andreae Riueti haeretici librum qui inscribitur iesuita vapulans quae est simul altera defensio Romanae ecclesiae, ac pontificis Romani, Laureti: Serafini, Paolo & Serafini, Giovanni Battista, 1639
Pietrasanta, Silvestro <1590-1647>, Tesserae gentilitiae a Siluestro Petra Sancta Romano Societatis Iesu ex legibus Fecialium descriptae, Romae: Corbelletti, Francesco eredi, 1638
Pietrasanta, Silvestro <1590-1647>, De symbolis heroicis libri 9. auctore Siluestro Petrasancta Romano e Soc. Iesu, Antuerpiae: Officina Plantiniana, Moretus, Balthasar <1.>, 1634
Thaumasia verae religionis a Silvestro Petrasancta Romano, e Sociatate Iesu, proposita, contra perfidiam sectarum. Tomus 1/3, Romae: Tre pile auree Mascardi, Vitale, 1643-1655
Pietrasanta, Silvestro <1590-1647>, Oratio funebris Siluestri Petrasanctae Romani e Societate Iesu habita ad Vrbanum 8. pont. max. dum iusta exequiarum Ferdinando 2. Austriaco electo imperatori persoluerentur, Romae: Corbelletti, Francesco, 1637
Fuligatti, Giacomo <1577-1653>, Vita Roberti Bellarmini Politiani e Societate Iesu S.R.E. presbyteri cardinalis archiepiscopi Capuae fidei propugnatoris a Iacobo Fuligatto Soc. Iesu Italice primum scripta: a Siluestro Petra Sancta eiusdem Soc. Latine reddita, & aucta, atque in hac secunda editione a mendis primae repurgata, Antuerpiae: Officina Plantiniana & Moretus, Balthasar <1574-1640>, 1631
Pietrasanta, Silvestro <1590-1647>, 1: Volume primumm et in eo Miracula comparata veteris & Noui Testamenti, Tre pile auree, Mascardi, Vitale
2: Tomus 2. Ritus Ecclesiae Catholicae miraculis confirmati a Siluestro Petrasancta Romano e Societate Iesu, Romae: Mascardi, Vitale, 1646
Fuligatti, Giacomo <1577-1653>, Vita Roberti Bellarmini Politiani e Societate Iesu Marcelli 2. pont. max. sororis filii ... Italice primum scripta a Iacobo Fuligatto Latine reddita, et aucta a Petra Sancta ..., Leodii: Ouwerx, Jean & Streel, Leenaert, 1626

Tomai, Tommaso , Idea del giardino del mondo, di M. Thomaso Thomai da Rauenna, fisico, & accademico innominato, oue oltre molti secreti marauigliosi di natura, sono posti varij, et soauissimi frutti curiosissimi, secondo da diuersita del gusto de gli huomini. Aggiuntoui di nuouo in questa seconda impressione XIX capitoli dell'autore curiosissimi, che cominciano dal capitolo XXV. & durano per tutto il capitolo XLIII. All'illust.mo sig. Conte Pirro visconte, Borromeo, Milano: Da Ponte, Pacifico, 1589
Tomai, Tommaso , Idea del giardino del mondo, di M. Thomaso Thomai da Rauenna, fisico, et academico innominato, oue, oltre molti secreti marauigliosi di natura, sono posti varij, et soauissimi frutti ..., In Venetia: Alberti, Simone, 1593
Tomai, Tommaso , Idea del giardino del mondo. Di M. Thomaso Thomai, da Rauenna, fisico, et accademico innominato. Oue, oltre molti secreti marauigliosi di natura, sono posti varij, & soauissimi frutti curiosissimi, secondo la diuersita del gusto de gli huomini. Aggiuntoui di nuouo in questa seconda impressione 19 capitoli dell'autore curiosissimi ..., In Carmagnola: Bellone, Marcantonio, 1587
Tomai, Tommaso , Idea del giardino del mondo. Di m. Tomaso Tomai da Rauenna fisico, & medico. Oue oltre molti secreti marauigliosi di natura, sono posti varij, & souauissimi frutti curiosissimi, secundo la diuersita del gusto de gl'huomini ..., In Torino, 1637
Vittori, Benedetto , Benedicti Victori ... Medicationis empeiricae libri tres. Itemque Camilli Thomai ... curandorum morborum rationalis methodus, Francoforti, Impressum Francofurti ad Moenum: Schonwetter, Johann Theobald Kolliz, Johann, 1598
Vittori, Benedetto , In hoc libro continentur Benedicti Victorii Fauentini viri in arte medica excellentissimi recte santecque medicari cupientem. Eiusdem medicatio empirica singulorum morborum. Eiusdem doctrinalis empeirica de febribn |!. Rationali methodus atque compendiosa ad omnes fere morbos curandos internarum partium humani corporis, per Camillum Thomaium ... Trotulae antiquissimi auctoris, curandarum aegritudinum muliebrum ante, in, & post partum, liber vnicus, nuperrime opera liberorum Aldi Manutij in lucem editus, Parisiis: Foucher, Jean, 1551
Vittori, Benedetto , Benedicti Victorii Fauentini ... Empirica, Venetiis: Valgrisi, Vincenzo, 1554
Tomai, Tommaso , Idea del giardino del mondo di M. Thomaso Thomai da Rauenna ... Oue, oltre molti secreti merauigliosi di natura, sono posti varij, & soauissimi frutti curiosissimi, secondo la diuersita del gusto de gli huomini ..., In Bologna: Rossi, Giovanni <1556-1595>, 1582
Tomai, Tommaso , Ragionamento sopra le comete, dell'eccellente dottore d'arti, & medicina m. Thomasso Thomai da Rauenna, Stampato in Bologna: Benacci, Giovanni Battista & compagni
Tomai, Tommaso , Idea del giardino del mondo di M. Tomaso Tomai da Rauenna, fisico, & accademico innominato; ... Con due tauole, l'vna de' capitoli, & l'altra delle cose piu notabili,che si contiene nell'opera, In Bologna: Pisarri, Antonio, 1671
Tomai, Tommaso , Idea del giardino del mondo, di m. Tomaso Tomai da Rauenna, fisico, & academico innominato. Oue, oltre molti secreti marauigliosi di natura, sono posti varij, & soauissimi frutti curiosissimi, secondo la diuersita del gusto de gli huomini, In Venetia: Combi, Sebastiano, 1601
Tomai, Tommaso , Dell'historia di Rauenna di m. Tomaso Tomai, In Rauenna: Tebaldini, Francesco
Tomai, Tommaso , Idea del giardino del mondo. Di m. Tomaso Tomai da Rauenna, ... Oue oltre molti secretti marauigliosi di natura sono posti ... Con due tauole, l'una de' capitoli, & l'altra delle cose piu notabili, che si contiene nell'opera, In Venetia: Imberti, Ghirardo, 1639
Tomai, Tommaso , Idea del giardino del mondo. Di M. Tomaso Tomai da Rauenna, fisico, & accademico innominato. ... Con due tauole, l'vna de' capitoli, & l'altra delle cose piu notabili, che si contiene nell'opera, In Venetia: Prodotto, 1667
Tomai, Tommaso , Idea del giardin del mondo di Tommaso Tomai, In Bassano, e in Brescia: Turlino, Giacomo
Tomai, Tommaso , Historia di Rauenna dell'eccellente sig. Thomaso Tomai ... diuisa in quattro parti. Nella quale oltre le cose miracolose dell'antichita, & huomini illustri di quella citta, si contengono breuemente le piu notabili guerre di diuerse nationi dal principio del mondo fino a tempi nostri ..., In PesaroIn Pesaro: Giglio, Luigi, 1574
Vittori, Benedetto , Benedicti Victorij Fauentini... Empirica, Venetiis: apud Vincentium Valgrisium: Valgrisi, Vincenzo, 1565
Tomai, Tommaso , Idea del giardin del mondo di m. Tommaso Tomai da Ravena fisico, ed Accademico innominato. Ove oltre molti secreti maravigliosi di natura, sono posti varj, e soavissimi frutti curiosissimi secondo le diversita del gusto degli uomini. Con due tavole, l'una delli capitoli, e l'altra delle cose piu notabili, che si contiene nell'opera. Nuovamente ristampata, e corretta. Aggiuntovi di nuovo una tavola di tutti li nomi degli autori contenuti nel detto giardino, In Bassano, ed in Brescia: Turlino, Giacomo
Tomai, Tommaso , Idea del giardino del mondo. Di M. Tomaso Tomai da Rauenna, fisico, & accademico innominato ... Con due tauole, l'vna de' capitoli, & l'altra delle cose piu notabili, che si contiene nell'opera. Nouamente ristampata & con somma diligenza corretta. ..., In Venetia, et in Bassano: Remondini, Giovanni Antonio
Tomai, Camillo , De medendis febribus humoralibus, atque earundem accidentibus, & Hetica, necnon quibusdam febribus pestilentialibus. Camilli Thomaii ... commentariolus, Venetiis: Arrivabene, Andrea, 1542
Vittori, Benedetto , Empirica Benedicti Victorii Fauentini, medici clarissimi, necnon Camilli Thomaii Rauenatis morbum humani corporis curandorum rationalis methodus, ac Trotulae antiquissimi authoris Compendium, de passionibus mulerium curandis. His accesserunt morborum in his contentorum indices duo, per ordinem alphabeticum digesti, Lugduni: Beraud, Symphorien, 1572
Tomai, Tommaso , Idea del giardino del mondo di M. Tomaso Tomai da Rauenna fisico, & Accademico Innominato. Oue oltre molti secreti marauigliosi di natura, sono posti varij, & soauissimi frutti curiosissimi secondo la diuersita del gusto de gli huomini. Con due tauole, l'vna delli capitoli & l'altra delle cose piu notabili che si contiene nell'opera, Venezia: Tivani, Antonio, 1690
Tomai, Tommaso , Idea del giardino del mondo. Di m. Thomaso Thomai, da Rauenna, fisico, et accademico innominato. Oue, oltre molti secreti marauigliosi di natura, sono posti varij, & soauissimi frutti curiosissimi, secondo la diuersita del gusto de gli huomini. Aggiontoui di nuouo in questa seconda impressione 19 capitoli dell'autore curiosissimi, che cominciano dal capitolo 25 & durano per tutto il capitolo 43. All'ill. sig. Innocentio Maluasia, thesoriero general di Romagna, & suo signore, In Carmagnola: Bellone, Marcantonio, 1589
Tomai, Tommaso , Idea del giardino del mondo di m. Tomaso Tomai, ... nuouamente ristampata & ... ricorretta ..., In Vinegia: Bisuccio, Daniele, 1603
Tomai, Tommaso , Idea del giardino del mondo. Di m. Tomaso Tomai da Ravenna, fisico, & accademico innominato. Ove oltre molti secretti maravigliosi di natura, sono posti varii, & soavissimi frutti curiosissimi ... Con due tavole, ... Nouamente ristampata, & ... corretta. Aggiuntovi di nuovo una tavola di tutti li nomi degli Auttori ..., In Venezia: Lovisa, Domenico <1.>
Tomai, Tommaso , Historia di Rauenna di m. Tomaso Tomai diuisa in quattro parti. Nella quale oltre le cose notabili di questa republica; breuemente si trattano prencipalissime guerre di di diuerse nationi. ..., In RauennaIn Rauenna: Tebaldini, Francesco, 1580.
Tomai, Tommaso , Idea del giardino del mondo di M. Tomaso Tomai da Rauenna fisico, & Accademico innominato. Oue oltre molti secreti marauigliosi di natura sono posti varij, & soauissimi frutti curiosissimi secondola diuersita del gusto de gli huomini. Con due tauole, l'vna de' capitoli, & l'altra delle cose piu notabili, che si contiene nell'opera, In Padoua: Sardi, Sebastiano
Tomai, Tommaso , Idea del giardino del mondo. Di M. Thomaso Thomai da Rauenna Oue oltre molti secreti marauigliosi di natura, sono posti varij, & soauissimi frutti curiosissimi, secondo la diuersita del gusto de gli huomini, In Bologna: Rossi, Giovanni <1556-1595>, 1586
Vittori, Benedetto , Benedicti Victorii Fauentini ... Empirica, Venetiis: Valgrisi, Vincenzo, 1555
Tomai, Tommaso , Idea del giardino del mondo, di M. Tomaso Tomai da Rauenna, fisico, & academico innominato, ..., In Venetia: Alberti, Giovanni, 1597
Tomai, Tommaso , Idea del giardino del mondo. Di M. Tomaso Tomai da Rauenna, Fisico e Accademico innominato. Oue molti secreti marauigliosi di natura, sono posti varij, e soauissimi frutti curiosissimi secondo la diuersita del gusto de gli huomini. Con due Tavole, l'uno de' Capitoli, e l'altra delle cose piu notabili, che si contiene nell'Opera, In Milano, 1661

L'Urbs sanguinum, ovvero la "città dei sangui", è per antonomasia Napoli, e così fu definita nel 1632 da un osservatore dell'epoca rimasto attonito di fronte alle tremila reliquie di martiri cristiani gelosamente custodite in città nel chiuso dei conventi o delle dimore private.
[L'osservazione su Napoli è prioritaria e basilare anche se nel XVII secolo il culto del sangue in merito a fenomeni miracolistici e fideistici ebbe diffusione panitaliana].
Sebbene il miracolo dello scioglimento del sangue abbia finito con l'identificarsi con San Gennaro, tanti altri santi compivano e tuttora compiono il prodigio. Gli autori del libro tracciano in itinerario alla scoperta dei prodigi del sangue e dei luoghi in cui ciò avviene. Il materiale d'informazione e di conoscenza viene offerto senza la pretesa di far luce su tali prodigi, nella consapevolezza che si tratta comunque di fenomeni non solo religiosi, ma anche storici e culturali che ormai fanno parte integrante della città di Napoli. Così si deduce dall'analisi del bellissimo libro di Malafronte Lucia, Maturo Carmine, Urbs sanguinum/ Itinerario alla ricerca dei prodigi di sangue a Napoli, Prefazione di Marino Niola; disegni di Alessia Cianflone , Volume in 8° (cm 21 x 15); pp. 116, Napoli, Intra Moenia, 2000. Da esso basti citare:
Santa Patrizia, p. 29
San Giovanni Battista, p. 33
San Pantaleone, p. 39
Chiesa di San Gregorio Armeno, p. 43
San Lorenzo, p. 45
Chiesa di San Lorenzo Maggiore, p. 49
Santo Stefano Protomartire, p. 49
Chiesa di Santa Chiara, p. 55
Sant'Alfonso de' Liguori, p. 57
Chiesa di Santa Maria della Mercede, p. 61
San Luigi Gonzaga, p. 63
Chiesa del Gesù Vecchio, p. 67
Il sangue di San Gennaro, p. 69
Sontuosa oltre che estremamente utile risulta la presentazione di Marino Niola qui parzialmente riproposta:
" Sono trascorsi ormai quasi tre secoli da quando Charles de Brosses, nel 1737, defini' il miracolo di San Gennaro un graziosissimo capitolo di chimica, una trappola acchiappagrulli. Da allora una ininterrotta diatriba ha contrapposto due schiere agguerrite. Da una parte gli scettici , dall'altra i credenti si son combattuti, per lo più per mostrare gli uni la falsità, gli altri la verità del miracolo. Finendo cosi' per ridurre una questione simbolica tanto complessa ad un quesito referendario.
Ciò ha spesso posto in second'ordine le ragioni "proprie" di un fenomeno: la sua genesi, il suo significato, le sue costanti e le sue metamorfosi, la sua permanenza e, questione di portata decisiva, il suo simbolismo. Ovvero il linguaggio nel quale il fatto viene enunciato, codificato, comunicato e trasmesso. E' ben nota la centralità simbolica del sangue nel Mezzogiorno, ma soprattutto a Napoli.
Sono tante, e circondate da un'aura particolarmente miracolosa, le numerose ampolle e fiale contenenti il sangue di santi e beati che hanno rigato di innumerevoli rivoli scarlatti l'anima religiosa della città. Tante liquefazioni prodigiose che hanno, proprio nel miracolo di San Gennaro, il loro paradigma. San Giovanni Battista, Santa Patrizia, Pantaleone, Andrea Avellino, moltissimi altri. Fonti ormai secche, però, con l'eccezione di Patrizia.
Era tale il numero delle ampolle miracolose, orgoglio e vanto dei monasteri più potenti, che Jean Jacques Bouchard nel 1632 defini' Napoli urbs sanguinum, ovvero la "città dei sangui". Come un filo di Arianna la geografia del sangue lega diversi tempi e culture che compongono la storia napoletana e la sua geologica stratificazione. Dove il corpo ed il sangue, ovvero i riferimenti più arcaici, sono ancora attuali.
Lucia Malafronte e Carmine Maturo ci invitano a dipanare alcuni interessanti fili di questa mappa mettendoci sulle loro tracce, seguendoli nella loro flanerie nello spazio e nel tempo. Nella convinzione che dietro il folklore, e persino dietro il colore, c'è sempre un giacimento culturale che chiede solo di essere riportato alla luce.
In questo senso il lavoro dei due autori diventa un metafora del compito cui sono chiamate oggi le energie migliori di cui questa città è ricca. Far riemergere le ragioni nascoste di una potenzialità attrattiva, di cui per il momento affiora solo lo scintillio del passato, facendola rifluire nel presente, in quella circolazione più ampia che costituisce oggi il vero flusso sanguigno del villaggio globale. Facendo scorrere Napoli nelle vene del mondo
".


Du Moulin, Pierre [Molinaeus, Petrus, teologo e polemista (vedi gli scritti contro il Pietrasanta, nato il 16.10. 1568 a Pfarrerssohn, morto il 10.3. 1658 a Sedan di cui resse la cattedrale] L' anti-barbare ou Du langage ingogneu: tant es prieres des particuliers qu'au seruice public: ou aussi sont representees les clauses principales de la messe, qui scandaliseroyent le peuple s'il les entendoit. Par Pierre du Moulin, A Geneve: Aubert, Pierre, 1631
Du Moulin, Pierre, Petri Molinaei ... Anatome missae; docens authoritate Sacrae Scripturae, & testimoniis veteris ecclesiae, missam pugnare cum verbo Dei, & avertere homines a via salutis. Latino sermone donata a Ludovico Molinaeo, authoris filio, Lugd. Batavor.: Elzevier, Bonaventura & Elzevier, Abraham 1.>, 1637
Du Moulin, Pierre, Anatomie de la messe. Ou' est monstre' par l'ecriture saincte, & par les tesmoignages de l'ancienne eglise, que la messe est contraire a la parole de Dieu, ... Par Pier du Moulin ministre de la parole de Dieu en l'eglise de Sedan, ..., A Geneve: Aubert, Pierre <1.>, 1636
Du Moulin, Pierre, Petri Molinaei Opera philosophica. Logica, Physica, Ethica, Amsterdami, 1645
Du Moulin, Pierre, In nuptias Martini Pilii I.C. et lectissimae virginis Ianae Olivariae epithalamia, Lugduni Batauorum: Raphelengius, Franciscus <1.>, 1594
Du Moulin, Pierre, De monarchia temporali pontificis Romani liber, quo imperatoris, regum, & principum iura aduersus vsurpationes papae defenduntur: et docetur quibus artibus papa ab humili statu ad tantae potentiae culmen ascenderit: & liber serenissimi ac potentissimi regis jacobi ad adversiorum obiectionibus, praecipue vero Roberti Bellarmini & Cuffetelli dominicani, vindicatur. Cum indice, Francofurti: Winkler, Johann Jakob, 1716
Du Moulin, Pierre, Regii sanguinis clamor ad coelum adversus parricidas anglicanos, Hagae-Comitum: Vlacq, Adriaen, 1652
Du Moulin, Pierre, Apologie pour la saincte cene du Seigneur contre la presence corporelle, et transsubstantiation. Item, Contre les messes sans communians. Et contre la communion sous vne espece. Par Pierre du Moulin ..., A La Rochelle, 1609
Du Moulin, Pierre, Petri Molinei De monarchia temporali pontificis romani liber, quo imperatoris, regum, & principum jurs aduersus vsurpationes Papae defenduntur: et docetur quibus artibus Papa ab humili statu ad tantae potentiae culmen ascenderit ..., Londini: Norton, Bonham & Bill, John, 1614
Du Moulin, Pierre, Anatome Arminianismi seu, Enucleatio controuersiarum quae in Belgio agitantur, super doctrina de Prouidentia: de Praedestinatione, de morte Christi, de natura & Gratia. Authore Petro Molinaeo pastore Ecclesiae Parisiensis, Lugduni-Batauorum: Elzevier, Bonaventura, 1619
Du Moulin, Pierre, 21: Iustification de monsieur Du Moulin, contre les impostures et calomnies de Leonard le Maire, dit Limburg ..., A Geneue, 1659
Du Moulin, Pierre, 22: Esclaircissement des controuerses salmuriennes: ou defense de la doctrine des eglises reformees sur l'immutabilite des decrets de Dieu ... Par Pierre Du Moulin ..., A Geneue: Aubert, Pierre heritiers, 1649
Du Moulin, Pierre, 23: La Vie et religion de deux bons papes, Leon premier et Gregoire premier. Ou est monstre que la doctrine & religion de ces pontifes ... est contraire a la religion romaine de ce temps. Par Pierre Du Moulin ..., A Geneue, 1659
Du Moulin, Pierre, 24: Heraclite ou de la vanite et misere de la vie humaine. Plus autre traicte intitule Theophile ou de l'amour diuin, contenant cinq degrez, cinq marques, cinq aides de l'amour de Dieu, A Geneue, 1660
Du Moulin, Pierre, 25: Du combat chrestien: ou des afflictions. A messieurs de l'eglise reformee de Paris. Par Pierre du Moulin ..., A Geneue, 1659
Du Moulin, Pierre, 27: Familiere instruction pour consoler les malades. Auec plusieurs sur ce sujet. Par Pierre Du Moulin ..., A Geneue: Aubert, Pierre <1583-1636>, 1636
Du Moulin, Pierre, 28: Le Sainct resveil spirituel. Ensemble un traite de la iuste prouidence de Dieu, et une lettre escrite a un sien ami en Hollande. Le tout par Pierre du Moulin ..., A Geneve, 1659
Du Moulin, Pierre, 29: Lettre du sieur Drelincourt a monsieur Du Moulin. ENsemble la response du sieur Du Moulin a ladite lettre. Sur l'imposture descouverte du pretendu ministre Villeneuvve, A Geneue, 1659
Du Moulin, Pierre, 30: Lettre de monsieur du Moulin, a monsieur de Balzac, A Geneue: Aubert, Pierre heritiers, 1637
Du Moulin, Pierre, 31: Lettres de messieurs Riuet, de la Milletiere, et Du Moulin, A Geneue, 1660
Du Moulin, Pierre, 33: Premiere-dixieme decade de sermons ... Par Pierre Du Moulin ..., A Geneue, 1661
Du Moulin, Pierre, 32: Lettres que messieurs Du Moulin et Amiraut se sont escrites pour temoigner leur mutuelle bienvueillance, A Geneue, 1660
Du Moulin, Pierre, 34: Trois sermons faits en presence des peres Capucins, qui les ont honorez de leur presence. Par Pierre du Moulin ..., A Geneue, 1659
Du Moulin, Pierre, 34: Elements de la logique francoise. Par pierre Du Moulin, A Geneue: Chouet, Jacques <3. ; 1607-1653>, 1641
Du Moulin, Pierre, 35: Physique ou science naturelle. Auec une table des matieres & chapitres. Par Pierre Du Moulin, A Geneue, 1660
Du Moulin, Pierre, 36: Ethique ou science morale comprise en dix livres. Auec une table des matieres & chapitres. Par Pierre Du Moulin, A Geneue, 1667
Du Moulin, Pierre, L' anti-barbare ou Du langage ingogneu : tant es prieres des particuliers qu'au service public, ou aussi sont representees les clauses principales de la messe, qui scandaliseroyent le peuple s'il les entendoit. Par Pierre Du Moulin, ..., A Geneve: Aubert, Pierre, 1630
Du Moulin, Pierre, Eaulx de Siloe pour esteindre le feu du purgatoire, & noyer les traditions, les limbes, les satisfactions humaines & les indulgences papales. Contre les raisons et allegations d'un Cordelier portugais, defendues par trois escrits, ...Par Pierrre du Moulin ministre de la parole de Dieu, A La Rochelle, 1608
Du Moulin, Pierre, Response du sieur du Moulin aux lettres du sieur Gontier, escrites au Roy sur le suiect de la conference tenue le 11. auril 1609, senza nome, 1609
Du Moulin, Pierre, P. Molinei Idyllium Murtia Bataua in natalem diem illustrissimi comitis, Henrici-Federici Guilielmi F, Lugduni Batauorum: Raphelengius, Franciscus <1.>, 1594
Du Moulin, Pierre, De la vocation des pasteurs. Par Pierre Du Moulin, ministre de la parole de Dieu en l'eglise de Paris, A Sedan: Iannon, Jean , 1618
Du Moulin, Pierre, Bouclier de la foy ou defense de la confession de foy des eglises reformees du Royaume de France, contre les objections du Sieur Arnoux Iesuite ... par Pierre Du Moulin ministre de la parole de Dieu en l'eglise de Paris ..., A Geneve: Aubert, Pierre, 1635
Du Moulin, Pierre, Elemens de la logique francoise. De Pierre Du Moulin, A Rouen: Cailloue, Jacques, 1627
Du Moulin, Pierre, Regii sanguinis clamor ad coelum adversus parricidas Anglicanos, Hagae-Comitum, 1652
Du Moulin, Pierre, Les Oeuures theologiques de Pierre Du Moulin ministre de la parole de Dieu & professeur en theologie a Sedan. Ensemble sa philosophie francoise, A Geneue: Chouet, Pierre <2.>, 1631-1673
Du Moulin, Pierre, 1: Recit des dernieres heures de monsieur du Moulin. Decede a Sedan le 10. mars 1658, A Geneue, 1661
Du Moulin, Pierre, 2: Meditation de deffunt monsieur du Moulin sur la grande maladie qu'il eust, A Geneue, 1662
Du Moulin, Pierre, 3: Bouclier de la foy, ou defense de la confession de foy des eglises reformees du royaume de France, contre les obiections du sieur Arnoux Iesuite ... Par Pierre Du Moulin ..., A Geneue, 1670
Du Moulin, Pierre, 4: L' Anti-barbare ou du langage inconnu: tant es prieres des particuliers qu'au service public ... Par Pierre Du Moulin ..., A Geneue, 1660
Du Moulin, Pierre, 5: Apologie pour la saincte cene du seigneur, contre la presence corporelle, et transsubstantiation ... Par Pierre du Moulin ..., A Geneue, 1660
Du Moulin, Pierre, 10: Accomplissement des propheties. Ou est monstre que les propheties de S. Paul, & de l'Apocalypse ... Par Pierre Du Moulin ..., A Geneue, 1660
Du Moulin, Pierre, Anatomie du livre di sieur Coeffetau intitule Refutation des faussetes contenues en la deuxieme edition de l'Apologie de la Cene du Ministre du Moulin. Par Pierre Du Moulin, A Sedan: Baillet, Jean, 1610
Du Moulin, Pierre, Accomplissement des propheties. Troisieme partie du liure de la defense de la foi du Serenissime Roi Iaques 1. Roi de la Grand' Bretagne. Ou est monstre que le Propheties de S. Paul, et de l'Apocalypse, et de Daniel, touchant les combats de l'Eglise sont accomplies., Par Pierre du Moulin Ministre de la Parole de Dieu en l'Eglise de Paris., Edition derniere reueue et beaucoup augmentee par l'Autheur, A Geneue : pour Pierre Aubert, 1624., 406, 2 p. ; 8o, Aubert, Pierre
Du Moulin, Pierre, Defense de la foy catholique, contenue au liure de trespuissant et serenissime Roi Iaques 1. Roi de la grand' Bretagne & d'Irlande. Contre la reponse de F.N. Coffeteau Docteur en Theologie, et Vicaire general des Freres Prescheurs. Par Pierre du Moulin Ministre de la Parole de Dieu en l'Eglise de Paris, A Geneve: Aubert, Pierre, 1624
Du Moulin, Pierre, Cartel de deffy du Sieur de Bouiu surnomme de Beau-Lieu, enuoye au Sieur du Moulin. Auec les responses et repliques de part et d'autre. Sur le point de la Cene, & des Marques de la vraye Eglise, A Geneue: Aubert, Pierre, 1625
Du Moulin, Pierre, Trentedeux demandes proposees par le pere Cotton. Auec les solutions adioustees au bout de chasque demande. Item soixante quatre demandes proposees en contre-eschange. Par Pierre du Moulin ministre de la parole de Dieu en L'Eglise de Paris ..., A Geneue: Aubert, Pierre, 1625
Du Moulin, Pierre, Reponse a quatre demandes, faites par un gentil-homme de Poictou. Par Pierre du Moulin, Ministre de la Parole de Dieu, A Geneue: Aubert, Pierre, 1624
Du Moulin, Pierre, Veritable narre de la conference entre les Sieurs Du Moulin & Gontier, seconde par Madame la Baronne de Salignac, A Geneue, 1625
Du Moulin, Pierre, Nouueaute du papisme, opposee a l'antiquite du vray christianisme. Contre le liure de monsieur le cardinal du Perron, intitule Replique a la response du serenissime roy Jaques 1. Roy de la Grand' Bretagne. Par Pierre du Moulin ..., A Sedan, 1627
Du Moulin, Pierre, Hippolyti Frontonis Caracottae Strigil adversus commentationem Authoris anonymi ad loca quaedam Novi Testamenti quae de Antichristo agunt, aut agere putantur, Amstelodami: Jansson, Jan <1. ; 1608-1665>, 1640
Du Moulin, Pierre, Du combat chrestien ou des afflictions a Messieurs de l'Eglise Reformee de Paris par Pierre du Moulin, ministre de la parole de Dieu, & professeur en theologie, A Geneve: Tournes, Jean Antoine de & Tournes, Samuel de, 1666
Du Moulin, Pierre, Apologie pour la saincte cene du Seigneur: contre la presence corporelle, et transsubstantiation. Item, Contre les messes sans communians. Et contre la communion sous vne espece. Par Pierre du Moulin ..., A Geneue: Le Preux, Esaias, 1610
Du Moulin, Pierre, Esclaircissement des controverses salmuriennes. Ou defense de la doctrine sur l'immutabilite des decrets de Dieu, l'efficace de la mort de Christ, la grace universelle, l'impuissance a se convertir: et sur d'autres matieres. Par Pierre Du Moulin, ..., A Leyden: Maire, Joannes, 1648
Du Moulin, Pierre, Theses ethicae, de vita beata et virtute. ... sub praesidio doctissimi ... D.P. Molinaei afferere conabor Iosias Vosberghius ... 4. Idus Decemb. anno 1594. ..., Lugduni Batauorum: Raphelengius, Franciscus <1.>, 1594
Du Moulin, Pierre, Le Capucin. Traitte auquel est descrite l'origine des Capucins, & leurs voeux, regles, & disciplines examinees. Par Pierre Du Moulin, avec une addition du Journal des des Capucins, & de plusieurs praticques secrettes de leur ordre. Par le Sr. F. Clouet, A la Haye: Spruyt, Franco : de, 1641
Du Moulin, Pierre, De la vocation des pasteurs. Par Pierre Du Moulin ... Derniere edition, reueue & corrigee par l'Autheur, A Geneve: Aubert, Pierre <1.>, 1624
Du Moulin, Pierre, Septieme decade de sermons. Par Pierre du Moulin ministre de la Parole de Dieu a Sedan, & professeur en theologie, A Geneve: Chouet, Pierre <3. ; 1649-1675>, 1655
Du Moulin, Pierre, Huictieme decade de sermons. Par Pierre du Moulin ministre de la Parole de Dieu a Sedan, & professeur en theologie, A Geneve: Chouet, Pierre <3. ; 1649-1675>, 1655
Du Moulin, Pierre, Neufvieme decade de sermons. Par Pierre du Moulin, ministre de la Parole de Dieu a Sedan, & professeur en theologie, A Geneve: Chouet, Pierre <3. ; 1649-1675>, 1671
Du Moulin, Pierre, Dixieme decade de sermons. Auec un Traitte de Melchisedec. Par Pierre du Moulin ministre de la Parole de Dieu a Sedan, & professeur en theologie, A Geneve: Chouet, Pierre <3. ; 1649-1675>, 1672
Du Moulin, Pierre, Premiere decade de sermons. Par Pierre du Moulin, ministre de la Parole de Dieu a Sedan, & professeur en theologie, A Geneve: Chouet, Jacques <3. ; 1607-1653>, 1643
Du Moulin, Pierre, Deuxieme decade de sermons. Par Pierre du Moulin, ministre de la Parole de Dieu a Sedan, & professeur en theologie, A Geneve: Chouet, Jacques <3. ; 1607-1653>, 1643
Du Moulin, Pierre, Troisieme decade de sermons. Par Pierre du Moulin, ministre de la Parole de Dieu a Sedan, & professeur en theologie, A Geneve: Chouet, Jacques <3. ; 1607-1653>, 1643
Du Moulin, Pierre, Quatrieme decade de sermons. Par Pierre du Moulin, ministre de la Parole de Dieu a Sedan, & professeur en theologie, A Geneve: Chouet, Jacques <3. ; 1607-1653>, 1643
Du Moulin, Pierre, Cinquieme decade de sermons. Par Pierre du Moulin ministre de la Parole de Dieu a Sedan, & professeur en theologie, A Geneve: Chouet, Jacques <3. ; 1607-1653>, 1642
Du Moulin, Pierre, Apologie pour la saincte cene du seigneur, contre la presence corporelle. Et transsubstantation. Item, Contre les messes sans communians. Et contre la communion sous une espece. Par Pierre Du Moulin, ..., A Geneve: Aubert, Pierre, 1630
Du Moulin, Pierre, Petri Molinaei, S.S. Theologiae professoris Enodatio gravissimarum quaestionum de providentia Dei. De statu innocentiae. De peccato originali. De libero arbitrio. De praedestinatione. De perseverantia. Qua asseritur veritas, & excutitur sententia Pontificiorum, & Arminianorum. His inserti sunt duo tractatus, unus de omniscientia Dei, alter de ejus imagine, Lugduni Batavorum: Elzevier, Bonaventura & Elzevier, Abraham 1.>, 1632
Du Moulin, Pierre, Petri Molinaei Hyperaspistes Siue Defensor veritatis aduersus calumnias & opprobria ingesta in veram religionem a Syluestro Petrasancta iesuita romano. Opus in tres libros digestum, quibus maxima pars controuersiarum inter nos & Ecclesiam Romanam excutitur, & aperitur mysterium iniquitatis, Genevae: Chouet, Jacques <3. ; 1607-1653>, 1634
Du Moulin, Pierre, Petri Molinaei De poenitentia et clauibus. Liber quo falsa poenitentia impugnatur: et imperatorum ac regum, supremorumque magistratuum iura defenduntur, Sedani: Chayer, Francois, 1652
Du Moulin, Pierre, Le capucin. Traitee, auquel est descrite & examinee l'origine des Capucins, LEURS voeux ... par Pierre Du Moulin ..., A Geneue, 1641
Du Moulin, Pierre, Des traditions et de la perfection et suffisance de l'Escriture saincte. Qui est le quatriesme traitte du iuge de controuerses. Auec vn catalogue ou denombrement des traditions Romaines. Par Pierre Du Moulin ..., A Geneue, 1632
Du Moulin, Pierre, L' antibarabre ou du langage incogneu: tant es prieres des particuliers qu'au serivce public... Par Pierre u Moulin, ministre de la Parole de Dieu et Professeur en Theologie a Sedan, A Geneve: chez Pierre Aubert imprimeur ordinaire de la Republique et Academie: Aubert, Pierre, 1631
Du Moulin, Pierre, Apologie pour la saincte cene du Seigneur, contre La presence corporelle et transsubstantiation. Item, contre les messes sans communions, et contre la communion sous une espece. Par Pierre Du Moulin. Derniere edition revue & augmentee, en laquelle est satisfait a toutes les accusations des aduersaires, A Geneve: Chouet, Pierre <2.> & Chouet, Jacques <3.>, 1615
Du Moulin, Pierre, Anatomie du liure du sieur Coeffeteau, intitule Refutation des faussetez contenues en la deuxieme edition de l'Apologie de la cene, du ministre du Moulin. Par Pierre Du Moulin, A Geneve: Aubert, Pierre <1.>, 1625
Du Moulin, Pierre, Accroissement des eaux de Siloe. Pour esteindre le feu de purgatoire, & noyer les satisfactions humaines & les indulgences papales. Contre les raisons et allegations d'un cordelier portugais, ... Par Pierre Du Moulin, A Geneue: Aubert, Pierre <1.>, 1624
Du Moulin, Pierre, Apologie pour la Saincte Cene du Seigneur. Contre la presence charnelle ettranssubstantiation. Par Pierre Du Moulin, ministre de la Parole de Dieu, en l'Eglise de Paris, A La Rochelle, 1607
Du Moulin, Pierre, Sixieme decade de sermons. Par Pierre du Moulin ministre de la Parole de Dieu a Sedan, & professeur en theologie, A Geneve: Chouet, Pierre <3. ; 1649-1675>, 1655


RIVET (Rivetus), André (Andreas) nato il 22.6. 1572 (2.7. 1572 secondo il calendario gregoriano) in St. Maixent (Poitou) morto il 7.1. 1651 in Breda.
Nelle biblioteche italiane si è riscontrata la:
Biblia sacra, siue Testamentus vetus, ab Im. Tremellio et Fr. Iunio ex Hebraeo Latine redditum, et Testamentum nouum, a Theod. Beza e Graeco in Latinum versum ... , Amstelodami : apud Ioannem Ianssonium, 1648 , 4, 941, 1 p., 1 c. di tav. : ill. ; 12o , Dedica di Andreas Rivetus, Front. inciso, Segn.: A-2Qoo 2R6 , La c. 2R6v bianca , Impronta, o-nt m.i- u*i- rivu (3) 1648 (R): vari collaboratori : Du Jon, Francois <1545- 1602> , Tremellius, Immanuel <1510-1580> , Bez, Theodor <1519-1605>, Rivetus , Andreas <1572-1651> , Paese di pubblicazione: NL Lingua di pubblicazione: lat Localizzazioni: VC0020, Biblioteca civica De Gregoriana, Crescentino, VC.
Vedi anche:
Dannhauer, Johann Conrad <1603-1666>, Iconothetes christianus, adiaphorus, libertatis vindex, medius, sequester inter idoloplasten ... accessit appendix vindex collegii decalogi, ab Andrea Reueto ... auctore Johanne Conrado Dannhawero, Argentorati : impensis Georgii Andreae Dolhopffii, & Joh. Eberhardi Zetzneri ..., 1665, 108 p. ; 4. , Segn.: A-N4,O2. , Impronta, com, nsad adro trcu (3) 1665 (R), Localizzazioni: Biblioteca Estense Universitaria, Modena

"Secondo Marie-Jo Bonnet [ Marie-Jo Bonnet, Un choix sans équivoques: recherches historiques sur les relations amoureuses entre les femme XVI-XX siècle, Paris: Denöel, 1981. ] il nome tribade da cui tribadismo, di origine greca, arrivò agli umanisti francesi del Rinascimento attraverso le traduzioni di autori latini (Luciano, Marziale, Fedro) dove le tribadi vengono decisamente condannate, e fu per tre secoli il termine più usato per indicare una donna che aveva rapporti sessuali con un'altra donna.
In Francia compare nel 1566 ad opera di Henry Estienne (Apologie pour Hérodote), ma viene registrata nei dizionari francesi solo a partire dal 1680. Il suo significato sarebbe legato all'importanza attribuita alla clitoride, la dulcedo veneris, conosciuta da greci e romani, ma dimenticata e "riscoperta" solo alla fine del 1500 [Sulla controversia riguardante chi avesse per primo scoperto la clitoride vedi anche Thomas Laqueur, 1990. Making Sex: Body and Gender from the Greeks to Freud, Harvard: Harvard University Press, tradotto in italiano nel 1992 come L'identità sessuale dai greci a Freud, Bari, Laterza.]. Jacques Duval, 1612 [Jacques Duval, 1988 (1612) = pubblicato a cura di Valerio Marchetti come L'ermafrodito di Rouen: una storia medico-legale del XVII secolo. Venezia: Marsilio] cita altri sinonimi seicenteschi per "tribas": subigitatrix, ribaude, frictrix. Nel 1587 Bourdeille comincia a scrivere le sue Mémoires contenant la vie des dames illustres de son temps ma pubblicate solo nel 1666 [Brantôme, 1982 [1666], Le dame galanti .Milano: Adelphi.]. Vi compaiono dames lesbiennes che si chiamano tribades e fricatrices "ou qui font la fricarelle en mestier de donna con donna [in italiano nell'originale], comme l'a trouvé ainsi aujourd'huy" ("che fanno la fricarella in mestiere di donna con donna").
Qualche pagina dopo però precisa che gli "amori muliebri si compiono in due modi, gli uni per mezzo di fricarelle", gli altri, come dice Marziale nell'epigramma a Bassa, con geminos committere cunnos. I danni avverrebbero quando s'aiutano con alcuni strumenti a foggia di ... e chiamati 'godemichi'. Questi godemichi [da un termine che risulta elaborato dal ben comprensibile latino gaude mihi] sono gli olisboi, noti anche ai greci [ne troviamo per esempio citazione in Aristofane al verso 109 della sua commedia Lisistrata].
Nel XVI secolo fu possibile il passaggio concettuale da una tribade che si procura il piacere senza l'uomo (secondo l'etimo greco unicamente con lo sfregamento dei genitali), a quella che l'ottiene come un uomo (grazie alla clitoride eccezionalmente grande, con la quale poteva "abusare" di un'altra donna) [Marie-Jo Bonnet, 1981, Un choix sans équivoque, op. cit.] . Il passaggio inverso potè invece avvenire nel XIX secolo, quando l'attenzione si spostò e si concentrò sulla vagina...
In Inghilterra tribade viene riportato per la prima volta nel 1601 (William King, The Toast) ma sarebbe stato usato, secondo Donoghue [Emma Donoghue, 1993. Passions Between Women: British Lesbian Culture 1668-1801. London: Scarlet Press ], fino a tutto il 1700; Friederich Karl Forberg (1824) in De figuris veneris usa questo termine per descrivere gli "Alexandrian colleges" esistenti nella Londra di fine '700. "Tribady" avrebbe fatto la sua comparsa solo nel 1811 in occasione di un processo per questo reato [Martha Vicinus, 1992. They Wonder to Which Sex I Belong: The Historical Roots of the Modern Lesbian Identity in "Feminist Studies", 18(3): 467-497]. In Olanda "tribadie" comparve nel 1650 [ Nella traduzione del libro Observationum Medicarum di Nicolaas Tulp. Vedi Rudolph M. Dekker, Lotte C. van de Pol, 1989. The Tradition of Female Transvestism in Early Modern Europe, London: Macmillan Press. Secondo questi autori non c'erano ancora termini olandesi per l'omosessualità (solo il generico "sodomia", sia per gli uomini che per le donne), ed anche "tribadie" fu usato raramente].
In italiano il termine tribade è presente almeno dal Rinascimento: Angelico Aprosio lo usa con cognizione di causa in questo passo del capitolo XI della Grillaia avvalendosi della documentazione di un naturalista a lui particolarmente caro quale Amatus Lusitanus (vedi) potendo anche così usare l' espediente -implicitamente forse per non esser una volta ancora trascinato in quelle dispute sulle donne che gli crearono vari problemi rispetto ai superiori e non- d'esemplificare siffatta "estrema costumanza dell'omosessualità femminile" riferendola al mondo islamico: le cui donne, non escluse quelle turche (che cita espressamente) da secoli in Occidente, erano giudicate particolarmente lussuriose e continuatrici della presunta lascivia delle donne pagane .
La considerazione appena fatta dipende anche dal fatto che -a prescindere dalle pubblicazioni straniere di cui era abitual lettore- Annibal Caro citò le tribadi di Lesbo già nel 1539 [Annibal Caro, Della ficheide di padre Siceo, Milano, G. Daelli, 1863 ]: e senza dubbio al letteratissimo Aprosio non può esser sfuggita la valenza del termine.
Per i vocabolari italiani dell'Ottocento che lo registrano, tribade o tribada è femmina che con lascivi fregamenti si procurava il piacere sessuale con altre femmine o da sè sola [M. Aurelio Marchi , Dizionario tecnico-etimologico-filologico, Milano], oppure femmina impudica che usa con altra femmina [B. Bellini et al., 1856. Vocabolario universale della lingua italiana, edizione eseguita su quella del Tramater di Napoli con giunte e correzioni, Mantova, Negretti, 8: 264. Cita Anton Maria Salvini, Annotazioni al commento del Boccaccio sopra Dante, in Opere di G. Boccaccio, vol. VI, Firenze 1723-1724 ] od anche donna che fregando le parti genitali colle mani o coll'olisbo (sorta di pene di cuojo o d'altra materia) o con altri lascivi fregamenti soddisfa da per sè sola la libidine, od esercita amori contro natura con altra donna [Marco Antonio Canini, 1865, Dizionario etimologico italo-ellenico, Torino: UTET. 2: 1003. ].
Esistono però distinzioni basate sul tipo di atti sessuali praticati....Accenniamo qui che per Mantegazza, 1885, si ha il tribadismo quando una femmina che fornita di un clitoride eccezionalmente lungo può simulare l'amplesso con altra femmina... [anche se] oggi però è sinonimo di amore fisico fra due donne, sia pur soddisfatto nell'uno o nell'altro modo [Paolo Mantegazza, 1948 [1885], Gli amori degli uomini, 8a ristampa dell'11a ed. Firenze: Marzocco.]
[Testo tratto, con qualche lieve modifica, da Nerina Milletti, 1996, Tribadi & socie: la sessualità femminile non conforme nei termini e nelle definizioni in "Rivista di Scienze Sessuologiche", 9 (1-2): 19-36].


Biringucci, Vannoccio ingegnere, architetto, chimico fonditore nato a Siena nel 1480 e morto a Roma nel 1539 ca. (nome su edizioni: Vannuccio Biringuccio, Vannoccio, Vanuccio) compose un'opera emblematica che, in una bella edizione, si conserva anche alla Biblioteca Aprosiana; si tratta della Pirotechnia. Li diece libri della pirotechnia nelli quali si tratta non solo la diuersità delle minere, ma ancho quanto si ricerca alla prattica di esse: e di quanto s'appartiene all'arte della fusione ouer getto de metalli, e d'ogni altra cosa a questa somigliante. Composta per il s. Vannuccio Biringoccio, nobile senese, [Venezia : Curzio Troiano Navò], 1558 (In Vinegia : per Comin da Trino di Monferrato : [Curzio Troiano Navò], 1559). Descrizione fisica: [8], 168 c. : ill. ; 4°.
In un rarissimo lavoro datato del 1540, presumibilmente edito postumo, e intitolato Del vetriolo et sua miniera egli citò poi i giacimenti di vetriolo dei Lagoni di Travale e, descrivendo queste manifestazioni scrisse che "...l'acque che surgono (...) son tutte putride terrestri et grosse, qual bullente con gran fumo e qual senza, che certo in assai luochi dove ne (é) quantità grande paiono effetti infernali".
Con siffatta sarcina narrtiva egli si riferiva però al vetriolo verde, detto anche vetriolo romano o marziale da identificare chimicamente in un solfato ferroso idrato e diverso dal vetriolo azzurro, detto di Cipro che è solfato di rame, sostanza da sempre comunemente utilizzata come anticrittogamico in agricoltura.
Il vetriolo romano, marziale od anche detto tedesco era nell'antichità medievale alla base della confezione di un tipo di inchiostro: si otteneva frantumando delle galle di quercia, contenenti molto acido gallico e tannico, e mescolando il loro estratto acquoso con soluzioni di sali di ferro, specialmente del solfato ferroso, detto allora . Dalla combinazione si formavano il tannato e il gallato di ferro, inizialmente neri, ma soggetti ad imbrunirsi col tempo a causa d'una ossidazione spontanea all'aria. Si possono anche recuperare delle ricette in merito al facimento di questo inchiostro leggendo l'opera di Rosetti, Giovanventura, Notandissimi secreti de l'arte profumatoria: a fare ogli, acque, paste, balle, moscardini, uccelletti, paternostri, e tutta l'arte intiera, come si ricerca cosi ne la citta di Napoli del Reame, come in Roma, e quiui in la citta di Vinegia nuouamente impressi / Giovanni Ventura Roseto, In Vinegia : Francesco Rampazzetto! (In Vinegia : per Francesco Rampazetto : ad instantia di Marchio Sessa, 1555) - Descrizione fisica: 74, 6 c. ; 8° ove si legge " Questa è la partitione di fare inchiostro fino - Galla marmorigna lire 4 - Gomma arabica lire 2 - Vitriolo romano lire 1 - Vin bianco lire 4o - Et insieme incorporate, et metteti al Sole, o al fuoco come a voi pare ". La galla marmorigna era la galla di Morea, di color bruno, prodotta sul cerro, contenente circa 30% di tannini. Per "lira" è poi qui da intendersi una misura di peso e sta per libbra (specificatamente la libbra sottile, corrispondente a grammi 301,2).
Del Vetriolo Romano parla poi
Amatus Lusitanus che scarta l'ipotesi che il Vetriolo Romano sia da identificare in ciò che altrove si chiama Misy ma che sia piuttosto da identificarsi nel Sory.


L'antimonio è un elemento noto e usato nei suoi composti sin dall'antichità (antecedente al 3000 AC). La stibnite, solfuro di antimonio, veniva usata sia come medicamento che per truccare gli occhi. Sono stati trovati reperti risalenti al IV millennio a.C.. Plinio il vecchio lo chiamava stibium mentre attorno all'800 d.C. era più usato il nome di antimonium e i due nomi furono usati alternativamente sia per l'elemento che per il suo solfuro.
Tale imprecisione fu dovuta anche al lavoro degli alchimisti, per gli scarsi mezzi a disposizione o per non diffondere le conoscenze acquisite.
Solo con l'avvento della chimica fu fatta distinzione.
Il suo primo studio scientifico risale al 1450, ad opera di Tholden, ed all'inizio del XVII secolo veniva considerato un metallo.
L'origine del nome non è chiara; può derivare sia dal le parole greche anti e monos col significato di "opposto alla solitudine" perché si credeva che non esistesse allo stato nativo, che dall'arabo antos Ammon, ossia "il fiore di Ammon".
L'antimonio è stato usato nel trattamento della schistosomiasi; data la sua affinità con lo zolfo, si lega agli atomi di zolfo contenuti in certi enzimi usati sia dal parassita che dall'ospite umano.
Piccole dosi riescono ad uccidere il parassita senza danneggiare troppo l'organismo del paziente.
L'origine del simbolo dell'antimonio si deve a Jöns Jacob Berzelius, che iniziò a citarlo nei suoi scritti ricorrendo dall'abbreviazione del nome latino stibium.
Tale nome proviene a sua volta dal nome copto del solfuro d'antimonio, attraverso il greco.
Benché non sia un elemento abbondante, l'antimonio si trova in oltre 100 diversi minerali.
A volte si trova allo stato nativo, ma la forma più frequente è quella del solfuro, la stibnite (Sb2S3).
L'antimonio viene commercializzato in molte forme fisiche, dalla polvere, ai cristalli, ai pezzi, ai lingotti.
L'antimonio e molti dei suoi composti sono considerati tossici.
Clinicamente, l'avvelenamento da antimonio è molto simile a quello da arsenico.
A piccole dosi provoca mal di testa, confusione e depressione; a dosi più alte provoca attacchi di vomito violenti e frequenti e porta alla morte nell'arco di pochi giorni.


D'Afflitto, Matteo, Matthaeus de Afflictis ... In vtriusque Siciliae, Neapoliq. sanctiones, & constitutiones nouissima praelectio. Prima pars super primum librum (-secunda pars super secundum, & tertium librum). Interiecta sunt Ioan. Antonii Batij, & aliorum erudita adnotamenta, Venetiis, 1562
D'Afflitto, Matteo, De iure protomiseos. Tractatus gravissimorum iurisconsultorum D. Matthei ab Afflictis: & Baldi de Perusio. Cum multis additionibus: summariis: conclusionibus: & indice ... nunc autem industria multorum peritissimorum doct. mirum immodum expurgati atque recogniti, Venetiis: Bindoni, Bernardino
D'Afflitto, Matteo, Tractatus de iure prothomiseos excellentissimi iureconsul. Matthaei de Afflict. et Baldi de Perusio nuperrime recognitus per d. Ioann. Baptist. Zilettum Venetum ... Subsequenti commentariolo ... Marci Mantuae Bonauiti Patauini, ad L. Dudum. C. de contrahen. emptio ... exornatus, Venetiis: Cavalli, Giorgio, 1568 Tractatus de iure prothomiseos excellentiss. iurecons. Mathei de Afflict. & Baldi de Perusio nuperrime recognitus, a plurimis quibus scatebat erroribus uindicatus, candorique suo restitutus. Subsequenti commentariolo grauissimi iuris interpretis, Marci Mantuae Bonauiti Patauini, ad L. Dudum. C. de contrahend. emptio. summarijsque, ac elementario indice super additis diligentissime exornatus, Venetiis, Venezia: Fontana, 1555
D'Afflitto, Matteo, Matthaeus De Afflictis ... Sanctiones, & constitutiones nouissima praelectio. Cui adiecta sunt Io. Antonii Batii, & aliorum aliquot I.C. erudita admodum annotamenta ... Prima (-secunda) commentarii pars ..., Venetiis: Varisco, Marco, 1616
Napoli : Sacro Regio Consiglio, Decisiones Sacri regii Consilii Neapolitani ab excellent. viris, ... eiusdem sacri Consilij regijs consiliarijs collectae, Matthaeo De Afflictis, Antonio Capycio, Thoma Grammatico, Lugduni: Giunta, Jacques heritiers, 1566
Napoli : Sacro Regio Consiglio, Decisiones Sacri regii Consilii Neapolitani, per excellentissimum virum Matthaeum De Afflictis ... collectae. Iis Caesaris Vrsilli I.C. Neapolitani aureis adnotationibus, casuumque nouis quibusdam decisionibus separatim olim editis illustratae, & quam diligentissime hac postrema editione recognitae. Cum summarijs, & indice ad singulas vtriusque decisiones locupletissimis, Venetiis,Venetiis: Bertano, Giovanni AntonioConcordia, 1584
Tractatus de iure protimiseos clariss. iureconsultorum, Matthaei de Afflictis, Neapolitani & Baldi de Vbaldis, Perusini. Item, Roberti Marantae Venusini disputationes, eiusdem argumenti. Item, commentariolus M: Mantua Benauidij, Patauini ... cum indice copioso & accurato, Francofurti, Francoforti ad Moenum: Basse, Nikolaus <1561-1601>, 1575
D'Afflitto, Matteo, Tractatus celeberrimus de jure protomiseos sive de jure congrui D. Matthaei De Afflictis ... Postrema hac editione a nonnullis mendis exactissime purgatus et eximiis additionibus seu potius observationibus Francisci Rumni abunde auctus. Opus ... cui locupletissimus index accessit, Neapoli: Savioni, Giovanni Vittorio & Sangallo, CarloGaffaro, Giacomo, 1655
D'Afflitto, Matteo, Laurea de afflictis ad Constitutiones Neapolitanas. Lectura luculentissima D. Matthaei de Afflictis super Consuetudinibus Neapolitani Siculique regni, 1535 ((Lugduni: Harsy, Denis de, 1535)
Napoli : Sacro Regio Consiglio, Additiones aureae decisionibus Matthaei De Afflictis noviter appositae quatuor maximis nominis iurisconsultorum Ioannis Angeli Pisanelli, Prosperi Caravitae, Hieronymi de Martino ac M. Antonii Pulverini .., Venetiis: Compagnia Minima, 1610 Tractatus de iure prothomiseos. Excellentissimi iurecons. Matthaei de Afflict. et Baldi de Perusio nuperrime recognitus a plurimis quibus, scatebat erroribus vindicaus Subsequenti Commentariolo grauissimi iur. interpr. Marci Mantuae Bonauiti Patauini, ad L. Dudum. C. de contrah. empt. ..., Venetiis: Bonibello, Marco Antonio, 1597
Napoli : Sacro Regio Consiglio, Tabellae nouae decisionum d. Matthaei ab Afflictis. Farrago horum prope omnium, que olim in hoc floridissimo Decisionum Neapolitanarum opere valentissimus ille. i.v d. Matthaeus ab Afflictis Parhtenopeius consiliarius cumulatissime digessit ..., Lugduni: Crespin, Jean, 1537
Tractatus de iure prothomiseos. Excellentissimi iurecons. Matthaei de Afflict. et Baldi de Perusio nuperrime recognitus a plurimis quibus, scatebat erroribus vindicatus . Subsequenti Commentariolo ... Marci Mantuae Bonauiti Patauini, ad l. dudum. c. de contrahen. emptio. Summarijsque, ac elementario indico superadditis diligentissime exornatus, Venetiis : apud Lucium Spinedam, 1601, Spineda, Lucio
Omphalius, Jakob <1500-1567>, De officio et potestate principis in republica bene ac sancte gerenda, libri duo: Iacobo Omphalio Andernacensi iureconsulto autore. Accessit Breuis enumeratio eorum priuilegiorum, quae sibi fiscus sumit, ex optimis quibusque auctoribus, legumque interpretibus collecta, Matthaeo de Afflictis autore, Basileae: Oporinus, Johann
D'Afflitto, Matteo, Tractatus de iure prothomiseos excellentissimi iureconsul. Matthaei de Afflict. et Baldi de Perusio nuperrime recognitus a plurimis quibus scatebat erroribus vindicatus, subsequenti commentariolo Gravissimi iur. interpr. Marci Mantuae Bonaviti ... de contrah. empt., summarijsque ac elementario indico superadditis diligentissime exornatus, Venetiis: Farri, Domenico, 1582
D'Afflitto, Matteo, Matthaei De Afflictis Partenopaei patricii ac iuriscons. clariss. in Utrusque Siciliae, Neapolisq. sanctiones, et constitutiones novissima praelectio. cui adiecta sunt Io. Antonii Batii, ... adnotamenta, Venetiis, 1606
Napoli : Sacro Regio Consiglio, Decisiones sacri Consilii Neapolitani, a D. Matthaeo De Afflictis, iurisconsulto aetatis suae clarissimo, summa diligentia, parique iudicio collecta, nunc denum maiore, quam hactenus unquam, cura studioque emendatae. Quibus nunc primum accesserunt D. Thomae Grammatici, eiusdem Neapolitani consilij senatoris dignissimi, noue, & hactenus nunquam conspectae annotationes, & toti operi plurimum loci, & studiosorum rationibus non parum commoditatis allaturae, Venezia, 1557
Napoli : Sacro Regio Consiglio, Decisiones sacri Consilii Neapolitani, a D. Matthaeo De Afflictis, iurisconsulto aetatis suae clarissimo, summa diligentia, parique iudicio collecta, nunc denum maiore, quam hactenus unquam, cura studioque emendatae. Quibus nunc primum accesserunt D. Thomae Grammatici, eiusdem Neapolitani consilij senatoris dignissimi, noue, & hactenus nunquam conspectae annotationes, & toti operi plurimum loci, & studiosorum rationibus non parum commoditatis allaturae, Venezia, 1564
D'Afflitto, Matteo, Mattheus De Afflictis, In primum -tertium! librum Feudorum. Perspicacissimi, nec non iuris prudentiae, summa peritia conspicui viri, regijque consiliarij, domini Matthaei de afflictis amplissima commentaria ... nunc primum in lucem aedita, accurata recognitione, multiplicibus summarijs, necnon amplissimo Repertorio in alphabeticam seriem digesto diligenter illustrata, Lugduni Excudebant Petrus Compater, & Blasius Guido: Giunta, Jacques heritiers Compere, Pierre & Guido, Blaise, 1548
D'Afflitto, Matteo, 3: Mattheus De Afflictis, In tertium librum Feudorum. Perspicacissimi, necnon iurisprudentiae, summa peritia conspicui viri, ... Matthahei de Afflictis amplissima commentaria in tertium librum feudorum, nunc primum in lucem aedita, ... multiplicibus summarijs, necnon amplissimo Repertorio in alphabeticam seriem digesto ..., Lugduni excudebant Petrus Compater, & Blasius Guido
Napoli : Sacro Regio Consiglio, Decisiones sacri regii Consilii Neapolitani per excellentissimum virum Matthaeum de Afflictis ... collectae. Thomae Grammatici et Caesaris Ursilli aureis adnotationibus ... illustratae, & quam diligentissime hac postrema editione recognitae. Accessere additiones aureae Io. Angeli Pisanelli, Prosperi Caravitae, Hieronymi de Martino et M. Ant. Pulverini magni nominis iursconsultorum, cuique decisioni Afflicti subnexae. Cum summarijs, & indice ad singulas utriusque decisiones locupletissimis, Venetiis: Compagnia Minima, 1612
D'Afflitto, Matteo, Tractatus de iure prothomiseos. cum commento domini Matthei de afflictis Neapolitani. et Baldi de perusio. Ad lectorem, Venetijs: Pinzi, Filippo <1.>
Napoli : Sacro Regio Consiglio, Decisiones Sacri regii Consilii Neapolitani, per excellentiss. virum Matthaeum de Afflictis i. c. ... collectae. Iis Caesaris Vrsilli i. c. Neapolitani aureis adnotationibus, casuumque nouis quibusdam decisionibus separatim olim editis illustratae, & quam diligentissime hac postrema editione recognitae. Cum summarijs, & indice ad singulas utriuque decisiones locupletissimis, Venetiis: Bertano, Giovanni Antonio Concordia, 1588
D'Afflitto, Matteo, Repertorium super decisionibus causarum sacri consilii regum de Aragonia, compositis per insignem & clarissimum dominum Mattheum de Afflicto I.U.D. Neapolitanum regiumque consiliarium dignissimum, et suo tempore per ordinem alphabeti redactum .., Impressum Venetiis: Suganappo, AndreaGuglielmo da Fontaneto
D'Afflitto, Matteo, Tractatus de iure protomiseos clariss. iureconsultorum. Matthaei de Afflictis ... et Baldi de Ubaldis ... Item Roberti Marantae ... disputationes eiusdem argumenti....Item Roberti Marantae ... disputationes eiusdem argumenti. Item commentariolus M. Mantua Benavidij ... De contrahend. empt. Cum indice copioso et accurato, Francofurti: Bassee, Nikolaus, 1575
D'Afflitto, Matteo, Tractatus de iure prothomiseos excellentissimi iureconsul. Matthaei de Afflict. et Baldi de Perusio nuperrime recognitus per d. Ioan. Baptis. Zilettum Venetum ... Subsequenti commentariolo grauissimi iuris interpretis, Marci Mantuae Bonauiti Patauini, ..., Venetiis: Zenaro, Giovanni & Zenaro, Andrea, 1562
Napoli : Sacro Regio Consiglio, Decisiones sacri regii Consilii neapolitani, Matthaei De Afflictis ... His accessere alias Thomae Grammatici, & Caesaris Vrsilli ... aureae adnotationes, casuumque nouae quaedam decisiones: nec non etiam praeclarae Jo. Angeli Pisanelli, Prosperi Carauitae, Hieronymi de Martino, & M. Ant. Puluerini ..., Venetiis: Giunta, 1635
D'Afflitto, Matteo, *Tractatus celeberrimus de iure protimiseos, sive de iure congrui D. Matthaei de Afflictis patricii, et regii olim consiliarii Neapolitani clarissimi : *Postrema hac editione a nonnullis mendis exactissime purgatus; et eximiis additionibus, seu potius observationibus Francisci Rummi I.C. Neapolitani abunde auctus : opus supremarum inclyti regni Neapol. curiarum decisionibus egregie refertum, omnibusque iuristis perutile, ac pernecessarium cui locupletissimus index accessit, Napoli ex typographia Iacobi Gaffari, 1654
D'Afflitto, Matteo, Matthaei De Afflictis Partenopaei patricii ac iuriscons. clariss. in Utrusque Siciliae, Neapolisq. sanctiones, et constitutiones novissima praelectio. cui adiecta sunt Io. Antonii Batii, ... adnotamenta, Venetiis, 1606
D'Afflitto, Matteo, Matthaei De Afflictis ... Sanctiones, et constitutiones, nouissima praelectio. Interiecta sunt Io. Anto. Batij erudita adnotamenta, Lugduni, 1556 Decisiones Sacri Regii Consilii Neapolitani ab excellent. viris, I.C. clarissimis, eiusdem Sacri Consilij Regijs consiliarijs collectae, Matthaeo De Afflictis, Antonio, Antonio Capycio, Thoma Grammatico, Lugduni, 1574
Napoli , Consuetudines Neapolitane cum glosis excellentissimi Do. Neapolitani Sebastiani Neapolitani vna cum decisionibus Sacri Regii Consilii, Regie Camere Sumarie, ac Magne Curie Vicarie: necnon excellentum. V.I.D. Do. Antonii de Alexandro, Do. Mattei de Afflicto, & aliorum. Consilia insuper D. Diomedis Mariconde, Do. Mattei de Afflicto, & Do. Antonini de Viuaia: cum additionibus iuris communis, ac. V.I.D. Do. Scipionis Ianuarii Neap. Regis Roberti litera, de qua Do. Neapolitanus in suis glosis meminit quae in alijs impressionibus desiderabatur. Que omnia diligenti studio correcta ac emen, Neapoli: Suganappo, Giovanni Paolo, 1546
D'Afflitto, Matteo, Tractatus celeberrimus de jure protomiseos, sive de jure congrui d. Matthaei de Afflictis postrema hac editione a nonnullis mendis exactissime purgatus et eximiis additionibus seu potius observationibus Francisci Rummi abunde auctus ..., Neapoli: Abbate, Stefano, 1732
D'Afflitto, Matteo, Sanctiones, et constitutiones novissima praelectio : cui adiecta sunt Io. Antonii Batii, et aliorum aliquot I. C. erudita admodum annotamenta, Venetiis, 1606
Napoli : Sacro Regio Consiglio, Decisiones Sacri Regii Consilii Neapolitani / per Matthaeum De Afflictis, Venetiis, 1604
Napoli : Sacro Regio Consiglio, Decisiones sacri Consilii Neapolitani, a D. Matthaeo De Afflictis, iurisconsulto aetatis suae clarissimo, summa diligentia, parique; iudicio collectae, nunc denuo maiore, quam hactenus unquam, cura studioque emendatae, VenetiisVenetiis: apud Dominicum Lilium: Giglio, Domenico, 1557
Napoli : Sacro Regio Consiglio, Decisiones sacri Concilii Neapolitani. A D. Matthaeo de Aflict. I. V. doctore clarissimo, ... in communem omnium studiosorum vtilitatem fructumque, summa fide ac diligentia collectae: ... recentibus mirifice illustrarae, Lugduni: Giunta, Jacques heritiers, 1548
Napoli , Decisiones Sacri Consilii Neapolitani, a Dn. Matthaeo De Afflictis, iurisconsulto aetatis suae clarissimo, summa diligentia, parique iudicio collectae, nunc denuo maiores, quam hactenus unquam, cura studioque emendatae. Quibus nunc primum accesserunt Dn. Thomae Grammatici ... noue, & hactenus nunquam conspectae annotationes ..., Venetiis: Cavalcalupo, Girolamo, 1564
D'Afflitto, Matteo, Matthaei De Afflictis ... In vtriusq. Siciliae, Neapolisq. Sanctiones, & Constitutiones nouissima Praelectio. Interiecta sunt Ioan. Antonii Batii, & aliorum erudita annotamenta, Venetiis: Varisco, Giovanni & C., 1580
Napoli : Sacro Regio Consiglio, Decisiones sacri Consilii Neapolitani, a dn. Matthaeo De Afflictis, iurisconsulto aetatis suae clarissimo, summa diligentia, parique; iudicio collectae, nunc denuo maiores, quam hactenus unquam, cura studioque emendatae, Venetiis, 1563
D'Afflitto, Matteo, Tractatus de jure protomiseos, sive e jure congrui d. Matthaei De Afflictis ... additionibus seu potius observationibus Francisci Rummi ... - In tomos duos distributa. Tomus primus. - Editio novissima ab innumeris mendis purgata ..., Neapoli : ex typographia Vincentii Manfredii expensis Josephi De Lieto, 1777. - [4], 239 p. ; 4o, De Lieto, Giuseppe Manfredi, Vincenzo
D'Afflitto, Matteo, Tractatus celeberrimus de jure prothomiseos sive de iure congrui d. Matthaei De Afflictis ..., Neapoli: Pittante, Giacinto, 1717
D'Afflitto, Matteo, Trac. Mat. de Afflictis. Excellentissimi legum interpretis domini Matthei de Afflictis Neapolitani de jure prothomiseos perutilis tractatus, cum summarijs nouiter appositis & repertorio vnusquodque scitu dignum facili stilo demonstrante, Lugduni, Impressum Lugduni: Giunta, Jacques Bonyn, Benoit, 1539
D'Afflitto, Matteo, 2: Secunda commentarii pars in secundum & tertium earundem constitutionum librum. Summis, atque indice locupletissimo illustrata, Venetiis: Varisco, Giovanni & C., 1580
Napoli : Sacro Regio Consiglio, Decisiones Sacri regii Consilii Neapolitani, per excellentissimum virum Matthaeum De Afflictis ... collectae. Caesaris Ursilli ... aureis adnotationibus ... illustratae... Cum summariis, et indice ... locupletissimis, Venetiis: Ugolino Paolo, 1596
D'Afflitto, Matteo, Matthaei De Afflictis In vtriusq. Siciliae, Neapolisq. sanctiones, & Constitutiones nouissima praelectio. Interiecta sunt Ioan. Antonii Batii, & aliorum erudita annotamenta. Hac postrema editione a multis quibus scatebat erroribus, repurgata. Prima commentarii pars in primum earundem constitutionum librum, summis, atque indice locupletissimo illustrata, Venetiis: Varisco, Giovanni, 1580
D'Afflitto, Matteo, 1: Prima commentarii pars in primum earundem consitutionum librum. Summis, atque indice rerum, ac sententiarum locupletissimo illustrata, Venetiis, 1616
D'Afflitto, Matteo, 2: Secunda commentarii pars in secundum & tertium earundem constitutionum librum. Summis, atque indice rerum, ac sententiarum locupletissimo illustrata, Venetiis, 1606
Napoli : Sacro Regio Consiglio, Decisiones Sacri Regii Consilii Neapolitani ab excellent. viris I.C. clarissimis, eiusdem Sacri Consilij Regijs Consiliarijs collectae. Matthaeo de Afflictis, Antonio Capycio, Thoma Grammatico, Io. Thom. Minadoi. Cuius Minadoi decisiones antea non excusas, nunc recens adiecimus infinitisque mendis omnia purgavimus. Adiecto sub finem rerum & verborum indice locupletissimo, Lugduni: Tinghi, Philippe, 1579
D'Afflitto, Matteo, Matthaei De Afflictis ... In vtriusq. Siciliae, Neapolisq. sanctiones, & constitutiones nouissima praelectio. Interiecta sunt Ioan. Antonij Batij, & aliorum erudita annotamenta, Venetijs: Varisco, Giovanni & C.Varisco, Giovanni & Paganini, Paganino <2.>, 1588
D'Afflitto, Matteo, D. Matthaei de Afflictis, iuris utriusque monarchae, ... Super 3. Feud. lib. Commentaria. Nunc primum in Germania ... cum Venetiani, tum Lugdunensi exemplaris collatione adhibita, a mendis quamplurimis castigatione ... in lucam prodeunt. Cum indice genuino ..., Francofurti: Wechel, Andreas Erben & Marne, Claude <1.> & Aubry, Johann <1.>, 1598
D'Afflitto, Matteo, Matheus De Afflictis Super 1. lib. feud. ... commentaria, super primo-tertio feudorum libro, nunc primum in lucem edito. Diligenti correctione, summarijs, ac copiosissimo repertorio, per dominum Nascimbenum Pettinellum ... exornato, Venetiis per Thomam Ballarinum: Pinzi, Aurelio
Tract. de iure prothomiseos excellentissimi iureconsul. Matthaei De Affl. et Baldi de Perusio, Venetiis: Zanetti, Cristoforo, 1573
Napoli : Sacro Regio Consiglio, Decisiones Sacri Consilii Neapolitani, a dn. Matthaeo de Afflictis, ... summa diligentia, parique iudicio collectae, ... Quibus nunc primum accesserunt dn. Thomae Grammatici, ... nouae, & hactenus numquam conspectae annotationes, summa diligentia, parique iudicio collectae, nunc denuo maiore, quam hactenus vnquam, cura studioque emendatae, Lugduni: Giunta, Jacques heritiers, 1552
Napoli : Sacro Regio Consiglio, Decisiones Sacri regii Consilii Neapolitani ab excellen. viris, ... eiusdem sacri Consilij regijs consiliarijs collectae, Matthaeo De Afflictis, Antonio Capycio, Grammatico. Nunc demum hac postrema editione diligentius recognitae, ... addito insuper rerum indice locupletissimo, Venetiis: Scoto, Girolamo, 1572
D'Afflitto, Matteo, Tractatus celeberrimus de jure protomiseos, sive de jure congrui d. Matthaei de Afflictis postrema hac editione a nonnullis mendis exactissime purgatus et eximiis additionibus seu potius observationibus Francisci Rummi abunde auctus ..., Neapoli : ex officina typographica Stephani abbate, 1732
D'Afflitto, Matteo, Tractatus celeberrimus De jure prothomiseos, siue De jure congrui d. Matthaei De Afflictis ... postrema hac editione a nonnulis mendis exactissime purgatus; et eximiis additionibus, seu potius observationibus Francisci Rummi i.c. Neapolitani abunde auctus. Opus supremarum inclyti Regni Neap. curiarum decisionibus egregie refertum, ... cui locupletissimus index accessit, Neapoli ex typographia Hyacinthi Pittante: Pittante, Giacinto Perazzo, Francesco Antonio, 1699
D'Afflitto, Matteo, Tractatus de iure protomiseos sive De iure congrui Matthaei de Afflictis / additionibus seu potius observationibus Francisci Rumni ... auctus, Neapoli, 1783
D'Afflitto, Matteo, 1: Prima commentarijpars in primum earundem constitutionum librum, Venetijs, 1588
D'Afflitto, Matteo, 2: Secunda commentarij pars in secundum & tertium earundem constitutionum librum, Venetijs, 1588
Ursilli, Cesare , D. Caesaris De Vrsillis clariss. I.V.D. Neapolitani Aureae iurium addictiones, annotationes, & quaedam aduertentiae, cum quibusdam nouis decisionibus casibusque in in facto contingentibus ad Decisiones Sacri Consilij domini Matthaei de Afflicto. Addito repertorio amplissimo rerum omnium per ordinem alphabeti, Venetiis : De Cristoforo, Battista & De Maria, Giacomo Aniello, 1568
Ursilli, Cesare , D. Caesaris De Vrsillis, clariss. I.V.D. Neapolitani, Aureae iurium additiones, annotationes, & quaedam aduertentiae, cum quibusdam nouis decisionibus casibusque in facto contingentibus, ad Decisiones sacri Consilij, D. Matthaei de Afflicto. Addito repertorio amplissimo rerum omnium per ordinem alphabeti, Venetiis : De Cristoforo, Battista & De Maria, Giacomo Aniello & C., 1582
D'Afflitto, Matteo, Tractatus de iure protomiseos sive De iure congrui Matthaei de Afflictis / additionibus seu potius observationibus Francisci Rumni ... auctus, Neapoli, 1783
Napoli : Sacro Regio Consiglio, Decisiones sacri Regii Consilii Neapolitani, Matthaei de Afflictis J.C. praestantissimi ejusdem sacri Consilii Regii olim consiliarii. His accessere alias Thomae Grammatici, & Caesaris Ursilli ... Jo. Angeli Pisanelli, Prosperi Caravitae, Hieronymi de Martino, & M. Ant. Pulverini J.C. singulis Afflicti Decis. adnexae Adnotationes, Venetiis: Raillard, Domenico, 1635.
D'Afflitto, Matteo, Sagacissimi ... Matthei de Afflicto ... Tria eruditissima volumina super materia feudorum cum repertorio mirifice doctrine varietatis et copie tum tironibus tum etiam in iuris scientia veteranis vtilissima ..., Impressum Neapoli
D'Afflitto, Matteo, Tractatus De iure prothomiseos / Excellentissimi iurecons. Mathhaei de Afflict ; Subsequenti Commentariolo gravissimi iur. interpr. Marci Mantuae Bonaviti Patavini, ad L. Dudum. C. de contrah. empt... ; et Baldi de Perusio nuperrime recognitus a plurimus quibus, scatebat erroribus vindicatus, Venezia, 1597

Il ritrovamento di tumuli abbandonati o sconosciuti, di antiche tombe con relativi reperti umani e via discorrendo era alquanto temuto nell'età intermediaspecie per la credenza, non immotivati, che lestofanti dediti alla magia nera si impossessassero dei poveri resti per praticare malefici come qui si può vedere dagli atti di un processo del XVII secolo.