cultura barocca

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Qui sopra è proposto il DIPLOMA D'ARCADIA di DOMENICO ANTONIO GANDOLFO discepolo e successore di Aprosio quale bibliotecario dell'Aprosiana INDUBBIO FU L'AMORE PER I LIBRI E LA BIBLIOTECA INTEMELIA DEL GANDOLFO, AL PUNTO CHE FORSE IL MIGLIOR ELOGIO PER LUI LO FECE PROPRIO ANGELICO APROSIO = INFATTI IN SEGUITO ALL'ARRIVO DA PARMA (ove insegnò filosofia nel convento agostiniano di San Luca) DEL GANDOLFO, ULTIMO DI ALTRI VIAGGI E SOSTE DI FORMAZIONE, AL CONVENTO INTEMELIO DI S. AGOSTINO LA GIOIA DI APROSIO PER LA SUA VENUTA, QUAL AMANTE DEI LIBRI E COLLABORATORE ALLA "LIBRARIA" FU GRANDE ED ESPRESSA IN QUESTA LETTERA AL CELEBRE MAGLIABECHI.
(APPROFONDISCI L'ARGOMENTO, VISUALIZZANDO L'ODIERNO LUOGO DI CONSERVAZIONE DI QUESTO ED ALTRI DIPLOMI = IN MERITO VEDI NICOLA ORENGO NOVECENTESCO BIBLIOTECARIO DELL'APROSIANA E NEL SUO VOLUME Ventimiglia e dintorni - Guida illustrata, storica, artistica, amministrativa, commerciale e industriale, edita nella raccolta “Nuova Italia” - Torino – 1922 LEGGI LE CONSIDERAZIONI SULLA STESSA CON ATTENZIONE PURE AI DIPLOMI ACCADEMICI DI PADRE ANGELICO APROSIO E PADRE GANDOLFO).
GANDOLFO NATO A VENTIMIGLIA IL 17 NOVEMBRE 1653 DA "GIOVANNI BATTISTA DEL PORTO MORISO" E DA MARIA PELLINI OLIGNANI come leggesi nel TOMO II, PAG153 DELLE NOTIZIE ISTORICHE DEGLI ARCADI MORTI , oltre che DISCEPOLO DI APROSIO E SECONDO BIBLIOTECARIO DELLA BIBLIOTECA APROSIANA E PURE DONATORE E RESTAURATORE DI LIBRI si segnalò quale FINALIZZATORE DI OPERE IN ESSA ANCORA INCOMPIUTE COME IL DORMITORIO DEL LATO ORIENTALE ma anche risultò celebre quale scrittore ed erudito oltre che, a livello nazionale e internazionale, illustre come GRANDE SILLOGISTA DI AUTORI AGOSTINIANI e noto pure quale CONCIONATOR GENERALIS A LIVELLO ITALIANO E INTERNAZIONALE CIOE' "PREDICATORE GENERALE DELL'ORDINE AGOSTINIANO"
a coronamento di una PRESTIGIOSA CARRIERA CULTURALE E DI UN'INTENSA ATTIVITA' TEOLOGICA iniziata quando la
"LIBRARIA" DI VENTIMIGLIA SOTTO APROSIO E GANDOLFO STESSO ERA UN POLO DI ATTRAZIONE CULTURALE E PROMOZIONALE APERTO VERSO L' EUROPA MA ANCHE L'ORIENTE E PERSINO IL NUOVO MONDO OD AMERICA.
Documento conservato presso "Istituto Internazionale di Studi Liguri" - Bordighera = vedi i tempi in cui il moderno Bibliotecario dell'Aprosiana vale a dire Nicola Orengo, che con grande diligenza custodiva nella GRANDE BIBLIOTECA DI VENTIMIGLIA questo e pure ALTRI ANTICHI DIPLOMI DI APROSIO E DELLO STESSO GANDOLFO , anche se poi durante la II guerra mondiale si impose la necessità di depositarli in luoghi più sicuri - già editato da
B. Durante in L'Aprosiana Sconosciuta, Alzani, Pinerolo, 2008 ove è esaminato uno degli enigmi sulla figura del Gandolfo, vale la dire la
progettazione ma non la realizzazione di un' Accademia degli Oscuri in Ventimiglia
ma con il motto
In Obscuritate Sydera (G. Rossi) od In Obscuritate Fulgent ("Acta Eruditorum" di Lipsia?) od ancora Clariorum Coetum come avrebbe voluto il Trincheri di Nizza aspirante accademico?
attorno cui
coagulare i fermenti letterari intemeli e non solo al trasferimento a Genzano sui colli Romani alla
grande esperienza romana ed arcadica in una congerie di rivisitazioni nelle metodologie di ricerca ai contatti culturali ed epistolari prestigiosi ]

[ Cultura-Barocca detiene altro materiale sul Gandolfo ma per consultarlo è necessaria una richiesta specifica solo tramite indirizzo informatico qui fornito = inoltre data la rarità del materiale trascritto si prega, in base alle norme del Copyright, di citare la fonte in eventuali saggi o articoli ]

DOMENICO ANTONIO GANDOLFO (QUI PROPOSTO CON APPARATO CRITICO E DIGITALIZZAZIONE DELLE OPERE OLTRE CHE CON BIBLIOGRAFIA SCIENTIFICA ESSENZIALE) risulta caratterizzato da una vicenda umana e culturale variegata anche nelle esperimentazioni culturali che, ad un certo punto, denotano una convinta adesione a nuove forme di riceca scientifica in letteratura dopo l'apassionato inizio, di cui qui subito si parla, votato alla biblioteconomia e all'erudizione di tipo palesemente aprosiano: attratto dalla storia antichissima di Ventimiglia e dalla spiritualità della sua Diocesi ma, nello specifico, non meno dal fascino culturale oltre che religioso dell'Aprosio e del Convento intemelio che godeva di fama indubbia anche per l'ormai già celebre Libraria di Angelico cui voleva fare un lascito per la finalizzazione di lavori ancora in essere e potenziamento del patrimonio librario: lascito che, in effetti pur non avendo grande disposizione economica, Angelico cordialmente rifiutò tuttavia palesando ammirazione per il giovane, che scelse di entrare a far parte del suo Ordine, agognando a divenirne discepolo, maturò precocemente e senza condizionamenti ma anzi con entusiasmo, pure palesato nelle sue opere, la scelta della vita clericale nel contesto dell' esistenza monastica propria delle Religioni Regolari realizzò i suoi sogni una volta assegnato al convento intemelio dopo un iter di formazione caratterizzato dalla dimora formativa in vari conventi [particolarmente interessante gli risultò il soggiorno presso il convento di Parma ove ebbe modo di conoscere un corripondente di Aprosio vale a dire G. B. Pacichelli che molti anni dopo , fra moti di nostalgia, in un suo libro ( Memorie novelle de' viaggi per l'Europa cristiana comprese in varie lettere scritte, ricevute, o raccolte dall'abate Gio. Battista Pacichelli in occasion de' suoi studi e ministeri edita a Napoli nel 1690) trascrisse questa propria lettera di elogi per il Gandolfo giudicato degno erede di Aprosio].
Nel Convento ventimigliese di Nostra Signora della Consolazione il Gandolfo dapprima si manifestò quale un eccellente collaboratore di Aprosio e quindi si impegnò assiduamente sì da realizzare quanto la morte aveva impedito di finalizzare al maestro tra cui il completamento del Dormitorio orientale concordato per il sopraelevamento della Biblioteca e contestualmente divenendo letterato, illustre sillogista ed accademico, agitatore culturale anche su scala locale e corrispondente con celebri dotti al pari di Aprosio senza calcolare che fu pure destinato a ricoprire il prestigioso ruolo di Concionator Generalis ( anche se verosimilmente il suo merito principale risiede nell'essersi, in età più matura, accostato ai maggiormente sofisticati metodi di ricerca adottati dai Maurini e da altri dotti (Germain, Mabillon, Quesnel ecc.) verso nuove energie operative che gradualmente surrogarono antiche e ormai superate convenzioni di indagine -come qui si vede in merito alla Dissertatio- per privilegiare il rigore scientifico, la chiarezza, la ricerca dei fatti e delle loro fonti = a titolo esemplificativo si può visualizzare questa comunicazione al Gandolfo del Cinelli Calvoli, ove non manca una punzecchiatura avverso l'Aprosio quale uomo di "costumi innocenti" nel senso però di non verificare sulle fonti le relazioni epistolari o a voce da altri ricevute = il cambiamento dei tempi e delle metodologie critiche è peraltro già recepito dal Gandolfo sulla linea di un'osservazione dell'Oldoini dettante "...Chi non vede con gl'occhi proprij, ciò che scrive, sta sottoposto ad errare, sì perche li Autori non dicono [sempre] il vero. come anche perche le cose si mutano..." ed è soprattutto nella Dissertatio del 1704 vero capolavoro gandolfiano che si nota la moderna predisposizione per l'ordine espositivo e la registrazione delle fonti più corrette: come qui si vede intercorrendo due nomi di prestigio quanto di difficile collocazione nella critica generale ovvero quelli di Milensio, Felice capogruppo per il Gandolfo dei più oculati investigatori su Seripando, Gerolamo).
Il GANDOLFO vide la luce come scritto sopra a Ventimiglia il 27 novembre 1653 e morì nel territorio romano nel 1707 o per esser più precisi si spense il
7 gennaio 1707 a Genzano di Roma, essendo Priore del locale convento agostiniano.
Ne furono genitori Antonio Francesco Gandolfo di Porto Maurizio e Maria Pelina Olignani di origini genovesi, la madre che perse fanciullo ma da cui, soleva poi dire, d'aver succhiato la fede oltre che il latte: la sua vita si svolse tranquilla nella natia Ventimiglia finchè persi entrambi i genitori, venne cresciuto in casa della nonna, donna pia che alimentò la sua spirituale sensibilità (pur sotto la tutela intellettale oltre che spirituale dello zio Domenico Cotta Sismondi amico e sodale di Angelico Aprosio che ne fece menzione a p. 42, IV riga dal basso nel repertorio biblioteconomico della Bibioteca Aprosiana del 1673 e di cui parlò come qui si legge il dottissimo Soprani nella sua opera Li Scrittori della Liguria e particolarmente della Marittima) per vari aspetti palesando nelle scelte culturali, spirituali ed esistenziali
(l'amore per la storia antichissima di Ventimiglia, espresso specie ma non solo nell'opera il Beneficato Beneficante, la passione per i libri e la coltura e soprattutto la giovanile scelta religiosa per gli Eremitani di S. Agostino)
vari punti di contatto con Aprosio destinato ad esser suo maestro anche se di Angelico non ebbe il carattere talora polemico e fumantino.
Una disanima completa della sua attivita si può comunque seguire in questo percorso multimediale: comunque anche vedi in "Letteratura Italiana" (Einaudi), in particolare nel volume a complemento “Gli Autori - Dizionario Bio-Bibliografico e Indici” è utilmente scritto:”Gandolfo, Domenico Antonio (XVII sec,)/ Originario di Ventimiglia (Imperia). Poeta, predicatore e scrittore di opere erudite, iscritto a molte accademie letterarie del Seicento: gli “Incuriosi” di Rossano, i “Fisiocritici” di Siena, gli “Apatisti” di Firenze, gli “Infecondi” di Roma.
Collaborò con A.Aprosio alla formazione del suo fondo librario arricchendolo, con il suo proficuo lavoro, di
************MANOSCRITTI************ e ************TESTI A STAMPA************
.
[mai bisogna dimenticare che nel suo fulgore sotto Aprosio e Gandolfo l'Aprosiana era un nodo culturale di grande valenza sì da interscambiare notizie e materiale librario, stampato e manoscritto, con i dotti del mondo conosciuto e non solo europei come si vede da questo elenco tra cui Agostino Carillo de Ojeda "Indiano", come allora si diceva, missionario del Nuovo Mondo ascritto da Aprosio tra i "Fautori" della "Libraria" = una volta morti Aprosio e il suo mecenate Cavana Gandolfo mantenne gran parte dei loro contatti avvalendosi in particolar modo di un interlocutore d'eccezione come Antonio Magliabechi bibliotecario già corrisponente di Aprosio ed uno dei più illustri promotori culturali dell'epoca in Europa e che tra l'altro donò perché si stampassero nei suoi Fiori Poetici... questi due sonetti in italiano del celebre Lippo Brandolini = quel, allora, famoso umanista italiano Lippo Aurelio Brandolini che fu invitato, essendo ancora secolare, alla corte d'Ungheria come dotto, consigliere ed anche scrittore di argomenti politici e militari, corte in cui il re Mattia Corvino impegnato nel conflitto con i Turchi ma anche in un ambiguo rapporto con Tepez Vlad Dracul amava circondarsi di umanisti italiani tra cui ricordiamo qui Antonio Bonfini autore di una celebre Storia d'Ungheria peraltro citato e studiato da Aprosio trattato come "famigliare" dell'altro umanista Bartolomeo Fonte].

Il Gandolfo carico di gloria come anche attestano i superstiti suoi diplomi accademici che non so perché non ritornino all'Aprosiana progettò inoltre un’Accademia degli Oscuri a Ventimiglia che tuttavia con sua enorme delusione non si realizzò al contrario di quanto, errando, ritenne Girolamo Rossi come da qui si può ben leggere = Girolamo Rossi da acceso sostenitore di presunte glorie letterarie di Ventimiglia addirittura ipotizzò da parte del Gandolfo l'istituzione di una Colonia intemelia di Arcadia” quando ben si sa quali durono le colonie accademiche istituite dall'Arcadia Romana[ aderendo ai pochi dati a disposizioni -sempre che non emerga qualche nuovo dato da interpretare- si potrebbe fcilmente sostenere che la ragione principale se non praticamente univoca dell'abbandono di tale lodevole iniziativa culturale sia dipesa dalle eccessive e quasi continue assenze del fondatore appunto il Gandolfo (cosa del resto acclarata dalla corrispondenza tra Gandolfo e vari suoi corrispondenti) ma non è da escludere che alla radice del fallimento vi siano stati dei contrasti di opinione riguardanti nome dell'Accademia in particolare, impresa e motto: citando per questo in particolare le opinioni Pietro Andrea Trincheri letterato nizzardo ]: a queste note seguono poi i riferimenti ai luoghi del testo in cui Gandolfo viene espressamente citato (vol.I Arianna Gusmano, collaboratrice dell’opera) [ è da dire che l'autore degli "Arcadi Morti", parlando del defunto Gandolfo, non cita questa accademia e tantomeno G. B. Spotorno nella sua Storia Letteraria della Liguria sotto voce Gandolfo non ne parla in alcun modo comportandosi alla stessa maniera un autore fondamentale come così pure il basilare P. David Aurelius Perini Ordinis Erem. D. Augustini Bibliographia Augustiniana, volume secondo che cita le accademie cui fu ascritto il Gandolfo senza alcun cenno a quella degli Oscuri (pur se negli Addenda er Corrigenda suo loco a fine della Dissertatio, a dimostrazione della cura dell'opera, sono aggiunti anche altri autori che encomiarono il Gandolfo e ivi compare una lacuna del Parini cioè l'ascrizione del Gandolfo all'Accademia degli Incuriosi di Rossano (decima riga dal basso) ): siffatta "Accademia intemelia" tra i "moderni" la nomina solo il G. Rossi, ma si capisce che il suo ragionare procede fra tante ipotesi a p. 288 della sua Storia della Città di Ventimiglia del 1888 ove scrive"e pare, che [D.A. Gandolfo] intorno al 1688 o poco oltre, fondasse quivi [ne complesso della Biblioteca] l'Accademia degli Oscuri che assumeva per impresa la notte oscura con le stelle nel cielo ed il motto In obscuritate sydera: sopra la quale impresa si legge stampata nel Dispaccio istorico un'erudita lettera inviata di Roma al fondatore (30 agosto 1687) dal patrizio ventimigliese Orengo Casanate [ nell'edizione prima, datata 1859, dello stesso volume, ricorrono gli stessi argomenti ma senza la citazione dell'Orengo - Casanata (che si può a ragione ritenere, leggendo qui e pure compulsando la sua corrispondenza con il Gandolfo, uno dei più accaniti patrocinatori dell'erezione di un'accademia a Ventimiglia) affermandosi che nel Dispaccio l'accademia è menzionata alle pag. 11 e 119 = Maylender, Michele Storia delle Accademie d'Italia Pubblicazione Bologna : Cappelli, 1926-1930, Descrizione fisica 5 v. ; 26 cm. in effetti cita tale accademia ( Maylender V.279) ma senza dati espliciti per una notizia derivatagli dalla lettura del Rossi che scrisse anche Le Accademie liguri sino a tutto il XVIII secolo, Savona, 1913, pp. 18 - 22 senza nuovo materiale sugli Oscuri = certamente si ebbero incontri e si progettarono nome e impresa dell'accademia ma di statuti ed adunze o pubblicazioni non esistono tracce: del resto le discussioni suscitate dall'ideazione e gli interrogativi sempre più insistenti sulla vita dell'Accademia inducono a presupporre incontri effimeri senza vera finalizzazione.
Del resto è emblematico che nell'aggiornatissima Dissertatio non a caso edita a Roma dal Buagni nel 1704 a soli tre anni dalla morte nel 1707 del Gandolfo compaia l' ammissione che di fatto l'Accademia degli Oscuri ancora non esisteva ( dalla Dissertatio per un quadro ancora più esaustivo si digitalizza qui l' Epistula enumerans scriptore Patrem Gandulfum Celebrantes Illustrissimo Domino D. Francisco Mauritio Gandolfo, Marchioni Melasii, & Ricardonis, Comitis Chiusanigi, Gazegli & che procede per più pagine dalla p. 390 si possono poi leggere gli interrogativi degli Acta Eruditorum editi a Lipsia su vari argomenti concernenti il Gandolfo: è in questo settore che si pongono gli interrogativi sull'Accademia degli Oscuri e sulle tante lacune in merito alla sua reale esistenza cui si risponde in siffatta maniera (traduzione dal latino): "Non poteva il Padre Gandolfo dare notizia dello stato dell'Accademia degli Oscuri, poiché non era ancor istituita ma in previsone di esserlo: come spressamente manifesta nelle lettere. Anche ora non prese inizio tale Accademia a causa dell'assenza pressoché continua del Gandolfo [da Ventimiglia"] ) ].
Poiché B.Durante (La Biblioteca Aprosiana in “Riviera dei Fiori”, 1995, n.3, pp.19-49) è ritornato sull’argomento, nell’ambito di un vastissimo saggio sui tre primi bibliotecari dell’Aprosiana (Aprosio e Gandolfo appunto ed ancora Giacomo Antonio De Lorenzi) pare utile riproporre, con qualche nota esplicativa e qualche aggiunta, un suo lavoro già intieramente dedicato al Gandolfo, figura continuamente da riscoprire nel panorama letterario e che può forse riservare ulteriori sorprese, specie se si continuerà a “scavare” nel vasto patrimonio letterario della Civica Biblioteca Aprosiana di Ventimiglia.
Il giovane Gandolfo avendo doti intellettuali non comuni dopo esser entrato nell'Ordine degli Agostiniani, poi viaggiando per vari conventi e finalmente assegnato al Convento agostiniano di Ventimiglia via via si affermò come discepolo di A. Aprosio, suo coadiutore alla Biblioteca Aprosiana e poi Direttore della stessa una volta scomparso il maestro ( che assistette personalmente nell'agonia e di cui dopo la morte si occupò delle esequie previo abluzione del di lui corpo nella fontana del Chiostro conventuale e quindi l'inumazione nel Cimitero dei frati retrostante la struttura monastica. Il Gandolfo inoltre a p. 54 della opera del 1682 intitolata i Fiori Poetici... registrò quello che doveva essere la lapide commemorativa dell'Aprosio, pubblicamente esposta su quello che con alta probabilità fu il primo manifesto mortuario a stampa esposto nell'agro intemelio e destinato ad esser trasferito su materiale non deperibile, cioè su un' iscrizione da apporsi all' Ingresso della Biblioteca Aprosiana la quale celebrava come così si può leggere l'opera del fondatore della Libraria
) e soprattutto finalizzò la realizzazione del grande complesso librario e museale intemelio strutturandolo in armonica sinergia con il convento per poi, attraverso contatti, viaggi, soggiorni in altre terre, segnati da una crescente fama di Predicatore e Letterato, giungere a Roma ove fu ascritto alla più importante Accademia dell'epoca cioè l'Arcadia
su cui giunge estremamente utile quanto scrisse
Nicola Orengo illustre bibliotecario moderno dell'Aprosiana
con precisazioni tanto utili quanto poco conosciute in merito a

QUESTO DIPLOMA CON CUI IL GANDOLFO FU ASCRITTO CON IL NOME PASTORALE DI ARCANIO CARACEO ALLA PRESTIGIOSA ACCADEMIA ROMANA D'ARCADIA
[[Vedi dove ora si custodisce, con altri diplomi dei due primi bibliotecari: all'Istituto Internazionale di Studi Liguri in Bordighera e non più come scrisse il bibliotecario Nicola Orengo alla Biblioteca Aprosiana sito in cui giustamente rimase per due secoli = per l'importanza del documento e del Gandolfo ascritto ll'Accademia d'Arcadia dall'illustre Crescimbeni con il nome pastorale di Arcanio Caraceo e non di Arcanio Gentile, come leggendo male sostenne G. Rossi, sarebbe meritoria per il secondo bibliotecario dell'Aprosiana la sistemazione del diploma, incorniciato magari sotto una lapide commemorativa nel "Fondo Antico" tanto potenziato dal Gandolfo dopo la morte del fondatore, della sezione della "Libraria" sita in Ventimiglia medievale]

e del pari risulta assai giovevole quanto sempre Orengo precisò in rapporto ad
altri diplomi di Gandolfo e pure di Aprosio quando ancora si trovavano, sotto la sua custodia, in apposite buste, alla Biblioteca di Ventimiglia.
[ Tale diploma d'Arcadia fu letto, ma incompiutamente ( e finalmente ora si sa ove di fatto lo lesse ) da Girolamo Rossi, apparentemente inesatto anche nell'analizzare come i nomi accademici venivano attribuiti, surrogando nell'onomastica arcadica uno dei due nomi pastorali di Arcadi defunti a pro di nuovi ascritti sì da generare una certa confusione sul fenomeno accademico in Liguria in merito al quale per dire la verità si dimostrò decisamente più sensibile il Gandolfo che l'Aprosio il quale, dopo una probabile illusione personale legata all'opera del coltissimo vescovo LORENZO GAVOTTI, si rivelò incapace di ritrovare a Ventimiglia gli antichi afflati accademici e fu piuttosto impegnato a qualificare Ventimiglia e finalmente la "sua Ventimiglia circoscritta a convento e biblioteca" qual luogo degno dell' otium negotiosum dei classici = ma non senza cadute di stile nel suo sottile giuoco retorico essendo Angelico, emotivamente e nostalgicamente, legato alla grande esperienza dell'Accademismo soprattutto veneziano sì da non riuscire mai veramente ad identificarsi nell'Accademismo genovese e ligure ed ancor meno in quello abbastanza languido e provinciale dell'Estremo Ponente di Liguria = vedi qui G. Rossi, Storia della città di Ventimiglia, 1886, p. 216 e 227-31 (in cui si sofferma piuttosto sul tema dell'Accademia degli Oscuri pur citando l'ascrizione gandolfiana all'Arcadia) e soprattutto ID, Le Accademie liguri sino a tutto il XVIII secolo, Savona, 1913, pp. 18 - 22 (ove lo storico intemelio legge e riproduce solo la parte iniziale del diploma d'Arcadia concernente il Gandolfo -offrendo l'impressione che gli sia stato conferito il nome pastorale di Arcanio Gentile anziché quello di Arcanio Caraceo- come di seguito si vede senza però indicarne alcun luogo di conservazione).
Anche se oggettivamente [pur prescindendo dai limiti del Rossi espressi nella presunta autorizzazione conferita al Gandolfo di dedurre a Ventimiglia una colonia arcade e di aver realizzato l'"Accademia degli Oscuri", si ha l'impressione che lo storico ottocentesco abbia letto frettolosamente il diploma -da nessun altro studioso trascritto- nemmeno riportandone la parte finale e sostanziale sì da avvalorare in studiosi successivi per il Gandolfo il nome pastorale di Arcanio Gentile come scrissi in un ormai vecchio (e che qui inevitabilmente debbo rivedere in alcune parti) articolo del "I Quaderno dell'Aprosiana" non avendo a disposizione il testo integrale del diploma)] ritengo che si possa formulare un'ipotesi plausibile del suo operato = Girolamo Rossi, uomo del XIX secolo, come tanti nel suo tempo non aveva considerazione della cultura barocca sì da trattarne alla svelta senza approfondimenti e citazioni peculiari, al segno anche di non approfondire alcune tematiche e trascrivere il Diploma d'Arcadia solo per la breve parte iniziale = del resto lui stesso sottolineò questa sua postazione apertamente critica scrivendo (S.V., p.22) "A ben conoscere la vita dell'Aprosio, occorre accennare alla lagrimevole piega che prendeva allora la letteratura, trascinata da quel raro ingegno che era il poeta Gian Battista Marini. Abbandonata la severa semplicità degli antichi e la limitazione sana e generosa del bello, s'introduceva invece in ogni componimento la falsità delle idee, la stentatura dello stile": formalmente tutto questo non si può escludere ma nemmeno è da escludere come in tante sillogi barocche si siano salvati dati e documenti altrimenti destinati alla dispersione = Angela Franca Bellezza che fu mia docente all'Università di Genova e poi mia amica fece notare quanto la descrizione della "Biblioteca di Don Ferrante" del Manzoni abbia influenzato negativamente l'ottocentesco negativo giudizio sulla cultura del '600 ed entro questo mio articolo monografico dei "Quaderni dell'Aprosiana, Nuova Serie" ne propongo qui, in sunto, quanto affermò e pubblicò, con la solita precisione critica, in occasione (1981) delle celebrazioni per il tricentenario della morte di A. Aprosio
Dedicò il Rossi un discreto ma non completo spazio all'Aprosio ed in forza però soprattutto del'erezione della Biblioteca Aprosiana di Ventimiglia ma non indugiò sull'autore quanto avrebbe forse dovuto e a maggior ragione, pur non criticandolo, scrisse poco anche del Gandolfo (S. V., p. 228) ma senza indugiare sul personaggio e a ben vedere si direbbe che, dato il contesto, abbia recuperato molto
da questo saggio tratto dagli "Arcadi Morti" e dedicato al Gandolfo scritto dal pastore arcade Teone Cleonense
senza nemmeno soffermarsi su ciò che
scrisse nell'Arcadia il Crescimbeni in merito a quanto fatto, nel celebre contesto accademico, dal Gandolfo anche in relazione ai suoi scritti in essere.
Al pari di Teone Cleonense alias G. C. Crocchiante, G. Rossi rammenta solo come l'intimo amico di Gandolfo Gio Batta Cotta di Tenda abbia fatto realizzare a Genova un ritratto del Gandolfo sotto cui il Cotta appose un suo distico (p. 154) con l'unica novità che il Rossi citò il nome dell'incisore, Gio. Maria Belgrano = le considerazioni sui ritratti del Gandolfo, apparentemente non così amante quale l'Aprosio, nel farsi effigiare è un altro "rebus": in effetti come scrive D.Puncuh , I manoscritti della raccolta Durazzo, Genova, Sagep, 1979: si evidenzia come, assieme alla parte inedita della Biblioteca Aprosiana, nella raccolta genovese fluirono, tramite acquisto a fine ‘700/primi ‘800 diversi altri manoscritti dell’Aprosiana tra cui materiale del Gandolfo e l'attento autore cita un ritratto del Gandolfo come qui si legge da un mio altro articolo (vedi anche = "Atti della Società Ligure di Storia Patria, Nuova Serie – Vol. XLV (CXIX) Fasc. I = Storia della cultura ligure, a cura di Din Puncuh = voce "Gandolfo Domenico Antonio", p. 263): la stranezza è che i Frutti Poetici di cui parla Teone Cleonense non furono editati come scrive il Perini che tra l'altro cita un titolo diverso e che il Puncuh nomina semmai il manoscritto per la stampa della Dissertatio Historica che, per quanti esemplari io abbia esaminato, non presenta alcun ritratto del Gandolfo nell'edizione a stampa [senza un mecenate come Aprosio ebbe nel Cavana (e non a caso dopo la morte del Cavana Angelico ebbe grande difficoltà e molte delusioni nello stampare altre opere) pubblicare un libro a proprie spese era un onere economico sia per autori che editori specie in caso di volumi senza committenti sì da ricorrere specie dal '700 all'intelligente soluzione della Tabula Gratulatoria = all'Aprosiana di Ventimiglia si conservano le rate dei versamenti fatti dal Gandolfo al tipografo romano Buagni: nulla esclude che il riratto segnalato dal Puncuh non sia stato inserito nell'opera a stampa comportando un aumento dei costi].
Il Gandolfo il cui recupero è assolutamente oggi in atto come uno dei più grandi sillogisti agostiniani in particolare dal centro studi Ghirardacci lasciò per primo alcune considerazioni biografiche di se stesso recuperandole da quanto A. Aprosio di lui scrisse nella parte rimasta inedita della "Biblioteca Aprosiana" e che editò da pagina 188 a pagina 190 dei suoi Fiori Poetici qui digitalizzati integralmente di cui per utilità dei lettori si propone qui un indice moderno (di seguto da pagina 191 a pagina 204 altre considerazioni biografiche sul personaggio sono attribuite al cugino del Gandolfo a nome Filiberto Giacinto) = Gandolfo non manca di citazioni ulteriori pur se mai vien fatto riferimento dal citato Diploma d'Arcadia e l'autore a lui più prossimo che ne parla specificatamente resta il Cinelli Calvoli che dedica nella sua La Biblioteca Volante una esplicita sequenza sul Gandolfo qui proposta digitalizzata.
Girolamo Rossi sicuramente lesse anche un autore a lui prossimo e congeniale vale a a dire Giovanni Battista Spotorno che redasse nella sua opera Storia Letteraria della Liguria (Tomo V) anche una voce dedicata a Domenico Antonio Gandolfo qui riportata = tuttavia anche lo Spotorno denota molta superficialità nell'analisi del Gandolfo e leggendo le critiche che muove alla sua eloquenza stupisce abbastanza dapprima perché il Gandolfo fu , cosa non comune, Concionator Generalis cioè "Predicatore generale dell'Ordine Agostiniano" (vedi dalla II riga dall'alto il documento in cui è citato come tale), quindi perchè ne il Il beneficato beneficante ombreggiato nella città de Ventimiglia..., predica giovanile nella Cattedrale di Ventimiglia prima di diventare un volume, diede prove di qualità oratorie specie laddove sottolineò i "meriti" di S. Secondo nell'ipotetica protezione, con l'ausilio delle Anime del Purgatorio, nel proteggere la città ed il suo territorio dalla terribile peste ligure del 1656/'57 rivelandosi sostanzialmente ben diverso dai troppi predicatori sacri teatranti e buffoneschi aspramente criticati dall'Aprosio e sostanzialmente procedendo sulla linea mediata del massimo predicatore seicentesco cioè di Paolo Segneri.


Nota Redazionale = Sul tema Cultura-Barocca detiene altro materiale di estrema rarità: ma per fruirne si richiede un contatto diretto e motivato]

IL
GRANDE SUCCESSORE ALLA DIREZIONE DELL'APROSIANA:
DOMENICO ANTONIO GANDOLFO

DIGITALIZZAZIONE INTEGRALE DELLA PRIMA OPERA, AMPLIAMENTO DI UNA PREDICA NELLA CATTEDRALE INTEMELIA, DEL GANDOLFO OVVERO = IL BENEFICATO BENEFICANTE...

TESTO INTEGRALE DELL'OPERA PIU' SIGNIFICATIVA DI DOMENICO ANTONIO GANDOLFO LA DISSERTATIO HISTORICA DE DUCENTIS CELEBERRIMIS AVGUSTINIANIS SCRIPTORIBUS EX ILLIS QUI OBIERUNT POST MAGNAM UNIONEM ORDINIS EREMITICI USQUE AD FINEM TRIDENTINI CONCILII
(ROMAE 1704)

DUE ALTRI SIGNIFICATIVI VOLUMI GANDOLFIANI I FIORI POETICI DELL'EREMO AGOSTINIANO ED IL DISPACCIO HISTORICO CURIOSO ED ERUDITO...
ANALIZZATI INSIEME AD ALTRE PUBBLICAZIONI E NEL CONTESTO DEL PROBLEMA DEGLI
SCRITTI RIMASTI INEDITI OD AL MOMENTO IRREPERIBILI

"L'APROSIANA DOPO APROSIO"
CURA E POTENZIAMENTO DEL CONVENTO E DELLA BIBLIOTECA INTEMELIA SOTTO IL MAGISTERO DI
DOMENICO ANTONIO GANDOLFO

CONTRIBUTI E GIUDIZI DI
GIOVANBATTISTA PACICHELLI - G. F. RUOTA - C. CARTARI
E DEL BIOGRAFO ARCADE
GIO. CARLO CROCCHIANTE
[NOTA DOCUMENTARIA = IL CONVENTO AGOSTINIANO E LA CHIESA COME ERANO NELL'INTERPRETAZIONE DI MATTEO VINZONI E COME DIVENNERO DOPO IL DRAMMA DELLA GUERRA DI SUCCESSIONE AL TRONO IMPERIALE TRASFORMATI IN UN AVAMPOSTO AUSTRO SARDO CONTRO L'ASSEDIATA VENTIMIGLIA, TENUTA DAI FRANCO SPAGNOLI :
VEDI =
CARTA GENERALE DEL 1746 E SUO PARTICOLARE ENFATIZZATO PROCEDENDOSI DA NERVIA AL PONTE SUL ROIA E QUINDI VERSO LA CITTA' E FORTE SAN PAOLO ]

CONTRADDITORI SUSSULTI DI APROSIANA ERUDIZIONE NEL DISPACCIO DEL GANDOLFO:
I
MODERNI ERUDITI, LA SCIENZA NUOVA, LE ANTICHE CURIOSITA' ESOTERICHE, INTERESSI PER ERBORISTERIA, PIANTE OFFICINALI, LIBRI DI SPEZIALI, VINO, SUOI EFFETTI MEDICAMENTOSI E SUOI ABUSI CON CONSEGUENZE DI ETILISMO
STUDIATI ATTRAVERSO I CASI GUIDA DEL NOBILE GENOVESE
**********ANTONIOTTO INVREA**********
E IN ROMA DEL

**********LETTORE ROSSI DI S. PRISCA**********

DOMENICO ANTONIO GANDOLFO
NELLA REGISTRAZIONE CRITICA E STORICA SU DI LUI FATTA DALL'ARCADE
TEONE CLEONENSE

ENTRO IL VOLUME SECONDO DELLE
NOTIZIE STORICHE DEGLI ARCADI MORTI
(TOMI I - II - III)

44. - DA UN SAGGIO CRITICO DEDICATO AL GANDOLFO
"VITA DI DOMENICO ANTONIO GANDOLFO"

45. - DA UN SAGGIO CRITICO DEDICATO AL GANDOLFO
INIZIO NOTE E INQUADRAMENTO BIBLIOGRAFICO DEL GANDOLFO

46. - DA UN SAGGIO CRITICO DEDICATO AL GANDOLFO
I MANOSCRITTI "40 E 40 BIS" OGGI DETTI "40 EX E 40 BIS EX" DELLA BIBLIOTECA APROSIANA

47. - DA UN SAGGIO CRITICO DEDICATO AL GANDOLFO
IL VOLUME CON GLOSSE MANOSCRITTE NOMINATO "OLDOINI CORRETTO": SUA IMPORTANZA DOCUMENTARIA SULLA STORIA LETTERARIA DELLA LIGURIA NEL XVII SEC.

44. - DA UN SAGGIO CRITICO DEDICATO AL GANDOLFO
LA RICOSTRUZIONE CRITICA DEI
FERMENTI LETTERARI ED ACCADEMICI NELL'AGRO INTEMELIO TRA TARDO XVII E PRIMI XVIII SEC.

44. - DA UN SAGGIO CRITICO DEDICATO AL GANDOLFO
LA RICOSTRUZIONE CRITICA DEI
FERMENTI LETTERARI ED ACCADEMICI NELL'AGRO INTEMELIO TRA TARDO XVII E PRIMI XVIII SEC.:
TRA I "REPERTI APROSIANI E GANDOLFIANI" CONSERVATI NELLA BIBLIOTECA GIROLAMO ROSSI

LA
BOTTEGA DE' CHIRIBIZZI
DI
CESARE GIUDICI

DIVIENE UN CURIOSO MANOSCRITTO INTITOLATO
LIBRO DI CANSONETTE, MADRIGALLI E SONETTI

44. - DA UN SAGGIO CRITICO DEDICATO AL GANDOLFO
LA RICOSTRUZIONE CRITICA DEI
FERMENTI LETTERARI ED ACCADEMICI NELL'AGRO INTEMELIO TRA FINE XVI E PRIMI XVIII SEC.:
CRISTOFORO DE GIUDICI - DOMENICO COTTA SISMONDI - TEOFILO RINALDO (TEOFILO RAYNAUD) DI "SOSPELLO" - VINCENZO LANTERI (?) - FILIBERTO GIACINTO GANDOLFO - AMBROGIO GALLEANI DI VENTIMIGLIA - GIOVANNI GIROLAMO LANTERI - MICHELE OTTAVIO BOLINO DI ALBENGA - GIACOMO MARIA MARESCIANO DI LOANO - AGOSTINO MARIA BOGGIA DI SAVONA - OTTAVIO MARINI DI ONEGLIA - TOMMASO ROLANDI DI CERVO - ROBERTO APROSIO DI VENTIMIGLIA - GIOVANNI BATTISTA REBAUDI DI CASTELVITTORIO - GIOVANNI FRANCESCO MARTINI DI NIZZA - PAOLO AGOSTINO ORENGO DI VENTIMIGLIA - GIACOMO ANTONIO DE LORENZI - GIOVANNI PAOLO FENOGLIO DI DOLCEACQUA - MARCO ANTONIO ORENGO - PASQUALE BERTA DI CAMPOROSSO - GIOVANNI BATTISTA COTTA - ARCANGELO DAVIO DI TENDA - PAOLO AGOSTINO APROSIO - FILIPPO AICARDI DI CAMPOROSSO - PIETRO ANDREA TRINCHERI DI NIZZA - PIETRO CORVESI (CORVESIO) DI "SOSPELLO" - PIETRO GIOFFREDO DI NIZZA - G. B. CONRADI DA CUNEO - GIOVANNI BATTISTA APROSIO

44. - DA UN SAGGIO CRITICO DEDICATO AL GANDOLFO
LA RICOSTRUZIONE CRITICA DEI
FERMENTI LETTERARI ED ACCADEMICI NELL'AGRO INTEMELIO TRA TARDO XVII E PRIMI XVIII SEC.:
GLI INTERROGATIVI SULLA "PASQUINATA" A RIGUARDO DEL CONCLAVE DEL 1676 IN CUI FU ELETTO PAPA INNOCENZO XI CUSTODITA NELL'EX MS. 4O DELLA BIBLIOTECA APROSIANA

45. - DA UN SAGGIO CRITICO DEDICATO AL GANDOLFO
LA RISOLUZIONE DI UNA SERIE D' INTERROGATIVI
DALL'ENIGMATICA "ACCADEMIA DEGLI OSCURI" DI VENTIMIGLIA AL SETTECENTESCO "GABINETTO ACCADEMICO"

46. - DA UN SAGGIO CRITICO DEDICATO AL GANDOLFO
INIZIO NOTE E INQUADRAMENTO BIBLIOGRAFICO DEL GANDOLFO

47. - DA UN SAGGIO CRITICO DEDICATO AL GANDOLFO
"GANDOLFO VIENE TRASFERITO A GENOVA PRESSO IL CONVENTO DI N. S. DELLA CONSOLAZIONE"

48. - DA UN SAGGIO CRITICO DEDICATO AL GANDOLFO
"DA GENOVA IL FRATE VIENE QUINDI INVIATO A ROMA E POI A GENZANO, UNO DEI CASTELLI ROMANI, QUALE PRIORE DEL LOCALE CONVENTO AGOSTINIANO"

48. - DA UN SAGGIO CRITICO DEDICATO AL GANDOLFO
I CONTATTI DELL'AGOSTINIANO INTEMELIO CON LA NUOVA PRODUZIONE CULTURALE MONASTICA
VEDI QUI SPECIFICATAMENTE LE SUE RELAZIONI CON
MAURINI - TRAPPISTI - MECHITARISTI

LA ROMANA E CELEBERRIMA
ACCADEMIA DI ARCADIA
E L'IMPORTANZA, PER LA SUA ISTITUZIONE E VITA SOCIO-CULTURALE,
DELL'
EX REGINA DI SVEZIA
MARIA CRISTINA

DOMENICO ANTONIO GANDOLFO
E' CONQUISTATO DAL
FASCINO CULTURALE DI ROMA TRA "LIBRARIE", ACCADEMIE, CONSORZI LETTERARI
(INDICI E TESTO DIGITALIZZATO)

E PER I SUOI MERITI,
CON IL NOME DI "ARCANIO CARACEO", VIENE ASCRITTO ALLA
CELEBRE ACCADEMIA ROMANA DELL' "ARCADIA"
IN FORZA DEL DIPLOMA SOPRA PROPOSTO A FIRMA DI
ALFESIBEO CARIO
NOME PASTORALE DEL CUSTODE D'ARCADIA GIO. MARIA CRESCIMBENI

COME L'ERRATA LETTURA FATTA DI QUESTO DIPLOMA AD OPERA DELLO STORICO VENTIMIGLIESE
GIROLAMO ROSSI
ABBIA PORTATO AD ALTRE CONSIDERAZIONI SCORRETTE
DALL'EREZIONE DI UN'ACCADEMIA DEGLI OSCURI IN VENTIMIGLIA
AD UNA DEDUZIONE NELLA STESSA CITTA' DI UNA
COLONIA DI ARCADI

LA GRANDE STAGIONE ROMANA: DA GENZANO ALL'ARCADIA AI "MILLE" CONTATTI CULTURALI
[APPROFONDIMENTO INEDITO = ....e da un frammento di lettera (?), con cenni alle sue competenze in erudizione varia compresa erboristeria ed alchimia, una sorta di quesito accademico sulla strana morte di Maria Cristina ex Regina di Svezia e se sia stata curata al meglio delle possibilità del tempo]

CONQUISTATO DALL'ACCADEMISMO
DOMENICO ANTONIO GANDOLFO
VIENE ASCRITTO AD ALTRI CONSORZI LETTERARI TRA CUI L'
ACCADEMIA DEGLI INCURIOSI DI ROSSANO
ISTITUITA DALL'ABATE
GIACINTO GIMMA

49. - DA UN SAGGIO CRITICO DEDICATO AL GANDOLFO
CORRISPONDENZA DEL GANDOLFO CON L'ERUDITO BIBLIOTECARIO GIUSTO FONTANINI

50. - DA UN SAGGIO CRITICO DEDICATO AL GANDOLFO
CORRISPONDENZA DEL GANDOLFO CON L'ERUDITO STAMPATORE GIOVANNI FRANCESCO BUAGNI

51. - DA UN SAGGIO CRITICO DEDICATO AL GANDOLFO
"LETTERA DI ANTONIO MAGLIABECHI AL GANDOLFO IN MERITO ALLA DISSERTATIO":

VEDI ANCHE ALTRE
EPISTOLE MAGLIABECHIANE
CON CUI IL BIBLIOTECARIO FIORENTINO FORNISCE DATI INEDITI AL GANDOLFO, SPECIALMENTE SU
LIPPO BRANDOLINI PER LA SUA DISSERTATIO

52. - DA UN SAGGIO CRITICO DEDICATO AL GANDOLFO
D. A. GANDOLFO E GLI AGGIORNAMENTI ERUDITI: CORRISPONDENZA CON L'ARCADE FIORENTINO PADRE CAMILLO LANDI

52. - DA UN SAGGIO CRITICO DEDICATO AL GANDOLFO
D. A. GANDOLFO E IL GIORNALISMO LETTERARIO: CORRISPONDENZA CON G. CINELLI CALVOLI

53. - DA UN SAGGIO CRITICO DEDICATO AL GANDOLFO
D. A. GANDOLFO E IL GIORNALISMO LETTERARIO: RAPPORTI EPISTOLARI E NON CON B. BACCHINI E G. GARUFFI MALATESTA

53. - DA UN SAGGIO CRITICO DEDICATO AL GANDOLFO
LA CORRISPONDENZA CULTURALE DI D. A. GANDOLFO CON IL CLASSICISTA E TRADUTTORE DI CORTONA FRANCESCO BALDELLI

53. - DA UN SAGGIO CRITICO DEDICATO AL GANDOLFO
LA CORRISPONDENZA CULTURALE DI D. A. GANDOLFO CON L'ERUDITO AGOSTINIANO GENOVESE CARLO MARIA SARTORIO

53. - DA UN SAGGIO CRITICO DEDICATO AL GANDOLFO
L'ENIGMATICO CORRISPONDENTE DEL GANDOLFO, IL LETTORE IN SANTA PRISCA A ROMA, INDICATO COL SOLO COGNOME, "ROSSI" E POI ADDIRITTURA CON LA SUA SOLA INIZIALE "R."




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