LE RAGIONI CONCRETE DI NATURA PRIORITARIAMENTE SOCIALE E PATRIARCALE PER CUI NEL DIRITTO INTERMEDIO TRA I CRIMINALI SUPREMI A RISCHIO DI CONDANNA CAPITALE ERANO ASCRITTI CON I BESTEMMIATORI ALTRESI' I SODOMITI ANALIZZATI - IN UN COACERVO DI CONFUSIONE E SU MATRICI BIBLICHE - CON GLI OMOSESSUALI DI ENTRAMBI I SESSI ANCHE SE IL LESBISMO E L'OMOSESSUALITA' FEMMINILE ERANO
IN APPARENZA MENO NOTI E GIUDICATI QUALI FORME DI SODOMIA IMPERFECTA DEFINITA QUINDI, QUAL DEL PARI PERSEGUIBILE,
SODOMIA PERFECTA SOLO TRATTANDOSI DI DONNE "TRIBADI" (VEDI QUI L'IMMAGINE SOPRA PROPOSTA E LE RELATIVE IPERTESTUALIZZAZIONI) =
PER UNA IPOCRITA TENDENZA A RICOPRIRE TUTTE LE QUESTIONI DEL MONDO FEMMINILE SI FINGEVA IGNORANZA SUL TEMA DELL'OMOSESSUALITA' FEMMINILE NONOSTANTE
LA DIFFUSIONE DI STAMPE COME QUESTA
ED ANCORA
LE OSSERVAZIONI DI ERUDITI VARI QUALI ANGELICO APROSIO "IL VENTIMIGLIA" CHE QUI RIPRENDE UNA LETTERATURA ANCHE MEDICA: SENZA DIMENTICARE LE OSSERVAZIONI DI DONNE RITENUTE "AL LIMITE" CHE SCRISSERO IN DIFESE DEL DIRITTO AD UN' AUTONOMIA ANCHE SESSUALE CONTRO IL PATRIARCATO EGEMONICO COME TRA LE ALTRE FECE JUANA DE ASBAJE Y RAMIREZ (CHE RAGGIUNSE LA CELEBRITA' ARTISTICA E LETTERARIA CON IL NOME RELIGIOSO DI SUOR JUANA INES DE LA CRUZ) SULLA CUI SESSUALITA' RIVENDICATA CONTRO LA MISOGINIA EPOCALE SCELTE, CERTEZZE E DUBBI INTERAGIRONO CON ODII E FEROCI GELOSIE CERTAMENTE ANCHE CONNESSI A QUELLA
DIFESA DELLA CONDIZIONE FEMMINILE CHE LA ACCOMUNO' AD UNA ALTRA GRANDE SUORA, ARCANGELA TARABOTTI, COME LEI SCRITTRICE E COME LEI TRADITA DA AMICI RELIGIOSI A FRONTE DELLE MASSIME AUTORITA' ECCLESIASTICHE COSTANDOLE ANNI DI DISPERAZIONE E UMILIAZIONE.
SENZA NATURALMENTE DIMENTICARE - NEL CONTESTO DI QUESTE RIFLESSIONI -
LA GENIALE E TORMENTATA MARIA CRISTINA EX REGINA DI SVEZIA CHE MAI NASCOSE LA SUA BISESSUALITA' E LA SUA PREDILEZIONE PER LE DONNE SFIDANDO POI LA SOCIETA' ROMANA DEL TEMPO IN NOME DELL'AUTONOMIA FEMMINILE ED ANCHE PAPA INNOCENZO XI = CERTO PROTETTA DALL'ALTISSIMO SUO RANGO MA NON SINO AL PUNTO CHE NON CALASSERO OMBRE SULLA SUA STRANA MORTE: SENZA DUBBIO UNA MORTE SEGNATA DA STORIE DI SANGUE E PASSIONE OLTRE CHE DALLA SUA ETERNA RICERCA DELL' ALKAEST MA CARATTERIZZATA DAL SUO AMORE PER GIULIA DA LEI DEFINITA "SIBILLA" PER LE ARTI DI CHIAROVEGGENZA, UNA FINE TERRENA COMUNQUE DELLA CUI VERA CAUSA, COSA POCO NOTA, IL VENTIMIGLIESE DOMENICO ANTONIO GANDOLFO FU IN QUALCHE MODO PREGATO DI INVESTIGARE
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************* Joao Rodrigues de Castello Branco (meglio noto come AMATO LUSITANO / AMATUS LUSITANUS) nella sua opera, qui utilizzata,
Amati Lusitani ... Curationum medicinalium centuriae septem, varia, multiplicique rerum cognitione refertae, et in hac vltima editione recognitae, & valde correctae. Quibus praemissa est commentatio de introitu medici ad aegrotantem ...Accesserunt duo noui indices ...,
Venetiis : sumptibus Francisci Storti, 1653-1654
, 7 v. : antip. inc. ; 12° (
Marca sui front. dei v. 2-6 -
Cors. ; rom.
- Antiporta inc. sottoscritta da Iac. P
- Iniziali e fregi xil. ornati
- I front. dei v. 2-7 entro cornice xil. - Localizzazioni secondo l'SBN:
Biblioteca APICE - Archivi della parola, dell'immagine e della comunicazione editoriale - dell'Università degli studi di Milano
- Biblioteca Palatina - Parma
- Biblioteca medica statale - Roma)
affronta criticamente tra varie altre questioni, come è costume metodologico proprio di tutte le sue opere, non fermandosi sulla soglia di convincimenti consolidati e storici
Nella Centuria VII, curatio 18 Amato Lusitano scrive:
Centuria VII, curatio decima octava, in qua mirum quoddam, sed verum tractatur, quod mulier à muliere, praegnans fuit facta
Mirum, sed verum casum describo, Thessalonicae evenientem, duae mulieres Turcae vicinae, multis coitibus, incubis et succubis, sese contaminabant, polluebantve, quarum altera vidua erat: altera vero maritum habebat.
Ceterum, quum semel vidua ad coitum irritata, alteram coniugatam ad coitum incitaret, et forte ea hora, à marito, cum quò rem habuerat, discedentem, subcuba est facta, quo in coitu amplexùve, post multam frictionem attrectationemve ac seminis eiculationem, uterus subcubae viduae ingenti appetentia semen non solum mulieris incubantis, sed virile non multum antea in eius utero relictum, suxit, à quo semine praegnans facta est, firmante ipsa, variis iuramentis habitis, cui fidem praestare debemus, cum illi minus ignominosum erat, à viro concepisse fateri, quam à muliere eo modo habita.
Traduzione:
"Centuria 7, cura 18. Ove si tratta di un evento vero quanto straordinario, il caso cioè che una donna sia stata ingravidata da un'altra femmina.
Il caso di cui sto per parlare può parere incredibile ma è vero ed accadde a Tessalonica ove due donne turche [questo riferimento non è casuale e si basa su una potente letteratura intrisa di incomprensioni che sosteneva l'equazione donna pagana - donna malefica o strega - donna lussuriosa (e le donne dell'Islam erano all'epoca reputate "pagane" anzi eredi naturali delle "pagane della classicità greca e romana")): il tutto comunque basato su un antifemminismo epocale cui appartiene questa terrificante Storia dell'Adulterio e della sua feroce repressione], vicine di casa, una ormai vedova ma l'altra ancora maritata, quali amanti copulavano frequentementetra assumendo ogni sorta di vergognosa posizione, scambievolmente l'una e l'altra stando ora sopra, ora sotto.
Un giorno la vedova, eccitata dal desiderio, indusse ad un rapporto sessuale la femmina che però poco prima aveva copulato col proprio sposo coniugata: in quel coito o amplesso, dopo molti sfregamenti, toccamenti ed "eiaculazioni" l'utero della vedova, che stava sotto, per la grande voglia di inseminazione risucchiò non solo quello dell'amante che giaceva su di lei, ma parimenti quello maschile lasciato non molto prima dal legittimo sposo nell'utero di quest'ultima: da siffatto sperma fu messa incinta, secondo quanto affermò lei stessa, con vari giuramenti, ai quali dobbiamo prestare fede dato che per lei era meno ignominioso ammettere d'aver concepito da un uomo, che esser stata resa gravida da una donna con la qualein tal maniera aveva goduto di rapporti sessuali.
La narrazione oggi può parere soltanto "boccaccesca" ma alla radice risiedeva una incredibile serie di convinzioni mediche (In antico si pensava che la donna, durante il rapporto sessuale e giunta all'orgasmo, rilasciasse non un ovulo, ma parimenti all'uomo una sorta di sperma che, mescolandosi con quello maschile, dava luogo al concepimento) e soprattutto giuridiche.
La generale ignoranza sui temi sessuali, che poi stranamente -in ambito cattolico- si estendono per molteplici vie, dall'accoppiamento diabolico del "sabba" agli espedienti per ingannare il marito tradito od i genitori gabbati (il tema non è antifemminista o misogino: in una società maschilista alla donna toccava soprattutto difendersi da eventuali "incidenti sessuali" ricorrendo, anche nel caso di stupro come tuttora purtroppo spesso accade, ad arguzie di varia sorta).
Gli inquisitori, come Aprosio era, dovevano dibattere più di quanto si creda questa sorta di problemi e spesso destreggiarsi, senza urtare la pubblica suscettibilità e la morale corrente: per farsi un'idea dello smisurato settore di competenze richieste ad un inquisitore si può leggere questo
***********TESTO DI DIRITTO CANONICO***********
qui integralmente digitalizzato e provvisto di indici tematici.
ciò che nella GRILLAIA oggi pare ed è congedato qual giuoco vacuo di pura erudizione risulta invece, per chi legga e rilegga l'opera per via anche di collazione con altri testi, un modo di esprimere giudizi e confrontare argomenti delicatissimi, magari indugiando troppo su qualche maschile curiosità antidonnesca, su temi dibattuti e spesso contrastanti nelle posizioni intellettuali, cosa da indurre, specialmente un "prudentissimo esegeta", quale l'Aprosio, ad arroccarsi finalmente su postazioni di neutralità, seppur dopo aver elencato il necessario sì da mettere giudici, teologi, inquisitori al corrente di tutte le soluzioni plausibili.
Come dire: l' affettazione eletta a sistema, sistema strutturato per trattare argomenti fuori del comune (che possono far interpretare per comica un'opera, nella genesi, intesa, pur sotto maschera, qual seria e documentata) senza incorrere in accuse di spregevolezza, inopportunità, di ricerca meditata del ridanciano e provocatorio.
Questo può esser stato vezzo aprosiano del primo Scudo di Rinaldo ma non della documentata ********************GRILLAIA********************
[e quando possibile, come nel caso del tabacco - ma invero anche di altre non meno colorite
**********DISQUISIZIONI**********
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LO SCUDO DI RINALDO II, CUI A SUO TEMPO SI E' DEDICATO QUESTO AMPIO SAGGIO, IN QUALCHE MODO RISULTA UN IBRIDO. [ INDICE DELLO SCUDO DI RINALDO II ] CAPITOLO I: A T. ODERICO, GENOVESE - SU ARGOMENTI DI ASTRONOMIA E ASTROLOGIA CAPITOLO II: A PIO ROSSI, RELIGIOSO - SULL'OPPORTUNITA' CHE I RELIGIOSI SI SPECCHINO CAPITOLO III: A G. BATTISTA, POETA - SUI BENI DEGLI ECCLESIASTICI CAPITOLO IV: A PADRE GIOVANNI BONA - SULLE "DIGNITA' ECCLESIASTICHE" CAPITOLO VI: A IPPOLITO MARRACCI - SULL' USANZA DI "NOMINARE I MORTI A TAVOLA" CAPITOLO VII: AD ANTONIO GALEANI - SULLA "LICEITA' O MENO DEI GIUOCHI" CAPITOLO VIII: A DOMENICO PANAROLO - "DEL TABACCO - DELL'ABUSO DI ESSO" CAPITOLO IX: A LORENZO PANCIATICI O PANCIATICHI - "SUL CELIBATO ECCLESIASTICO" CAPITOLO XI: GIA' DEDICATO AL CONTE GIOVANNI VENTIMIGLIA E RIDEDICATO A "E. BIGOT" ALIAS BIGOTIO: "SE NEL CONVERSAR CON DONNA POVERA VI SIA MAGGIOR PERICOLO D'INCIAMPARE, CHE IN CONVERSANDO CON DONNA RICCA" CAPITOLO XIV: A GIROLAMO GHILINI: "SULLO STATO DI DEVOZIONE DEI RELIGIOSI CONTEMPORANEI" CAPITOLO XV: A P. D. FENOGLIO: "SULLA LICEITA' DEGLI ECCLESIASTICI DI ACCUMULARE RICCHEZZE" CAPITOLO XVII: A CARLO RIDOLFI PITTORE E LETTERATO: "DELL'ABUSO DELLE PITTURE NELLE CASE E NELLE CHIESE" CAPITOLO XX: A A. GUIDETTI AGOSTINIANO: "SULLA FUGACITA' DELLA VITA" ERUDIZIONE COME SINCRETISMO DI IMMAGINI E PAROLE: [ RIPROVAZIONE CENSORIA E MORALISTICA DI GIOCHI PECCAMINOSI O SCONVENIENTI IN NOME DI SANI DILETTI ] [ABUSO DI STAMPATORI, PITTORI, SCULTORI ECC. NELL'USO DI IMMAGINI OSCENE] (DA FINE PAGINA) ** "SE SIA CONVENIENTE CHE I RELIGIOSI SI SPECCHINO" ** [AMPIE DISSERTAZIONI E CITAZIONI ERUDITE SULL'USO DEGLI SPECCHI E SULLA LORO DISCUSSA VALENZA]
PER ALCUNI ASPETTI RISENTE DELL' INFLUSSO DELLO SCUDO DI RINALDO I DI CUI ASPIRA AD ESSERE LA CONTINUAZIONE IDEALE (ED IN CIO' SI SPIEGANO ALCUNI CAPITOLI DI IRIDESCENZA ANTIFEMMINISTA) MA, ESSENDO ANCHE FRUTTO TARDIVO DI UN'IDEAZIONE E RISENTENDO DI CERTE MUTAZIONI IDEOLOGICO-ESPOSITIVE PROPRIE DELLA GRILLAIA, NON SI ADEGUA COMPIUTAMENTE ALLE POSTULAZIONI DELLO SCUDO DI RINALDO I ED ANZI ELABORA ED APPROFONDISCE TEMI GIA' TRATTATI IN QUEST'ULTIMA OPERA ED ORA ARRICCHITI DI NUOVE CONSIDERAZIONI OPPURE DI ALTRI COMPLETAMENTE INEDITI SI FA MENTORE COME IN QUELLI CHE RIGUARDANO, PER ESEMPIO, LA PRODUZIONE ARTISTICA NEI SUOI MOLTEPLICI ASPETTI: FENOMENO PERALTRO CHE SI PUO' AGEVOLMENTE CONSTATARE SOLO LEGGENDO L'
INDICE DEI 20 CAPITOLI DI CUI RISULTA COMPOSTO LO SCUDO DI RINALDO II
L'IMPRESSIONE GENERALE E' CHE TUTTE QUESTE OPERE LO SCUDO EDITO, LO SCUDO INEDITO O PARZIALMENTE EDITO, LA GRILLAIA EDITA CON LE SUE LO ESPURGAZIONI ED AUTOCENSURE, COME ANCORA LA PROGETTATA MA MAI FINALIZZATA CONCLUSIONE DI LO QUEST'ULTIMA OPERA, NELLA MENTE APROSIANA, FOSSERO STATE IDEATE QUALI UN LO UNICUM I CUI CONTENUTI, COMPRESE LE MODULAZIONI STILISTICHE, HANNO PERO' FORTEMENTE RISENTITO DELLO SCORRERE DEL TEMPO, DI MODO CHE ALLA DECISA PROVOCAZIONE, SOPRATTUTTO ANTIFEMMINISTA, DEL VECCHIO SCUDO EDITO, SI SIANO SUCCEDUTE POSTULAZIONI SEMPRE PIU' MEDITATE, ANCORA SPESSO INTINTE NEL FUOCO DELL'AFFETTAZIONE E DELL'IRIDESCENZA, MA SPOSTATE IN DIREZIONE DI ATTEGGIAMENTI SEMPRE PIU' PENSOSI E SOPRATTUTTO LUNGO UNA DIRETTRICE TEMATICA SEMPRE PIU' FINALIZZATA A STRUTTURARE MATERIALE SCRITTO E DOCUMENTARIO GIOVEVOLE, SENZA TROPPI FRONZOLI, ALLA CRESCENTI ESIGENZE DI PERSONALE GIUDIZIO -PUR ORGANIZZATO SU FONTI ISTITUZIONALI DI DIRITTO ECCLESIASTICO- DI UN APROSIO VICARIO DELL'INQUISIZIONE O SANT'UFFIZIO QUANTO MENO PIU' ORIGINALE E CREATIVO A FRONTE DI TANTI "COLLEGHI" GREGARIAMENTE ASSOGGETTATI, SENZA ALCUNA PROPRIA ELABORAZIONE, AI GIUDIZI SANCITI DALLA MANUALISTICA RICONOSCIUTA: UNA POSIZIONE QUESTA CHE CONSERVA A SIFFATTE OPERE LA CARATURA DI SCRITTI MORALISTICI MA CHE LI DIMENSIONA ENTRO LO SCHEMA DI AUTONOME E MEDIATE, SPPUR ORTODOSSE, VALUTAZIONI INQUISITORIALI AL SEGNO DI CONSERVARE ALL'AGOSTINIANO INTEMELIO LA NOMEA DEL LETTERATO ERUDITO IN QUALCHE MANIERA COSTANTEMENTE INTERFACCIATA CON LE SUE OBBLIGAZIONI CENSORIE, FATTO CHE, PER LOGICA CONSEGUENZA CRONOLOGICA, SI EVIDENZA VIEPPIU' CON LO SCORRERE DEL TEMPO E CHE LASCIA ABBASTANZA FUORI DAL MECCANISMO QUELLO CHE PURE E' UN ARCHETIPO DEL SISTEMA, VALE A DIRE L'IRIDESCENTE E SPESSO FUTILMENTE PROVOCATORIO ROSCUDO DI RINALDO - EDITO IN EFFETTI IDEATO, SEPPUR SU PARAMETRI CENSORI, QUANDO APROSIO ERA PIUTTOSTO "OGGETTO DELL'INVESTIGAZIONE INQUISTORIALE" (SPECIE PER CERTI SUOI ECCESSI TEMATICO-LINGUISTICI) CHE ATTIVO ED UFFICIALE "SOGGETTO DELLE INVESTIGAZIONI E DELLE VALUTAZIONI CENSORIE".
L' "UT PICTURA POESIS", "MONERE DELECTANDO" E "DELECTARE AUT PRODESSE"