Marie-Jean-Louis-Charles-André di Martine Tyrac Visconte di Marcellus talora confuso con il padre del pari letterato ma non esploratore, nel contempo alla sua passione per l'Oriente, i reperti della classicità greca e romana ed anche le testimonianze del Mondo Turco, durante uno dei suoi soggiorni a Rodi avuto modo di vedere le tracce rispettate dai Turchi dell'insediamento dei Cavalieri e scoperta con commozione l'insegna del proprio Casato materno che vantò alcuni illustri esponenti di quei Cavalieri di Rodi che si batterono per frenare l'espansionismo turco CONTRO CUI senza però alcun astio avverso l'antico nemico ma con giusto quanto misurato orgoglio, ai primi del XIX secolo, celebrò le isole di Rodi e di Malta (di cui egli stesso era Cavaliere) quali ultimi baluardi dell'eroismo cristiano contro la possente flotta ottomana RIPR. E TESTO DI BARTOLOMEO DURANTE
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[dello stesso autore ma in altro volume leggi altro ancora in merito a Rodi (Io lo ripeto, Rodi è la mia terra favorita (riprendendo Orazio che nell'Ode 6 del Libro II poetò ".../A me quell'angolo/ Fra l'altre terre mi sorride") scrive il Marcellus. Il soggiorno, questa volta è più lungo a Rodi e gli permette
di visualizzare meglio ancora la Via dei Cavalieri e quindi il cimitero abbandonato dei difensori di Rodi, rispettato come altri reperti dagli Ottomani che, ma è giudizio del Marcellus, soliti passeggiare per quei luoghi
rammentando forse i versi del poeta persiano Saady dettanti Guardati, fratello, dal godere quando passi sulla tomba del tuo nimico; gitta piuttosto un'occhiata pensierosa e taciturna su quella che stà per chiudersi sotto i tuoi passi! = analizza pure con immagini d'epoca la carta dell'isola prima che le tre città che la controllavano, Lindo, Camiro e Ialiso si unissero nella potente confederazione che prese nome di Rhodos = Rodi, patria delle rose e del sole già dai tempi classici effigiati nelle sue splendide
MONETE COME QUI SI VEDE = ALCUNE RINVENUTE PURE NELL'ESTREMO PONENTE LIGURE
rappresentanti la rosa ed il volto del Dio Helios: pur se Helios ovvero il Sole già era onorato nel Colosso al porto ritenuta una delle "Sette Meraviglie del Mondo" del resto non si può dimenticare
come Marsiglia e poi anche Nizza abbiano avuta la loro origine come colonie della greca Focea al punto secondo Giacomo Molle di esercitare notevole influenza sull'areale agronomico dell'estremo Ponente di Liguria ed altresì, neppure è da trascurare, come Rodi, commerciasse, con Arles la cui origine parimenti deriva qual colonia greca ]
senza lasciar da parte il fatto che lo scrittore francese citò pure altre peculiarità di Rodi come le canzoni di Cristopulo, l'Anacreonte della Grecia Moderna, le Travondiesi cantate dalla Cocconitza, la visita alla "Via dei Cavalieri" e
all'"Ospedale" (quindi percorrendo contrade come queste tuttora visibili a Rodi) quindi quella alla pianura di Kremasti e quella alla fonte Rodini].
E così, sulla scia di una grande tradizione letteraria di cui il Marcellus costituisce un pur imponente momento gnoseologico, val la pena (prescindendo dai grandissimi come Ariosto o Tasso di cui tanto è noto) a dimostrazione dell'importanza che ebbero per secoli nelle coscienze quanto nella cultura i difficili rapporti tra Cristianità ed Impero Ottomano val la pena di di proporre a volte anche opere assai meno conosciute sul tema = da composizioni di avventurieri, commercianti ed esploratori che catturati dai Turchi redassero varie opere basilari, ma oggi abbastanza inesplorate, per la conoscenza dell'Impero Ottomano e delle sue conquiste (tra cui un posto di assoluto rilievo spetta alle Memorie di "Giannantonio Menavino Genovese da Voltri" ed ancora di B. Giorgievits l'opera La miseria così de Prigioni, come anche de Christiani, che vivono sotto il tributo del Turco, insieme co' costumi, & cerimonie di quella natione in casa e alla guerra tradotti per M. Lodovico Domenichi...
)
ma anche scritti di
autori comunque noti e al loro tempo famosissimi come Carlo Innocenzo Frugoni che per esempio in questa sua raccolta di Rime inserì il sonetto Celebrandosi il Felicissimo Compleanno della M. C. di Filippo V Re delle Spagne, "si rammentano le sconfitte date a' Barbari in Affrica", la lirica Orano Espugnata come il sonetto
Vestendo l'abito di Cavaliere di Santo Stefano il Signor Niccola Condulmari
ma anche scritti di autori oggi sconosciuti o quasi come nel caso della
Poetica Descrizione dell'ultima Guerra fra la Russia e la Porta Ottomanna
di Padre Vincenzo Guasco od ancora de La Caduta di Oczakow di N. Grillo Cattaneo contenuti in quella ormai rarissima raccolta
poetica settecentesca costituita dai Versi Scelti de' Poeti Liguri Viventi nell'anno 1789 raccolti da Ambrogio Balbi.
Senza dimenticare opere ancora meno diffuse, perché spesso rimaste inedite, qualche lirica, qualche traduzione, qualche palinsesto, qualche creazione rimasta nel dimenticatoio e travolta dal disfacimento che patirono tante Biblioteche per tante e troppe guerre
od ancora andata persa attraverso i tempi più svariati per la la trascuraggine e l'indifferenza di chi la scrisse che non ascoltò -ieri come oggi- i buoni consigli di non lasciare inedite le proprie opere al punto che non vengano travolte per effetto della Fragilità della vita e per la trascuratezza delle cose umane alla maniera che sempre e indefessamente nel suo libro Lo Scudo di Rinaldo - Parte II
(già inedito e qui proposto) consigliò l'erudito di Ventimiglia Angelico Aprosio che non potendosi ascrivere ai Cavalieri Gerosolimitani od Ospedalieri poi di Rodi ed ai suoi tempi di Malta tra cui aveva tanti amici, anche illustri,
in molti modo operò per divenire, come di fatto accadde,
Cavaliere della Milizia Aurata e Conte Palatino