cultura barocca
riproduzione di Bartolomeo Durante

Nel Ponente ligure ma sarebbe più giusto dire nella vasta area che lega la LIGURIA OCCIDENTALE ALLA FRANCIA AL PIEMONTE SABAUDO, che era un'area di transizione molto importante, la CACCIA AGLI ERETICI ebbe toni vari e in qualche caso davvero intransigenti COME QUI SI VEDE IN UNA RASSEGNA CHE PUO' ESSERE AMPLIATA A VOLERE [giunge doveroso precisare che le stesse STREGHE (COME QUI SI VEDE CONSULTANDO COLLEGAMENTI E INDICI) erano diversamente accusate e punite (DA QUI I CONTRASTI SPESSO INSORTI TRA INQUISIZIONE E LEGGE ORDINARI autonomamente e reciprocamente DESTINATI A GIUDICARE LE BEN PIU' TEMUTE "STREGHE ERETICHE" O LE "STREGHE CRIMINALI")
se come detto riconosciute CRIMINALI NATURALI (ad esempio STREGHE AVVELENATRICI) oppure CONNIVENTI PER PATTO DEMONIACO E QUINDI PUNIBILI QUALI "STREGHE ERETICHE"].
Nel caso di dimostrata ERESIA TANTO DI "STREGHE ritenute CONNIVENTI COL DEMONIO" PER CUI DOVEVA INTERVENIRE UNA COMPLESSA SEQUENZA INVESTIGATIVA (tra queste citiamo previo una feroce FORMA DI TORTURA la supposta individuazione dello STIGMA O MARCHIO DELLA STREGA testimonianza ipotizzata del PATTO ESPRESSO O TACITO COL DEMONIO SCRITTO COL SANGUE E DELLA SUA INVOCAZIONE/EVOCAZIONE specie nel corso del SABBA) quanto pure di "RIFORMATI", ERETICI E/O "SETTARI" E "PAGANI" od ancora di "PENSATORI E SCRITTORI CONDANNATI PER LE LORO IDEE" la loro CONDANNA al ROGO non costituì un fatto eccezionale = e nel contesto di questo dramma epocale una
PAGINA DRAMMATICA QUANTO POCO NOTA EPPUR EMBLEMATICA FU QUELLA DI PEIRINETTA RAIBAUDO DI CASTELAR PRESSO MENTONE DELLA DIOCESI INTEMELIA ARSA SUL ROGO QUAL STREGA ERETICA
come dilatando i confini geografici
A GRASSE NELLA VICINA FRANCIA LA TRAGICA VICENDA DI PADRE LOUIS GAUFRIDY ACCUSATO E CONDANNATO PER ESPRESSO PATTO CON IL DIAVOLO)
LA
PUBBLICA MORTE DELL'ERETICO SUL ROGO
EVENTUALMENTE CON I SUOI "LIBRI BLASFEMI LEGATI SUL CORPO") COME SI VEDE NELLA STAMPA ANTIQUARIA SOPRA RIPRODOTTA AVVENIVA NEL CORSO DI "SPETTACOLI DI GIUSTIZIA" PER SCOPO DI AMMONIMENTO E CATARSI CUI ERAN TENUTI A PARTECIPARE I CITTADINI" E CHE ATTRAVERSO UNA STAGIONE LUNGA E COMPLESSA ANDARONO AD ALIMENTARE QUELLA LETTERATURA PREGIORNALISTICA CHE FU CARATTERIZZATA DALLA DESCRIZIONE DELLE ESECUZIONI NEI "FOGLI VOLANTI" = IN QUESTA VICENDA SI POSSONO LEGGERE OPERE BASILLARI TRA CUI LA VICENDA DEL
MALLEUS HAERETICORUM QUI DIGITALIZZATO CHE COINVOLSE MOTI PERSONAGGI AVENDO AL CENTRO IL CONTRASTO TRA VERNARDINO OCHINO GIROLAMO MUZIO
Un elemento che può soprendere ma che rientrava nei postulati del Diritto Intermedio era costituito dal fatto che assieme a tutti quelli di cui sopra si è detto è sostanzialmente ascrivibili al variegato universo degli ERETICI
erano ascritti pure
come FIGLIASTRI DI DIO
alcuni CASI LIMITE come quelli dei BESTEMMIATORE / -I e parimenti dei SODOMITI, OMOSESSUALI, LESBICHE, TRIBADI reputati come gli altri tra i "MASSIMI CRIMINALI" IN QUANTO PERTURBATORI DELL'ORDINE COSTITUITO DELLO STATO E DELLA CHIESA" = PASSABILI DI PUBBLICA ESECUZIONE AD EFFETTO D'AMMONIZIONE E CATARSI
principio indubbiamente rafforzato anche dalla vicenda usta dai Riformati contro la Chiesa di Roma in modo a dire il vero quasi ossessionante e spesso antistorico della PAPESSA GIOVANNA perticolarmente sventurati tra costoro erano i
TRANSESSUALI ALL'EPOCA DEFINITI MEGLIO "ERMAFRODITI" E DI CUI A. APROSIO RIPORTA QUI DUE ESEMPI, UNO ITALIANO ED UNO OLANDESE
sin al rischio di giungere al concepimento di qualcuno di quegli sventurati MOSTRI SU CUI FIORIVA UNA POTENTE LETTERATURA (VEDI).
Queste povere creature - spesso alterate da paurose deformità di origine genetica e di cui spesso (ma non sempre purtroppo) si esasperavano i connotati - erano sciagurati in maniera parossistica in quanto per effetto della superstizione erano altresì ritenuti "MOSTRI" EQUIPARABILI ALLA "MALATTIA INTESA COME UNA PUNIZIONE DIVINA" PER LA FAMIGLIA DI APPARTENENZA: spesso, date la malformazioni erano destinati a breve esistenza, ma quando non venivano crudelmente soppressi appena nati e sopravvivevano la FAMIGLIA -quando rarissimamente non li teneva reclusi in antri semicelati - più frequentemente ritenendo di sbarazzarsi del segno di un'onta li ABBANDONAVA ALLA RUOTA DEGLI ESPOSTI o peggio ancora, specie nel caso di famiglie poverissime, VENDEVA A CRIMINALI "MERCANTI DI MERAVIGLIE" CHE SU DI LORO LUCRAVANO FACENDOLI ESIBIRE COME FENOMENI DA BARACCONE IN OCCASIONE DELLE FIERE.
In merito al tema nell'auspicio di AVERE PROLE SANA e preferibilmente di GENERARE MASCHI ATTESO IL COMPLESSO "MESTIERE" DI ESSER BAMBINI MA SOPRATTUTTO BAMBINE NELL'ETA' INTERMEDIA ed evitare soprattutto la nascita di ERMAFRODITI E TRANSESSUALI le cautelative erano infinite e ossessionanti.
Molta documentazione in merito si evince da questo digitalizzato CAPITOLO
dall'aprosiano Scudo di Rinaldo (ove è riferita anche la lunga narrazione dedicataalla "Papessa Giovanna" ma risulta ancora più interessante questo altro CAPITOLO della più tarda Grillaia ove compare una dissertazione sulle
********** " MODALITA' PER FAR NASCERE FIGLI MASCHI O FEMMINE " **********
su cui avvalendosi d'una vasta bibliografia si danno da qui varie "ricette mediche" onde agevolare la nascita di un maschio (in particolare -ma non solo- dei medici Pietri Candido Decembrio e Giovanni Benedetto Sinibaldi = vedi nel testo antico le voci attive evidenziate in rosso) anche se Aprosio dando prova di quella moderazione nata dall'esperienza e dal buon senso col passare degli anni dimostra di non credere dando a tutto questo pur a fronte di altri letterati e degli stessi specialistici autori che ha citato sì da scrivere in chiusa del capitolo a p. 16 paragrafo 16
"Io però mi rido di tutte queste cose, e stimo non esservi rimedio migliore, che il rimettersi al divino volere, sposando la nostra con la di lui volontà "
La formulazione del capitolo sulla possibilità di guidare il sesso del nascituro resta però e comunque una "cartina tornasole" di certe epocali costumanze per cui, se era sempre ricercata la nascita di un figlio maschio, particolarmente timore generava quella di Ermafroditi o con termine assai meno noto Transessuali in sostanza, nella paranoica epocale paura di alterazioni del sistema sociale, di individui capaci di sovvertire le leggi di natura alterando il loro sesso nel suo rovescio (uomo che si atteggia da donna e viceversa).
Aprosio nel '600 facendo cenno ad una generale effeminatezza della moda maschile cita e descriva due casi emblematici che gli danno il destro per ingannare sulle sue finalità morali elaborando libri rari e quindi dando sfogo alla sua smisurata curiosità destinata ad evolversi sempre in iridescenza letteraria.
Uno dei casi citati, quello su cui "Il Ventimiglia" ha maggiori informazioni, riguarda un certo VENTURA originario di PORTOGRUARO: costui come si legge nel Capitolo XVII dello Scudo di Rinaldo edito ("Se gli huomini in Donne, e le Donne in huomini possano trasformarsi") venne arrestato e condannato quale TRANSESSUALE / ERMAFRODITA e la pena fu terribile = infatti nell'assoluto epocale principio ammonitore della "Catarsi" cioè dell'ammonizione al pubblico convocato ed astante sul "non far simili ationi laonde non dipoi patir poena dell' istesso genere" fatto salire sulla "carretta dell'infamia" venne condotto per le vie cittadine sin al palco del patibolo dove il Ministro di Giustizia o Boia gli amputò il naso e le orecchie, sicché in seguito fu relegato ai lavori forzati per 10 anni e cioè secondo il costume dell'epoca incatenato al remo su una Galea di Catena
Per quanto concerne il caso di donna che si atteggia da uomo Aprosio utilizza fonti storiche straniere: e menziona il caso di una fanciulla olandese che avrebbe prestato servizio militare e si sarebbe sposata prima di esser scoperta e punita come cantato da VINCENTIUS FABRICIUS).
il tutto alimentato da uno scandalo che aveva tormentato la quiete della vita claustrale cioè quello qui leggibile di
SUOR ANGELIQUE DE LA MOTTE RITENUTA ERMAFRODITA

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Già verso l'anno 1472 il vescovo intemelio il frate domenicano Domenico de Giudici servendosi del BRACCIO SECOLARE offertogli dal governatore di Nizza Claudio Bonardi fece arrestare diversi abitanti di SOSPELLO che, dopo un processo sommario, vennero appunto condannati al SUPPLIZIO ESTREMO DEL ROGO: su questo tragico evento fa fede quanto P. Gioffredo ha scritto nella sua Storia delle Alpi Marittime poi edita in Historiae Patriae Monumenta, Torino, 1839 (IV, col.1129).
Nella DIOCESI DI VENTIMIGLIA le INFILTRAZIONI DI IDEE ERETICALI avvenivano attraverso la PROVENZA e le aree ad essa vicine: è in particolare da ricordare il ruolo che in tutto ciò svolse la località di TENDA gradualmente divenuta BASE DI ERETICI per il ricetto che il governatore di Nizza, il conte Claudio di Savoia Lascaris, aveva dato a gruppi di UGONOTTI colà rifugiatisi.
Alla morte di questo governatore, suo figlio conte Onorato cercò dapprima una mediazione con gli ERETICI proponendosi, lui cattolico ma non intemperante, di indurli ad ABIURARE DALL'ERESIA e di CONVERTIRSI ALLA FEDE CATTOLICO ROMANA.
Gli ecclesiastici di cui si valse non ottennero però alcun risultato, eccezion fatta per l'allontanamento di qualche UGONOTTO.
Il sostanziale fallimento del nizzardo padre dei Minori Conventuali Pier Antonio Boyer e quindi del vescovo stesso di Ventimiglia Carlo Grimaldi indussero a scegliere la VIA DELLA VIOLENZA rifacendosi all'esempio clamoroso e tragico della STRAGE DEGLI UGONOTTI perpetrata nella notte di S. Bartolomeo del 1572.
In questo momento si innesta nell'attività antiereticale una figura di primissimo ordine, il
PADRE DOMENICANO ANTONIO RICHELMI DI PIGNA
che, entrato nel convento di Taggia nel 1551 stando a quanto ne scrisse il Calvi nella sua
CRONACA,
intraprese un assiduo e feroce apostolato contro le manifestazioni ereticali.
A suo proposito il Calvi estese la propria narrazione dicendo:
"Suo compagno fu FRA ANTONIO RICHELMO figlio di Giovanni e di Maria di Pigna: fu accolto (nel convento dei Domenicani di Taggia") come il primo e fece, subito dopo, la professione.
Questo frate ANTONIO fu più volte maestro dei novizi e fu anche il mio maestro e di altri in questo convento. Ancora al tempo del mio noviziato predicava con molta dottrina. Avendo udito che nella sua patria serpeggiava l'ERESIA, e che alcuni suoi parenti erano caduti in quel malanno, chiese di essere assegnato, come quando era giovane, nel CONVENTO DI TAGGIA per poter prestare aiuto, per la vicinanza dei posti, alla sua patria e soprattutto ai suoi parenti, ai quali non mancò l'aiuto. Ma alcuni morirono, altri furono mandati in esilio e privati dei loro beni, altri conosciuta la verità ritornarono alla fede cattolica e apostolica.
Il predetto reverendo PADRE ANTONIO incitava Carlo Grimaldo e Francesco Galbiato Vescovo di Ventimiglia a fare queste cose con l'aiuto del molto reverendo padre Cornelio Oddo di cui parlammo sopra. Spinse pure
(a fare ciò) i duchi di Savoia Emanuele Filiberto e suo figlio Carlo i quali, zelanti nella fede cattolica, si opposero con calore a quella ERESIA PESTILENZIALE.
Inorridisco mentre scrivo e leggo in Abramo Bzovio nel suo
Romani Pontefici al capitolo XV solo la metà: giunsero a tanta follia che una notte, sparsero per terra la S.S. Eucarestia e legarono il tabernacolo e la pisside ad una catena con insulti. Il quale orrendo crimine anche i Genovesi detestarono o almeno finsero di detestare. Queste e simili cose avvennero di frequente.
Cito tra i molti un solo esempio: in Francia nella diocesi di Carnoles, gli UGONOTTI irruppero in una chiesa mentre il sacerdote celebrava la Messa; calpestarono l'ostia consacrata, sparsero del sangue e obbligarono il sacerdote a berlo. Poi lo legarono su un crocifisso e colpirono lui e Cristo con una grandinata di colpi di schioppo. E il medesimo diabolico delitto compirono in molte altre località.
Questo accadde circa alla fine del 1575 o all'inizio dell'anno seguente, in inverno, mentre io ero novizio, e nello stesso tempo ci fu una terribile tempesta di vento e di pioggia che sembrava la fine del mondo.
Come meglio poteva si adoperava per rimediare a questi mali il reverendo PADRE ANTONIO RICHELMO.
Fu più volte sindaco e tesoriere e ottimo confessore. Morì vecchio in questo convento circa nel 1615
".
Le osservazioni del Calvi, come quelle di altri cronisti, restano superficiali su questo complesso argomento e mediamente mirano a strutturare una visione manichea della realtà sì che ogni bene è identificato nella RELIGIONE APOSTOLICA ed ogni male nell'ERESIA.
E' evidente che le cose non stessero così e per certi versi risulta inquietante la figura di PADRE ANTONIO RICHELMO / -I.
Il vescovo intemelio Galbiati, accompagnato da un domenicano (ma non del convento di Taggia) da Tenda aveva raggiunto un gruppo di ERETICI che si erano rifugiati in Sospello.
I due ecclesiastici fecero arrestare un sospetto di ERESIA tale Giovanni Brofaine che, sottoposto a TORTURA, denunciò di esser stato edotto alla NUOVA DOTTRINA ERETICALE nell'abitazione di certo GIOVANNI RICHELMI, presumibilmente nipote del PADRE DOMENICANO ANTONIO RICHELMI.
Questo GIULIANO aveva inoltre un fratello di nome ANTONIO, padre di tre figli (FRANCESCO, GIOVANNI e JACOPO) tutti saldamente convinti nel professare le nuove IDEE ERETICALI.
Arrestato, inquisito e torturato, invitato ad abiurare il GIULIANO RICHELMI nulla rinnegò della sua nuova religione ed anzi insultò l'INQUISITORE: da lui e versimilmente dai suoi parenti non furono evitabili le CONDANNE ESTREME: da quella definitiva del ROGO al temutissimo ESILIO alla totale CONFISCA DEI BENI.
E, di fronte a siffatto tragico momento, anche il compassato Nilo Calvini (La Cronaca del Calvi: il convento dei PP. Domenicani e la città di Taggia dal 1460 al 1623, Taggia, 1982, pp.41-42) nel momento in cui sottolinea, contro una certa assenza intellettuale del Calvi, l'estrema gravità del momento storico non può far a meno di porre un'inquietante interrogazione sul vero portato ideologico e comportamentale di PADRE ANTONIO REICHELMI, pietoso soccorso per i congiunti o più plausibilmente IMPLACABILE PROFETA DELLA PUNIZIONE MASSIMA anche, e forse soprattutto, per estirpare dalla sua famiglia quella che, con superstizioso terrore, si chiamava dai Cattolici l'"Idra eretica"? (si tratta di un campo di indagine in gran parte ancora da esplorare.
Sulla base di acquisizioni critico-documentarie recenti, la PERSECUZIONE AGLI ERETICI pur CONTINUANDO A PERSISTERE (COME QUI SI LEGGE) anche nel XVII secolo relativamente SI MITIGO' = di maniera che per quanto la sua indole non fosse prticolarmente aggressiva ed intransigente -ma il suo animo non così disubbidiente o ribelle da non accettare ordini tassativi- ANGELICO APROSIO SEICENTESCO VICARIO DELL'INQUISIZIONE PER LA DIOCESI DI VENTIMIGLIA - pur vivendo in un secolo in cui i RAPPORTI TRA INQUISIZIONE E STATO ANDAVANO COMPLICANDOSI IRRIMEDIABILMENTE - avrebbe comunque dovuto piegarsi alle direttive dei superiori ecclesiastici anche nei casi estremi; comunque è pur vero che potendolo RIGETTO' LO SPECIFICO DELLA CACCIA A STREGHE ED ERETICI, SVOLGENDO DOVEROSAMENTE IL SUO COMPITO IN MERITO AI "LIBRI PROIBITI" E PIU' ESTESAMENTE DIMOSTRANDO AVVERSIONE DICHIARATA PER OGNI FORMA DI FRODE E CRIMINE ANCHE DI TIPO NON ESCLUSIVAMENTE RELIGIOSO




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