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Era epocale il TERRORE AVVERSO LA MORTE (DEATH - FINIS VITAE)
Per conseguenza era divenuta altrettanto ossessiva la ricerca di una qualsiasi via di fuga dalle MALATTIE e, data la credenza epocale, anche da MORBI FRUTTO DI ARTIFICI MAGICI quanto, per superstiziosa correlazione, da MALATTIE PER POSSESSIONI DIABOLICHE AVVENUTE SPECIE DURANTE IL SONNO TRAMITE DEMONI INCUBI, SUCCUBI, "EPHIALTES", "LA PESADILLA", "LA COQUEMARE".
Così sulla scia di improbabili speranze ma anche della SCOPERTA DI NUOVE ED IMPORTANTI PIANTE CURATIVE si sparse la voce, ritenuta sempre più attendibile in forza di fantasiose testimonianze, che in quelle LONTANE E MISTERIOSE CONTRADE DEL NUOVO MONDO esistesse addirittura la FONTE DELL'ETERNA GIOVINEZZA o comunque una FONTE CAPACE DI FAR RINGIOVANIRE in pieno ossequio ad una delle tante varianti di quella ricerca di imperitura giovinezza letterariamente sublimata da Goethe nella
***LEGGENDA DEL DOTTOR FAUST***.
In dipendenza di queste dicerie, cui davasi spesso credito assoluto anche da parte di eruditi e medici, come scrisse F.C. MARMOCCHI in un VOLUME di una sua poderosa RACCOLTA DI VIAGGI il conquistatore spagnolo
Juan Ponçe De Leon,
conquistatore di Portorico e scopritore della Florida, andò specificatamente alla ricerca di una
FONTE LA CUI ACQUA AVREBBE RIDONATO LA GIOVENTU',
[the search for the most precious treasure, the source of eternal youth - la búsqueda del tesoro más precioso: la fuente de la eterna juventud]
una favola questa appunto sostenuta da vaghe basi alchemiche, una favola capace di alimentare ben altre investigazioni sull'eterna giovinezza e comunque una favola che spesso divenne follia, come quella che governò la mente ormai insana, proprio nel XVII secolo, della tragica e transilvanica
CONTESSA E. BATHORY.
Queste postulazioni su siffatto
campo del paranormale non erano, per certi versi, neppure estranee ad una cultura ufficiale mediamente perseguita e strutturata su FILOSOFIE PROIBITE E DANNATE od ancora sulle basi di una SCIENZA ALCHEMICA OSCILLANTE VERSO LA MAGIA NATURALE MA VERTENTE SU UN PRINCIPIO DI POSSANZA MAGNETICA DELL'UNIVERSO NON RIFIUTATO DALLA STESSA CHIESA DI ROMA: un principio o meglio un'energia custodita in specifici prodotti con specifici componenti sì che dalla mummia vera d'Egitto, dall'energia del sangue, dall'usnea del teschio, dal vetriolo romano e molto altro sarebbero derivati ad esempio, ma non solo, "polvere simpatetica" ed "unguento armario"
E così le indagini su cui si è sopra parlato non furono esclusiva, come qualcuno potrebbe credere, di "scienziati folli" o addirittura di mercanti di meraviglie ed imbonitori ma ebbero interpreti di grande valore e tanti altri studiosi ancora se ne occuparono oltre per specifico interesse anche per ragioni erudite
non esclusi tre illustri personaggi del Ponente Ligure nel XVII secolo tra cui
contestualmente
GIAN DOMENICO CASSINI e DOMENICO ANTONIO GANDOLFO, direttamente e/ indirettamente, attratti dalle ricerche magiche ed alchemiche romane sul prolungamento dell'esistenza già ruotanti attorno alla figura
di
Maria Cristina di Svezia angosciosamente impegnata -nell'illusione di salvarsi da invecchiamento e morte- nella ricerca del leggendario Alkaest:
mentre per altra via il terzo fra questi e in un modo o nell'altro il loro maestro cioè
ANGELICO APROSIO IL "VENTIMIGLIA"
-già reputato un'autorità nel campo dell'ASTROLOGIA specie per i suoi studi sulle cause astrali della micidiale PESTE BUBBONICA DEL 1656 - '57-
si interessò non solo di Esoterismo e Stregheria
od in senso più settoriale di casi specifici poi divenuti cartini della letteratura orrorifica come quello della Licantropia dei Lunatici - come pure
nelle sue instancabili investigazioni sulla diversità estrema di mostri diabolici, di "parti mostruosi", di
mutanti e addirittura
di uomini-bestia secondo l'interpretazione della zooantropia di Jusepe Gonzalo de Salas -
ma giunse al punto di interessarsi anche della singolarissima vicenda del Conte Dracula e in senso più lato tanto del tema del sangue benefico e/o del sangue malefico quanto di quello dei non morti o piuttosto delle morti apparenti anche se occorre immediatamente precisare
che tutte queste investigazioni spesso spinte all'estremo comprese le ricerche sul tema del VAMPIRO per l'eruditissimo agostiniano di Ventimiglia si collocavano in una prospettiva più
vasta ed in gran parte connessa ai suoi doveri di Vicario dell'Inquisizione spesso impegnato ad analizzare questioni delicatissime di SACRILEGI, PROFANAZIONI, ILLECITE PROPOSIZIONI, MAGIA NERA, INVOCAZIONI DEL DEMONIO, POSSESSIONI E RELATIVI ESORCISMI, ECC. (anche in merito CIMITERI E VIOLAZIONE DI SEPOLCRETI COMPRESI I PROCESSI LECITI O NON DI INUMAZIONE ED "IL DIRITTO O NON DI SEPOLTURA IN TERRA CONSACRATA) tutti argomenti non di poca importanza in un'epoca di dilagante superstizione.
E proprio una FALSA CREDENZA IN RELAZIONE A VAMPIRISMO E CULTURA DEL SANGUE importata
da avventurieri e/o marinai provenienti dalle Americhe l'agostiniano, in verità piuttosto riflessivo e mai cedevole alla gretta superstizione, sarebbe riuscito a demistificare in forza anche dei suoi contatti con missionari operanti nelle Americhe e comunque forniti di dettagliate pubblicazioni come questa qui digitalizzata per il riconoscimento di forze diaboliche, streghe, demoni e per attivare difese ed esorcismi: eppure la credenza andava prendendo piede alimentata dalla fantasia dei menzionati avventurieri superstiti da tante avventure nel Nuovo Mondo e più che mai convinti di essersi imbattuti (oltre che in Guerriere Amazzoni ed in Streghe e addirittura Streghe Antropofaghe) in una variante di
VAMPIRO AMERICANO
connesso dalla superstizione ora alla figura del SERVO DELL'ANTICRISTO NELL'IDEA DI UN'IMMINENTE APOCALISSE ora a quello del DIABOLICO UNTORE da cui avrebbero -a dire anche d'alcuni medici- contratto malattie terribili e prima ignote come la Sifilide.
Comunque a riprova di tali interessi epocali per siffatti temi sospesi tra realtà, magia, orrorifico, credulità popolare, indagini scientifiche ed ecclesiastiche vale la pena di rammentare qui che addirittura un grande interprete del soprannaturale e delle connivenze diaboliche qual fu MARTIN ANTONIO DELRIO (DEL RIO) nelle sue "DISSERTAZIONI SULLA MAGIA", con altre analoghe questioni più facilmente confutabili, dovette affrontare con estremo rigore il quesito se il DEMONIO POTESSE RIDARE LA GIOVINEZZA AD UN VECCHIO, a dimostrazione che quella del De Leon non era stata reputata una fantasia ma che aveva goduto di credito dissertò appunto di UNA FONTE CHE SI DICEVA ESISTENTE NEL MONDO NUOVO -OVE PERALTRO SI PARLAVA DI INDIANI GIUNTI AD ETA' INCREDIBILI- E CHE AVREBBE AVUTO IL POTERE DI RIDARE LA GIOVINEZZA AD UN UOMO ANZIANO.
Il DEL RIO, autore di grande fama e stimatissimo da A. Aprosio, esternò tutto il suo scetticismo su questa notizia ma non si espose più di tanto a confutarrla: per lui molte cose erano possibili in forza di interventi demoniaci e molto poteva derivare in fondo dalla pratica dell'
ALCHIMIA di cui cercò di tracciare una storia (Lib.I,Cap.V,Quest. IV) finché, codificata tal "arte" per categorie, scrisse :"[l'A.] in verità è ritenuta lecita dal diritto civile e viene anzi ascritta fra le arti di quanti lavorano nel campo dei metalli" introducendo però, col contributo di interpreti ecclesiastici e autori laici, un' interpretazione giuridica, da non sottovalutare, per cui [dato il "parere d'esperti orefici...secondo i quali l'oro degli alchimisti (salvo interventi demoniaci: ma su ciò in Genova per esempio poteva investigare solo l'Inquisizione: cap. 89, lib. II degli Stat. Crim.) di per sè non può essere che falso e quindi da non immettere sul mercato...di modo che li si dovrebbero incolpare del reato di fabbricazione di moneta o metalli falsi e adulterati"]: sicchè gli "alchimisti fabbricatori di oro falso commerciato per vero ", dalla giustizia di Genova dovrebbero punirsi come Falsari >c. 31 del l. II degli Statuti.
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Per altro verso è interessante notare come un interprete di
"...le Lamie confessano cose incredibili ed assolutamente impensabili, come l'aver raggiunto in volo il luogo dei raduni sacrileghi, l'essersi congiunte carnalmente col demonio, l'aver più volte suscitato contro uomini, animali e cose le terrifiche forze della natura ostile. Risposta: Siamo invece riusciti a dimostrare che tutto quanto confessato non risulta impossibile al diavolo e pertanto i buoni Cattolici debbono prestar fede a tal genere d'affermazioni. 2: I peccati delle Lamie paiono piuttosto restringibili al puro pensiero, ai desideri più oscuri ma non realizzati: la Chiesa, come del resto alcun tipo di giudici, non deve quindi addivenire ad una punizione avverso queste donne. Risposta: Ho presupposto appena adesso un falso ragionamento; come infatti ben si sa son da punire tutte quelle meditazioni che han lo scopo di finalizzarsi in azioni straordinarie, magari sotto forma dei più vergognosi crimini. 3: la congenita fragilità del sesso femminile e ancor più l'età avanzata dovrebbero essere una giustificazione onde evitare un inasprimento di inchieste, torture e pene. Risposta: Sostiene con giustezza Iulius Clarus, peraltro rifacendosi alla consueta prassi giudiziale, che la vecchiaia non costituisce ragione idonea per sminuire la severità delle pene in occasione dei crimini più gravi: tuttavia ci si sbaglia a pensare che solo gli anziani possano incorrere in tal genere di peccato e che sian lor compagne soltanto le donne da poco conto: pertanto il sesso non può rappresentare alcun tipo di giustificazione in crimini d'eresia o nel campo di delitti terribili.4 : Le Lamie si debbono in verità paragonare piuttosto alle sonnambule o forse ancor meglio a donne che, nel sopore del sonno, confessano colpe assurde, che appartengono alle farneticazioni della loro mente turbata. Risposta: In verità non son mancati casi di fattucchiera e saga che han più volte ammesso, sotto giusto interrogatorio, d'aver perpetrato da sveglie ed in perfetta consapevolezza i loro misfatti, come patti diabolici, coiti satanici, infanticidi, danneggiamento di messi ed armenti: ma del resto ritengo che siano in genere da punire anche quelle che si limitano a meditare le proprie malazioni nei sogni, tenendo altresì conto del fatto che prima d'averle sognate le hanno evidentemente premeditate e che, dopo le visioni oniriche, si son date a farne comunicazione ad altri col folle motivo di trarne guadagno, prestigio e piacere".
La letteratura ecclesiastica inquisitoriale (da fine '500 ben sunteggiata dallo stesso DELRIO), ma comunque non estranea alla trattatistica giuridica dei vari Statuti criminali dei Paesi europei e no, parlava spesso di infanticidi per magia ma curando sempre di inquadrarli nel discusso ecumene della femminilità (il crescente fenomeno di infanticidi rituali, a rigor di verità, non era estraneo a determinate superstizioni ed usanze oscene di provenienza idolatrica mai del tutto disperse nel vecchio continente specie in aree dalle condizioni di estrema arretratezza culturale e parimenti, seppur in tempi abbastanza recenti, al lugubre fenomeno che si sarebbe sempre andato ramificando, fino a sublimarsi in una sorta di religione del potere, attraverso lo sviluppo, anche anacronistico, di sorprendenti sincretismi religiosi nel nuovo continente: specie in ambito ispano-americano e soprattutto nell'area caraibica ove si fusero, per esempio nella relativamente tarda e poco nota "Santeria" ma ancor più nel magismo della religione haitiana del "Vudu", espressioni cultuali dell'ortodossia cristiano-cattolica e sopravvivenze rituali dell'Africa Nera, derivanti ad esempio dal complesso pantheon degli dèi cosmici dei Fon dell'antico regno del Dahomey od ancora dall'ambiente spirituale di divinità, come i Petro, erroneamente giudicate un tempo di ascendenza creola ma piuttosto derivanti, per via di instancabili mediazioni culturali e rituali, dal pantheon dei Kongo in Africa centrale): "...Alcune (streghe ma nel senso di Lamie ancora sottolinea con precisione intenzionale lo stesso DELRIO) si muovono del tutto apertamente, con sfrontata sicurezza, a caccia di vittime. Sono soprattutto quelle che cercano di sorprendere per via qualcuno sì da consegnarlo alle furie di un demone o che soffocano fra materassi e cuscini infanti e bambinelli colti nel sonno inermi, senza custodi. Ma esistono pure quelle forsennate che uccidono i fanciulli conficcandogli un ago dietro le orecchie, come fece quella perfida ostetrica Elvezia di cui fa menzione nel Malleus lo Sprengerio. Risultano comunque innumerevoli i malefici compiuti da fattucchiere contro i bimbi: quando si tratta di neonati esse preferiscono rapirli dalla culla per nutrirsene o far uso a pro d'unguenti delle loro misere carni....ai più grandicelli propinano invece un qualche filtro pernicioso che li uccide all'istante o li macera crudelmente di lenta consunzione [reato contemplato nel capo X del libro II degli Statuti Criminali di Genova del 1556] ed alcune di loro, come già narrarono Quinto Sereno, Ovidio e lo stesso Festo Pompeo (parlando specificatamente di figure arcane dai connotati delle Lamie ed in alcun caso di Maghi Vampiri: anche se qui il DELRIO cede alle lusinghe dei suoi studi eruditi e profani), giungono al segno di succhiare il sangue di questi poverelli...e per testimoniare che tal loro feroce costumanza è tuttora in vigore torna utile leggere quanto ha scritto il Chieza nella sua Descrizione delle Indie (parte II, carta 196) su un gruppo di Malefiche (ma ancora nel senso di Streghe-Vampiro o Lamie) scoperte a Panama e ree d'aver ucciso dei fanciulli bevendone per intiero il sangue" (e quest'ultima riflessione è solo il codicillo di un incredibile teorema in cui sono correlati magismo e superstizione, misoginia e sovrapposizioni culturali così resistenti a livello di tradizione popolare da "assemblare" in una sola entità femminea i caratteri infausti della puttana, della mitica strix atra, di Lamia e Strega, di espressione femminile del Vampiro pregna di sconcertanti attributi di sensualità contorta, senza escludere gli estremi perversi di pedofilia, pederastia, zoofila e persino di coprofagia (nutrirsi di feci umane durante un rapporto sessuale contro natura) se, in un'ulteriore ipotesi di scambio tra rapporti letterario-mitologici e culturali e come in fondo suggerisce una certa ed anche medievaleggiante iconografia delle Lamie, senza neppur troppo osare si accosta la Strega-Lamia alla figura mitologica sempre femminile e sempre oscena dell'Arpia].
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