" A GENOVA qualche casi a decine dei morti [ma annota l'estensore del Manoscritto Borea] si volle non sia Collera [in gergo detto anche "Morte Algida" o "Morte Azzurra" .
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[In effetti l'epidemia si manifestò primieramente in Spagna (Galizia, 1831), raggiunse quindi la Francia (Parigi stessa nel 1832): nel medesimo anno 1832 furono presi i primi provvedimenti profilattici nel Regno di Sardegna: indicando queste precise regole da seguire = Rispetto a Parigi e al territorio francese l'epidemia di colera giunse più tardi in Italia, penetrando nel Ponente di Liguria e comunque sia nella Regione che nel territorio del Piemonte nell'anno 1835: tra i primi provvedimenti terapeutici è questa relazione tenuta durante una frenetica adunanza presso l'Università di Nizza città all'epoca dipendente dal governo di Torino -vedi qui in testo antiquario digitalizzato una oculata descrizione di Nizza, delle sue strutture di ricetto e della sua Provincia- e in conseguenza di siffatta adunanza i Commissariati locali di Sanità (gli organi di pubblica profilassi istituiti dal Regno Sabaudo dal 1814 padrone della Liguria) promulgarono precise ordinanze cui succedette esplosa la malattia tutta una serie di espedienti e di terapie nella speranza di sanare gli infetti - vedi qui l'Indice (compreso come suggerisce
il Manoscritto Wenzel -che tante pagine dedica alla lotta contro il colera come anche si vede dall' incipit di questo articolo -primo fra tanti- registrati nello stesso manoscritto tratto dal numero 24 della "Gazzetta Piemontese" del 15 ottobre 1831) il ricorso profilattico all'uso dell' Acqua clorurata da tenersi nelle stanze dei colerosi) )
Le Autorità -che non potevano non esser informate anche a costo di mascherare fatti oggettivi sulla scia di una comprovata ed utile attenzione nell''arginare in maniera meccanica e militare (con rastrelli, schermi, quarantene, lazzaretti, controlli di via ecc. ) il pericolo ma altresì nell' educare e nel preparare ad affrontare emergenze anche tipologicamente ignote- non volevano assolutamente che serpeggiasse la superstizione e con la superstizione il caos e la violenza = era ben noto quanto fosse stata terribile la seicentesca triste storia panitaliana degli Untori sospettati di spargere la Peste e come la popolazione più umile cedesse facilmente a queste false credenze = la dimostrazione che la superstizione era una vera piaga, (assai utile spesso a mantenere saldo il Vecchio Regime in Italia contro le azioni patriottiche e rivoluzionarie) si sarebbe sempre riscontrata, specialmente a fronte di eventi apparentemente inspiegabili,
fu comprovata poco dopo il 1835 nella scia terribile che ebbe nel Sud d'Italia dove il Colera persisteva nel 1837, sì che L. Settembrini scrisse della diffusa convinzione alimentata da emissari del morente Governo Borbonico che vi fossero Untori, diabolici o meno, avvelenatori dei pozzi d'acqua
e comunque anche a parecchi anni di distanza restò sempre viva, specie fra gli intellettuali politicamente impegnati, la lotta contro le sinergie fra interessi economici e/o politici e lo sfruttamento delle false credenze specie quando fu
" sparsa e poi alimentata tra la povera gente, in particolare dei contesti rurali meridionali, la voce, durante la propaganda istituzionale del Chinino per combattere la piaga della Malaria, (diceria avallata dai ceti egemoni e latifondisti produttori ad altissimo prezzo del medicamento e fortemente contrari che, monopolizzandone la produzione, il nuovo Regno d'Italia ne calmierasse il prezzo rendendo accessibile a tutti la medicina) che quanti sostenevano giustamente l'efficacia del nuovo medicamento fossero in effetti dei presunti o ben prezzolati Untori, poco importava se diabolici o non"].
Attaccò [comunque inevitabilmente anche] Genova [la grande città come qui si legge entro una volume antiquario del 1834 poteva usufruire di un valido sistema di ospedali e lazzaretti ma come in tutte le Province di Liguria poco era fattibile contro la virulenza del male epidemico] e nel Giorno 23 fecero la Processione della Croce coll'intervento di tutte le Confraternite, Comunità Religiose anche di Beretta e S. G. (le Processioni avvenivano secondo norme precise che comportavano i vari diritti alle Precedenze tra Clero e Autorità): il male si fecce più serio, morti varij dei Principali, Balbi, Galdi di Finale ed altri molti Professori in Medicina e Cherurgia.
Il giorno 29 si contavano 1800 amalati Circa e 800 circa morti, a Cuneo meglio oggi 30, Nizza idem, mentre meglio è da noi, sinora nessuno malgrado che non si abbiano precauzioni: nei scorsi giorni piovette ed il tempo con più meno caldo in S. Remo: malgrado i riclami dei Proprietari non si volle pensare a fare delle Provedenze né si volle sospendere i travagli del Seminario malgrado che la Popolazione reclamasse.
In Marsiglia, Tolone [Vedi qui "La Quarantena" = il teorema igienico.sanitario di Marcello da Tolone contro le epidemie diffuso nel XVII sec. dal Cappuccino Ambrogio da Genova - e vedi anche quanto tra tante controversie scrisse Teofilo Rinaldo (Rainaldo) di Sospello in merito alla Peste e a tutte le Epidemie e soprattutto sull' atteggiamento che avrebbero dovuto assumere i Religiosi a pro dei contagiati, sin al limite del Martirio] in diminuzione.
Continuò in Genova a fare strage non poca e sino alli 20 7mbre, che, dalle notizie, pare che sia in diminuzione ma già si dicevano i morti a 7500 in Savona e longo la Riviera due m. casi provenuti da Genova.
Diano fu attaccata con morte di 30 circa.
Porto Maurizio fu attaccata e sino alli 20 7mbre 16 morti.
La Provincia di S. Remo [siamo nella Liguria postnapoleonica: della Grande "Liguria delle 8 Province" (Leggi qui da testo antiquario digitalizzato)] sino alli 20 .7mbre ne fu libera, detto Giorno la Consulta dell'Oratorio si riunì e con i Confratelli fu deliberato che si continuerebbero le preghiere anche a spese dei Consultatori. Che, liberandocene la Vergine, si farebbe un Triduo di Ringrasiamento con Processione del quadro con ottenere un Giubileo e che ogni quindici anni sarà fatta una Processione col Quadro sperando che la Vergine ce ne farà la Grazia d'ottenere dal Div. Salvatore d'esserne liberi. S. M. venne li 6 7mbre in Genova e vi restò sino alli 7 , diede dei soccorsi e Remunerazioni con onori [le Processioni avvenivano secondo norme precise che comportavano i vari diritti alle Precedenze tra Clero e Autorità]: in Nizza e Marsiglia alli 30 si diceva cessato.
Nel mese di 8bre verso la metà cessò in Genova ed altri Paesi e Città, Cuneo ed in Francia al Porto Maurizio su 84 attaccati 42 morti, in Oneglia un 90 di attacati e morti 40 circa, ma la malatia si rese più mite e meno qualche casi per disordini nel mangiare che furono fulminati. Grazie al Cielo ne siamo rimasti liberi sino al Giorno d'oggi 4 Nvb. 1835.
I1 Can.co Giuseppe Gunzil morto di 89 ("anni") lasciò la sua Casa
per l'obbligo al Cav. Roddi di fare la Novena e Festa di S. Gio. Nepomuuceno, una Rendita alla Collegiata onde l'Elegasi Protetore, la Novena con 26 Candele all'Oratorio della Concezione, un Fondo del Reddito dicesi di L. 12
onde dicano annue Messe otto [Le Feste comandate concernenti la chiusura dei servizi pubblici e privati = si può per utilità confrontare questa normativa locale sia con gli strumenti in essere usati nei secoli per la misurazione del tempo e la sanzione dei giorni di festa e lavoro sia pure con quella generale serie di norme sui momenti di lavoro e di riposo ampiamente registrati da L. Ferraris nel '600 - '700 a livello panitaliano].
Aque Abbondantissime in Xbre, Genaro e Febraro che continuarono in Marzo ed Aprile, furonvi in questi tre mesi poche Belle Giornate ma il Freddo sino ai 8 d'Aprile si fece sentire come d'inverno e nei Giorni 12 Xbre il Freddo fece gelare i lemoni, quasi tutto il frutto fu perduto, poco se ne salvò, nella Beguda di Fo ("lettura dubbia") sotto il Convento il danno fu generale. Sotto i Ponti si salvarono li alberi oltre il frutto, in diversi siti furono salvati un poco ma tutti sofrirono li giri, non cogliendo noi più di 25 m. si vendettero in Marzo a L. 36 il buono, il scad. a L. 23
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