CREDITI

Kaspar Brusch, originario di Horni Slavkov (Schlaggenwald) in Boemia, studiò a Tübingen con Joachim Camerarius e a Wittenberg sotto Philip Melantone. Nel 1541 a Regensburg fu eletto poeta laureato dall’impertore Carlo V. Condusse una vita itinerante tra Germania, Austria, Svizzera e Italia. Divenuto pastore luterano a Pettendorf vicino Regensburg, fu ucciso in un litigio nei pressi di Windsheim (cfr. I. Bezzel, Kaspar Brusch, Poeta lauretus, seine Bibliothek, seine Schriften, in: “Archiv für Geschichte des Buchwesens”, XXIII, 1982, coll. 389-480). E' significativo il contributo all'opera di Engelbertus : Admontensis <1250-1331>, De ortu et fine Romani imperij Liber. Cum Gasparis Bruschij Poetae laureati Praefatione. Accessit eiusdem Bruschij Hodoeporicon Bavaricum, in quo et Regiomontani vaticinium quoddam explicatur, et varia de die extremo conijciuntur, Basel, Johann Oporin, luglio 1553 [In 8vo (cm 14,3); pp. 165, (3)]: si tratta della rara prima edizione di una delle opere edite da Kaspar Brusch nel periodo in cui lavorò presso lo stampatore di Basilea Johann Oporin, fu la storia della nascita e della caduta dell’Impero Romano di Engelbert von Admont, un frate benedettino austriaco, che aveva studiato filosofia tomistica a Praga e Padova e che in seguito era divenuto abbate di San Pietro a Salisburgo e quindi dell’abbazia di Admont. In quest’opera di chiara impronta scolastica, Engelbert elabora una teoria del buon governo basata sui dettami aristotelici e passa in rassegna le contrapposte tesi della maggior conformità dell’impero o del regno a tale forma ideale di governo. Di grande centralità per Engelbert è anche il tema dell’unità della Cristianità, che può essere garantita solo da un’istituzione come l’Impero, vero e proprio baluardo contro il mondo pagano (cfr. E. Lewis, Medieval Political Ideas, London, 1954, pp. 444-447, 472-484; cfr. inoltre Engelbert von Admont, Vom Ursprung und Ende des Reiches und andere Schriften, a cura di W. Baum, Graz, 1998). Alle pagine 138-151 si trova l’Hodoeporicon Bavaricum di Kaspar Brusch, una descrizione in versi del viaggio compiuto da quest’ultimo attraverso la Baviera (da Wunsiedel a Regensburg) nel novembre del 1551 (cfr. W. Gerlach, Das ‘Iter Bavaricum’ des Kaspar Brusch, in: “Archiv für Reformationsgeschichte”, 32, 1935, pp. 94-99). Tema centrale del componimento, caratterizzato da forti sentimenti antimonastici, è la profezia di Johannes Regiomontanus sulla fine del mondo prevista per l’anno 1588 (cfr. H. Wiegand, Hodoeporica. Studien zur neulateinischen Reisedichtung, Baden-Baden, 1984, pp. 184-187). Dopo il poema vi è il catalogo (l’unico stampato durante la vita del Brusch) delle sue opere edite e l’elenco di quelle da pubblicare (pp. 153-155).
Nelle biblioteche italiane di questo autore si son trovate le seguenti opere (autonome o realizzate quale editore critico):
Brusch, Kaspar <1518-1557>, Chronologia monasteriorum Germaniae praecipuorum ac maxime illustrium, in qua origines, annales ac celebriora cujusque monumenta bona fide recensentur, authore Gaspare Bruschio, Egrano, .., Sulzbaci sumptibus Georgii Scheureri Norimb.: Scheurer, Georg Lichtenthaler, Abraham, 1682
Peifer, Davide <1530-1602>, Imperatores Turcici, libellus de vita, progressu, & rebus gestis principum gentis Mahumeticae, elegiaco carmine conscriptus, a Dauide Peifero lipsico, Basileae: Oporinus, Johann
Engelbertus : Admontensis <1250-1331>, Engelberti abbatis admontensis, qui sub Rudolpho Habspurgio floruit, de or tu & fine romani imperij liber. Cum Gasparis Bruschij poetae laureati praefatione, Basileae: Oporinus, Johann, [1553]
Cuspinianus, Johannes <1473-1529>, Austria Ioannis Cuspiniani cum omnibus eiusdem marchionibus, ducibus, archiducibus, ac rebus praeclare ad haec usque tempora ab iisdem gestis. Eiusdem Joannis Cuspiniani oratio protreptica ad S. Ro. Imperii Principes & proceres ... cum Gasparis Bruschii poetae laureati & comitis palatini praefatione, quae carmine elegiaco scripta, encomion eiusdem Austriae continet. Cum indice locupletissimo, Francofurti: Wechel, Andreas <1554-1581> Marne, Claude : de <1.> & Aubry, Johann <1.> Erben, 1601
Brusch, Kaspar <1518-1557>, Monasteriorum Germaniae praecipuorum ac maxime illustrium: centuria prima. In qua origines, annales ac celebriora cuiusque monumenta, bona fide recensentur. Authore Gaspare Bruschio .., Ingolstadii, Excusum Ingolstadii ad Danubium ...: Weissenhorn, Alexander <2.> & Weissenhorn, Samuel, 1551


Peregrini, Matteo o Pellegrini: Autore di scritti di filosofia morale e di estetica (Liano, Bologna, 1595 - Roma 1652). Laureato a Bologna in filosofia (1620) e in teologia (1622), ordinato sacerdote ed entrato nel favore del cardinale legato Antonio Barberini, vi tenne cattedra di logica; seguì il patrono a Palestrina, Fermo e Viterbo. Nel 1637 entrò a servizio della repubblica di Genova come consultore; tornato nel 1649 a Bologna fu primo segretario del senato. Nel 1650 passò a Roma, custode della Biblioteca Vaticana. Scrisse opere di filosofia morale: Il Savio in Corte, in 4 libri (1624), cui Manzini, Giovan Battista contrappose Il servire negato al Savio, e il Peregrini rispose con La difesa del Savio in Corte (1634); Della pratica comune a'Prìncipi et a'servitori loro (1634); La politica massima divisa in 17 declamazioni (1640, 1641). Più interessante la sua opera di estetica Trattato delle acutezze (1639), a torto accusato di plagio da V. G. de Lastanosa, editore (1646) di El Discreto (opera di B. Gracián, che effettivamente presenta con il Trattato alcuni punti di contatto, secondo B. Croce casuali), che il Peregrini rimbeccò con I Fonti dell'ingegno ridotti ad arte (1650), a ragione perché il suo scritto è certo anteriore a quello dello spagnolo. Nel Trattato delle acutezze, che viene dopo gli anni del dibattito intorno al Marino, Peregrini distingue nettamente la facoltà dimostrativa dell'intelletto, che ha per oggetto la verità e tende come risultato a una chiara connessione sillogistica, dalla facoltà creativa dell'ingegno, che ha per oggetto la produzione originale del bello attraverso l'uso dell'artificio."L'artificio" - afferma Peregrini - "ha luogo solamente, o principalmente, non già nel trovare cose belle: ma nel farle". Nella direzione di una valorizzazione dell'artificio quale essenza della significazione ingegnosa, Peregrini afferma che "l'acutezza mirabile si regga molto più dall'apparenza che dalla realtà".
L'acutezza che egli predilige è quella "verbale" che piace per l'artificio e non per la materia; né del modo di fare le acutezze egli dà regola, limitandosi a distinguere le pure (seriose o sensate o forti; giocose o graziose o ridicole) dalle miste (che combinano i tipi precedenti). Giunto così a intravedere la moderna teoria della forma letteraria "non più ornamento ma veicolo del pensiero" (Croce), Peregrini ha intuizioni notevoli a proposito della rivalutazione del concetto di apparenza, su cui pesavano i pregiudizi della tradizione filosofica occidentale e anche per altri aspetti, come nell'analisi del comico, si distingue dagli altri teorici del Seicento, favorevoli e sfavorevoli al concettismo.
La mancanza di interessi enciclopedici affini a quelli del Tesauro, la concezione severa di una letteratura regolata da disciplina, ordine e decoro anche nell'uso delle acutezze, la predilezione accordata alla prosa dei moralisti piuttosto che alla lirica, chiudono però Peregrini nei limiti di una critica intellettualistica e scolastica, facendone il savio sostenitore della moderazione e del discorso serioso, patetico, attento alle ragioni del cuore che verrà teorizzato in quegli anni da Pallavicino, Sforza [da "Nova - 2006" - UTET]
Elenco delle sue opere secondo l'SB:
Peregrini, Matteo, Al sauio e conueneuole il corteggiare libri 4. di Matteo Peregrini bolognese nell'Ac. della Notte l'Errante ..., In Bologna: Golfarini, Pellegrino Tebaldini, Nicolo, 1624
Peregrini, Matteo, Delle acutezze che altrimenti spiriti, viuezze, e concetti, volgarmente si appellano, trattato del sig. Matteo Peregrini .., In Genoua, & in Bologna: Ferroni, Clemente, 1639
Peregrini, Matteo, Politica massima cioe declamationi politiche; di Matteo Peregrini. Nella quale i supremi interessi de i prencipi, e popoli insieme, vengono per nuoua potentissima guisa seriosamente trattati, In Venetia: Turrini, Pietro, 1640
Peregrini, Matteo, Difesa del Sauio in corte. All'eminentissimo prencipe Antonio cardinal Barberini. Distinta in tre libri ... Scritta dal medesimo autore del Sauio in corte, Matteo Peregrini bolognese ..., In Viterbo: Diotallevi, Bernardino, 1634
Peregrini, Matteo, Delle acutezze, che altrimenti spiriti, viuezze, e concetti, volgarmente si appellano ... Trattato di Matteo Peregrini bolognese .., In Genoua: Farroni, Giovanni Maria & Pesagno, Nicolo & Barbieri, Pier Francesco, 1639
Peregrini, Matteo, I fonti dell'ingegno ridotti ad arte, et all'illustrissimo Senato di Bologna dedicati da Matteo Pellegrini bolognese, .., In Bologna: Zenero, Carlo, 1650
Peregrini, Matteo, Della pratica comune a prencipi, e seruidori loro libri cinque. All'eminentissimo prencipe Francesco cardinal Barberini nipote di n.s. pp. Vrbano 8. Opera di Matteo bolognese ..., In Viterbo: Diotallevi, Bernardino, 1634
Peregrini, Matteo, Le sage en cour de Matteo Peregrini. Par Pierre de Marcassus ..., A Paris: Rocolet, Pierre Lamy, Pierre, 1638
Peregrini, Matteo, Il sauio in corte distinto in quattro libri oue s'intendono, e si disciogliono le ragioni, che dissuadono dal corteggiare; e si mostra le necessita de' saui nelle corti corti, e perche sia a loro conueneuole l'andarui. Componimento di nuouo, e laconico stile; ... Del sig. Matteo Peregrini ..., In Bologna: Tebaldini, NicoloMascheroni, Girolamo, 1625
Peregrini, Matteo<1595?-1652>, Politica massima all'illustriss. sig. il signor Gio. Battista Imperiale ... opera di Matteo Peregrini ..., In Genova: Barbieri, Pier Francesco Pesagni, Niccolo Farroni, Giovanni Maria, 1639
Due ragionamenti hauuti publicamente nell'Academia della Notte di Bologna, In Bologna: Mascheroni, Teodoro & Ferroni, Clemente
Peregrini, Matteo, Che al sauio e conueneuole il corteggiare libri 4. di Matteo Peregrini bolognese ..., In Bologna: Golfarini, Pellegrino Tebaldini, Nicolo, 1624


Baldovino Cabillavo = Baldvini Cabillavi Yprensis è Societate Iesu Epigrammata Selecta. Antverpiae, Ex Officina Plantiniana, Apud Balthasarem Moretum & Viduam Ioannis Moreti, & Io. Meursium, 1620 In-16, 78 pp, 2ff con indicazione dello stampatore e marca editoriale.


Vincenzo Nolfi da Fano (1594-1665) fu autore del poema agiografico “La Santa Casa di Loreto”, della tragedia “Romilda” e del dramma per musica “Bellerofonte” (ben conosciuto da A. Aprosio come qui si vede ed utilizzato entro lo Scudo di Rinaldo, parte I, opera certo misogina ma con intenti predicatori oltre che satirici in merito al comportamento delle donne), della fortunata Ginipedia overo avvertimenti per donna nobile(qui leggibile integralmente digitalizzata anche per le postazioni misogine e le critiche patite da certe erudite) che ebbe ben tre edizioni, dell’antiromanzo “Elena restiruita alla fama di pudicizia”, di scritti agiografici sulle vite dei santi protettori di Fano e soprattutto del voluminoso manoscritto “Delle notitie historiche sopra la fondatione varietà de’governi e successi memorabili della città di Fano”.
Ecco qui l'elenco delle sue opere individuate nelle biblioteche italiane secondo l'SBN:
Nolfi, Vincenzo , Compendio della vita, e miracoli di S. Paterniano vescouo, e protettore di Fano. Per instruttione di quei fedeli, che interuerranno al publico spetacolo che si fara del suo pretioso corpo il di 24. giugno 1636. ... / [Vincenzo Nolfi], In Pesaro: Concordia, Flaminio, 1636
Nolfi, Vincenzo , Della Santa Casa di Loreto. poema sacro di Vincenzo Nolfi nell'Accademia de' Scomposti di Fano detto Stenebrato con gli argomenti a ciascun canto del signor Camillo Bocacci. deca prima. ..., In Vienna d'Austria: Cosmerovio, Matteo
Nolfi, Vincenzo, Ginipedia ouero auuertimenti ciuili per donna nobile. Di Vincenzo Nolfi da Fano. Da lui accresciuti, e rimodernati in questa nuoua impressione. Dedicati alla protezione dell'altezza sereniss. della signora duchessa di Modona, In Bologna: Dozza eredi, 1662
Nolfi, Vincenzo , Vita di San Fortunato vno de vescoui, e protettori di Fano. Descritta dal sig. Vincenzo Nolfi .., In Vrbino: Ghisoni, Luigi, 1631
Nolfi, Vincenzo , Vite delli quattro Santi vescoui, e protettori di Fano. Con vna breue notitia del beato Pellegrino, descritte da Vincenzo Nolfi .., In Venetia: Giuliani, Giovanni Antonio, 1641
Nolfi, Vincenzo , Ginipedia ouero auuertimenti ciuili per donna nobile di Vincenzo Nolfi da Fano, di nuouo accresciuti, e rimodernati in questa nuoua impressione. All'illustrissima sig. Maddalena Moscardini Bendini Barbieri, In Bologna: Borzaghi, Giulio, 1689
Nolfi, Vincenzo , Il Bellero Fonte drama musicale del sig.r Vicenzo Nolfi da F. rappresentato nel teatro nouissimo in Venetia da Giacomo Torelli da Fano inuentore delli apparati dedicato al ser.mo Ferdinando 2. Gran Duca di Toscana, 1642
Semproni, Giovanni Leone , Il Boemondo ouero Antiochia difesa poema heroico di Gio. Leone Sempronii ... con gli argomenti del signor Vincenzo Nolfi ... e la tropologia del signor Carlo Sempronij ..., In Bologna: Zenero, Carlo, 1651
Nolfi, Vincenzo , Ginipedia e carnevale : avvertimenti civili per donna nobile ai festini di ballo / a cura di Laura De Ioanni e Alberto Berardi, Fano, 2004
Nolfi, Vincenzo , Il Bellerofonte drama musicale del signor Vincenzo Nolfi rappresentato nel teatro degl'illustrissimi signori Guastauillani. All'illustrissimo sig. ... Francesco Stanislao Schembech ..., In Bologna: Dozza eredi, 1649
Nolfi, Vincenzo , Romilda tragedia di Vincenzo Nolfi. All'illustriss. sig. Pietro Loredano dedicata, In Venetia: Pinelli, Giovanni Pietro, 1643


Mellemann, Albrecht Friedrich, Poemata, Alberti Friderici Mellemani, varii generis, non minus jucunda propter artificium ... Eiusdem Oratio, de Matrimonii societate ineunda Literatis hominibus. His adiectae sunt Augusti Caesaris, ex Dione Cassio Nicaeo, duae orationes aliae: quarum prior de Maritis; posterior de Caelibe pertractat, Francofurti ad Viadrum : authoris, & Pauli Btachfeldii sumptibus, 1593 -132 c. ; 4o-Cfr. per il nome del tip. Andreas Eichorn VD16 M4461-Il nome del curatore Gulielmo Xylandro Augustano si rileva a c. 2H3v-Cors. ; rom.-Segn.: )(4, (:)4, A-2H4, I4-Iniziale e fregio xil.-Tutte le c. e il front. entro cornice xil.-Ritratto calcogr. dell'A. con stemma e insegna sul front.-Localizzazioni: Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma


Glandorp, Matthias Ludwig <1595-1636>, Matthiae Glandorpii ... Opera omnia; viz. 1. Speculum chirurgorum, in quo, quid in unoquoque vulnere faciendum, conspicitur ac pertractatur. 2. Methodus medendae paronychiae ... 3. Tractatus de polypo narium affectu gravissimo ... 4. Gazophylacium polyplusium fonticulorum & setonum reseratum, Londini: Gyles, Fletcher & Davis, Charles & ..., 1729
Glandorp, Matthias Ludwig <1595-1636>, Speculum chirurgorum, in quo quid in unoquoque vulnere faciendum, quidve omittendum, praemissa partis affectae anatomica explicatione, observationibusque ad unumquodque vulnus pertinentibus adjunctis, conspicitur ac pertractantur: auctore Matthia Glandorp, u.m.d. ex Ubiorum colonia, Bremae: Villiers, Thomas : de
Glandorp, Johannes<1501-1564>, Familiae Iuliae gentis, Romanas inter familias neutiquam postremae : in quibus C. Iulii Tullij, & C. Iulii Caesares regnarunt: ad dexterius ueterum monumenta cognoscenda, concinnatae. Item Distichorum, proverbialium sententiarum elegantiss. liber. Cum indice rerum ac verborum locupletiss. Authore Ioan. Glandorpio Monasteriensi, Basileae, Per Sebastianum Henricpetri: Henricpetri, Sebastian
Glandorp, Johannes <1501-1564>, Onomasticon historiae Romanae, Ioanne Glandorpio auctore ... Addita praecipuam Familiarum stemmata eodem auctore : ad haec cognominum & agnominum Index accuratus : auctorum item, quorum testimoniis auctor vsus est, catalogus. Editionis post auctoris mortem adornatae occasionem & rationem; quaeque eam in rem collata opera sit, docet Reineri Reineccii praefatio, Francofurdi, Francoforte, 1589
Glandorp, Matthias Ludwig <1595-1636>, Matthiae Glandorpii Colon. chirurgi et medicinae doctoris Methodus medendae paronychiae. Cui accessit decas observationum, Bremae: Villiers, Thomas : de Heusmann, George Wille, Johann, 1623
C. Jul. Caesaris commentarios notae, adnotationes commentarii Rhellicani, Glareani, Glandorpii ... Nomenclator Geographicus praeterea duplex; e quibus alter R. Marliani, 1606 Glandorp, Matthias Ludwig <1595-1636>, Gazophylacium polyplusium fonticulorum et settonum reseratum, per Matthiam Glandorp, ... Bremae : typis Villerianis, 1633, Viller



Bauhuis, Bernard <1575-1619>, Bernardi Bauhusii et Balduini Cabillaui e Soc. Iesu Epigrammata. Caroli Malapertii ex eadem Soc. Poemata, Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <1.>, 1634
Bauhuis, Bernard <1575-1619>, Bernardi Bauhusij e Societate Iesu Epigrammaton selectorum libri 5, Antuerpiae: Officina Plantiniana , Moretus, Iohannes weduwe & erfgenamen., 1616
Bauhuis, Bernard <1575-1619>, Bernardi Bauhusij e Societate Iesu. Epigrammatum libri 5, Monachij: Segen, Melchior, 1634
Bauhuis, Bernard <1575-1619>, Bernardi Bauhusii Antuerpiani e Societate Iesu Epigrammatum libri 5. Editio altera, auctior, Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <1.> & Moretus, Jean <2.> veuve & Meurs, Jean : van, 1620


Valens Acidalius (Tedesco, Havekenthal ): Filologo e poeta latino già riformato convertitosi alla chiesa cattolica, nato nel 1567 a Wittstock nel Brandenburgo morto il 25 maggio, 1595, a Neisse. Dopo la sua formazione alle università di Rostock, di Greifswald e di Helmstädt, ha cominciato lo studio sulla medicina, ma più successivamente ha dedicato la maggior parte del suo tempo ai classici latini sì da passare tre anni nelle università di Padova e di Bologna e visitando le città italiane principali. Dopo laurea in medicina a Bologna, si dedicò intieramente a letteratura latina. Ritornato in Germania nel 1593 trovò mecenati in Johann Matthäus Wacke von Wackenfels e nel vescovo di Breslau, Andreas von Jerin.
Ecco qui l'elenco delle sue opere individuate nelle biblioteche italiane secondo l'SBN:
Velleius Paterculus, P. Vellei Paterculi Historiae Romanae ad M. Vinicium cos. libri 2. Post recentissimam Iac. Scheckij editionem Valentinus Acidalius recensuit. Additus eiusdem Velleianarum lectionum liber, Patauij: Meietti, Paolo, 1590
1: Tomus primus continens adnotationes varias Laurentii Abstemii maceratensis, et Valentis Acidalii Divinationes, et Interpretationes in Plautii Comoedias: accessit his his Caroli Neapolis patricii panormitani Anaptyxsis ad P. Ovidii Nasonis Fastos, et horum omnium additamentum Joannis Felicis Palesii patavini ... Scriptae sunt praeterea singulorum criticorum vitae. Index vero locorum, & memorabilium in tomum secundum brevi proditurum justis de caussis erit conjiciendus ..., Florentiae, 1737
2: Tomus secundus continens Valentis Acidalii divinationes, interpretationesque in Plauti comoedias, nec non Pii Antoni Bartolini in nonnullas juris civilis leges explanationes, postremo Philippi Beroaldi adnotationes in varios auctores accesserunt his Antonii Beccatelli vulgo panormitae patricii panormitani de dictis, et factis Alphonsi regis libri quatuor cum Eneae Sylvae commentariis, ac Jacobi Spiegelli scholiis, Florentiae, 1739
Lernutius, Janus <1545-1619>, Poematum Jani LernutI, Jani Gulielmi, Valentis Acidalii, noua editio, Lignicii, Lignicii: Schneider, Nikolaus Albertus, David, 1603
Acidalius, Valens <1567-1595>, Disputatio nova contra mulieres, qua probatur eas homines non esse, Anno 1195 i.e. 1595 - 20c. 1660
Curtius Rufus, Quintus, Q. Curtii Rufi De reb. gestis Alexandri Magni Macedonum regis historia. Triplice indice nunc primum annexo orationum sententiarum, & rerum insigniorium. Cui accesserunt Animaduersiones Valenti Accidalij selectiores. ... Deinde adiecti sunt, de vita, fortuna, ac virtute Alexandri libri tres ex Plutarcho: & ad finem tres epist, Venetij: Gallina, Comino, 1615
Acidalius, Valens <1567-1595>, Valentis Acidalii In Q. Curtium Animaduersiones. Quibus superstites scriptoris eius omnes libri post accuratam Fr. Modij censuram plurimis etiam locis, alijque nonnulli quibusdam obiter, emendantur, illustrantur, Francofurti ad Moenum, Francofurti: Feyerabend, Johann <1573-1599> Osthausen, Heinrich <2.>, 1594
Acidalius, Valens <1567-1595>, Valentis AcidalI Epistolarum centuria 1. cui accesserunt 1. Epistola apologetica ad clariss. virum Iacobum Monauium. 2. Oratio de vera carminis elegiaci natura & constitutione. Edita cura Christiani Acidalii fratris, Hanouiae: Wechel, Andreas Erben & Marne, Claude <1.> & Aubry, Johann <1.> Erben, 1606
Acidalius, Valens <1567-1595>, Valentis Acidali, intercurrentibus & M. Ant. Mureti, Notae in C. Corn. Taciti opera quae extant. Collectae a Christiano Acidalio fratre. Cum indice duplice, vno auctorum veterum, altero verborum & phrasium, Hanouiae: Wechel, Andreas Erben & Marne, Claude <1.> & Aubry, Johann <1.> Erben, 1607
Tacitus, Publius Cornelius, C. Cornelii Taciti Opera quae exstant, integris Beati Rhenani, Fulvii Ursini, M. Antonii Mureti, Josiae Merceri, Justi Lipsii, Valentis Acidalii, Curtii Pichenae, Jani Gruteri, Hugonis Grotii, Joannis Freinshemii, Joannis Frederici Gronovii & selectis aliorum Commentariis illustrata. Ex recensione & cum notis Jacobi Gronouii, Traiecti Batauorum: Poolsum, Jacob van & Visch Joannes, 1721
Tacitus, Publius Cornelius, C. Cornelii Taciti Opera, quae exstant, integris I. Lipsii, Rhenani, Vrsini, Mureti, Pichenae, Merceri, Gruteri, Acidalii, Grotii, Freinshemii, & selectis aliorum commentariis illustrata. Ioh. Fred. Gronovius recensuit, & suas notas passim adjecit. Accedunt Iacobi Gronovii excerpta ex variis lectionibus ms. Oxoniensis, Amstelodami: Blaeu, Pieter & Blaeu Joan <2.>, 1685
Ausonius, Decimus Magnus, D. Magni Avsonii Bvrdigalensis opera, Iacobus Tollivs, M.D. recensuit, et integris Scaligeri, Mariang. Accvrsii, Freheri, Scriverii; selectis Vineti, Barthii, Acidalii, Gronovii, Graevii, aliorumque notis accuratissime digestis, nec non & suis adimadversionibus illustravit, Amstelodami: Blaeu, Joan <1. ; 1632-1673>, 1671
Acidalius, Valens <1567-1595>, In comoedias Plauti, quae extant, Diuinationes et interpretationes Valentis Acidalii, nunc primum lucem editae, Francofurti: Rosa, Jonas <1600-1620> Hempel, Samuel, 1607
Acidalius, Valens <1567-1595>, Disputatio perjucunda, qua anonymus probare nititur mulieres homines non esse: cui opposita est Simonis Gedicci ... Defensio sexus muliebris, qua singula anonymi argumenta, distinctis thesibus proposita, viriliter enervantur, Hagae-Comitis, 1644


Laurenzi, Giuseppe (1573? - 1647): grammatico e storico lucchese, si formò nelle università di Lovanio, dove fu discepolo di Giusto Lipsio, e di Pisa. Insegnò umane lettere a Vicenza, Bergamo e Venezia; in seguito, nonostante gli fosse stato offerto un prestigioso incarico di cattedratico all’università di Padova, preferì tornare a Lucca per insegnare, dal 1609, eloquenza e poesia. Nel 1647 ricoprì la carica di rettore del seminario. Oltre a varie opere a carattere erudito in lingua latina (Synopsis de funeribus antiquorum [Lucca 1630]; Polymathiae sive variae antiquae eruditiones [ivi 1640]; De praeconibus, cithatroedis, fistulis, ac tintinnabulis collectio [ivi 1699]; De re vestiaria syntagma [ivi 1701]), fu autore della famosa opera lessicografica Amalthea Onomastica, edita per la prima volta a Lucca nel 1640.
Sue opere reperite secondo l'SBN:
Laurenzi, Giuseppe, Iosephi Laurentii Lucensis S.T.D. Amalthea onomastica; in qua voces vniversae, abstrusiores, sacrae, profanae, antiquae, antiquatae, vsurpatae, vsurpandae: e Latinis, Latino-Graecis, Latino-Barbaris ... excerptae, et italice interpretatae: cum onomastico italico-latino, ad calcem addito. Opus ab auctore dum viueret diligenter recognitum emendatumque; atque adeo ab ipso in hac editione, tertia parte auctum, Lugduni: Anisson, Laurent, 1664
Laurenzi, Giuseppe, Iosephi Laurentii Lucensis S.T.D. Amalthea onomastica; in qua voces vniuersae, abstrusiores, sacrae, profanae, antiquae ... e Latinis, Latino-Graecis, Latino-barbaris, criticis, antiquarijs, thesauris, lexicis, onomasticis, glossarijs ... excerptae, et Italice interpretatae: cum Onomastico Italico-Latino, ad calcem addito. Opus ab auctore dum viueret, diligenter recognitum, atque adeo ab ipso tertia parte auctum, Venetiis: Baglioni, Paolo, 1673
Laurenzi, Giuseppe, Iosephi Laurentii Lucensis S.T.D. Amalthea onomastica; in qua voces vniuersae, abstrusiores, sacrae, profanae, antiquae, antiquatae, vsurpatae, vsurpandae; e Latinis, ... lexicis, ... excerptae et Italice interpretatae: cum onomastico Italico-Latino, ad calcem addito. Opus ab auctore dum viueret diligenter recognitum emendatumque; atque adeo ab ipso in hac editione, tertia parte auctum, Lugduni: Anisson, Laurent, 1664
Laurenzi, Giuseppe, Iosephi Laurentii Lucensis Polymathia: siue variae antiquae eruditionis libri sex. In quibus ritus antiqui, Romani, externi, qua sacri, qua profani, qua publici, qua priuati; sacrificiorum ... explicantur: iique e philosophiae ... enucleantur. Cum indicibus locupletissimis, Lugduni: Anisson, Laurent, 1666
Laurenzi, Giuseppe, Onomasticum Laurentianum in quo voces selectiores, vsitatiores Italico - Latinae, ad promptius, faciliusque Italico - Latine scribendum, loquendum, ex Amalthea Josephi Laurentii, olim ab auctore ordine classico, nunc alphabetico a' Sebastiano Benedictio Lucensi tyronibus digestum, Lucae: Marescandoli, 1685
Laurenzi, Giuseppe, Iosephi Laurentii Lucensis S.T.D. Amalthea onomastica in qua voces vniuersae, abstrusiores, sacrae ... e Latinis, Latinograecis, Latinobarbaris ... excerptae Italicae interpretatae, cum Onomastico Italolatino, ad calcem addito ..., Lucae: Del Giudice, Baldassarre, 1640
Laurenzi, Giuseppe, Onomasticum Laurentianum in quo voces selectiores, vsitatiores Italico-Latinae, ... ex Amalthea Iosephi Laurentii, olim ab auctore ordine classico, nunc alphabetico a a Sebastiano Benedicto Lucensi tyronibus digestum, Lucae: Del Giudice, Baldassarre, 1648
Laurenzi, Giuseppe, Onomasticum Laurentianum Italico-Latinum in quo voces selectiores, vsitatiores in classes digestae ad utriusque linguae copiam comparandam ex Amalthea Iosephi Laurentij depromptae, Lucae, 1638
Laurenzi, Giuseppe, Josephi Laurentii Lucensis S.T.D. Amalthea onomastica; in qua voces universae, abstrusiores, sacrae, profanae, antiquae, usurpatae, usurpandae; e Latinis, Latino-Graecis, Latino-Barbaris ... excerptae, et Italice interpretatae. Cum Onomastico Italico-Latino, ad calcem addito. Opus ab auctore dum viveret, diligenter recognitum, atque adeo ab ipso tertia parte auctum, Venetiis: Baglioni, Paolo, 1708
Laurenzi, Giuseppe, Institutiones iuris ecclesiastici / Ios. Laurentius, Friburgi Brigosviae, 1908
Laurenzi, Giuseppe, A sua eccelllenza il signor conte don Antonio Gaddi nella occasione delle faustissime nozze tra la contessa Anna Gaddi di lui figlia e il signor marchese Prospero Romagnoli Pellegrino Zoli D.O.C. l'opera tradotta di Giuseppe Lorenzi lucchese sugli sponsali e le nozze degli antichi, In Roma: De Romanis
Laurenzi, Giuseppe, Opuscula philologica Iosephi Laurentij Lucensis doc. theol. ad illustrissimum ... D. Fridericum Cornelium cardinalem, Venetijs: Deuchino, Evangelista <1593-1631>, 1630
Laurenzi, Giuseppe, Iosephi Laurentii Lucensis S.T.D. Amalthea onomastica; in qua voces vniuersae, abstrusiores, sacrae, profanae, antiquae ... e Latinis, Latino-graecis, Latino-barbaris... excerptae, et Italice interpretatae. Cum Onomastico Italico-Latino, ad calcem addito. Opus ab auctore dum viueret, diligenter recognitum, atque adeo ab ipso tertia parte auctum, Venetiis: Baglioni, Paolo, 1690
Laurenzi, Giuseppe, Epistolarum centuria prima Iosephi Laurenti doctoris theologi ciuis Lucensis Academici Olimpici. Apud Vicentinos humaniorum publici professoris, Venetijs,Venetiis: Deuchino, Evangelista <1593-1631>, 1622
Laurenzi, Giuseppe, Iosephi Laurentii Lucensis sac. teolog. doct. Academici Olympici Epistolarum centuria 1, Patauii: ex typographia Cribelliana: Crivellari, Giulio, 1640
Laurenzi, Giuseppe, Epistolarum centuria 2. Iosephi Laurenti Lucen. theol. doct, Lucae: Del_Giudice, Baldassarre, 1638
Laurenzi, Giuseppe, Polymathiae siue Variae antiquae eruditionis libri duo in quibus ritus antiqui romani externi qua sacri qua profani qua publici qua priuati ... e philosophiae, politicae, philologiae adytis eruuntur. Prouerbijs, historijs, rebusque criticis illustrati enucleantur. Cum indicibus locupletissimis auctore Iosepho Laurentio Lucensi S.T.D, Vicentiae apud haeredes Francisci Grossij: Crivellari, GiulioGrossi, Francesco eredi, 1631-1632
Laurenzi, Giuseppe, Iosephi Laurentii .. Amalthea onomastica voces vniuersae abstrusiores sacrae, profanae, antiquae, antiquataae ... e Latinis, Latinograecis, Latinobarbaris ... Italice interpretatae ... ordine alphabetico digesta, Lucae, 1640


Baldo degli Ubaldi è, insieme al suo sommo maestro, Bartolo da Sassoferrato, il simbolo più imortante del prestigio dello "Studium" perugino, designato nella tradizione come l'"Università di Bartolo e Baldo".
Nasce il 2 ottobre 1327 inaugurando l'inizio di una vera e propria dinastia di giuristi, che a partire dai fratelli, Pietro e Angelo e dai figli Francesco e Giovanni Zenobio, sarà presente per una lunga serie di generazioni nel corpo docente dell'ateneo e nella vita politica e culturale della città.
Baldo, giurista del ius commune e uno dei maggiori esponenti della scuola dei Commentatori, ?utore dei commenti a tutte le parti del
Corpus Iuris Civilis (la grande compliazione di Giustiniano), della Lectura sulle Decretali di Gregorio IX (diritto canonico), dell'esegesi della Pace di Costanza e dei Libri Feudorum, di vari scritti in materia processuale. Scrive migliaia di pareri legali per clienti pubblici - fino al più alto vertice, quale il pontificato - e privati, che gli valgono una vera fortuna.


Ioannes : Saresberiensis:
Ioannes : Saresberiensis, Iohannis Saresberiensis Policraticus de nugis curialium et vestigijs philosophorum continens libros octo, Curauit imprimi ... Constantinus Fradin bibliopola ... 1513 ... XVII Kalendas Maij: Fradin, Constantin
Ioannes : Saresberiensis, Johannis Sarisberiensis Policraticus, sive De nugis curialium, & vestigiis philosophorum libri octo. In quibus praesertim De principis natura, & officio ... ac denique De praecipuis quibusdam virtutibus, ac vitiis docte & copiose differitur. Accedit huic editioni eiusdem metalogicus ..., Amstelaedami: Boom, Jan Hendrik weduwe, 1664
Ioannes : Saresberiensis, Ioannis Saresberiensis Policraticus: siue De nugis curalium, & vestigiis philosophorum, libri octo, Lugduni Batauorum: Raphelengius, Franciscus <1.> Officina Plantiniana , 1595
Ioannes : Saresberiensis, Ioannis Saresberiensis Policraticus, sive De nugis Curialium, & vestigiis Philosophorum, libri octo. Accedit huic editioni eiusdem Metalogicus. Cum Indice copiosissimo, Lugduni Batavorum: Maire, Joannes, 1639 Nato in Inghilterra , Giovanni di Salisbury si recò nel 1136 in Francia : a Parigi seguì le lezioni di Abelardo e altri maestri , ma frequentò anche la scuola di Chartres . Dal 1148 soggiornò presso la corte pontificia e successivamente fu segretario dell' arcivescovo di Canterbury , Thomas Becket . Divenuto nel 1176 vescovo di Chartres , morì poco dopo nel 1180 . Fu autore di una Vita di Anselmo e di una Vita di Thomas Becket , nonchè di una sorta di storia della filosofia antica in versi . Egli scorge in Platone la sintesi di vita attiva , rappresentata da Socrate , e di vita contemplativa , rappresentata da Pitagora . Giovanni modella la sua stessa vita lungo queste due direttive , impegnandosi sia nella riflessione intellettuale , sia nelle vicende politiche e religiose del suo tempo . Il suo interesse per la cultura antica emerge già nei titoli delle sue opere principali , ricalcati sul greco , il Metalogico e il Policratico . Il primo , iniziato nella seconda metà del secolo , é una difesa della logica , che a Giovanni pare utile in ogni ambito del sapere . Sulla scorta di Cicerone , Giovanni si dichiara accademico , ritenendo che la conoscenza umana possa accedere solo al probabile , attenendosi a ciò che accade frequentemente , e poichè non si può essere assolutamente certi del futuro , su questa base egli critica le pretese divinatorie dell' astrologia . Giovanni , tuttavia , non intende cadere in una forma di scetticismo radicale : i sensi , la ragione e la fede possono dare alcune certezze . I sensi rendono indubitabile , per esempio , che il sole riscaldi e il fuoco bruci , la ragione che la metà sia contenuta nel tutto e la fede che Dio esista , sia potente , sapiente e buono . Quest' ultimo é il principio di ogni religione , mentre la Trinità divina resta incomprensibile , nel suo mistero , per l' uomo . Il Policratico , composto da Giovanni prima del conflitto tra il re d' Inghilterra e l' arcivescovo di Canterbury , Thomas Becket , che sarà poi assassinato nella cattedrale della stessa città , é una delle opere più importanti del pensiero politico medioevale . Sulla questione dei due poteri , quello spirituale della Chiesa e quello temporale del re , Giovanni non abbraccia la teoria della netta distinzione tra essi , elaborata dai sostenitori dell' impero . Egli tende piuttosto a riconoscere una certa superiorità del potere spirituale , ma lasciando al principe il compito del governo del popolo . Problema centrale , nella riflessione di Giovanni , diventa appunto quello del rapporto tra principe e popolo , alla base del quale vi é la legge di natura , che vale universalmente ed é vincolante per tutti . La nozione di legge di natura é di origine soprattutto e Giovanni la trova esposta , in particolare , negli scritti di Cicerone . Tale legge proviene direttamente da Dio , é l' immagine della sua volontà e la salvaguardia della sicurezza e dell' unità del popolo ; il principe invece impersona la totalità dei suoi sudditi e deve pertanto preoccuparsi del loro benessere . Giovanni traccia quindi un ritratto del principe perfetto , che dovrebbe avere un consigliere saggio e sapiente come Aristotele . Per questo aspetto , l' opera di Giovanni s' inscrive nella tradizione trattatistica dello speculum principis , mirante a tracciare il quadro delle virtù che devono essere proprie del buon governante . Su questa base , é possibile distinguere nettamente il vero principe dal tiranno , e il criterio decisivo é dato dall' obbedienza alla legge , che invece il tiranno non rispetta . Dall' impostazione di Giovanni potrebbe scaturire un atteggiamento ambivalente : da una parte , sembra possibile giustificare l' accettazione passiva anche di un dominio tirannico , dal momento che la legge proviene direttamento da Dio e sarà dunque Dio a punire il tiranno , ma , dall' altra , é anche possibile legittimare la resistenza al tiranno e persino il tirannicidio , come fa appunto Giovanni .


Grillo, Angelo [vedasi A. Aprosio ne Lo Scudo di Rinaldo, p. 279] fu figlio di Nicolò ambasciatore genovese e rivestì vari incarichi statali, partecipando alla vita dell'Accademia degli Addormentati. Poi, abbastanza imprevedibilmente, nel 1572 entrò nell'Ordine benedettino di di Santa Caterina a Genova.
Iniziate varie peregrinazioni raggiunse molte importanti piazze italiane intrecciando amicizia con parecchi letterati del tempo tra cui Guarini, Chiabrera, Magno, Casoni, Imperiali, Rinuccini, Bruni.
Fu soprattutto intimo del Tasso negli anni di reclusione a Sant'Anna (secondo i contemporanei proprio lui si sarebbe adoprato per la liberazione del grande poeta ) ma ebbe pure legami notevoli con Torquato Accetto con cui, risiedendo in Napoli, intrattenne un significativo rapporto epistolare all'interno della vivace "Accademia degli Oziosi": sugli approfondimenti in merito a questi legami vale la lettura dei suoi tre libri di lettere (vol. I, Giunti-Ciotti, Venezia, 1608 - vol. II, Deuchino, Venezia, 1612 - vol. III, ibid., 1616) Vastissima e di successo fu la sua produzione editoriale di cui, qui di seguito, si propongono gli estremi tratti dal SBN.
Altri suoi prodotti sono invece stati inseriti in miscellanee come quelle curate dal G. B. Licino e da Ercole Udine.
Le investigazioni sui manoscritti e sui fondi librari potrebbero comunque riservare altre sorprese in merito a questo autore tanto prolifico e celebre nell'ambito del "concettismo" per l'affermazione della poesia visiva (nel 1617 gli fu dedicata una raccolta di poesie di diversi autori [Pasquati, Padova] e famosa è la lode che ne fece il Boccalini per bocca del Petrarca nella II centuria dei suoi Ragguagli di Parnaso). Perlatro ultimamente si è avanzata la suffragata ipotesi che padre Angelo Grillo sia anche l'autore dei versi amorosi ed erotici attribuiti all'enigmatico Livio Celiano: tale postulazione deriva dall'analisi della raccolta del Licino alle pp. 95-148. Tuttavia è altresì interessante compulsare un'altra opera poco nota: si tratta del Gareggiamento poetico edito nel 1611 presso il Barezzi a Venezia da Carlo Fiamma autore del XVI/XVII secolo noto come "Confuso Accademico Ordito, autore tra l'altro della favola pastorale Gelosa Ninfa (Meglietti, Venezia, 1604) e della "tragi-satiri-comica" Diana vinta (Deuchino, Venezia, 1624). Nel Gareggiamento entro la parte dedicata alle Composizioni funebri soni diversi i madrigali attribuiti a don Angelo Grillo.
Ma sono anche molti, altrove, i madrigali di Livio Celiano dedicate ad altre tematiche, distribuite un poco per tutte le parti del Gareggiamento, ma sostanzialmente più numerose nella Parte V, detta I Vari significativamente dedicata a Madrigali Amorosi e che emblematicamente inizia proprio con questo madrigale erotico di Livio Celiano.
Segue qui l'elenco delle opere di Angelo Grillo individuate secondo l'SBN nelle biblioteche italiane:
Tansillo, Luigi <1510-1568>, Le lagrime di S. Pietro del signor Luigi Tansillo. Aggiunteui l'Eccellenze della Gloriosa Vergine Maria, del signor Horatio Guarguante da Soncino, In Venetia: Spineda, Lucio, 1618
Grillo, Angelo <1550-1629>, Parte prima - seconda delle rime del sig. don Angelo Grillo nuouamente date in luce, In Bergamo: Ventura, Comino, 1589
Patto, Angelico<1613f-nd>, Canoro pianto di Maria Vergine sopra la faccia di Christo estinto : a una voce da cantar nel chitarone o altri instromenti simili : novamente stampati / poesia del rever.mo P. abbate Grillo ; raccolta per D. Angelico Patto Academico Giustiniano ; et posto in musica da diversi auttori con un dialogo, et madregale ; tramutati da l'istesso, In Venetia: Magni, Bartolomeo, 1613
Grillo, Angelo <1550-1629>, Della presentazione di Maria al Tempio e titolo della Scala : ragionamento / di Angelo Grillo, Napoli, 1839
Grillo, Angelo<1550-1629>, Delle lettere del reuerend.mo padre abbate d. Angelo Grillo volume secondo, raccolte, sotto capi ordinate, e d'argomenti arricchite dal sig. Pietro Petracci, In Venetia: Deuchino, Evangelista <1593-1631>, 1616
Grillo, Angelo<1550-1629>, Delle lettere del reuerend.mo padre abbate d. Angelo Grillo volume terzo, raccolte sotto capi ed ordinate, e d'argomenti arricchite dal sig. Pietro Petracci, In Venetia: Deuchino, Evangelista <1593-1631>, 1616
Grillo, Angelo <1550-1629>, Lettere del reuerend.mo p.d. Angelo Grillo abbate di S. Benedetto di Mantoua ... Nuouamente raccolte dal sig. Pietro Petracci ... E tutte dal medesimo ordinate sotto i loro capi, con le prefazioni a ciascun capo, nelle quali si dona il modo artificioso del ben compor lettere, secondo l'vso de' piu pregiati autori latini, & toscani, In Venetia: Giunta, Bernardo <2.> & Ciotti, Giovanni Battista & C., 1612
Grillo, Angelo <1550-1629>, Rime del molto reverendo padre d. Angelo Grillo .., Venetia, 1599
Grillo, Angelo <1550-1629>, Lettere del molto reuer.ndo padre abbate D. Angelo Grillo monaco cassinen. Raccolte dall'illust. & eccellentissimo signor Ottauio Menini.., In Vinetia: appresso Gio. Battista Ciotti Sanese. All'insegna dell'Aurora: Ciotti, Giovanni Battista, 1602
Grillo, Angelo<1550-1629>, Pietosi affetti del reuerendiss. P.D. Angelo Grillo abbate cassinense. Cioe Christo penoso. ... Lagrime del penitente, In Venetia: Ciotti, Giovanni Battista Deuchino, Evangelista <1593-1631>, 1613
Grillo, Angelo <1550-1629>, Nuoua scielta delle rime morali / del r. sig. don Angelo Grillo ; con gli argomenti & annotationi dell'Eccell. sig. Giulio Guastauino, In Bergamo, 1592
Grillo, Angelo <1550-1629>, Poesie sacre del molto R.P. abbate ... Angelo Grillo comprese sotto questi capi, Pietosi affetti .., In Venetia: Giunta, Bernardo & Ciotti, Giovanni Battista, 1608
Grillo, Angelo <1550-1629>, Christo flagellato, et le sue Essequie celebrate col Pianto di Maria Vergine, del ... Angelo Grillo ..., In Venetia: Giunta, Bernardo <2.> & Ciotti, Giovanni Battista & C., 1608
Grillo, Angelo <1550-1629>, Essequie di Giesu Christo Nazareno ... Celebrate co'l pianto di Maria Vergine, Madre mestissima ..
G. B. Licino, Rime di diversi illustri poeti dell'età nostra, Bergamo, Comino Ventura, 1587, pp.1-94
Grillo, Angelo <1550-1629>, Delle lettere del molto R.P. abbate D. Angelo Grillo raccolte dall'eccellentis. sig. Ottauio Menini et da altri signori accresciute, & diposte per ordine de' tempi. Libri quattro, nei quali oltre molte bellissime di varij complementi, & negotij in questa seconda impressione ve n'e aggiunta buona quantita di discorsive, che contengono rara dottrina, & nobilissimi trattati intorno all'vso della lingua, & al modo di eccellente, In Venetia: appresso Gio. Battista Ciotti Senese all'Aurora: Ciotti, Giovanni Battista, 1604
Grillo, Angelo <1550-1629>, Delle lettere del reuerend.mo padre abbate d. Angelo Grillo volume primo, In Venetia: Ciotti, Giovanni Battista, 1616
Grillo, Angelo <1550-1629>, Rime del molto reueren.do padre d. Angelo Grillo. Cioe le morali & le pompe di morte .., Stampate in Bergomo, & hora ristampate in Venetia con accrescimento, & licentia de' superiori: Ciotti, Giovanni Battista, 1599
Udine, Ercole , La Psiche di Hercole Udine con una breue allegoria del molto R.P.D. Angelo Grillo. Dedicata alla sereniss. madama Leonora Medici Gonzaga, duchessa di Mantoua, et di Monferrato etc, In Venetia: Ciotti, Giovanni Battista, 1599
[2]: Raccolta di lagrime, cioe, di Maria Maddalena. Di Maria Vergine. Del penitente, In Bergamo, 1593
Grillo, Angelo <1550-1629>, Pietosi affetti di D. Angelo Grillo ... Con gli argomenti dell'eccellente sig. Pietro Colelli da Sessa, In Genoua: Bartoli, Girolamo eredi, 1595
Grillo, Angelo <1550-1629>, Lettere del molto reuer.ndo padre abbate D. Angelo Grillo monaco cassinen. Raccolte dall'illust. & eccellentissimo signor Ottauio Menini. ..., In Vinetia: Ciotti, Giovanni Battista, 1603
Grillo, Angelo <1550-1629>, Lagrime del penitente ad imitatione de' sette salmi penitentiali di Dauide del m.r. sig. don Angelo Grillo, In Bergamo: Ventura, Comino, 1593
Grillo, Angelo <1550-1629>, Lettere del molto R.P. abbate D. Angelo Grillo, In Venetia: Giunta, Bernardo <2.> & Ciotti, Giovanni Battista & C., 1608
Tasso, Torquato, Delle rime del s. Torquato Tasso parte quarta e quinta, In Genoua: Orero, Antonio, 1586
Grillo, Angelo <1550-1629>,Rime / don Angelo Grillo O.S.B. alias Livio Celiano ; a cura di Elio Durante e Anna Martellotti, Bari, stampa 1994
Grillo, Angelo <1550-1629>, Pietosi affetti, et lagrime del penitente, di don Angelo Grillo monaco cassinese. Dedicati alla sereniss. sig. la signora Livia della Rouere Feltria duchessa d'Urbino, & c. In questa quarta impressione accresciuta dall'istesso autore. Con gli argomenti del eccell. sig. Pietro Colelli da Sessa., In Venetia: Ciotti, Giovanni Battista, 1601
Grillo, Angelo <1550-1629>, De' pietosi affetti di don Angello [|] Grillo monaco cassinense. Parte seconda. Con gli argomenti di don Pietro Petracci .., In Venetia: Ciotti, Giovanni Battista, 1604
Grillo, Angelo <1550-1629>, Christo flagellato, et le sue Essequie celebrate co'l pianto di Maria vergine, del molto r.p. abbate don Angelo Grillo, In Venezia: Giunta, Bernardo <2.> & Ciotti, Giovanni Battista & C., 1607
Grillo, Angelo <1550-1629>, Dell'essequie di Christo celebrate co'l pianto di Maria Vergine parte seconda / Angelo Grillo. Dedicata all'illustrissima ... Orsina Peretta Sforza ..., Venetia: Giunta, Bernardo <2.> & Ciotti, Giovanni Battista & C., 1610
Le lagrime di s. Pietro, di Cristo, di M. Vergine, di s. Maria Maddalena e quelle del Penitente; con un capitolo al Crocifisso e il Lamento di Maria Vergine : versi / di Luigi Tansillo, di T. Tasso, Erasmo da Valvasone ed Angelo Grillo, Milano, 1838
Tansillo, Luigi<1510-1568>, Le lagrime di S. Pietro del sig. Luigi Tansillo, di nuouo ristampate con nuoua gionta delle lagrime della Maddalena del sig. Erasmo Valuassone, et altre rime spirituali, del molto R.D. Angelo Grillo, non piu vedute, & ora nouamente date in luce, In Carmagnola: Bellone, Marcantonio,
Grillo, Angelo <1550-1629>, Pietosi affetti del p.d. Angelo Grillo. Dedicati alla santita di n. sig. Papa Vrbano 8, In Venetia: Deuchino, Evangelista <1593-1631>
Grillo, Angelo <1550-1629>, Rime del molto reveren. padre D. Angelo Grillo. Cioe le Morali e le Pompe di Morte ..., Stampate in Bergomo, & hora ristampate in Venetia con accrescimento ...: Ciotti, Giovanni Battista, 1599
Grillo, Angelo <1550-1629>, De' pietosi affetti di don Angelo Grillo monaco Cassinese. Parte seconda. Con gli argomenti di don Pietro Petrazzi, In Venetia: Ciotti, Giovanni Battista, 1603
Grillo, Angelo <1550-1629>, Elogio sacro di S. Camillo de Lellis fondatore dei chierici regolari ministri degli infermi / per Angelo Grillo, Napoli, 1840
Grillo, Angelo <1550-1629>, Pietosi affetti di d. Angelo Grillo monaco cassinese, dedicati all'illustrissima, & eccellentissima signora la sig. D. Vittoria Gonzaga Doria, ... Con gli argomenti sig. Pietro Colelli da Sessa, In Vicenza: Perin eredi, 1596
Durante, Elio, Don Angelo Grillo O.S.B., alias Livio Celiano : poeta per musica del secolo decimosesto / Elio Durante, Anna Martellotti, Firenze, 1989
Grillo, Angelo <1550-1629>, Elogio sacro di S. Camillo De Lellis fondatore dei Chierici Regolari Ministri deli Infermi / per Angelo Grillo, Napoli, 1840
Udine, Ercole , La Psiche del sig. Hercole Vdine, dall'istesso in questa seconda editione accresciuta, & megliorata. Con una breue Allegoria del molto Reuer. P. D. Angelo Grillo. ..., In Venetia: Ciotti, Giovanni Battista, 1601


John Owen [ 1564? - Londra 1622], dal nome poi latinizzato in Audeno e/o Audoenus, vide la luce ai Plas Dhu, Carnarvonshire, Galles, come terzo figlio di Thomas Owen: era, senza dubbio, un membro della lingua gallese gentry. Frequentò quale borsista la scuola di Winchester (in un epigramma cita Thomas Bilson, un futuro vescovo di Winchester, quale suo insegnante privato) e come uno studente ottenne precocemente una certa visibilità nazionale come vero prodigio della versificazione in latino. Successivamente si iscrisse all'università di Oxford. Lasciata questa città, ove ricoprì qualche incarico di docenza universitaria, nel 1591, si mantenne quale insegnante nelle scuole del regno fin a quando Enrico VIII lo nominò direttore della scuola diWarwick. Ottenuta questa posizione avrebbe potuto vivere in un'onorata oscurità se non avesse rivolto alle pubblicazioni il suo naturale talento. Nel 1606 infatti editò il primo di una serie di volumi dei epigrammi latini, che gli guadagnarono una reputazione duratura come il Marziale di Gran Bretagna.
Di lui Aprosio possedeva il volume Epigrammatum Ioannis Audoeni oxoniensis angli, libri 10 Editio nova Herbipoli : typis Iobi Hertzii, impensis Ioannis Bencardi bibliop. acad., 1658 213 p., [2] c. di tav : 1 ritr. ; 12°: tuttora custodito alla Biblioteca di Ventimiglia.
Stando all'SBN di Owen nelle biblioteche italiane sono reperibili i seguenti volumi:
Owen, John <1560?-1622>, Epigrammatum Ioan. OwenI Cambro BritannI Oxonienis, Amstelodami: Jansson, Jan <1. ; 1608-1665>, 1657
Owen, John <1560?-1622>, Epigrammatum Ioan. OwenI Cambro BritannI Oxoniensis, Amstelodami: Janssonius van Waesberge, Johannes <1.> & Weyerstraten, Elizaeus <1.> Weduwe en erven, 1669
Owen, John <1560?-1622>, Ioannis Owen Oxoniensis Angli Epigrammatum, Amstelodami: Jansson, Jan <1. ; 1608-1665>, 1646
Owen, John<1560?-1622>, Les epigrammes d'Owen traduites en vers francois par mr. Le Brun, avec le latin a cote. Ouvrage qui renferme les plus beaux traits de morale, d'erudition, de politique, de philosophie, de jurisprudence, & de medecine, A Bruxelles: Leonard, Jean, 1719
Owen, John <1560?-1622>, Epigrammi latini di Giovanni Owen / recati in lingua italiana da Giovanni Battista Gaudo, sulla edizione ultima correttissima ed accresciuta di alcune poesie postume, Oneglia, 1886
Owen, John <1560?-1622>, Ioannis Owen oxoniensis angli Epigrammatum editio postrema, Amstelodami: Jansson, Jan <1. ; 1608-1665>, 1644
Owen, John <1560?-1622>, Epigrammatum Ioan. OwenI Cambro BritannI Oxoniensis editio postrema, correctissima, & posthumis quibusdam adaucta, Amstelodami: Jansson, Jan <1. ; 1608-1665>, 1650
Owen, John <1560?-1622>, Epigrammatum Ioan. OwenI Cambro-Britanni Oxoniensis, editio postrema, correctissima et posthumis quibusdam adaucta, Amsterodami: Elzevier, Lodewijk <3. ; Amsterdam ; 1638-1669>, 1647
Owen, John <1560?-1622>, Joannis Audoeni Epigrammatum / edited, with an introduction, notes, indices by R.C. Martyn, Leiden, 1976-1978
Owen, John <1560?-1622>, S.O.S.: un'ombra in mare / Owen John, Milano, 1974
Owen, John <1560?-1622>, Epigrammatum Ioannis Ovven Cambro-Brittani, Oxoniensis, Lugd. Bat.: Elzevier, Bonaventura & Elzevier, Abraham 1.>, 1628
Owen, John <1560?-1622>, Epigrammatum Ioan. OwenI Cambrio-Britanni Oxoniensis, Amsterodami: Elzevier, Lodewijk <3. ; Amsterdam ; 1638-1669>
Owen, John <1560?-1622>, Epigrammatum Ioan Oweni cambrobritanni oxoniensis, Wratislaviae: Fellgiebel, Esaias, 1668
Owen, John <1560?-1622>, Epigrammatum Joannis Oveni Cambro Britanni Oxoniensis, et Alberti Ines e Societate Jesu, Acroamatum epigrammaticorum, Amstelodami, 1679
Owen, John <1560?-1622>, Epigrammatum Ioan Oweni Cambro Britanni Oxoniensis editio postrema correctissima et posthumis quibusdam adaucta, Wratislaviae: Fellgiebel, Esaias, 1678
Owen, John<1560?-1622>, Agudezas de Juan Oven, traducidas en metro castellano. Ilustradas, con adiciones, y notas, por don Francisco de la Torre, cavallero de la Orden de Calatrava ..., En Madrid: Sanz, Francisco, 1674
Owen, John <1560?-1622>, Scelta di epigrammi latini / di Giovanni Owen ; fatti italiani dal cav. Carlo Speranza, Pavia, 1863
Owen, John <1560?-1622>, Ioann. Oweni Oxoniensis Angli Epigrammatum, Amsterdami: Blaeu, Willem Jansz <1608-1639>, 1633
Owen, John <1560?-1622>, Joannis Oweni, cambro-britanni oxoniensis, Epigrammata, Basiliae: Schweighauser, Johann, 1766
Owen, John <1560?-1622>, Ioannis Owen Oxoniensis Angli Epigrammatum, Amstelodami: Jansson, Jan <1. ; 1608-1665>, 1640
Owen, John <1560?-1622>, Epigrammatum Ioan. Oweni, Cambro-Britanni Oxoniensis, Amsterodami: Elzevier, Lodewijk <3. ; Amsterdam ; 1638-1669>, 1647
Owen, John <1560?-1622>, Ioannis Owen Oxoniensis Angli Epigrammatum, Amstelodami: Jansson, Jan <1. ; 1608-1665>, 1646
Owen, John <1560?-1622>, Joannis Audoeni Cambro-Britanni Epigrammata, Parisiis: Didot, Pierre <1785-1828>, n. 25. Typis Pet
Owen, John <1560?-1622>, Epigrammatum Ioannis Owen Cambro-Britanni Oxoniensis. Collegij B. Mariae (quod vulgo Novum vocant) nuper socij. Libri decem. ..., Londini: Waterson, Simon Mathewes, Augustine, 1633


Mercier, Josias <1560ca.-1626>, Iosiae Merceri Ad nouam Taciti editionem aliquot Notae, Parisiis: Orry, Marc, 1599
Nonius Marcellus, Nonii Marcelli Noua editio. Additus est libellus Fulgentii De Prisco sermone, et notae in Nonium et Fulgentium, Parisiis: Perier, Adrien, 1614
Hilarius : Pictaviensis , B. Hilarii Pictauensis prouinciae Aquitaniae episcopi, Ex opere historico fragmenta, nunquam antea edita. Ex bibliotheca Pet. Pithoei ic. Eiusdem Pet. Pithoei vita, Parisiis: Nivelle, Robert <1587-1598>, 1598
Mercier, Josias <1560ca.-1626>, Iosiae Marceri ad nouam Taciti editionem aliquot notae, Parisijs: Drouart, Ambroise, 1590
Tacitus, Publius Cornelius, C. Cornelii Taciti Opera, quae exstant, integris I. Lipsii, Rhenani, Vrsini, Mureti, Pichenae, Merceri, Gruteri, Acidalii, Grotii, Freinshemii, & selectis aliorum commentariis illustrata. Ioh. Fred. Gronovius recensuit, & suas notas passim adjecit. Accedunt Iacobi Gronovii excerpta ex variis lectionibus ms. Oxoniensis, Amstelodami: Blaeu, Pieter & Blaeu Joan <2.>, 1685
Hilarius : Pictaviensis , B. Hilarii Pictauensis ... Ex opere historico fragmenta, nunquam antea edita. Ex bibliotheca Pet. Pithoei IC. Eiusdem Pet. Pithoei vita, Parisiis: Drouart, Ambroise, 1598
Nonius Marcellus, Nonii Marcelli Noua editio. Additus est libellus Fulgentii de prisco sermone, & notae in Nonium & Fulgentium, Sedani: Perier, Adrien, 1614
Nonius Marcellus, De proprietate sermonis. Additus est libellus Fulgentius Planciades De prisco sermone. Ex recensione et cum notis Iosiae Mercerii ..., Leipzig: Hahn, 1826
Aristaenetus : Nicaenus, Aristainetou Epistolai. Aristaeneti Epistolae graecae. Cum latina interpretatione & notis, Parisiis: Orry, Marc, 1610
Nonius Marcellus, Nonius Marcellus De proprietate sermonis. Additus est Fulgentius Planciades De prisco sermone. Ex recensione et cum notis Iosiae ercerii. Ad editionem arisiensem anni 1614 fidelissime repraesentati. Accedit notitia literaria, Lipsiae: Hahn, 1826
Mercier, Josias <1560ca.-1626>, Iosiae Merceri Ad nouam Taciti editionem aliquot notae, Parigi, 1590


Ricci, Giovanni Giacomo , Diporti di Parnaso rime e prose di Gio. Giacomo Ricci diuise con sette libri in caccie diuerse, caccie heroiche, vccellagioni, pescaggioni, combattimenti, giuochi, evegghie. Co l'introduttione de piu celebri poeti toscani, e latini, nel piu proprio loro stile all'em.mo ... Francesco Barberino, In Roma: Robletti, Giovanni Battista, 1635
Ricci, Giovanni Giacomo , La poesia maritata comedia allegorica di Gio. Giacomo Ricci. Aggiuntoui I poeti riuali drama piaceuole in diuersi stili, del medesimo autore, In Roma ad istanza di Pompilio Totti: Fei, AndreaCavalli, Francesco Totti, Pompilio, 1632
Ricci, Giovanni Giacomo , L' oratorio eretto poema sacro di Gio. Giacomo Ricci con altre poesie liriche in lode di S. Filippo Neri all'ill.mo ... Gio Battista Foppa arciuescouo di Beneuento, Roma: Marciani, Domenico, 1643
Ricci, Giovanni Giacomo , La poesia maritata comedia allegorica di Gio. Giacomo Ricci. Aggiuntoui i Poeti riuali drama piaceuole in diuersi stili, del medesimo autore. All'eminentiss. ... card. Antonio Barberini, In Roma: Cavalli, Francesco , 1632
Ricci, Giovanni Giacomo , Il maritaggio delle muse di Gio. Giacomo Ricci romano dedicato al signor D. Francesco Paterno', e Castello .., In Palermo: Marino, Felice, 1699
Ricci, Giovanni Giacomo , Il maritaggio delle muse. Poema drammatico di Gio. Giacomo Riccio romano. Doue in capriccioso intrecciamento sono interlocutori con le noue Muse i migliori poeti toscani, e latini, heroici, lirici, pastorali faceti, nel metro e nello stile piu da loro usato. Al M. Ill.S... il Signor Bartolomeo Ferretti, In Milano: Fontana, Donato, 1629
Ricci, Giovanni Giacomo , I poeti riuali. Drama piaceuole in diuersi stili, di Gio. Giacomo Ricci, In Roma: Cavalli, Francesco , 1632
Ricci, Giovanni Giacomo , Il maritaggio delle muse poema drammatico di Gio. Giacomo Riccio, doue in capriccioso intrecciamento sono interlocutori con le noue muse i migliori poeti toscani, e latini, heroici, lirici, pastorali, faceti, nel metro, e nello stile piu da loro vsato. All'illustriss. ... Giulio Cesare Colonna .., In Oruieto: Fei, Michelangelo & Ruuli, Rinaldo, 1625
Ricci, Giovanni Giacomo , Il maritaggio delle muse poema drammatico di Gio. Giacomo Riccio. Doue in capriccioso intrecciamento sono interlocutori con le noue muse i migliori poeti toscani, e latini, heroici, lirici, pastorali faceti, nel metro, e nello stile piu da loro, , In Venetia: Salvadori, Angelo
Ricci, Giovanni Giacomo , Il maritaggio delle muse poema drammatico di Gio. Giacomo Riccio, ... all'illustriss. & eccellentiss. sig. D. Giulio Cesare Colonna .., [1624]
Scribani, Carlo <1561-1629>, Ciuilium apud Belgas bellorum initia, progressus, finis optatus: in quam rem remedia a ferro et pace praescripta, fidei, patriae, orbis bono, 1627
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli Scribani e Societate Iesu Meditationes sacrae, a Joanne Brisselio eiusdem Societatis, nunc editae, Moguntiae: Albin, Johann, 1616
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli Scribani e Societate Iesu Superior religiosus. De prudenti, ac religiosa gubernatione ..., Mediolani: Bidelli, Giovanni Battista <1. ; 1610-1654>, 1621
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli ScribanI e Societate Iesu Origines Antuerpiensium, Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Iohannes <1.>, 1610
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli Scribani e Societate Iesu Philosophus christianus, Neoburgi. Ad Danubium: Dannhauser, Lorenz, 1618
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli ScribanI e Societate Iesu In annunciationem Dei matris votiua gratulatio, Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <1.> & Moretus Iohannes <2.> weduwe, 1618
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli Scribani e Societate Iesu politico-christianus, recens in Galliis in lucem emissus, cum indice uberrimo, Lugduni: Chevalier, Michel, 1625
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli Scribani e Societate Iesu Medicus religiosus de animorum morbis et curationibus, Lugduni: Chevalier, Michel, 1619
Scribani, Carlo <1561-1629>, Adolescens prodigus, Caroli Scribani e Societate Iesu. Succumbit vitiis, redit ad se, in omnem aetatem ac fortunam a virtute instruitur, Lugduni: Chevalier, Michel, 1622
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli Scribani e Societate Jesu Politicus Christianus. Liber 1.[-2.], Antverpiae, 1626
Scribani, Carlo Alessandro, Li barcheggi del Nilo descritti da Carlo Alessandro Scribani, In Pavia: Magri, Giovanni Andrea, 1647
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli ScribanI e Societate Iesu Politico-Christianus Philippo 4. Hispaniarum regi, Antuerpiae: Nuyts, Martin <3.>, 1624
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli Scribani ... superior religiosus de prudenti ac religiosa gubernatione, Antuerpiae: Nuzio, Martino, 1619
Scribani, Carlo <1561-1629>, Amor diuinus Caroli Scribani e Societate Iesu, Lugduni, 1624
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli ScribanI e Societate Iesu Amor diuinus, Moguntiae: Albin, Johann, 1616
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli ScribanI e Societate Iesu Amor diuinus, Antuerpiae: Nutius, Martin heritiers & Meurs, Jean : de, 1615
Scribani, Carlo <1561-1629>, P. Caroli Scribani e societate Iesu Ludus in saeculi amorem inimicum amori diuino, Senis: Bonetti, 1634
Scribani, Carlo <1561-1629>, 3: Liber 5. De cultu & inuocatione sanctorum. Liber 6. De imaginum veneratione. Auctore Carolo Scribanio societatis Iesu theologo, Anturpiae: Officina Plantiniana Moretus, Jean veuve & fils, 1612
Scribani, Carlo <1561-1629>, Clari Bonarscii Amphitheatrum honoris in quo Caluinistarum in Societatem Iesu criminationes iugulatae, Palaeopoli Aduaticorum: Verheyden, Alexander, 1606
Scribani, Carlo<1561-1629>, Ciuilium apud Belgas bellorum initia, progressus, finis optatus: in quam rem remedia a ferro et pace praescripta, fidei, patriae, orbis bono, 1628
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli Scribani e Societate Iesu Adolescens prodigus. Succumbit vitiis. redit ad se. & in omnem aetatem ac fortunam a virtute instruitur, Monasterii Westphal.: Dale, Michael, 1621
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli Scribani e Societati Iesu Superior religiosus de prudenti ac religiosa gubernatione, MonasterI Westphaliae: Dale, Michael, 1620
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli Scribani e Societate Iesu Medicus religiosus de animorum morbis et curationibus, Monasteri Westphaliae: Dale, Michael, 1620
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli Scribani ... De prudenti ac religiosa gubernatione, Lugduni: Chevalier, Michel, 1620
Scribani, Carlo <1561-1629>, Clari Bonarsci Amphitheatrum honoris in quo Caluinistarum in Societatem Jesu criminationes iugulatae, Palaeopoli Aduaticorum: Verheyden, Alexander, 1605
Scribani, Carlo <1561-1629>, Veridicus Belgicus, quem auctor auxit, recensuit: e Belgico Latinum reddidit an. dr. Accessit Apocalypsis Batauica, item auctior, emendatior, senza nome, 1626
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli Scibani e Societate Iesu medicus religiosus de animorum morbis et curationibus, Antuerpiae: Nutius, Martinus Erben, 1618
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli Scribani ... De prudenti ac religiosa gubernatione, Mediolani: Bidelli, Giovanni Battista <1. ; 1610-1654>, 1621
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli ScribanI e Societate Iesu Philosophus christianus, Antuerpiae: Wolsscaht, Gerhard Meursius, IoannesAertsens, Hendrik Nutius, Martinus erben, 1614
Scribani, Carlo <1561-1629>, Ciuilium apud Belgas bellorum initia, progressus, finis optatus: in quam rem remedia a ferro et pace praescripta, fidei, patriae, orbis bono, 1627
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli Scribani e Societate Iesu Meditationes sacrae, a Joanne Brisselio eiusdem Societatis, nunc editae, Moguntiae: Albin, Johann, 1616
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli Scribani e Societate Iesu Superior religiosus. De prudenti, ac religiosa gubernatione ..., Mediolani: Bidelli, Giovanni Battista <1. ; 1610-1654>, 1621
Scribani, Carlo <1561-1629>, Orthodoxae fidei controuersa. Liber 1. De scriptura, traditionibus, iudice. Liber 2. De apostolicae fidei Germanis denuntiatoribus. Carolus Scribanius Societatis Iesu theologus scribebat, Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Jean <1.>, 1609-1612
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli ScribanI e Societate Iesu Antuerpia, Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Iohannes <1.>, 1610
Scribani, Carlo <1561-1629>, Christus Patiens Caroli Scribani e Societate Iesu piis exercitationibus illustratus .., Antuerpiae: Nuyts, Martin <3.>, 1629
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli Scribani e Societate Iesu Superior religiosus de prudenti ac religiosa gubernatione, Lugduni: Chevalier, Michel, 1620
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli ScribanI e Societate Iesu Amor diuinus, Moguntiae: Albin, Johann, 1616
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli ScribanI e Societate Iesu Amor diuinus, Antuerpiae: Nutius, Martin heritiers & Meurs, Jean : de, 1615
Scribani, Carlo <1561-1629>, P. Caroli Scribani e societate Iesu Ludus in saeculi amorem inimicum amori diuino, Senis: Bonetti, 1634
Scribani, Carlo <1561-1629>, 3: Liber 5. De cultu & inuocatione sanctorum. Liber 6. De imaginum veneratione. Auctore Carolo Scribanio societatis Iesu theologo, Anturpiae: Officina Plantiniana Moretus, Jean veuve & fils, 1612
Scribani, Carlo <1561-1629>, Clari Bonarscii Amphitheatrum honoris in quo Caluinistarum in Societatem Iesu criminationes iugulatae, Palaeopoli Aduaticorum: Verheyden, Alexander, 1606
Scribani, Carlo<1561-1629>, Ciuilium apud Belgas bellorum initia, progressus, finis optatus: in quam rem remedia a ferro et pace praescripta, fidei, patriae, orbis bono, 1628
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli Scribani e Societate Iesu Adolescens prodigus. Succumbit vitiis. redit ad se. & in omnem aetatem ac fortunam a virtute instruitur, Monasterii Westphal.: Dale, Michael, 1621
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli Scribani e Societati Iesu Superior religiosus de prudenti ac religiosa gubernatione, MonasterI Westphaliae: Dale, Michael, 1620
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli Scribani e Societate Iesu Medicus religiosus de animorum morbis et curationibus, Monasteri Westphaliae: Dale, Michael, 1620
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli Scribani ... De prudenti ac religiosa gubernatione, Lugduni: Chevalier, Michel, 1620
Scribani, Carlo <1561-1629>, Clari Bonarsci Amphitheatrum honoris in quo Caluinistarum in Societatem Jesu criminationes iugulatae, Palaeopoli Aduaticorum: Verheyden, Alexander, 1605
Scribani, Carlo <1561-1629>, Veridicus Belgicus, quem auctor auxit, recensuit: e Belgico Latinum reddidit an. dr. Accessit Apocalypsis Batauica, item auctior, emendatior, senza nome, 1626
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli Scibani e Societate Iesu medicus religiosus de animorum morbis et curationibus, Antuerpiae: Nutius, Martinus Erben, 1618
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli Scribani ... De prudenti ac religiosa gubernatione, Mediolani: Bidelli, Giovanni Battista <1. ; 1610-1654>, 1621
Scribani, Carlo <1561-1629>, Caroli ScribanI e Societate Iesu Philosophus christianus, AntuerpiaeAntuerpiae: Wolsscaht, Gerhard Meursius, IoannesAertsens, Hendrik Nutius, Martinus erben, 1614


Michele Marullo: Umanista nato a Costantinopoli nel 1453 e morto annegato nel Cecina nel 1500. Figlio di un greco dell’Acaia, detto "Tarcaniota" dal nome della madre, venne molto giovane in Italia. Fu soldato di ventura. A Napoli frequentò il circolo del Pontano e a Firenze sposò la figlia di Bartolomeo Scala, Alessandra, amata dal Poliziano e perciò causa di inimicizia fra i due poeti.
La sua opera poetica comprende quattro libri di Epigrammata e quattro di Hymni naturales, nella cui tematica naturalistica e astrologica si sente l’appassionato lettore di Lucrezio e degli inni pseudo-orfici, che sull’esempio di Lucrezio esaltano con schietto spirito pagano le forze feconde della natura simboleggiate negli antichi miti; inoltre, il frammento del poema De principum institutione.


Candidus, Pantaleo <1540-1608> Annales seu tabulae chronologicae continentes seriem annorum mundi et brevem annotationem, tanquam indicem praecipuarum personarum & rerum memorabilium, ab initio mundi usque ad praesentem annum Christi 1602. concinnatae, a Pantaleone Candido..., Argentinae : typis Josiae Rihelij, per Andream Rietschium, 1602 (Argentorati : typis Iosiae Rihelij, per Andream Rietschium, 1602) - [40], 192, 143-172, [2] p. ; 4o. - "Diversa quaedam carmina historica" inizia a p. 143 come annunciato sul verso di c. 2A2 - Segn.: a-e4A-Q4R6S-Z42A2,2S-X4. - Impronta - e-a- s.s. s.a- 94pi (3) 1602 (R) -Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma
Candidus, Pantaleo <1540-1608> In nuptias illustrissimi principis et domini, D. Georgii Gustavi, comitis Palatini Rheni, ... et Mariae Elisabethae , illustrissimi ... D. Iohannis comitis Palatini Rheni ... filiae, quae celebrabuntur ... carmen scriptum a M. Pantaleone Candido ... Praemissa est genealogia familiae comitum Palat. Rheni, ducum Bavariae. &c, Biponti : per Caspar Wittelium, 1601 - [24] c. ; 4o - Segn.: A-E4 - Bianca l'ultima c. - Impronta - 4,*. t,m, coem InHo (3) 1601 (R) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma
Candidus, Pantaleo <1540-1608> Epitome historiae Gallicae, hoc est, regum et rerum Galliae vsque ad annum 1603. breuis notatio: additis Genealogiis regum & praecipuarum familiarum Galliae, Francoforte : ex officina Paltheniana, sumtibus Ionae Rhodii, 1604 - 278, 2 p. ; 8o - Per il nome dell'A., Pantaleon Candidus, cfr. VD17 on-line, n. 12:119232X - Marca (Minerva con scudo e caduceo) sul front. - Segn.: A-R8 S4 - Bianca l'ultima c. - Impronta - B.r. a-a- b-is tugi (3) 1604 (R) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma
Candidus, Pantaleo <1540-1608>, Epitaphia antiqua et recentia, hominum, qui in S. literis celebrantur: regum item et principum, theologorum, ... Acta, collecta, atque digesta in libros quatuor. a Pantaleone Candido Austriaco, Argentorati : typis Iosiae Rihelij, per Andream Rietschium, 1600 - [4], 161, [1] p. ; 4. - Segn.: A-X4(-X4). - Impronta - i.r: d.s. i.o, CoSo (3) 1600 (R) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma


Fungerus, Johannes , Ioannis Fungeri I.V.D. Leouardiensis Frisii, Originationum, seu Etymologici triglottou florilegium. Daedaleo labore, summoque ingenij acumine, ... decerptum. Novissime luce donatur multo quam antea emaculatius, tertiusque necnon auctario locupletatum, Lugduni : sumptibus Petri rauaud, via Mercuriali, ad Sancti Petri Vexillum, 1628 - [8], 921 [i.e. 923, 1] p. ; 4o. - Front. stampato in rosso e nero. - Marca (Granchio e farfalla : Matura) sul front. - Ripetute nella numerazione le p. 647-648 - Segn.: pA4a-z4A-2Z4, 2A-3Z4, 33A2 - Impronta - n.te e-e- t.a, Qumi (3) 1628 (R) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma Codice identificativo: Fungerus, Johannes , De puerorum disciplina et recta educatione liber, per Ioannem Fungeri leouardiensem Antverpiae : apud Christophorum Plantinum, 1584 - 136 p. ; 8o - Cfr.: Biblioteca Apostolica Vaticana - Marca sul front. (Compasso tenuto da mano uscente dalle nuvole, che traccia un cerchio) - Cors. ; rom. - Segn.: A-H8 I4 - Iniziali xil - Impronta - geus oni- i,a, Tudo (3) 1584 (R) - Localizzazioni: Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma
Fungerus, Johannes , Noua prouerbiorum farrago, tam ex Graecis quam Latinis auctoribus collecta, per Ioannem Fungerum Leouardiensem Frisium, Lugduni Batauorum : ex officina Christophori Plantini, 1585 ( Anversa] : excudebat Christophorus Plantinus, IX. kalend. Nouemb. ; 24. X ; 1585) - 213, ; 8o. - Cors. ; gr. ; rom. - Iniziale xil. ornata. - Marca (D 19860) sul front. - Segn.: A-N8 O4 - Impronta - a-a- *.e. o-to ruNo (3) 1585 (R) Marca editoriale: Compasso, tenuto da mano uscente da nuvola, che traccia un cerchio. Motto: Labore et constantia - Localizzazioni: Biblioteca civica Angelo Mai - Bergamo - Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma
Fungerus, Johannes , Lexicon philologicum, in quo primigeniae vocum Hebraearum, Graecarum & Latinarum origines; summo ingenii acumine investigatae ex authoribus omni literatura ... a Ioanne Fungero ..., Lugduni : apud Ioan. Anton. Huguetan, & Marc. Anton. Ravaud, 1658 - 8, 921, 1 p. ; 4o - Front. stampato in rosso e nero - Iniz. e fregi xilogr. - Segn.: [par.!4 a-z4 A-Z4 2A-2Z4 , 42A-2Z4 3A-3Z4 , 43A4 - Impronta - t.s. e-e- t.a, Qumi (3) 1658 (R) Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca dello Studentato teologico dei Padri Passionisti - Napoli - Biblioteca comunale Giosue' Carducci - Citta' di Castello - PG - Biblioteca nazionale universitaria - Torino
Fungerus, Johannes , Etymologicum trilingue. Opus pernecessarium ex libris sacris, probatissimis philologis, philosophis, historiographis, poetis, & aliis scriptoribus diuersis in vnum corpus collectum. ... Auctore Ioanne Fungero Leouardiensi Frisio... Noua editio. Caeteris omnibus emendatior, multisuqe dictionum asterisco designatarum centuriis auctior facta, Lugduni : sumptibus Antonii de Harsy, 1607 - [8], 921 [i.e. 923], [1] p. ; 4o. - Front. stampato in rosso e nero. - La c. [ast]3 segnata A3 - Marca (farfalla e granchio in cornice. Matura) sul front. - Ripetute nella numerazione le p. 647-648 - Segn.: [ast]4 a-z4 A-2Z4, 22A-2Z4 3A-3Z4, 23A2 - Impronta - usre e-e- t.a, Qumi (3) 1607 (R) Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteca nazionale centrale - Firenze.
Fungerus, Johannes , Etymologicum latinum, opus ex probatissimis philologis, philosophis, historiographis, poetis, & aliis scriptoribus diuersis in vnum corpus collectum, ... auctore Ioanne Fungero Leouardensi Frisio, Francofurti : e Collegio Paltheniano, sumtibus Ionae Rhodii, 1605 - 16, 1335, 1 p. ; 8o - Marca (allegoria del Tempo. Tempus) sul front. - Segn.: )(8 A-4O8 4P4 - Impronta - c,m- **in o.in himi (3) 1605 (R) Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteca dell'Accademia delle scienze - Torino


Barbaro, Francesco <1390-1454>, Francisci Barbari patricii Veneti ... de re vxoria libri duo. Capita libri primi. Quibus dotata sit vxor. .., Haganoae: Setzer, Johann Erben
Barbaro, Francesco <1390-1454>, Prudentissimi et graui documenti circa la elettion della moglie; dello eccellente & dottissimo M. Francesco Barbaro ... nuouamente dal latino tradotti per M. Alberto Lollio .., In Vinegia: Giolito de Ferrari, Gabriele, 1548 Barbaro, Francesco <1390-1454>, La scelta della moglie opera di Francesco Barbaro gentiluomo veneziano cavaliere procurator di s. Marco tradotta dal latino per Alberto Lollio ferrarese ristampata coll'ortografia ricorretta aggiuntevi onorevoli testimonianze intorno all'autore ed all'opera, Vicenza: Turra, 1785
Barbaro, Francesco <1390-1454>, De re uxoria libri duo ut venustate sermonis praeclari, ita et praeceptis optimis et exemplis uberrimis ex omni Graeca Latinaque historia collectis redundantes. Autore Francisco Barbaro patricio veneto, Amstelodami: Jansson, Jan <1. ; 1608-1665>, 1639
Barbaro, Francesco <1390-1454>, La scelta della moglie opera di Francesco Barbaro gentiluomo veneziano tradotta dal latino per Alberto Lollio ferrarese, Vercelli [Vercelli]: Tipografia Patria , 1778
Barbaro, Francesco <1390-1454>, Francisci Barbari et aliorum ad ipsum Epistolae ab anno Chr. 1425 ad annum 1453, Brixiae: Rizzardi, Giammaria, 1743
Barbaro, Francesco <1390-1454>, Diatriba praeliminaris in duas partes divisa ad Francisci Barbari et aliorum ad ipsum epistolas ab anno Chr. 1425 ad an. 1453, Brixiae: Rizzardi, Giammaria, 1741
Barbaro, Francesco <1390-1454>, La scelta della moglie opera di Francesco Barbaro gentiluomo veneziano cavaliere procurator di s. Marco tradotta dal latino per Alberto Lollio ferrarese ristampata coll'ortografia ricorretta aggiuntevi onorevoli testimonianze intorno all'autore ed all'opera, Vicenza: Turra, 1785
Barbaro, Francesco , Elogio funebre in morte del reverendiss. padre d. Fortunanto Mandelli ab. del mon. di S. Michele di Murano e vicario generale della veneta congregazione de' monaci Benedettino-Camaldolesi recitato nelle solenni di lui esequie nella chiesa di San Michele di Murano il giorno 22. febbraio 1797 dal reverendissimo sig. canonico d. Francesco Barbaro, Venezia: Zerletti, Pietro
Barbaro, Francesco <1390-1454>, Orazione di Francesco Barbaro patrizio veneto a Sigismondo imperatore detta in Ferrara l'anno 1433, ora per la prima volta dalla lingua latina recata nell'italiana col testo a fronte, In Venezia: Picotti, Giuseppe, 1822
Barbaro, Francesco , Orazione in lode di Maria Vergine venerata in Ravenna sotto il titolo della Madonna greca recitata nella chiesa di S. Apollinare della suddetta citta dal signor abbate Francesco Barbaro canonico della cattedrale di Murano il di 28 giugno 1795, Ravenna: Fava fratelli Roveri, [1795]
Barbaro, Francesco, Elogio funebre del signor dottor D. Vincenzo Miotti illustre matematico, ... Recitato ne' suoi funerali ... dal molto rever. signor D. Francesco Barbaro canonico di Torcello, e rettore attuale nel seminario vescovile di detta citta di Murano. Addi', 16. febbraro 1787, In Venezia: Piotto, Pietro, 1787
Barbaro, Francesco <1390-1454>, De re uxoria libri duo ut venustate sermonis praeclari, ita et praeceptis optimis et exemplis uberrimis ex omni graeca latinaque historia collectis redundantes / autore Francisco Barbaro
Barbaro, Francesco <1390-1454>, La scelta della moglie. Opera di Francesco Barbaro di latino in volgare recata da Alberto Lollio. Si aggiunge per uniformita di argomento un'egloga di Bernardino Baldi, In Napoli: Orsino, Vincenzo, 1806


Pierre Godefroy alla latina Petrum Godofraedum (1500-1573) magistrato di Carcassonne occupò una posizione importante importante presso il Tribunale dell'Inquisizione di questa città della Linguadoca
Assai importante fu ritenuto a lungo il
"Dialogo degli amori" vera e propria antologia su matrimoni e loro tipologie, su amori leciti ed illeciti, su adulteri ed incesti, su amori contro natura , sulla prostituzione, lo stupro, la fornicazione ecc.
Ecco le oper a suo titolo o per sua cura editoriale rinvenute secondo l'SN nelle biblioteche italiane:
Murmel, Johannes <1479- ca. 1517>, Io. Murmellii Tabularum opuscula tria per Petrum Godofraedum remaeum in epitomen redacta. Quibus adiecimus uocum difficiliorum declarationem. Harum tabularum seriem sequens indicabit pagella, Mediolani: Besozzi, Matteo, 1574
Murmel, Johannes <1479- ca. 1517>, Tabulae Io. Murmellii in artis compendorum versuum rudimenta. Quibus adiecta sunt nominum & verborum crementa, per Petrum Godofredum, Mediolani: Da Ponte, Pacifico Besozzi, Matteo, 1574
Murmel, Johannes<1479- ca. 1517>, Ioan. Murmellii Tabularum opuscula tria, per Petrum Godofraedum Remaem in epitomen redacta. ..., Mediolani: Moscheni, Francesco & Moscheni, Simone, 1553
Murmel, Johannes<1479- ca. 1517>, Tabulae Ioan. Murmellii in artis componendorum versuum rudimenta. Quibus adiecta sunt nominum & verborum crementa, per Petrum Godofredum, Mediolani: Moscheni, Francesco & Moscheni, Simone, 1553
Murmel, Johannes<1479- ca. 1517>, Ioan. Murmellii Tabularum opuscula tria. Per Petrum Godofraedum Remaeum in epitomen redacta. ..., Mediolani: Moscheni, Francesco & Moscheni, Simone, 1554
Murmel, Johannes<1479- ca. 1517>, Tabulae Ioan. Murmellii in artis componendorum versuum rudimenta. Quibus adiecta sunt nominum & verborum crementa, per Petrum Godofredum, Mediolani: Moscheni, Francesco & Moscheni, Simone, 1554
Grynaeus, Johann Jakob <1540-1617>, Adagia, id est; proverbiorum, paroemiarum et parabolarum omnium, quae apud Graecos, latinos, hebraeos, arabes, &c. in usu fuerunt ... accurato ordine posita: Des. Errasmi Roterodami ... Hadriani Iunii ... Iohan. Alexandri ... Ioannis Ulpii ... Petri Godofredi ... Gulielmi Canteri ... Victoris Giselini ... Henrici Stephani ... Gilberti Cognati Nozareni ... M. Grunnii Corocottae ... Polydori Vergilii ... Caroli Bovilli ... Hadriani Turnebi & M. Antonii Mureti ... Gulielmi Gentii ... Melchioris Neipei Bredenani ... adjecti sunt indices tres ... / [Joan.Jacobus Grynaeus], Francofurti: Andreae, Johann <2. ; 1666-1693>Zubrodt, Johann Peter, 1670
Adagia, id est: Prouerbiorum, paroemiarum et parabolarum omnium, quae apud Graecos, Latinos, Hebraeos, Arabas, &c. in vsu fuerunt, collectio absolutissima in locos communes digesta. In qua continentur ...: Des. Erasmi Roterodami Chiliades. Hadriani Iunii medici Adagia. Ioan. Alexandri Brassicani IC. Symmicta. Ioannis Vulpii IC. Epitome. Petri Godofredi Carcassonensis IC. Prouerbia. Gulielmi Canteri IC. Adagia iuridica. Victoris Giselini medici Specimen adagiorum. Henrici Stephani Animaduersiones in Erasmum. Gilberti Cognati Nozareni Sylloge. M. Grunnii Corocottae Porcelli Testamentum. Polydori Vergilii Adagia. Caroli& M. Antonii Mureti Excerpta adagia. Guglielmi Gentii IC. Adagia iuridica. Melchioris Neipei Bredenani Adagia. ..., Francoforte S.M.: Wechel, Andreas Erben <1581-1630>Schleich, Clemens & Zetter, Peter de, 1629
Murmel, Johannes<1479- ca. 1517>, Ioan. Murmellii Tabularum opuscula tria, per Petrum Godofraedum Remaeum in epitomen redacta. Harum tabularum seriem, sequens indicabit pagella, Lugduni: Gryphius, Sebastien, 1551
Murmel, Johannes <1479- ca. 1517>, Tabulae Ioan. Murmellii in artis componendorum versuum rudimenta. Quibus adiecta sunt nominum & verborum crementa, per Petrum Godofredum, Lugduni: Gryphius, Sebastien, 1555
Godefroy, Pierre , Petri Godofredi ... Dialogus de amoribus, tribus libris distinctus. ..., Antuerpiae, Anversa: Ludius, Gerardus, 1553
Godefroy, Pierre , Erotemata seu potius Isagogae in primas literas, ex optimis autoribus collectae/ [Petrus Godofraedus], Lugduni: Gryphius, Sebastien, 1547
Murmel, Johannes<1479- ca. 1517>, Io. Murmelli Tabularum opuscula tria per Petrum Godofredum Remeum in epitomem redacta. In hac vero postrema editione, Io. Francisci Besutij opera, Tabulae ipsae, quo facilius memoriae mandentur, ordine alphabetico distinctae sunt. Voces praeterea difficiliores, Italice declaratae. Harum Tabularum ordinem sequens indicabit pagina, Mediolani: Besozzi, Matteo, eredi, 1589
Murmel, Johannes<1479- ca. 1517>, Tabulae Io. Murmelli in artis componendorum versuum rudimenta. Quibus adiecta sunt nominum & verborum crementa, per Petrum Godofredum, MediolaniMediolani: Tini, MicheleBesozzi, Matteo, eredi, anno salutis 158?
Godefroy, Pierre , Petri Godofredi Carcasonensis, ... Dialogus de amoribus, tribus libris distinctus. In quibus de amore probo ac improbo ... luculenter complectitur. .., Lugduni: Payen, Thibaud, 1552
Godefroy, Pierre , Petri Godofredi ... Notamenta in prooemialia Iustiniani Codicis. ... Cum indice copioso ac fideli rerum atque sententiarum insignium, Lugduni: Payen, Thibaud, 1552
Godefroy, Pierre , Pet. Godofredi ... Annotamenta in tractatus primi libri Iustiniani Codicis, De haereticis, Ne S. Baptisma iteretur, De apostatis, Nemini licere signum &c, Parisiis: David, Mathieu, 1555


Gaio Cornelio Gallo (Forum Julii, odierna Fréjus, 69 - 26 a.C.): Imbevuto di cultura ellenistica, G. costituisce l'anello di congiunzione tra la poesia neoterica e l'elegia augustea.
Nacque nella Gallia Narbonese. Combatté con Ottaviano contro Antonio in Egitto e, nel 30, divenne il primo "praefectus Aegypti". Alcuni suoi atteggiamenti, congiunti alla tendenza a tributare onori divini ai governanti, tipici di quella regione, lo misero in cattiva luce presso Ottaviano, che lo fece condannare all'esilio e alla confisca dei beni. G. si uccise. La "damnatio memoriae" che il princeps volle del suo prefetto indusse, come sembra, Virgilio, che pure era stato legato a G. da intensa amicizia, a sostituire il finale del IV libro delle "Georgiche", che si chiudevano con le sue lodi, con l'episodio di Aristeo, ma non impedì che Properzio lo celebrasse come insigne poeta d'amore e Ovidio vedesse in lui l'iniziatore dell'elegia latina.
Determinante, per la sua formazione, fu l'amicizia con Partenio di Nicea, il poeta greco che molto contribuì alla diffusione dell'alessandrinismo presso i "neoteroi". A lui, Partenio dedicò la sua raccolta in prosa di dolorose vicende d'amore ("Erotika pathemata"), come repertorio di casi e di citazioni da utilizzare per la composizione dei suoi versi.
Accanto a quella di Partenio, rilevante fu pure l'influenza della "difficile" poesia, di carattere mitico e astrusamente erudito, del greco Euforione di Calcide (III secolo).
G. amò, sotto lo pseudonimo di Licoride, una donna seducente quanto spregiudicata. Da schiava, Licoride era riuscita a diventare "mima", idoleggiata attricetta, col nome di Citeride (ma si chiamava solo Volumnia...). Amante di Bruto e di Antonio, dovette fare irresistibile presa sull'animo sognante - cosi ce lo descrive Virgilio nella X ecloga - di G., che tuttavia abbandonò nel più profondo sconforto per seguire un ufficiale tra le nevi delle Alpi e i freddi del Reno. Capricciosa e leggera, la "pulchra Lycoris" fu tuttavia 1'ingenium di G. (cosi Marziale in 8, 73, 6) ed ebbe gli onori della poesia nei 4 libri di elegie che il poeta compose e riunì forse col nome di "Amores" (o proprio col nome di lei, "Lycoris").
Sino a pochi anni fa, di G., posto da Quintiliano (10,1, 93) tra i massimi poeti elegiaci, avevamo soltanto un pentametro, contenente una nota erudita, secondo la migliore tradizione alessandrina, su un fiume della Scizia. Tutto ciò ci rimaneva del corpus attestato, invece, dalla tradizione: 4 libri di elegie, "Amores" ed epilli. Nel 1979 un papiro egiziano ci ha restituito una decina di versi, nel primo dei quali è presente il nome di Licoride. Se questi versi sono effettivamente autentici, resta confermata l'importanza che gli antichi assegnavano all'esperienza poetica di G.: vi sono contenute le note soggettive tipiche dell'elegia latina, la dedizione d'amore intesa come "servitium" nei confronti della "domina", l'accenno alla "nequitia", alla dissolutezza, un concetto caratteristico del mondo elegiaco.
Probabilmente nella poesia di G. dovevano essere presenti i motivi e la struttura compositiva della grande elegia augustea. In particolare, le note mitiche ed erudite dovevano fondersi con la diretta esperienza sentimentale del poeta amante.


Salomoni, Giuseppe, Delle rime di Gioseppo Salomoni academico Sventato detto il Vano. Parte prima. ..., In Vdine : appresso Pietro Lorio, 1615 - 191, 1 p.; 12o - Segn.: A-Hoo - Emblema xil. dell'Accademia degli Sventati - Iniziali e fregi xil. - Impronta - n-re o.a, e.e, LaIn (3) 1615 (R) - Localizzazioni: Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma - RM
Salomoni, Giuseppe, Delle rime di Gioseppe Salomoni academico suentato detto il Vano. Parte prima [- seconda], In Venetia : stampate dal Ciotti, 1620-1626 - 2 v. ; 120 - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze
Salomoni, Giuseppe, Delle rime di Gioseppe Salomoni academico suentato detto il Vano. ... In Bologna : appresso gl'heredi del Dozza, 1647 - 432 p. ; 12. - Impronta - sita o.a, e.le EsSe (3) 1647 (R) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze


Massimiano: Poeta elegiaco tardolatino (fine sec. V - inizi VI d. C.). A Massimiano si suole ascrivere un esiguo corpus di sei componimenti (per un totale di 686 versi; ma altri 6 brevi carmi sono compresi in una Appendix Maximiani di paternità non ancora appurata); al terzo di essi, in cui si fa menzione di Severino Boezio, del cui entourage il poeta fece evidentemente parte, dobbiamo il principale riferimento cronologico per la datazione di questo altrimenti enigmatico autore, che si qualifica in un passo della sua opera come «oriundo della Toscana» (Etruscus). Fiorito sotto i goti, esponente dunque di una letteratura di piena età barbarica, Massimiano è tuttavia poeta discretamente rispettoso della prosodia e della metrica classiche, le cui norme si studia - talora non senza sforzo evidente - di osservare sulla scorta dei celebrati modelli antichi. Ma ciò che più rilevante appare nella sua produzione premedioevale è un certo qual gusto barocco e anticlassico per la contaminatio, che lo induce a fondere bizzarramente nei suoi componimenti il genere elegiaco con il priapeo, o a seminarne l'orditura, di vaga impronta filosofico-morale (Bertini), di risentiti tratti grotteschi e osceni, di macabre evocazioni che, preconizzando in larga misura tanta letteratura «sapienziale» mediolatina, soffondono le Elegiae massimianee, popolate di fantasmi femminili assai più incorporei, a dispetto degli intenti veristici, della Cinzia di Properzio o della Nemesi tibulliana, di un'atmosfera di dolente malinconia.
Aprosio, nel citare il passo latino (che tradotto dice: Mi ripugnano le magre, mi ripugnano le femmine grasse; non mi alletta la donna corta né, altrimenti, la lunga. Mi era grato l'amoroso gioco soltanto con la donna di mezza statura: perchè è maggiore la grazia nella medietà) cede, parzialmente, ad una falsificazione volutamente falsificata da parte di Pomponio Gaurico sì che questi versi tratti dalle Elegie (precisamente la I, vv 79 - 84) di Massimiano venissero, come tutti gli altri della breve raccolta di V elegie attribuiti allo sventurato poeta dìetà augustea Cornelio Gallo.
Vedi sulla questione Tullio Agozzino, pp.14 segg. e note in Massimiano Elegie in "Biblioteca Silva di Filologia, Silva Editore, Bologna, 1970.
La postulazione del Gaurico si legge per la prima volta nel volume: Maximianus, Cornelii Galli Fragmenta, Venezia : Bernardino Vitali (Impressum Venetiis : per Bernardinum Venetum de Vitalibus, 1501 die. XII. Ianuarii) - 14 c. ; 4o - NUC-pre 1956, vol. 371, p. 187 - Elegie di Maximianus falsamente attribuite a Cornelius C. Gallus - Marca (Z112) sul front - Got. ; rom - Segn.: A-B4 C6 - Stemma xil. (Aquila ad ali spiegate. Iniziali FD) sul front. - Impronta - o.m: s.ni t:a: NeEt (C) 1501 (R) - Localizzazioni: RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma
Cui segue: Maximianus, Cornelij Galli fragmenta [Milano : Giovanni Giacomo e fratelli da Legnano] (Impressum Mediolani : per Iohannem Angelum scinzenzeler, 1504 die xv Decembris)- [16] c. ; 8o. - Contiene anche, da c. b7r.: Elegiacum di Pomponio Gaurico (cfr. L. Balsamo. Giovann'Angelo Scinzenzeler, Firenze 1959 p.79) - Iniziali xil. - Marca di Giovanni Giacomo da Legnano e fratelli sul front. Opera di Maximianus Etruscus falsamente attribuita a Cornelio Gallo - Rom. - Segn.: a-b8 - Impronta - t.ut o:et e:s: OdIl (C) 1504 (R) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma
Tutto ciò prescindendo dal fatto che l'Editio Princeps (Ketelaer del Lempt, Utrecht, 1473) riportasse con evidenza il nome di Massimiano come autore di queste Elegie: in effetti scrive il citato Agozzino (p.15, nota 9) che già prima del gaurico alcuni codici ritenevano Gallus quale auctor di siffatta raccolta ma lo stesso critico non ha dubbi nel mentovare che quasi esclusivamente a Gaurico spetta il "merito dell'erudita falsificazione".


Pomponio Gaurico: umanista nato a Gauro [Salerno] nel 1481 circa e morto a Castellammare di Stabia [Napoli] nel 1530. Insegnò greco e latino all’Università di Napoli tra il 1512 e il 1519. Oltre agli studi letterari, nutrì interesse anche per l’architettura e per l’alchimia. Tra le sue opere, ricordiamo il dialogo De sculptura (Firenze, 1504), il De poetica (Roma, 1541) oltre a ventinove elegie, quattro egloghe, tre selve e degli epigrammi pubblicati nel 1526 a Napoli nella raccolta Carmina. Morì, misteriosamente, durante un viaggio tra Salerno e Castellammare.


Tuttora alla C.B.A. si conservano: Stephanii Johannis Stephanii Notae uberiores in historiam danicam Saxonis gramatici, una cum prolegominis ad easdem notas Sorae, Typis Henrici Crusii Academ, Tipogr., 1645 252, [20] p. : ill. ; fol.
Saxonis grammatici historiae danicae libri 16. Stephanus Iohannis Stephanius summo studio recognovit, notisque uberioribus illustravit Sorae, typis et sumptibus Ioachimi Moltkenii, 1644 [8], 384, [22] p. ; fol.


Sempronio, Giovanni Leone: poeta (Urbino 1603 - ivi 1646). Sviluppò del marinismo la varietà degli aspetti e la ricerca di metafore ardite. Operò sperimentazioni non solo nell’ambito della lirica (La selva poetica, 1633; con la seconda parte, post., 1648), ma anche nell’ambito del poema (Il Boemondo o Antiochia difesa, 1651). La tragedia Il conte Ugolino è un bell’esempio di teatro dell'orrore. [G. Barberi Squarotti].
Alla
C.B.A. di lui si conserva:
La selva poetica, sonetti di Gio: Leone Sempronio urbinate nella notte di Bologna il vigilante e ne gli Assorditi d'Urbino il fuggitivo .., In Bologna : per Carlo Zenero, 1648 429 p. : ill. ; 12°


Teofilo Folengo per Aprosio il "Principe dei Maccheronici" fu figlio di un notaio mantovano e ottavo di nove fratelli. Il nome di battesimo era Gerolamo e nacque a Mantova nel 1491 (1496 secondo alcuni studiosi). insieme ad altri dei suoi fratelli venne avviato alla vita religiosa sin dal 1508, assumendo il nome di Teofilo ma scrivendo anche sotto diversi pseudonimi tra cui quello di Merlin Cocai. Visse in diversi conventi del Veneto fino al 1524, anno in cui uscì dall'Ordine benedettino per diventare precettore privato dei figli di Camillo Orsini e stabilirsi a Venezia. Folengo coltivò assiduamente il genere maccheronico-goliardico, che aveva all'epoca largo seguito nella cultura veneta, riscattandone il carattere di esercizio parodistico ed elevandolo a strumento stilistico-letterario vero e proprio. Attraverso un linguaggio personalissimo che è un impasto tra forme del latino classico e lessico dialettale, questo originale scrittore riuscì a dare un ritratto assolutamente anticonvenzionale della realtà sociale del suo tempo. La sua opera più nota è l'Opus maccaronicum o Maccheronee, raccolta in quattro redazioni piuttosto diverse tra loro (1517; 1521; 1539-40; 1552 postuma); contiene: Zanitonella, narrazione dell'amore non corrisposto di Zani per Tonella; Moscheide, poema eroicomico sulla guerra tra le mosche e le formiche; una serie di epigrammi; il Baldus, poema in esametri sulle avventure di Baldo, discendente di Rinaldo. Quest'ultima opera ebbe un'influenza sull'opera di Rabelais. Folengo morì nel 1544 a Campese (Bassano del Grappa, Vicenza). Note biografiche a cura di Daniela Gangale.


Stephan Hansen Stephanius ( luglio 23 1599 Copenhaghen - 22 aprile 1650 era uno storiografo e professore in Sora . Il suo nome è a volte completamente latinizzato come "Stephanus Johannis Stephanius".
Ha pubblicato un'edizione latina delle Gesta Danorum intitolata Saxonis Grammatici Historiæ Danicæ Libri XVI.


Tympe, Matthaus [n. 1615], Dormi secure: vel Cynosura professorum ac studiosorum eloquentiae, seu centum et viginti themata oratoria. Quorum quaedam nude duntaxat sunt disposita; quaedam vero doctissimis & theologis, & philosophis dilatata & exornata: non solum studiosis, sed etiam professoribus eloquentiae, ac pietatis verae amantibus vtilissima & pernecessaria: studio & industria D. Matthaei Tympii SS. Theol. licent. rectoris collegij Dett. apud Monast. Cum indice rerum atque verborum locupleti. Pars prima [-tertia], Coloniae Agrippinae: Brachel, Peter von, 1615
Tympe, Matthaus, Tractatus tres spirituales, Matthaei Tympij. 1. De hostibus, bello, & armis militum Christi. 2. De alexipharmacis peccatorum ... 3. De arte beate viuendi ..., Moguntiae, 1614
Tympe, Matthaus , C. V, Matthaei Tympii aureum speculum principum, consiliariorum iudicum, consulum, senatorum, et aliorum magistratuum cum ecclesiasticorum tum politicorum omnium. .., Coloniae Agrippinae: Henning, Peter, 1617
Tympe, Matthaus , Dormi secure professorum ac studiosorum eloquentiae seu Centum themata oratoria quorum quaedam nude duntaxat disposita; quaedam vero ex doctissimis & theologis, & philosophis dilatata & exornata ... studio & industria D. Matthaei Tympii ... Cum indice rerum atque verborum locupleti ..., Coloniae Agrippinae: Brachel, Peter von, 1614
Tympe, Matthaus , Speculum magnum episcoporum, canonicorum, sacerdotorum et aliorum clericorum tam secularium quam religiosorum. Ex admirandis pontificum ... alphabeti seriem, digestis, concinnatum per Matthaeum Tympium theol. Accessit eiusdem industria spiritualis militia clericorum, Moguntiae, 1614
Tympe, Matthaus , Dormi secure: vel Cynosura professorum ac studiosorum eloquentiae, in qua centum et viginti themata oratoria. Non solum studiosis, sed & professoribus eloquentiae, ac pietatis vera amantibus utilissima & pernecessaria explicantur. Studio & industria, D. Matthaei Timpij ... Cum indice rerum atque verborum locupleti. Pars prima - tertia. De novo emendata & thematis aliquot aucta, Coloniae Agrippinae: Kalckhoven, Jost <1641-1669>, 1650
Lessius, Leonardus <1554?-1623>, Rahtsfrag welchen Glauben man annemmen, oder zu welcher Religion man tretten soll. Erstlich in Lateinischer Sprach sehr zierlich beschrieben, durch den ehrw. vnd hochgelehrten Herrn Leonardum Leszium, auff der weitberuhmpten Vniuersitet zu Louen, heiliger Schrifft Professorem, &c. an jetzo in die Teutsche Sprach versetzt durch Matthaeum Tympium derfreyen Kunst vnd philosophiae magistrum, vnd der H. Schrift licent, Getruckt zu Dillingen: Akademische Druckerei Rem, Ulrich, 1622
Tympe, Matthaus , Aureum speculum principum. Consiliariorum, iudicum, consulum ... vtilissimum. Indicibus necessarijs adiectis. Authore c.v. Matthaeo Tympio .., Coloniae Agrippinae, 1629
Tympe, Matthaus , Mensa theolo-philosophica seu Conuiuiorum pulpamenta et condimenta suauissima, ... Matthaei Tympij theol. .., Monasterij Westph.: Raesfeldt, Lambert, 1615
Tympe, Matthaus , Mensae theolophilosophicae pars prima - altera, seu Conuiuiorum pulpamenta et condimenta suauissima. Hoc est, quaestiones symposiacae, facetae quidem, seriae tamen & multa grauitate conditae, nec non per locos communes dispositae, studio & industria Matthaei Tympij..., Monasteri Westphaliae, 1645
Tympe, Matthaus , Spicilegium oratoriae praxios: in quo themata oratoria: quorum quaedam nude duntaxat disposita; quaedam vero ex doctissimis & theologis, & philofophis dilatata & exornata ... studio et industria d. Matthaei Tympii, ... cum indice rerum atque verborum locupleti'), Colonia Agrippinae: Brachel, Peter von, 1610


Aristeneto di Nicea: prosatore greco del sec. V. Scrisse due libri di Lettere erotiche, che trattano di amori femminili; gli spunti sono offerti dall'elegia alessandrina, dalla commedia nuova, dagli aneddoti degli storici e dal romanzo. [Pietro Giannini da "Nova 2006" - UTET]
Dal SBN ricaviamo la presenza delle seguenti sue opere nelle biblioteche italiane:
Aristaenetus : Nicaenus, Aristainetou Epistolai. Aristaeneti epistolae Graecae. Cum Latina interpretatione & notis, Parisiis: Orry, Marc, MVIC i.e. 1600
Aristaenetus : Nicaenus, Aristaeneti Epistolae. Ad fidem Cod. Vindob. recensuit Merceri, Pauwii, Abreschii, Huetii, Lambechii, Bastii, aliorum, notis suisque instruxit Jo. Fr. Boisssonade, LutetiaeLutetiae: Lanoe, Abel, 1822
Aristaenetus : Nicaenus, Aristaeneti ... Epistolae amatoriae in quibus e Graeco amoenissima amantium colloquia exhibentur, speciosae mulieres describuntur, nonnullaeque amatoriae fabellae enarrantur. Opus poetis, pictoribus, & rerum amatoriarum studiosis apprime vtile, Parisiis
Aristaenetus : Nicaenus, Aristainetoy Epistolai = Aristaeneti Epistolae graecae / cum latina interpretatione et notu, Parigi, 1639
Aristaenetus : Nicaenus, Aristaeneti Epistolae Graecae cum versione latina et notis Josiae Merceri, curante Joan Cornelio de Pauw, cujus notae accedunt, Trajecti ad RhenumTrajecti ad Rhenum: Besseling, Hermann, 1737
Aristaenetus : Nicaenus, Aristaeneti Epistolae cum emendationibus ac coniecturis Josiae Merceri, Johannis Cornelii de Pauw, & nec non ineditis antehac Jacobi Tollii, Jacobi Philippi d'Orvillii, Ludovici Caspari Valckenarii ... curante Friderico Ludovico Abresch, qui suas lectiones addidit, Zwollae: Royaards, Joannes Carolus, 1749
Aristaenetus : Nicaenus, Lettere di Aristeneto tradotte da un accademico fiorentino, Pisa: Capurro, Niccolo, 1817
Aristaenetus : Nicaenus, Aristainetou Epistolai epotikai. Tina ton palaion heroon epitaphia. E biblioteca C.V. Ioan. Sambuci, Antuerpiae: Plantin, Christophe, 1566
Aristaenetus : Nicaenus, Aristainetoi Epistolai. Aristaeneti Epistolae Grecae. Cum Latina interpretatione & notis, Parisiis, 1639
Aristaenetus : Nicaenus, Aristainetou Epistolai. Aristaeneti Epistolae graecae. Cum latina interpretatione & notis, Parisiis: Orry, Marc, 1610
Aristaenetus : Nicaenus, Aristainetos. Aristainetou Epistolae. Ad fidem Cod. Vindob. recensuit Merceri, Pauwii, Abreschii, Huetii, Lambecii, Bastii, aliorum, notis suisque instruxit Jo. Fr. Boissonade, Lutetiae: Lanoe, Abel, 1822


Solone: politico e poeta greco (Atene. 640 /630 a. C. - ivi ca. 560/559). Eletto arconte più volte a partire dal 594-593, elaborò una nuova legislazione per ristabilire la concordia nello stato agitato da violenti conflitti economici e sociali (Atene ). Solone è presentato dalle fonti antiche come il fondatore della democrazia ateniese; ma la sua opera fu piuttosto un tentativo di arrestare la degenerazione del governo aristocratico in oligarchia. I grandi latifondisti accrescevano la pressione economica sui piccoli contadini, tendendo a espellerli dalle loro terre, così da tenere nelle proprie mani la massima parte del suolo fruttifero dell'Attica. In tale situazione Solone volle limitare il potere dei nobili e fornire tutela legale ai piccoli agricoltori indebitati, con vari provvedimenti, di cui il più clamoroso fu la liberazione dei terreni dalle ipoteche (seisàchtheia, scuotimento dei pesi). Anche la sua riforma costituzionale mirava a ristabilire una situazione di equilibrio. Dopo aver ripartito i cittadini in quattro classi secondo il reddito, attribuì il governo della pòlis per la maggior parte alle prime due, costituite dai cittadini che dichiaravano un reddito annuo superiore o pari a 300 medimni (1 medimno = ca. 1,9 hl) di grano o di vino o d’olio, o a 300 dracme; in parte minore alla terza classe, costituita dai cittadini che dichiaravano un reddito superiore o pari a 150 medimni o dracme; mentre la quarta classe, costituita dai cittadini che dichiaravano un reddito inferiore a 150 medimni o dracme, era esclusa da qualsiasi incarico di governo. L’aristocrazia dovette così dividere il governo con i ricchi commercianti e industriali della costa, mentre ne erano esclusi i contadini della montagna e gli operai della città, appartenenti alla quarta classe. Anche l'istituzione della bul? dei Quattrocento e del tribunale popolare, se sono da riferirsi a Solone, miravano a incanalare nelle vie legali le richieste del popolo. Ma il tentativo fallì, e l'urto delle nuove forze sociali ed economiche con l'aristocrazia offrì poco dopo a Pisistrato l'occasione di farsi tiranno. Solone morì all'inizio della tirannide. Di Solone sono pervenuti ventotto frammenti poetici dodici dei quali, in forma di Elegie, fra cui Le Muse e Eunomìa (Buon governo). Solone fu il primo scrittore ateniese, e nella sua opera già si coglie quella vena di riflessione moralista che molto nutrirà la posteriore produzione attica in prosa [Adriano Pennaccini - "Nova 2006" - UTET]


Ausonio, Decimo Magno poeta gallo-romano (Burdigala, od. Bordeaux, 310 - ivi 393 o 394): Nato da padre medico e da madre di nobile e ricca famiglia, ricevette la sua prima educazione nella scuola di Bordeaux e proseguì in seguito gli studi di retorica ed eloquenza a Tolosa. Terminati gli studi, verso l'anno 334, all'età di circa ventiquattro anni, Ausonio incominciò ad insegnare grammatica nella scuola di Bordeaux e la sua carriera d'insegnante, prima come grammaticus, poi come rhetor, durò una trentina d'anni. Durante quel periodo fece anche parte del senato municipale della sua città. Verso l'anno 364, ormai affermato nel mondo degli studi, fu chiamato dall'imperatore Valentiniano I alla corte di Treviri (Trier), come tutore e maestro del figlio Graziano, che aveva allora sei anni e che sarebbe stato l'erede del potere imperiale. Da questo momento Ausonio da semplice, anche se famoso ed onorato, professore della scuola bordolese sale tutti i gradi degli onori, anche di carattere burocratico e amministrativo, e, con lui, parecchi membri della gens Ausonia. Nel 368-69 fu ammesso al seguito dell'imperatore e dell'erede al trono Graziano durante la campagna contro gli alamanni, verso il 369-70 fu nominato comes e, poco dopo, verso il 375, quaestor sacri palatii Salito al trono Graziano, si può dire che per quattro anni tutte le supreme cariche dell'impero furono retaggio della gens Ausonia: Ausonio fu prefetto d'Italia e d'Africa, poi prefetto al pretorio della Gallia, quindi console (379). Quando, nel 383, il suo patrono Graziano venne ucciso e il trono occupato dall'usurpatore Magno Massimo, Ausonio lasciò Treviri e si ritirò a vita privata nella città natale, o nei poderi che possedeva vicino alla città, continuando ad occuparsi di poesia e mantenendo le relazioni con gli amici, che erano numerosi, data la sua fama di uomo illustre, tenuto anche in gran conto dall'imperatore Teodosio il Grande, che sollecitava l'invio dei suoi versi. L'attività letteraria di Ausonio si svolse durante il periodo che va dal 334 fino alla sua morte. Non è cosa semplice poter indicare con esattezza la cronologia delle sue opere, ma è soltanto possibile, almeno per parecchie di esse, accontentarsi di dati approssimativi, anche perché non sempre l'epoca di composizione coincide con quella di pubblicazione o di dedicazione. È indubbio che la conoscenza più esatta della cronologia potrebbe anche semplificare il problema dell'ordinamento dei suoi Opuscula, problema assai arduo anche per lo stato della tradizione manoscritta, a tutt'oggi materia di discussione tra opinioni diverse e ipotesi contrastanti. L'attività letteraria di Ausonio si può comunque dividere in tre periodi: quello del suo insegnamento a Bordeaux (334-64); quello della permanenza a corte (365-79); quello dopo il consolato, fino alla morte (380-94). Il primo periodo è assai scarso di produzione letteraria, mentre assai più fecondi sono il secondo e il terzo.
Le opere. Grammaticus e rhetor, così Ausonio definisce sempre se stesso; mai poeta La lettura delle sue opere porta a concordare, in generale, col suo giudizio; infatti è essenzialmente un retore, non un poeta. In questo è un fedele esponente dell'età sua. La sua produzione letteraria è frutto di imitazione, ricca di giochi d'ingegno, piena di allusioni erudite, quasi sempre legata a temi banali. Può destare ammirazione, se vogliamo, l'inesausta versatilità, anche se non sempre è impiegata per trattare alti soggetti, ma più spesso cose futili e talvolta indegne. I capolavori letterari del passato, conosciuti per lungo uso di mestiere, gli hanno fornito un notevole bagaglio di nozioni, una gran varietà di fraseologia, un ricco fondo di citazioni classiche, che una memoria invero prodigiosa gli pone sempre a disposizione e da cui trae vantaggio. La sua ampia erudizione balza evidente, p. es., nel modo di trattare un tema come quello del Griphus ternarii numeri (dedicato al simbolismo del numero tre, con un omaggio finale alla trinità), poema che contiene una lunga lista di cose raggruppate a tre, imbarazzante nei multiformi riferimenti ai vari rami del sapere, spesso di difficile interpretazione per le oscurità, di solito volute dall'autore. Fu opera composta in brevissimo tempo, tra pranzo e cena, come dice nella prefazione; altre opere furono composte così, su due piedi, e in effetti portano frequentemente i segni della fretta, ma, nel contempo, sono la riprova del suo esteso sapere, della sua memoria, della sua meravigliosa padronanza di espressione. Così il Cento nuptialis (poema costituito, secondo la tecnica «centonaria», di emistichi e versi di Virgilio, intrecciati in modo da produrre un significato ben diverso da quello originale: il carme acquista un tono licenzioso ed erotico di tipo fescennino) fu scritto in un solo giorno, a richiesta dell'imperatore Valentiniano durante la spedizione contro gli alamanni. Con la stessa fretta furono composte alcune epistole in poesia. In generale si potrebbe definire Ausonio «versificatore», non poeta; gioca sulle parole, gioca sui concetti, usa volutamente molti versi per esprimere ciò che avrebbe potuto dire in breve e semplicemente. D'altro canto si deve tener presente che buona parte della sua opera letteraria nasce per la scuola e alla scuola è legata. Taluni degli opuscula manifestano in maniera specifica questo carattere, taluni anzi potrebbero essere agevolmente definiti versus memoriales, ad uso dei discenti. Come tali vanno classificati le Eclogae (poesie a scopo puramente didattico e mnemotecnico), gli Epitaphia (collezione di ventisei epitafi sugli eroi che presero parte alla guerra di Troia), l'Ordo urbium nobilium (gruppo di poesie che rievocano, in esametri, le città più famose dell'impero romano), il Ludus septem sapientum (compaiono in scena i sette saggi, Solone, Chilone, Cleobulo, Talete, Biante, Pittaco, Periandro, che spiegano le massime loro attribuite), i Caesares (contengono tre serie di monostici di dodici versi ciascuno sugli imperatori da Giulio Cesare ad Elagabalo; la fonte dichiarata è l'opera di Svetonio). Vi sono poi altri componimenti che, se non proprio destinati alla scuola, altro non sono che puro trastullo, dove l'erudizione si mescola all'ingegnosità, come i già citati Griphus e Cento nuptialis e, inoltre, l'Oratio consulis Ausonii versibus rhopalicis (poesia composta di esametri dattilici, in cui ciascun verso comincia con un monosillabo e ogni parola seguente cresce di una sillaba, in modo che l'esametro finisce con una parola di cinque sillabe), il Technopaegnion (gioco poetico, ricco di virtuosismi tecnici). È chiaro che, sia per gli opuscula del primo tipo, sia per quelli del secondo, non si può parlare di arte poetica, ma di artifizio, allo scopo di far mostra di versatilità e di erudizione spesso indigesta. I momenti più felici della poesia ausoniana sono quelli nei quali il poeta tocca fatti e sentimenti di natura familiare, come nei Parentalia (collezione di trenta carmi in onore di parenti morti, notevole documento sulla vita privata di una famiglia gallo-romana del sec. IV), nell'Epicedion in patrem (vi si presenta la figura del padre, soffermandosi in particolare sulle qualità morali e di carattere), nel De herediolo (il poeta brevemente, con stile elegante, vi descrive il suo poderetto nei pressi di Bordeaux), nel Protrepticus (si rivolge al nipote, figlio della figlia; l'importanza della poesia consiste soprattutto nelle notizie che possiamo ricavare sulla disciplina degli studi nelle scuole galliche del sec. IV; si tratta qui dell'insegnamento del grammaticus), nel Genethliacon ad Ausonium nepotem (breve poesia in occasione del compleanno del nipote), nella Commemoratio professorum Burdigalensium (raccolta di poesie in onore di colleghi defunti che avevano insegnato a Bordeaux), in qualche epistula (l'epistolario è una raccolta di venticinque lettere dirette a varie persone), nell'Ephemeris (serie di poemetti in cui Ausonio descrive le varie attività della giornata nel loro ordine di successione), nella Bissula (una serie di poemetti su Bissula, una piccola schiava catturata durante la spedizione contro gli alamanni e donata dall'imperatore Valentiniano ad Ausonio). O ancora in quelli più impegnati e meno personali come il Cupidus cruciatus (ispiratogli da un dipinto che egli vide nella sala da pranzo di un certo Zoilo, raffigurante Cupido tormentato dalle eroine della leggenda che egli aveva fatto soffrire durante la loro vita terrena), la Mosella (il più lungo poema di Ausonio ed anche il suo capolavoro, il solo su cui riposa, ancor oggi, la sua fama di poeta; più che satura hodoeporica, come spesso è stata definita, potrebbe meglio essere classificata come idillio o epillio), o anche in taluni epigrammi (oltre un centinaio de diversis rebus, scritti in vari metri). In prosa abbiamo, oltre a tre prefazioni (una al lettore, una all'imperatore Teodosio, una a Siagrio), altre prefazioni ad alcune opere e la Gratiarum actio, un'orazione di ringraziamento di Ausonio console, pronunciata a Treviri nel concistoro del principe, secondo il modo tipico dei panegiristi e seguendo tutti gli artifizi della retorica. La poesia di Ausonio si sviluppa talvolta in alcune direzioni che giungono a sfiorare l'arte, o quando canta gli affetti familiari, o l'amicizia, o quando sa cogliere, se pure con toni fuggevoli, il bello della natura talvolta nei suoi aspetti più intimamente riposti. Ma non riesce mai a liberarsi interamente delle sue vesti di retore e se qualche lampo di poesia qua e là traluce, subito lo soffoca il richiamo irresistibile dell'erudizione pedantesca e greve del grammatico, dell'artificio ingombrante del retore. La lotta del poeta contro il retore è chiaramente percepibile in quello che è sempre stato considerato il suo capolavoro, la Mosella : è la descrizione di un viaggio dai campi presso Bingen, tra boschi impraticabili, fino a Neumagen, dove il cielo finalmente risplende ed appare la Mosella. Talvolta la descrizione si fa prolissa e il retore sembra prevalere ancora, ma rimane pur sempre un'atmosfera di delicatezza, di toni sfumati e smorzati tra il romantico e il crepuscolare, un senso coloristico della natura, dove appare la sensibilità del suo animo, che si manifesta in espressioni poeticamente valide, fresche nel tono, franche e spontanee. Se volessimo inquadrare Ausonio in una determinata corrente di poesia, dovremmo inserirlo, almeno per buona parte della sua produzione, tra i poeti «neoterici», secondo quella concezione di poesia di un neoterismo ormai in dissoluzione. Si pone per Ausonio il problema se fosse stato cristiano. Da alcune composizioni risulta chiaramente che lo fu, ma rimase sempre un cristiano superficiale, legato, con la sua mentalità di retore devoto al culto delle lettere e del mondo classico, alla tradizione pagana. Nella sua opera oscilla tra paganesimo e cristianesimo e può essere definito un indifferente di fronte al problema religioso, anche se, per una certa forma di opportunismo cortigiano (Valentiniano I era cristiano, di credo niceno), aderì al cristianesimo. [Agostino Pastorino- "Nova 2006" - UTET]


Teognide: Poeta elegiaco greco , nativo di Megara Nisea, vissuto intorno al sec. VI a. C. La notizia di Platone (Leg. 630 a) che lo dice cittadino della Megara di Sicilia, è riferibile a un lungo periodo di esilio. La cronologia è discussa. Probabilmente è da accettare la notizia della Suda, che assegna la maturità del poeta al 544-41 a. C. Attivo dunque poco più di una generazione dopo la tirannide di Teagene, Teognide partecipò alla ripresa della lotta per il predominio sulla sua città fra eterie dell'aristocrazia ortodossa, ereditaria e conservatrice (agathòi, esthlòi), contro fazioni oligarchiche collegate col demos (kakòi, deilòi). Buona parte del gruppo di elegie che si tende oggi a considerare genuine (vv. 19-254) nascono in margine a una situazione politica di questo tipo, strettamente collegata con la trasformazione dei vecchi modelli di organizzazione socio-economica che interessò alla metà del sec. VI tutta la Grecia. L'articolo biografico della Suda attribuisce a Teognide una Gnomologia a Cirno, delle Esortazioni e un'Elegia per gli scampati all'assedio di Siracusa. Quest'ultima (non conservata), riferendosi all'assedio del 414, non poteva essere opera che del Teognide tragediografo amico di Crizia. A noi è giunta una silloge di elegie, in due libri (vv. 1-1220 e 1231-89), cui solitamente si aggiungono altri cinque distici di tradizione indiretta (vv. 1220-30). L'attribuzione a Teognide resta tuttavia incerta e problematica. Numerose elegie iniziano con l'apostrofe a Cirno, identificato dalla tradizione antica come l'er?menos (amato) del poeta, e molti vedono in essa il «sigillo» dichiarato ai vv. 19-30. Ma l'espediente era alla portata di qualunque falsificatore. Rimane aperto anche il problema storico-culturale della costituzione dell'attuale silloge. La storia delle soluzioni proposte si riassume in quattro teorie fondamentali: sutura, in età classica, di raccolte di tre autori diversi più un libello pederotico; , fusione, in età bizantina, di due raccolte, una ateniese del sec. V a. C. e l'altra alessandrina del sec. I d. C.; , redazione artificiale su fonti antologiche in età posteriore all'opera di Stobeo ; , giustapposizione, forse nel sec. I. d. C., di un florilegio puro (attuali vv. 1-254) e di due blocchi di excerpta (vv. 255-1022 e 1023-1220) inglobanti le elegie pederotiche. La tematica della raccolta è molto varia. Più numerose le elegie di parenesi politica, ispirate a una mentalità di aristocrazia radicale, ma frequenti sono, p. es., gli enunciati di galateo simposiale, accanto a frammenti autobiografici, preghiere, indovinelli. Nel secondo libro, il codice del rapporto pederotico è illustrato in una serie di casi in cui il motivo conduttore è quello della dìke, cioè della reciprocità, e della coincidenza tra legame omoerotico e comunità di fede politica. [MASSIMO VETTA in "NOVA - 2006" - UTET]


Plutarco: scrittore greco (Cheronea. 50 - fra il 120 e il 127). Nato in Beozia, costituisce un esempio tipico di uomo di cultura greco, legato alla sua terra di origine e molto attivo in essa, ma nello stesso tempo perfettamente inserito nel mondo romano. Le notizie biografiche si ricavano soprattutto dalle sue opere, ma anche da altre fonti letterarie e da qualche iscrizione. Apparteneva a famiglia di elevate condizioni sociali ed economiche e fu allievo di Ammonio, filosofo proveniente dall’Egitto, che ad Atene impartiva un insegnamento ispirato alla tradizione platonico-accademica, nella quale si riconobbe egli stesso. Effettuò visite e soggiorni in varie città greche (Sparta, Tanagra, Patre, Tespie, ecc.), frequentò a lungo Atene, di cui ottenne anche la cittadinanza, e Delfi, dove gli furono conferite cariche religiose; compì numerosi viaggi anche al di fuori della Grecia: in Asia Minore, ad Alessandria d’Egitto e, ripetutamente, in Italia e in particolare a Roma, dove tenne delle lezioni di argomento politico e filosofico che riscossero notevole successo. Personalità di spicco nel panorama politico e culturale della sua patria, Plutarco fu inviato, quando era ancora giovane, come ambasciatore presso il proconsole di Acaia, e ricoprì le cariche più importanti nella sua Cheronea (arconte eponimo, sovrintendente dell’attività edilizia). Il suo profondo radicamento nel mondo ellenico si accompagna, senza contraddizioni, ad una notevole integrazione in quello romano: grazie all’amicizia e alla protezione del senatore L. Mestrio Florio ottenne la cittadinanza romana con il nome di Mestrio Plutarco ; intrattenne rapporti di familiarità con molti personaggi di rilievo quali Quinto Sosio Senecione, due volte console, nonché governatore di una provincia imperiale e influente amico di Traiano, e C. Avidio Nigrino e T. Avidio Quieto, che furono entrambi proconsoli in Acaia sotto Domiziano; secondo alcune testimonianze, inoltre, ricevette importanti riconoscimenti sul piano personale: da Traiano la dignità consolare e da Adriano la procuratela della provincia di Acaia. Quest’ultima concessione, databile al 119, segna il termine post quem per la sua morte, che viene collocata, in mancanza di notizie certe, qualche anno dopo.
Nonostante il gran numero di impegni pubblici e i frequenti viaggi, Plutarco dedicò buona parte del suo tempo all’insegnamento e all’attività letteraria. Nella sua città, dove visse a lungo, e più precisamente nella sua casa, dette vita a una scuola aperta ai figli e ad altri giovani, scuola che gli consentì di formare (e di poter enumerare) una lunga serie di discepoli, che a lui si rivolgevano come a un maestro di filosofia e di cultura. Sul piano letterario, poi, Plutarco è uno degli scrittori più prolifici e fecondi di tutta l’antichità classica. Il cosiddetto Catalogo di Lampria, redatto probabilmente nei secc. III o IV, comprende ben 227 opere e non è nemmeno completo, perché omette un certo numero di scritti che o ci sono pervenuti o sono testimoniati da notizie e da frammenti. Si può ritenere, pertanto, che a Plutarco siano stati attribuiti complessivamente non meno di 260 titoli, i quali, anche se possono essere ridotti a ca. 250 con l’eliminazione di quelli che risultano sicuramente o probabilmente spuri, rappresentano nondimeno una produzione assai ragguardevole e di portata inconsueta.
I testi conservati sono distinti tradizionalmente in due grandi sezioni: quella delle Opere morali (Ethikà) e quella delle Vite (Bìoi). È da dire, tuttavia, che questa suddivisione in due blocchi può essere accettata per convenzione e per comodità, ma non è riconducibile ad una originaria distinzione fra scritti etici e scritti biografici operata dallo stesso Plutarco, la cui produzione, considerata nella sua globalità, si rivela invece come il risultato di una ispirazione unitaria e di uno stesso criterio programmatico. Basta pensare, a questo proposito, che alcuni dei temi principali dibattuti nelle opere morali percorrono anche le biografie, che in qualche caso sembrano rappresentare il luogo e il mezzo più idonei per la verifica di certe teorie etiche, così come materiali storiografici confluiscono e sono utilizzati nelle opere morali per impostare e risolvere su basi concrete certi problemi di etica. Non è un caso, inoltre, che l’esegesi plutarchea degli ultimi tempi abbia dato i suoi frutti migliori proprio da parte degli studiosi che si sono proposti di investigare l’opera come un insieme unitario e organico.
Nell’ambito della prima sezione ci sono pervenute 78 opere, alcune delle quali ritenute apocrife, ma recepite correntemente nelle edizioni plutarchee. Si tratta di un complesso di scritti per i quali il titolo tradito di Moralia risulta riduttivo e non del tutto appropriato. Infatti, se è vero che alcuni di essi riguardano specificamente problemi di ordine etico-filosofico e che problemi di questo genere sono presenti anche in altri, è anche vero, tuttavia, che molti affrontano argomenti quanto mai vari e diversi: storia della filosofia e polemica filosofica (indirizzata specialmente contro gli stoici e gli epicurei), pedagogia, politica, storia e storiografia, religione, letteratura, erudizione antiquaria, archeologia, musica, scienze (matematica, fisica, astronomia, geografia, zoologia, ecc.). Probabilmente il titolo di Moralia fu assegnato in un primo tempo a un gruppo piuttosto omogeneo di scritti di carattere etico e poi esteso ad una raccolta più ampia e più eterogenea. Queste opere, strutturate come dialoghi o come trattati, testimoniano la vastità e l’articolazione degli interessi di Plutarco, che, anche se non può essere considerato un pensatore di spiccata originalità, fu certamente un grande erudito, caratterizzato da una cultura ampia e variegata, da uno specifico interesse per l’etica, da una vivissima curiosità intellettuale e da una forte vocazione all’insegnamento. I suoi Moralia sono anche una miniera di notizie, conoscenze e interpretazioni, che rappresentano una buona parte del patrimonio culturale della sua epoca e delle problematiche più dibattute in un periodo caratterizzato da grandi eventi: la diffusione del cristianesimo nell’impero e, per quanto riguarda specificamente la Grecia, la concessione della libertà ad opera di Nerone e la revoca della stessa da parte di Vespasiano. Della seconda sezione ci sono pervenute 50 biografie, 42 delle quali nella forma delle Vite parallele (Bìoi paràlleloi), ripartite cioè in coppie comprendenti un personaggio greco e uno romano, 4 raccolte in un’unica narrazione (Agide e Cleomene confrontati con Tiberio Gracco e Gaio Gracco) e 4 singole (Arato, Artaserse, unico personaggio che non appartiene al mondo greco-romano, Galba e Otone). È certo che Plutarco scrisse altre biografie, alcune delle quali dedicate agli imperatori romani da Augusto a Vitellio e una alla coppia Epaminonda - Scipione (identificato in genere con l’Africano).
Nella letteratura greca la tradizione biografica ha radici lontane, che vanno dalla vita di Omero del rapsodo Teagene (sec. VI a. C.) ai ritratti schizzati da Ione di Chio, dai profili biografici presenti nelle Storie di Erodoto fino alle opere dedicate specificamente a certi personaggi storici da Senofonte, da Isocrate e da Polibio, senza contare la rilevante produzione biografica della scuola peripatetica. Per la letteratura latina, poi, basta pensare a Cornelio Nepote. Plutarco, tuttavia, si inserisce in questo campo con un tratto piuttosto originale: l’introduzione formale della trattazione parallela delle vite di un personaggio greco e di un personaggio romano, cui si accompagna di norma (rare sono le eccezioni in questo senso) un giudizio comparativo (s?nkrisis), che sottolinea affinità e differenze fra i due. È questa una creazione tipicamente plutarchea, che risponde alla convinzione di un’intima e profonda unità del mondo classico, di cui ellenismo e romanità rappresentano due aspetti che si integrano e si completano reciprocamente. È certo, tuttavia, che la grandezza di Roma era in atto, era un fatto pacifico, mentre quella della Grecia doveva essere recuperata e dimostrata: di qui l’impressione che Plutarco - pur nell’ambito di un atteggiamento sostanzialmente imparziale, disponibile e aperto anche nei confronti del mondo romano - senta di doversi schierare sul versante greco e si consideri più impegnato, sia nelle biografie sia nelle opere morali, nella difesa e nella esaltazione di tutto ciò che pertiene all’ellenismo. Tutto questo non implica né animosità né, tanto meno, opposizione nei confronti dei romani, con i quali risulta aver collaborato lealmente e aver intrattenuto rapporti cordiali e amichevoli, non disgiunti da sentimenti di apprezzamento e di ammirazione; significa solo che Plutarco era e rimase fondamentalmente un greco. L’interesse di Plutarco per la biografia e, tutto sommato, la sua vocazione di storico possono essere stati sollecitati dall’esigenza di chiarire le vicende del suo tempo e in particolare quelle della terribile crisi dell’anno 69 d. C., successiva alla morte di Nerone. È probabile che in relazione a questi eventi siano state composte proprio le vite di Galba, Otone e Vitellio e che subito dopo, al fine di individuare gli antefatti più immediati della crisi, Plutarco si sia dedicato alle biografie (ancora singole) degli altri imperatori romani, per passare infine alla redazione delle vite parallele, che estendevano l’indagine e l’orizzonte dei suoi interessi all’intera storia di Roma e al confronto di questa con la storia della Grecia, attraverso l’ èthos dei grandi personaggi.
Molti sono gli autori (storici, poeti, filosofi, ecc.) citati da Plutarco nei suoi Bìoi e nella maggior parte dei casi dovrebbe trattarsi di autori letti direttamente e poi utilizzati grazie alla memorizzazione e agli appunti presi al momento della lettura. È anche possibile che talvolta qualche autore sia stato citato di seconda mano e che Plutarco si sia servito di fonti intermedie e di raccolte antologiche, mentre non pare affatto sostenibile, di norma, l’utilizzazione di una fonte unica, che sarebbe stata riassunta in maniera più o meno fedele e contaminata con notizie desunte altrove. In realtà, è probabile che la redazione di ogni biografia sia stata preceduta da un paziente lavoro di lettura e di raccolta di notizie sui singoli personaggi e in particolare di notizie utili alla caratterizzazione del loro èthos.
È un ritratto del carattere e del comportamento, infatti, quello che Plutarco si propone di definire e di delineare e a questo scopo valgono tanto le grandi imprese di cui i vari personaggi furono protagonisti, che vengono descritte sommariamente perché già trattate da altri, quando i fatti minori e apparentemente insignificanti della vita di ogni giorno, sui quali si concentra invece l’attenzione dello scrittore. In questo senso può aver giocato anche una certa esigenza di differenziazione rispetto alle opere storiche del passato, che sul piano della narrazione dei grandi eventi dovevano consentire scarse possibilità di interventi capaci di presentare un minimo di novità e di originalità. Da questo punto di vista, l’ottica plutarchea, oltre a costituire qualcosa di interessante di per sé, permetteva anche di portare alla luce e di valorizzare fatti di minor conto e aspetti poco conosciuti delle singole personalità, integrando e completando opportunamente il patrimonio di conoscenze già acquisito e ben noto. D’altra parte, la rinuncia a una trattazione dettagliata delle pràxeis di maggior rilievo e anche la stessa esplicita affermazione di scrivere «non storie, ma vite», non devono indurre né a ipotizzare una netta contrapposizione fra biografia e storiografia, né a escludere Plutarco dal numero degli storici. Per quanto riguarda il mondo antico, infatti, la biografia può risultare sia complementare nei confronti di una storiografia rigidamente selettiva e limitata agli eventi politico-militari, sia parte integrante e organica di una storiografia di carattere antropologico, che intenda trattare tutti gli aspetti della vicende umane, compresi il carattere e le motivazioni comportamentali dei personaggi; comunque in nessun caso, e tanto meno nel caso di Plutarco, essa si colloca in una posizione antinomica rispetto al discorso storiografico. Plutarco, pertanto, è da considerare a pieno titolo uno storico, e uno storico di notevole livello nell’ambito della trattazione dell’ èthos dei grandi personaggi.
Non c’è alcun dubbio che Plutarco, soprattutto in virtù della sua produzione biografica, sia da annoverare fra gli scrittori antichi che hanno goduto di maggiore fama in tutti i tempi (con l’unica eccezione del periodo del positivismo) e che hanno lasciato una delle impronte più cospicue nella cultura occidentale. In effetti, è stato letto, tradotto e commentato in ogni epoca; ha suscitato ammirazione e interesse da parte di una miriade di personaggi di rilievo: uomini politici, sovrani, capi di stato, rivoluzionari, moralisti, filosofi, musicisti; ha ispirato artisti di varia estrazione e operanti in campi diversi, dalla letteratura nelle sue molteplici espressioni, al teatro, alle arti figurative. [Mauro Moggi da "Nova 2006" - UTET]


Seneca , Lucio Anneo o il Filosofo: filosofo e scrittore (Córdobaca. 5 a. C. - Roma65 d. C.). Nacque a Córdoba alcuni anni prima dell'era volgare (l'esatta data di nascita non ci è tramandata) da L. Anneo Seneca il Retore e da Elvia: fu il secondogenito dei loro tre figli (il primogenito era L. Anneo Novato e il cadetto Anneo Mela, che fu poi il padre di Lucano). Venne portato a Roma ancora infante e lì compì la sua istruzione frequentandovi la scuola del grammatico e del retore e ricevendovi una formazione retorica. Sentì assai presto il fascino della filosofia e seguì con passione gli insegnamenti di Attalo, di Sozione e di Papirio Fabiano. Questi suoi maestri (di cui purtroppo conosciamo assai poco) appartenevano l'uno (Attalo) allo stoicismo, gli altri due (Sozione e Papirio Fabiano) a quella scuola dei Sesti, che, unendo elementi neostoici e neopitagorici predicavano uno stretto rigorismo morale, la ricerca della perfezione e l'astensione dalla vita pratica, e particolarmente dalla politica. Sotto l'influsso di questi filosofi e di queste correnti di pensiero, Seneca formò quel concetto di filosofia cui fu fedele per tutta la vita: una filosofia intesa soprattutto come attività che investe la sfera etica e mira all'elevazione spirituale. A essa si dedicò con entusiasmo, accettando anche pratiche ascetiche (come quella, di origine pitagorica e propugnata dalla scuola sestiana, dell'astensione dai cibi carnei). Da questa adesione troppo scrupolosa ai precetti filosofici lo distolse il padre, che non amava la filosofia. Così, dopo un lungo soggiorno in Egitto, Seneca fece ritorno a Roma (31 d. C.) e cominciò a prender parte attiva alla vita pubblica. Intraprese la carriera politica raggiungendovi la questura (negli ultimi anni di Tiberio, secondo alcuni studiosi, nei primi tempi del principato di Caligola, secondo altri). Divenne tuttavia ben presto inviso all'imperatore, che nel 39 (a seguito di un discorso giudiziario di Seneca, dicono le fonti) volle condannarlo a morte, e lo risparmiò solo per l'intercessione di una donna a lui molto cara, nella speranza che una grave malattia l'avrebbe ben presto ucciso. Nel 41, sotto Claudio, Seneca fu implicato, per istigazione di Messalina, moglie del principe, nel processo di adulterio contro Giulia Livilla, sorella di Caligola, e condannato alla relegazione in Corsica. In quest'isola rimase, fra dichiarazioni di stoica fermezza e inutili tentativi di ottenere il ritorno, fino al 49, quando, morta Messalina, fu richiamato a Roma per intercessione di Agrippina minore, sorella di Caligola e seconda moglie di Claudio. Costei gli fece ottenere la pretura e gli affidò l'educazione del figlio avuto da un precedente matrimonio con Gn. Domizio Enobarbo: L. Domizio Enobarbo, il futuro Nerone. Così Seneca, grazie al favore di Agrippina, che da lui si attendeva aiuto e collaborazione, si trovò, appena tornato dalla relegazione, in una posizione di grande prestigio. La sua potenza aumentò ulteriormente allorché Nerone, che era stato adottato da Claudio nel 50 e ne aveva sposato la figlia Ottavia nel 53, assunse nel 54, alla morte del principe, il potere imperiale. Seneca, infatti, opponendosi alle mire di Agrippina, che desiderava esercitare attraverso il figlio uno stretto controllo sugli affari pubblici, tentò, insieme con il prefetto del pretorio Afranio Burro, di influenzare e dirigere la politica del diciassettenne imperatore. Egli proponeva al giovane monarca il modello, creato dallo stoicismo, del rex iustus e non si stancava di consigliargli clemenza, moderazione, mitezza, liberalità, affabilità. La serie di saggi provvedimenti volti a ridare un certo prestigio al senato e a ottenere il favore della plebe che caratterizzarono i primi anni del principato (Nerone ) sembra dimostrare che il tentativo di Seneca ebbe successo, anche se egli dovette scendere a compromessi e giustificare azioni che non poteva approvare, come l'assassinio di Britannico, figlio di Claudio e di Messalina, ordinato da Nerone nel 55. In questo periodo il nostro filosofo ricoprì la carica di console suffetto, mentre partecipavano al governo illustri personalità della classe senatoriale, come Trasea Peto, stoico intransigente e noto per la sua fermezza morale, e suo genero Elvidio Prisco (che furono rispettivamente console suffetto e tribuno della plebe nel 56). Tuttavia la situazione a poco a poco cominciò a sfuggire di mano a Seneca e a Burro, giacché l'imperatore tendeva sempre più ad affermare la sua indipendenza, incitato in ciò dall'ambizione di Poppea Sabina, la donna di cui nel 58 era divenuto l'amante. La posizione del nostro autore divenne perciò sempre più difficile, finché il matricidio, che concluse il dissidio fra Nerone e Agrippina, lo pose di fronte a una difficile scelta (59 d. C.). Ancora una volta egli preferì accettare l'azione del principe e lo giustificò, scrivendo anzi a suo nome una lettera al senato, in cui sosteneva che Agrippina, a seguito di un fallito tentativo contro l'imperatore, si era uccisa. Questa versione ufficiale fu subito e facilmente accettata da tutti i senatori: solo lo stoico Trasea Peto, uscendo dal senato, dimostrò il suo dissenso. Ancora una volta Seneca si era schierato con Nerone e ne era stato complice e strumento; questo suo atteggiamento però non gli giovò molto, giacché negli anni successivi perse ogni influenza. Nel 62 morì Afranio Burro e gli furono sostituiti nella carica di prefetto del pretorio Fenio Rufo e Ofonio Tigellino, uomo perfido e infame. Seneca si trovò quindi isolato, privo dei suoi antichi collaboratori e fatto segno di aspre critiche dai nuovi consiglieri imperiali. Decise perciò di ritirarsi a vita privata, chiese a Nerone il congedo e si isolò dedicandosi allo studio della filosofia. Nonostante questo suo stretto ritiro, Seneca, verso la fine del 62, fu accusato di cospirare contro il principe, ma poté dimostrare la propria innocenza e salvarsi. Questo invece non gli riuscì tre anni dopo, allorché, scoperta la congiura di Pisone, fu denunciato e, ricevutone l'ordine da Nerone, si uccise.
Seneca fu scrittore molto fecondo. Della sua vasta produzione, che purtroppo non ci è pervenuta completa, abbiamo 12 libri di Dialoghi, il De clementia ( La clemenza), il De beneficiis ( I benefici), le Naturales quaestiones, le Epistulae ad Lucilium ( Lettere a Lucillio), 9 tragedie, l' Apocolocyntosis e alcuni epigrammi. Sotto il titolo di Dialogorum libri XII ci è giunta una raccolta di scritti filosofici e morali, che sviluppano temi dell'etica stoica. Essi sono: il De ira, dedicato al fratello Anneo Novato, che, in tre libri, analizza l'ira come malattia dell'anima, ne addita le terribili conseguenze, soprattutto nella vita pubblica, e consiglia i mezzi per guarirla; il De providentia, dedicato a Lucilio, che si occupa della provvidenza divina (tipico concetto dello stoicismo) e del problema del male inflitto ai buoni; il De constantia sapientis, dedicato ad Anneo Sereno, che esalta la figura del saggio stoico; il De brevitate vitae, dedicato a Pomponio Paolino, che è incentrato sul problema del tempo e sostiene che la vita non è breve per chi sa usarla; il De vita beata, dedicato al fratello Anneo Novato (che in seguito ad un'adozione aveva preso il nome di L. Giunio Anneano Gallione), che svolge il tema della felicità e, stoicamente, la fa coincidere con la virtù; il De tranquillitate animi, dedicato ad Anneo Sereno, che ha per argomento la serenità e la coerenza dello stoico; il De otio, dedicato ad Anneo Sereno, che tratta il problema della vita privata e del disimpegno politico, giustificandoli in base a dottrine stoiche. Vi sono poi 3 opere di genere consolatorio: la Consolatio ad Marciam, rivolta a Marcia figlia di Cremuzio Cordo (lo storico suicidatosi sotto Tiberio, i cui Annali erano stati condannati alle fiamme), in cui Seneca la conforta della morte del figlio Metilio e la elogia per aver ripubblicato l'opera paterna; la Consolatio ad Helviam matrem, scritta durante la relegazione in Corsica e dedicata alla madre per consolarla del suo esilio; la Consolatio ad Polybium, composta nello stesso periodo della precedente e indirizzata a Polibio, potente liberto di Claudio, per confortarlo della perdita del fratello e pregarlo di ottenergli dall'imperatore il ritorno.
Il De clementia, concepito in tre libri e pervenutoci mutilo (sono rimasti il primo libro e 7 capitoli del secondo), rappresenta una delle opere più importanti del filosofo. Dedicato a Nerone, esso è un'esposizione assai ampia del pensiero politico di Seneca : egli infatti ritiene, secondo le dottrine dello stoicismo, che la monarchia sia la migliore delle costituzioni e identifica con il rex iustus stoico il giovane imperatore. Egli dunque governerà mirando al bene dei suoi sudditi ed eserciterà saggiamente la clemenza, che darà ai suoi governati la certezza di essere trattati con moderazione e giustizia e concilierà a lui il loro favore e la loro benevolenza.
Il De beneficiis, dedicato a Ebuzio Liberale, è un trattato in 7 libri in cui è affrontato con puntigliosa attenzione il problema del beneficio. Esso è concepito come un'azione essenzialmente sociale che instaura legami fra persone diverse: conseguentemente Seneca analizza il modo di dare e di ricevere il beneficium, e la natura, la specie e le varietà dei rapporti che si possono stabilire fra beneficante e beneficato.
Le Naturales quaestiones, in 7 libri, dedicate a Lucilio, furono scritte dopo il ritiro di Seneca dalla vita politica e trattano di alcuni fenomeni fisici, meteorologici e astronomici (come i terremoti e le comete). Esse mostrano che Seneca, come del resto molti filosofi del suo tempo, coltivava anche le scienze, ritenendole parte integrante della filosofia. Tale interesse era tuttavia legato in lui con una profonda istanza morale: quella di liberare gli uomini da vani e superstiziosi terrori. Le Epistulae morales ad Lucilium sono una raccolta di 124 lettere divise in 20 libri (ma Aulo Gellio cita il XXII libro, ed è quindi possibile che fossero originariamente in numero maggiore) e indirizzate all'amico Lucilio. Scritte fra il 62 e il 65, espongono i pensieri e le riflessioni dell'autore su svariati argomenti morali e filosofici e trattano spesso temi fondamentali (come il problema della morte, la funzione della filosofia, la vita contemplativa, ecc.).
Le tragedie, i cui titoli sono Hercules furens ( Ercole furioso), Troades ( Troiane), Phoenissae ( Fenice), Medea, Phaedra ( Fedra), Oedipus ( Edipo), Agamemnon ( Agamennone), Thyestes ( Tieste), Hercules Oetaeus ( Ercole Eteo), traggono i loro argomenti da alcuni fra i temi più famosi della mitologia, che erano stati spesso trattati dai tragici greci e dal teatro latino arcaico. La loro autenticità, che diede vita a numerose discussioni, è ora generalmente ammessa da tutti gli studiosi. Quasi concordemente invece è ritenuta spuria una pretesta, che i codici attribuiscono a Seneca : l'Octavia, che narra l'infelice vicenda di Ottavia, moglie di Nerone, introducendo come personaggio lo stesso Seneca.
L'Apocolocyntosis divi Claudii (Inzuccatura del divo Claudio), o Ludus de morte Claudii, è un'operetta composta parte in prosa e parte in versi che rientra nel genere della satira menippea, com'era stata coltivata da Varrone. Essa fu scritta dopo la morte di Claudio ed è una parodia condotta con brio e con feroce sarcasmo dei funerali e dell'apoteosi dell'imperatore, di cui vengono stigmatizzati i vizi e i difetti, mentre con gioia viene salutato l'avvento di Nerone. Gli epigrammi pervenutici sotto il nome di Seneca sono una settantina, di cui parecchi certamente non autentici. Al nostro autore si devono tuttavia probabilmente attribuire alcuni componimenti che si riferiscono alla sua relegazione in Corsica e altri di argomento gnomico.
La produzione in prosa di Seneca presenta dunque una spiccata intonazione filosofica e morale; nulla però ha del rigore che noi solitamente ricerchiamo negli scritti di filosofia. Piuttosto che la rigidezza e la freddezza delle trattazioni scientifiche essa mostra il calore dell'esortazione e della parenesi. Lo scopo del filosofo è infatti non di dimostrare alcune verità, ma di incitare e stimolare i lettori al miglioramento di se stessi. Un fine pratico dunque, e non teoretico, che spiega e giustifica l'uso di procedimenti che appartengono piuttosto all'eloquenza che alla filosofia. Vi è infatti in queste opere un tono oratorio, che ben si accorda con la cultura del tempo e la sua predilezione per le declamazioni e gli esercizi retorici, e che del resto non è semplicemente esteriore e artificioso, ma corrisponde alla sensibilità di Seneca. Questo aspetto è particolarmente presente nei trattati (nonostante il loro titolo, i Dialoghi non hanno infatti forma dialogica, se si esclude l'uso retorico di introdurre le obiezioni e le riserve di un generico oppositore), che presentano talvolta una struttura confusa e intricata. Infatti gli schemi, le esemplificazioni, i luoghi comuni derivati dalle fonti greche non sono fusi in un discorso strettamente e freddamente razionale: qualche volta anzi le argomentazioni non sono condotte con un procedimento rigoroso. Esse trovano però la loro forza di persuasione nella passione e nel fervore che le anima e le unifica.
Le tragedie senecane sono anch'esse legate al gusto e alla cultura del tempo. La tragedia infatti era coltivata e apprezzata nei circoli colti, che se ne servivano per esprimere le proprie idee e convinzioni, spesso in contrasto con la cultura ufficiale. Erano dunque opere di pensiero e come tali destinate non alla rappresentazione, ma alla declamazione. Questi caratteri sono ben presenti anche nella produzione di Seneca, che fu dettata probabilmente da esigenze pedagogiche e mirava a rappresentare in tutto il loro orrore le passioni che Seneca desiderava estirpare. Egli infatti innesta negli antichi miti le proprie esigenze morali e la propria riflessione, creando così drammi ricchi di introspezione, di analisi psicologica, di raffinata eloquenza. I personaggi non si esprimono con rapide e agili battute, ma tendono a esternare sentimenti, passioni, pensieri con lunghi discorsi retoricamente costruiti. Anche i loro contrasti assumono il tono, non di vivaci e immediati diverbi, ma di discussioni, in cui le varie parti svolgono la propria tesi confutando l'avversario con abile tecnica dialettica. Molto viva è anche la presenza della filosofia e assai spesso troviamo enunciati e svolti e sentenze e temi dello stoicismo: caratteristica di questa impostazione filosofica è del resto la rappresentazione assai frequente dello scontro fra il tiranno e un personaggio che gli si oppone e resiste con stoica fermezza. Non manca tuttavia in queste tragedie la forza drammatica, che spesso nasce dalla descrizione viva e immediata di sentimenti e di passioni titaniche e sfrenate. Vivissimo infatti è in Seneca il gusto per la psicologia: una psicologia che si rivolge non tanto ai personaggi quanto alle passioni. Egli eccelle infatti nell'analizzare quegli stati d'animo violenti e morbosi (come la collera, l'odio, l'amore sfrenato, ecc.) che esamina anche nelle sue opere filosofiche. Egli mostra anche un vivo interesse per situazioni macabre, patetiche e impressionanti, e indulge volentieri a descrizioni minute di particolari orripilanti (il banchetto di Tieste, l'uccisione di Agamennone, ecc.).
Lo stile di Seneca è personalissimo, tanto che fin dall'antichita suscitò commenti non sempre benevoli: Caligola lo definì harena sine calce, sabbia senza calce, e Quintiliano, pur notando che egli era l'autore più amato dai giovani, gli rimproverava di essere colmo di ogni difetto. Egli spezza infatti la struttura del periodo ciceroniano, saldamente costruito mediante la subordinazione, e vi sostituisce un nervoso susseguirsi di frasi giustapposte, unite da legami di natura logica piuttosto che sintattica. Frequente è l'uso di sentenze, di antitesi, di riprese e variazioni di uno stesso concetto, di anafore, di traslati, di metafore, mentre il lessico presenta forme proprie della lingua elevata o anche di quella colloquiale (comunemente usata nella diatriba). Ne deriva quindi uno stile dall'andamento incalzante e serrato in cui (anche se Seneca dichiara di non preoccuparsi affatto della forma) è riconoscibile l'influsso della retorica e del gusto asiano del tempo.
La posizione filosofica di Seneca è essenzialmente pratica: egli ritiene che la filosofia debba essere maestra di vita e non nutre perciò molta simpatia per la dialettica pura. Tale spiccato interesse per i problemi morali spiega perché la speculazione senecana sia in campo teoretico scarsamente originale e giustifica anche il suo eclettismo. Egli infatti non soltanto accoglie nelle linee generali l'insegnamento stoico (rifacendosi particolarmente alla media Stoà e ad autori come Panezio e Posidonio), ma anche non rifiuta precetti o temi tratti dalle dottrine di altre scuole (come quella pitagorica, quella platonica o persino quella epicurea). Quello che conta è il risultato che essi producono, valutato in termini di miglioramento interiore. Questo atteggiamento implica altresì una certa noncuranza per la coerenza e la sistematicità, cosicché nelle opere di Seneca si può ravvisare non tanto un corpo di dottrine ben organizzato, ma una serie di temi più o meno importanti e sfruttati (come la provvidenza divina, le teorie sull'anima, l'esaltazione del saggio, l'affermazione degli stretti legami di parentela fra tutti gli uomini, ecc.). Si può inoltre notare che il rigorismo stoico diviene in lui meno rigido e più umano, e che la profonda e sofferta coscienza dell'oscillare di tutti gli uomini fra il bene e il male rende meno incolmabile l'abisso fra il sapiens e lo stolto. Alcuni aspetti della filosofia senecana, che per certi versi si avvicina al cristianesimo, ispirarono una raccolta apocrifa di 14 Lettere che sarebbero state scambiate fra Seneca e san Paolo e che dovevano dimostrare la conoscenza e l'amicizia fra questi due autori [da "Nova 2006" - UTET]]


-CANTANTI E MUSICISTI NELLE CIVILTA' ANTICHE: EGIZIANI, SUMERI, BABILONESI, ASSIRI
-CANTANTI E MUSICISTI NELLA CLASSICITA' GRECA
-CANTANTI E MUSICISTI NELLA CLASSICITA' ROMANA
-[CANTANTI DELLA ROMANITA': UNA CANTANTE E SUONATRICE D'ORGANO NELL'IMPERIALE CITTA' PANNONICA DI AQUINCUM]
-[MUSICA MEDIEVALE: CANTO GREGORIANO]
-[MUSICA MEDIEVALE: LA POLIFONIA]
-CANTO E FASCINAZIONE: DAL CANTO MAGICO DELLE SIRENE AL CANTO CONTURBANTE E PECCAMINOSO DELLE DONNE
-CANTANTI: I CASTRATI - LE VOCI BIANCHE (ANCHE CORI E CANTORIE ECCLESIASTICHE)
-CANTANTI DAL XVII AL XVIII SECOLO: REGOLAMENTAZIONE CANONICA DI RAPPRESENTAZIONI MUSICALI IN CHIESE E LUOGHI SACRI

-[LA CHIESA DI FRONTE A CASTRATO / SPADONE / EUNUCO : LE INTERPRETAZIONI CANONICHE]
-[LA CHIESA DI FRONTE A CANTO / DANZA CORALE / CORO : INTERPRETAZIONI CANONICHE]
-[CASTRATO - EUNUCO - SPADONE - TESTICONDE - CRIPTORCHIDE NELL' INVESTIGAZIONE MEDICA LEGALE DEI SECOLI XVIII-XIX ]
-CANTANTI: I CASTRATI - LE VOCI BIANCHE: FARINELLI - FARINELLO (CARLO BROSCHI) IL PIU' CELEBRE DEI CANTANTI CASTRATI
-[CANTANTI: I CASTRATI - LE VOCI BIANCHE: UN ELOGIO POETICO DI FARINELLI - FARINELLO COMPOSTO DAL LIRICO GENOVESE CARLO INNOCENZO FRUGONI]
-[ CANTANTI : TECNICA DEL CANTO ITALIANO DAL SEC. XVI ]
-[CANZONE PROFANA MODERNA: SUA AFFERMAZIONE IN EPOCA BAROCCA]
-[COMPOSIZIONE VOCALE RELIGIOSA NEL '600: DALLA LAUDA ALL'ORATORIO]
-[COMPOSIZIONE MUSICALE TEATRALE D'ARGOMENTO PROFANO: IL MELODRAMMA DAL MONTEVERDI AL LULLI]
-[ L' ARIA NEL MELODRAMMA DAL XVII AL XVIII SECOLO ]
-[ CANTANTI : L'ULTIMO DEI CASTRATI (ALTRI CANTANTI EVIRATI DELLA CAPPELLA SISTINA)]


Anassandride: Poeta greco della Commedia di mezzo, nato verso il 400 a.C. o a Camiro, nell'isola di Rodi, o a Colofone. Secondo la tradizione fu il primo a trattare di amori e seduzioni, argomenti prediletti dalla commedia del sec. IV. Fra i numerosi frammenti conservatici spiccano quelli con riflessioni generali, spesso di carattere satirico, mentre molti titoli si riferiscono a parodie mitologiche. [PIETRO GIANNINI in "NOVA - 2006" - UTET]


Eubulide: Si tratta probabilmente di un nome ricorrente in una famiglia di artisti, dove si alternava con quello di Euchiro. Si segnalano due scultori: uno operante a Tanagra nel 350 a. C. ca., un altro citato in un'epigrafe dell'epoca di Claudio, rinvenuta al Pireo.
Eubulide di Mileto: Filosofo greco del sec. IV a. C., discepolo di Euclide ; fu a capo della scuola di Megara. Combatté contro Aristotele, che sosteneva il valore dell'esperienza sensibile. Fu autore di famosi sofismi, tra i quali quello del «mentitore», del «calvo», e del «mucchio»; in particolare quest'ultimo è noto con il nome di Sorite. [GIOVANNI MARIA MERLO in "NOVA - 2006" - UTET ]


Achille Tazio Scrittore greco, vissuto probabilmente nel sec. II d. C., autore del romanzo Storia di Leucippe e Clitofonte. Il racconto è condotto in prima persona, per bocca del protagonista, che narra le drammatiche avventure occorse ai due giovani innamorati dal momento in cui una tempesta li getta nelle mani di predoni egiziani. L'opera rivela, accanto a una certa vivacità di stile, una caratterizzazione non molto raffinata dei personaggi ed una certa inorganicità, derivata dall'introduzione di digressioni in forma di lettere, favole o miti tipica del romanzo alessandrino.
Altro Achille Tazio fu uno dei commentatori dell'opera di Arato, vissuto probabilmente tra il II e il III secolo d.C. Dal suo trattato Perì sfàiras (Sulla sfera), una sorta di introduzione ai Fainòmena di Arato, di cui peraltro si sono conservati solo frammenti, ricaviamo notizie particolarmente utili sulla cosmologia e la fisica stoiche. [MARIA GRAZIA FILENI in "NOVA - 2006" - UTET ]


Della Croce, Ludovico Annibale : filologo, editore critico di classici, letterato e poeta milanese nato nel 1499 e morto nel 1577. Il nome mediamente compare nelle forme latinizzate: L. Annibal Cruceius; L. Annibale Cruccio. Studioso di Achille Tazio ne editò i seguenti volumi:
Achilles Tatius,Narrationis amatoriae fragmentum e Graeco in Latinum conuersum. L. Annibale Cruceio interprete, Lugduni : apud Seb. Gryphium, 1544 - 94, 2 p. ; 8 - Trad. del Clitophon et Leucippe di Achilles Tatius - Marche sul front. e in fine - Cors.; rom. - Segn.: A-F8 - Iniziali xil - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca del Seminario maggiore - Padova - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma
Achilles Tatius ,Achillis Statii Alexandrini De Clitophontis et Leucippes amoribus libri 8. E Graecis Latini facti a L. Annibale Cruceio. Quibus index eorum, quae libris continentur, & singulorum librorum argumenta, ab August. Gambarellio facta, nunc addita fuerunt, Bergomi : typis Comini Venturae & soc. ad instan. sp. viri D. Antonij Antonian - 40, 248 p. ; 16o - Data della pref.: 1587 - Marca n.c. (simile a Z700) di Giovanni Antonio degli Antoni sul front. - Cors. ; rom. - Segn.: a8 b4 c8 A-P8 Q4 - C. c8 bianca - Iniziali e fregio xil - Localizzazioni: Biblioteca civica Angelo Mai - Bergamo Biblioteca comunale dell'Archiginnasio - Bologna - Biblioteca del Seminario vescovile - Cremona - Biblioteca dell'Accademia Rubiconia dei Filopatridi e comunale antica - Savignano sul Rubicone - FC - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca Medicea Laurenziana - Firenze - Biblioteca della Societa' economica - Chiavari - GE - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - Biblioteca dell'Università cattolica del Sacro Cuore - Milano - Biblioteca d'Arco - Mantova - Biblioteca Estense Universitaria - Modena - Biblioteca comunale Passerini Landi - Piacenza - Biblioteca universitaria di Padova - Biblioteca Dominicini - Perugia - Biblioteca universitaria - Pisa - Biblioteca municipale Antonio Panizzi - Reggio Emilia- Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteca Angelica - Roma - Biblioteca Casanatense - Roma - Biblioteca capitolare - Atri - TE - Biblioteca civica Girolamo Tartarotti - Rovereto - TN T - Biblioteca dell'Accademia delle scienze - Torino - Biblioteca comunale Vincenzo Joppi - Udine - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia - Biblioteca del Convento dei Cappuccini - Thiene - VI - Biblioteca civica - Verona


Achilles Tatius, Achillis Tatii De Clitophontis & Leucippes amoribus lib. 8. Longi Sophistae De Daphnidis & Chloes amoribus lib. 4. Parthenii Nicaeensis De amatoriis affectibus lib. 1, Ex officina Commeliniana: Commelin Jerome Erben <1597-1622>, 1601
Achilles Tatius, Achillis Tatii De Clitophontis & Leucippes amoribus lib. 8. Longi Sophistae De Daphnidis et Chloes amoribus lib. 4. Parthenii Micaeensis De amatoriis affectibus lib. 1, Heidelberg: Commelinus, Hieronymus Erben, 1606
Achilles Tatius, Erotikon Achilleos Tatiou sive De Clitophontis & Leucippes amoribus libri 8., opera et studio Cl. Salmasii, Lugd. Batavor.: Hegerus, Franciscus, 1640
Achilles Tatius, Achillis Statii Alexandrini De Clitophontis et Leucippes amoribus libri 8. E Graecis Latini facti a L. Annibale Cruccio. Quibus index eorum, quae libris continentur, & continentur, & singulorum librorum argumenta, ab August. Gambarellio facta, nunc addita fuerunt, Bergomi: Ventura, Comino & C.
Achilles Tatius, Achillis Statii Alexandrini De Clitophontis et Leucippes amoribus libri 8. E Graecis Latini facti a L. Annibale Cruceio. Quibus index eorum, quae libris continentur, & singulorum librorum argumenta, ab August. Gambarellio facta, nunc addita fuerunt, Bergomi: Antoni, Giovanni Antonio degli <2.>Ventura, Comino & C.


Gregorio di Nazianzio - Gregorio Nazianzieno: Dottore della chiesa, vescovo e scrittore ecclesiastico greco (Arianzo, presso Nazianzo, Cappadocia,ca. 329 - ivi390). Ebbe lo stesso nome del padre, già vescovo di Nazianzo. Gregorio di Nazianzo ebbe una accurata educazione, prima a Cesarea di Cappadocia, quindi a Cesarea di Palestina, ad Alessandria, dove fu con Gerolamo alla scuola di Didimo il Cieco, e finalmente ad Atene, dove fu discepolo di Imerio e Proeresio e si legò di intima amicizia con Basilio. Tornato in patria, insegnò retorica per qualche tempo finché raggiunse l'amico Basilio ad Annesi, nel cenobio che questi aveva fondato sulle sponde dell'Iris. Qui egli continuò la sua vita di studio e di meditazione e compose in collaborazione con l'amico la Filocalia, un'antologia degli scritti origeniani, documento della comune ammirazione per il grande alessandrino. Nel 362, contro la sua volontà, ricevette dal padre gli ordini sacri e da allora in poi alternò il ministero pastorale nella diocesi del padre con la vita contemplativa ad Annesi. Nel 371 Basilio, divenuto vescovo di Cesarea, lo consacrò vescovo di Sasima, borgo al confine delle due Cappadocie che Gregorio di Nazianzo non volle mai raggiungere. Accettò invece nel 379 l'invito di recarsi a Costantinopoli per rialzarvi le sorti della comunità ortodossa sopraffatta dagli ariani, ma quando già si delineava il trionfo più completo fu costretto dalle mene degli avversari ad abbandonare la sua carica. Resse allora per qualche tempo la diocesi di Nazianzo rimasta vacante per la morte del padre e quindi nel 383 si ritirò a vita privata nella campagna di Arianzo, dove rimase fino alla morte.
D'indole sensibilissima, Gregorio di Nazianzo era poco incline alla vita pratica nella quale portava le intemperanze del suo carattere generoso e impulsivo, e per tutta la vita fu tormentato dal dissidio interiore tra un ideale di studio e di contemplazione e le esigenze del ministero pastorale. Non ebbe grandi doti speculative; il suo ambiente congeniale fu la retorica, così come si era venuta configurando nella cosiddetta seconda sofistica: di essa Gregorio di Nazianzo assimilò in modo mirabile la tecnica varia e raffinata, piegandone con rara maestria tutti gli artifici e le regole dell'espressione artistica. Sotto questo aspetto pochi autori del sec. IV, pagani e cristiani, reggono il confronto con lui, anche se in tanto splendore di forma gli fanno difetto la profondità e l'originalità della speculazione. Il meglio della sua produzione letteraria è contenuto nelle 45 Orazioni, tra le quali spiccano le 5 pronunciate nel 380 a Costantinopoli contro gli ariani e i macedoniani in difesa dell'ortodossia, e chiamate «teologiche» dall'autore stesso (sono le 27-31 della raccolta): esse sono interessanti anche da un punto di vista storico-culturale perché rappresentano uno dei primi tentativi di ripensamento del dogma trinitario in schemi neoplatonici. Le Orazioni sono sotto il segno assoluto della retorica, ma ciò non soffoca l'espressione di caldi e sinceri sentimenti, come si può vedere nell'orazione XIV sull'amore verso i poveri. La maggioranza di questi discorsi sono panegirici in occasione di feste religiose e in lode di santi e di martiri e i migliori sono quelli dove i sentimenti di ammirazione si intrecciano all'espressione di teneri affetti familiari, come nei discorsi funebri per il fratello Cesario, la sorella Gorgonia e il padre, di amicizia, come nel logos epitaphios per Basilio, dell'elemento autobiografico, come nel celebre Apologeticus de fuga sua o nel discorso di addio alla comunità di Costantinopoli, della polemica, come nelle due Invettive contro Giuliano (del 363). Le stesse caratteristiche si ritrovano anche nelle Lettere, in numero di 245, in genere assai brevi e relative ad affari e questioni personali. Eguale giudizio positivo non si può ripetere invece per le Poesie. Gregorio di Nazianzo coltivò quasi tutti i generi poetici tradizionali, ma la sua vasta produzione poetica (ca. 18.000 versi in 400 componimenti) denuncia spesso l'artificio retorico e lo sforzo di adattamento al metro. Quanto al contenuto queste poesie sono tradizionalmente divise in due gruppi: teologiche (dogmatiche e morali) e storiche (autobiografiche, tra cui il carme XI, De vita sua, di quasi 2000 versi, e il XII, di oltre 800, e altre). Le composizioni raggiungono accenti di viva e commossa poesia soprattutto là dove affiora l'elemento autobiografico o la malinconia quasi romantica dell'autore che medita sulla caducità delle cose umane o vagheggia un ideale di solitudine e di contemplazione. Anche nelle poesie teologiche si trova però qualche momento di assoluta perfezione, soprattutto là dove lo sgomento davanti al mistero dell'ineffabile crea sospensioni piene d'intensità drammatica e silenzi pervasi da vasti stupori. L'intensità del sentimento giunge talvolta fino a infrangere gli schemi tradizionali della metrica classica quantitativa per quelli più moderni dell'accento e del numero delle sillabe (l'Inno vespertino, l'Esortazione a una vergine). La critica recente è divisa nell'attribuire a Gregorio di Nazianzo la paternità del dramma Christus Patiens , un centone di passi di Euripide, che tutti i manoscritti attribuiscono a Gregorio di Nazianzo ma potrebbe appartenere al periodo bizantino tardo (forse al sec. XI o XII). [EUGENIO CORSINI in "NOVA 2006" - UTET]
La maggior parte delle orazioni di Gregorio di Nazianzio, 45 in totale, scritte in greco, fu pronunciata in due periodi distinti: nei primi anni successivi al ritorno in Cappadocia e all'ordinazione sacerdotale (avvenuta nel 361 ca.) e nel triennio 379-381 a Costantinopoli. ll resto si distribuisce nel periodo intermedio. L'orazione XXXV è probabilmente apocrifa. Lo stato della tradizione manoscritta fa pensare all'esistenza di più edizioni e revisioni degli scritti.
La maggior parte sono discorsi di circostanza. Innanzitutto, ci sono quelli in rapporto con vicende personali. I primi tre discorsi, che si collocano intorno al 362, furono scritti dopo la fuga compiuta in seguito all'ordinazione sacerdotale che era stata imposta a Gregorio e che egli accettò poi a malincuore. Il più ampio e il più noto è il II, l'Apologetico per la sua fuga, in cui, a giustificazione del suo rifiuto, illustra ed esalta l'alta dignità e i gravi doveri del sacerdozio. Più tardi, intorno al 372, l'elezione a vescovo di Sasima voluta dall'amico Basilio, ma sgradita a Gregorio, occasionò altri tre discorsi apologetici (IX-XI) e il XII, in cui Gregorio, rivolgendosi al padre, vescovo di Nazianzo, manifesta la decisione di accettare, in cambio della cura pastorale di Sasima, una collaborazione con lui.L'orazione XXVI fu pronunciata nel 380, dopo il ritorno da un breve ritiro in campagna che si era concesso successivamente alla scoperta degli intrighi che contro di lui aveva tramato un suo presunto collaboratore, di nome Massimo. Il XLII, del 381, costituisce l'accorato e dignitoso discorso di congedo dall'episcopato e da Costantinopoli, pronunciato davanti a un assemblea di 150 vescovi.Altri discorsi prendono occasione da vari problemi disciplinari, economici e sociali, della comunità cristiana: ad esempio, da contrasti tra il padre e i monaci della diocesi (VI forse del 364), dallo scisma di Antiochia (XXII e XXIII del 379), dalla questione della restituzione delle chiese occupate dagli ariani (XXXII-XXXVI del 380), da una carestia (XVI del 373), da una faccenda di imposte (XVII e XIX del 373 e del 374-375), ecc.Di occasione sono anche i panegirici, pronunciati in onore dei Maccabei (il XV del 373), di Atanasio (il XXI del 379), di Cipriano di Cartagine, confuso peraltro con Cipriano di Antiochia (il XXIV del 379), del filosofo Erone, cioè, in realtà, di Massimo (il XXV della fine del 379). Panegirici sono anche le quattro orazioni funebri che ci ha lasciato. Una, la VII, del 368-369, è per il fratello Cesario e in essa le lodi del fratello si mescolano alle considerazioni, di tono consolatorio, sulla vanità delle cose mondane. L'VIII, per la sorella Gorgonia (tra il 369 e il 374), tratteggia nella figura della sorella il modello della donna cristiana. La più interessante è considerata la XVIII, per il padre (374), perché ricca di particolari sulla famiglia dell'oratore e sulla storia di Nazianzo. La XLIII fu pronunciata nel trigesimo della morte di Basilio (381-382).Il IV e il V discorso contengono le famose Invettive contro Giuliano, composte poco dopo la morte dell'imperatore, probabilmente nel 363-364, in collaborazione con l'amico Basilio, a quanto Gregorio stesso afferma. In esse viene denigrata con violenta acrimonia tutta la politica dell'imperatore, in campo militare, religioso e culturale. In particolare viene criticato il decreto di espulsione dei cristiani dall'insegnamento scolastico e si arriva a negare ogni valore alla filosofia e alla cultura pagane.Parecchi discorsi furono pronunciati in occasione delle varie festività liturgiche: per il Natale (il XXXVIII del 379 o 380), per l'Epifania (il XXXIX e il XL del 380 o 381), per la Pasqua (il XLV posteriore al 383), per la Pentecoste (il XLI del 381 o 379-380), per la domenica della Dedicazione (il XLIV del 383).Questi discorsi forniscono lo spunto per argomentazioni dottrinali, che diventano invece sostanziali nei cinque grandi discorsi «teologici» (XXVII-XXXI) pronunciati a Costantinopoli nel 380, considerati dagli antichi il suo capolavoro. In essi Gregorio affronta le questioni trinitarie discusse al suo tempo. Dopo aver messo in guardia dalla pretesa di interpretare la Scrittura e di discutere del dogma senza adeguata preparazione e soprattutto dalla presunzione e dall'orgoglio (I), illustra il concetto cristiano di divinità (II), dimostra, contro gli Eunomiani, la consustanzialità del Figlio rispetto al Padre (III-IV) e, contro i Macedoniani, la divinità dello Spirito Santo (V). Ancora di carattere teologico è il discorso XX, che dev'essere coevo.Solo un'orazione, la XIV, del 373, si propone un tema morale, quello dell'amore dei poveri, che viene svolto con abilità retorica e toni patetici.Di carattere esegetico è il discorso XXXVII, che fu pronunciato a Costantinopoli, e commenta il passo del Vangelo di Matteo relativo alla questione del divorzio (20,1).
Le orazioni di Gregorio suscitarono un'ammirazione entusiastica presso i contemporanei e presso i posteri. Furono utilizzate e imitate da Giovanni Damasceno, Massimo il Confessore, Cosma di Maiuma (sec. VII-VIII), ecc. Gli innografi bizantini si sono spesso ispirati ad esse. Un'altra testimonianza della loro fama è costituita dal numero e dalla bellezza dei manoscritti che ce le hanno trasmesse, e inoltre dai vari commenti, tra cui quello, di carattere filologico, di Elia di Creta (X sec.) e quello, di carattere teologico, di Niceta di Eraclea (fine dell'XI sec.). Michele Psello (XI sec.) considerava Gregorio il Demostene cristiano. [CLEMENTINA MAZZUCCO in "NOVA 2006" - UTET]


Salon Michael [scrive l'Ossinger sotto voce del suo repertorio] natione Hispanus, Alumnus Provinciae Aragoniae, Filius Coenobii Valentini Saeculo 17 nimirum die 30 Decembris anno 1620 in collegio Valentino aetatis 82 mortalem vitam deseruit. Erat S. Theologiae Doctor, et publicus in Academia Valentina S. Thomae Aquinatis Interpres, Sacrae Inquisitionis Qualificator, Prior Oriolensis, et Provincialis Aragoniae, in qua dignitate anno 1599 confirmatus fuit, Praesul enim exstitit tum doctrinae Theologicae, tum eruditionis fama insig­nis, ac eloquentiae studiis egregie imbutus. Opera ejus publico prelo degnissima sunt:
Ingens volumen de jure et justitia. Valentiae 1581 et Venetiis 1608, in fol.
Vita S. Thomae a Villa nova Hispanice scripta sub hoc titulo: Libro de la vida san­ta, y milagros del Illustrissimo y Reverendissimo Sennor D. Fr. Thomaso de Villa nova Arcopispo de Valencia de la Orden de S. Augustin. Valenciae 1620, item 1652, in 4, addito tractatu del Estado de la Canonizacion, y causa del Beato Arcopispo. Authore Bonaventura Fuster de Ribera.
Hoc opus postea Romae Italice in lucem prodiit per Angelo Bernabo del Verme 1658. Exstat in nostra Bibliotheca Monacensi.
Oracion Panegyrica, exortatoria y consolatoria de la Marquesa de Carazena Don­na Isabel de Velasco y Mendoza Virreina de Valencia con una breve relacion de la muerte de Donna Luisa de Caravaial, y Algunas cartas suias de Mucha edificacion. Va­lenciae 1616 apud Petrum Patritium Mey.

Nicolaus Antonius Hispalensis in Bibliotheca Hispana, tomo II, pag. 104, col. II.
Henningus Witte in Diario biographico ad annum 1620.
Louis Moreri dans le grand Dictionaire historique, tome V, pag. 226, col. II. Paris 1718.
Antonius Teissier in catalogo Authorum et Bibliothecarum.
Christianus Jöcher in universali Lexico Eruditorum, tomo IV, col. 79.
Thomas Gratianus in Anastasi Augustiniana, pag. 138. Antuerpiae 1613.
Nicolaus Crusenius in Monastico Augustiniano, parte III, cap. 40, pag. 216. Monachii 1623.
Thomas de Herrera in Alphabeto Augustiniano, tomo II, pag. 99, col. II. Madriti 1644.
Philippus Elssius in Encomiastico Augustiniano, pag. 493. Bruxellis 1654.


Per utili approfondimenti sul Teatino ZACCARIA PASQUALIGO e sulla sua attività culturale clicca QUI.


Antonino Diana: Teologo morale, nato da una famiglia nobile a Palermo nel 1586; morto a Roma, il 20 luglio, 1663. Preso i voti come nell'ordine dei Teatini nel 1630. Le sue Resolutiones morales in cui diede prova di straordinaria competenza nell'analizzare i "casi di coscienza" godettero grande fortuna editoriale e lo resero celebre: alla Biblioteca Aprosiana si conservano due suoi volumi ma risulta soprattutto degno di nota il lavoro editoriale che svilupparono, con grande competenza tipografica, intorno alla sua opera i fratelli Prost di Lione.
Sue opere e/o opere concernenti la sua attività di teologo custodite in C.B.A.:
Betancor, Antonius, Anti-Diana sive Admonitio apologetica ad ... Antonium Dianam, circa suum tractatum de potestate exhautorandi reges, decimae parti suarum resolutionum nuper additum. Per ... Anton Betancor .. 1653 [2], 211 p. ; 8°.
Diana, Antonio, Antonini Diana ... Operum omnium tabula aurea, qua resolutionum plusquam sex millia, pluraque aliorum casuum millia in 12 partes promiscue impressa: recta, et clara methodo in 150 tractatus sub diversis partibus, ac libris contentos, atque in varijs capitibus divisos, rite ac scolastiche ordinantur, disponuntur ... studio ac labore Carli Thomasij eiusdem ordinis .., Romae : ex typographia Nicolai Angeli Tinassij, sumptibus Joannis Casonis, 1664 (Romae : ex typographia Varesij, 1664) [36], 496, 124, [22] p.
Diana, Antonino, R.p.d. Antonini Diana Panormitani, ... Resolutiones morales in compendium redactae, & in ord. alphab. digeste: in quibus lectissimi quique ... ac facilitate dissoluuntur. Per Ioan. de La Val Belgam ..., Lugduni: Prost , Jacques, 1634
Diana, Antonino, 6: R.P.D. Antonini Diana panormitani ... Resolutionum moralium pars sexta; in qua selectiores casus conscientiae breviter, dilucide, & utplurimum benigne explicantur, Lugduni: Prost , Pierre heritiers & Borde, Philippe & Arnaud, Laurent, 1645
Diana, Antonino, R.P.D. Antonini Diana ... Resolutiones morales, Lugduni: Prost , Pierre heritiers & Borde, Philippe & Arnaud, Laurent, 1647
Diana, Antonino, R.P.D. Antonini Diana panormitani ... Resolutionum moralium pars septima; in qua selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide, & ut plurimum benigne explicantur, Lugduni: Prost , Pierre heritiers & Borde, Philippe & Arnaud, Laurent, 1647
Diana, Antonino, R.P.D. Antonini Diana ... Resolutionum moralium..., Lugduni: Prost , Pierre heritiers & Borde, Philippe & Arnaud, Laurent, 1645
Diana, Antonino, 4: R.P.D. Antonini Diana ... Resolutionum moralium pars quarta. In qua selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide, & ut plurimum benigne sub variis tractatibus explicantur, et praesertim materiae ad tribunal S. Inquisitionis spectantes. Cum indicibus necessariis, Lugduni: Prost , Pierre heritiers & Borde, Philippe & Arnaud, Laurent, 1645
Diana, Antonino, Resolutionum moralium ..., Lugduni: Prost , Pierre heritiers & Borde, Philippe & Arnaud, Laurent, 1645
Diana, Antonino, R.P.D. Antonini Diana ... Resolutiones morales, Lugduni: Prost , Pierre heritiers & Borde, Philippe & Arnaud, Laurent, 1647
Diana, Antonino, Summa Diana in qua r.p.d. Antonini Diana panormitani clerici regul. ... opera omnia sex partib. comprehensa, Diana ipso committente, & approbante, Ausonio vero Noctinot Siculo ... in unicum volumen duabus partis arctantur ... Accessit in marginibus Breuiarium, quod pro rerum qua summario abdunte supplet, est index verborum locupletissimus. Pars prior (-secunda), Lugduni: Prost , Pierre heritiers & Borde, Philippe & Arnaud, Laurent, 1644
Diana, Antonino, 6: R.p.d. Antonini Diana ... Resolutionum moralium pars sexta; in qua selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide ... explicabuntur. Editio prima, Lugduni: Prost , Pierre, 1642
Diana, Antonino, R.p.d. Antonini Diana ... Resolutiones morales in tres partes distribuitae. In quibus selectiores casus conscientiae, breuiter, dilucide, & utplurimum benigne sub variis tractatibus explicantur, Lugduni: Prost , Jacques & Prost , Pierre, 1635
Diana, Antonino, 2: R.p.d. Antonini Diana Resolutionum moralium pars tertia. In qua selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide & utplurimum benigne sub his tractatibus explicantur, 1. De immunitate ecclesiastica. 2. De dubiis regularuim. 3. De solutione largienda moribundo senibus destituto ... Additae in extremo aliquot resolutiones ad nonnulla 1. 2. & 3. partis ..., Lugduni: Prost , Jacques & Prost , Pierre, 1635
Diana, Antonino, R.p.d. Antonini Diana ... Resolutiones morales in tres partes distributae, inquibus selectiores casus conscientiae, breviter, dilucide et ut plurimum benigne sub variis tractatibus explicantur, Lugduni: Prost , Pierre heritiers & Borde, Philippe & Arnaud, Laurent, 1645


Melchior Inchofer austriaco (1584 - 1648), gesuita, teologo, controversista, partecipò al dibattio sul sistema copernicano e sulle postulazioni di Galileo; conservatore e difensore dell'interpretazione letterale della dottrina nel suo nel Tractatus Syllepticus, all'indomani della condanna del 1633, criticherà il sistema copernicano in quanto: "Ex eo enim necessario consequitur non verificari secundum propriam locutionem, quae de Christo in Symbolo dicuntur, primum scilicet descendisse ad inferos, deinde ascendisse ad Coelos; qui enim alioqui hic potest esse figuratus sensus, et verbis expressis, et secundum communem et Catholicum vsum acceptis contrarius? Quod enim defensores eius Systematis, haec quoque sicut pleraque alia secundum apparentiam dicta velint tam prope est ad veritatem quam hoc dicendi modo facile totum symbolum euertunt, vt iam aditum aperiant renovandae Heresi Valentinianae, plura ibi narrari, quae secundum apparentiam et phantastice, non vere sint facta".
Fu comunque poligrafo di vasta erudizione e stando al SBN si riscontrano nelle biblioteche italiane tante sue opere (a volte comparse sotto lo pseudonimo di Eugenius Lavanda) e comunque tanti scritti che trattano della sua figura e delle polemiche che sorsero intorno ad essa:
Inchofer, Melchior, Melchioris Inchofer e Societate Iesu Austriaci, Tractatus syllepticus, in quo, quid de terrae, solisque motu, vel statione, secundum S. Scripturam, & Sanctos Patres sentiendum, quauem certitudine alterutra sententia tenenda sit, breuiter ostenditur, Romae : excudebat Ludouicus Grignanus, 1633 - [6], 93, [7] p. ; 4o - Vignetta con motto sul front - Fregi e iniz. xilogr - Segn.: A4 (-A4) B-M8 N6 - Impronta - D.s. t.r- umnt avad (3) 1633 (R) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale Braidense - Milano
Inchofer, Melchior, Eugenii Lavanda ... Notae astrum inextinctum fr. Romani Hay suis radiis interstinguentes, 1641
Inchofer, Melchior, Melchioris Inchofer e Societate Iesu Tres magi euangelici, Romae: Grignani, Lodovico, 1639
Scotti, Giulio Clemente <1602-1669>, Lucii Cornelii Europaei Monarchia Solipsorum. Ad virum clarissimum Leonem Allatium. Cui nuperrime accessit Clauis onomastica, Amsterdam, iuxta exemplar Venetum: Jansson, Jan <1. ; 1608-1665>, 1648
Inchofer, Melchior, Melchioris Inchofer e Societate Iesu Austriaci, Tractatus syllepticus, in quo, quid de terrae, solisque motu, vel statione, secundum S. Scripturam, & Sanctos Patres sentiendum, quauem certitudine alterutra sententia tenenda sit, breuiter ostenditur, Romae: Grignani, Lodovico, 1633
Scotti, Giulio Clemente <1602-1669>, La Monarchie des Solipses, traduite de l'original latin de Melchior Inchofer, de la Compagnie de Jesus; avec des remarques, et diverses pieces importantes sur le meme sujet, A Amsterdam: Uytwerf, Hermanus, 1754
Scotti, Giulio Clemente <1602-1669>, Lucii Cornelii Europaei Monarchia Solipsorum. Ad virum clarissimum Leonem Allatium, Venetiis, 1651
Inchofer, Melchior, Grammaticus paedicus siue puerilis, hoc est, In paediam diuinarum humanarumque literarum Gasparis Scioppii Patauii editam. Scholia et notationes, autore Eugenio Lauanda, 1638
Inchofer, Melchior, De epistola B. Virginis Mariae ad Messanenses coniectatio plurimis rationibus et verisimilitudinibus locuples auctore P. Melchiore Inchofer Austriaco e Soc. Iesu, Viterbij: Grignani, Lodovico, 1632
Inchofer, Melchior, Grammaticus palaephatius siue Nugiuendus hoc est, In tres consultationes Gasparis Scioppii De ratione studiorum, &c. scholia et notationes, authore Eugenio Lauanda, senza nome, 1639
Inchofer, Melchior, Oratio funebris qua reuerendissimo patri F. Nicolai Riccardio Ordinis praedicatorum sacri palatij apost. magistro in aede sanctae Maria ad Mineruam primo die Iunij altero ab emortuali, praesente funere parentabat. P. Melchior Inchofer e Societate Iesu a 1639, Romae: Grignani, Lodovico, 1639
Inchofer, Melchior, Eugenij Lauanda Nineuensis Notae astrum inestinctum fr. Romani Hay suis radijs interstinguentes. ..., 1640
Inchofer, Melchior, Historiae sacrae Latinitatis libris 6. Lectiunculis exquisitis, jucundisque narrationibus animum relaxantes. Auctore Melchiore Inchofer e Societate Iesu, Monachij, 1638
Inchofer, Melchior, De epistola B. Virginis Mariae ad Messanenses coniectatio plurimus rationibus et verisimilitudinis locuples / auctore p. Melchiore Inchofer, Viterbi, 1640
Scotti, Giulio Clemente <1602-1669>, Lucii Cornelii Europ aei Monarchia Solipsorum. Ad virum clarissimum Leonem Allatium, Venetiis: Leni, Matteo & Vecellio, Giovanni, 1645
Scotti, Giulio Clemente <1602-1669>, La Monarchia de' Solipsi tradotta dall'originale latino di Melchiorre Inchofer della Compagnia di Gesu colle note tradotte dal francese, e varj frammenti, ed opuscoli inediti sull'istesso soggetto, In Gallipoli
Scotti, Giulio Clemente <1602-1669>, La monarchie des Solipses, traduite de l'original latin de Melchior Inchofer de la Compagnie de Jesus. Auec des remarques, & diuerses pieces importantes sur le meme sujet, A Amsterdam: Uytwerf, Hermanus, 1722
Inchofer, Melchior, Epistolae B. Virginis Mariae ad Messanenses veritas vindicata ac plurimis grauissimorum scriptorum testimoniis et rationibus erudite illustrata auctore P. Melchiore Inchofer Austriaco e Soc. Iesu, Messanae: Brea, Pietro Matarozzi, Giuseppe, 1619 i.e. 1629
Scotti, Giulio Clemente <1602-1669>, La monarchie des solipses, traduite de l'original latin de Melchior Inchofer, de la Compagnie de Jesus. Avec des remarques, et diverses pieces importantes sur le meme sujet, A Amsterdam: Uytwerf, Hermanus, 1754
Scotti, Giulio Clemente <1602-1669>, La monarchie des solipses, traduite de l'original latin de Melchior Inchofer, de la Compagnie de Jesus. Avec des remarques, et diverses pieces importantes sur le meme sujet, A Amsterdam: Uytwerf, Hermanus, 1753
La Monarchie des Solipses, par Jules Clement Scotti, jesuite, sous le nom emprunte de Melchior Inchofer: traduite de l'original latin, par Pierre Restaut ... Publiee par le baron d'Henin de Cuvillers ..., Paris, Parigi: Barrois, Pierre-Theophile Gueffier, PierreDelaunay, Simon Cesar, n.o 10, faub. St
Scotti, Giulio Clemente <1602-1669>, La monarchia de Solessi tradotta dall'originale latino di Melchiorre Inchofer della Compagnia di Gesu con alcune note e diverse operette importanti sopra lo stesso argomento, Lugano, 1760
Inchofer, Melchior, Annales ecclesiastici regni Hungariae authore Melchiore Inchofer Soc. Iesu tomus primus, Romae: Grignani, Lodovico, 1644


Lorin, Jean <1559-1634>, R. P. Ioannis Lorini e Societate Iesu In Actus Apostolorum commentaria: recognita, correcta, restituta, locupletata. Quibus duo indices accesserunt; alter, S. Scripturae locorum illustrium; alter, rerum & cuiuscunque generis verborum, sententiarumque; ..., Coloniae Agrippinae: Hierat, Anton, 1617
Lorin, Jean<1559-1634>, Ioannis Lorini Auenionensis Societatis Iesu, Commentarii in Ecclesiasten. Accessit expositio eiusdem in psalmum 67, Lugduni: Cardon, Horace <1.>, 1606
Lorin, Jean<1559-1634>, 2: Ioannis Lorini ... Tomus secundus. Cum indicibus, locorum sacrae Scripturae, vocum Hebraicum Graecarumque, rerum item & verborum copiosis, Lugduni: Cardon, Jacques, 1629
Lorin, Jean<1559-1634>, R.p. Ioannis Lorini e Societate Iesu, In actus apostolorum commentaria: recognita, correcta, restituta, locupletata. Quibus duo Indices accesserunt; alter, S. Scripturae locorum illustrium; alter, rerum, & ... explicantur, Coloniae Agrippinae: Hierat, Anton, 1621
Lorin, Jean<1559-1634>, Joannis Lorini ... Commentarii in Librum psalmorum quatuor tomis comprehensi, in quibus praeter accuratam sensus literalis explanationem, variarum tum editionum, tum lectionum collationem cum vulgata quae defenditur, phraseon etiam scripturae atque vocabulorum disquisitionem, mystici omnis generis sensus, ex patribus, praecipue Graecis Latinisque, traduntur, Venetiis: Albrizzi, Girolamo, 1718-1721
Lorin, Jean<1559-1634>, Ioannis Lorini ... In catholicas bb. Iacobi et Iudae apostolorum epistolas commentarij, nunc primum in lucem euulgati. Accedunt duo indices: vnus locorum sacrae Scripturae breuissimus; alter vero cuiuscumque generis verborum, sententiarumque absolutissimus, Lugduni: Cardon, Horace <1.>, 1619
Lorin, Jean<1559-1634>, Ioannis Lorini ... Commentarii in Librum psalmorum, tribus tomi comprehensi. In quibus praeter accuratam sensus litteralis explanationem, variarum tum editionum tum tum lectionum collationem cum vulgata, quae defenditur: phraseon etiam Scripturae atque vocabulorum disquisitionem; mystici omnis generis sensus, ex Patribus, praecipue graecis latinisque, traduntur, Coloniae Agrippinae: Hierat, Anton, 1619
Lorin, Jean<1559-1634>, [1]: [36], 882, [42] p.
Lorin, Jean<1559-1634>, 2: Tomus 2. Complectens quinquagenam secundam. ..., Coloniae Agrippinae: Hierat, Anton, 1619
Lorin, Jean<1559-1634>, 3: Tomus tertius. Complectens quinquagenam tertiam, & vltimam. ..., Coloniae Agrippinae: Hierat, Anton, 1619
Lorin, Jean<1559-1634>, Ioannis Lorrini Societatis Iesu ... Commentarius in Ecclesiasten, Lugduni: Cardon, Horace <1.>, 1619
Lorin, Jean<1559-1634>, Joannis Lorini Societatis Jesu, Commentarii in Librum psalmorum, in quibus praeter accuratam sensus litteralis explanationem, variarum tum editionum, tum lectionum collationem cum vulgata, quae defenditur, phraseon etiam Scripturae atque vocabulorum disquisitionem, mystici omnis generis sensus, ex Patribus, praecipue Graecis Latinisque, traduntur. Tomus primus (-quartus), Venetiis: Tomasini, Giacomo, 1737
Lorin, Jean<1559-1634>, R.p. Ioannis Lorini ... Commentarii in Sapientiam. Nunc primum in Germania in lucem typis mandati. Cum duplici indice locorum .., Moguntiae apud Balthasarum Lippium: Lipp, Balthasar, 1608
Commentarii in librum Psalmorum quatuor tomis comprehensi, in quibus praeter accuratam sensus literalis explanationem ... praecipue graecis latinisque, traduntur tomus primus (-quartus), Editio novissima, et correctissima cum indicibus locorum Sacrae Scripturae, ac rerum magis exquisita: Lorin , Jean <1559-1634>Albrizzi, Almoro, 1720-1721
Lorin, Jean<1559-1634>, Ioannis Lorini ... Commentarii in Deuteronomium. In quibus praeter exactam sensus literalis explanationem variarum tum editionum, tum lectionum collationem cum vulgata, quae defenditur, phraseon etiam scripturae, atque vocabulorum disquisitionem, mystici omnis generis sensus ex patribus, praecipue Graecis Latinisque traduntur. Tomus primus (-secundum). Cum indicibus, locorum sacrae scripturae, vocum Hebraicarum Graecarumque, rerum item & verborum copiosis, Lugduni: Cardon, Jacques, 1629
Lorin, Jean<1559-1634>, Ioannis Lorini Auenionensis, Societatis Iesu, Commentarij in Ecclesiasten. Accessit expositio eiusdem in psalmum 67, Lugduni: Cardon, Horace <1.>, 1606
Lorin, Jean<1559-1634>, Ioannis Lorini Societate Iesu commentarii in librum Numeri!, Lione, 1621
Lorin, Jean<1559-1634>, Ioannis Lorini ... Commentarii in Leuiticum. In quibus praeter exactam sensus litteralis explanationem, variarum tum editionum, tum lectionum collationem cum vulgata .. Editio accurata, quae nunc primum lucem aspicit .., Lugduni: Cardon, Horace <1.>, 1619
Lorin, Jean<1559-1634>, Ioannis Lorini ... Commentarium in Leuiticum. In quibus praeter exactam sensus litteralis explanationem, variarum tum editionum, tum lectionem collationem cum vulgata, phraseon etiam scripturae, atque vocabulorum disquisitionem, mystici omnis generis sensus ex patribus, praecipue Graecis, Latinisque traduntur, Lugduni: Cardon, Horace <1.>, 1619
Lorin, Jean<1559-1634>, Ioannis Lorini Societatis Iesu Commentarij in Librum Numeri. In quibus praeter exactam sensus litteralis explanationem, ... mystici omnis generis sensus ex patribus, praecipue Graecis, latinisque traduntur, Lugduni: Cardon, Jacques & Cavellat, Pierre, 1622
Lorin, Jean<1559-1634>, Ioannis Lorini Societatis Iesu, Commentarii in Deuteronomium. In quibus praeter exactam sensus litteralis explanationem, variarum tum editionum, tum lectionum collationem cum vulgata, quae defenditur, phraseon etiam Scripturae, atque vocabulorum disquisitionem, mystici omnis generis sensus ex patribus, praecipue Graecis Latinisque traduntur, Lugduni: Cardon, Jacques & Cavellat, Pierre, 1625-1629
Lorin, Jean<1559-1634>, Ioannis Lorini ... In Acta Apostolorum commentaria numquam hactenus edita, et magno cum labore, et studio, diligentiaque confecta: quibus duo indices accesserunt, alter s. scripturae locorum illustrium, alter rerum, et cuiuscumque generis uerborum, sententiarumque, ac phraseon diuersarum, quae in hoc opere uel continentur uel explicantur, Lugduni: Cardon, Horace <1.>, 1605
Lorin, Jean<1559-1634>, Ioannis Lorini ... In Catholicas tres b. Ioannis, & duas b. Petri epistolas commentarij, Lugduni: Cardon, Horace <1.>, 1609
Lorin, Jean<1559-1634>, 4: Joannis Lorini ... Commentariorum in Librum psalmorum tomus quartus, in quibus praeter accuratam sensus literalis explanationem, Venetiis: Albrizzi, Almoro, 1721
Lorin, Jean<1559-1634>, Ioannis Lorini Auenionensis, Societatis Iesu, Commentarij in Ecclesiasten. Accessit Expositio eiusdem in Psalmum 47, Lugduni: Cardon, Horace <1.>, 1606
Lorin, Jean<1559-1634>, Ioannis Lorini Commentarii in Sapientiam, Lugduni: Cardon, Horace <1.>, 1607
Lorin, Jean<1559-1634>, R.P. Ioannis Lorini Auenionensis Societatis Iesu In vniuersam Aristotelis logicam. Commentarij cum annexis disputationibus Romae ab eodem olim praelecti, et nunc primum ad instantiam celebrium virorum in lucem editi, Coloniae: Cholinus, Peter, 1620
Lorin, Jean<1559-1634>, Ioannis Lorini ... Commentariorum in librum psalmorum tomus 1. .-tertius. Complectens quinquagenam primam. In quibus praeter accuratam sensus litteralis explanationem, variarum tum editionum tum lectionum collationem cum vulgata, quae defenditur ... mystici omnes generis sensus, ex patribus, praecipue Graecis Latinisque, traduntur ... cum indicibus locorum sacrae scripturae, ac rerum magis exquisitarum & insignium ..., Lugduni: Cardon, Horace <1.>, 1612-1616
Lorin, Jean<1559-1634>, Ioannis Lorini Societatis Iesu, In Actus apostolorum comentaria: recognita, correcta, restituta, locupletata. Quibus duo indices accesserunt; alter, S. Scripturae locorum illustrium; alter, rerum, & cuiuscunque generis verborum, sententiarumque; ac phraseon diuersarum, quae in hoc opere vel continentur vel explicantur, Coloniae Agrippinae: Cardon, Horace <1.>, 1617
Lorin, Jean<1559-1634>, Ioannis Lorini Societatis Iesu, In Actus Apostolorum commentaria: recognita, restituta, locupletata. Quibus duo indices accesserunt; alter S. Scripturae locorum illustrium, alter, rerum, & ciuscumque generis verborum, ... quae in hoc opere vel continentur vel explicantur, Lugduni: Cardon, Horace <1.>, 1609
Lorin, Jean<1559-1634>, 3: Tomus tertius. Complectens quinquagesimam tertiam & vltimam, Lugduni: Cardon, Horace <1.>, 1619
Lorin, Jean<1559-1634>, Ioannis Lorini Societatis Iesu, Commentariorum in librum Psalmorum tomus 1. (-tertius). In quibus praeter accuratam sensus litteralis explanationem, ... editio accurata... . Cum indicibus ..., Lugduni: Cardon, Horace <1.>, 1617-1619
Lorin, Jean<1559-1634>, 1: Tomus 1. Complectens quinquagenam primam, Lugduni: Cardon, Horace <1.>, 1617
Lorin, Jean<1559-1634>, 2: Tomus secundus. Complectens quinquagenam secundam, Lugduni: Cardon, Horace <1.>, 1619
Lorin, Jean<1559-1634>, Ioannis Lorini Societatis Iesu Commentarii in librum numeri. In quibus praeter exactam sensus litteralis explanationem, variarum tum editionum, ... mystici omnis generi sensus ex Patribus, ... traduntur, Coloniae Aagrippinae: Hierat, Anton, 1623
Lorin, Jean<1559-1634>, Ioannis Lorini Societatis Iesu Commentarii in Leuiticum. In quibus praeter exactam sensus litteralis explanationem, variarum tum editionum, tum lectionum collationem cum vulgata, ... Cum indicibus locupletissimis locorum S. Scripturae, rerumque lectu digniorum. Hebraicarum exin Grecarumque vocum elencho expolitur, & illustratur, AntuerpiaeDuaci: Wyon, MarcBellere, Pierre & Bellere, Jean, 1620
Lorin, Jean<1559-1634>, Joannis Lorini ... Commentarii in librum Psalmorum, tribus tomis comprehensi, in quibus praeter accuratam sensus literalis explanationem, variarum tum editionum, tum lectionum collationem cum vulgata, quae defenditur ..., Magontiae: Zunner, Johann David <2. ; 1665-1704>, anno 1678
Lorin, Jean<1559-1634>, 2: Joannis Lorini ... Commentariorum in librum Psalmorum Tomus 2. Complectens quinquagenam secundam, in quibus praeter accuratam sensus literalis explanationem ..., Maguntiae: Zunner, Johann David <2. ; 1665-1704>, anno 1678
Lorin, Jean<1559-1634>, 3: Joannis Lorini ... Commentariorum in librum Psalmorum Tomus 3. Complectens quinquagenam tertiam & ultimam, in quibus praeter accuratam sensus literalis explanationem, Maguntiae: Zunner, Johann David <2. ; 1665-1704>, anno 1678
Lorin, Jean<1559-1634>, [1]
Lorin, Jean<1559-1634>, Ioannis Lorini Societatis Iesu, In Actus Apostolorum commentaria: recognita, correcta, restituta, locupletata. Quibus duo indices accesserunt; alter s. scripturae locorum illustrium; alter, rerum, et cuiuscumque generis verborum, ... quae in hoc opere vel continentur vel explicantur, Coloniae Agrippinae: Hierat, Anton, 1609
Lorin, Jean<1559-1634>, Ioannis Lorini ... In catholicas tres B. Ioannis, & duas B. Petri epistolas commentarij, Lugduni: Cardon, Jacques & Cavellat, Pierre, 1621
Lorin, Jean<1559-1634>, Ioannis Lorini Societatis Iesu, Commentarii in Ecclesiasten. Accessit expositio eiusdem in psalmum 67 .Cum duplici indice, locorum Sacrae Scripturae vno, & rerum sententiarumque simul altero, nec non & verborum, etiam Graecorum & Hebraicorum, quae Latinis nominibus adiuncta sunt, Lugduni: Cardon, Horace <1.>, 1613
Lorin, Jean<1559-1634>, Ioannis Lorini Auenionensis Societatis Iesu, Commentarii in Ecclesiasten. Accessit expositio eiusdem in psalmum 67, Moguntiae: Lipp, Balthasar Crith, Johann, 1607


Nardi, Giovanni, medico fiorentino vissuto tra il 1638 ed il 1642: si interessò anche alle teorie del magnetismo universale e delle antipatie e simpatie cosmiche come si evince dalla registrazione di un suo scritto in un'opera miscellanea assai amata dall'Aprosio il Theatrum Sympatheticum ottenuta grazie all'interessamento d'un "Fautore" p. 402 della Biblioteca intemelia il nobile genovese Anfrano Maria Fransoni:
Ecco le altre opere del medico fiorentino individuate nelle biblioteche italiane secondo il sistema SBN:
Nardi, Giovanni , Lactis physica analysis / [auctore Ioanne Nardio], Florentiae: Nesti, Pietro
Lucretius Carus, Titus, Titi Lucretii Cari De rerum natura libri sex. Vna cum paraphrastica explanatione, & animaduersionibus, d. Ioannis Nardii florentini, Florentiae: Massi, Amadore, 1647
Nardi, Giovanni , Noctes geniales, auctore D. Ioanne Nardio Florentino annus primus, Bononiae: Ferroni, Giovanni Battista, 1656
Nardi, Giovanni , Lactis physica analysis. Auctore Ioanne Nardio .., Florentiae: Nesti, Pietro
Nardi, Giovanni , Due lettere sopra il balsamo di Giovanni Nardi e Giovanni Veslingio, In Roma: Grignani, Lodovico, 1640
Nardi, Giovanni , L' immaginazione e il potere : cronache del '68 a Pisa / Giovanni Nardi, Pisa, stampa 1982
Nardi, Giovanni, De rore disquisitio physica D. Ioannis Nardii Florentini ..., Florentiae: Massi, Amadore & Landi, Lorenzo, 1642
Nardi, Giovanni , De igne subterraneo physica prolusio D. Ioannis Nardii .., Florentiae: Massi, Amadore & Landi, Lorenzo
Nardi, Giovanni , Ioannis Nardii ... Apologeticon in Fortunii Liceti Mulctram, vel De duplici calore, Florentiae: Massi, Amadore & Landi, Lorenzo
Nardi, Giovanni , Noctes geniales auctore D. Ioanne Nardio Florentino. Annus primus, Bononiae, 1655


Bonacina, Martino, Martini Bonacinae ... Opera omnia, in tres tomos distributa. Quorum priores duo nonnullis tractatibus, queis hactenus caruerant, et innumeris subinde accessionibus, locupletiores redduntur .. Tertius denuo in lucem prodit ... editio postrema ceteris correctior .., Venetiis : sumptibus Societatis, 1681 3 v. ; fol.
Bonacina, Martino, Martini Bonacinae ... Opera omnia ... primum quidem duos in tomos distributa, quorum prior: de sacramentis, matrimonio censuris, et horis canonicis. Posterior: de legibus, praeceptis, decalogi, et ecclesiae, restitutione et contractibus Editio novissima, Lugduni : sumptibus Iacobi et Matthaei Prost, fratrum, 1627 2 v. ; fol.
Bonacina, Martino, Summae moralis theologiae, sive tractatuum de casibus conscientiae ... tomus secundus complectens tractatus de legibus ... de contractibus, de restitutione, et de clausura ... auctore Martino Bonacina .. Omnia in hac postrema editione ... recognita .. Mediolani : apud haer. Pacifici Pontis et Io. Baptistam Piccaleum Impressores Archiepiscopales, 1627 3 pt. [1], 331, [38]; [1], 248, [27]; 76, [8] p.) ; fol.


Tanner, Adam <1572-1632>, Adami Tanneri, e societate Jesu theologi Dissertatio peripatetico- theologica. De coelis. Jn qua de coelorum ortu, interritu, substantia, accidentibus, nouis phaenominis, ac numero; iuxta Scripturae Sacrae, SS. patrum, ac peripateticae philosophiae ductum, copiose disseritur. Jndicem quaestionum exhibet pagina quinta, Jngolstadii: Hanlin, Gregor, 1621
Tanner, Adam <1572-1632>, Amuletum Castrense: siue Antidotum aduersus pernitiosos calumniarum afflatus, tristesque bellorum motus, ex Boemico tumultu enatos. Auctore Adamo Tanner e Societate Iesu ..., Ingolstadii: Angermaier, ElisabethEder, 1620
Tanner, Adam <1572-1632>, Apologia, pro Societate Iesu ex Boemiae regno ab eiusdem regni statibus religionis sub vtraque publico decreto immerito proscripta. Anno 1618. die 9. Iunij, Viennae Austriae: Schump, Wolfgang, 1618
Chanowsky, Albrecht, ... Alberti Chanowsky e Societate Iesu Vestigium Boemiae piae seu: res quaedam memoratu dignae, quae in Boemia praesertim in districtu Prachensi & Pilsinensi, vel ab hominibus sunt pie erga Deum gestae, ... No, Nunc vero recusum Vetero-Pragae: Labaun, Georg, 1689
Tanner, Adam <1572-1632>, Astrologia sacra: hoc est, orationes et quaestiones quinque quibus explicatur, an et qua ratione fas sit homini Christiano, de rebus occultis, praesertim futuris, ex astris iudicium ferre. ... Licentiati d. Otho Henricus Bachmir monacensis, ... & d. Frid, Ingolstadij, 1615
Tanner, Adam <1572-1632>, Examen narrationis, quam, historicae relationis nomine insignitam, de colloquio Ratisbonensi, edidit Aegidius Hunnius praedicans. Ad norman historicae veritatis institutum. Authore Adamo Tannero Societatis Iesu theologo. In quo etiam non pauca, tum de rebus ipsis, quae in disputatione versabantur: ..., Monachij: Heinrich, Nikolaus, 1602
Tanner, Adam <1572-1632>, Apologia ab vno e Societate Iesu composita, pro eadem Societate ex Boemiae regno ab eiusdem regni statibus religionis sub vtraque publico decreto immerito proscripta. Anno 1618. 19. Iunij, Viennae Austriae, et Bononiae: Bonomi, Sebastiano, 1619
Tanner, Adam <1572-1632>, Defensionis Ecclesiasticae libertatis libri duo. Contra Venetae causae patronos, Ioannem Marsilium Neapolitanum, et Paulum Venetum seruitam, & c. Authore Adamo Tannero e Societate Iesu, ..., Ingolstadii: Angermaier, Andreas, 1607
Tanner, Adam <1572-1632>, Disputationum theologicarum Adami Tanneri, e Societate Iesu, ... in omnes partes Summae theologiae S. Thomae Aquinatis, libri quatuor. Quorum singuli singulis partibus eiusdem Summae respondent. ..., Ingolstadij: Angermaier, ElisabethEder, 1618
Tanner, Adam <1572-1632>, Vniuersa theologia scholastica, speculatiua, practica, ad methodum S. Thomae, quatuor tomis comprehensa; autore Adamo Tannero, e Societate Iesu, s. theol. d. & in academia Ingolstad. professore, Ingolstadij: Eder, WilhelmBayr, Johann, 1626-1627
Tanner, Adam <1572-1632>, 2: Adami Tanneri e Societate Iesu, s. theologiae d. et in academia Ingolstad. professoris, Theologiae scholasticae tomus secundus. De Deo fine vltimo hominis, deque medijs, ac principijs eodem spectantibus in genere. Primae secundae S. Thomae Aquinatis respondens. Cum triplici indice, Ingolstadij impensis Ioannis Bayr, ciuis & senat. Ingolstad., 1626
Tanner, Adam <1572-1632>, 3: Adami Tanneri e Societate Iesu, s. theologiae d. et in academia Ingolstad. professoris, Theologiae scholasticae tomus tertius. De fide, spe, charitate, iustitia, religione, caeterisque virtutibus & vitijs: ac varijs hominum statibus. Secundae secundae S. Thomae Aquinatis respondens. Cum triplici indice, Ingolstadij impensis Ioannis Bayr, ciuis & senat. Ingolstad., 1627
Tanner, Adam <1572-1632>, 4: Adami Tanneri e Societate Iesu, doctoris theologi, Theologiae scholasticae tomus quartus. De incarnatione, et oeconomia verbi; deque sacramentis. ab eodem institutis. Tertiae parti S. Thomae Aquinatis, eiusque supplemento respondens. Cum triplici indice, Ingolstadij impensis Ioannis Bayr, ciuis & senat. Ingolstad., 1627
Puente, Luis : de la <1554-1624>, Pretiosa sensa, et caelestia lumina, nec non piae quaedam meditationes, documenta, ac orationes venerabilis p. Ludovici De Ponte ... Primum Hispanice iterato; dein Italice edita, nunc in Latinum conversa opera 2 p.Aureliani De Baenst ... quibus breve eiusdem venerab. viri vitae, ac nonnullarum virtutum compendium ... p. Joannes Tanner ..., Amstelodani
Tanner, Adam <1572-1632>, Apologia pro Societate Iesu ex Boemiae regno, ab eiusdem regni statibus religionis sub vtraque publico decreto immerito proscripta anno 1618. die 9. Iunij, Viennae Austriae: Schump, Wolfgang, 1618
Chanowsky, Albrecht, Reverendi patris Alberti Chanowsky e Societate Iesu Vestigium Boemiae piae seu: res quaedam memoratu dignae, quae in Boemia, praesertim in districtu Prachensi & Pilsnensi, vel ab hominibus sunt pie erga Deum gestae, vel a Deo hominibus singulari favore, aut etiam in poenam acciderun, Pragae: Hosing, Mikulas, 1659
Tanner, Adam <1572-1632>, Relatio compendiaria de initio processu, et fine colloquii Ratisbonensis, quod anno Domini 1601, serenissimi principis ... Maximiliani, ... Et illustrissimi principis ... Philippi Ludouici, ... voluntate atque auctoritate institutum fuit. ... Authore Adamo Tannero, Societatis Iesu theologo, Monachii: Heinrich, Nikolaus, 1602
Tanner, Adam <1572-1632>, Apologeticus Adami Tanneri Societatis Iesu theologi. Aduersus calumnias, mendacia, caeteraque errata, quibus Aegidius Hunnius, praedicans Vuittebergensis, suum examen praefationis, colloquio Ratisbonensi Monachij recuso praefixae, exornare voluit. ... Accessit in fine Catalogus centum absurditatum, ..., Monachij: Heinrich, Nikolaus, 1603


Tesauro, Carlo Antonio<1587-1655>, De poenis ecclesiasticis : praxis absoluta et universalis / ab Carolo AntonioThesauro jam primum in duas partes distributa nunc notis et accessionibus earumdem poenarum ab anno 1653 ad usque 1760 inflictarum locupletata ab Ubaldo Giraldi a Sancto Cajetano ..., Romae, 1831
Tesauro, Carlo Antonio <1587-1655>, De poenis ecclesiasticis praxis absoluta, et universalis ab adm. R.P. Carolo Antonio Thesauro Societatis Jesu jam primum in duas partes distributa, nunc notis, & accessionibus earundem poenarum ab anno 1653. ad currentem usque 1760. inflictarum locupletata. Ab. adm. R.P. Ubaldo Giraldi a S. Cajetano cl. reg. Scholarum piar, Romae: Barbiellini, Giovanni Lorenzo eredi, 1760
Tesauro, Carlo Antonio <1587-1655>, De poenis ecclesiasticis praxis absoluta, et vniuersalis, in duas partes distributa. Opus e iure communi, & constitutionibus apostolicis, decretisque sacrarum Congregationum quam diligentissime concinnatum. Auctore R.P. Carolo Antonio Thesauro ..., Romae: Cesaretti, Felice, 1674
Tesauro, Carlo Antonio <1587-1655>, De poenis ecclesiasticis praxis absoluta, et universalis ab adm. r.p. Carolo Antonio Thesauro Societatis Jesu iam primum in duas partes distributa nunc notis, & accessionibus earumdem poenarum ab anno 1653. ad currentem usque 1760. inflictarum locupletata. Ab adm. r.p. Ubaldo Giraldi a s. Caietano ... Opus diligenter revisum, ... auctum publicae commoditati deferunt, Romae: Barbiellini, Giovanni Lorenzo eredi, 1760
Tesauro, Carlo Antonio<1587-1655>, De poenis ecclesiasticis praxis absoluta et universalis ab adm. R.P. Carolo Antonio Thesauro Societatis Jesu jam primum in duas partes distributa, nunc notis, & accessionibus earumdem poenarum ab anno 1653. ad usque 1760. inflictarum locupletata ab adm. R.P. Ubaldo Giraldi ... Opus diligenter revisum, emendatumque, ac propositionibus ab Apostolica Sede proscriptis auctum, Ferrariae: Manfre, Giovanni, 1761
Tesauro, Carlo Antonio <1587-1655>, De poenis ecclesiasticis praxis absoluta, et vniuersalis, in duas partes distributa. Opus e iure communi, & consitutionibus apostolicis, decretisque Sacrarum Congregationum quam diligentissime concinnatum. Auctore R.P. Carolo Antonio Thesauro Societatis Iesu ..., Romae: Tizzoni, Francesco Cesaretti, Felice, 1675
Tesauro, Carlo Antonio <1587-1655>, De poenis ecclesiasticis, seu canonicis latae sententiae a iure communi, & constitutionibus apostolicis, decretisque sacrarum congregationum, praxis bipartita. ... Auctore r.p. Carolo Antonio Thesauro societatis Iesu ... Cum duplici indice resertissimo, ..., Romae: Scheus, Hermann Grignani, Lodovico
Tesauro, Carlo Antonio <1587-1655>, De poenis ecclesiasticis seu canonicis ... praxis bipartita ... / Auctore ... Carolo Antonio Thesauro, Romae, 1690


Megalio, Marcello, Tomus secundus variarum resolutionum moralium, canonicarum ac civilium, Neapoli : ex typographia Lazari Scorigij, 1634 (Neapoli : ex typographia Lazari Scorigij, 1634) - [6], 310, [80] p. ; fol - Localizzazioni: Biblioteca di giurisprudenza e scienze politiche dell'Università degli studi di Urbino - PU
Megalio, Marcello, Consilia seu decisiones diuersorum casuum praesertim ad conscientiae forum pertinentium D. Marcelli Megalij Squillacensis ..., Mutinae : apud Iulianum Cassianum, 1625 (Mutinae : apud Iulianum Cassianum, 1625) - 12, 500, 56 p. ; 8o - Marca (In cornice: Conchiglia in riva al mare. Gratia Dei Mecum) in fine - Front. calcogr. con stemma del casato Estense di Paolo Cassiani - Iniziali, fregi e finalini xil. - Testo su due colonne - Impronta - six- ie63 p-e- cthe (3) 1625 (R) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca dell'Istituto di storia del diritto medievale e moderno della Facoltà di giurisprudenza dell'Università degli studi di Milano - Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III - Napoli


Lezana, Juan Bautista : de <1586-1659>, Consulta varia theologica, iuridica, et regularia pro conscientiarum instructione, circa controuersias in alma vrbe, etiam apud sacra tribunalia agitatas; quorum vltimum pro coronide est de singularissimo d. Petri papatu in Ecclesiam, d. Paulo apostolo etiam excluso: ... per P.M. Io. Baptistam de Lezana ..., Venetiis: Baba, Francesco, 1651
Lezana, Juan Bautista : de <1586-1659>, Summa quaestionum regularium, seu de casibus conscientiae ad personas religiosas vtriusque sexus spectantibus. Vbi multa, praesertim iuxta noua Decreta, & Constitutiones summorum pontificum, & s. Congregationum. ... Per patrem magistrum fr. Ioannem Baptistam de Lezana Hispanum, ... Ordinis Carmelitarum, Romae: Facciotti, Guglielmo eredi, 1634
Lezana, Juan Bautista : de <1586-1659>, R.P.M. Joan. Baptistae de Lezana, Hisp. Matritentis, ... Summa quaestionum regularium, quatuor partibus distincta, in qua agitur de casibus conscientiae ad personas religiosas vtriusque sexus valde spectantibus, iuxta noua decreta, constitutiones & declarationes sum. pontificum & sacr. congregat. ipsorumque regularium priuilegia. ... Volumen primum -quartum ..., Lugduni: Arnaud, Laurent & Borde, Pierre & Arnaud, Jean & Arnaud, Pierre, 1678
Lezana, Juan Bautista : de <1586-1659>, 2: R.P.M. Joan. Baptistae de Lezana, Hisp. Matritensis, ... Summa quaestionum regularium, quatuor partibus distincta, in qua agitur de casibus conscientiae ad personas religiosas vtriusque sexus valde spectantibus, ... Ex tota ferme theologia morali, quatenus ab ipsomet regulares spectat. ... Volumen secundum continens 3. & 4. partem, Editio novissima ingenti rerum valde notabilium augmento ab ipsomet authore locupletata, in qua rele: Arnaud, Laurent & Borde, Pierre & Arnaud, Jean & Arnaud, Pierre, 1678
Lezana, Juan Bautista : de <1586-1659>, 3: R.P.M. Joan. Baptistae de Lezana, Hisp. Matritensis, ... Summa quaestionum regularium, seu De casibus conscientiae ad regulares vtriusque sexus valde spectantibus. Iuxta decreta, constitutiones, ... ex tota ferme theologia morali deprompta. Tomus tertius duabus partibus comprehensus. Super mare magnum Ordinum Praedicatorum, Minorum, Eremitarum S. Augustini, Carmelitarum cum ipsorum regula, Seruitarum, Minimorum, Ordinis SS. Trinitatis, & S. Mariae de Mercede redemptionis captiuorum, Lugduni: Arnaud, Laurent & Borde, Pierre & Arnaud, Jean & Arnaud, Pierre, 1678
Lezana, Juan Bautista : de <1586-1659>, 4: R.P.M. Joan. Baptistae de Lezana, Hisp. Matritensis, ... Consulta varia theologica, iuridica & regularia, pro conscientiarum instructione circa controuersias in Alma Vrbe, etiam apud sacra tribunalia agitatas; duabus partibus distincta: quorum pars posterior nunc denuo in lucem prodit. ... Omnium operum tomus quartus, Lugduni: Arnaud, Laurent & Borde, Pierre & Arnaud, Jean & Arnaud, Pierre, 1678
Lezana, Juan Bautista : de <1586-1659>, 4: Tomus quartus. Totam mendicantis Carmeli historiam a tempore B. Bertholdi, vsque ad ortum Sanctae Theresiae recensentes. ... Per P.M. Ioann. Baptistam de Lezana carmelitam Matritensem, ..., Romae: Fei, Giacomo, 1656
Lezana, Juan Bautista : de <1586-1659>, Summa quaestionum regularium, seu De casibus conscientiae ad personas religiosas vtriusque sexus valde spectantibus. Iuxta noua decreta, constitutiones, ... Per p.m. Io Baptistam de Lezana Hispanum, Matritensem, socium genelalem Carmelitarum, ... Tomus tertius, Romae: Bertano, Giovanni Antonio Mascardi, Vitale, 1642
Lezana, Juan Bautista : de <1586-1659>, *R.P.M. Io. Baptisti De Lezana ... Summa quistionum regularium, seu de casibus conscientii ad regulares vtriusque sexus valde spectantibus : juxta noua decreta, constitutiones, & declarationes summorum pontificum, & sacrarum congregationum, ac Sacri Roti Romani decisiones, ipsorumq(ue) regularium priuilegia; ex tota ferme theologia morali deprompta, Lione, 1655-1656
Lezana, Juan Bautista : de <1586-1659>, Summa quaestionum regularium seu De casibus conscientiae ad personas regulares vtriusque sexus spectantibus. Vbi multa praesertim iuxta noua decreta summorum pontificum et S. congregationum. ... Per p. magistrum f. Ioannem Baptistam de Lezana Hispanum, Saxoniae prouincialem, et socium generalem Carmelitanum, Romae: Facciotti, Guglielmo eredi, 1634
Lezana, Juan Bautista : de <1586-1659>, Summa quaestionum regularium, seu De casibus conscientiae ad regulares vtriusque sexus valde spectantibus. Iuxta noua decreta, constitutiones, ... Tomus quintus, pars prior. Super mare magnum ordinum Praedicatorum, Minorum, ereditarum Sancti Augustini, carmelitarum cum ipsorum Regula, Seruitarum, & Minimorum. Per p.m. Io. Baptistam de Lezana Hispanum Matritensem ..., Romae: Bertano, Giovanni Antonio Fei, Andrea, 1647
Lezana, Juan Bautista : de <1586-1659>, *R.P.M. Io. Baptisti De Lezana ... Summa quistionum regularium, seu de casibus conscientii ad regulares vtriusque sexus valde spectantibus : juxta noua decreta, constitutiones, & declarationes summorum pontificum, & sacrarum congregationum, ac Sacri Roti Romani decisiones, ipsorumq(ue) regularium priuilegia; ex tota ferme theologia morali deprompta, Lione, 1655-1656
Lezana, Juan Bautista : de <1586-1659>, Summa quaestionum regularium seu de casibus conscientiae ad personas religiosas vtriusque sexus valde spectantibus. Iuxta noua decreta, constitutiones, & declarationes summorum pontificum, & sacrarum congregationum, ipsorumque regularium priuilegia. Per P.M. Io. Baptistam de Lezana Hispanum, Matritensem, socium generalem carmelitarum, ... Opus quatuor distinctum partibus, ..., Venetiis: Giunta, Tommaso <2.> eredi & Baba, Francesco, 1646
Lezana, Juan Bautista : de <1586-1659>, Summa quaestionum regularium, seu de casibus conscientiae ad personas religiosas vtriusque sexus valde spectantibus. Iuxta noua decreta, constitutiones, & declarationes summorum pontificum, & sacrarum congregationum, ipsorumque regularium priuilegia. Per P.M. Io. Baptistam de Lezana Hispanum, Matritensem, socium generalem carmelitarum, ... Opus quinque distinctum partibus, ..., Venetiis: Giunta, Tommaso eredi, 1654
Lezana, Juan Bautista : de <1586-1659>, Summa quaestionum regularium, seu de casibus conscientiae ad personas religiosas vtriusque sexus valde spectantibus. Iuxta noua decreta, constitutiones, & declarationes summorum pontificum, & sacrarum congregationum, ipsorumque regularium priuilegia. Per P.M. Io. Baptistam de Lezana Hispanum, Matritensem, socium generalem carmelitarum, ... Opus quinque distinctum partibus, ..., Venetiis: Baba, Francesco, 1654
Lezana, Juan Bautista : de <1586-1659>, 3!: Summa quaestionum regularium, seu de casibus conscientiae ad regulares vtriusque sexus valde spectantibus. Iuxta noua decreta, constitutiones, & declarationes summorum pontificum, & sacrarum congregationum, ac S. Rotae Rom. decisiones, ... Tomus quintus, duobus partibus comprehensus. ... Per P.M. Io. Baptistam de Lezana ..., Venetiis, 1653
Lezana, Juan Bautista : de <1586-1659>, 3!: Summa quaestionum regularium, seu de casibus conscientiae ad regulares vtriusque sexus valde spectantibus. Iuxta noua decreta, constitutiones, & declarationes summorum pontificum, & sacrarum congregationum, ac S. Rotae Rom. decisiones, ... Tomus quintus, duobus partibus comprehensus. ... Per P.M. Io. Baptistam de Lezana ..., Venetiis, 1653
Lezana, Juan Bautista : de <1586-1659>, Turris Dauidica, seu De angelicae, & miraculosae ecclesiae S. Mariae Maioris de columna Caesaraugustanae, iugi, perpetua, & refirmata cathedralitate. Dissertatio altera pro conscientia, & veritate, ac historia. Per P. Mag. Io. Bapt. de Lezana carmelitam Matritensem, ..., Romae: Fei, Giacomo, 1655
Lezana, Juan Bautista : de <1586-1659>, Summa quaestionum regularium, seu de casibus conscientiae ad personas religiosas utriusque sexus spectantibus. ... Tomus primus <-?>. ... Per patrem magistrum fr. Ioannem Baptistam de Lezana Hispanum, ..., Romae: Mascardi, Vitale, 1637
Lezana, Juan Bautista : de <1586-1659>, 2

Goudelin, Pierre [Tolosa 1550-1619: docente a Lovanio], Clarissimi ... Petri Gudelini ... commentariorum de iure novissimo libri sex ... Accessit clarissimi viri Maxemiliani Wittebort ... in authoris obitum oratio funebris habita, in exequijs 22. octob. 1619, Antverpiae: Verdussen, Hieronymus <1.>, 1620
Goudelin, Pierre <1550-1619>, Cl. v. Petri Gudelini antecessoris Academiae lovaniensis, Commenteriorum de iure nouissimo libri sex, optima methodo, accurate ac erudite conscripti, additis harum vicinarumque regionum moribus, opus vt diu auideque expetitum, ita scholis foroque vtilissimum, Antuerpiae, 1644
Goudelin, Pierre <1550-1619>, Cl. viri Petri Gudelini ... Opera omnia in vnum volumen redacta, ac de nouo in lucem producta, quorum elenchum altera post authoris vitam & asncomium pagina indicabit. Opus vt diu auideque expetitum, ita scholis foroque vtilissimum, additis summarijs & indice generali rerum & materiarum in toto opere contentarum, Antuerpiae: Verdussen, Hieronymus <1.>, 1685
Goudelin, Pierre <1550-1619>, Oeuvres de Pierre Goudelin collationnees sur les editions originales accompagnees d'une etude biographique et bibliographique de notes et d'un glossaire / par J.-B. Noulet, Toulouse, 1887
Goudelin, Pierre <1550-1619>, Commentariorum de iure novissimo libri sex optima methodo, accurate ac erudite conscripti cum indice generali locupletissimo materiarum / Petri Gudelini iurisconsulti et antecessoris Academiae Lovaniensis, Bononiae, 1839
Goudelin, Pierre <1550-1619>, Petri Gudelini ... Syntagma regularum iuris utriusque, nova methodo et congruo ordine digestum ... Opus ut diu desideratum, ita nunc demum in lucem productum, illustratumque indicibus et summarijs, Antverpiae: Verdussen, Jerome, 1646
Goudelin, Pierre <1550-1619>, Clarissimi I. C. Petri Gudelini ... De iure feudorum commentarius, in partes 6. distributus : Belgii & Franciae mores, ac illustria exempla exactissima methodo complectens, Louanii: Hastens, Hendrick, 1624
Goudelin, Pierre <1550-1619>, 1: Premiere partie contenant les oeuvres de Pierre Goudelin de Toulouse, avec le dictonnaire de la langue toulousaine, A Amsterdam: Pain, Daniel, 1700
Goudelin, Pierre <1550-1619>, Clarissimor. viror. Petri Gudelini et Henrici Zoesii in Academia Lovaniensi j.u.dd. & professorum pr commentarii sive praelectiones de jure feudorum et jure pacis : ad mores Belgii, Franciae aliarumque regionum conscriptae ..., Coloniae Agrippinae: Metternich, Franciscum, anno 1733
Goudelin, Pierre <1550-1619>, Petri Gudelini Commentariorum de iure novissimo libri sex : optima methodo, accurate ac erudite conscripti : cum indice generali locupletissimo materiarum, Florentiae, 1839
Goudelin, Pierre <1550-1619>, Las Obros de Pierre Goudelin, augmentados noubelomen de forco pessos, ambe le dictiounari sur la lengo moundino. Ount es mes per ajustie sa bido, remarcos de l'antiquitat de la lengo de Toulouso, le Trinste Moundi, soun Oumbro; d'amb'un manadet de Berses de Gautie e d'autres Pouetos de Toulouse, A Toulouso: Le Camus, Claude-Gilles, 1716
Goudelin, Pierre <1550-1619>, Clarissimi J.C.ti Petri Gudelini ... Commentariorum de Jure novissimo libri sex optima methodo, accurate, ac erudite conscripti ... Accessit clarissimi viri Maximiliani Wittebort ... in authoris obitum oratio funebris, habita in exequiis 22. Octob. 1619. Una cum commentario de Jure pacis, Francofurti: Zubrodt, Johann Peter vedova, 1668
Goudelin, Pierre <1550-1619>, De testamentis commentarius, juris Romani & Morum hodiernorum differentias continens, Lovanii, 1653
Goudelin, Pierre <1550-1619>, *Cl. viri Petri Gudelini, juris utriusque doctoris, Academii Lovaniensis Antecessoris Opera omnia : *Opus ut diu avideque expetitum, ita Scholis Foroque utilissimum, additis summarijs, & indice generali rerum & materiarum in toto Opere contentarum : In unum volumen redacta, ac de novo in lucem producta, quorum elenchum altera post authoris vitam & encomium pagina indicabit, Antwerpen, 1685
Goudelin, Pierre <1550-1619>, Las Pouesios de P. Goudouli, e d'autres pouetos de Toulouso, Toulouso, 1831
Goudelin, Pierre <1550-1619>, Las obros de Pierre Goudelin, augmentados d'uno noubelo Floureto, A Toulouso, 1647
Goudelin, Pierre <1550-1619>, Le ramelet moundi, long-tens a crescut d'vn broutou. Et de noubel d'vn segoun broutou, que ben de s'esplandi dins aquesto darniero impressiu. Le tout fayt per Pierre
Toulousain
, A Toulouso, 1637
Goudelin, Pierre <1550-1619>, Petri Gudelini ... Commentariorum de iure novissimo libri sex optima methodo, accurate, ac erudite conscripti, Lucae: Bonsignori, Francesco, 1780


al-Zahrawi, Abu ?l-Qasim (volgarizzato in Albucasi) vedi: Tabanelli, Mario Titolo, Albucasi : un chirurgo arabo dell'alto Medioevo : la sua epoca, la sua vita, la sua opera / Mario Tabanelli, Firenze : L. S. Olschki, 1961 - 159 p., 34 p. di tav. : ill. ; 26 cm - Collezione: Biblioteca della Rivista di storia delle scienze mediche e naturali - 9 - Note Generali: Presentazione di A. Pazzini - Numeri: Bibliografia Nazionale - 61-5594 Opere antiche sul medico arabo:
Argellata, Pietro , Chirurgia Argelate cum Albucasi. Petri de Largelata Chirurgie libri sex: nouissime post omnes impressiones vbique terrarum excussas: collatis multis exemplaribus: apprime recogniti: cuctisque mendis et erroribus expurgati. Adiuncta etiam Chirurgia doctissimi Albucasis, Venetijs : mandato et expensis ... Luceantonij de Giunta Florentini, 1520 die primo Martij - 155 [i.e. 159] c. : ill. ; fol - Marca in fine Segn.: A-P8 Q4 R-T8 V6 X6 - Impronta - erfi 5.a- mono deti (3) 1520 (A) - MARCA NON CONTROLLATA (W1) - Localizzazioni: - BO0267 - Biblioteca della Fondazione V. Putti - Bologna - BO - ZBO08 Biblioteca comunale Mozzi-Borgetti - Macerata - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - Biblioteca Lancisiana - Roma - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM - BVECR - Biblioteca Casanatense - Roma - RM - RML07 - 1 esemplare - Biblioteca del Dipartimento di medicina sperimentale - Sezione di storia della medicina - dell'Universita' degli studi di Roma La Sapienza - Roma - SI0054 - Biblioteca dell'Accademia dei Fisiocritici - Siena
Argellata, Pietro , Chirurgia Argelate cum Albucasi. Eximij artium et medicine doctoris magistri Petri de Largelata Bononiensis Chirurgie libri sex: nouissime post omnes impressiones ubique terrarum excussas: collatis multis exemplaribus: apprime recogniti: cunctisque mendis et erroribus expurgati. Adiuncta etiam Chirurgia doctissimi Albucasis cum cauteriis et instrumentis suis figuraliter appositis: que in aliis hactenus impressis minime reperies, [Venezia : Lucantonio Giunta 1., 1531] (Venetijs : mandato et expensis nobilis viri domini Luceantonij de Giunta Florentini, 1531 mense Maij) - Descrizione fisica: 159, [1] c. : ill. ; fol. - Note Generali: Forme contratte nel tit Marca (Z 624) in fine - Segn.: A-N8 P4 Q-T8 U-X6 - Numeri: Impronta - r-it 5.va o-on tovt (3) 1531 (A) - Marca editoriale: Giglio fiorentino. Iniziali LA. (Z624) - Top of Form 1 Localizzazioni: Biblioteca civica Angelo Mai - Bergamo - Biblioteca della Fondazione V. Putti - Bologna - Biblioteca civica Berio - Genova- Biblioteca Estense Universitaria - Modena - MO - Biblioteca centrale della Regione siciliana - Palermo - PA - Biblioteca universitaria di Padova - Padova - Biblioteca Palatina - Parma - Biblioteca Lancisiana - Roma - Biblioteca Angelica - Roma - Biblioteca civica Gambalunga - Rimini - RN


Origene: "Origene nacque verso il 185 probabilmente ad Alessandria . La persecuzione del 202 portò il padre Leonida al martirio e causò la miseria della famiglia . Origene , che ebbe forse tra i suoi maestri anche il maestro di Plotino , il platonico Ammonio Sacca , si dedicò all' insegnamento . Nel 204 il vescovo della città , Demetrio , lo mise a capo della prima scuola catechetica ufficiale . Affidò l' insegnamento della grammatica all' amico Eracla , riservando a se stesso quello della filosofia e della Scrittura . Fautore di una vita ascetica , interpretando alla lettera un passo evangelico su quanti si fanno eunuchi per amore di Dio , Origene si evirò verso il 210 - 11 . Forse dopo la persecuzione di Caracalla nel 215 , si allontanò da Alessandria e si recò in Palestrina , ove svolse attività di predicazione , ma in seguito tornò ad Alessandria . Nel 203 fu ordinato sacerdote , ma il vescovo demetrio , ritenendo illegittima la sua ordinazione a causa dell' autoevirazione , lo fece dichiarare deposto . Origene si stabilì allora a Cesarea , in Palestrina , ove fondò una scuola simile a quella di Alessandria e costituì una ricca biblioteca . Durante la persecuzione dell' imperatore Decio fu probabilmente incarcerato e torturato . Morì poco dopo , all' età di 70 anni , nel 253 , forse a Tiro . Origene fu scrittore infaticabile , autore di numerosissime opere , soltanto in piccola parte giunte fino a noi , anche per la condanna di eresia comminata successivamente ad alcune proposizioni enunciate in esse . Un suo ricco discepolo gli aveva messo a disposizione 7 stenografi e 7 copisti : i primi trascrivevano sue prediche e conferenze , mentre gli altri trascrivevano anche manoscritti di altra provenienza , per arricchire la biblioteca formata da Origene ad Alessandria . E' soprattutto in ambito cristiano che si assiste , tra il secondo e il quarto secolo , ad una modificazione radicale nella tecnica libraria , rappresentata dal passaggio dal rotolo di papiro al codice . Il codice , ossia un insieme di fogli e di pergamene fatti di pelli conciate , scritti sulle due facce , piegati , poi riuniti in fascicoli e legati sulla piegatura di costola , diventa la forma nella quale é conservato dapprima solo il testo della Scrittura , ma la fortuna di esso si estende poi anche a testi nei quali é depositato il sapere profano . Origene scrisse commenti a quasi tutti i libri della Scrittura e numerosissime omelie o prediche , che prendono spunto da passi evangelici o biblici . Possediamo 21 di queste nell' originale greco e 240 in traduzione latina . Nessun commento ci é pervenuto intero , ma possediamo parte di quelli ai Vangeli di Matteo e di Giovanni . Sono conservati anche gli 8 libri contro Celso , scritti da Origene verso il 248 in risposta al "Discorso vero" di Celso . Uno scritto teorico fondamentale conservato integralmente soltanto nella traduzione latina di Rufino , una versione un pò addomestica per attenuare espressioni di sapore eretico , é Sui principi , in quattro libri . Diversamente da Giustino e da Clemente , convertiti dal paganesimo al cristianesimo , Origene ricevette sin da giovane un' educazione cristiana , ma a questa egli accompagnò anche lo studio dei filosofi antichi . L' uso a scopo pedagogico della tradizione filosofica emerge chiaramente nella descrizione che il discepolo di Origene , Gregorio il Traumaturgo , dà del metodo del suo insegnamento . La filosofia pagana é agli occhi di Origene un insieme di sette , che si escludono mutuamente e perciò richiedono un' adesione totale : ogni scuola , una volta catturato un individuo , lo imprigiona come in una palude o in una foresta senza vie d' uscita , escludendo ogni forma di conversione ad un' altra di esse . L' unico criterio in base a cui una filosofia viene scelta rispetto ad un' altra é il caso , che ha fatto imbattere in essa per prima . Per evitare di rimanere imprigionati in un solo indirizzo , Origene richiede dunque la lettura di tutti i filosofi , senza obbligare a un assenso o a un rifiuto immediato . Questi diventano possibili nel momento in cui entra in azione il criterio , posseduto dai cristiani , ma non dai filosofi , della verità proveniente da Dio e rivelata nelle Scritture . Scelta e rifiuto non sono dunque globali , ma sono compiuti rispetto a singole dottrine , in base alla loro compatibilità con il messaggio cristiano . Il risultato é la disarticolazione della compattezza dei corpi dottrinali delle filosofie , mentre il compito di utilizzarne i resti passa nelle mani del dotto cristiani , che può servirsi di esse e del loro vocabolario concettuale per interpretare le stesse Sacre Scritture . Secondo Origene la salvezza non é riservata a pochi : ciò stabilisce una netta differenza rispetto alle filosofie . A questo proposito Origene sottolinea come i filosofi pagani non si siano preoccupati di studiare altre lingue , per diffondere le loro dottrine anche presso altri popoli , mentre il cristianesimo mira a raggiungere ogni popolo e ogni ceto . Tuttavia la fede razionale é agli occhi di Origene superiore alla fede dei semplici , che é meno salda e può dipendere dal timore piuttosto che dall' amore di Dio , e in più non mira alla conoscenza dei misteri divini . In questo senso , é peculiarità del filosofo cristiano l' interpretazione delle Scritture : così l' indagine filosofica di Origene assume la forma dell' esegesi e del riferimento costante ai testi biblici ed evangelici . Nel culto dei propri testi il filosofo cristiano si pone in parallelo con i filosofi neo - platonici , ma con la differenza che il testo biblico é ispirato direttamente da Dio . Secondo Origene esso ammette una pluralità di sensi : come nell' uomo , oltre al corpo , esistono l' anima e il pneuma o spirito , così nel testo sacro , al di sotto del senso letterale o somatico , esistono un senso morale o psichico e uno allegorico - mistico o pneumatico . In particolare , l' Antico Testamento é per Origene una prefigurazione del Nuovo Testamento : nel loro insieme essi costituiscono un' unità , che ha il suo fondamento nell' Unità divina , incorporea e inconoscibile nella sua natura . A noi é possibile conoscere per via mediata la natura divina , in quanto il Dio-Padre genera nell' eternità il Figlio o Logos , che ha la stessa natura del Padre , benchè gli sia subordinato . Questo " secondo Dio " conosce il Padre ed é fonte di conoscenza per gli altri esseri : il Logos é infatti mediatore tra Dio e il mondo , in quanto pare contenere le idee e cioè i modelli di tutte le cose create . Dal Logos , poi , procede lo Spirito Santo e tutto riceve il soffio vitale o pneuma . Secondo Origene la potenza di Dio non é illimitata , perchè se fosse tale , essa non potrebbe neppure pensare se stessa . Dio , pertanto , crea tanti esseri quanti può contenere e raccogliere sotto la sua provvidenza e prepara tanta materia quanta ne può ordinare . Solo la sua bontà , infatti , lo spinge a creare , perciò Origene considera eterna la creazione , perchè la bontà di Dio non può restare inattiva . La tesi dell' eternità della creazione presenta affinità con l' impostazione del platonismo contemporaneo , ma contrasta col racconto biblico della creazione e per questo attrasse su Origene l' accusa di eresia . Il mondo attuale secondo Origene é conseguenza di altri mondi precedenti , così come altri successivi saranno conseguenza di esso . Entro questo processo eterno si inscrive la storia delle anime : all' inizio esse furono create come intelletti puri , ma non tutte conservarono la perfezione iniziale e per orgoglio di autoaffermazione , ribellandosi a Dio , caddero nel peccato . Il peccato consiste in una sorta di " raffreddamento nell' amore " per il Bene , causato da un atto di libera volontà , e proprio in conseguenza di esso gli intelletti puri divennero appunto anime : Origene collega qui etimologicamente il termine psuchè , anima , con il verbo psukòo , che significa " diventar freddo " . Le anime umane , pur risiedendo in un corpo , conservano la portecipazione al Logos divino e il libero arbitrio , che consente loro di scegliere il bene e ritornare alla condizione primitiva . Anche i demoni , che rappresentano il gradino più basso nella caduta e nell' allontanamento da Dio prodotti dal peccato , hanno questa possibilità . La redenzione , ossia la liberazione dal peccato , coinvolge tutti gli esseri , non solo l' uomo : nessuno , neppure il diavolo , può esserne escluso , altrimenti la redenzione non sarebbe completa . Alla fine dunque tutti gli esseri saranno salvati : in ciò consiste quella che Origene chiama apocatastasi , ossia letteralmente " ristabilimento " della condizione originaria di perfezione in Dio . Essa tuttavia non é la conclusione ultima e definitiva , perchè dopo di essa ricomincerà la vicenda eterna , anche se non totalmente identica alle precedenti , come avevano preteso gli , in quanto il libero arbitrio dei singoli , per definizione variabile , continua a essere fattore decisivo . In tal modo Origene innesta , sul fondo delle dottrine cristiane della trinità , della creazione e della redenzione , tematiche proprie della tradizione filosofica : in particolare , quelle neo - platoniche della gerarchia delle ipostasi divine , della gerarchia parallela dei livelli dell' anima , della caduta e del ritorno e quella dei cicli successivi dell' universo . Anche quest' ultimo punto incappò nell' accusa di eresia , così come pure l' affermazione di una resurrezione puramente spirituale , che non avrebbe coinvolto il corpo . Anche per questo aspetto di svalutazione del corpo la tesi di Origine presenta forti risonanze platoniche " [Fusaro recensuit - on line]


Senatus Consultus de Bacchanalibus: Luigi Marsico (in Calabria, saggi di storia e di letteratura, Giuditta edit., Catanzaro 1975): "A Tiriolo, nell'anno 1640, mentre si scavavano le fondamenta per la costruzione del palazzo del principe Cigala, fu rinvenuta una tavola dì bronzo che portava scolpita su una delle facce una iscrizione. Si deve fondatamente ritenere che il principe non fosse all'altezza di interpretare la scrittura della tavola, si rese conto però dell'importanza di essa e, stimandola oggetto di studio che nella modesta cittadina non poteva essere fatto, l'inviò a Vienna ove i dotti del tempo avrebbero potuto decifrarla. Non si ingannò: la tavola di bronzo infatti era della massima importanza, apparteneva ad epoca romana e portava impresso un senatoconsulto del 186 a. C. che proibiva i Baccanali. Fino a pochi anni fa a Tiriolo di questo Senatoconsulto si avevano poche e confuse notizie, quelle notizie cioè trovate sulla "Grande Grecia" del Lenormant o su qualche altro libro; legittimo quindi tra le persone colte era il desiderio dì conoscere più particolareggiatamente questo cimelio romano unico della specie in tutto il mondo. E fu così che il sindaco del luogo, avv. Tommaso Paone, nel 1969, assecondando i desideri dei propri cittadini, scrisse al console italiano di Vienna chiedendogli che si adoperasse per fare avere alla cittadina un esemplare del senatoconsulto. Il Museo di Vienna, ove il prezioso cimelio era custodito e tuttora si trova, accolse la richiesta e mandò un calco in metallo di esso.
Il senatoconsulto sui Baccanali ha forma quadrangolare, i caratteri sono tutti in lettere grandi e ben visibili. La lingua è latina, ma non quella del tempo di Augusto, bensì quella del periodo arcaico, una lingua quindi che presenta notevoli difficoltà ad essere interpretata; difficoltà che sono rese più ardue dal fatto che, trattandosi di una disposizione di legge, essa è improntata ad una forma giuridica tutta particolare. Tuttavia il Senatoconsulto è stato tradotto ed il suo contenuto è quanto mai severo.
Inizia con i nomi dei due consoli che hanno consultato il Senato a proposito dei Baccanali, e con gli altri due nomi dei consoli che hanno assistito alla redazione dell'editto. Si impone in esso ai Romani e agli alleati di non tenere Baccanali. Nessuno, uomo o donna che sia, vi si dice, potrà essere capo o sacerdote dei Baccanali, nessuno dovrà essere seguace dell'associazione, è proibito unirsi e legarsi con giuramento, raccogliere danaro, promettersi aiuto reciproco. E' vietato altresì celebrare i riti sacri in pubblico, in privato e in segreto; soltanto il pretore urbano, dopo essersi consultato e avere attenuto l'assenso del Senato, potrà concedere a non più di cinque persone il permesso di celebrare un Baccanale; Per coloro che contravverranno a tali disposizioni è comminata la pena di morte. La decisione del Senato deve essere scolpita su tavole di bronzo e diffusa nei luoghi ove più facilmente potrà essere conosciuta.
Questo in sintesi il contenuto dell'editto che nella sua solennità e concisa chiarezza è di una gravità eccezionale. La pena di morte che si commina ai trasgressori denuncia una volontà irrevocabile da parte della maggiore autorità della Repubblica di porre fine ai Baccanali, per cui sorge spontanea e legittima la curiosità di conoscere che cosa precisamente essi fossero. Questa curiosità fortunatamente può essere soddisfatta: lo storico romano Tito Livio, intatti, nella IV deca della sua monumentale opera storica intitolata "Ab Urbe condita" nel libro XXXIX in dodici capitoli fa una precisa e particolareggiata narrazione dei fatti che per una piena comprensione ci sembra necessario riassumere.
Un adolescente di nome Ebuzio, racconta Livio, essendo orfano di padre viveva a Roma sotto la tutela della madre Duronia e del patrigno Rutilio. Perverso era Rutilio, disamorata nei riguardi del figlio Duronia fortemente presi l'uno dell'altro, i due in pieno accordo conducevano un tenore di vita dissipato e perciò dispendioso. Non avendo però la possibilità di potervi provvedere con mezzi propri, avevano dilapidato buona parte del patrimonio di Ebuzio. Avvicinandosi il giorno in cui avrebbero dovuto rendere conto del loro operato, per non incorrere nei rigori della legge decisero dl mettere il giovane nelle condizioni di non poter loro nuocere; e poiché non era possibile eliminarlo con la violenza, tentarono di perderlo in una maniera quanto mai subdola.
Duronia a cui più che il nome di madre si converrebbe quello di spietata noverca, un giorno chiamò a sé il figlio e, simulando una tenerezza che in realtà non sentiva, gli disse che da pusillo era stato affetto da una grave malattia che lei, nell'ansia di vederlo sano, aveva fatto voto agli Dei di iniziarlo ai riti bacchici quando sarebbe cresciuto in età. Gli Dei erano stati benevoli ed avevano ascoltato la sua preghiera e se egli era guarito, e, poiché le promesse bisogna mantenerle, era venuto ormai il momento di sciogliere il voto. "Tu Ebuzio -concluse Duronia- per dieci giorni dovrai astenerti da relazioni sessuali, al decimo giorno farai un bagno di purificazione e ti renderai così degno di entrare nel santuario ove io ti condurrò". Il giovane, nulla sospettando, acconsentì a quanto la madre aveva proposto. Non tutto però va sempre per il verso voluto, e quanto Duronia aveva fatto credere al figlio si rivelò ben presto un'abile macchinazione. Ed ecco in quale maniera.
Ebuzio da diverso tempo aveva intrecciato una relazione amorosa con una certa Ispala Fecennia, che da servetta aveva esercitato la prostituzione e che, divenuta libera, aveva continuato a praticare questo mestiere che, a dire di alcuni, è il più comodo e il più antico del mondo. Poiché fortemente innamorata, la donna concedeva sue grazie al giovane senza nulla pretendere, anzi lo sovvenzionava di danaro e lo colmava di doni, sostituendosi così a quello che avrebbero dovuto fare i genitori, avari nei riguardi del figlio. Ed ancora, spinta dalla passione, era andata oltre: aveva fatto testamento a favore del suo giovane drudo nominandolo unico erede. C'erano quindi tra i due tale intimità e tanti legami di affetto che l'uno non aveva segreti per l'altra.
Avvicinandosi il giorno dell'iniziazione, Ebuzio andò a trovare Fecennia e, dopo qualche titubanza, la scongiurò di non volergli serbare rancore se per alcune notti egli avesse disertato il talamo, in quanto a ciò era costretto da motivi religiosi; invitato a specificare quali fossero questi motivi, raccontò la storia del voto e la sua prossima iniziazione ai riti bacchici.
Fecennia nel sentire queste parole rimase esterrefatta e non ebbe la forza di parlare, ma passati i primi momenti di stupore e di smarrimento, sdegnata disse al suo amante che per lui sarebbe stato meglio morire anziché entrare a far pane di una setta i cui adepti commettevano ogni genere di delitti e di turpitudini. Soggiunse ancora che lei giovinella aveva partecipato assieme alla padrona ai riti bacchici, vere e proprie orge dalle quali si usciva distrutti nel corpo e nell'anima, ma che, divenuta libera, aveva rotto con essi, che a distanza di tempo sentiva ancora l'orrore di quelle notti di nefandezze e di oscenità. Scongiurò pertanto Ebuzio di opporsi al volere della madre che evidentemente, in connivenza col patrigno, mirava alla sua rovina. Il giovane promise di ubbidire.
Trascorso qualche tempo da questo colloquio, Duronia senza che nulla avesse sospettato, chiamò il figlio alla presenza del patrigno e gli ricordò che era venuto il momento di prepararsi all'iniziazione. Ebuzio, memore di quanto aveva promesso a Fecennia, oppose un netto rifiuto. La reazione dei due fu violenta. Duronia inviperita si scagliò contro il figlio con ogni sorta di improperi, gli rinfacciò di non avere rispetto né della madre né del patrigno, gli disse che la sua condotta era la conseguenza delle lusinghe e degli incantesimi della meretrice Fecennia. Ma vane furono le minacce e ancor più vani gli allenamenti che a queste seguirono: Ebuzio rimase fermo nel suo diniego. Duronia e Rutilio allora, presi dall'ira per non aver potuto piegare il figlio al loro progetto, lo cacciarono di casa. Ciò fu la scusa della loro perdizione. Il giovane, sconvolto, si recò da una zia che si chiamava Ebuzia ed abitava sul monte Aventino, le raccontò quanto gli era successo e chiese consiglio su quello che avrebbe dovuto fare. La zia, che era vanzata in età e aveva molta esperienza della vita, suggerì al nipote di recarsi dal console Postumio e narrargli i fatti: sarebbe stata questa, a suo modo di vedere, la migliore soluzione della triste vicenda. Il giovane seguì il consiglio datogli e si recò pertanto casa di Postumio e gli raccontò tutto. Il console rimase stupefatto, ebbe dei dubbi sul racconto e, data la gravità del fatto, volendo sincerarsi sulla veridicità di esso, fece chiamare dalla suocera Sulpicia nella propria casa Ebuzia, la quale confermò il racconto del nipote. Non restava allora, per chiarire che cosa fossero i riti bacchici e per smascherare la setta che li praticava, che far venire e interrogare Ispala, Fecennia, la qualcosa il console fece senza perdere tempo.
Ispala, dietro avviso di un servo, pur non riuscendo ad immaginare che cosa da lei volesse l'illustre matrona, accorse sollecita alla casa di essa. Ma, quando all'ingresso vide schierati i littori ed il seguito del console, ebbe paura, la quale paura si tramutò in un vero e proprio panico allorché si trovò alla presenza di Postumio che le chiese di raccontargli quello che avveniva di notte nel bosco di Stimula quando si svolgevano i riti bacchici. La liberta rimase interdetta e incominciò a tremare. Sollecitata dal console e da Sulpicia a parlare opponeva che, se avesse parlato, i capi della setta dei Baccanali si sarebbero vendicati uccidendola ed ancora che aveva timore di essere punita, dall'autorità dell'Urbe.
Il console impegnò la sua parola affermando che sarebbe stata protetta dalle possibili vendette e che in nessuna punizione sarebbe incorsa.
Rincuorata da queste parole svelò i delitti e le nefandezze di cui si macchiavano gli appartenenti alla setta bacchica. Dal suo racconto pertanto il console poté apprendere questi fatti.
Dapprima al santuario, dove si svolgevano i riti bacchici, convenivano soltanto donne, le iniziazioni avvenivano tre volle l'anno. In seguito però una sacerdotessa campana, tale Pacullia Amnia, apportò radicali innovamenti, in conseguenza i riti che prima si celebravano di giorno, furono celebrati di notte, invece di tre volte all'anno le riunioni si tenevano cinque volte al mese. La cosa più grave però fu il fatto che i riti divennero promiscui, ad essi, cioè, parteciparono anche gli uomini. Il favore della notte, pertanto, e la promiscuità del sesso furono la causa per cui le riunioni degenerarono. Nel corso di esse si tenevano agapi sontuose innaffiate da abbondante vino, poi uomini e donne in preda all'ebrezza, intrecciavano danze incomposte; le donne discinte e spettinate, vestite da baccanti, agitavano fiaccole accese tra urla, grida e canti volgari. Avvenivano infine gli accoppiamenti tra uomini e donne e, cosa orribile a dirsi, anche tra gli stessi uomini, anzi gli accoppiamenti tra uomini si verificavano con più frequenza che quelli con le donne. Gli schiamazzi ed i rumori conseguenti da questo stato di frenesia venivano artatamente coperti dal crepitare delle nacchere agitate senza sosta e dal rumore dei cembali percossi in continuazione. In tale maniera nulla trapelava delle nefandezze che si commettevano. Non erano accolti nella setta gli uomini superiori ai venti anni, e ciò perché più facilmente fossero traviati e si sottomettessero allo stupro. Coloro che vi si opponevano venivano condotti in oscure spelonche ed immolati come vittime. Nei Baccanali era bandito ogni umano ritegno, ogni legge era calpestata, e naturalmente i seguaci dei mostruosi riti che ritenevano lecito l'illecito, nella vita civile non avevano scrupoli di sorta e tra di essi, quindi, si trovavano ladri, falsari, lenoni, omicidi.
Come Fecennia ebbe finito di parlare, si gettò ai piedi del console e lo scongiurò che la proteggesse e le salvasse la vita dalle eventuali vendette dei settari; il console provvide a ciò facendo accogliere la liberta nella casa della suocera Sulpicia ed Ebuzio in quella di un suo cliente. Era del resto suo interesse che i due rimanessero in vita quali testimoni. Dopo aver a questo provveduto, Postumio si preoccupò di informare il Senato dei fatti, e cioè della maniera con la quale aveva avuto notizia dei Baccanali, delle indagini da lui condotte per accertarsi della verità, del racconto di Fecennia. I senatori rimasero sbigottiti. Il pericolo che quella associazione di gente priva di scrupoli potesse sovvertire l'ordine della Repubblica si presentò loro in tutta la grayità, e poiché le violenze, gli accoppiamenti indiscriminati, gli stupri commessi violavano le leggi umane e divine, i padri coscritti decisero di prendere immediati e drastici provvedimenti che ponessero fine a tali nefandezze. Ordinò quindi il Senato che si facessero ricerche per identificare i sacerdoti e le persone che partecipavano ai Baccanali, e non solo nella cerchia dell'Urbe, ma anche in tutta Italia; premi furono dati a coloro che, mediante delazione, facilitarono la scoperta degli affiliati alla setta, i quali tra uomini e donne, assommavano al numero di 7.000. A Roma i capi erano Marco e Gaio Atinio, due plebei della stessa città, Lucio Opiterio diFaleri e Minio Cerrino della Campania. Tutti vennero processati e, secondo la gràvità delle loro colpe, furono condannati a morte o incarcerati; i templi, sentine di vizi e di delitti, furono rasi al suolo. Roma in seguito a questi provvedimenti tu presa dal terrore, molti colpevoli per sfuggire la morte o per evitare il carcere abbandonarono la città e si rifugiarono in terre lontane. Acciocché non si tenessero più Baccanali fu proibita qualsiasi festa in onore di Bacco, eccezionalmente si permetteva di farne qualcuna dietro autorizzazione del Senato ed a condizione che non vi partecipassero più di cinque persone. Fu gncora ordinato agli Edili della Plebe di tenere sotto sorveglianza le case dei vari quartieri della città, di giorno e di notte, affinché non si tentasse di fare ancora quanto era stato proibito. Il Senato infine emanò un editto che, pena la morte, vietava i Baccanali. Questo editto, trascritto su tavole di bronzo, tu diffuso in tutta Italia per essere affisso in quelle località dove più facilmente poteva essere conosciuto.
E così i Baccanali furono estirpati. Roma aveva saputo ben difendere la integrità dello Stato che si fonda principalmente sul buon costume, sull'ordine, sul rispetto delle leggi.
I Baccanali furono la degenerazione delle feste bacchiche le quali, da semplici cerimonie improntate ad allegria, diventarono col tempo riunioni rumorose, forsennate, sensuali. La regione ove questo mutamento avvenne per prima fu la Tracia: uomini e donne, dopo abbondanti libagioni di vino, in preda all'ebrezza, si abbandonavano ad atti incomposti, a danze sfrenate con urli e grida ai quali si univano i rumori frenetici ed assordanti dei flauti, dei timpani e dei piatti di rame. Quando l'eccitazione giungeva al parossismo, tra uomini e donne avvenivano gli accoppiamenti i quali più che atti di amore erano bestiali congiungimenti.
La Grecia inizialmente ignorò queste orge. Le feste bacchiche erano improntate a semplicità; consistevano infatti nel portare in processione un'urna colma di vino, inghirlandata da tralci di vite; dietro seguiva un capro ed un uomo con in mano un cesto di fichi. Nel corso del rito si libava in onore del nume moderatamente, cioè quanto bastava a suscitare spensierata allegria. Col tempo il malcostume dalla Tracia si propagò in Grecia, specie nell'Attica, e le feste bacchiche si tramutarono anche qui in Baccanali. Dall'Attica i Baccanali furono importati nella Magna Grecia e dalla Magna Grecia in Etruria.
A Roma inizialmente le feste in onore di Bacco nulla avevano a che vedere con i Baccanali; venivano chiamate Liberalia (il nume aveva anche il nome di Liber), si celebravano il 17 marzo con banchetti in campagna o con rappresentazioni teatrali in città. In questo giorno i giovani che avevano compiuto i 17 anni indossavano la toga virile e venivano festeggiati in famiglia dai genitori, dai parenti e dagli amici. Ma in un periodo che noi sconosciamo i Baccanali dall'Etruria furono introdotti nell'Urbe ove, data la grandezza della città, per lungo tempo poterono essere celebrati senza che alcuno ne venisse a conoscenza. Nel 186 a. C. però furono scoperti alla maniera che abbiamo narrato.
Roma, per concludere, si dimostrò spietata verso i partecipanti ai Baccanali. Non è da pensare che questo suo atteggiamento fu dettato da principi morali riguardanti il sesso; sappiamo bene in quale maniera il popolo romano concepiva l'amore, come l'esaltò, come lo cantò in poesia. Roma fu rigida e intransigente al riguardo per una non giustificata preoccupazione di eventuali sovvertimenti sociali a cui i settari avrebbero potuto dare origine. Non erano però gli adepti alle sette bacchiche che avrebbero potuto sovvertire l'ordine dello Stato; si trattava di una torma di degenerati ubriaconi. Tuttavia prevenire il peggio è cosa da saggi, ed a questa saggezza Roma dovette la sua grandezza ed il lungo impero.


Gallego de la Serna, Juan [fl. 1621-1640: medico personale dei sovrani di Spagna Filippo III e Filippo IV], Ioannis Gallego de la Serna Malachensis ... De naturali animarum origine, invectiva adversus Danielem Sennertum, Bruxellae : apud Franciscum Vivienum, sub signo Boni Pastoris, 1640 - [8], 119, [1] p. ; 4o - Marca calcogr. sul front. - Iniziali xilogr. - Segn.: [ast]4 A-P4 - Impronta - e-es rilo uri- pone (3) 1640 (A) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale Braidense - Milano


In C.B.A. si conserva:
Sinibaldi, Giovanni Benedetto, Io. Benedicti Sinibaldi ... Geneanthropeiae sive De hominis generatione decateuchon ... dedita opera plene, methodice, et iucunde pertractantur ..., Romae : ex typographia Francisci Caballi, 1642 [28], 1050, [86] col. : 1 ill. ; fol.


Avenzoar <1092-1161>: medico, letterato e giurista, nato a Siviglia nel 1092 e ivi morto nel 1161. Il nome sulle edizioni a stampa mediamente è Abynzoar, Abynzohar.
Vedi nelle biblioteche italiane stando all'SBN:
Avenzoar , Abhomeron Abynzohar colliget Auerroys, (Venetijs : impensis ... Octauiani scoti ... arte autem Boneti Locatelli, 1496. ultimo Maij) - 108 c. ; fol. - Note Generali: A cura di Girolamo Suriano, il cui nome figura nelle presentazioni delle due opere e nel colophon - Marca (Z 272) nel colophon - Segn: a-d8 e-f6g-o8 Iniziali xil. ornate. - IGI 1104 - Numeri: Impronta - u-e- e-me a.i- rale (3) 1496 (A) - Marca editoriale: Un cerchio con iniziali OSM e una doppia croce- Localizzazioni: Biblioteca del Polo di medicina legale, anatomia patologica e storia della medicina dell'Universita' degli studi di Padova - Biblioteca Vallicelliana - Roma
Fine modulo Averroes, Colliget Auerrois totam medicinam ingentibus voluminibus ab aliis traditam, mira quadam breuitate & ordine sic adamussim complectens: ... Theizir Abynzoar. Morbos omnes, tam uniuersales quam particulares, & eorundem remedia continens. ... Cuncta sunt diligentius, quam antea, & recognita, & exornata nunc impressa. Accessserunt postremo M.Anto.Zimarre dubia & solutiones in supradictum Auerrois Colliget, nouum corollarium, Venetiis : apud Hyeronimum scotum, 1549, 109, 1 c. : 2o - Marca (Z67) sul front Cors. ; rom rom Segn.: A-N 48O - Iniziali xil. - Impronta - s-cu ised e.sq poqu (3) 1549 (A) - Localizzazioni: Biblioteca Ambrosiana - Milano - Biblioteca civica Giovanni Canna - Casale Monferrato - AL - Biblioteca provinciale Angelo Camillo De Meis - Chieti - Biblioteca comunale Ariostea - Ferrara - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca comunale Valentiniana - Camerino - MC - Biblioteca delle facoltà di Giurisprudenza e Lettere e filosofia dell'Università degli studi di Milano - Milano - Biblioteca comunale - Carpi - MO - Biblioteca del Polo di medicina legale, anatomia patologica e storia della medicina dell'Università degli studi di Padova - Biblioteca universitaria - Pavia - PV - Biblioteca municipale Antonio Panizzi - Reggio Emilia - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma - Biblioteca medica dell'Ospedale civile. Ussl 22 - Sondrio - Biblioteca dell'Istituto di filosofia San Tommaso d'Aquino - Chieri - TO
Avenzoar , Abhomeron Abynzohar Colliget Auerroys, (Impressum Venetijs : per Gregorium de gregorijs, 1514 Die. xx. mensis Septembris) - 108 c. ; 2o - Got Segn.: a-d8 e-f6 g-o8 - Ed. a cura di Girolamo Suriano, il cui nome si ricava dalle presentazioni alle due opere e dal colophon Iniziali xil. ornate - Titolo uniforme: De medicina - Impronta - iuve b*bi a.i- rale (3) 1514 (R) - Localizzazioni: Biblioteca comunale Mozzi-Borgetti - Macerata - Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma - Biblioteca del Monumento nazionale della Abbazia Benedettina della SS. Trinità - Cava de' Tirreni - SA
Avenzoar , Abhomeron Geminum de medica facultate opus studiosis omibus vtilissimum, alterum Abhomeron Abynzohar. Colliget Auerroys reliquum nuperime diligenter correctum, et marginalibus adnotamentis nunquam hactenus adiectis illustratum. Addita est preterea vtrique operi propria tabula omnium capitum, quo que scire volueris tibi facilius occurrant, Venundant Lug. : ab Iacobo de Giunta, 1531 (Excudebat Lugduni : Ioannes Crispinus dictus du Carre: mandante honestissimo viri Iacobo de Giunti, 1531 mense Mayo) - 2pt (5, 123 ; 4, 171, 3 c.) - Ed. a cura di Girolamo Suriano, il cui nome appare a c. a 5 v Marca (L0698) sui front. e (L06103) in fine Got. - Segn.: a-q8 ; A-X8 Y80 (Y8 bianca, Y10 bianca) - Front. stampati in rosso e nero entro cornice xil. architettonica Iniziali xil. ornate - Titolo uniforme: De medicina - Impronta - 8.an o-ta anos guvi (3) 1531 (A) Impronta - po0. u-ad isco mi*C (3) 1531 (A) - Albero fronduto contenente giglio; lungo il tronco scudo con iniziali I.F. sorretto da due leoni rampanti - Pianta di giglio - Localizzazioni: Biblioteca di Area umanistica dell'Università degli studi di Urbino- PU - Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma
Avenzoar , Abhomeron Abynzohar. Colliget Averroys, Venetiis : ere ac cura heredum Octauiani Scoti et sociorum, 1520 - 113 c. ; fol. - Impronta - iuve b*bi a.i- rale (3) 1520 (A) - Localizzazioni: Biblioteca civica Bertoliana - Vicenza
Averroes, Colliget Auer. ... Abhomeron Abinzoar librum Theysir ... et Auerrois librum Colliget, Pubblicazione: Venetijs : sumptibus heredum Octauiani Scoti ac sociorum, 1530 - Descrizione fisica: 108 c. ; fol. - Impronta - u-ve n-o- a.i- vitu (3) 1530 - Localizzazioni: Biblioteca Angelica - Roma - Biblioteca universitaria - Pavia - Biblioteca comunale Augusta - Perugia - - Biblioteca comunale - Foligno - PG
Averroes, Colliget Auerrois totam medicinam ingentibus voluminibus ab alijs traditam mira quadam breuitate et ordine sic ad amusim complectens ... Theizir Abynzoar ... Accesseruntpostremo M. Anto. Zimarre dubia et solutiones in supradictumAuerrois colliget, nouum corollarium, Venetiis : apud Octauianum Scotum D. Amadei F., 1542 - 108, [2] c. ; fol. - Marche tip. sul front ed in fine Segn.: A-D8 E-F6 G-N8 O6 P4 - mpronta - u-ve s.n. e.n- Eteg (3) 1542 (A)- Localizzazioni: Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III - Napoli - Biblioteca Casanatense - Roma - Biblioteca nazionale Braidense - Milano
Avenzoar , Titolo: Incipit liber theicrisi dahalmodana vahaltadabir cuius est interpretatio rectificatio medicationis et regiminis, editus in arabico a perfecto viro abumaruan Auenzohar et translatus de hebraico in latinum venetiis a magistro parauicio physico ipso sibi vulgarizante magistro iacobo hebreo, (Impressi Venetiis : per Ioannem de forliuio et Gregorium fratres, 1490 die quarta mensis Ianuarii) - 2 pt. (4, 40; 63, 1 c.) ; fol. - Nel titolo forme contratte - Nell'occhietto: Abumeron Auenzohar Colophon alla fine della pt. 2 Car. got. - Segn.: (pi greco)4 a-f6 g4; a-k6 l4 Pt. 2: Colliget Auerroys - Impronta - .5ne o-io noi- chfa (3) 1490 (R) - Impronta - erul n.la tais revn (3) 1490 (R) - Croce doppia o di Lorena o patriarcale intersecata alla base da croce di s. Andrea. Iniziali Z.G. - Localizzazioni: Biblioteca delle facoltà di Giurisprudenza e Lettere e filosofia dell'Università degli studi di Milano
Averroes, Auerrois Cordubensis Colliget libri 7. Cum quibus etiam nunc primum in quinto libro impressimus translationem trium illorum tam difficilium eiusdem libri capitum 57, 58, 59 olim a Iacob Mantino medico celeberrimo factam. Addidimus itidem post antiquam translationem tres illas sectiones Collectaneorum tribus Colliget libris, Secundo scilicet, Sexto & Septimo respondentes, a Iohanne Bruyerino Campegio elegantissime Latinitate donatas. Eiusdem Auerrois Commentaria in Auicennae Cantica, una cum eiusdem Auicennae textu, in partes, Tractatus, ac Capita distincto, atque castigationibus Andreae Bellunensis exornato. Eiusdem Auerrois Tractatus de theriaca, nunquam impressus. Marci Antonij Zimarae Solutiones contradictionum in dictis Auerrois super Colliget. Abimeron Abynzoahar. Omnia nunc summo studio diligentiaque emendata, Venetiis : apud Iuntas, 1553 (Venetijs : apud haeredes Lucaeantonij Iuntae, 1553) - Descrizione fisica: 187, 1 c. ; fol Note Generali: Nel tit. i numeri arabi sono espressi in caratteri romani - A c. 138 altro colophon: Venetijs : apud haeredes Lucaeantonij Iuntae, 1553 - Segn.: A-Q8R80S4T-Z8AA6 - La c. AA6 è bianca - Impronta - 0.a- o-s, Etur tebr (3) 1553 (R) - Marca editoriale: Due putti sorreggono un giglio fiorentino con iniziali LA. - Giglio araldico, bocciolato e bottonato, stemma di Firenze - Localizzazioni: - Biblioteca Zelantea - Acireale - CT - Biblioteca Riccardiana - Firenze - Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III - Napoli - Biblioteca universitaria di Padova - Biblioteca del Polo di medicina legale, anatomia patologica e storia della medicina dell'Universita' degli studi di Padova - Padova - Biblioteca Angelica - Roma - Biblioteca comunale - Treviso


Chabot, Pierre Gautier (1516-1597) umanista, filologo, editore critico di autori classici, dal nome spesso latinizzato in Cabotio e/o Chabotio come usa l'Aprosio:
Horatius Flaccus, Quintus, Q. Horatii Flacci Opera omnia, a Pet. Gualt. Chabotio viro in omni literatura perfectissimo, ... triplici artificio explicata. Nunc vero a I. Iac. Grassero C. Rom. ex ipsius Chabotij lucubrationibus manuscriptis, tantopere aucta, emendata, & illustrata, vt nihil commentarij amplius a quoquam desiderari possit. ..., Basileae: Konig, Ludwig <1.>, 1615
Chabot, Pierre Gautier , Petri Gualterii Chabotii Pictonis Sanlupensis Expositio analytica & breuis in vniuersum Q. Horatij Flacci poema ex ipsius commentarijs maiorum vigiliarum ac triplicis artificij mox in apertum proferendis breuiter excripta, vtiliterque ad sensum vatis facile exprimendum, & ad memoriam lectoris non mediocriter iuuandam accomodata..., Parisiis: Le Jeune, Martin, 1582
Chabot, Pierre Gautier , 1: Tomus primus quo libri 4 Carminum et liber 1 Epodon triplici artificio, dialectico, grammatico & rhetorico plenissime & doctissime explicantur ..., Basileae: Ostenius, Leonhard, 1591
Chabot, Pierre Gautier , Petri Gualterii Chabotii Pictonis Sanlupensis Praelectionum in Q. Horatii Flacci poemata tomus primus -tertius, Basileae: Ostenius, Leonhard, 1591
Chabot, Pierre Gautier, 2: Tomus secundus quo duo Satyrarum libri triplici artificio, dialectico, grammatico & rhetorico, plenissime & doctissime explicantur..., Basileae: Ostenius, Leonhard, 1591
Chabot, Pierre Gautier, 3: Tomus tertius quo duo Epistolarum libri triplici artificio, dialectico, grammatico & rhetorico, plenissime & doctissime explicantur ..., Basileae: Ostenius, Leonhard, 1591
Chabot, Pierre Gautier, Petri Gualterii Chabotii Pictonis Sanlupensis In Q. Horatii Flacci poema expositio analytica ex ipsius commentariis majoribus triplicis artificii exscripta ..., Basileae: Ostenius, Leonhard, 1589
Chabot, Pierre Gautier, Petri Gualterii Chabotii Pictonis Sanlupensis In Q. Horatii Flacci poema expositio analytica ex ipsius commentariis majoribus triplicis artificii exscripta. ..., Basileae: Ostenius, Leonhard, 1589
Horatius Flaccus, Quintus, Q. Horatii Flacci Opera omnia a Pet. Gualt. Chabotio viro in omni literatura perfectissimo, ... Nunc vero a I. Iac. Grassero c. rom. ex ipsius Chabotij lucubrationibus manuscriptis, tantopere aucta, emendata, & illustrata, ut nihil commentarij amplius a quoquam desiderari possit ..., Colon. Munatianae: Rex, Ludovicus, 1615


Tito Flavio Clemente, soprannominato l'Alessandrino, nacque verso l'anno 150 dell'era cristiana, in Alessandria, da genitori pagani. La sua prima educazione fu pagana; ma convertitosi alla fede di Cristo, volle approfondire le verità del cristianesimo confrontandole con quello che era stato il pensiero dei principali filosofi greci (Platone, Aristotele, Eraclito, Democrito, ecc.), mettendone in evidenza i punti di contatto e quelli, più numerosi, di contrasto. Clemente Alessandrino è, infatti, il primo scrittore che abbia cercato di portare, a sostegno del Cristianesimo, un largo corredo di erudizione profana ed abbia cercato di fondere insieme la filosofia greca con il pensiero cristiano. Tito Flavio Clemente insegnò per moltissimi anni in Alessandria ed ebbe tra i suoi discepoli Origene ed Alessandro; questi poi divenne vescovo di Gerusalemme, ove aprì una scuola e fondò una importante biblioteca. Clemente fu costretto, verso il 202, ad abbandonare il grande centro cosmopolita di Egitto, ove di tanto bene si era reso strumento, a seguito di una crudele persecuzione, che ebbe particolarmente di mira la sua persona. Si rifugiò allora in Cappadocia, ove non cessò di lavorare per la diffusione del Vangelo. I principali scritti di Clemente sono il Protreptico, il Pedagogo e gli Stromata, tre libri che, nel loro insieme, formano un'intera opera (una Trilogia ), e costituiscono una introduzione al cristianesimo ed un vero trattato - il primo - di teologia cristiana. il Protreptico, cioè "libro che esorta e converte", è un discorso che egli rivolge ai pagani per dimostrare tutta l'assurdità ed incoerenza della loro religione ed invitarli a cercare Cristo, perché‚ Cristo è il solo mezzo per giungere alla contemplazione di Dio. Nel Pedagogo - il Pedagogo sarebbe Gesù Cristo - si insegnano ai catecumeni ed in genere a tutti i cristiani le norme del retto comportarsi ai bagni, nei conviti, nelle conversazioni; si danno suggerimenti riguardo alle suppellettili, al vestito, agli ornamenti, alla vita coniugale, ecc.: è insomma un vero trattato di morale. Nel trattato degli Stromata - voce che significa "tappeti", quasi tessuto di dottrine - Clemente fa vedere le relazioni che passano tra scienza e fede, espone i contrassegni della vera fede e traccia la figura ideale del vero cristiano. Tra le altre opere di Clemente è da ricordare il trattatello Quis dives salvetur, cioè Quale dei ricchi possa salvarsi, in cui sono contenuti ammaestramenti sul significato e l'uso della ricchezza nella concezione cristiana della vita. Il lato più originale dell'opera. di Clemente Alessandrino è il suo tentativo di assimilare quanto di vero era nella filosofia greca; se il suo tentativo non può dirsi completamente riuscito, egli ha però aperto una via che dovrà conoscere in seguito i magnifici successi di Agostino e Tommaso e confermare che l'uomo è meravigliosamente fatto per la contemplazione del cielo (Protr.,4). Un altro dei più interessanti aspetti del pensiero di Clemente è la sua venerazione per la tradizione; per attingerla alla fonte genuina, egli compì viaggi faticosi, cercando i maestri più insigni della dottrina .cristiana, poiché‚ questi conservavano la tradizione della beata dottrina che veniva immediatamente da Pietro, da Giacomo, da Giovanni, dai santi apostoli (Strom., l, 1) Egli afferma essere .la .Chiesa che conferma e regola la tradizione, la quale non è una scienza umana, ma una scienza divina (Paed., I, 6) ; Pietro poi è l'eletto, l'eccellente, il primo dei discepoli, per il quale solo, oltre che per sè, il Signore pagò il tributo (Quis dives, 21). Fu dunque Clemente Alessandrino uomo di vasta erudizione e dottrina, ma anche di grande bontà e di integerrimi costumi. [da "Patristica - on line"]


Lodovico Domenichi (Piacenza ca. 1514 - Pisa 1564): Dopo l'esordio nella nativa Piacenza, la sua attività professionale è stabilmente in rapporto con il mondo dell'editoria e della produzione del libro, come redattore e traduttore, nelle grandi capitali del libro cinquecentesco: collaborò con Giolito e Marcolini a Venezia e con Torrentino a Firenze. Qui per le sue simpatie verso la Riforma fu imprigionato Raccolse nove libri di Rime diverse di molti eccellentissimi autori (Venezia 1545-1560) e le Facezie e motti arguti di alcuni eccellentissimi ingegni (Firenze 1548), insieme con Ruscelli e Dolce . Fece traduzioni dal latino di autori classici e moderni, curò edizioni non sempre affidabili sul piano scientifico. Realizzò un rifacimento in volgare moderno dell’Orlando innamorato di Boiardo ormai incomprensibile (Venezia 1545) e una raccolta di Dialoghi (Venezia 1562), oltre alla commedia Le due cortigiane (Firenze 1563). Si occupò di tematiche neoplatoniche nel Ragionamento [...] nel quale si parla d’imprese d’armi et d’amore (Milano 1559) e scrisse il trattato La nobiltà delle donne (Venezia 1549), probabilmente un plagio dalla Difesa delle donne di D. Bruni. Fu ritenuto per lungo tempo l’autore del Ragionamento della stampa fatto ai Marmi di Firenze, che in realtà è di Antonfrancesco Doni


Antonio Ongaro poeta, di famiglia padovana, nacque a Venezia attorno al 1560 e morì a Valentano nel 1593 . Dopo gli studi di giurisprudenza all'Università di Padova, si trasferì a Roma. Oltre alla professione di giurista si dilettò con scritti di poesia. Pochi anni dopo si trasferì a Nettuno e compose l' Alceo. Nel 1582 arrivò a Valentano al servizio di Mario Farnese signore di Latera e Farnese.
Una donna di Valentano divenne sua moglie e gli diede tre figli. Fu sepolto nella chiesa Collegiata di San Giovanni Evangelista. La scritta della sua pietra tombale, ritrovata in un documento reca inciso: giovane d'anni ma vecchio per fama. L'opera più famosa di Ongaro è il ricordato Alceo (Venezia 1582). Le sue Rime furono pubblicate postume a Farnese nel 1600 anche se talora alcune di esse vennero recuperate ed inserite entro miscellanee di una certa importanza, per quanto oggi misconosciute, come il Gareggiamento poetico edito nel 1611 presso il Barezzi a Venezia da Carlo Fiamma autore del XVI/XVII secolo noto come "Confuso Accademico Ordito", autore tra l'altro della favola pastorale Gelosa Ninfa (Meglietti, Venezia, 1604) e della "traggi-satiri-comica" Diana vinta (Deuchino, Venezia, 1624). Nel Gareggiamento si possono leggere alcuni madrigali amorosi dell'Ongaro come questo tratto dalla parte intitolata I Vari ed ancora questo altro estrapolato dalla sezione intitolata Le Dipendenze.
Sue opere rinvenute nelle biblioteche italiane stando all'SBN sono:
Ongaro, Antonio , Alceo fauola pescatoria di Antonio Ongaro. Recitata in Nettuno Castello de' signori Colonnesi. et non piu posta in luce. A gl'illustri fratelli, il S. Girolamo & il S., In Venetia: Zoppini, Fabio & Zoppini, Agostino, 1587
Ongaro, Antonio , Delle rime del signor Antonio Ongaro detto l'Affidato nell'Academia de gli illuminati. Parte terza. Non piu stampata con alcune compositioni latine del medesimo autore, In Vicenza: Greco, Giorgio, 1605
Ongaro, Antonio , L' Alceo favola pescatoria d'Antonio Ongaro Padovano, In Nizza: Societa tipografica , 1784
Ongaro, Antonio , Alceo fauola pescatoria del s. Antonio Ongaro. Alli molto illust fratelli, il sig. Conte Ferrante, & il Sig. Conte Luigi Montecucoli, In Venetia: Bonfadino, Giovanni Battista, 1592
Ongaro, Antonio , 5: Rime d'Antonio Ongaro detto. L'Affidato Accademico Illuminato. All'illustriss.ma signora D. Isabella marchesa Pallauicina, In Venetia: Ciotti, Giovanni Battista, 1604
Ongaro, Antonio , Alceo fauola pescatoria, del Sig. Antonio Ongaro. Alli molto Illustri fratelli, il Signor conte Ferrante & il Sig. conte Luigi Montecuccoli, In Venetia: Imberti, Gerardo, 1621
Tasso, Torquato, Aminta Alceo Egle favole pastorali del secolo 16, Venezia: Valle, Sebastiano, 1802
Tasso, Torquato, L' Aminta favola boschereccia di Torquato Tasso. E l'Alceo favola pescatoria di Antonio Ongaro padovano. Tratte da' migliori esemplari emendatissime, In Venezia: Bartoli, Girolamo, 1741
Ongaro, Antonio , Opere poetiche di Antonio Ongaro padouano. Cioe l'Alceo fauola pescatoria, Egloghe, Rime, Sonetti, Canzoni, Epitelamij, & altre compositioni, In Venetia: Ciotti, Francesco, 1606
Tasso, Torquato, Aminta / . Alceo / . Egle / : favole teatrali del secolo 16, Venezia, 1786
Tasso, Torquato, Aminta / . Alceo / . Egle / : favole teatrali del secolo 16, Venezia, 1815
Ongaro, Antonio , Rime di Antonio Ongaro l'Affidato Accademico Illuminato. Di nuouo corrette, & accresciute, e diuise in prima, seconda, e terza parte. ..., In Bologna: Tebaldini, NicoloDozza, Evangelista <1.> eredi, 1644
Ongaro, Antonio , L' Alceo di Antonio Ongaro. Favola pescatoria, Firenze: Conti, Niccolo, 1819
Ongaro, Antonio , Alceo fauola pescatoria. Del sig. Antonio Ongaro. Alli molto illustri fratelli,il sig. conte Ferrante, & il sig. conte Luigi Montecucoli, In Venetia: Bertano, Pietro Maria, 1613
Ongaro, Antonio , Alceo fauola pescatoria del s. Antonio Ongaro. Alli molto illust. fratelli, il sig. conte Ferrante, & il sig. conte Luigi Montecucoli, In Venetia: Bonfadino, Giovanni Battista, 1595
Ongaro, Antonio , Alceo fauola pescatoria del s. Antonio Ongaro. Alli molto illust. fratelli, il sig. conte Ferrante, & il sig. conte Luigi Montecucoli, In Ferrara: Cagnacini, Giulio Cesare & fratelliCaraffa, Alfonso, 1588
Tasso, Torquato, Aminta, Alceo Egle favole teatrali del secolo 16, Venezia: Bernardi, Pietro, 1815
Ongaro, Antonio , Dell'Alceo favola pescatoria di Antonio Ongaro, Londra: Edlin, Tommaso, 1737
Ongaro, Antonio , Alceo fauola pescatoria. Del sig. Antonio Ongaro. Alli molto illustri fratelli, il signor conte Ferrante, & il sig. conte Luigi Montecucoli, In Venetia: Imberti, Domenico, 1617
Ongaro, Antonio , Alceo fauola pescatoria del sig. Antonio Ongaro. ..., In Venetia: Tebaldini, Nicolo, 1603
Ongaro, Antonio , L' Alceo fauola pescatoria d'Antonio Ongaro, fatta recitare in Ferrara dall'ill.mo s. Enzo Bentiuogli mentre la seconda volta era Principe dell'Accademia degl'Intrepidi..., In Ferrara: Baldini, Vittorio, 1614
Tasso, Torquato, L' Aminta favola boschereccia di Torquato Tasso, e l'Alceo favola pescatoria di Antonio Ongaro padovano, tratte da'migliori esemplari emendatissime, In Padova: Volpi, Giovanni Antonio, 1763
Tasso, Torquato, L' Aminta favola boschereccia di Torquato Tasso, e l'Alceo favola pescatoria di Antonio Ongaro padovano. Tratte da'migliori esemplari emendatissime, In Padova: Comino, GiuseppeVolpi, Giovanni Antonio & Volpi, Gaetano, 1722
Tasso, Torquato, Aminta . Alceo . Egle, Venezia, 1786
Aminta. Alceo. Egle. Favole teatrali del secolo 16, Venezia, 1786
Tasso, Torquato, Aminta . Alceo . Egle, Venezia, 1786
Ongaro, Antonio , Alceo fauola pescatoria di Antonio Ongaro. Recitata in Nettuno Castello de' signori Colonnesi: et non piu posta in luce. ..., In Venetia: Ziletti, Francesco, 1582
Tasso, Torquato, L' Aminta favola boschereccia di Torquato Tasso, e l'Alceo favola pescatoria di Antonio Ongaro padovano. Tratte da' migliori esemplari emendatissime, In Padova: Comino, Giuseppe, 1776
Ongaro, Antonio , Rime d'Antonio Ongaro, detto l'Affidato Accademico Illuminato, In Farnese: Mariani, Niccolo, 1600
Ongaro, Antonio , Rime d'Antonio Ongaro, detto l'Affidato Accademico Illuminato. All'illustriss.ma signora D. Isabella marchesa Pallauicina, In Venetia: Ciotti, Giovanni Battista, 1602
Ongaro, Antonio , Rime d'Antonio Ongaro detto. L'Affidato Accademico Illuminato. All'illustriss.ma signora D. Isabella Pallauicina, In Venetia: Ciotti, Giovanni Battista, 1604
Ongaro, Antonio , Rime d'Antonio Ongaro l'Affidato Accademico Illuminato. Di nuouo corrette, & accresciute, e diuise in prima, seconda, e terza parte ..., In Venetia: Ciotti, Giovanni Battista, 1620


(2/42) Canter, Willem , olandese, figlio di un senatore di Utrecht, dal nome latinizzato in Cantero, fu poligrafo ma sopratutto editore critico e filologo che ebbe anche corrispondenza con il patrizio e bibliomane genovese href="crediti1000a.htm#pinelli1">Gian Vincenzo Pinelli. Tra le opere del Canter custodite nelle biblioteche italiane, stando all'SBN, si citano le seguenti:
Canter, Willem , Gulielmi Canteri Vltraiectini Nouarum lectionum libri septem: in quibus, praeter uariorum autorum tam Graecorum quam Latinorum, explicationes & emendationes: Athenaei, Basileae: Oporinus, Johann
Canter, Willem , Gulielmi Canteri Vltraiectini Nouarum lectionum libri octo, Antuuerpiae: Plantin, Christophe, 1571<1542-1575>
Lycophron, Lykophronos tou ksalkides Aleksandra. Lycophronis Chalcidensis Alexandrae, siue Cassandrae versiones duae: vna ad verbum, a Gulielmo Cantero: altera carmine expressa..., Basileae
Canter, Willem , Gulielmi Canteri Vltraiectini Nouarum lectionum libri octo. Editio tertia, recens aucta. Eiusdem De ratione emendandi graeco auctores syntagma, recens item auctum, Antuuerpiae: Plantin, Christophe, 1571
Canter, Willem , Gulielmi Canteri Vltraiectini Nouarum lectionum libri quatuor. In quibus, praeter variorum autorum, tam Graecorum quam Latinorum, explicationes et emendationes: Athenae..., Basileae: Oporinus, Johann
Aristoteles, Aristotelis Stagiritae, Pepli fragmentum, siue heroum Homericorum epitaphia, fideliter auctori suo restituta, Latine versa, et annotationibus illustrata per Gulielmum, Antuerpiae: Plantin, Christophe, 1571
Diogenes : Laertius, Diogenous Laertiou Peri bion, dogmaton kai apophthegmaton ton en philosophiai eudokimesanton, biblia i. Diogenis Laertii De vitis, dogmatis & apophthegmatis eorum...,, Ginevra: Estienne, Henri <2.>, 1570
Aristides Aelius, Aristidou Lelou. Aelii Aristidis adrianensis oratoris clarissimi, Orationum tomi III. Interprete Gulielmo Cantero Vltraiectino. Adiunximus varias eiusdem Gulielmi Canteri..., [Ginevra]: Stephani, Paul, 1604
Stobaeus, Johannes, Keras amalthaias. Ioannou tou Stobaiou Eklogai apophtegmaton kai ypothekon. Ioannis Stobaei Sententiae, ex thesauris Graecorum delectae. Cyri Theodori dialogus..., Aureliae Allobrogum: Le Fevre, Francois, 1609
Aristophanes, Aristophanous komoidiai ia. Aristophanis comoediae undecim, graece & latine, ut et fragmenta earum quae amissae sunt. Cum emendationibus virorum doctorum, praecipue..., Amstelaedami: Ravesteyn, Johannes van, 1670
Catullus, Gaius Valerius, Catullus. Tibullus. Propertius. Item, Corn. Galli fragmenta, Lugduni: Gryphius, Antoine, 1573
Aristophanes, Aristophanous komoidiai ia. Aristophanis comoediae undecim, graece & latine, cum indice paroemiarum selectiorum, et emendationibus virorum doctorum praecipue Joseph Canter, Lugduni Batavorum: Maire, Joannes, 1624
Sophocles, Sophocleois Tragodiais. Sophoclis Tragoediae 7. in quibus praeter multa menda sublata, carminum omnium ratio hactenus obscurior, nunc apertior proditur: opera Gulielmi Canteri, Antuerpiae: Plantin, Christophe, 1579
Sophocles, Sophoclis Tragoediae 7. Ex aduerso respondet Latina interpretatio, in qua uerbum uerbo reddidit Vitus Winsemius. Carminum ratio ex Gul. Cantero diligenter obseruata..., Heidelbergae: Commelinus, Hieronymus, 1597
*Lykophronos tou ksalkides Aleksandra. Eis touto Izakiou tou Tzetzou oksegema. Lycophronis Chalcidensis Alexandra. Cum eruditissimis Isacii Tzetzis commentariis, ... Exudebat Paulus Stephanus: Estienne, Paul, 1601
Lycophron, Lykophronos tou Chalkideos Alexandra. Lycophronis Chalcidensis Alexandrae, siue Cassandrae uersiones duae: una ad uerbum, a Gulielmo Cantero: altera carmine.., Oporinus, Johann & Perna, Peter


Diogenes : Laertius, Diogenous Laertiou Peri bion, dogmaton kai apophthegmaton ton en philosophiai endokimesanton, biblia i. Diog. Laert. De vitis, dogm. & apophth. clarorum philosophor..., Ginevra: Estienne, Henri <2.>, 1594

Stobaeus, Johannes, Ioannis Stobaei Eclogarum libri duo quorum prior physicas, posterior ethica complectitus; nunc primum Graece editi; interprete Gulielmo Cantero. Vna & G. Gemisti..., Antuerpiae: Plantin, Christophe, 1575
Euripides, Euripides Euripidis tragoediae 19. Accedit nunc recens vigesimae, cui Danae nomen, initium, e vetustis bibliothecae Palatinae membranis, Graece iunc tim Latine. Latinam..., Heidelbergae: Commelinus, Hieronymus, 1597
Aeschylus, Aischylou tragodiai 7. Aeschyli tragoediae 7. In quibus praeter infinita menda sublata, carminum omnium ratio hactenus ignorata, nunc primum proditur; opera Gulielmi Canteri..., Antuerpiae: Plantin, Christophe, 1580
Aeschylus, Aeschyli Tragoediae superstites, graeca in eas scholia, et deperditarum fragmenta, cum versione latina et commentario Thomae Stanleii; et notis F. Robortelli..., Hagae Comitum: Gosse, Pierre <2.> & compagnie, 1745
Lycophron, Lykophronos tou Chalkideos Alexandra. Lycophronis Chalcidensis Alexandra, siue Cassandra, cum versione Latina Gulielmi Canteri. Eiusdem Canteri in eandem annotation..., Heidelberg: Commelinus, Hieronymus, 1596
Lycophron, Lycophronis Cassandra . Iambico carmine ac stilo vetere translata per Iosephum Scaligerum ... Eadem graeca, cum versione soluta Gulielmi Canteri, separatim edita, Ginevra: Saint-Andre, Pierre de, 1590
Aristides, Publius Aelius <117-129 ca.-185-189 ca. d. C., retore>, Aelii Aristidis Adrianensis oratoris clarissimi Orationum tomi tres nunc primum Latine uersi a Gulielmo Cantero Vltraiectino. Huc accessit Orationum tomus quartus..., Basileae: Perna, PeterPetri, Heinrich & Perna, Peter
LycophroN, Lykophronos tou Chalkideos Alexandra. Eis auto tou to Izakiou tou Tzetzou exegema. Lycophronis Chalcidensis Alexandra. Cum eruditissimi Isacii Tzetzis commentariis... Geneuae: Estienne, Paul, 1601
Aeschylus, Aeschyli Tragoediae superstites, Graeca in eas scholia, et deperditarum fragmenta; cum versione Latina et commentario Thomae Stanleii; et notis F. Robortelli..., Hagae Comitum: Gosse, Pierre <2.> & compagnie, 1745
Aristides, Publius Aelius <117-129 ca.-185-189 ca. d. C., retore>, Aristidou Logoi. Aelii Aristidis Adrianensis oratoris clarissimi, Orationum tomi 3. Interprete Gulielmo Cantero ... Adiunximus varias eiusdem Gulielmi Canteri & aliorum..., Oliua Pauli Stephani
, 1604
[Aristoteles, Aristotelis Stagiritae, Pepli fragmentum, siue Herium Homericorum epitaphia. Nunc primum autori suo restituta, Latine versa, & annotationibus illustrata, per Gulielmum Canterum..., Basileae: Guarin, ThomasIsengrin, Michael, 1566
Maximus : Tyrius, V.C. Maximi Tyrii, ... Dissertationes 41. Graece. Cum interpretatione, notis, & emendationibus Danielis Heinsii. Accessit Alcinoi in doctrinam Platonis Introductio..., Lugduni Batavorum: Paedts Jacobszoon, Jan <1578-1622>, 1607
Euripides, Eyripide Euripidis Tragoediae 19. Accedit nunc recens vigesimae, cui Danae nomen, initium, e vetustis Bibliothecae Palatinae membranis, Graece iunctim & latine. Latinam ..., Heidelbergae: Commelinus, Hieronymus, 1597
Euripides, Euripidou tragodion osa sozontai. Euripidis tragoediae quae extant. Cum Latina Gulielmi Canteri interpretatione. ... Scholia doctorum virorum in septem Euripidis tragoedias..., Ginevra, 1602
Aristoteles, *Aristotelis Stagiritae De moribus ad Nicomachum libri decem. : Adiecta sunt Fragmenta quaedam Pythagoreorum uetustissima, / In quibus Latina Graecis, Dionysio Lambino..., Basilea, 1566
Lycophron, Lykophronos tou Chalkideos Alexandra kai eis auto touto Isaakiou tou Tzetzou exegema. Lycophronis Chalcidensis Alexandra, cum Graecis Isaacii Tzetzis commentariis, Oxonii: Theatrum Sheldonianum, 1697
Ovidius Naso, Publius, Pub. Ouidii Nasonis Metamorphoseon libri 15. Denuo collatis probatissime fidei exemplaribus quam accuratissime emendati. Reliqua proxime sequens pagella indicabit, Lugduni: Gryphius, Antoine, 1572
Euripides, Euripidou Tragoidiai 19. Euripidis tragoediae 19. In quibus praeter infinita menda sublata, carminum omnium ratio hactenus ignorata nunc primum proditur: opera Gulielmi Canteri, Antuuerpiae: Plantin, Christophe, 1571
Does, Johan : van der <1571-1597>, I. Dousae filii Rerum caelestium liber primus. In Laudem Vmbrae declamatio et carmen, vna cum aliquot poematiis ... Quibus additae sunt Orationes funebres in obitus..., Lugduni Batauorum: Raphelengius, Franciscus <1.>Officina Plantiniana , 1591
Lycophron, Lycophronos toy Chalkideos Alexandra. Lycophronis Chalcidensis Alexandra, sive Cassandra, cum versione et commentario Gulielmi Canteri, paraphrasin, notas, indicem..., Lipsiae, 1788
Aristoteles, Aristotelis Ethicorum Nicomachiorum libri decem ex Dion. Lambini interpretatione Graecolatini Theod. Zuingeri argumnetis atque scholiis, tabulis quinetiam nouis methodi..., Basileae, Basilea: Episcopius, Eusebius <1565-1599>, 1582
2 Synesius : Cyrenensis, Sinesiou Yper tou dorou, pros Paionion. Omilia deutera. Katastasis. Etera katastasis. Ymnoi emmetroi. Sinesii De dono, ad Paeonium. Concio secunda. Constitutio...., Basileae: Oporinus, Johann
Isocrates, Isokratous Logoi kai epistolai. Isocratis orationes et epistolae. Cum Latina interpretatione Hier. VVolfij, ab ipso postremum recognita. Henr. Steph. In Isocratem..., Ginevra: Estienne, Henri <2.>, 1593


Paracelsus, Theophrasti Eresii, Peripateticorum post Aristotelem Furlano Cretensi, Adriano Turnebo. Accesserunt, Liber de innato spiritu, Aristoteli attributus, & Danielis Furlani uberes ad onmnia commentarii. Ex Bibliotheca Ioan. Vincentii Pinelli , Hanouiae : typis Wechelianis, apud Claudium Marnium, & haeredes Ioannis Aubrii, 1605 - [4], 397, [7] p. ; fol - Marca sul front. e a c. 2K8v - Impronta - ***- em** *.*- **** (3) 1605 (R) MARCA NON CONTROLLATA (W1) Nomi: Paracelsus - Pinelli , Gian Vincenzo - Furlanus, Daniel - - Turnebe, Adrien <1512-1565> Localizzazioni: Biblioteca nazionale Braidense - Milano
Paolo Gualdo, Vita Ioannis Vincentii Pinelli, Patricii Genuensis. In qua studiosis bonarum artium, proponitur typus viri probi et eruditi. Autore Paulo Gualdo, Augustae Vindelicorum, Ad Insigne Pinus (=Markus Welser) (excudit Christophorus Mangus), cum privilegio Caes. Perpetuo, 1607.


Tertulliano nacque a Cartagine verso la metà del II secolo da genitori pagani e compì gli studi di retorica e diritto nelle scuole tradizionali imparando il greco . Dopo aver esercitato la professione di avvocato dapprima in Africa e in seguito a Roma , ritornò nella città natale e probabilmente verso il 195 si convertì al cristianesimo .
Presi gli ordini sacerdotali , adottò posizioni religiose molto intransigenti e nel 213 aderì alla setta religiosa dei Montanisti, nota appunto per la sua intransigenza e il suo fanatismo .
Negli ultimi anni della sua vita abbandonò il gruppo per fondarne uno nuovo, quello dei Tertullianisti. Le ultime notizie che si possiedono su di lui risalgono al 220 . La sua morte si data dopo il 220.
Sono pervenute trenta opere teologiche e polemiche contro i pagani, contro gli avversari religiosi e contro i cristiani che non condividevano le sue tesi.
Apologeticum: una impetuosa difesa in nome della libertà di coscienza, sia contro i delitti manifesti imputati ai cristiani , sia contro i cosiddetti crimina occulta, come incesti, infanticidi e altre depravazioni morali pagane.
Ad martyras: esortazione ad un gruppo di cristiani incarcerati e condannati a morte .
Ad nationes, apologeticum, de testimonio animae: in difesa del cristianesimo contro i pagani.
De praescriptione haereticorum: contro i cristiani che contaminano la fede con filosofie pagane e con interpretazioni troppo libere della Bibbia .
De anima: è l'opera più importante, nella quale Tertulliano rielabora anche fonti pagane.
Ad Scapulam: l'opera è indirizzata al governatore dell'Africa proconsolare che stava conducendo una campagna contro i cristiani .
De spectaculis: opera in cui vengono considerati immorali gli spettacoli teatrali e circensi .
De virginibus velandis e De cultu feminarum: opere in cui vengono fatte considerazioni sulla donna , considerata alla stregua di un essere inferiore; per esempio, secondo Tertulliano, deve apparire rigorosamente velata.
De pudicitia: contro i rapporti sessuali all'infuori del matrimonio .
De corona: contro il servizio militare che non poteva essere compatibile con chi si professava cristiano.
De idolatria:contro quelle attività economiche legate in qualche modo al paganesimo.
Adversus Marcionem, Adversus Praxeal e altre: opere di carattere violentemente polemico contro avversari religiosi.
Accomunano tutti gli scritti di Tertulliano il gusto per l'insulto e per lo stile retorico assai appesantito dal barocchismo che danno l'immagine di un personaggio pieno di arroganza,integralista intransigente pronto con qualunque mezzo a sostenere le sue tesi. Soprattutto alcune posizioni risultano, fuori dal contesto, inaccettabili, come la demonizzazione che egli fa della donna .
Ma Tertulliano è comunque da considerarsi un grande teorico e un acuto pensatore che assume un posto di rilievo nel panorama letterario della sua età.
Tertulliano usa nei suoi scritti un linguaggio specificamente tecnico preso dal gergo avvocatizzio e costruisce i periodi in modo volutamente irregolare, con interrogazioni, esclamazioni, battute ad effetto, metafore , così da rendere più incisivo il discorso. [da Wikipedia l'enciclopedia libera on line]


Tascio Cecilio Cipriano (Cartagine 199 - Sesti , presso Cartagine , 14 settembre 258 ) fu poeta, scrittore, vescovo di Cartagine , santo e padre della Chiesa Cattolica latino di origine cartaginese.
Di nobili e ricche origini, fu insegnante di retorica fino al 246 , anno in cui si convertì al Cristianesimo , impegnandosi a diffonderne il messaggio. Eletto vescovo di Cartagine nel 249 , fu costretto a fuggire dalla città dopo breve tempo a seguito delle persecuzioni dell'imperatore Decio . Terminata la persecuzione, la Chiesa discusse del trattamento da destinarsi a quanti erano scesi a compromessi con le autorità nel corso delle persecuzioni. Fautore di una linea di moderazione nei confronti, Cipriano sostenne quindi il papa, san Cornelio nella sua contrapposizione con l'intransigente Novaziano .
Per la verità, Cipriano distingueva tra quanti avessero rinnegato la fede e quanti fossero stato battezzati da eretici: nel primo caso Cipriano fu incline alla clemenza, ma nel secondo si dimostrò inflessibile, sostenendo la necessità di ripetere il battesimo. Su quest'ultimo punto, la tradizione ecclesiastica successiva, rappresentata da Papa Stefano I (254 -257 ), fu contraria all'opinione di Cipriano.
Nel corso di una nuova ondata di persecuzioni, ad opera di Valeriano , Cipriano prima fu condannato all'esilio, e successivamente, il settembre del 258, venne condannato alla decapitazione e subì il martirio a Sesti, nei pressi di Cartagine.
Considerato un autorevole padre della Chiesa Cattolica , scrisse numerosi trattati apologetici, tra i quali si ricordano Ad Donatum , Ad Demetrianum e Testimonia ad Quirinum . Per scrivere queste opere si ispirò all'ideologia di Tertulliano e allo stile di Minucio Felice .
Ci sono pervenute anche 66 lettere (o epistole), che costituiscono una preziosa fonte per ricostruire la storia della Chiesa delle origini. La sua lotta contro la corruzione e il suo carattere caritatevole ed incline al buon senso facilitarono la sua santificazione, avvenuta poco mesi dopo il suo decesso.
Oggi Cornelio e Cipriano sono entrambi ricordati dalla Chiesa il 16 settembre [Da Wikipedia, l'enciclopedia libera


Giovanni Pontano: Umanista, poeta, uomo politico (Cerreto, Spoleto,1429 - Napoli1503). Nato da famiglia umbra, compì a Perugia la prima educazione presso il grammatico Guido Vannucci. Già segnalatosi per una raccolta di poesie di argomento erotico sul modello catulliano, lasciò ben presto la patria e nel 1447 si mise al seguito di Alfonso V d’Aragona, allora impegnato in Toscana in una campagna contro i fiorentini. Questo incontro fu decisivo per la vita di Pontano : a Napoli, dove giunse al seguito di Alfonso, trovò ambiente congeniale presso gli umanisti di cui il re si circondava e particolarmente si legò a Beccadelli (Panormita, il ), primo ispiratore di quell’Accademia che sarebbe poi divenuta nota sotto il nome di Pontano (Pontaniana, Accademia ). Quivi poté perfezionare la propria educazione alla scuola greca di Giorgio di Trebisonda e con l’umbro Gregorio da Tiferno. Il prestigio del giovane umanista si accrebbe rapidamente e nel 1457 già aveva aperto una scuola frequentata da esponenti della nobilità, e gli era stata affidata l’educazione di due principi reali, Alfonso, figlio di Ferdinando, e Carlo di Navarra.
Non meno importante è la carriera politica. Già nel 1450 segue Beccadelli, inviato dal re Alfonso in un’importante missione diplomatica; poco dopo entra nella regia cancelleria. Ma la sua importanza si accresce soprattutto con il regno di Ferdinando I d’Aragona (1458-94). Durante la guerra che seguì la morte di Alfonso (della quale egli poi scrisse la storia: De bello neapolitano) Pontano ebbe importanti incarichi, come persona fidata del re, dal quale gli fu concessa una provvigione annua: commissario di campo alla battaglia di Troia (1462), assume poi diversi uffici statali: promagistro camerario, luogotenente del protonotario, regio segretario, consigliere del re. Nel 1465 gli vengono offerti dal comune di Perugia la cancelleria e un insegnamento di retorica nello Studio; ma l’invito rimane senza esito, mentre re Ferdinando gli aumenta la provvigione. Con la morte di Beccadelli (1471) e poi più tardi con la congiura dei baroni cresce l’importanza di Pontano, finché egli diviene uno degli uomini più rappresentativi nella vita politica e culturale del regno, subentrando a Beccadelli nella presidenza dell’Accademia, già da lui di fatto diretta. Ottenuta la cittadinanza napoletana (1471), entra, nel 1475, nel numero dei presidenti del Regio tribunale della Sommaria e nel 1479 ne assume la luogotenenza; nel 1479-80 accompagna il duca Alfonso di Calabria, suo ex discepolo, nella spedizione contro i turchi; sempre al seguito del duca, del quale nel 1484 sarà nominato «segretario maiore», partecipa attivamente alle trattative diplomatiche fra gli stati italiani, soprattutto al tempo della guerra di Ferrara (1482-84). Parimenti egli nel 1486 ha parte importante nei preliminari e nella conclusione della pace con Innocenzo VIII, che segnava il successo del re nella lotta contro i baroni (Baroni, congiura dei ). Pure nei successivi dissidi della monarchia aragonese con il pontefice, Pontano fu fautore di un accordo, e in veste di pacificatore si compiacque di rappresentarsi. Dal 1486 egli era stato nominato primo segretario di stato, succedendo in tale carica ad Antonello de’ Petruciis, caduto in disgrazia. Nel 1488 egli è a Milano in occasione delle nozze di Isabella di Calabria e Gian Galeazzo Sforza; nel 1492 è a Roma, dove conclude un nuovo trattato con Innocenzo VIII, che riaccordava l’investitura a Ferdinando. Restano di Pontano diversi memoriali, prima a Ferdinando, poi ad Alfonso II e a Ferdinando II, nei quali propugna spesso in modo risentito, oltre alla già menzionata politica verso il papa, una decisa azione politica per prevenire e poi per combattere la minaccia della spedizione francese. Con l’ingresso dell’esercito francese e l’esilio del giovane re Ferdinando II (1495), Pontano rimane a Napoli e trasmette i poteri a Carlo VIII, pare in accordo con il re fuggiasco. Con quest’atto si conclude la sua carriera politica, e in seguito, con la breve restaurazione aragonese e il successivo dominio francese, manterrà solo alcune cariche onorifiche.
In realtà Pontano sempre aveva rivendicato in termini fermi la propria indipendenza nei riguardi della dinastia aragonese, di cui pure era stato fedele servitore, come uomo fattosi da sé, «non tributario d’alcuno», come scrisse a Ferdinando I, reagendo alle pretese fiscali nei riguardi dei proventi della cancelleria. È caratteristico che della vasta esperienza politica, che tanta parte aveva avuto nella sua vita, ben poco risulti trasfuso nell’amplissima produzione letteraria, se non in forma allusiva o in massime molto generali, mediate attraverso letteratura e filosofia (vedi soprattutto il trattato De principe) . La politica rappresentava un impiego, ma il suo interesse e amore più vero erano le litterae, gli studi umanistici, in quella forma assai aristocratica e originale che prese concreto volto nell’Accademia, gruppo eletto di amici, riuniti con statuti propri e nel segno della più grande raffinatezza e insieme spregiudicatezza. Su tutti domina incontrastato Pontano, che dell’Accademia, oltre a essere l’ispiratore, lasciò pure un quadro vivacissimo, che alla caratteristica idealizzazione umanistica di una stretta comunione di dotti, in diretto rapporto non solo con le forme letterarie, ma anche, si può dire, con l’etica di vita dei grandi antichi, unisce preziosi particolari di vita reale, minuta, e un tono costante, sorvegliatissimo, ironico e autoironico. Questi sono i Dialogi, capolavoro forse dell’arte letteraria di Pontano : Charon (1467), rappresentazione satirica nel regno dell’oltretomba, alla maniera di Luciano; Antonius (1488, così intitolato dal nome di Beccadelli), quadro scherzoso di Napoli e dell’Italia contemporanea e insieme saggio delle conversazioni accademiche; Asinus (1488), dove protagonista è Pontano stesso, che da grave personaggio che era insanisce d’amore per un asino, fin che l’ingratitudine e le bizze dell’animale lo fanno rinsavire (in ciò si è voluto riconoscere un’allegoria satirica contro l’ingratitudine dei sovrani aragonesi, Ferdinando I oppure il duca di Calabria); Actius (1499, intitolato dal nome accademico di Sannazzaro), in cui si discute sui caratteri e la differenza dei tre generi letterari di poesia, storia ed eloquenza; e infine Aegidius (1501, intitolato dal nome del frate agostiniano Egidio a Viterbo), di tono più grave, ove subentra il motivo religioso dell’immortalità dell’anima, senza che tuttavia manchino dissertazioni varie su poesia, filologia, grammatica, ecc.
Pur nella varietà dei temi, nella voluta disorganicità e disordine della esposizione, nel tono frequentemente scherzoso, bene emergono in questi scritti tutti i tratti caratteristici e i motivi cari alla cultura di Pontano e alla sua cerchia: anzitutto il sentimento aristocratico di sé e dei pochi amici, l’oraziano senso di distacco dalle follie del mondo; la concezione attiva della vita («comparanda virtus in agendo»), e in genere il senso così pienamente classico che egli ne ebbe: un ideale di medietas aristotelica, che non fu solamente concetto astratto, ma una norma sentita che egli tentò di attuare; le polemiche contro l’ignoranza, la superstizione, il clero, i grammatici pedanti, i politici del suo tempo, polemiche non appassionate, ma di tono aristocratico, compiaciute, dall’alto del piedestallo di una concezione classica, le quali ci rivelano uno dei tratti salienti di Pontano : l’esigenza cioè di rifoggiare una cultura organica, totale, al di là degli schematismi parziali e delle pedanterie erudite, che poggiasse perciò su basi sicure: Aristotele, Cicerone. Di qui traggono origine i suoi trattati, esposizione distesa di quel che nei Dialogi è frammentario e programmatico, che rappresentano una sorta di codice etico di una concezione classica della vita e della condotta (vedi, p. es., De prudentia, De fortitudine, De liberalitate, De beneficentia, De magnificentia, De conviventia, De magnanimitate, De sermone, ecc). Un analogo problema di sistemazione si presenta nel campo a lui congeniale delle discipline letterarie, cioè nel fissare i confini e i tratti peculiari di poesia, storia ed eloquenza. Quel che gli sta soprattutto a cuore è la poesia, che tanta parte occupa nella sua produzione (le quattro Eclogae ; le raccolte Parthenopeus, Hendecasyllabi, Eridanus, di carattere erotico; Iambici, Lyra, De amore coniugali, Tumuli ; i poemetti Urania e Meteororum liber, astrologici; De Hortis Hesperidum, didascalico). Essa viene distinta dall’eloquenza e dalla storia in quanto mira non già a convincere o a narrare fatti realmente accaduti, ma a suscitare l’ admiratio : fonte prima di ogni altro dire, dalla quale trassero alimento tutte le altre scienze. Questi concetti riferiti alla concreta pratica poetica di Pontano contribuiscono a chiarire la vera natura e concezione di tale poesia: poesia come oggetto di admiratio viene in concreto a significare un abbellimento del reale conseguito attraverso il raffinato magistero dello stile; non poesia che esprima sentimenti profondi o che sveli verità occulte, ma che accompagni piacevolmente il corso quotidiano della vita, da questa tragga i diversi temi, tristi o lieti, seri o lascivi, e ne divenga come un necessario complemento. Concezione sostanzialmente edonistica questa di Pontano, che poeta veramente non fu mai, bensì letterato di gusti educatissimi, per cui tuttavia il produrre poetico fu un intimo e costante bisogno, appagamento all’esigenza tanto a lui connaturata di classico equilibrio. «Labor in voluptate»: espressione casuale di Pontano, ma che tanto bene definisce la caratteristica compenetrazione in lui di ozio e negozio, prosa e poesia. All’amore della poesia bene si associa quello per la bella eloquenza, la forma elegante e persuasiva. E qui gli si prospetta la tipica visione umanistica della storia: il senso della frattura interposta fra il presente e la classicità, dell’imbarbarimento succedutosi allo splendore antico. Dopo Boezio il pregio del dire fu disgiunto dalle discipline scientifiche e fin se ne perse la nozione: donde il compito di un necessario ripristino, di cui Pontano si sente pienamente investito. Ma pur in questa visione c’è in lui come un senso di distacco, che toglie alla sua produzione ogni carattere di cultura militante. Non manca certo in lui l’esigenza filologica di rifarsi al testo originario, di riscoprire la forma e il senso pregnante della espressione antica (rilievo che dà giusta dimensione alla sua polemica contro i «pedanti»); ma pure è costantemente presente la coscienza di un’alternanza delle sorti storiche, cui rimane estraneo il potere della volontà umana. Moltissimo vale l’ institutio, l’educazione; ma anche molto può la condizione dei tempi, la buona e la cattiva sorte. Coscienza rafforzata dalla passione degli studi astrologici, ai quali Pontano dedicò i citati poemetti e diversi ampi trattati (De fortuna ; De rebus coelestibus ; Commentum in centum Ptolomaei sententiis ; De luna) , e che difese contro la negazione di Pico della Mirandola. Cosicché la restaurazione dello splendore antico gli si configura solo in piccola parte come meta da conseguire, e molto come speranza, alquanto vaga, per il futuro, «haud multis post saeculis», in un prossimo riflusso della buona fortuna, così in campo culturale come in quello politico.
Rimane a salvarlo dal pericolo di astrazione, un persistente senso della misura, dell’ironia; la coscienza della piccola cerchia a cui si rivolge e da cui può essere apprezzato; la capacità di equilibrio con cui smorzare i contrasti insorgenti, per cui, p. es., può accordare la filosofia, la sua filosofia sostanzialmente mondana e classica, con la fede religiosa, senza tuttavia venir meno agli ideali umanistici e letterari; la viva adesione infine alla realtà, agli aspetti minori e pittoreschi della vita, che lo fa così caratteristicamente legato all’ambiente napoletano, a cui costantemente si riferisce, alla vivacità di quella vita e di quella natura. Al conseguimento di tale equilibrio rimane certamente sacrificato ogni approfondimento poetico o speculativo; Pontano per questo rispetto rimane l’autore del luogo comune, dell’oraziana aurea mediocritas. Ma probabilmente Pontano stesso profondo non pretendeva neppure di essere. «Prisci reliquiae temporis», frammento, possiamo tradurre, del mondo antico, si autodefinisce dettando un epitaffio per se stesso. Si potrebbe appunto ripetere che egli soprattutto vale come alta testimonianza di civiltà letteraria. [MARIO FUBINI in "NOVA - 2006" - UTET]