Nel contesto dei tanti autori spagnoli (vedi qui l'indice) dei quali Aprosio raccolse le opere merita una menzione questa edizione parigina ricca di silografie della CELESTINA opera mediamente attribuita a Fernando de Roias [ Fernando de Rojas (La Puebla de Montalbán, 1465 – Talavera de la Reina, 8 aprile 1541) è stato uno scrittore spagnolo È stato uno scrittore di identità incerta: le discussioni sull'identità dell'autore dipendono dal fatto che La Celestina fu dapprima pubblicata anonima a Burgos probabilmente nel 1499 in una prima forma e ampliata attorno al 1502: è comunque annoverata tra i capolavori della letteratura spagnola)] stampata a Parigi nel 1527. E' intellettualmente interessante registrare la conservazione all'Aprosiana, tra altri interessanti documenti come questa preziosa edizione ("parigina del 1527") della Tragicommedia di Callisto e Melibea (vero titolo dell'opera) meglio nota appunto come CELESTINA dal nome della "vecchia puttana" fattasi Mezzana che in definitiva domina la scena, orchestrando le vicende sentimentali ed erotiche dei due protagonisti [Il S.B.N. come la B. N. F.la attribuiscono al de Rojas pur avanzando la mancanza di concordanza "talora" avanzata sull'identità dell'autore = in merito a questa edizione francese del 1527 leggi da B. N. F. = Rojas, Fernando de (1465?-1541) - Célestine, en laquelle est traicte des deceptions des serviteurs envers leurs maistres et des macquerelles envers les amoureux, translaté d'ytalien en françois [Texte imprimé] - Publication : Paris : G. Du Pré, 1527 - Publication : On les vend a Paris en la grant salle du Palais en la boutique de Galliot Du Pre - Du Pré, Galliot (1491?-1561) - Cousteau, Nicolas (14..?-15.. ; imprimeur-libraire) - - Imprime à Paris, par Nicolas Cousteau imprimeur pour Galliot du Pre marchant libraire jure de luniversite. Et fut acheve le premier jour daoust l'an mil cinq cens vingt et sept [182] f. ; in-8 - Par F. de Rojas. - Privilège du Châtelet du 23 juin 1527 à Galliot Du Pré pour 2 ans. - Car. goth., titre en rouge et noir. - Bois (personnages). - Marque de G. Du Pré. - Sig. a6 A-Y8 - Référence : BP16_105507 - Référence(s) : Renouard, ICP, III, 1322 - Notice n° : FRBNF31237170")
Aprosio conservò sempre con particolare gelosia le edizioni della Celestina (e timore, probabilmente, d'esserne scoperto - proprio contro i suoi doveri di frate e censore - fruitore ed ammiratore trattandosi di opera dai contenuti licenziosi e sempre al limite della proibizione: certo non adatta ad un religioso), era in fondo la "Summa" delle momentanee visioni d'una morale a suo modo "di frontiera ed antistatutaria sia in linea giuridica che ecclesiale" donde un aspetto estremo della Condizione della Donna appunto quello della LENONA ma valgono anche i termini Mezzana, Paraninfa, Ruffiana tipologia di donna cui Aprosio ascrive quelle che chiama "Raffaelle", con una certa sorpresa, emergeva quale una figura sociale (ancor prima che teatrale) in cui si coniugavano il male dei giudizi tradizionali (Celestina, nel rispetto di certi canoni interpretativi, è un'avvinazzata certamente avida e non priva d'atteggiamenti "stregoneschi") ed il bene, anche un pò ambiguo ma tutto sommato piacevole della morale libertina (ancora Celestina sa svolgere parecchi mestieri, si intende di medicina e piace ai clienti, a Callisto in particolare, da cui "spreme soldi" ma al quale regala "fantasie e meraviglie" barocche come fughe eccellenti da una vaga noia dell'esistere). Per intendere giustamente l'importanza di quest'opera teatrale basti sapere che, a suo modo, ha influenzato tutta la tradizione della commedia sin dai primi del XVI secolo e che è entrata prepotentemente, come un irrinunciabile punto di riferimento culturale, anche nella formidabile temperie dell'Italia rinascimentale sì da influenzare, assieme a tanti altri prodotti teatrali, la stessa celeberrima Mandragola del Machiavelli

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