cultura barocca
Pubblicazioni dal 1981 al 2008: potenziabili recuperando a pro d'una "cittadella universitaria a Ventimiglia" quanto asportato su direttiva di Napoleone I con l'"Operazione Semino/-i" Sotto la guida della dott.a Serena Leone Vatta all'epoca direttrice della Biblioteca Aprosiana si tennero quindi le celebrazioni per il tricentenario della scomparsa del FONDATORE, L'AGOSTINIANO PADRE ANGELICO APROSIO DETTO "IL VENTIMIGLIA" (1981) caratterizzate da tante inziative di cui si può avere solo una pallida idea dal Catalogo della Mostra (Miscellaneo, curato oltre che dalla bibliotecaria, per la parte iconografica da Erino Viola) e quindi dal volume AA.VV., Il Gran Secolo di Angelico Aprosio - Atti delle Conversazioni Aprosiane: 29 agosto - 29 ottobre 1981 (curato oltre che dalla bibliotecaria anche dal giornalista Alberto Naso) = l'impressione era quella di grandi trasformazioni, tali da cancellare per sempre il degrado in merito alla "Libraria" nel IX sec. e con desolazione segnalato da illustri visitatori come Bertolotti, Navone e Spotorno e di eventi oramai prossimi, sia sul lato strutturale che patrimoniale quanto scientifico, in grado di dare alla Biblioteca la meritata seicentesca nomea sì da dar l' impressione che stesse contestualmente avverandosi il pronostico fausto di quel gran bibliotecario che fu Nicola Orengo Fu un momento di spessore culturale con pubblicazioni, cicli di conferenze, mostre e manifestazioni importanti (in tale contesto è da menzionare l'aiuto di un moderno "estimatore" dell'Aprosiana il Sig. Erino Viola). Dopo il pensionamento della dott. Leone Vatta la Biblioteca, con delibera di giunta comunale su indicazione del delegato comunale alla cultura Gaspare Caramello, venne assegnata alla tutela, come sovrintendente scientifico, del prof. Bartolomeo Durante, già attivo partecipe e conferenziere alle "Celebrazioni del 1981", che si valse della proficua collaborazione dell'illustre ispanista Mario Damonte e della sua assistente dott. A.M. Mignone che stavano studiando l'importantissimo materiale in lingua spagnola dell'Aprosiana, fin a redigerne un sontuoso catalogo. A colmare il vuoto amministrativo e dirigenziale lasciato dalla Leone Vatta il comune di Ventimiglia, conservando ad interim al Durante la carica di consulente scientifico, distaccò quindi all'Aprosiana il rag. Carlo Canzone che assunse di fatto le veci di Bibliotecario e che, dando prova di efficienza, ebbe la capacità, in cooperazione col Durante, di recuperare il "fondo manoscritto e non" del giallista di origini ventimigliesi Alessandro Varaldo [di cui nella prolusione critica di questa bella opera recente edita nel 2011 l'autore della documentatissima introduzione critica (pp. IX - XXXIII) Alessandro Ferraro ha descritto il rinvenimento del materiale mano e dattiloscritto rinvenuto da Canzone e Durante nel 1982 e catalogato tra il novembre del 1982 e il marzo 1983 ad opera di Denise Avvantaggiati] e soprattutto l'importante "fondo di documenti antichi e non", denominato "fondo Bono" dallo studioso che lo lasciò postumo, in cui è possibile leggere ex novo parte della storia intemelia dell'età intermedia = contestualmente nel 1983 la vedova dello scrittore e critico d'arte siciliano di nascita e di adozione ventimigliese Antonio Aniante lasciò dopo la scomparsa di questo nel 1983 alla Biblioteca ventimigliesa la raccolta libraria del marito nota come "Fondo Aniante". Non è peraltro da dimenticare che proprio sotto la gestione di Carlo Canzone (con l'impulso di Gaspare Caramello e Bartolomeo Durante) -che ne fu anche curatore- prese il via la prima importante serie di pubblicazioni seriali note oggi sotto la denominazione di "Quaderni dell'Aprosiana - Vecchia Serie" (di cui qui si riproduce il I numero del 1984). Dopo che il Canzone venne assegnato ad altro incarico, assunse per concorso la reggenza dell’Aprosiana l’attuale bibliotecario Ruggero Marro che si sforzò, dopo un breve periodo di ambientamento, di migliorarne ulteriormente la valenza culturale, la funzionalità e la dotazione sia libraria che strumentale e tecnologica non trascurando certo di attivarne con crescente rilevanza le notevoli qualità di polo intellettuale ed editoriale. Essa , con vari contributi (comunali e regionali) fu restaurata, informatizzata, protetta dal punto di vista climatologico e conservativo, fornita di centro stampa e diffusione automatica di dati, armata di strumenti di difesa ed antifurto, suddivisa organicamente in due strutture funzionali, di modo che mentre il grande fondo storico si trovava al piano elevato in ambiente confortevolissimo il fondo moderno -frequentato da un pubblico assiduo ma meno specialistico- era comodamente posto al I piano dove stavano gli uffici, in positura ideale per il controllo ed il servizio dell’utenza = a corollario dell'iniziativa riprese la momentaneamente interrotta pubbilcazione dei "Quaderni dell'Aprosiana" segnata dalla denominazione di "Nuova Serie" che poi, potenziandosi l'organico previo l'impegno, a fianco di Bartolomeo Durante, profuso con competenza ed impegno notevoli da Girolamo de Miranda (ma quanto importante e purtroppo spesso dimenticata nonostante la grande competenza è stata l'opera di Antonio Zencovich!) e di un valido Comitato Scientifico assunse la denominazione di "Aprosiana" di cui qui si propone la copertina del numero del 2007 volto come qui si legge alla celebrazione della ricorrenza del quattrocentesimo anno della nascita di A. Aprosio. Concludendo un ciclo di lavori B. Durante dopo questo numero commemorativo del 400° della nascita di Aprosio e le parallele commemorazioni di cui qui si offre contezza interruppe il pressoché trentennale rapporto di collaborazione con la Biblioteca Aprosiana (di cui oltre che consulente scientifico era stato curatore e/o direttore editoriale della Rivista in molteplici occasioni) auspicando egli stesso nel numero del 2007 nuove forze e nuove progettazioni che ridessero altre energie - magari raggiungendo mete che si era prefissato ma che risultarono irraggiungibili per varie motivazioni: egli comunque aveva avuto l'onore di partecipare da protagonista ad una serie di commemorazioni aprosiane il cui culmine cartaceo ( con il numero del 2007 e le varie mostre organizzate in città dal Museo Archeologico al Chiostro degli Agostiniani impresa di grande valore per cui basilare, con quella di altri organismi culturali qui elencati, fu la collaborazione dell'Istituto Internazionale di Studi Liguri che in toto è stato encomiabile e di cui si cita, qual vertice di tante persone di valore mai aliene da costruttivo impegno, la conservatrice del " MAR ", la dott. Daniela Gandolfi) era stato forse raggiunto la ristampa anastatica de La Biblioteca Aprosiana del 1673 in attesa della finalizzazione dell'adeguamento del Chiostro degli Agostiniani, l'adeguamento e la modernizzazione del come si disse "sopraelevamento del Braccio" e la proposizione monumentale di quella che oggi si chiama "Nuova Biblioteca Aprosiana" (lato est dell'ex Convento, fronte piazza, via Cavour) nucleo importante per quanto ancor da finalizzare quale Polo culturale nelle interazioni tra Fondo Moderno della seicentesca Biblioteca di Angelico Aprosio e Fondo Antico rimasto nella sede di Ventimiglia Medievale per quanto in corso di corposi lavori di ristrutturazione e ammodernamento ferma restando però la validità anche storica e in linea con i desiderata aprosiani dell'asserzione che fu di un moderno Bibliotecario vale a dire Nicola Orengo). Ritornando al tema di partenza è da dire che dai "Quaderni dell'Aprosiana Vecchia e Nuova Serie" all'"Aprosiana" si era fatta molta strada segnata da richieste ed apprezzamenti nazionali ed internazionali oltre che dall'inserimento dell'"Aprosiana" in Italinemo la Banca delle più prestigiose Riviste di Italianistica e, come si legge nel numero della Rivista del 1984 con l'assegnazione del prestigioso Premio Letterario Anthia - Amici dei Libri di Peagna. Purtroppo, date varie contingenze e verosimilmente la crisi economica con i discutibili tagli alla cultura, dopo il numero commemorativo del 2007 si stampò solo il fascicolo di Aprosiana 2008 (di cui si propone qui l'indice dei saggi pubblicativi) indicando sui siti informatici on line -appunto come Italinemo- la cessazione delle pubblicazioni. Per utilità di studiosi ed appassionati si propone invece qui l' indice dei saggi contenuti in tutti i numeri della rivista sia sotto nome di "Quaderni dell'Aprosiana tanto Vecchia che Nuova Serie" sia sotto quelli di "Aprosiana". Come appena detto in tempi recenti, con gli eventi commemorativi del quattrocentenario della nascita di Aprosio, sotto l' amministrazione comunale, che semplificando chiamiamo "Giunta Scullino", si procedette ad una completa rivisitazione del tutto: come appena sopra si è detto si procedette ad una totale e moderna ristrutturazione dell'antica sede della Libraria dandovi il nome di "Nuova Biblioteca Aprosiana" trasferendovi tutto il "Fondo Moderno" dalla sede di Ventimiglia Alta nell'ideazione di creare -come detto- un Polo di Attrazione culturale atto anche alla gestone di incontri culturali e conferenze, con presentazione di libri appena editi. Contestualmente il "Fondo Antico" rimase a Ventimiglia Alta nella progettazione e realizzazione di un ulteriore adeguamento della struttura alle moderne tecnologie sì da farne un polo specialistico di attrazione parauniversitaria il cui optimum certo si raggiungerebbe con la non facile assimilazione, quantomeno in microfilmatura, del materiale manoscritto, assai prezioso specie per gli studiosi, ora come detto giacente nel "Fondo Aprosio" della B.U.G. cioè la Biblioteca Universitaria di Genova dove fu coattivamente trasportato -fortunatamente in parte- per una discutibile scelta di Napoleone I -sotto forma di "Operazione Semino/Semini": la vicinanza di una tale portata di documentazione -anche se già di per se stesso basterebbe il materiale libresco antico già custodito in Ventimiglia- sarebbe l'occasione di attuare, parzialmente purtroppo e magari sfruttando un'appendice ventimigliese del DAMS di Imperia, di far di Ventimiglia quello che avrebbe potuto e forse dovuto divenire cioè una "cittadella universitaria e non solo per discipline umanistiche data la dotazione poliedrica che Aprosio le conferì" con vantaggio di tutti non esclusi i centri vicini = basti pensare allo splendido borgo di Perinaldo al terminale della Val Crosa e soprattutto a quel suo figlio e grande astronomo Gian Domenico Cassini che da studente il suo maestro condusse a visitare l'Aprosiana ed a conoscere l'Aprosio per rendersi conto di quanto grande potessero essere i contenitori del sapere vario cui il giovinetto dimostrava predisposizione rara. Queste ultime postulazioni non sono casuali ma nemmeno vogliono costituire alcuna forma di polemica e tantomeno motivare il mio già programmato -come sopra detto- allontanamento: probabilmente -esprimendo ora il mio parere in prima persona- sbaglierò, ma ritengo che la Rivista "Aprosiana " non subito ma con gli anni e via via gli ultimi numeri si sia troppo staccata da quello che era lo spirito dei "Prime pubblicazioni, monografiche e/o miscellanee" e quindi dallo spirito dei primi numeri dell'"Aprosiana sia Vecchia Serie che Nuova Serie". Sicuramente la pubblicazione si è evoluta, tecnicamente e scientificamente, ma anche per la perdita di alcuni collaboratori espertissimi della letteratura seicentesca del Ponente Ligure, ha finito per divenire un clone, validissimo ma pur sempre un clone, di Riviste già affermate come "Studi Seicenteschi" finendo per trattare il Barocco a tutto tondo con saggi anche prestigiosi ma che non hanno costituito che assai raramente negli ultimi numeri un approfondimento su prodotti librari esclusivamente custoditi all'Aprosiana e vanamente cercati sì da essere richiesti poi piuttosto che da accademici italiani da autori stranieri specie statunitensi come nel caso di Isabella Sori la scrittrice alessandrina della cui opera un rarissimo esemplare si trova proprio nella Biblioteca di Ventimiglia, naturalmente nel Fondo Antico. L'indugio delle ultime copie di "Aprosiana" su tematiche fluorescenti ma trattate anche in altre sedi ha finito per demotivare la pubblicazione di rarità assolute custodite all'Aprosiana come nel caso del misterioso scrittore siciliano Antonino Merello Mora di cui solo all'Aprosiana si conserva l'Opera Omnia e che mi posso vantare di aver riscattato dall'oblio ( sia su "Aprosiana" che su questo sito informatico di Cultura-Barocca). Ma nemmeno questo è il punto = come ho cercato di scrivere in questa mia ultima opera, ritengo importante, a stampa L'Aprosiana Sconosciuta del 2008 il senso originario dei "Quaderni dell'Aprosiana" ideati da me con Gaspare Caramello, Carlo Canzone, Mario Damonte era di recuperare quello che G. Rossi male e frettolosamente aveva interpretato in merito sia ai Fermenti Letterari del '600 in Ventimiglia e dintorni che come qui si vede in rapporto all'opera di Domenico Antonio Gandolfo -di cui la "Letteratura Italiana" dell' Einaudi curata da A. Asor Rosa recepì in forza dei miei studi la portata - come qui si vede - di grande bibliotecario ma anche autore agostiniano di prim'ordine e cosa basilare catalizzatore dei dispersi letterati liguri ponentini del '600 intorno alla Biblioteca Aprosiana = e non si dica che furono solo personaggi secondari, tra tanti nomi basti citare un autore discusso all'epoca ma esaltato giustamente da quel colosso della cultura che fu Ludovico Antonio Muratori vale a dire "Teofilo Rainaudo, Raynaud di Sospello"

riproduzione a cura di B. E. Durante

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