cultura barocca
Informatizzazione a cura di Bartolomeo Ezio Durante La Condizione femminile nei suoi multiformi aspetti secondo il giudizio dell'età intermedia (attive sono anche le voci evidenziate nella stampa)

Nella Grillaia del 1668 seppur in maniera meno eclatante rispetto ai temi uniformemente trattati dell'adulterio e della castrazione ma con una più frammentata e spesso efficace misura Angelico Aprosio trattò una sorta di
******************STORIA DELLA PROSTITUZIONE******************
Egli -date conoscenze pregresse e poi il ruolo di Vicario dell'Inquisizione per la Diocesi di Ventimiglia non mancava di competenze sulla prostituzione antica, in particolare di epoca romana
ma soprattutto si era dovuto documentare ancora di più, anche procurandosi testi giuridici ecclesiastici e laici, dato il ruolo che aveva quale Inquisitore sulla
******************PROSTITUZIONE O MERETRICIO DEL SUO TEMPO E DELLA POSTAZIONE IN MERITO DEL RELATIVO DIRITTO CIVILE E CRIMINALE******************
E' noto che che istituizonalmente la legge penale e civile dell'epoca intermedia relegava tutte le donne in uno stato, misogino, di subordinazione all'uomo e che tutto questo comportava una serie di gravi limitazioni dei diritti femminili sin al punto che sussisteva per le donne uno stato sempre difficile a fronte della società anche in caso di stupro:
al segno estremo che non si riconosceva
tale reato come perpetrato avverso donne di pessima reputazione tra cui naturalmente venivano ascritte Meretrici e Prostitute
(con l'aggravante -per alcuni interpreti- della loro possibile evoluzione in
Streghe :
un'aggravante tanto terribile quanto apertamente rafforzatasi dal XV secolo ad opera di una potente pubblicistica Controriformista)
.
Oltre a ciò, a livello di testimonianza, fatte determinate eccezioni
le donne erano all'epoca ritenute testimoni non del tutto attendibili e comunque sempre da verificare
ferma restando l'impossibilità, se non in casi eccezionalissimi, a testimoniare per le
Meretrici e Prostitute in maniera abbastanza ambigua ascritte come "consocie" di persone Infami.
Dalla voce Infame/-i della Bibliotheca Canonica.... di L. Ferraris vedi che le Meretrices sono citate - con altre donne ritenute di malaffare tra cui, cosa oggi indubbiamente incredibile, tra cui Concubine, Conviventi More Uxorio ecc. ma anche anche Mime, Attrici ecc.- alla riga 18 dall'alto nell'elenco lunghissimo degli "Infami" ma come loro frequentatrici, amanti, sodali anche se nelle sue Resolutiones riminales del 1667 il criminalista Antonio Concioli - a dimostrazione di una certa confusione e discordanza sul tema si discosta invece da questa postazione - attribuendo lo Stato di Infamia anche alle Meretrici o Prostitute come qui si legge
(ad integrazione di questo dibattito pieno di sottigliezze ambiguità clicca qui per visualizzare più estesamente l'argomento compulsando anche la digitalizzazione di testi giuridici del '600 sul tema con tutte le problematiche connesse alla presunta fragilità epocale della condizione della donna sia sotto l'aspetto fisio che psicologico ).
All'indagine su questa tematica tanto complessa quanto in apparenza estranea ad un religioso del XVII sec. "il Ventimiglia" era pervenuto anche per esperienza ed in forza dei suoi viaggi -non privi di vicissitudini- per luoghi e contrade spesso malfamate sin al punto di scrivere per esperienza diretta questa breve quanto efficace sarcina =
[giunti a S. Miniato del Tedesco] Quegli se n'andò a casa sua, ed i carrozzanti smontarono all'Hostaria della Scala, al tramontar del sole, ove s'hebbe buona cena, mà si dormì vestiti, e malamente, per cagione di certa meretricola venuta col' drudo, per rispetto della quale s'hebbe a scannare con alcuni che pretendevano di passare la notte dietro alla sua giumenta e senza dubbio sarebbe seguito del male, se non fosse stato un vilissimo Marrano ("la Biblioteca Aprosiana...." p. 101 fine e p. 102 inizio).
In effetti più che di meretrici e prostitute (leggi per riconoscerne la variegata classificazione) per esempio nella sua Storia dell'Adulterio e specificatamente nel Capitolo XI dello Scudo di Rinaldo la critica aprosiana si rivolge piuttosto a quante/quanti facilitano l'adulterio vale a dire Ruffiani e Mezzani o, con termine giuridico più proprio nel caso di Adultere che fanno della Prostituzione un'attività, Lenoni con una particolare sarcina narrativa concerne le donne variamente dette Mezzane, Ruffiane qui dette Raffaelle integrando le riflessioni con prezioso epigramma dal Misoponero degli Stichidi del Bonifacio Cynops plur. Cynopes: "Cinopi": "Faccia di Cane" e/o "Lingua di Cane" implicitamente ma non esplicitamente connesso alla vexata quaestio del " Freno della Lascivia (maschile e femminile), Mutande della Castità, Cintura di Castità, Congegno Fiorentino " in associazione a " Lucerne Romane di particolare tipologia alludenti alla pena contro lussuriosi e pederasti del rafanismo "); la cosa più emblematica resta comunque la ripresa di un frammento qui tradotto del Bonifacio già coinvolto con Arcangela Tarabotti nella polemica tra Santira ed Antisatira a riguardo delle donne e qui del pari leggibili.
In traduzione
l'epigramma latino prima menzionato del Bonifacio dice =
"La Saturnia figlia, capace di commuovere gli animi o piegarli a sé, ceda a Cinope, e così pure Diana: una Mezzana [strano che nel suo testo Aprosio -fedele all'italianismo "Raffaelle"- non abbia utilizzata l'espressione "Celestina" la mezzana per eccellenza: protagonista della celebre Tragicommedia di Callisto e Melibea di cui possedeva un esemplare rarissimo dello spagnolo F. de Rojas che, autore teatrale, influenzò le Ruffiane/mezzane di Ariosto, dell'Aretino, dello stesso "Segretario Fiorentino"] vince nell'impresa due dee. Una volta sola la sposa di Zeus fece d'una vergine una vacca e del pari la casta Diana, all'opposto, rese cervo un uomo. Ma Cinope trasforma mille migliaia di spose in vacche ed in cervi mille migliaia di uomini "
(L' ultimo link rimanda alla postulazione aprosiana del censuratissimo ed espurgato Grillo XXX qui proposto da una moderna edizione critica dove l' Aprosio opta piuttosto a riguardo dell'uomo per l'equazione uomo tradito = "bekko" e comunque "cornuto" = i Grilli espurgati, ad alto contenuto erotico per l'epoca, son qui proposti digitalizzati dall'inizio frutto della paziente trascrizione critica e della decifrazione ad opera di A. I. Fontana per il II numero dei non più editati "Quaderni dell'Aprosiana" - 1984).
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Nella trattazione di questi argomenti il procedere aprosiano risulta senza dubbio ondivago sì che non par casuale essersi parlato delle "Le imprevedibilità dell'inconscio aprosiano" = come, ma è solo un esempio, nel caso dell' Influenza del Pievano di una Villa del Capitanato Intemelio tal Marco Lamberti su un tardo ritorno, poi frustrato, di Angelico Aprosio alla produzione moralistica non escluse le composizioni escrologiche
ed ancora gli imprevisti ritorni del "Ventimiglia" alla memoria d'una "rabbia repressa" ma mai "espurgata" contro Arcangela Tarabotti
che, contro le postulazioni più moderate degli ultimi tempi, suggerisce ad Aprosio il recupero d'un'espressione di mordace antifemminismo
Quanto siano bestiali, e vendicative le Donne
Sono cedimenti, strutturali e diremmo anche epocali per quanto proibitissimi discutendo di lussuria ed adulterio, specie femminile "in onore" della contemporanea misoginia, ma con franchezza financo volgare e soprattutto senza temi predicatori e censorii che si rifanno ad Escrologia - Composizioni Escrologiche - Trattati Escrologici che per certi aspetti, ma acuendo la portata delle osservazioni in senso volgare, rimandano ai temi più pungenti di
Poesia Giocosa, Eroicomica, Scritti di Intrattenimento.
Nel merito di questo tema letterario o paraletterario può giovare un'analisi attenta di

Erudizione ed Inquisizione "al servizio di Filologia, Etimologia e Costume dalla Grillaia ovvero " le riflessioni sull'evoluzione nelle costumanze pastorali ed agronomiche di una terminologia a sfondo fortemente erotico e sessuale = sia per ragioni esistenziali, religiose che lessicali = "Uomo = Bekko, Cornuto ecc. - Donna = Vacca - Beleno, Belino, Belin" la cui ascendenza, attraverso i percorsi dell'emulazione, poteva seguire percorsi apparentemente dotti come nel caso di A. Aprosio e Marco Lamberti ma non isolati bensì inseriti nel contesto se non nel recupero tardivo della tradizione letteraria escrologica procedente dagli "Incogniti" di Venezia a Padre Rocco dal Venier al Barrera ed "Ernando Tivega" da Antonio Muscettola a Cesare Giudici ed alla sua Bottega de' Chiribizzi coimplicanti riflessioni varie su "scritti escrologici", "insulto"e "insulto letterario", le Pasquinate e i "Libelli Famosi"... = il ricorso allo scrivere in maschera e quindi alla pseudonimia se non allo scritto anonimo, la querela, molto spesso sotto forma di "delazione segreta" attraverso l' "Urna Lignea delle Chiese Parrocchiali" o per via di quella sorta di monumento pubblico tuttora visibile e detto "Bocca della Verità", , la costumanza del "duello" (o "riparazione") -in auge per quanto proibita- come si vede in questo caso .

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