cultura barocca
La Strega lancia invano mostri e magie contro la Chiesa a pro dell'Eresia Strumenti di magia ostentati quali prove in un processo del '700 sec.

Così nella sua Storia della Città di Ventimiglia alle pp. 236-237 Girolamo Rossi, nel '900 ripreso da N. Peitavino, registrò, come scrisse, gli scarni contenuti del manoscritto di un processo per stregoneria, da lui consultato nel 1876 grazie ad un prestito da parte di persona non citata ed individuato a " Sospel " quale possesso dello scomparso "D. Lombart Zacaria arciprete di Sospel" ed intitolato " Atti per il fisco giurisditionale del presente Castellaro inquirente contro Peirinetta vidua fu Gioan Raibaudi etc. Christophoro Cumis fiscale" [in corsivo il testo della relazione di G. Rossi: in tondo e tra parentesi quadre, dati i ritrovamenti fatti, le assolutamente necessarie integrazioni documentarie di "Cultura Barocca", con volumi antichi digitalizzati con riferimenti e testi antichi digitalizzati su "stregonesca bestialità" e sulle streghe eretiche tra cui fu ascritta Peirinetta con , per un inquadramento globale, indici a scorrimento di approfondimento su stregoneria e forme di caccia inquisitoriale a streghe e maghi in generale ed ancora ai fini della vicenda qui proposta in particolare indici a scorrimento su stregoneria e persecuzione di streghe maghi tra Francia, Liguria e Piemonte = in merito alla citata tragica vicenda di Peirinetta Raibaudi si vedano di seguito i seguenti collegamenti: 1 - l'inizio del processo con l'elenco delle prime accuse quindi le 2 - ulteriori accuse, tra cui in particolare d'aver condotto altre donne tra Alpi Marittime ed estremo Ponente ligure alla partecipazione a Sabba demoniaci e poi, dopo 3 - carcerazione e tortura con una confessione estorta (le voci entro la stampa son tutte attive, con sotto la stessa altri collegamenti esplicativi con fonti bibliografiche da testo moderno sul tema) ed infine la terribile 4 - sentenza con condanna a morte per impiccagione, successivo rogo del cadavere e dispersione delle ceneri ] =
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"In Castellaro [località nel retroterra di Mentone] era stato iniziato il 5 settembre 1622, un processo contro cinque sventurate femmine,
di cui la protagonista si chiamava
Peirineta Raibaudo,
incriminata di un gran numero di sacrilegi
"
con svariati delitti, in effetti immaginari e di aver guidate donne di di Dolceacqua, di Camporosso, di Ventimiglia, di Mentone, di Gorbio, di S. Agnes, di Castellaro, di Castiglione alla celebrazione sacrilega di Sabba demoniaci in vari luoghi delle terre di Mentone e dei campi di Ventimiglia sino all'alta val Nervia, crimini di cui il solo Rettore della sua chiesa cercò invano di discolparla sì che concluso il processo, dopo varie torture che le strapparono una confessione onde sottrarsi a tanto dolore, la donna, condannata a morte e dopo un lungo quanto lugubre rituale fu strangolata in pubblico e quindi il suo cadavere fu consegnato alle fiamme del rogo, e in modo che neppure le sue ceneri venissero deposte in un luogo consacrato come il locale cimitero furono consegnate alla forza del vento perché fossero disperse
[ per continuare a leggere il testo registrato dal Rossi si attivi questo collegamento]
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[il procedimento tenuto secondo l'epocale e quasi sempre controversa costumanza del "doppio foro" cioè delle competenze spettanti al tribunale ecclesiastico eccesiastico ovvero della Santa Inquisizione oppure ai tribunali civili (come parimenti riscontrabile pure nei cinquecenteschi "Libri Criminali" della Repubblica di Genova precisamente nel Libro II o delle Pene specificatamente nel Capitolo X, qui trascritto e commentato, trattante gli avvelenamenti, se perpetrati tramite veleni naturali o per via di filtri elaborati da Streghe o maghi )riguardava fatti di supposta stregoneria non casualmente avvenuti in un areale di frontiera e di Diocesi di Frontiera come quello tra Liguria, Alpi Marittime e Provenza.
In particolare nel contesto delle Diocesi ed Arcidiocesi "Liguri" è da dire che la Diocesi di Ventimiglia -in cui stando agli atti avrebbero operato al massimo siffatte streghe- aveva una caratteristica abbastanza sottovalutata quella cioè di costituire una Diocesi di Frontiera o meglio ancora "Diocesi Usbergo" alla maniera che scrisse contro i vari aspetti dell'illuminismo il polemista conservatore Padre Antonino Valsecchi (la cui opera è qui digitalizzata) quindi più esposta e permeabile, quasi se non proprio al pari delle Diocesi della Germania Meridionale, alle infiltrazioni dell'Eresia compresa l'Eresia Stregonesca]

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Peirineta Raibaudo fu accusata di di aver fatto morire ragazzi con malefici, di correre in corso sotto forma di gatte e d'aver avuto commercio [ rapporti sessuali ] col diavolo vestito di rosso [si attivi questo collegamento per continuare a leggere quanto anticamente scritto sulla vicenda]
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[oltre che in generale il crimine osceno di bestialitas o "congiungimento carnale con animali" nello specifico esso era temutissimo soprattutto in ambito agreste e pastorale e comunque contadino come appena prima si è scritto per il possibile coinvolgimento nell'innaturale atto sessuale di forze demoniache e in particolare del Demonio in veste di Capro accoppiantesi con Streghe nell'ambito del Sabba: al punto di appellarsi all'opera di Santi specificatamente protettori: le manifestazioni orgiastiche dei Sabba potevano mutare come poteva putare la nominazione del diabolico amante delle Streghe ma sempre di un Capro si trattava pur se l'etimo poteva variare -anche sulla base di superstiti interferenze pagane deformate e alterate- ad esempio in in vasto areale comprendente la "Liguria Storica" si prediligeva l'espressione Bekko e/o Becco argomento quest'ultimo su cui il ventimigliese Aprosio scrisse questo capitolo ora edito e qui digitalizzato della sua Grillaia cui non fu al suo tempo concessa la licenza di stampa per l'audacia di certe riflessioni sia di ordine teologico e non prive di riferimenti al paganesimo sia soprattutto avverso sia le donne fedifraghe che gli uomini sciocchi. A riguardo della Bestialitas si può leggere a pag. 227, colonna II nel qui interamente digitalizzato l' Examen Ecclesiasticum di F. Potestà mentre nell'ambito mirato della voce " lussuria " giova consultare la qui digitalizzata Bibliotheca Canonica... di L. Ferraris) = inoltre in questi secoli attesa la propaganda controriformista sull'impudicizia degli eretici si sosteneva che proprio in rapporto al contesto ideologico a questi ultimi, maliziosamente ed elaboratamente, attribuito molte
Meretrici facilmente si sarebbero alla fine evolute in Streghe Eretiche]
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A nulla valsero le favorevoli deposizioni del rettore del luogo D. Bernardino Balauco, che asseriva la Raibaudo scema di cervello
[e forse nella sua buona intenzione il religioso non giovò ma danneggiò la poveretta atteso che che all'epoca sussisteva equazione tra malattia mentale-ossessione e possessione non senza escludere interferenze demoniache]; il vice fiscale Gabriele Peglione, sedendo pro tribunali davanti l'illustre Francesco Lascaris signore del luogo, ricorrendo alle Torture strappava all'infelice Peirineta, che essa era solita far unguento con polvere di rospo, con sangue di dragone ed ossa di morti [ eran peraltro questi i secoli dei veleni = su cui molto si è scritto vedi qui anche la diitalizzazione de L'elemento tossicologico nella stregoneria e nel demonismo medioevale di S. Marszalkowicz ] e che con esso ungeva un bastone di avellano [ in pratica un bastone di noce -cosparso di siffatto unguento- che collegava l'opera della donna alla formidabile superstizione nel '600 assai discussa dell'albero o noce delle Streghe di Benevento dai grandi poteri malefici ] per poter andare in corso; che una volta il Diavolo l'avea portata in aria sino al luogo di Castellaro il vecchio, dove depostala in un androne, in cui sedevano due individui chiamati Miran e Barraban, l'aveano costretta a rinnegare Dio, la Vergine, i santi e che quest'ultimo facendole un segno sulla fronte le avea tolto i segni del battesimo e della cresima; che era solita andare alle congreghe notturne che si teneano ora nei campi di Ventimiglia, ora nelle terre di Mentone all'ora della mezzanotte, dove intervenivano femmine di Dolceacqua, di Camporosso, di Ventimiglia, di Mentone, di Gorbio, di S. Agnes, di Castellaro, di Castiglione tutte col viso coperto, dove, dopo aver cenato e ballato si concedevano a tali eccessi che il processo registra, ma che il pudore vieta di riferire.
Il giorno ultimo di gennaio del 1623 il giudice Cristoforo Cumis, pronunciava la sentenza, in cui l'infelice Peirineta Raibaudo veniva condannata ad essere strangolata ad un palo in luogo pubblico, e quindi ad essere abbruciata: il martirio però fu ancora lungo prima dell'esecuzione, poiché venne preceduto dalla solenne abiura da lei fatta il 9 marzo nella chiesa di S, Pietro coll'intervento di D. Giulio Ricci dottore in leggi e vicario foraneo, e l'esecuzione ebbe luogo il giorno 13 novembre, in cui la Raibaudo assistita dai P. Alfonso di Spezia e P. Agostino di Genova, preceduta dalla Compagnia della Misericordia, andò nel luogo del supplicio, eretto davanti la chiesuola di S. Antonio, e quivi strangolata per mano del carnefice, venne tosto come masca
[strega o più propriamente "strega eretica" abbruciata] e le sue ceneri furono sparse al vento [in maniera da non fruire di sepoltura in terra consacrata] ".
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[ Molto più tardi il Canonico intemelio N. Peitavino alle pp. 115-116 con poche modifiche, se non formali e lessicali, riprese la vicenda nel suo volume Intemelio; Conversazioni storiche, geologiche e geografiche sulla città e sul distretto intemeliese, Ventimiglia, s. a. = l'unica curiosità è che i due autori replicano l'identico nome della sventurata donna sotto la forma in "Peirineta Raibaudo" mentre la trascrizione del processo, " Atti per il fisco giurisditionale del presente Castellaro inquirente contro Peirinetta vidua fu Gian Raibaudi " come ben si legge riporta la forma "Peirinetta Raibaudi", cosa che comunque non inficia in alcun modo la validità del recupero dei dati..
Da
da Pietro Verri a Cesare Beccaria ad A. Manzoni, sulla scia del nuovo diritto e dell'illuminismo, molto si scrisse contro gli orrori che lo stesso G. Rossi condannò nei suoi scritti ed altri grandi ancora ripresero tra Romanticismo e Risorgimento come il Settembrini la penna contro le Superstizioni -alimentate spesso anche da Poteri decadenti che ogni arma usavano per sopravvivere- come le accuse contro Streghe e Untori variamente prezzolati e/o coinvolti a spargere contagi ed avvelenare acque.
ma a volte a parte stralci, come quello qui proposto e fortuitamente recuperato, di procedimenti avverso Streghe e Demoni molto si è perso e molto è stato disperso: come nel caso delle Streghe di Benevento per tutelare come altri hanno scritto e qui si legge e l'Istituzioni e la Chiesa in particolare nella veste intransigente del Sant'Ufficio in un periodo assai difficile della Storia d'Italia = altri danni e distruzioni dipesero poi dai bombardamenti del II conflitto Mondiale (basta qui guardare cosa accadde dell'Abbazia di Montecassino) = ma pian piano la pazienza di storici e filologi potrà affermarsi e si saprà ancora di più sulla scia del molto che comunque, e forse contro le attese, si va recuperando .... è solo un auspicio: ma chissà cosa ancora potrà ancora sapersi ed apprendere!
[ Informatizzazione e testo a cura di Bartolomeo Ezio Durante ]

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