cultura barocca
Informatizzazione di Bartolomeo Durante da testo antiquario

La Mummia fu a lungo utilizzata come medicamento ed altissimo era il suo prezzo anche a piccole dosi per i preziosi componenti terapeutici che vi si ritenevano racchiusi ed ancora efficaci e ad essa furono dedicate autentiche ed approfondite trattazioni -riportanti pareri a favore o contro con accesi dibattiti fra illustri medici, intellettuali, scienziati e filosofi- in pregiati testi letterari come in questo celebre ed enorme volume miscellaneo del '600 = la Mummia era indubbiamente ambita in un'epoca in cui ancora l'astrologia aveva grande credito in medicina con la convinzione dell'influenza astrale anche sulle varie parti del corpo umano e risultava legata al complesso teorema in auge (come qui si vede) della "Legge d'Attrazione Universale" o "Pontenza dell'Universo" e comunque al Principio delle Simpatie ed Antipatie, sia cosmiche che intercorrenti nel microcosmo terrestre tra vegetali, animali e minerali ma non tutto era fantasia come spesso si crede: la Mummia vera, che conteneva "sostanze antisettiche" era spesso usata in associazione con l' Usnea -sostenuta per l'efficacia terapeutica dal Goclenius alias Rudolph Gockel e associata nell'elenco sterminato delle piante curative che è oggi riconosciuta quale un "oscuro presentimento della penicillina" = e del resto queste sostanze, a fronte della grave limitatezza della medicina epocale, avevano dato sul campo dei risultati come si evince per esempio da varie vicende con relative relazioni tra cui celebre quella di Fabrizio Doria Duca d'Avigliano.
Solo col tempo il trafficare in Mummie e specialmente in Mummie Effimere fu considerato reato di Sacrilegio attesa in particolare l'opera dei mangones (vista l'introvabilità delle prime per l'inaccessibilità del Medio Oriente soggetto allo stretto controllo dell'Impero Turco e quindi la necessità di contraffarle tramite profanazione dei cimiteri o peggio ancora confezione di finte mummie di individui proditariamente assassinati appunto dai mangones o dai loro sicari).
Poi, scemando queste cure e sviluppandosi pur lentamente una più moderna ed efficace medicina (vedi da manoscritto di fine '700 - primi '800), la Mummia venne dimenticata quale "oggetto medicinale" (vedi) e prese a rientrare in quel campo a lei più pertinente che è quelli dell'antiquariato, del collezionismo e dell'archeologia = a fronte di tanti nomi noti sull'investigazione in merito alle Mummie e all'Antico Egitto si ricorda qui colui che oggi è abbastanza dimenticato ma che a suo tempo ebbe fama quale il "Winckelmann francese" vale a dire Luigi Augusto di Thivac, visconte di Marcellus Plenipotenziario di Francia ma antiquario di valore, che tra altre cose esplorò e descrisse magari poeticamente la supposta Piana di Troia, che riuscì a portare in Europa quella meraviglia scultorea che era la Venere di Milo (leggi qui le vicissitudini che lo portarono a tale recupero archeologico) e che per quanto riguarda il tema qui affrontato celebrando Rodi la bella isola greca delle rose, dei canti d'amore e del ricordo dei cavalieri cristiani che la custodirono e difesero di cui molte tracce ed insegne eran state rispettate dai Turchi sì che nella Via dei Sepolcri dei Cavalieri il Visconte di Marcellus potè, commosso, scoprire lui stesso, cavaliere di Malta, l' ancora ben visibile insegna della sua casata per parte materna, lì affissa ai tempi in cui i Cavalieri di Rodi custodivano l'isola (p.323).
Ma non meno appassionato che della classicità greca egli lo fu anche dell'antico, misterioso Egitto = in questo volume delle sue Rimembranze intorno all'Oriente il Visconte di Marcellus riporta la sua ottocentesca esplorazione delle Piramidi di Gizeh e in'avventurosa spedizione visualizzò tante mummie della necropoli del popolo tebano ma è in questo suo altro volume dall'identico titolo che l'antiquario francese giunse in una pianura terribile dal lato climatico colà dove gli Egizi -nell'antichissimo "culto del corpo dopo la morte" in cui erano maestri, non mancando in seguito di influenzare anche l'ecumene romano- raccoglievano le sostanze necessarie per l'imbalsamazione sulle aride rive del Mar Morto ove raccolse i leggendari Pomi di Sodoma peraltro già descritti in antico dai Pellegrini Medievali in Terra Santa [ i componenti ricercati per l'imbalsamazione nella "Casa dei Morti" erano in questo caso bitume e pissasfalto di cui a lungo dissertò il cinquecentesco Amatus Lusitanus pseudonimo di João Rodriguez de, medico israelita, professore di anatomia a Ferrara, nato a Castel Branco (Portogallo) nel 1511 e morto a Salonicco nel 1568 : nelle edizioni citato quale: Amatus Lusitanus; Ioannes Rodericus = a titolo documentario vale la pena di rammentare che, pur non trattando l'argomento specifico dell'imbalsamazione, in questo altro volume dedicato all'Egitto lo stesso Visconte di Marcellus, dimostrando la sua passione per l'Egitto, si dilunga a narrare come -dopo aver descritto con ammirazione Alessandria- si spostò a Il Cairo e una volta visualizzati laboratori pieni di incredibili manufatti egizi, visitò le Grandi Piramidi ed anche salì sulla "sommità" di quei colossi dove erano incisi tanti nomi e vide marchiati anche quelli di Napoleone e Chateaubriand (seppur scritti da mano anonima) e quindi penetrò "strisciando" nel corpo della grande piramide (metà p. 155) sin a sprofondare in un incredibile passato e finalmente poter visualizzare affascinato e incredibilmente stupefatto al
chiaror delle torce tutti i contorni del sepolcro reale (p. 156): argomento questo su cui non mncò di esternare grande ammirazione per la straordinaria ed avventurosa Lady Esther Stanhope -detta dagli Arabi la "Regina di Palmira"- la prima donna che esplorò la "Grande Piramide"]
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