: in efetti la descrizione del Lotti fa meditare, quasi si fosse trovato innanzi ad una di quelle peculiari lampade ornate di immagini sospese tra il comico ed il tragico rammentanti la pratica del rafanismo e di cui nel Museo Cospiano si legge questa descrizione accompagnata da siffatta emblematica rappresentazione a stampa. Individuò poi
una moneta di Licinio, un Acquedotto, una cisterna, l'inizio di una scala e parte di una finestra e, tra altre cose, una stanzetta che doveva esser stata affrescata: procedendo nelle investigazioni su uno spazio alquanto esteso il Lotti scrisse del rinvenimento di altri due scheletri; proseguendosi nei lavori si rinvenne un'altra tomba con uno scheletro ed al suo lato una chiave e quindi non lungi da questa, sepolti nella nuda terra, cinque altri resti umani. Come si legge a fine pagina si scoprì quindi un frammento di laterizio romano recante la marca o bollo PCOEPISII.
Il Canonico cercò di dedurre varie considerazioni dalle scoperte e dalla presunta commistione di reperti romani con oggetti protomedievali: più interessanti restano però le sue osservazioni fatte de visu. Negl scavi successivi si rinvenne un bel vaso con coperchio contenente le ossa di un bambino e non lontano un "cippo" con quelle di un adulto e quindi una sorta di nicchia con molte ossa: oltre questo sito si rinvenne un tumulo decisamente più sofisticato (p. 32): dentro la tomba stava, senza il teschio, uno scheletro con le braccia distese lungo il corpo con accanto quella che l'osservatore definì una "pignatta", rimandando il tutto all'epoca romana. Dal paragrafo 43 della sua RELAZIONE il Canonico si soffermò sulla
descrizione di minuterie ritrovate, tra cui svariati pezzi di vetro ed un emisfero di ambra grosso come un uovo di piccione.
il Lotti elencò in altro luogo della RELAZIONE anche una gran quantità di monete romane che coprono un vasto arco cronologico e che fanno pensare che, in questa zona, dovesse essere esistita una struttura insediativa non solo importante ma abitata e frequentata per lungo tempo: "1- Moneta consolare con la scritta Roma Invicta. Sul retro la Lupa che allatta i due gemelli Romolo e Remo (datata intorno al 160 a.C.)...2-Moneta di bronzo di Augusto ...la coniatura dovrebbe collocarsi a pochi anni prima dell'era cristiana in quanto richiama la Tribunicia Potestas consolidata ad Augusto nel 23 a.C. 3-Medaglia di bronzo di Vespasiano...riporta da un lato la testa dell'imperatore con le abbreviazioni Caes. Vespasian. Aug. P.M.P.R.- PPP (Vespasianus Augustus Pontifex Maximus Pater Patriae Consul III). Sul rovescio della medaglia è raffigurato un personaggio che con la destra rialza da terra una matrona romana genuflessa, con a fianco un guerriero che aiuta la matrona a rialzarsi. Nel giro della moneta la scritta Roma Resurgens. 4-Medaglia di Tiberio Claudio con la scritta Tiberius Claudius Caesar P. M. Trib. Potestatis Imperator. Sul rovescio la Libertà che con le mani sostiene una fascia sulla quale appare la scritta Liberta Augustus. Questi simboli molto probabilmente volevano ricordare la liberazione di tutti i prigionieri politici incarcerati dai suoi predecessori Tiberio e Caligola. 5 - Medaglia di Antonino Pio in bronzo, da una parte riporta la testa dell'imperatore con la solita dicitura, dall'altra parte un'aquila nella posizione di prendere il volo. 6 - Medaglia di Probo in bronzo mediocremente conservata, riporta la testa dell'imperatore e la leggenda abbreviata Caius Pius Felix Imperator. Sul retro un genio che con una mano regge un mazzo di spighe e dall'altra un tralcio di vite. Certamente la medaglia alludeva alla revoca del divieto di piantare viti sancito da Domiziano e le spighe all'opera svolta dall'imperatore a favore dell'agricoltura. Le lettere riportate tendono già allo stile gotico. 7- Alcune monete di Costantino riportanti simboli pagani che dimostrano che la coniatura sia stata fatta prima della conversione". In assenza di uno studio diretto vista la perdita del materiale (ma tenendo conto della riconosciuta onestà del Lotti al di là di certe sue personali interpretazioni) l'approccio migliore a questa documentazione resta quello di A. Sarchi in A.SARCHI-N.CALVINI, Il Principato di Villaregia, Sanremo, 1977, p.25, n. 48: ed indubbiamente pare sorprendente, vista l'abbondanza del materiale (ed il Lotti in altri punti della sua Relazione citò anche altre monete, pure greco-bizantine), che si possa negare che in questo sito non vi fosse stato un qualche importante insediamento romano> Tenendo conto del fatto che le monete furono ritrovate non in un unico contenitore (o "tesoretto") ma sparse sulla vasta superficie degli scavi (senza calcolare - a detta credibile del Lotti- quanto gli operai portarono via furtivamente).
Pare altresì interessante il fatto che si siano ritrovati molte medaglie imperiali e anche medaglioni, curati da ottimi incisori, multipli di monete di egual metallo e forma di tesaurizzazione e capitalizzazione.
Pure questa segnalazione contribuisce ad indicare l'importanza e la solidità dell'insediamento e l'elevatezza della vita di relazione (a parte l'eventualità di futuri rinvenimenti, attese le ricerche in atto, gli sconvolgimenti ed i ripascimenti del terreno attraverso i secoli hanno indubbiamente alterato la stratigrafia del terreno agricolo): vedi anche G. FRISONE, Monete di Roma Imperiale..., Genova, s. d. (ma fine anni '60 di questo secolo)> Sulle medaglie, su monete di bronzo, rame rosso (ordinario) e rame giallo (ottone) vedi La scienza delle medaglie, Instruz. 2, Venezia, 1728, pp.26 e 35.
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