cultura barocca
La attuali realizzazioni e progettazioni Immagine da pubblicazione del 1958 di M. Viale del Lucchese del Salone fatto realizzare sull'antico chiostro nel prosieguo dei restauri dopo il terremoto del 1887 dal Parroco G. B. Zunini (vedi poi l'esigenza di altri restauri dovuti alla compensazione dei danni per i bombardamenti e cannoneggiamenti della II Guerra Mondiale)

Dopo l'Unità italiana il governo della Destra (Luglio 1866 - Ministero Ricasoli) inasprì la politica, che fu già del Siccardi e poi del Cavour, volta alla soppressione delle comunità conventuali non dedite a particolari funzioni sociali, quali l'istruzione o la cura degli infermi. Pertanto il convento, dacché agli agostiniani non spettavano compiti sociali ma esclusivamente spirituali, fu soppresso e divenne proprietà del Demanio; una sua parte, nell'ala nord, fu invece adattata ad abitazione del Parroco preposto alla limitrofa chiesa di N. S. della Consolazione.
Successivamente, come si legge nell'estratto di processo verbale del 30/10/1872 a norma delle leggi del 7/8/1866 n. 3036 e del 15/8/1867 n. 3848 redatto dalla Prefettura di Imperia, il Comune, acquistò (in seguito a verbale d'incanto del 22/11/1872 al prezzo globale di settemila e 150 lire =
(A) - Il fabbricato sito in via Aprosio (ora via Cavour) ad uso dei Minori Osservanti di S. Francesco (perché nell'ex convento avevano trovata sistemazione i Minori francescani del soppresso convento dell'Annunziata potendone sfruttare l'annesso orto) composto di n. 2 pini e vani 24.
(B) Il piazzale ed un'area fabbricabile con n. 2 piante di gelso (il prezzo parziale di questa proprietà è indicato in 720 lire).
Dal 1882 il parroco Bonaggiunta Conio progettò l'eliminazione dell'ala sud per farvi erigere un edificio, ad uso abitazioni e botteghe, prospiciente la piazza dove allora si svolgeva il mercato = tuttavia i suoi progetti, come quelli ideati dal vescovo Reggio, subirono una drammatica interruzione in forza di un
evento catastrofico cioè il terribile terremoto del 1887 che colpì la Ligura di Ponente con un elevato numero di vittime e che non risparmiò Ventimiglia benché i danni nella città furono assai minori che altrove.
Dal 1890 al 1919 nuovo parroco della ventimigliese chiesa di S. Agostino fu Don Giovanni Battista Zunini di Baiardo che lasciata la chiesa parrocchiale di Pompeiana concluse a Ventimiglia il suo lungo ed operoso apostolato = uomo di buona cultura redasse una
***************"Memoria Storica di Pompeiana"***************
nella quale un ruolo basilare fu appunto conferito a quel terremoto del 1887 di cui fu testimone oculare e di cui si propongono qui alcuni stralci assai interessanti anche stilisticamente oltre che dal lato documentario = 1 - Il Terremoto in Liguria del 1887 secondo la versione del "Manoscritto Zunini" - 2 - "Ed insieme preghiamo...che giammai -Iddio non voglia!- alcuno venga lasciato solo entro siffatto dolore..." - 3 - Orrore e incredulità dopo il cataclisma - 4 - Le terrificanti notizie sulla dimensione del disastro - 5 - i primi soccorsi: l'arrivo del sismologo Mercalli.
Come si denota da questa
Tabella Ufficiale riguardante i Comuni dei Circondari di Porto Maurizio e di San Remo
a Ventimiglia non si registrarono vittime ma i
danni furono considerevoli come si evince dalla qui proposta relazione del 17 marzo 1887 a firma dall’aiutante del Genio Civile E. Ranza
e colpirono, con altri edifici pubblici e non, la vecchia sede conventuale e la chiesa di S. Agostino cosa che si nota in alcune fotografie d'epoca e che rivela danni piuttosto gravi riportati in particolare dalla torre campanaria: Don Giovanni Battista Zunini oltremodo colpito personalmente dai danni generali e in particolare per i decessi di Pompeiana che per la strage della natia Baiardo, con la generale disperazione nella prospettiva di carestie e miseria si mise subito all'opera anche a Ventimiglia per soccorrere quanti eran stati dannificati dal cataclisma. Una volta espletate le riparazioni a riguardo della chiesa di S. Agostino come si legge nel volume della rivista "Aprosiana" del 2007, p. 90 nell'artico Il Complesso di Sant'Agostino: storia ed evoluzione di un monumento, Rassegna fotografica allestita nell'ala est del chiostro annesso alla chiesa di Sant'Agostino a cura di Valentina S. Zunino e Fabio Piuma (p. 87) in merito alle "Immagini del Pannello 3 al numero 2" leggesi = Nella fotografia del cuneese Riccardo Scoffione è ritratta la città ripresa da est: è visibile sul lato destro, accanto alla stazione, il complesso conventuale agostiniano, dopo il terremoto del 1887. Evidenti i danni riportati soprattutto alla torre campanaria (Fondo stampe e fotografie della Fondazione "G. Biancheri" di Ventimiglia).
Lo Zunini molto si adoperò non solo per il restauro dei danni ma anche per una decisa riqualificazione = "Dopo il terremoto il parroco Don Giovanni Battista Zunini (1890 - 1919) fu particolarmente attivo nell'abbellimento della chiesa riedificata in stile eclettico, con accenni al neogotico, stile assai in voga tra XIX e XX secolo non solo nell'edilizia religiosa ma anche in quella funeraria....l'arco frontale sopra il presbiterio reca già il dipinto raffigurante la madonna della Consolazione alla cui destra sono collocati Sant'Agostino e San Nicola, opera del pittore Sprega, mentre non compaiono ancora i volti degli evangelisti e degli apostoli realizzati solo negli anni Venti-Trenta del Novecento dal pittore mario Albertella sulla parete della navata centrale. Sulla sinistra si nota un pulpito marmoreo dello scultore sanremese De Andreis collocato nel 1895 che permarrà in loco sino alla seconda guerra mondiale. Anche l'altare maggiore è diverso da quello attuale realizzato dallo scultore Cesare Paleni, posto in opera nel 1934....".
Nel 1893 venne innalzato un piano sulla parte del convento adibita a casa parrocchiale, mentre in seguito,
il superstite giardino claustrale - oggi ripristinato- fu purtroppo eliminato per costruire sul luogo una sala di notevoli dimensioni.
Intanto i locali, acquistati dal Comune come sopra si è scritto, e precisamente quelli dell'ala est del chiostro e del convento furono ristrutturati a partire dal 1890 e finalmente indirizzati a "Struttura di Detenzione" sotto denominazione di Carcere degli Espulsi dalla Francia [nella stessa pagina della sopra citata rivista "Aprosiana" del 2007 in occasione di una mostra documentaria-iconografica tenuta nel chiostro, in concomitanza con le celebrazioni per il qattrocentesimo anniversario della nascita di Angelico Aprosio, entro il pannello 3 leggevasi: ....3. Progetto per il costituendo carcere nell'ex convento di Sant'Agostino: piano terra (l'originale del documento è conservato nella Sezione di Archivio di Stato di Ventimiglia: Comune di Ventimiglia, Serie II, fald. 23, classe III/1) - 4. Progetto per il costituendo carcere nell'ex convento di Sant'Agostino: piano primo (l'originale del documento è conservato nella Sezione di Archivio di Stato di Ventimiglia: Comune di Ventimiglia, Serie II, fald. 23, classe III/1)].










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" Palazzo Comunale, in via Garibaldi: abitabile, il piano superiore dopo i lavori; parere: due robuste chiavi nel secondo piano per tenere collegato il muro esterno; chiudere il vano di porta del gabinetto per rinforzo del muro; con buona muratura collegare col muro esterno proseguendola sino al secondo piano, quindi riaprire una nuova porta più discosta dal muro esterno. Riparare soffitti e terrazzi del piano superiore e riparare il tetto.
Albergo Francia di proprietà Ferrino Francesco, in via Aprosio: abitabile; parere: riparazione del tetto, dei soffitti e dei terrazzi dell’ultimo piano ed in questo (fare) collegamento dei muri con chiavi.
Restaurant Suisse, via della Stazione: abitabile, in buono stato.
Seminario, Piazza della Cattedrale: abitabile; parere: demolire il belvedere sulla fronte del fabbricato e ricostruirne (quando fosse necessario) uno nuovo di forma meno pesante; ricostruire i pilastri e i muri di fronte della loggia sopra il tetto e collegare il muro di testa, nel terzo piano a levante, con chiavi.
Casa Parrocchiale, piazza delle Canoniche: abitabile; parere: ricostruire un muro di perimetro a levante, al quale corrispondono ambienti secondari e un architrave di finestra. Ripassare il tetto e rifare i soffitti. Alloggio di un canonico. Piazza delle Canoniche: inservibile; parere: ricostruzione della maggior parte della casa.
Uffici Regi, Scuole Elementari, Ginnasio, ex convento Francescani: inservibili; parere: ricostruirne una buona parte.
Vescovado, Piazza Cattedrale: abitabile dopo riparazioni.
Casa Parrocchiale, Piazza S. Agostino: inservibile; parere: ricostruire buona parte.
Ospedale S. Spirito, Piazza Cattedrale: abitabile dopo i lavori; parere: la sala medica e la sala chirurgica (sezione uomini) abbisognano di ricostruzione di muri e di soffitti ed architravi. L’educandato al terzo piano è quasi inservibile ed occorre ricostruire i muri. Gli altri locali ai piani superiori abbisognano di riparazioni e collegamento con chiavi. Abitabili i locali al piano terra e al primo piano.
Scuole Comunali, abitabili, ma occorrono riparazioni alle volte e ai plafoni.
Asilo Infantile, abitabile, ma occorrono riparazioni ai soffitti e tramezzi.
Chiesa Oratorio dei Neri, via Garibaldi: da officiarsi dopo alcuni lavori di precauzione.
Chiesa di San Giovanni Battista, Piazza S. Giovanni Battista: da officiarsi, ma riparare il muro a levante, corrispondente ad uno dei due campanili, murando il vano che esiste. Da esaminare i campanili, essendo probabilmente necessaria la demolizione.
Cattedrale, Piazza Duomo, in ottimo stato; si consigliano però riparazioni alla cupola del campanile, potendo cedere qualche lavagna.
* - Molte abitazioni private non erano gravemente danneggiatee e la Giunta Municipale, vista la necessità di ricoverare almeno le famiglie senza tetto , attendate da giorni in aperta campagna, con delibera del 12 marzo, unanimemente autorizzava "il sindaco a voler ordinare senza indugio alla Sega di Nervia due vagoni di travi, travetti e ferramenti per le baracche che saranno costruite sotto la direzione dell’ing. Zanolli".
[ Per quanto riguarda Ventimiglia, apprendiamo (il testo è ripreso da Marisa De Vincenti Amalberti Ventimiglia e il terremoto del 23 febbraio 1887 una pagina di cronaca locale, 1988 Ed. Alzani, Pinerolo) dai documenti in archivio che essa ricevette lire 11.800 nel mese di agosto per «il sostentamento dei più bisognosi», quindi lire 11.000 quale «somma di rimborso e sussidi per le eccezionali spese sostenute d’urgenza» e, all’inizio del 1888, una terza elargizione di lire 3.000.: nello stesso saggi si legge in nota... Girolamo Rosi, Rossi nella sua Storia della Città di Ventimiglia (pag. 301): Fra le sventure, fortunata è la mia città, ove non si hanno a deplorare che gravi danni agli edifici. Ma il Maineri (in Liguria Occidentale; Gite - Storia - Ricordi, Roma 1894, pag. 56) precisa: "Il dì 11 del seguente marzo, su le tre e un quarto pomeridiane, si fece sentir di nuovo una breve ma violenta scossa ondulatoria, che risuscitò il pànico negli animi, già quasi rassicurati, non ostante le vive incertezze di tutti quei giorni e le notizie arrivate successivamente da ogni parte. Fu ventura che la città non avesse a deplorare vittime, all’infuori di una povera donna della frazione Casette» (una borgata della frazione Latte, n.d.r.). Da ricerche effettuate presso l’archivio parrocchiale della Cattedrale e presso quello dello Stato Civile di Ventimiglia, non risulta deceduto alcun abitante della località Casette nel periodo 23 febbraio - 11 marzo 1887. È invece registrata, in data 5 aprile, la morte di tale Giulia Viale, contadina, di anni 77, abitante a Latte, località Case Sparse".]










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