cultura barocca
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Il Colera in Europa si manifestò in vari anni = in Italia a prescindere da quella sopra citata del 1835 (riferendosi al temibilissimo Colera Asiatico e non al ben conosciuto sin dall'antichità Cholera Nostras) si rammentano le pandemie del 1848, del 1854, del 1866 e del 1884 (tristemente noto per la letale epidemia che colpi'il piccolo ma ultrasecolare e pregno di storia centro di SEBORGA nell'entroterra di Bordighera) con uno strascico sino al 1893 [dati da "Wikipedia, l'enciclopedia libera on line" (debitrice in tante speculazioni del lavoro di Eugenia Tognotti, Il mostro asiatico. Storia del colera in Italia, Bari, Editori Laterza, 2000)] = per un esatto dimensionamento dei luoghi di diffusione e delle pandemie in Italia e non (compresi gli anni di persistenza delle pndemie) vedi qui nel sito informatico Pediatria on Line l'articolo Storia del Colera -da consultare integralmente per la completezza informativa- ove ha scritto con estrema competenza e documentazione bibliografica il dott. Antonio Semprini
Su questa ondata epidemica di COLERA spesso gergalmente detto LA MORTE COLOR TURCHINO leggi qui integralmente digitalizzata = la STORIA DELLA EPIDEMIA DI COLERA PATITA IN GENOVA NELL'ANNO 1866, PER GIOVANNI DU JARDIN PROFESSORE DI STORIA NATURALE ... MEDICO PRESSO LE CARCERI DI GENOVA, GENOVA, TIPOGRAFO DEI SORDOMUTI, 1867, 80 PAGINE epidemia nel corso della quale tra cui entro la cultura e spiritualità popolare spicca la figura del Cappuccino Francesco Maria da Camporosso che, esercitava il suo apostolato a Genova appunto nel 1866(VEDI..
Il Du Jardin ad introduzione del lavoro fece un elenco delle epidemie di colera in Liguria partendo dal 1835 al 1866 e del resto nell'elenco delle sue opere si registrano studi su mortalità in vari tempi a Genova, su igiene, sull'opportunita di una Associazione Medica Italiana, sul vaiolo ecc.= per l'accuratezza il libro è da leggere nella sua completezza ma qui si segnalano alcuni punti sostanziali i miglioramenti nel 1866 a Genova dell'igiene pubblica rispetto al 1835 passando per quella del 1854 (pagine 9 - 19) [ in questo contesto può giovare la qui digitalizzata opera Studi per una Geografia medica d’Italia del dottor Cesare Lombroso, Milano, Tipografia e Libreria di Giuseppe Chiusi Editore, 1865. (per la regione ligure -ma il testo tratta tutta l'Italia- si possono consultare i vari collegamenti ipertestuali: Genova e Liguria= vedi anche qui Sulle malattie e mortalità della Liguria a metà XIX secolo: casi di pellagra - casi di cretinismo e gozzo, con la proposizione poi per l'anno 1861del rapporto in Genova tra popolazione - malattie - cause di decessi] , le risoluzione dei problemi della macellazione senza scarico nella acque pubbliche ma il persistere di altre anomalie nell'opera di altri commercianti - i problemi di zone come "Sotto-Ripa" (nota 1 di p. 12) e dei vicoli e le pessime abitudine dei loro residenti e commercianti - Il dibattito tra importazione ed endemismo = il caso del piroscafo Luni - la prima vittima civile accertata di colera asiatico fu la trentacinquenne affittacamere Caterina Imperiali (pagina 23) - il pubblico terrore, prima via ai clamori e alla superstizione - la dichiarazione ufficiale dello stato di epidemia in Genova ed i problemi causati dalla folla agli Agenti Municipali - le superstizioni e le "ubbie" al modo che scrisse G. Du Jardin che andava alimentando l'epidemia a Genova come in tutti gli Stati: Italia e non solo - il Padre Santo Francesco Maria da Camporosso e secondo il Du Jardin la sua morte per effetto dell'epidemia di colera- vedi i (da pag. 42) i luoghi maggiormente predisposti a contrarre il contagio = oltre a questo vale però la pena di soffermarsi sugli aspetti di un acceso dibattito tra medici cui il Du Jardin, direttore d'un periodico sanitario, non mancando di registrare questo concetto che poi le quarantene siano riuscite qualche volta di nessun vantaggio per Palermo e Genova lo ammettiamo facilmente.
Bisognava che il Governo italiano, e tutti i governi europei, non lo lasciassero
[il Colera Asiatico] penetrare nelle loro città marittime dal paese d'origine: lì sta la questione
".
Per dare un'idea dei sempre più attenti provvedimenti che dal Governo Italiano si presero dopo la grande epidemia del '35- affinché (essendosi realizzata l'Unità d'Italia (ma con la cessione -oltre che della Savoja- pure di Nizza alla Francia) la nuova Frontiera Italo-Francese , la stessa Strada della Cornice e la nuovissima Linea Ferroviaria risultassero sempre e continuamente soggette -prima che viaggiatori dalla Francia entrassero nel territorio di Ventimiglia- soggette ad attenti controlli come ben si evince da questo Bando del prefetto della Provincia di Porto Maurizio E. Bermondi che nel 1884 che, sentendosi parlare di Colera in Francia, impose severi controlli tra cui quello in base al quale "Tutti i viaggiatori provenienti dalla Francia ,che entreranno nel territorio della Provincia per la strada detta della Cornice o per la Ferrovia saranno sottoposti, fino a nuove disposizioni, all'Osservazione Sanitaria, ed alle Contumacie per giorni cinque nel Lazzaretto di Latte presso Ventimiglia" (in merito alla drammatica vicenda si può qui leggere, per approfondire gli eventi, quanto, pur sveltamente, scrisse Girolamo Rossi nel suo Memoriale Intimo in merito a Ventimiglia, e al suo territorio e, atteso che il dramma colpì tragicamente il luogo di Seborga, consultare quanto ne scrisse con l'uso di oculati documenti Nino Allaria Olivieri = Girolamo Rossi, per esser stato originariamente un farmacista, fu piuttosto superficiale ed originariamente erroneo sull' avvento del colera asiatico che menziona (senza distinzioni tra "cholera asiatico" e "cholera nostras" confondendolo con la peste di Marsiglia del 1720 come nell'edizione del 1857) correggendosi, seppur genericamente, e parlando di "peste" (il colera asiatico era lungi da arrivare) solo nell' edizione del 1888 per quanto riguarda la Storia della Città di Ventimiglia ove scrisse in siffatto modo sulle tristi condizioni di Ventimiglia nel '700, sulle alluvioni ed invasioni di animali selvatici e quindi sul pericolo del contagio epidemico in Ventimiglia della peste di Marsiglia ( solo nella Storia della Città di Sanremo, per il Gandolfo, Sanremo, 1867 da p. 291 il Rossi è abbstanza esaustivo e riassume la tragica vicenda del Colera del 1837 a Sanremo [soffermandosi anche sui provvedimenti giudiziari avverso i fossori (inumatori) inadempienti specie secondo le nuove norme igieniche di inumazione) avvenuta solo pochi anni dopo, rispetto ad un altro evento cioè il terremoto nell'areale del 1831 anticipazione del vero e proprio cataclisma sismico del 1887 ) ".

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