cultura barocca
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Angelico Aprosio cercò di entrare in contatto con il Gesuita ATHANASIUS KIRCHER per la sua vasta erudizione e soprattutto per qui suoi interessi sul MAGNETISMO UNIVERSALE cui il dotto Padre Gesuita dedicò non pochi scritti tra cui nel contesto di un'opera tanto ambita da Aprosio come il THEATRUM SYMPATHETICUM [libro alchemico giunto ad Aprosio solo grazie ai favori di uno dei tanti "Fautori della sua Biblioteca" vale a dire il colto ed erudito nobile genovese ANFRANO MATTIA FRANSONI (VEDI QUI P.402, N.XXXIV)] editò questo suo specifico INTERVENTO].
Purtroppo l'erudito di Ventimiglia non entrò, con suo dispiacere, in contatto con il celebre PADRE GESUITA e ne ebbe solo una LETTERA AL KIRCHER scritta da un intimo d'Aprosio l'eruditissimo OVIDIO MONTALBANI che finché visse ebbe sempre stretti rapporti con Ventimiglia e la sua Biblioteca in forza anche del contributo di LORENZO LEGATI: CHE ADDIRITTURA A VENTIMIGLIA SOGGIORNO' PRESSO LA "STRUTTURA APROSIANA".
Questa mancanza procurò come detto dispiacere all'Aprosio anche perché ATHANASIUS KIRCHER per il tramite dell'EX REGINA DI SVEZIA MARIA CRISTINA era entrato in relazione con il GRUPPO ALCHEMICO DI VILLA PALOMBARA A ROMA, sviluppando di conseguenza contatti quasi enciclopedici alla maniera gradita al "Ventimiglia" con una VARIETA' MOLTEPLICE DI STUDIOSI DI DIVERSA ESTRAZIONE, talora impegnati nel cercare un qualche PUNTO DI INCONTRO TRA "VECCHIA SCIENZA" E "NUOVA SCIENZA" (in merito specialmente alla COSMOGONIA e pressoché contestualmente al CREAZIONISMO) = era questo un altro argomento cui era estremamente interessato Aprosio che quasi certamente aveva avuto come frequentatore dell'Aprosiana -per il tramite di GIO FRANCESCO APROSIO, DI VALLECROSIA, GIA' RETTORE DELLA PAROCHIALE DI VALLEBUONA- un giovanissimo studente di quest'ultimo cioè G. D. CASSINI DI PERINALDO, L'ASTRONOMO DEI RE indubbio esponente della SCIENZA NUOVA rivoluzionaria quanto competente corrente di pensiero cui era stato accostato sia da G. B. BALIANO SCIENZIATO LIGURE che dal PATRIZIO BOLOGNESE CORNELIO MALVASIA.
Aprosio a quanto al momento risulta dal suo epistolario non si avvalse dello SCIENZIATO DI PERINALDO per far fruttare un qualche possibile rapporto con l'eruditissimo gesuita; dati oggettivi e documenti ci dimostrano che non solo Aprosio era entrato in contatto con MOLTEPLICI ESPONENTI DELLA SCIENZA NUOVA ma che anzi era stato "eletto" a sorta di consigliere spirituale ed editoriale dallo SCIENZIATO ALESSANDRO MARCHETTI; tuttavia un'ombra doveva sempre gravare sulla nomea che "Il Ventimiglia" poteva avere nel contesto degli ESPONENTI DELLA SCIENZA NUOVA, un'ombra che in fondo replicava la nomea, già attribuitogli dalle autorità ecclesiastiche, di POETA nel senso di PERSONA BIZZARRA ED ONDIVAGA, QUINDI INAFFIDABILE, NEI GIUDIZI COME NELLE SIMPATIE = e su tale sua caratterizzazione NONOSTANTE CERTE REVISIONI ANCHE CORAGGIOSAMENTE FATTE NELLA MATURITA' può aver molto influenzato, sin al limite di indurre i nuovi studiosi non escluso il Cassini ad un certo distacco o quantomeno ad una cordiale prudenza, il complicato rapporto che Aprosio ebbe con l'attento Francesco Redi che più d'ogni altro ne colse forse una certa ambivalenza comportamentale e culturale sì da non raccomandarne, in linea di massima, una frequentazione ai più alti livelli di confidenza.
Ma queste restano, per quanto solide, delle ipotesi = in effetti Aprosio, nei suoi contatti con la "Scienza Nuova", come anche sopra visto, ebbe un buon approccio iniziale ma qualche cosa non dovette funzionare nel contesto dei rapporti proprio con FRANCESCO REDI con cui in effetti ebbe questa importante CORRISPONDENZA CULTURALE che tuttavia patì entro un certo lasso di tempo un DEPAUPERAMENTO = anche perché Aprosio dimostrando che cercava amicizie di prestigio prescindendo da una ben precisa scelta di pensiero non mancava di andar elogiando ALTRE ESPERIMENTAZIONI ANCHE IN CONTRASTO COI POSTULATI DELLA "SCIENZA NUOVA" e soprattutto pareva spesso più attratto che dalla ricerca di rigore dall'iridescenza delle presunte scoperte come nel caso di ROBERT HOOK o di OLE/OLAUS BORCH ALLA LATINA DETTO IL BORRICHIUS.
E' vero che una SETTIMA LETTERA DI FRANCESCO REDI RECENTEMENTE SCOPERTA E SCRITTA AD A. APROSIO SEMBREREBBE VOLER RIACCENDERE I FILI DI UN POSSIBILE LEGAME CULTURALE ma l'impressione anche dal tono della lettera è che nel processo di riavvicinamento abbia avuta una funzione basilare il medico fiorentino JACOPO LAPI ALIAS JACOPO DEL LAPO Fautore e Corrispondente di Aprosio ma altresì amico del Redi e non a caso dal "Ventimiglia" ACCORPATO AL REDI A P. 37 DEL REPERTORIO DELLA BIBLIOTECA APROSIANA = del resto a rigor di logica aldilà delle puntualizzazioni rediane qui segnalate in merito ad una presa di posizione abbastanza critica verso certe scelte culturali e letterarie aprosiane, nemmeno si può negare che un uomo di carattere come FRANCESCO REDI non abbia coltivato dubbi su APROSIO o quantomeno sulla sua fama di POETA non solo in dipendenza della sua figura di VICARIO DELLA SANTA INQUISIZIONE (di quell'organo ecclesiastico che in definitiva aveva sancita l'ABIURA DI GALILEO) ma anche in rapporto a certi scritti che, per quanto moderati, INDICAVANO COME IL LETTERATO DI VENTIMIGLIA ANTEPONESSE, MAGARI ANCHE PER OBBLIGO E TIMORE, LA SCIENZA ARISTOTELICA AI DETTAMI DELLA "SCIENZA NUOVA": di maniera che la stessa amicizia di Aprosio con MONSIGNOR GIOVANNI CIAMPOLI, SOSTENITORE DI GALILEO E PER TAL RAGIONE POI PERSEGUITO nel giudizio rediano era probabilmente una delle tante sfaccettature dello stesso personaggio che per i GRANDI INQUISITORI DI GENOVA notoriamente fungeva da CENSORE DEI LIBRI PROIBITI NON ESCLUSI QUELLI CHE SUPPORTAVANO LE NUOVE IDEE SCIENTIFICHE come si evince per esempio dalle qui editate 25 LETTERE CHE GLI SCRISSE IL DISCUSSO INQUISITORE DI GENOVA MICHELE PIO PASSI DAL BOSCO (fermo restando il principio che su tutto non abbia poi interferito in primo luogo ed anche molto umanamente la FORTE ANTIPATIA DEL REDI PER ANTONIO MAGLIABECHI ovvero quel potentissimo BIBLIOTECARIO MEDICEO VERSO IL QUALE ALL'OPPOSTO APROSIO NUTRIVA TANTA DEVOZIONE: e che che se certo vantava enormi capacità intellettuali dal lato caratteriale sapeva invece evocare AVVERSIONI ANCHE FEROCI, SPECIE VERSO GLI INNOVATORI E I TEORICI DEL NUOVO PENSIERO)
Ritornando all'assunto di partenza di queste riflessioni in capo a questo saggio [che coinvolge la figura egemonica di PADRE ATHANASIUS KIRCHER (e cosa basilare quanto assai più generale lo scontro tra SCIENZA ARISTOTELICA E "NUOVA SCIENZA")] bisogna anche dire che Aprosio era altresì attratto pure da ulteriore fama di ATHANASIUS KIRCHER in altri campi oltre a quello meramente geologico-geografico e cosmologico: alla fama per esempio connessa nel contesto sia delle SCIENZE che del COLLEZIONISMO (e conseguentemente in merito alla realizzazione di MUSEI, "CAMERE DELLE MERVIGLIE", WUNDERKAMMER) per esempio nel sempre coinvolgente settore del mistero dei GEROGLIFICI [un interesse quello del Kircher -e per questo particolarmente gradito ad Aprosio- che, giova dirlo, si estendeva su vari settori secondo una costumanza epocale e che come si vede dai seguenti indici tematici procedeva dal RECUPERO DI REPERTI CLASSICI RIPORTANTI INCISIONI (EPIGRAFIA) all'investigazione sulle "SCRITTURE POTENTI" (SCRITTI ANCORA INDECIFRATI, DI SUPPOSTA MATRICE MAGICA-ESOTERICA) sin alle indagini sulla CRITTOGRAFIA E SCRITTURA SEGRETA (NEMMENO ESCLUSA LA TEMUTA "STEGANOGRAFIA DEL TRITEMIO")] senza dimenticare un settore in cui il Padre Gesuita aveva scritto argomenti davvero innovativi come la
GEOLOGIA: TEMA AMPIAMENTE AFFRONTATO NELL'OPERA DEL MUNDUS SUBTERRANEUS.
In merito ai fenomeni dei TERREMOTI, cercando di dare una spiegazione plausibile in accordo con le verità dei "Libri Sacri" e in contrasto con i dettami della SUPERSTIZIONE: CHE NE VOLEVA FARE UN'ANTICIPAZIONE DELLA GIOVANNEA "APOCALISSI" O QUANTOMENO UNA DIVINA PUNIZIONE PER I PECCATI DEGLI UOMINI, ATHANASIUS KIRCHER fu nel suo secolo il più celebre sostenitore della TEORIA FUOCHISTA (CHE QUI VEDIAMO IN UNA INTERPRETAZIONE DELLE ERUZIONI DEL VESUVIO) secondo cui sia i terremoti che le eruzioni vulcaniche sarebbero risultate connesse a movimenti dei FUOCHI SOTTERRANEI DELLA TERRA (principio poi ripreso da Nikolaus Sterno (1638 - 1687) che integrò l'intuizione di Kircher tramite lo studio matematico degli strati geologici del terreno, concludendo che la formazione delle montagne sarebbe dipesa da terremoti che avrebbero devastata la regolare stratificazione per sedimenti = teorema scientifico destinato in qualche maniera ad interferire pure con il pensiero di Gottfried Leibniz (1646 - 1716) che ipotizzò che la Terra fosse stata in origine un corpo incandescente, come il Sole, e che poi raffreddandosi si sia formata la crosta solida, lasciando però all'interno un nucleo incandescente di maniera che a suo parere sia i terremoti che le eruzioni vulcaniche sarebbero stati sfoghi locali del nucleo incandescente che avrebbe inondato le caverne sotterranee)

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