cultura barocca
NOTA IMPORTANTE DA LEGGERE = SI PRECISA CHE LA LETTURA OTTIMALE DATA LA LUNGA STORIA DI CULTURA-BAROCCA AVVIENE TRAMITE INTERNET EXPLORER 11 (WINDOWS) PROPRIO DEI COMPUTER, FISSI O PORTATILI = CON I NUOVI BROWSER, OTTIMI PERALTRO, POSSONO VERIFICARSI, PER MODERNE SCELTE TECNOLOGICHE, PROBLEMI NELLA VISURA DI ALCUNI LINK PUR PROCEDENDOSI GRADUALMENTE AL LORO ADEGUAMENTO
Inform. a c. B. Durante <

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Qui è proposto il Leggendario delle vite de' santi. Composto dal R.P.F. Giacobo di Voragine, ... tradotto già per il R.D. Nicolo Manerbio. Nuouamente ridotto a miglior lingua, riformato, purgato da molte cose souerchie, arricchito de' sommarij, di vaghe figure ornato, e ristampato. Con l'aggiunta di calendario, lunario, & feste mobili ....
L' opera di Nicolò Manerbi (Manerbio) come dice il titolo propone molte agiografie di Santi ma, alla maniera con cui si è anticipata questa riflessione, esistono comunque anche "Commentari della Bibbia" che rimandano a figure su cui son sorte storie e leggende: un fondamentale esegeta di figure bibliche fu Cornelio a Lapide le cui narrazioni influenzarono tanti religiosi tra cui Angelico Aprosio "il Ventimiglia" specialmente ai fini della loro attività predicatoria per cui, ma solo a titolo esemplificativo, si può assumere ,quanto declamò e poi scrisse in varie sue opere moraleggianti, con osservazioni, su SPECCHI E VANITA' DEGLI ABUSI DELLO SPECCHIARSI MA CONTESTUALMENTE DELL'UTILITA' DEGLI SPECCHI PER VEDERVI RIFLESSO IL MALE MA ANCHE IL BENE DELLA PROPRIA ESISTENZA argomento vastamente trattato da "il Ventimiglia" non solo con riferimenti evangelici e biblici, con argomenti estrapolati da testi sacri ma pure leggende agiografiche e dati variamente proposti in chiave letteraria ed inseriti nella II PARTE DELLO SCUDO DI RINALDO da me edita e in dettaglio desunta dal CAPITOLO TRATTANTE SE SIA COSA CONVENEVOLE CHE LI RELIGIOSI SI SPECCHINO = vedi qui il caso di Mosè e del suo lavatojo terso e pulito a guisa di specchio denominato "Specchio delle Donne" (Speculum Mulierum)" ) ma anche con osservazioni desunte dalla storia, dalla letteratura (si analizzino scritti vari con attenzione ad una lirica in spagnolo del patrizio genovese Tomaso Oderico sulla vanità dello speccharsi di una fanciulla di nome Erilla), da fatti del passato come del presente corredati da liriche sulla vanità femminile e non solo quindi sulla liceità di specchiarsi dei religiosi senza cedere però ad abusi pur rammentando, come miglior soluzione, di leggere testi spirituali come lo Speculum Clericorum concludendo con una notazione peculiare sul pericolo di maneggiare gli specchi di qualche meretrice e contagiarsi con mali venerei, specie con la sifilide.

Fra le tante osservazioni di Aprosio (bibliche e non) sia a favore dell'uso degli specchi (anche come testi per illuminare la gente) sia contro (per effeminatezza)
colpiscono soprattutto,
dalla CORRISPONDENZA APROSIANA con OLE WORM /WORMIUS,
(lo scienziato nordico che COMPI' ANCHE UN VIAGGIO DI FORMAZIONE IN ITALIA E FRANCIA, CON UNA FREQUENTAZIONE DI GENOVA CUI SEGUI' UN CELERE ATTRAVERSAMENTO DELLA LIGURIA E DI PARTE DEI POSSEDIMENTI SABAUDI, NIZZA COMPRESA, ATTESE LE INCURSIONI TURCHESCHE, PER RAGGIUNGERE LA FRANCIA E FERMARSI QUINDI A MARSIGLIA)
i riferimenti entro
QUESTA PUBBLICATA SECONDA PARTE DELLO SCUDO DI RINALDO alla SCOPERTA DA PARTE DI UNA FANCIULLA NEL 1639 del primo CORNO D'ORO DEI RE DANESI (vedilo qui nella sua INTIEREZZA DA UN DISEGNO DEL WORM) effigiante in una sequenza di immagini entro vari cerchi, ( vedi qui il PARTICOLARE DEL V CERCHIO DI CUI SI PROPONE L'IMMAGINE E L'INTERPRETAZIONE), nel giudizio di Aprosio fornito sulla scia del Worm, DUE UOMINI CHE MOSTRANO AD UN ALTRO, SOTTOSTANTE E REO DI MALO COMPORTAMENTO, in qual tristissima CREATURA (ANZI BELLUINAM, SI SIA EVOLUTO, INVITANDOLO A RIPRENDERE LA RETTA VIA.
[Aprosio nemmeno evitò di citare casi dell'uso degli specchi in un mondomondo assolutamente lontano come quello dell'ISLAM parlando sulla scia del Botero - anche se basilare resto lo studio di Nicolo de’ Nicolai, Le navigationi et viaggi fatti nella Turchia, Ziletti, Venetia 1580 (Venezia, biblioteca marciana), che è traduzione italiana di: Nicolas de Nicolay, Les navigations peregrinations et voyages faicts en la Turquie, Silvius, Anvers 1576 - dei miseri preti Torlacchi usi a girovagare, alcuni portando su un piede uno specchio onde mostrare ai viandanti cui chiedono l'elemosina la triste sorte che il passar del tempo e l'invecchiamento comportano, esortandoli all'umiltà ed alla pietà per la salvezza della loro anima = approfondimento questo, in merito alle QUATTRO RELIGIONI DELLA TURCHIA, CIO E' GIOMAILER, CALENDER, DERVISI, & TORLACHI che sui Torlachi/Torlacchi, come qui si legge nel precedente suo capitolo appena digitalizzato, non fa il più severo Menavino, pur parlandone diffusamente].
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Trascurando qui priori esperienze fu in effetti a Venezia che Aprosio divenne celebre quale sacro oratore ma anche dopo il suo ritorno a Ventimiglia (in vari modi segnato da una di lui Predica in Cattedrale per la Quaresima del 1648 vari, proficui e celebrati risultarono i suoi spostamenti da Ventimiglia per predicare in altre contrade, specie ma non solo ligustiche, specie nei Quaresimali = tuttavia, e stranamente, poco è rimasto delle sue prediche, forse perché spesso utilizzate in sarcine entro le tante sue opere (come per esempio lo SCUDO DI RINALDO II QUI DIGITALIZZATO, DA INEDITO, CON INDICI MODERNI.
Delle Prediche aprosiane si conserva il solo titolo de le Lezioni Sacre sopra Giona> impegni di prediche quaresimali tenute da Aprosio
nella Diocesi di Genova a metà secolo circa che costituirebbero uno dei rari attestati della sua qualità oratoria, un punto di contatto possibile col brogliaccio d’appunti per oratoria Opistographa brogliaccio dall'ardua lettura ove leggesi, a gran fatica, il nome di un personaggio biblico mai, per quanto risulta, altrimenti citato dal "ventimiglia", cioè TOBIA forse retaggio degli apprendimenti aprosiani da questo "Commentario" del sopra eggigiato e comentato
Cornelio a Lapide.
Con il passar dei secoli si evolsero leggende come le due registrate dal Manuzzi [ vedi "Enciclopedia Treccani, sotto voce dell'erudito filologo" = fu il Manuzzi ‹-zzi›, Giuseppe un erudito (Cesena 1800 - Firenze 1876) dal 1844 accademico della Crusca, purista, rigido seguace del padre A. Cesari. Il Manuzzi, tra altre molte sue opere, pubblicò (1833-40) un'edizione corretta e accresciuta (ripubbl. 1859-67 con molti miglioramenti) del Vocabolario della Crusca] che qui vennero registrate con considerazioni specialmente filologiche, data la rarità della pubblicazione (di 50 copie), nell'anno 1832 per volontà di L. Razzolini [(nel contesto della Storia di Robia resta però necessaria la lettura di INTERTESTUALITÀ DELLA CITAZIONE BIBLIOGRAFICA: IL CASO DEI MANOSCRITTI E DELLE EDIZIONI DELLA 'STORIA DI TOBIA'FRA SETTECENTO E OTTOCENTO di MARIELISA ROSSI (Dipartimento di Scienze storiche, filosofico-sociali, dei Beni culturali e del Territorio, Università degli studî di Roma, Tor Vergata) in "Culture del testo e del documento", 15., 2014, n° 43, Gennaio-Aprile = attenzione peculiare meritano anche le pagine 77 e sgg. sotto voce I manoscritti della Storia di Tobia) ] .
Il Manuzzi riprende Storia di Tobia e di Tobiolo e della Cintola di M.V. che si conserva in Prato, testi di Lingua citati nel Vocabolario, il primo non più stampato e l'altro a più sincera lezione ridotto dall'abate Giuseppe Manuzzi, con note, Firenze, Dalla Stamperia all'impronta di Dante, 1832.
Dopo l'Avvertenza scrive il Manuzzi Al discreto e benigno lettore, esplicando i contenuti della sua ricerca, dando ragione alle pagine 8 - 9 delle sue scelte linguistiche rispetto all'originale.
Quindi riproduce il testo del codice antico sotto titolo di Qui si parla di Santo Tobia e di Tobiolo suo figliuolo (qui in relazione al tema proposto, da edizione del 1679 di Cornelio a Lapide, compare il frontespizio del Commentarius in Esdram, Nehemiam, Tobiam, Iudith, Esther et Machaebeos con l'incipit del testo "Commentaria in Tobiam".
) cui il Mazzoni fa seguire l'ulteriore testo del codice con il titolo Qui si comincia, la storia, come la Cintola della Vergine Maria capitò e pervenne alla Pieve a Borgo della Terra di Prato.
Riprodotti i testi l'autore stese un Avvertimento e quindi la lunga sequela di Annotazioni, anche per integrazioni di lemmi carenti nel Vocabolario della crusca iniziando dalla Storia di Tobia e Tobiolo... per poi dalla Facc. 31 (LXIX ) procedere nell'indagine sulla Qui si comincia, la storia, come la Cintola della Vergine Maria capitò e pervenne alla Pieve a Borgo della Terra di Prato.


OPERA DA COLLEZIONE PRIVATA