cultura barocca
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Angelico Aprosio nella già inedita parte II e dallo scrivente edita de Lo Specchio di Rinaldo affrontando da predicatore il tema "Se sia cosa convenevole che li religiosi si specchino" con molti altri autori cita CORNELIO A LAPIDE.
NELL'"ENCICLOPEDIA TRECCANI" scrisse "Agostino FAGGIOTTO" - Enciclopedia Italiana (1933) = LAPIDE, Cornelio a (Cornelis Cornelissen van den Staen). - Nato a Bocholt (Belgio) il 18 dicembre del 1567, studiò alle università di Douai e di Lovanio. Fattosi gesuita (1592), insegnò S. Scrittura ed ebraico prima a Lovanio (1595-1616) e poi a Roma nel Collegio Romano fino alla morte, avvenuta ivi il 22 marzo 1637. Grande diffusione ebbero presso i cattolici i suoi Commentari su tutti i libri della Sacra Scrittura, salvo "Giobbe" e i "Salmi", attraverso molte edizioni da quella di Anversa (1614-45) a quella di Parigi (1857).
Si ebbero anche edizioni di una versione inglese di Th. W. Mosman, uscita nel 1876, e furono anche parzialmente tradotti in tedesco. Il Barbier ne ricavò i suoi Trésors de Cornelius a Lapide, che ebbero quattro edizioni dopo quella del 1885. Altra opera derivata dai commentarî del C. fu quella edita dal Péroune nel 1864 col titolo "Memoriale praedicatorum, sive Synopsis biblica, theologica, moralis, historica, et oratoria commentariorum R. P. Cornelii a Lapide". Tanto successo si deve più che tutto allo scopo pratico a cui servirono i commentarî per uso dei predicatori, che vi trovarono molto materiale soprattutto dei Padri, come avvenne di S. Tommaso adottato a illustrare i Vangeli; ma non mancano i difetti di interpretazione, la tendenza all'allegorismo e una farraginosa prolissità. Scarsa vi risulta anche la conoscenza delle lingue orientali.
ALTRI INTERPRETI SONO MENO SEVERI IN QUESTI ULTIMI GIUDIZI COME QUI SI LEGGE IN "WIKIPEDIA, L'eNCICLOPEDIA lIBERA ON LINE = "L'edizione più citata fu completata da Crampon e Péronne con l'aggiunta di note di interpreti più recenti. I commentari di a Lapide sono molto estesi. Spiegano non solo il significato letterale della Scrittura, ma anche quello allegorico, tropologico, e anagogico, e forniscono un gran numero di citazioni dei Padri della Chiesa e dei successivi interpreti della Sacra Scrittura. Come la maggior parte dei commentatori del suo tempo a Lapide non intendeva solo dare il proprio contributo allo studio storico e scientifico della Bibbia ma voleva anche essere utile ai predicatori e fornire spunti di meditazione ai fedeli. Lo scopo di Cornelio era soprattutto quello di aiutare i predicatori, offrendo loro un commentario biblico moderno. In questo modo a Lapide contribuì in modo significativo a mettere in pratica ciò che il Concilio di Trento chiedeva: un ritorno della Chiesa alle fonti bibliche. L'opera ebbe successo anche nei paesi protestanti. Il teologo luterano Georg Heinrich Götze scrisse una tesi accademica, Exercitatio theologica de Cornelii a Lapide Commentariis in Sacram Scripturam (Lipsia, 1699), in cui elogia l'autore gesuita come il più importante degli esegeti biblici cattolici. Una traduzione in inglese dei commentari di Cornelio a Lapide fu pubblicata in Inghilterra dal Rev. Thomas W. Moseman, un pastore anglicano, con il titolo, "The great Commentary of Cornelius a Lapide" (Londra, 1876). Un manoscritto nella Biblioteca Vaticana contiene una traduzione araba del "Commentario sull'Apocalisse", realizzata da Yusuf ibn Girgis all'inizio del XVIII secolo. Si ritiene che lo stesso scrittore maronita abbia tradotto il "Commentario sulle epistole di San Paolo. ".
Qui in relazione al tema proposto da edizione del 1679 compare il frontespizio del Commentarius in Esdram, Nehemiam, Tobiam, Iudith, Esther et Machaebeos" con l'incipit del testo "Commentaria in Tobiam".

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