Padre Vitaliano Maccario da San Biagio della Cima, nelle parallele iniziative caritatevoli e filantropiche collegate all'erezione dell'edificio sacro, dimostrò un certo interesse per l'
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ACCULTURAZIONE DI BAMBINE, FANCIULLE E GIOVANI DONNE
nell'idea di un inevitabile incremento dell'istruzione che aveva preso corpo in lui anche per l'esperienza maturata come pedagogo sulla enorme differenza di preparazione alla vita tra giovani ricchi e gente del popolo e specialmente per lo stato di arretratezza culturale in cui per antica consuetudine eran tenute tutte le donne - anche se leggendo le sue disposizioni testamentali si intende che la sua scuola per le fanciulle del paese di San Biagio comportava sì l'istruzione ma continuava a privilegiare quella formazione domestica e professionale nella cura della casa e della famiglia riconosciuta essenziale per ogni buona madre (in definitiva il mito della greca Aracne adattato ad una molto meno tragica visione cristiana) restando da secoli l' istruzione sin ai suoi vertici come qui si vede un privilegio del sesso maschile e specificatamente dei maschi appartenenti ai ceti dominanti.
Come qui di seguito si legge fu formidabile e persistente il teorema organizzato a scapito della
*********DONNA*********
( DALL'IMPERANTE MASCHILISMO PATRIARCALE RELEGATA AD UN RUOLO SUBORDINATO RISPETTO ALL'UOMO SULLA BASE DI POSTULAZIONI
FONDATE SULLA SUA PRESUNTA INFERIORITA' SIA MENTALE CHE FISICA)
e, mediamente per scelta onde non patire pericolose e documentate contestazioni all'
INTERNO DELL'IMMUTABILITA' SENTITA COME ESIGENZA ISTITUZIONALE DI QUEL "BASAMENTO SOCIALE" CHE ERA GIUDICATA LA FAMIGLIA
ed altrettanto potente e duraturo fu il consequenziale principio della
"DONNA IMPRIGIONATA NELL'IGNORANZA"
contro cui con coraggio leonino e tra pericoli inimmaginabili tanto scrisse quella donna straordinaria che fu
Elena Cassandra Tarabotti meglio conosciuta come Suor Arcangela Tarabotti
che nel suo proibitissimo volume
"La Semplicità Ingannata (qui digitalizzato e commentato)"
denunciò questa piaga secolare condannando aspramente tutti quei
"Padri di Famiglia che costringevano le Figlie a Monacarsi" sotto la specie di dar loro una soluzione esistenziale e contestualmente una cultura quando invero era principale loro preoccupazione di non doverle fornire di una dote per un matrimonio
peraltro ben sapendo che, oltre ad obbligarle contro l'indole e i sentimenti , la
cultura da loro assimilabile in un convento sarebbe sempre stata alquanto limitata
( cosa peraltro vera ed al proposito delle limitazioni nelle letture imposte alle monache basta leggere questi capitoli tratti e proposti qui in modo esemplificativo dalla Regola data dal Padre S. Agostino alle Monache tradotta e volgarizzata da P. F. Richiedei).
PADRE VITALIANO MACCARIO non si avvicinava certo alle grandi intuizioni di Suor Arcangela Tarabotti: ma i tempi nuovi avevano prodotto effetti sul suo animo buono per quanto conservatore (ed in ciò non può nemmeno dimenticarsi quella "Rivalutazione della Donna" che il settecentesco dottissimo e illuminato religioso spagnolo Benedetto Gerolamo Feijoo aveva fatto nel suo Teatro Critico Universale, libro che aveva goduto anche in Liguria plausi ammirati e che il Maccario da uomo colto non poteva certo ignorare).
Di conseguenza, pur con tutte le "limitazioni ideologiche" che aveva, occorre comunque riconoscere che l' iniziativa di Vitaliano Maccario può rientrare in uno dei quei dimenticati ma meritevoli "passi avanti", magari piccoli ma che, uniti ad altri ben più decisi, permisero poi una vera conquista della vera istruzione pubblica popolare [questa era ormai comunque velocemente destinata ad affermarsi con i "Tempi Nuovi" del "Dopo Rivoluzione Francese" come qui si vede e per la sua affermazione giammai son da trascurare i ruoli assunti da grandi figure del Ponente Ligustico come Pellegrina Amoretti e Gasparo/-e Morardo: e può oggi parere strano ma un fiore all'occhiello di questa "rivoluzione" fu alla fine la realizzazione della Scuola Materna atta anche, in un nuovo contesto socio economico, ad emancipare la donna dal ruolo istituzionale di allevatrice e prima educatrice consegnandola seppur lentamente al mondo del lavoro =
"Passi piccoli" furono al confronto quelli proposti dall' operazione educativa di Vitaliano Maccario ma comunque meritevoli di segnalazione anche per l'attenzione posta alla questione femminile; "Passi piccoli" ma sempre importanti e sulla scia di una crescente attenzione per le esigenze del popolo = come avvenne decenni prima nel caso della realizzata pubblica scuola di Pompeiana che, seppur ancora esemplarmente scuola esclusivamente maschile era stata giudicata improrogabile per l'estensione appunto ai "figli del popolo" di una cultura di base concentrata ancor più che sulle basi della scrittura e della lettura sull'acquisizione di capacità di calcolo e computo ( era oramai inevitabile anche per molti conservatori incalliti l'esigenza di combattere la dilagante ignoranza tra le masse proletarie e questa idea era caratterizzata prioritariamente dal fatto che doveva esser finalizzata per offrire "una cultura pratica" sì da impedire che molti popolani cadessero nelle pastoie di abili truffatori ma anche per combattere con l'ignoranza la superstizione che questa generava: cosa che a fatica si sarebbe conseguita atteso che ancora a fine '700 in piena carestia e in guerresche condizioni il conservatorismo e l'incultura precludeva a molti popolani l'uso della patata, tubero e quindi reputato prodotto ctonio e "pianta demoniaca" da non usare per l'alimentazione ) = ai fini di un ulteriore approfondimento sulla questione si veda comunque = BAMBINI - LAVORO E ISTRUZIONE: analizza qui un SETTECENTESCO FENOMENO DI "SCUOLA POPOLARE A POMPEIANA (IM)" : l'inaugurazione di una SCUOLA PUBBLICA - il "CARTULARIO" DELLA SCUOLA - una scuola rigorosamente CONFESSIONALE, MASCHILE E PRAGMATICA con un ben preciso REGOLAMENTO DISTINTO IN 20 PUNTI per cui esistono sì le VACANZE MA REGOLATE IN MANIERA CHE NON INTERFERISCANO NEI PERIODI DI MASSIMO LAVORO QUANDO E' NECESSARIO ANCHE IL CONTRIBUTO DEI MINORI E DEI PICCOLI perché nel mondo rurale tutto è sempre in bilico e una MALANNATA, UNA CARESTIA, L'ASSENZA DI LAVORANTI, QUALCHE INFESTAZIONE DI INSETTI NOCIVI POSSONO SIGNIFICARE CRISI E CALAMITA' ED ALLA FINE ANCHE EMIGRAZIONE (per inciso occorre rammentare anche che la PRIMA SCUOLA PUBBLICA FEMMINILE IN ITALIA -per quanto caratterizzata ancora da forte spirito confessionale- sorse a VITERBO nel 1685 per opera di ROSA VENERINI, affrontando però rilevanti opposizioni e senza fruire di seguito negli altri Stati Italiani: del resto a fine XVIII secolo, come si evince dalla lettura dell'opera La damigella istruita la formazione culturale delle fanciulle dei ceti piu' abbienti non avveniva in istituzioni scolastiche ma sempre individualmente sotto la guida di un più o meno selezionato precettore)].
PADRE VITALIANO MACCARIO vedeva molte ombre nell'operato di Napoleone I in tutti i campi non escluso quello dell'Istruzione ma, se non aveva torto in assoluto, nemmeno riusciva a cogliere, data la sua postazione ideologica, la potenza dei rinnovamenti e delle modernizzazioni che tale operato avrebbe comportato: e fu inevitabile che sulla scia di tali trasformazioni venissero prima o poi a proporsi anni difficili per quella Chiesa di Roma che egli, tra altre cose, giudicava depositaria dell'Istruzione, difficoltà che si sarebbero vieppiù complicate con la Soppressione dello Stato della Chiesa e l'affermazione di potenti ideologie anticlericali -garantite indubbiamente dall'affermarsi dell'istruzione laica e pubblica- e destinate a portare avanti temi comunque scottanti che dalla critica al vecchio monopolio clericale dell'istruzione si estendevano a disanime anche parziali (non vagliando spesso la "correità" dei Poteri Laici dell'Antico Regime) su Censura, Santa Inquisizione, Tribunali Ecclesiastici ecc. ecc..
Il Maccario, giustificabile e onesto sostenitore di un sistema politico, religioso e quindi culturale destinato però a tramontare diede in effetti prova di autentica volontà caritatevole a vantaggio del popolo ma restò in definitiva un lodevole paternalista.
Egli registrò in questo suo manoscritto o Libro spettante alla Cappella di S. Croce, situata sulla Cima di Crovajrola vicino a S. Biagio che l'intiero complesso cultuale rientrasse in un articolato sistema cultuale ed assistenziale -encomiabile sebbene di retroterra ideologico- la cui manutenzione avrebbe dovuto esser affidata (alla maniera degli antichi quanto pericolosissimi lasciti e legati alle cui spesso rovinose conseguenze proprio il Bonaparte pose un argine)
di generazione in generazione, e per l'eternità secondo i voti del religioso, ...ad una Donna proba ed onesta di buona fama e costumi... (di volta in volta eletta a vita tra le donne dimoranti in San Biagio e preferibilmente tra le discendenti del Maccario: a vantaggio di tali "sacerdotesse" si sarebbe poi comprata una casa nel borgo) la quale, sotto il controllo del parroco locale, si sarebbe anche onerata (secondo i criteri didattici delle Scuole Pie di Roma cui apparteneva Padre Vitaliano Maccario che nel secolo si chiamava Giovanbattista Maccario) di "...insegnare alle Zitelle di detta Comune dall'età degli anni quattro sino ai quindici a leggere, cucire, far calzette, e reti per il capo e la Dottrina Cristiana...".
A compensazione del benefattore alla Cappella di S. Croce in perpetuo si sarebbero dovute tenere "...in suffragio di esso Signor Vitaliano Maccario, e dei suoi Genitori due Messe all'anno...il giorno 3 Maggio invenzione della S. Croce e...il quattordici Settembre giorno della di Lei esaltazione...": e, a tutela della sua iniziativa e della sua auspicabile perpetuità, in fine del citato manoscritto ancora annotò: "...termino questo mio avviso col raccomandare che la Chiave della Chiesa non si neghi a nessun Sacerdote, che voglia celebrarvi, e molto meno a quei di casa se ve ne saranno; né il Sacerdote o Maestra cui spetterà la manutenzione della Chiesa ricusi la Chiave dell'abitazione unita alla Chiesa ad alcuna persona onesta che volesse ritirarvisi per alcuni giorni. Vivete felici.".