ESPLICAZIONE DELL'"OLDOINI CORRETTO" =
parte I - parte II - parte III - parte IV - parte V - parte VI - parte VII - parte VIII - parte IX - parte X (tutte variamente interagenti con le ricostruzioni su letterati soprattutto liguri contenute come si vede dal presente commento -intiera nota 10 su 2 pagine- con tutte le voci attive del Fiori Poetici dell'Eremo Agostiniano del Gandolfo ed ancora come parimenti si ricava da questo
commento -intiera nota 22 su 2 pagine- con tutte le voci attive del Dispaccio Storico Curioso ed Erudito dello stesso autore = tutte le voci sottolineate in rosso sono multimediali e attive)
[NOTE INTEGRATIVE SULL'"OLDOINI CORRETTO" = Domenico Antonio Gandolfo II Bibliotecario dell'Aprosiana di Ventimiglia
lasciò un potente contributo alla cultura ligure (ma non solo) annotando e correggendo da diversi errori, per via di glosse ma anche di lunghi brani negli spazi bianchi concessi dalle pagine una copia dell'Oldoini con questa segnatura Oldoinus Augustinus, Athenaeum ligusticum, Perusiae, Ex typografia episcopali, 1680, 8° (cm.20.5), pp. [2], 20. 623, [4], inv. 2130, coll. I, 4 20 che studiai, con altre cose concernenti il Gandolfo, nel "I Quaderno dell'Aprosiana" e cui diedi il nome emblematico di Oldoini corretto (vedi)= esiste comunque una "preistoria", per così dire, in merito alla realizzazione dell'"Oldoini Corretto: tale "preistoria"risulta collegata ad un'opera oggi pressoché introvabile vale a dire Il beneficato benificante
ombreggiato nella Città di Ventimiglia remunerato ne' suoi benefizi fatti all'anime del Purgatorio. Discorso, Genova, Franchelli, 1683, in 12° (variamente interagente con la I opera gandolfiana cioè: I Fiori Poetici dell' Eremo Agostiniano) Domenico Antonio Gandolfo riprese alcuni punti delle pubblicazioni "aprosiane" appena sopra citate come nel caso di una precisazione su Ludovico/Lodovico della Casa (giustamente annotando il Gandolfo che Lodovico della Casa e Lodovico da Genova erano denominazioni di un solo autore e non di due come erroneamente scritto dall'Oldoini) comunicata all'Oldoini, già corrispondente di Aprosio all'interno di una lettera appunto del Gandolfo, scritta da Ventimiglia il 25 settembre del 1681, molto cordiale,
con annessa risposta dell'Oldoini, parimenti gentile e, al di là delle motivazioni delle sue scelte,
assai ben disposto ad accogliere e, quando fattibile, editare le gandolfiane correzioni, chiudendo la lettera con una frase che vale tuttora e che tuttora induce a meditare =
"...Chi non vede con gl'occhi proprij, ciò che scrive, sta sottoposto ad errare, sì perche li Autori non dicono
[sempre] il vero. come anche perche le cose si mutano..."
Domenico Antonio Gandolfo (vedi qui vita ed opere), amatissimo discepolo di Aprosio - che come qui si legge ne scrisse lodandolo al grande Magliabechi - e poi suo successore quale II Bibliotecario della Libraria di Ventimiglia (e non è da dimenticare la cura con cui seguì il maestro ammalato sino alla morte, curandone poi le esequie e soprattutto redigendo quello che doveva essere il
testo per la
lapide commemorativa di Aprosio da sistemare a fianco dell'accesso alla "Libraria"
ma che, per quanto noto, verosimilmente rimase poi solo allo stato di manifesto funebre cartaceo).
Con il tempo
Gandolfo poi detto il "Concionator" per le sue qualità oratorie (lo si analizzi qui sotto altra prospettiva documentaria), accostatosi ad una nuova temperie intellettuale, dimostrerà che da Nizza a Ventimiglia e Cuneo, per poi estendersi nel Ponente di Liguria, la situazione culturale di detto areale non era povera affatto, come sostenuto abbastanza unilateralmente fino ai suoi tempi.
Tra molte iniziative culturali realizzate, D. A. Gandolfo (che fu grande Sillogista cioè raccoglitore di notizie bio-bibliografiche su Autori dell'Ordine Agostiniano, redattore dei Fiori Poetici dell'Eremo Agostiniano e compositore dell'utilissimo Dispaccio Istorico, Curioso ed Erudito) su una copia
dell'
Athenaeum Ligusticum dell'Oldoini (tuttora all'Aprosiana e da me nominato "Oldoini Corretto"), in glosse e parti manoscritte sulle pagine bianche, rivisitò la letteratura ligure, correggendo sviste dell'Oldoini o integrandone alcune mancanze, specie a riguardo del Ponente (senza però escludere scrittori e poeti di Nizza e Mentone, l'area pedemeontana ed altre località della "Liguria Marittima" sin a Savona) =
scorrendo qui solo un parziale
*****************elenco commentato degli autori, locali in senso lato*****************
associato a relazioni gandolfiane con altri eruditi italiani e non, locali e non si evince quanto sia stato meticoloso il lavoro del frate oltre che a vantaggio della Biblioteca intemelia anche a pro dei letterati locali pur se sempre al Gandolfo -atteso l'obbligo ecclesiastico cui non poteva rinunciare di trasferirsi nel Lazio a Genzano e quindi a Roma (ove pur grandi furono i riconoscimenti ottenuti)- procurò dolore -come a suoi amici ventimigliesi e non solo-
la mancata istituzione contro alcune vetero opinioni di successivi critici letterari dell'ideata intemelia
"Accademia degli Oscuri"
attorno alla quale si sarebbero dovute coagulare le energie dei dotti locali e del circondario
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