L'OTTOCENTO: SVILUPPO URBANISTICO DI BORDIGHERA
Gli uffici pubblici in questa prima metà del secolo
rimasero sistemati nel borgo medievale vecchio: il Comune e la nuova Pretura
stavano nel centro del paese alto, nell'edificio poi sede dell'Ufficio
Tecnico comunale in Piazza del Popolo.
Novecento Tra gli edifici di culto, oltre alle chiese cattoliche, figuravano la Chiesa
Evangelica Inglese (del 1883) e la nuova CHIESA EVANGELICA TEDESCA (QUI IN ALTRA FOTOGRAFIA DEL BENIGNI).
Moltissimo ha significato per la stesura di questo indice e dei suoi contenuti, per quanto integrati da osservazioni multimediali, la grande opera di Anna Maria Ceriolo Verrando sulla storia antica e moderna di Bordighera
L'IMPORTANZA DI UNA MODERNA VIA DI COSTA: LA "STRADA DELLA CORNICE"
IL PRIMO MODERNO INSEDIAMENTO NELLA PIANA
I PRIMI PASSI DI UN GRANDE SUCCESSO TURISTICO (L'IMPORTANZA DI UN ROMANZO AMBIENTATO A BORDIGHERA)
ATTIVITA' ECONOMICA E AGRICOLA: LA FAMA DELLE PALME E DEGLI AGRUMI DI BORDIGHERA
BORDIGHERA A META' OTTOCENTO
IL RUFFINI APRE LA STRADA AL TURISMO INGLESE: ILLUSTRI VISITATORI ANGLOSASSONI DI BORDIGHERA
INTELLETTUALI E RICERCATORI INGLESI A BORDIGHERA: CLARENCE BICKNELL E IL SUO MUSEO
GLI INGLESI "ERIGONO" A BORDIGHERA LA "CHIESA ANGLICANA"
IL TURISMO FRANCESE: PERSONALITA' TRANSALPINE IN VISITA NELLA CITTA' DELLE PALME
IMPORTANZA PER IL TURISMO DELL'APERTURA DEL TRONCO FERROVIARIO GENOVA - VENTIMIGLIA
UN GRANDE PITTORE DI FRANCIA PONE BORDIGHERA AL CENTRO DELLA SUA ARTE
TURISTI TEDESCHI E GERMANICHE CELEBRITA'
I SOGGIORNI A BORDIGHERA DELLA REGINA MARGHERITA DI SAVOIA
INIZIATIVE SOCIALI E BENEFICHE DI RESIDENTI ITALIANI E NON: L'OPERA DI PADRE G.VIALE
LETTERATI E VARIE PERSONALITA' ITALIANE INCROCIANO A BORDIGHERA MOMENTI DELLA LORO ESISTENZA
BORDIGHERA AGLI INIZI DEL '900.
BORDIGHERA AGLI INIZI DEL '900: IL GRANDE TURISMO, I GRANDI ALBERGHI, DALLA REALIZZAZIONE DEL CASINO' A QUELLA DEL KURSAAL
LA CITTA' DURANTE LA I GUERRA MONDIALE
IL PERIODO FRA I E II GUERRA MONDIALE
IL II CONFLITTO MONDIALE
IL DOPOGUERRA E LA RICOSTRUZIONE
GRANDE FERVORE E TRASFORMAZIONI A BORDIGHERA: LA CONTEMPORANEITA'
CONVERSIONE DI ANTICHE ATTIVITA': LE NUOVE INIZIATIVE A BORDIGHERA
L'abitato venne provvisto dei
necessari servizi pubblici: dal 1816 si eressero le carceri nella
costruzione soprastante la Porta Soprana o della Maddalena mentre nel
1823 si istituì un ufficio postale e poi verso il 1824 le strade furono
provviste di illuminazione a petrolio.
Presero successivamente a
funzionare nel paese le scuole e verso la metà del secolo fu adattata
ad aula scolastica l'antica cappella di S. Sebastiano (1849), che
sorgeva nel sito dove fu poi costruita la Villa Garnier.
In questi primi decenni del XIX secolo, mentre si organizzava un moderno abitato nella
parte iniziale della piana, il paese "storico" non mutò la sua configurazione
, vecchia ormai di tre secoli: il complesso insediativo spiccava bene
sul Capo di S. Ampelio, compatto nelle sue vecchie case, ancora protetto
dalla cinta muraria, con bastioni e torrioni ai cinque angoli.
Dopo i danni arrecati dal sisma del 1832, entro il complesso antico ci si
limitò a gettare archi di sostegno tra le case dei vicoli: su alcuni di
questi si può tuttoggi leggere la data di sistemazione.
Fuori mura
esistevano poche costruzioni presso la Porta del Capo e la Porta Sottana.
Al contrario sempre nuove realizzazioni edili configuravano sempre più
il nuovo abitato della piana, formato da costruzioni
allineate sui due lati della via corriera, come risulta dal Piano di allineamento del Borgo Marina.
Lo sviluppo del nucleo del BORGO MARINA
Verso il 1840, visto l'incremento di questo processo di inurbamento, si realizzò finalmente il
primo vero insediamento della moderna cittadina nella piana: poi a metà
secolo alcuni importanti eventi causarono una rapida evoluzione del Borgo
Marina quale stazione climatica e turistica.
In particolare dal 1848-49 numerosi esuli napoletani e siciliani cominciarono a rifugiarsi in Bordighera
e molti di essi vi si sistemarono in modo definitivo determinando un
ulteriore sviluppo del Borgo Marina.
Nel contempo i turisti stranieri che soggiornavano a Nizza, Mentone, Sanremo e i viaggiatori che giungevano dalla
Francia per visitare l'Italia "scoprirono" la posizione suggestiva
di Bordighera vecchia, arroccata sul Capo e circondata di ulivi e PALME.
Gli stranieri, estasiati dalle bellezze naturali, dal clima mite e dalla
vita tranquilla scelsero presto la località come luogo di
soggiorno.
Il successo turistico di Bordighera ricevette grande impulso
dalla pubblicità procurata dal romanzo IL DOTTOR ANTONIO di GIOVANNI RUFFINI
.
Il libro, la cui storia era ambientata in queste contrade, rivelò Bordighera agli Inglesi e li
indusse a ricercarla come soggiorno ideale.
Su tale scelta di vita,
incise molto la bella descrizione
che Ruffini fece della cittadina: "... un masso enorme di smeraldo che
chiude l'orizzonte, tagliato in forma di balecitatona coricata con la sua larga
coda sepolta nelle acque. Ivi in piccolo spazio e vista veramente rinfrescante e vi si presenta ogni gradazione di verde che può rallegrare l'occhio; dal
pallido grigio dell'olivo alle scure foglie del cipresso; uno dei quali di tratto in tratto, come isolata sentinella, si stacca elevato di mezzo al rimanente. Gruppi di piumate palme, con la cima illuminata dal sole e il resto nell'ombra, stendono i loro larghi rami come piume di elmetti guerrieri su la cima ove lo snello profilo della guglia torreggiante della chiesa si disegna spiccato nel cielo purissimo... "".
La "Locanda d'Inghilterra", aperta negli
anni successivi accolse per prima, come suggerisce il nome, i turisti inglesi,
che in numero crescente vennero a riposare in questo paese ligure, che
acquistò presto fama rilevante fra i loro conterranei.
Mentre si assisteva
ad un incremento demografico e ad un graduale aumento di colonie di
stranieri spesso agiati (residenti per periodi sempre più lunghi e con
la crescente abitudine di farsi costruire splendide dimore) la vita economica
di Bordighera andava pur lentamente trasformandosi, anche sfruttando i
nuovi mezzi e la tecnologia messi a disposizione dalla rivoluzione
scientifica ormai in atto ovunque.
Sul periodo prossimo al 1869 -scrive sempre la Ceriolo Verrando- si possiedono inoltre dati abbastanza utili:
gli alberi d'olivo di alto fusto ammontavano a cinquantamila unità,
le PALME a sedicimila.
Quaranta fasci di palme da sessanta rami bianchi cadauno ogni anno venivano mandati a Roma, il resto era inviato ai porti di Genova
e Livorno. Le ARANCE (espressione di una rinomata AGRUMICOLTURA) venivano spedite a Genova, Marsiglia e Londra e le
piante coltivate a Bordighera ammontavano a ben trentaseimila unità: un numero
decisamente di rilievo. L'acqua che scorreva nel canale comunale, oltre a
servire per le macchine dei frantoi da ottobre a maggio, era anche fornita
ai privati per irrigare le colture ortive dal mese di giugno in poi (ma
era doveroso il versamento di una tassa oraria!) ed inoltre alimentava due
lavatoi pubblici. Resta appurato che come nel passato Bordighera
poteva usufruire di una spiaggia molto estesa [che] accoglie que'
bastimenti, che i naviganti per i loro interessi bramano far approdare
(testimonianza di una tradizione marinara molto antica legata sia alla tradi
zione della pesca, sia al trasporto di merci e viaggiatori come già nel XVII
secolo faceva notare l'erudito e bibliofilo di Ventimiglia Angelico Aprosio).
Essendo io figlio di Michelangelo Durante sovraintendente dell'apparato tenico per il tronco Ventimiglia Sanremo delle Ferrovie dello Stato che parte fondamentale ( sino al punto di esser invitato a pranzo e premiato in terra transalpina dal Ministro francese preposto ai trasporti) ebbe (ma senza dare rendiconto per l'innata riservatezza, contro il parere mio e di mia madre, degli onori ricevuti, e di cui conservo documentazione, ai "media" dell'epoca ) allo scopo della risoluzione di imprevisti problemi tecnici ai fini della prosecuzione sino alla stazione di Ventimiglia delle elettromotrici francesi fino ad allora surrogate dalle potenti "vaporiere" non riesco a non citare questo evento ["anno 1969, punto di cambio tensione tra 1.500V c.c. e 25.000V tra le gallerie di Calandre e di Ventimiglia (foto F.S.)]= realmente si trattò di un importante evento uno degli ultimi che di persona ho vissuto in relazione alla strada ferrata litoranea ligure di cui qui parlo sin dalla sua genesi.
Come scrive Luigi Ricca nel suo volume Viaggio da Genova a Nizza, ossia Descrizione con notizie storiche, di statistica ed estetica e d'arti e di lettere / scritta da un ligure nel 1865 da Voltri, cui giungeva già dal 1856, il treno poteva raggiungere Savona, essendo finalizzata per questa tratta la linea ferroviaria il 19 maggio 1868 = i lavori comunque presero a procedere sempre più velocemente e tra il 1865 ed il 1875 Domenico Cambiaso disegnò la crescente linea ferroviaria come si vede in merito a Porto Maurizio ed ancora qui in relazione all'areale di Bordighera = l'arrivo della linea ferroviaria a Ventimiglia nel 1871 costituì un evento epocale. Variamente celebrata, talora anche in anticipo sull'inaugurazione risultò la finalizzazione della Litoranea come in questo caso in una medaglia commemorativa della Provincia di Porto
Maurizio, nel 1871 si ebbe l'apertura del TRONCO FERROVIARIO GENOVA - VENTIMIGLIA (per la cui storia è fondamentale la lettura di questo bellissimo libro = tenendo conto che in tutte queste operazioni concernenti le migliorie viarie e non solo del Ponente di Liguria un ruolo importantissimo fu esercitato dall'onorevole GIUSEPPE BIANCHERI di Ventimiglia ).
La linea ferroviaria del Ponente Ligure ha una storia antica e caratterizzata anche dai molti illustri personaggi che la percorsero in tempi diversi e naturalmente con carrozze via via diverse naturalmente trainate da motrici a vapore come si vede in questa immagine riguardante Sanremo anche se il terminale più celebre dopo la piccola stazione ottocentesca sarebbe diventata la grande STAZIONE INTERNAZIONALE DI VENTIMIGLIA peraltro anni dopo arricchita da quella ferrovia detta delle meraviglie che prese a collegarla come qui si vede con Cuneo ed il Piemonte e di essa se ne è anche scritto molto pur se per la recente pubblicazione non si può ignorare questo bellissimo libro scritto da FRANCO DELL'AMICO ed FRANCO REBAGLIATI ed ornato da rare immagini pubblicato dal DOPOLAVORO FERROVIARIO DI SAVONA- SEZIONE CULTURA nel 1992 per i tipi dell'editrice Alzani di Pinerolo : meno noto invece, al modo che di seguito si tratta, come una linea ferroviaria sia scesa dal Piemonte sin ad immettersi su questa direttrice ed è anche poco noto che due città si contesero il ruolo di punti d'arrivo della linea ferrata proveniente dal Piemonte, precisamente SAVONA ed ONEGLIA. La scelta fu dibattuta per l'importanza che aveva questa facoltà di giungere rapidamente, rispetto ai tempi pregressi, alla Riviera. Il collegamento Piemonte Liguria avrebbe costituito un grande momento di sviluppo per l'incremento urbano e turistico di tutte le cittadine dell'arale ligure piemontese. La realizzazione di un CARDINE FERROVIARIO MARE-PADANIA-MONTI ebbe però, a seconda delle scelte possibili dei centri ove nel Ponente ligure giungesse la strada ferrata sabauda, fautori ed osteggiatori di distinte opzioni e la scelta finale si concretizzò dopo una lunga serie di dibattimenti parlamentari TUTTI QUI ANALIZZABILI LEGGENDO DALLA GAZZETTA UFFICIALE DEL REGNO PER L'ANNO 1856 questa serie di interventi parlamentari riassunti sotto voce:
MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI, STRADA FERRATA DAL CENTRO DEL PIEMONTE AL MARE LIGUSTICO VERSO LA RIVIERA DI PONENTE
= dibattiti conclusisi con la sanzione per il compimento della LINEA FERRATA SAVONA-TORINO in preferenza alla variante detta LINEA FERRATA ONEGLIA-TORINO, argomento per il quale nella seduta del 12 giugno 1856 si assistette alla contrapposizione delle relazioni degli onorevoli BARBARAVA come leggesi in "relazione al Consiglio speciale delle strade ferrate intorno al progetto di una strada ferrata da Savona a Fossano" fautore della linea ferroviaria Torino - Savonaa e del conte Quarelli favorevole invece ad una"via ferrata che parta da Oneglia e conduca nell'interno del Piemonte" : contrapposizioni superate dalla ben motivata RELAZIONE AL CONSIGLIO DELLE STRADE FERRATE INTORNO AL PROGETTO DELLA STRADA FERRATA DA SAVONA A FOSSANO (12 GIUGNO 1856) che giustificò la preferenza da assegnarsi al TRONCO DI SAVONA rispetto a quello di ONEGLIA (e PORTO MAURIZIO) = è da precisare che, a prescindere da varie altra motivazioni,un peso notevole nella scelta effettuata ebbe un peso deisamente maggiore la condizione quale PORTO DI PRIMA CLASSE [ CHE N. CUNEO RIPRODUSSE NEL VOLUME SU EMIGRAZIONE ITALIANA in QUESTA STAMPA "SAVONA NEL 1863" (LIT. L. CENTURIONE, COLL. PALAZZO ROSSO. GENOVA)], dello SCALO COMMERCIALE DI SAVONA dotato quindi di una maggior importanza specialmente commerciale, rispetto a quello di seconda classe di ONEGLIA pur se il porto di questo centro quello onegliese fosse collegato in collaborazione allo scalo ancora minore di Porto Maurizio (qui le due località sono in immagini di metà '800, su disegno di Fleury e incisione di Boullemier).
.
Questo moderno sistema di trasporti favorì alquanto il movimento
turistico, incrementando altresì una più intensa espansione edilizia.
Abbiamo un'immagine, pubblicata sull'"Illustrazione Universale", dell'arrivo alla STAZIONE DI SANREMO dell'Imperatrice di Russia
a testimonianza dell'uso che anche i grandi personaggi dell'epoca facevano del treno per raggiungere in modo veloce e comodo le ambite località turistiche in cui solevano trascorrere le loro vacanze.
Qui si vede il TRATTO FERROVIARIO DI BORDIGHERA in un acquarello a seppia di Domenico Cambiaso che come anche scritto nel libro sopra citato ebbe parecchio interesse per la ferrovia dal 1865 sin oltre la sua finalizzazione della "Litoranea" sino 1875 rappresentando pure altre località da essa attraversate. La STAZIONE DI BORDIGHERA in origine era davvero modesta ma visto il traffico e, anche qui, l'arrivo di imortanti figure della politica, dell'arte e della grande società (per tutti funga da esempio la REGINA MARGHERITA ospite assidua di Bordighera) si ritenne di doverla ampliare ed abbellire con lavori che si protrassero dal 1879 al 1882; fu così costruita a mezza
via tra il nucleo originario del Borgo Marina ed il complesso staccato
dell'Hotel d'Angleterre.
La STAZIONCINA DI VALLECROSIA ( in relazione alla quale si possono qui vedere lavori sulla linea ferrata in una fotografia del 1906 <) diede impulso all'area dei PIANI mentre un punto di riferimento straordinario (per il commercio, il turismo e l'imprenditoria) -dopo l'esistenza di questa prima INTEMELIA STAZIONE OTTOCENTESCA
divenne
data l'importante postazione confinaria
la GRANDE STAZIONE INTERNAZIONALE DI VENTIMIGLIA
la cui straordinaria efficienza venne completata solo in tempi posteriori con la realizzazione della TRATTA VENTIMIGLIA- CUNEO (TORINO)
un cui punto cardine -sulla storica DIRETTRICE DEL TENDA- fu come qui si vede la
STAZIONE DI LIMONE PIEMONTE [opera che è opportuno sempre rammentare fu realizzata per lo straordinario impegno dell'onorevole ventimigliese GIUSEPPE BIANCHERI].
Nella seconda metà dell'Ottocento, sulla scorta di
queste trasformazioni urbanistiche e socioeconomiche, si verificò un
considerevole incremento demografico, particolarmente significativo
nel trentennio finale del secolo, periodo contraddistinto da una vera
esplosione turistica.
A metà Ottocento Bordighera contava pressapoco una popolazione di 1600
residenti: secondo i dati del I censimento generale della popolazione
italiana (1861) il Comune aveva 1637 abitanti (nel secondo censimento
del '71 Bordighera raggiunse quota 1688). Questo immobilismo demografico
dipendeva dall'incerta situazione storica generale: le tre guerre di
indipendenza esercitarono senza dubbio un influsso negativo sugli incrementi
di popolazione nei Regni di Sardegna e d'Italia. Dopo che la situazione
del Paese risultò consolidata, verso il 1881 la popolazione di Bordighera
era già ascesa a 2308 abitanti (terzo censimento della popolazione del
Regno d'Italia; mancano invece cifre demografiche per il 1891, non
tenendosi il decennale censimento: comunque, a prova di un incremento
progressivo, concorrono i dati del censimento del 1901 secondo cui la
popolazione era giunta a 3886 unità).
La Ceriolo Verrando a pagina 143 del suo volume annota con giustezza: "...
Certamente la notevole progressione demografica verificatasi negli ultimi tre
decenni del secolo scorso ha le sue ragioni nella parallela espansione
edilizia dell'abitato e più ancora nel vigoroso slancio economico del paese.
Bisogna tener conto, inoltre, del fatto che i dati forniti dai censimenti
non hanno incluso i turisti stranieri che soggiornavano a Bordighera durante
il periodo invernale, nè quegli ospiti che vi risiedettero per parecchi
anni. Se si fosse tenuto conto dei componenti della colonia straniera, che a
partire dal 1870 aumentarono di anno in anno, si sarebbe ottenuto lo
stato effettivo della popolazione allora presente, che sicuramente raggiungeva
delle cifre più elevate. I giornali locali, sorti in quel tempo, danno alcune
informazioni sulla consistenza e sulla cronaca della colonia estera. Questi,
infatti, sono gli anni d'oro del turismo locale, quando Bordighera si afferma
come cittadina dalla fisionomia singolarissima, rispetto alle simili stazioni
turistiche della Riviera e della vicina Costa Azzurra: un'atmosfera, un aspettò che non si potrebbe definire meglio di come la chiamò Irene Brin, definendola la "distintissima Bordighera".
L'Amministrazione Comunale, con l'operoso concorso popolare, favorì tale
incremento turistico: era peraltro evidente che il turismo aveva rilievo
economico della città.
Nel 1877 Bordighera conferì la cittadinanza
onoraria a GIOVANNI RUFFINI... per avere coi suoi scritti fatto
conoscere la bellezza del nostro cielo e la mitezza del nostro clima,
avendo in tal modo contribuito a che il nostro paese sia ora favorito
soggiorno delle popolazioni del Nord... . Il turismo verso Bordighera
crebbe sempre più a livello qualitativo e sempre più numerosi diventarono i
suoi illustri visitatori tra cui regnanti, politici e letterati di gran
nome, studiosi e artisti.
Tra i tanti OSPITI INGLESI si possono per esempio rammentare personalità del
calibro di Lord Russell, primo ministro inglese (vi soggiornò nel 1870),
dello storico ed etnografo Hamilton (1872), dello scrittore e poeta
George Mac Donald (giunto a Bordighera nel 1875 per restarvi a lungo), del
botanico, archeologo e filantropo Clarence Bicknell, di suo nipote Edward
Berry, cultore di scienze geografiche oltre che del patrimonio storico
e artistico locale (che poi pubblicò, con la moglie Margaret, un fortunato
libro sulla Liguria occidentale: At the Western Gate of Italy).
Dalla bella Map of Bordighera and surrounding Country (opera, nel
1883, dell'Ingegner Zanolli, poi allegata al libro dello Hamilton su
"Bordighera", esplicitamente definito come un " Manuale d'uso per i
visitatori stranieri di Bordighera") si viene a sapere che nel 1883
a Bordighera sorgevano ben ventotto ville, quattro alberghi e tre pensioni.
Le ville erano in gran parte site tra Via Bischoffsheim (ora Vittorio
Veneto) Via Pelloux (ancora un anonimo sentiero), la "Romana" e Via Vittorio
Emanuele: ma alcune dimore signorili sorgevano n prossimità del paese
medievale, sull'altura del Capo.
Gli alberghi erano stati eretti sulla Via Vittorio Emanuele,
vicini alla stazione ferroviaria: solo il Beau Rivage
sorgeva aldilà del rio "Borghetto". Delle 3 pensioni 2 stavano sul Capo
mentre la terza già sorgeva in Via Vittorio Emanuele. Nella mappa
dello Zanolli si vedono la CHIESA ANGLICANA e le Scuole Comunali
dove ora è il Municipio.
Verso il 1878 (quando l'architetto
Charles Garnier edificò sul vecchio edificio scolastico, da lui acquistato, la propria
VILLA) visto l'aumento degli scolari, le scuole vennero traslocate in Villa
Amica sul Capo. Il Comune erigeva comunque presto un moderno edificio
scolastico per le
scuole elementari il cui primo direttore didattico fu, nel 1886, il
maestro Orfeo Martelli.
Crebbero inoltre un pò tutte la attrezzature pubbliche e turistiche
con l'impianto di due farmacie, una stazione ove ormai dovevano sostare tutti
i treni ed una trentina di case private da affittare agli stranieri: verso
il 1885 la colonia inglese di Bordighera contava quindici famiglie, di cui
quattordici abitavano lungo Via Bischoffsheim e nei dintorni della "Romana";
una villa soltanto sorgeva sul Capo. Gli ospiti inglesi si prodigarono per
realizzare varie migliorie di Bordighera, in particolare sotto forma di
opere ed istituzioni di carattere culturale, filantropico, finanziario e
di pubblica utilità.
Lo studioso inglese CLARENCE BICKNELL giunto a Bordighera nel 1883,
per ben quarant'anni studiò la flora locale e le incisioni
preistoriche dell'alta val Roia, raccogliendo le sue ricerche in opere
di rilievo come "Flowering Plants and Ferns of the Riviera and
neighbouring mountains" e "A Guide to the prehistoric Rock
Engravings in the Italian Maritime Alps" ("guida delle incisioni
rupestri di Monte Bego").
Nel corso del suo soggiorno bordigotto
Bicknell fondò (1888) un MUSEO, punto di incontro per tante
riunioni culturali, entro cui venne poi sistemata la "Biblioteca
internazionale" (dapprima organizzata presso la Chiesa Anglicana),
solo in un secondo tempo (1913) trasferita nei locali della Via Romana.
Un'altra illustre ospite di Bordighera, Mrs. Funshavennel, fece invece erigere entro il 1873 la CHIESA ANGLICANA
(ampliata nel 1883 e intitolata "All Saints Church"): sempre per le
esigenze e la vita sociale della colonia inglese, furono istituititi l'"Union
Club" (elegante circolo socio-culturale), il "Victoria Hall" ( salone
predisposto al fine di tenervi rappresentazioni, concerti e altri generi di
trattenimenti) , il Lawn Tennis Club, che, fatto di importanza storica
per lo sport, fece strutturare nel 1878 il primo campo tennistico italiano.
Gli Inglesi rivestirono pure un ruolo fondamentale nel progresso dell'
economia bordigotta: basta solo ricordare la "Banca Berry & C." (1892) e l'
emporio "British Stores", che incentivarono ancor più il turismo mettendo a
disposisizione degli ospiti stranieri di Bordighera la saldezza della loro
tradizione commerciale e bancaria (grazie agli sforzi di Miss Daly, venne
anche pubblicato per lungo tempo durante l'inverno un giornale settimanale
anglofrancese, di utili notizie locali, intitolato "Bordighera News"
e "Journal de Bordighera").
Anche i francesi, pur meno numerosi degli inglesi, furono assidui
di Bordighera dove nel 1871, per esempio, giunse Charles
Garnier. Questo celebre architetto dell'Opera di Parigi, dell'Osservatorio di
Nizza, del Casino e della sala dei concerti di Montecarlo, costruì a Bordighera (che antepose quale residenza alla rinomata Mentone) la sua
splendida villa, la Villa Bischoffsheim poi detta Etelinda, il Palazzo
scolastico poi divenuto sede municipale.
Oltra a tutto questo il Garnier progettò e realizzò la CHIESA DI TERRASANTA (voluta da sua
moglie), in seguito eretta a "Parrocchia dell'Immacolata" per la moderna
Bordighera.
Il Garnier ebbe la nobile consuetudine di accogliere nella sua
casa amici ed artisti, fra cui il pittore Meissonier (suo figlio Cristiano,
egualmente innamorato di Bordighera, noto per aver edito
una "Monografia della Provincia di Porto Maurizio" ed una
"Grammatica e vocabolario metodico del dialetto bordighese").
Nel 1884 dimorò quindi in Bordighera per un certo numero di mesi, CLAUDE
MONET che catturò in alcuni QUADRI
la luce fatua ed il colore illuminato dal fuoco
caratteristico della località. Altri celebri ospiti francesi di Bordighera
furono Luigi Pasteur, lo statista Leone Gambetta e l'ex Imperatrice
Eugenia, vedova di Napoleone III.
Pure i tedeschi parteciparono della fortuna turistica di Bordighera [alla loro presenza è peraltro attribuita la realizzaZione di una chiesa luterana] e è da
fra essi ricordare il poeta Giuseppe Vittorio Scheffel, che
in qualche maniera emulando il Ruffini (il cui romanzo era stato nel
frattempo tradotto, con successo di pubblico, anche in tedesco) diffuse, in
virtù di una sua celebre lirica sulle palme, la fama della cittadina ligure
fra i connazionali: neppure sono da dimenticare pittori del livello
del barone Federico Von Kleudgen ed Hermann Nestel od il banchiere-mecenate
Raffaele Bischoffsheim, per cui il Garnier progettò la villa divenuta
soggiorno della Regina Margherita di Savoia (ed è doveroso citare
il soggiorno bordigotto per alcuni inverni dell'Imperatrice
Federica di Prussia, madre di Guglielmo II).
Scoperta dagli stranieri, Bordighera divenne rapidamente una meta
ideale anche del turismo nazionale, accogliendo personalità di rilevo
nella cultura, nella politica e nella vita pubblica italiana.
E' celebre
in particolare (anche perchè in qualche modo rammentato da una nota
effigie scultorea posta nei giardini del Capo ben in vista dall'Aurelia)
il soggiorno per alcuni mesi di MARGHERITA DI SAVOIA, prima Regina dell'
Italia unita (dal settembre 1879 al gennaio del 1880), qui venuta a
ritemprarsi dopo l'attentato del Passanante al Re Umberto I: la Sovrana
conquistata dal clima e dall'ambiente scelse alla fine Bordighera come
suo soggiorno invernale. Tornò infatti, alloggiando per diverse stagioni al
Cap Hotel, fino a quando, nel 1914, acquistata la Villa Ethelinda, le fece
edificare a lato Villa Margherita, opera dell'Architetto Luigi Broggi.
Nella villa regale, fasciata da un bel parco, ella risiedette annualmente
per alcuni mesi tra il 1916 e 1926, morendovi il 4 gennaio 1926.
In nome del loro spiccato senso pratico ed imprenditoriale, i tedeschi
acquisirono poi lo specifico merito di aver introdotto nell'area
di Bordighera una significativa attività economica, destinata a procurare
benessere presente e futuro: quella della floricoltura e del giardinaggio,
che ebbe in LODOVICO WINTER il suo massimo esponente.
Come ancora ben scrive la Ceriolo
Verrando (a pagina 148): "...Nel 1869 il botanico tedesco venne
assunto dall'inglese Thomas Hambury per l'allestimento del giardino di
acclimatazione che ancora oggi porta il suo nome, alla Mortola, frazione
di Ventimiglia. Terminato questo incarico, il Winter si stabilì a Bordighera
nel 1874. Si può ben dire che la moderna coltivazione dei fiori e il
rinnovamento di quella delle palme, già tradizionale della zona, furono
introdotte nella nostra città essenzialmente per merito suo: egli infatti,
nel giardino delle Lonasse del Vallone di Sasso, in quello della Ruota,
nello stabilimento delle Braie e in molti altri giardini privati di
Bordighera, Sanremo e Mentone piantò e diffuse pregiate varietà di mimose,
piante grasse tropicali, nuove specie di palme e ottime varietà di rose.
I
suoi fiori e le sue piante furono esportati dovunque in Europa, come
messaggeri del nome di Bordighera e premiati alle più grandi esposizioni
europee. Nel 1885 il Winter organizzò la prima Fiera del fiore.
Nel
manifesto, da lui dettato in questa occasione, mette in guardia i bordi
gotti dal pericolo che essi trascurino la campagna per dedicarsi troppo esclu
sivamente al turismo; afferma che, anzi, la ragione della fortuna turistica di
Bordighera è dovuta alla sua ampia e ridente campagna, che deve essere perciò
conservata, curata, coltivata in modo sempre più razionale e non distrutta o
sopraffatta dalle costruzioni...".
Negli ultimi decenni dell'Ottocento, di fronte alle crescenti fortune
turistiche, l'Amministrazione Comunale, sostenuta da una forte iniziativa
privata, giunse a dotare Bordighera di una importante serie di pubblici
servizi tra cui la revisione dell'assetto stradale, i bei giardini pubblici
del Capo, la distribuzione domiciliare e pubblica dell'energia elettrica e
l'impianto di una discreta rete "Tranviaria elettrica".
Durante questi anni l'operato dell'Amministrazione pubblica fu certo
agevolato dall'attivismo e dal mecenatismo dei tanti ricchi ospiti
inglesi, francesi e tedeschi: non si deve dimenticare che a fianco
di questi amici stranieri di Bordighera operarono molte personalità locali,
tra cui emerge Padre Giacomo Viale - chiamato con affetto popolare "il fratino"
-, Parroco di Bordighera per quasi un cinquantennio (1869-1912). Grazie al
concorso di filantropici collaboratori come il Sindaco Piana, Lodovico
Winter, il Barone Federico Von Kleudgen, l'Architetto Charles Garnier, il
Pastore protestante Clarence Bicknell, il banchiere Giribaldi, l'albergatore
Angst ed altri ancora, Padre Viale realizzò un'infinità di opere caritatevoli
o conunque di pubblico vantaggio. Nel 1877 egli fece venire in Bordighera le
Suore di S. Anna che nel Borgo Marina istituirono un asilo ed una scuola
destinati ad assumere sempre maggior rilievo e rinomanza. Soccorso in
particolare dal Garnier, dall'impresario Bulgheroni e da altri benefattori
, Padre Giacomo completò anche la Chiesa di Terrasanta (tra il 1883 e il
1886): nello stesso tempo adornò la Parrocchiale di S. Maria Maddalena e
fece restaurare la Chiesetta di S. Ampelio.
Alle sue continue opere
si deve pure l'edificazione della Casa della Provvidenza (1895)
nella Piazza della Fontana in paese vecchio (struttura benefica poi
evolutasi in Civico Ospedale verso il 1905), quella della Chiesetta del
Montenero (1904) e dell'Ospizio di S. Giuseppe per i vecchi (1912), a
fianco dell'Ospedale (nel 1914, dopo la morte del religioso ormai in
fama di santità, una "casa per gli Orfani" veniva quindi annessa all'
Ospizio).
Fra tanti benefattori meritano di non venir dimenticati quei
personaggi, stranieri e no, che il 26 marzo 1896 fondarono "la Società
del Bene Pubblico", un ente che cooperava coll'Amministrazione Comunale
nella realizzazione di lavori d'utilità pubblica (fra i fondatori, oltre
al Sindaco dell'epoca Avv. Giovanni Cabagni Baccini, al Dott. Alberto Agnetti,
al Dott. Eugenio Boggio, all'antiquario N. Daziano, si annoverano i nomi di
Hamilton, Angst, Kerez e Kunzler). L'istituzione cui si ascrissero altre
illustri personalità locali, a parte un'interruzione durante la prima guerra
mondiale, durò fino al 1927, quando fu realizzata l'"Azienda Autonoma per
l'Amministrazione della Stazione di cura", di cui quella aveva preceduto
l'intento di divulgare ancor più la rinomanza di Bordighera come stazione
turistico balneare, climatica e terapeutica.
Giovanni Ruffini col suo romanzo, nell'Ottocento, aveva promosso fra gli
stranieri la fama turistica della cittadina: ai primi del '900 un altro
scrittore e giornalista, Edmondo De Amicis, ospite per vari anni di Bordighera
, la celebrò come il Paradiso degli Inglesi, facendola ancor più
conoscere ed apprezzare in Italia. Nella pagina dedicata alla "
città delle palme" il De Amicis descrive "la beata serenità di
bellezza di Bordighera e ne attribuisce il successo internazionale
anzitutto al romanziere Giovanni Ruffini, al celebre architetto Charles
Garnier e alla Regina Margherita di Savoia. Lo scrittore, che ritrae la
vita di Bordighera degli ultimi anni dell'Ottocento e dei primi del Novecento, afferma che,
oltre ai numerosi inglesi, ... qui rappresentata tutta l'Europa del
Settentrione, da Pietroburgo a Parigi, da Zurigo a Stoccolma... Sostiene
inoltre che ... Bordighera non soltanto grande albergatrice: potrebbe
aggiungere sul biglietto di visita: Coltivatrice e commerciante di fiori
e di palme...rammentando il lavoro di Lodovico Winter). Assieme a
De Amicis, bisogna pure ricordare Antonio Fogazzaro, che apprezzò
enormemente Bordighera ove risiedette per qualche giorno ai primi del
1884 e di cui in alcune sue lettere ricordò la bellezza ambientale,
espressa in particolare tramite la descrizione di un tramonto visto ora
dall'Hotel Belvedere ora dal giardino Moreno.
Ma altre celebrità italiane puà vantare Bordighera fra i suoi entusiasti
ospiti: da Manlio Garibaldi, figlio di Giuseppe, ai generali Pelloux e
Cadorna, al musicista Franco Alfano, ad una schiera di pittori, attratti
dagli scenari naturalistici offerti da Bordighera, tra cui, in mezzo ad
altri provetti artisti, necessario menzionare POMPEO MARIANI e GIUSEPPE PIANA
il maggior pittore locale.
Bordighera finisce così per essere conosciuta, agli inizi del Novecento, in
tutta Europa.
La città richiamò ospiti di ogni nazionalità, ma anche imprendi
tori stranieri, che la dotarono di attrezzature di prim'ordine. Albergatori
svizzeri vi impiantarono nuovi esercizi, e per iniziativa di un cittadino
francese sorse, nei locali del Piccolo Lido, una delle primissime case da
gioco in Italia. Nel moltiplicarsi delle opere per lo sviluppo turistico
della cittadina, un gruppo di privati cittadini creò, tra il 1910 e il
1911, una società che progettava di edificare un casinò sulla punta di S.
Ampelio.
In questo modo Bordighera da un lato veniva ad affiancarsi alle altre
villes d'eau della costa ligure provenzale, trovandosi addirittura in
condizioni di competere con successo pure in questo settore: anche se l'
iniziativa comportava il rischio di alterare lievemente le storiche
prerogative di Bordighera quale luogo ameno di soggiorno aristocratico e
colto, ben lontano da certe frenesie esistenziali.
Dai primi del '900 considerevole è lo sviluppo di BORDIGHERA SU CUI SI E' PROPOSTO QUESTO INDICE PER IL PERIODO TRA '800 E '900 ED AL PROPOSITO LA CITTA' DELLE PALME QUI SI VEDE IN UN'IMMAGINE DA REPERTORIO DOCUMENTARIO DELL'EPOCA CARATTERIZZATO SOPRATTUTTO DA UNA SEQUENZA DI FOTOGRAFIE PRINCIPALMENTE MA NON SOLO (ED ES. QUELLA QUI PROPOSTA FU REALIZZATA DAL REYNAUDI) OPERA DI EZIO BENIGNI].
E così mentre la STRADA ROMANA (QUI PROPOSTA IN UNA SEQUENZA DI IMMAGINI)
A comprovare questa esplosione turistica e la realizzazione graduale di strutture diverse di intrattenimento (come il THE BORDIGHERA TEA-ROOM PROSSIMO AI CAMPI DA TENNIS E FREQUENTATO DA UN NUMERO SEMPRE CRESCENTE DI OSPITI INGLESI) sulla destra di questa dettagliata CARTA DI BORDIGHERA (ripresa da VOLUME ORIGINALE "TOURING LIGURIA", P.280) si scopre, ben prima di raggiungere il CASINO' MUNICIPALE, la realizzazione sul LUNGOMARE DI BORDIGHERA del KURSAAL all'epoca perfettamente funzionante secondo il principio della TALASSOTERAPIA CHE SI CONNETTEVA CON CERTE PRIORITA' STORICHE DELLA LIGURIA altresì interagendo con le nuove postulazioni strutturate sulle idee di PAOLO MANTEGAZZA (e del positivismo in genere) a riguardo del rilievo da conferirsi all'igiene, all'idro e talassoterapia, alla conciliazione curativa di corpo ed animo.
Gli istituti di educazione pubblici e privati erano undici; oltre ai vari edifici ed
uffici governativi e comunali esistevano sei agenzie consolari, quattro banche
e altri uffici.
Tra i pochi stabilimenti industriali di Bordighera, nel 1914 comparve la
segheria a vapore Nada Billour, poi trasformata in fabbrica di racchette
da tennis (oggi purtroppo scomparsa), l'officina per la lavorazione del
ferro Soleri , la fabbrica di cesti per fiori Aicardi e i due giardini
di Lodovico Winter. Mentre il panorama agricolo si trasformava, mentre
l'agrumicoltura entrava in crisi e l'olivicoltura, pur fra tanti problemi,
sussisteva dignitosamente (ma usufruendo ormai quasi obbligatoriamente del
moderno e celere mezzo di trasporto offerto dal treno) la floricoltura,
buon cespite dell'economia agricola locale, si dilatava con vigore dal
vallone di Borghetto e da quello di Sasso verso il declivio meridionale
della collina retrostante l'abitato ed il Montenero; aumentava intanto il
numero degli agricoltori che sostituivano le colture tradizionali dell'
ulivo e degli agrumi con le nuove coltivazioni specializzate; accanto
alle varietà di rose, mimose ed altre piante ornamentali si affermava così
il garofano, nella cui coltura primeggiava l'ibridatore Sigifredo
Alborno, mentre nel settore delle mimose si era perfezionato il tedesco
Stefano Neuhoff.
Il progresso di Bordighera patì un rallentamento con lo scoppio della I
guerra mondiale. Nel corso degli eventi bellici del 1915-18 quasi tutti gli
alberghi e il Casinò, da poco terminato, furono adibiti ad ospedali militari,
con disagi comprensibili e conseguenti difficoltà economiche per il
terziario.
Superati i tempi difficili del dopoguerra, a partire dal 1924
cominciò una netta ripresa dello sviluppo edilizio, allorché vennero
costruite trentotto nuove ville, altre vennero ampliate, furono rimodernati parecchi
alberghi. Anche nel 1925 si mantenne questo vivo incremento dell'
edilizia privata, mentre per suo conto l'Amministrazione comunale
realizzò importanti opere pubbliche. In particolare furono compiuti
alcuni lavori già progettati nell'anteguerra ma rimasti incompiuti per i
gravi eventi sopraggiunti.
Nel 1922, dopo una vertenza giudiziaria tra l'Impresa dell'acqua
potabile e il Comune, l'Amministrazione presieduta dal Sindaco Cav. Francesco
Biancheri (1920-1923) riscattò l'acquedotto e l'azienda .
Nel 1926 veniva
quindi completata la PASSEGGIATA A MARE, colla realizzazione di un secondo
tronco verso ponente.
Intorno al 1930 venne aperta al traffico la variante
della Via Aurelia, a partire dalla Punta di S. Ampelio fino alla Piazza del Mercato
(Piazza Garibaldi): l'impresa fu conclusa tra il 1926 e il 1929 ad opera
dell'Ente Stradale, col proposito di agevolare il transito sulla Strada
Nazionale sopprimendo il passaggio a livello necessario da superare al fine
d' entrare nell'abitato appena dopo la Punta di S. Ampelio. Siffatta
realizzazione procurò un indubbio vantaggio alla viabilità cittadina.
Scrive ancora la precisa Ceriolo Verrando in "Bordighera nella storia"
(p. 162 e seg.) cui, francamente, tanto deve questo nostro lavoro,
soprattutto per lo studio della moderna Bordighera, quella cioè sviluppatasi
trionfalmente fra XIX e XX secolo:"...Nel 1927 intanto, il raggiunto
sviluppo urbano di Bordighera, e quindi la sua nuova importanza tra i
centri della provincia, ottiene una conferma ufficiale con l'aggregazione
ad essa, come frazioni, dei due passi di Sasso e Borghetto.
I confini della
città verso Ovest restano così spostati fino al rio Rattaconigli.
La
popolazione, che si aggirava sui 5000 abitanti, viene a comprenderne
oltre un migliaio in più e alcuni anni dopo, al censimento decennale del 1931,
supera ormai i 7000 abitanti . Nel 1929 Bordighera ottiene il consenso uffia
ciale all'uso dello stemma cittadino: un leone rampante al fusto di un pino.
Nel 1936 sarà infine divisa la giurisdizione parrocchiale di Bordighera, con
l'erezione della Parrocchia dell'Immacolata (di Terrasanta)....".
Dopo la fine della guerra e le trasformazioni geopolitiche la
clientela russa, tedesca ed in parte quella inglese presero a disertare,
per distinte motivazioni, Bordighera. Un colpo pesante a danno della città
fu la soppressione delle case da giuoco in Italia (1923); nel 1927 la
concessione in esclusiva del Casinò a Sanremo mise infatti Bordighera in
uno stato di svantaggio rispetto alla vicina stazione turistica. Infatti a
ragione di un dirottamento quasi biologico di parte del turismo più agiato
verso Sanremo, dove stava ormai l'unica casa da giuoco della Riviera, la
situazione turistica bordigotta regredì in maniera abbastanza evidente. A
partire dal 1929 si verificò a livello mondiale una crisi economica, destinata a ripercuotersi
inevitabilmente sul flusso turistico colpendo anche Bordighera. Gli
avvenimenti sfavorevoli presero a susseguirsi: per esempio nel 1936 la
Campagna d'Africa e l'applicazione delle "Sanzioni internazionali" al
regime fascista posero l'Italia in aperto contrasto con l'Inghilterra, sì
che i sudditi britannici, i quali rappresentavano gli ospiti più numerosi
e affezionati della città, rientrarono gradualmente in patria,
lasciando deserti gli alberghi di Bordighera.
Fortunatamente, a parziale compensazione , la floricoltura
si era ancor più diffusa, assumendo spesso caratteristiche industriali,
sia nella produzione che nella esportazione, ormai in grado di raggiungere
vari mercati europei.
Durante la prima guerra mondiale il tedesco Roberto Diem aveva intanto
introdotto nella cittadina la coltura dell'"asparagus plumosus" che si era
estesa con successo sui terreni della piana. Nel contempo venivano redatti
i primi dati sull'estensione delle coltivazioni floreali, riguardanti
l'economia imperiese che, nel 1929, contava su ben milleduecentosessanta
ettari coltivati a fiori, in maggioranza rose, sia a Bordighera che
a Sanremo ed a Ospedaletti.
Purtroppo era alle porte un nuovo, terribile conflitto mondiale la cui
esplosione ebbe effetti devastanti, facendo cessare molte attività che
costituivano le maggiori risorse economiche di Bordighera e della Riviera.
Nel decennio precedente la seconda guerra mondiale si era peraltro già
verificato una stasi generale dell'attività edilizia cittadina. Tale
situazione dipendeva da molti fattori, ma fra tutti primeggiava la
congiuntura economica che andava registrando un ulteriore calo nel settore
turistico; la nuova Bordighera, che doveva il suo sviluppo principalmente
a tale ragione economica, ne risentì in modo eclatante.
Nell'ambito delle opere pubbliche disperatamente destinate a valorizzare la
città agli occhi di auspicabili turisti, l'Amministrazione comunale concesse
in appalto i lavori di sistemazione a giardino della zona di levante sulle
pendici del Capo e, promuovendo un'azione più vasta in tal direzione, fece
abbellire il giardino pubblico Lowe.
Nel 1937, visto il bisogno di un mercato
più ampio e moderno, venne edificato un nuovo fabbricato: il vecchio mercato, sito di fronte a questo su
un'area poi occupata da parte di Piazza Garibaldi, venne demolito;
l'opera fu completata con la sistemazione della piazza antistante e della
Via Garibaldi (poi Via della Libertà), che consentiva d'accedere al mercato.
La guerra mondiale paralizzò poi del tutto lo sviluppo di Bordighera.
La
città finì per trovarsi nella zona delle operazioni sul fronte
occidentale e da subito patì la sgombero della popolazione (11-28 giugno
1940): negli ultimi mesi del conflitto fu peraltro soggetta a pesanti
bombardamenti terrestri, aerei e navali che causarono gravi danni agli
immobili, alla rete stradale e agli impianti.
Nell'aprile del 1945, al
termine del grande dramma, il controllo della città fu assunto dal Comitato
di Liberazione Nazionale: si insediò subito una Giunta Municipale provvisoria
e il 25 giugno successivo venne nominato Sindaco il Dottor Eugenio Maccary.
Il 7 aprile 1946 si tenne la prima consultazione elettorale amministrativa
del dopoguerra, in seguito alla quale risultò eletto Sindaco il Prof. Raul
Zaccari, successivamente confermato fino al 1964. Al termine del conflitto
Bordighera era prostrata: un terzo dei fabbricati risultava danneggiato,
le strade, i giardini, gli impianti dell'illuminazione, dell'acquedotto e
delle fognature erano in buona parte distrutti: l'attrezzatura ricettiva,
oltre alle distruzioni operate dai bombardamenti, era ormai resa
inservibile per i danni procurati dall'occupazione degli alberghi da parte
delle colonie libiche, dei profughi e dei sinistrati oltre che del loro uso
per gli alloggiamenti militari.
Nel campo dell'edilizia privata, come suggerisce ancora la documentatissima
Ceriolo Verrando nel suo prezioso volume (pp. 166 e seg. e di cui si riprendono concetti e riflessioni), ci si mise subito
all'opera e così presto "sono stati ricostruiti gli stabili; il Comune
ha provveduto a rendere in breve tempo funzionanti gli impianti
danneggiati e a ripristinare la rete stradale. Si è potuto pensare quindi
alla realizzazione di opere nuove con un Piano Regolatore Generale dalle
ampie prospettive (e in questo Bordighera è stata uno dei primi Comuni
della Riviera). Il Piano, che data ormai da tre lustri, propone un
programma trentennale per l'organizzazione della città nella sua tipica
funzione di stazione climatica e per aggiornarla nella dotazione dei vari
servizi, valorizzando le fondamentali caratteristiche della sua posizione e
del suo clima, che rappresentano un privilegio insostituibile. I concetti
informatori di esso, a questo fine, sono l'organizzazione della rete stradale,
l'utilizzazione degli spazi pubblici, la disciplina dello sviluppo edilizio,
il perfezionamento dei servizi pubblici, la dotazione di nuove attrattive
turistiche e la difesa delle masse verdi e dei caratteri paesaggistici e
ambientali. Pertanto l'edilizia privata, a parte la disordinata espansione del
primo dopoguerra, si è sviluppata in seguito secondo le norme previste
dall'apposito regolamento, che stabiliscono i vari indici di edificabilità
nelle singole zone; quella pubblica si è svolta attuando gradualmente una
parte delle opere previste dal programma trentennale. Comprendendo anche il
decennio precedente l'entrata in vigore del Piano, tra le più importanti rea
lizzazioni pubbliche ci limitiamo a citare il potenziamento degli impianti
dell'acquedotto e l'ampliamento della rete distributiva, che hanno permesso di
soddisfare tutte le necessità potabili ed irrigue della zona, per cui Bordighera non ha sofferto della scarsità dell'approvvigionamento idrico, verifica
tosi invece in altre città della costa ligure; la costruzione del tronco
d'allacciamento della Via dei Colli alla Via Coggiola, che è venuto a comple
tare la passeggiata panoramica della collina, ricongiungendo la Via dei Colli
con la Via Romana; l'attuazione di un nuovo edificio scolastico con annessa
palestra, ubicato in Via Pelloux ; l'acquisto e la demolizione dei ruderi
dell'ex casinò, quindi la sistemazione dell'area a belvedere (piazzale S.
Ampelio); la formazione di due nuove traverse tra la Via Vittorio Emanuele e
la Via Romana, l'una intitolata al Generale Biamonti, l'altra allo storico
della Liguria occidentale Girolamo Rossi; l'acquisto e la successiva sistema
zione del Palazzo del Parco, complesso in cui si svolgono le manifestazioni
turistiche, culturali e di rappresentanza, dove ha trovato sede anche l'Azien
da Autonoma di Soggiorno e Turismo; l'acquisizione dall'O.N.M.I. dell'edificio
che ospita il civico ospedale e del parco circostante, poi adibito a
vivaio dei giardini comunali; la costruzione del primo tronco della Via di
Mezzo (Corso Europa), con un complesso di lavori che hanno consentito di dare
all'ingresso orientale della città un aspetto decoroso e di collegare la
statale Aurelia con la Via Romana; l'attuazione del porticciolo turistico e
per pescherecci di IV classe, ubicato tra l'Arziglia e Capo S. Ampelio, desti
nato a soddisfare le crescenti esigenze del turismo nautico e della pesca; la
realizzazione di una nuova strada carrozzabile che dall'Aurelia sale al Monte
nero; la cessione a privati di un terreno comunale nella zona di Punta Migli
arese per una nuova sistemazione dello stesso a carattere turistico-alberghie
ro-balneare; la costruzione di un nuovo tronco di variante della strada pro
vinciale Bordighera - Sasso - Seborga, che si diparte dalla Via dei Colli e si
snoda lungo il crinale che separa le vallate di Borghetto e di Sasso; l'acqui
sto di due notevoli complessi per essere destinati ad assolvere ad importanti
servizi pubblici: la Villa Filomena con annesso parco ad uso scolastico e il
vasto comprensorio del Saint Charles da adibirsi ad ospedale zonale .
Infine fra le più importanti opere di interesse pubblico per tutte le conse
guenze che si riflettono, oltre che sulla vita economica locale, anche sul
sistema delle comunicazioni internazionali, va ricordata l'Autostrada dei
Fiori, realizzata dalla Società omonima, che per quanto riguarda il tratto nel
territorio di Bordighera comprende, da Ovest ad Est, successivamente: parte
della galleria Monte Bauso, il viadotto torrente Borghetto e la stazione con
svincolo sulla strada provinciale Bordighera - Sasso - Seborga ; quindi il
viadotto valle di Sasso, la galleria di Bordighera, la galleria e il viadotto
Madonna della Ruota fino al confine col Comune di Ospedaletti . Sul piano
delle relazioni internazionali ed europee Bordighera, sulla scia della sua
tradizione turistica e culturale ottocentesca, e in rapporto alle sue attuali
attività economiche che hanno contribuito a diffonderne tanto più il nome
all'estero, ha intrecciato relazioni di amicizia e di collaborazione con varie
città europee, in particolare con la cittadina ora francese di Villafranca
(Villefranche sur Mer), e con quella tedesca di Neckarsulm, ad essa unite da
un patto di gemellaggio.
Il Piano Regolatore del 1954 -ancora scrive la Ceriolo Verrando nella sua opera- intendeva anche
provvedere, con opere adeguate, all'incremento dei due fattori fondamentali
della vita economica cittadina: il turismo e la floricoltura. In ordine ad
essi era prevista la valorizzazione turistica dei dintorni di Bordighera, il
potenziamento delle attrattive della zona litoranea e contemporaneamente la
valorizzazione delle risorse agricole, in particolare delle colture specializ
zate di fiori e piante ornamentali. Dopo il notevole diradarsi, e in certe
zone la quasi totale scomparsa, degli uliveti secolari, sradicati per far
posto alle nuove coltivazioni floricole che si sono sempre più estese e poten
ziate sia in pien'aria, sia protette da serre, lo sviluppo di questa attività
ha ulteriormente mutato l'aspetto del paesaggio intorno alla nostra città.
La
floricoltura e l'orticoltura nella Riviera occidentale, al cui sviluppo dalla
seconda metà del secolo scorso Bordighera ha dato un notevole contributo, ha
raggiunto in questi anni una grande espansione; nel nostro territorio la
superficie occupata dalle coltivazioni floreali è all'incirca di trecentottantadue ettari (che rappresentano circa il dieci per cento dell'area provinciale
riservata a tale coltura), destinati a garofani, rose, mazzeria, verde e
piante ornamentali. Nell'ambito della nostra provincia queste ultime due
colture sono localizzate, per la maggior parte, proprio nella zona litoranea
di Bordighera (settantacinque ettari con una percentuale del ventinove per
cento circa), nell'area a più antico sviluppo della floricoltura .
Questa tradizione, che risale al 1874, si era già espressa nell'immediato
dopoguerra con l'apertura, sia pure provvisoria, di un mercato dei fiori
funzionante negli ultimi mesi del 1945 e nel 1946 fino al ripristino di quello
di Ventimiglia. Ha continuato, poi, anche in forma di manifestazioni rivolte
alla valorizzazione dei prodotti della floricoltura locale, con delle periodi
che Fiere del fiore e della pianta ornamentale, organizzate dal 1947 al 1958;
rassegna in cui venivano esposte le migliori varietà di fiori e piante orna
mentali ottenute dagli ibridatori di tutta la Riviera.
In seguito Bordighera,
sensibile ai problemi comuni della floricoltura, al fine di trovare un'intesa
e una soluzione ai problemi di essa attraverso la collaborazione delle varie
categorie interessate, ha ospitato nel 1964 il Convegno Nazionale della
Floricoltura e nel 1967 il Convegno Internazionale sulla Coltura della
Rosa , i quali hanno costituito un approfondito esame dei vari aspetti
tecnici, economici e sociali in cui si configura l'attività floricola e formu
lato concrete proposte per la risoluzione dei suoi più urgenti problemi. Per
quanto riguarda l'industria turistica, l'altra preminente risorsa dell'econo
mia cittadina, Bordighera ha dovuto innanzi tutto provvedere, nell'immediato
dopoguerra, alla ricostruzione delle attrezzature turistiche, che erano rima
ste seriamente danneggiate. Quindi ha cercato di rilanciare il suo nome,
adeguandosi al nuovo indirizzo assunto dal turismo nel dopoguerra, con inizia
tive che richiamassero ospiti, oltre che per la tradizionale stagione inverna
le (tipica dell'Ottocento e della prima metà del Novecento), anche per quella
estiva balneare....in questo avvantaggiata dalla bellezza di una PASSEGGIATA A MARE
degna delle migliori tradizioni turistiche.
Il fenomeno turistico, peraltro, ha assunto nella nostra
epoca una fisionomia ben diversa rispetto al periodo a cavallo fra i
secoli XIX e XX: l'alta stagione non è più quella invernale, ma per quantità,
se non per qualità, quella estiva; gli ospiti italiani superano largamente gli
stranieri e fra questi ultimi i più numerosi clienti non sono più gli
Inglesi bensì i Tedeschi......[e difronte alla contrazione del
turismo di qualità, in particolare straniero bisogna ammettere che]
l'afflusso della clientela nazionale, in crescente aumento [anche per i
riflessi del "boom" economico degli anni '60] ha permesso di
compensare parzialmente la regressione del flusso turistico estero.