cultura barocca

NOTE

1 - "L'ERUDITO ANGELICO APROSIO DI RIMPETTO ALL'AMORE ED ALLA SENSUALITA'" LA POSSIBILE ADESIONE ALLA TEORIA EPOCALE DELLE DUE "VENERI" (TERRESTRE E CELESTE) E DEI DUE AMORI ("EROS" - "ANTEROS")
2 -LA PLAUSIBILE INFLUENZA SU APROSIO DELLA "CERVA BIANCA" DI ANTONIO FILHEREMO FREGOSO
3 -A. - LE RAGIONI FORMALI E FILANTROPICHE D'APROSIO PER L'EREZIONE DELLA PRIMA LIBRARIA" PUBBLICA DI LIGURIA "UNA LIBRARIA A PRO DEI CETI MENO ABBIENTI, SPECIE PER VALERSI, SENZA ASSUMERE COSTOSI PATROCINATORI, DEI SUOI TESTI GIURIDICI NELLE CAUSE CONTRO PRIVATI, ISTITUZIONI E CHIESA"
**** -B. - PER QUANTO OPINABILI LE RAGIONI UMANITARIE D'APROSIO RISIEDEVANO IN QUALCHE SUA PIU' GENERALE CONVINZIONE SU CERTI LIMITI ISTITUZIONALI TENENDO CONTO DI TRE SUE POSTULAZIONI:
1 -
LE OSSERVAZIONI CONTRO VARI AVVOCATI E CAUSIDICI DALLE PARCELLE "TROPPO SALATE"
2 - LE CRITICHE PREGNE D'AFFETTAZIONE AL SOCIALMENTE PERNICIOSO DISORDINE NEI TESTAMENTI, LASCITI, LEGATI ECC.
3 - UN CRIPTICO MA DECISO ASSALTO ALL'AVIDITA' DI PARECCHI AVVOCATI E CAUSIDICI CONDOTTO TRAMITE L'ASPRA *****ODE III" DEL "NEBULO NEBULONUM..." DI G. FLETNER*****

BURCHELATI, BARTOLOMEO [anche "Burchellati - Burchielati - Burchiellati" = nome su edizioni: "Bartholomaeus Burchellatus; Barptholemaeus Burchelatus"] medico, filosofo, letterato, storico nato a Treviso nel 1548 e morto nel 1632. Fondò, tra l'altro, l'Accademia Burchelata, poi de' Cospiranti. Ebbe molteplici interessi e provvide a stendere una sua bibliografia entro una propria opera a stampa i "Commentariorum Memorabilium" del 1616: del resto già poco prima della fine del secolo XVI aveva editato a sue spese un'"operetta in cui elencava i titoli della sua produzione".
Dopo secoli d'oblio un rinnovato fascino avvolge la figura di Bartolomeo Burchelati cioè la sua quasi certa consonanza intellettuale verso l'AUTORE MALEDETTO di un LIBRO DANNATO come MARCELLO PALINGENIO STELLATO
(condannato come eretico "post mortem": la tomba ne fu violata ed i resti dati alle fiamme del rogo = B. Croce, "Poeti e scrittori del pieno e tardo Rinascimento", III, Bari, Laterza, 1952, p. 85) e la parimenti "dannata" opera di quest'ultimo, posta all'Indice dei Libri Proibiti, vale a dire l'affascinante e misterioso "ZODIACUS VITAE...".
Fascino per MARCELLO PALINGENIO STELLATO dovette provare pure Angelico Aprosio che, nonostante la severa ed autorevolissima condanna dello Stellato sancita da Martin del Rio, sicuramente lesse, magari con un certo tremore, lo "ZODIACUS VITAE" come chiaramente si evince dalla lettura della pagina 95 - righe 8 - 10 della parte edita dello "Scudo di Rinaldo": un fascino che verisimilmente lo indusse a cercare, invano, dei contatti con Bartolomeo Burchelati il cui nome, all'epoca, notoriamente correva prossimo a quello dello Stellato alla stregua di suo studioso o continuatore.
E proprio ai tempi del soggiorno aprosiano a Treviso il frate intemelio avrebbe voluto conoscere l'ormai vecchio Bartolomeo Burchelati: ma dovette accontentarsi della amicizia o della conoscenza del di lui figlio, il canonico Cesare (Cesario) Burchelati.
Roberto Cheloni, "Per la tradizione dello "Zodiacus Vitae", in "Studi Secenteschi", XXI, 1980 dedica alcune pagine a questo erudito evidenziandone alcuni aspetti precedentemente abbastanza trascurati (ad esempio l'amicizia con Paolo Aproino brillante allievo di Galileo pur restando il Burchelati nel contesto di un rigido aristotelismo e della conseguente postazione tolemaica) ma quello che maggiormente qui interessa lo studioso moderno recupera l'opera di A.A. Michieli, "Vaniloqui e scorribande erudite d'un secentista trivigiano" (Bartolomeo Burchelati) in "Atti dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti", Classe di Scienze morali e lettere, CXII, 1953-1954, pp. 307-352.
In effetti, come sottolineato da Roberto Cheloni, nel lavoro del Michieli, tra osservazioni anche non condivisibili, spicca (come già evidenzia il titolo) l'accenno all'etereogeneità dell'opera del Burchelati
, peraltro comprovato dalla semplice visualizzazione dei titoli reperiti qui sotto trascritti.
Il Michieli però nella sua citata indagine, in merito alle opere rimaste inedite del Burchelati, scrive a p. 341 :""Un Ms. che, come altri suoi, rimase incompleto è un curioso tentativo di Poema Italiano in dodici canti di endecasillabi sciolti, in 64 carte n.n. (128 ff.) a grande formato, a caratteri minutissimi, col misterioso, strano titolo di PANTOLOGIA, OVVERO ZOOLOGIA POETICA FILOSOFICA ET CHRISTIANA".
Di seguito (pp. 341-342) il Michieli ancora annota: ""Nemmeno da quel cenno" [del Burchelati]" si desume chi possa esser quell'Autor dannato di cui il poeta dice d'aver tratto la materia del suo canto. Dal contesto dei libri che ce ne restano si penserbbe però a Lucrezio o a Bruno, naturalmente espurgati "ad unguem" da Mgr. l'Inquisitore, ma confesso [...] che non son riuscito a precisarlo"".
Non si può non convenire col Cheloni (cit. p. 183) come l'ulteriore descrizione data dal Michieli (cit. p. 342) di quella misteriosa volgarizzazione rimandi puttosto ad un rifacimento dello "Zodiacus Vitae" di Marcello Palingenio Stellato: in particolare spicca la frase del Michieli in cui si legge esser tal opera caratterizzata da un'indagine su ""l'origine dei mondi e delle creature viventi, piante, animali, caratteri e scopi della nostra esistenza; problema del dolore e della felicità"".
E d'altronde la "PANTOLOGIA", sempre stando al Michieli aveva altre peculiarità non indifferenti in comune con lo "Zodiacus Vitae": era divisa in 12 canti come lo "Zodiacus Vitae" e contava 14.000 versi contro i 12.000 di quest'ultimo.
Roberto Cheloni nella sua acuta disanima va oltre questi dati e passa ad analizzare un'altra opera del Burchelati vale a dire la Philoponia (di cui segnala una copia a stampa anche alla Biblioteca Marciana di Venezia segnata Misc. 2054.10) ed evidenzia alcune incongruenze, come l'assenza in questa opera a stampa di una nota del manoscritto della Philoponia in cui compare un cenno della "Pantologia" verismilmente cassato data la natura pericolosa della fonte latina cioè lo "Zodiacus Vitae".
Ecco comunque l'elenco delle opere del Burchelati fin ad ora individate secondo il censimento informatico del Servizio Bibliotecario Nazionale:
Burchelati Bartolomeo
<1548-1632>, " Stimamondo ouero Ragionamento dell'humana conditione", In Treuisi: Mazzolini, Angelo, 1590
Burchelati, Bartolomeo <1548-1632>, " Tyrocinia poetica", Patavii: Pasquato, Lorenzo, 1577-1578
Burchelati, Bartolomeo <1548-1632>, " L' huomo spiritato, ouero Ragionamento de gli spiriti, fatto a nome dell'Impauido academico de' Cospiranti", In Treuigi: Mazzolini, Angelo, 1590
Burchelati, Bartolomeo <1548-1632>, " Breuiloquia poetica. Bartholomaei Burchelati phisici Teruisini. Dialogus item Araneae, & Podagrae", Teruisii: Amici, Domenico, 1593
Burchelati, Bartolomeo <1548-1632>, " Il ternario, ouero l'Ethimologia di Treuigi. Dialogo", In Treuigi: Amici, Domenico, 1592
Burchelati, Bartolomeo<1548-1632>, " Il senso amoroso. Dialogo", In Treuigi: Deuchino, Evangelista <1593-1631>, [1597]
Burchelati, Bartolomeo <1548-1632>, " Ragionamento di rapina, del discreto academico cospirante. Opera dell'eccell. signor Bartolomeo Burchelati fisico", In Triuigi: Amici, Domenico, 1591
Burchelati, Bartolomeo <1548-1632>, " Trattato de gli spiriti di natura secondo Aristotele, & Galeno. Fatto nell'Academia dal Risoluto academico Cospirante", In Treuigi: Mazzolini, Angelo", eredi, 1591
Burchelati, Bartolomeo<1548-1632>, "Catalogo di tutte le opere, che sin'hora ha composto il dottor Burchelati", In Treuigi: Deuchino, Evangelista <1593-1631>, 1597
Burchelati, Bartolomeo <1548-1632>, " Oratione, et altri componimenti, di Bartolomeo Burchelati fisico. In honore dell'illustrissimo signor Lorenzo Soranzo, di Treuigi rettor di partenza. ..", In Treuigi: Righettini, Angelo, 1615
Burchelati, Bartolomeo <1548-1632>, " Commentariorum memorabilium multiplicis hystoriae Taruisinae locuples promptuarium libris quatuor distributum ... Auctore Bartholomaeo Burchelato physico ..", Treviso, Righettini, Angelo, 1616
Burchelati, Bartolomeo <1548-1632>, " Stimamondo, ouero Ragionamento dell'humana conditione fatto nell'Academia dall'eccell. sig. Bartholomeo Buerchelato fisico il pietoso fra gli Academici Cospiranti di Treuisi", In Treuisi: Mazzolini, Angelo, 1590
Burchelati, Bartolomeo <1548-1632>, " Il ternario, ouero L'ethimologia di Treuigi dialogo di Bartolomeo Burchelati fisico il Pietoso fra gli Academici Cospiranti", In Treuigi: Amici, Domenico, 1592
Burchelati, Bartolomeo <1548-1632>, " Il funerale del signor Giouambattista Burchelati Amiconi. Celebrato, & pianto dall'eccell. sig. Bartholomeo Burchelati fisico, lo addolorato padre, con varie compositioni volgari, & latine, di lui, & d\'altri pellegrini ingegni. ...", Stampato in Treuigi: Deuchino, Evangelista <1593-1631>, 1599
Burchelati, Bartolomeo <1548-1632>, " Silis Barth. Burchelati physici Taruisini carmen. Ad illustriss. d.d. Franciscum Maurocoenum ... Aliaque adhuc eiusdem physici in vtraque lingua nostra epigrammata. Ad illustrissimorum Iugalium laudes latius aeque, ac operosius decantandas", Taruisii: Zanetti, Fabrizio, 1600
Burchelati, Bartolomeo <1548-1632>, " Le opinioni, ragionamento hauuto dal Curioso academico Cospirante"
, In Triuigi: Reghettini, Aurelio, 1600
Burchelati, Bartolomeo<1548-1632> , " Il funerale del signor Gouambattista Burchelati Amiconi", In Treuigi: Deuchino, Evangelista <1593-1631>, 1599
Burchelati, Bartolomeo <1548-1632>, " Silis carmen. Aliaque adhuc in vtraque lingua nostra epigrammata", Taruisii: Zanetti, Fabrizio, 1600
Burchelati, Bartolomeo <1548-1632>, " Il Quero, ouero del paragon delle cose dialogo del Severo accademico de' Conspiranti di Trevigi", In Treuigi: Mazzolini, Angelo, 1589
Burchelati, Bartolomeo <1548-1632>, " Ritratto del bello, horreuole, & vistoso colle di S. Zenone, vicino ad Asolo di Triuigiana. ... Ottaua rima del s. dottor Burchelati di Treuigi honorar non satio mai. Aggiuntiui tre scenarij di sonetti, all'opra, & al gusto dell'auttore non disdiceuoli", In Treuigi: Righettini, Angelo, 1621
Burchelati, Bartolomeo <1548-1632>," De mundo reddito; ab omni inquam impedimento, ac sordibus expurgato cagnano medio diebus 27. profestis in autumno. Bartholomaei Burchelati phys. carmen epicum. Ad perillustres prouisores magn. communitatis Taruisinae", Taruisii: Righettini, Angelo, 1628
Burchelati, Bartolomeo <1548-1632>, " Oratione di Bartholomeo Burchelati fisico, nella partenza dell'illustriss. signor Giulio Contarini podesta, et capitano di Treuigi meritissimo. Venuto l'anno 1600 di ultimo Aprile, & partito l'anno 1602 di 30. Gen", In Treuigi: Zanetti, Fabrizio, 1602
Burchelati, Bartolomeo<1548-1632>, " Ragionamento di parsimonia hauuto dal solecito academico cospirante. Opera dell'eccell. fisico il sign. Bartholomeo Burchelati", In Treuigi: Deuchino, Evangelista <1593-1631>, 1605
Burchelati, Bartolomeo <1548-1632>, " Condoglienza per l'acerba morte del sign. Buonauentura, figliuolo dell'eccell. signor Bartholomeo Burchelati fisico. A consolatione dell'afflitto padre", In Treuigi: De Antonio, Marco, 1607
Burchelati, Bartolomeo <1548-1632>, " Charitas siue Conuiuium dialogicum septem physicorum. Barptolemaei Burchelati ... opus. In quo quidem apparatus, ritus, ordines, cibaria, potus, vtensilia, & id genus plurima ex antiquorum promptuarijs apposita elucidantur. Additus in id quaestionibus conuiuantium studiosis perinde, atque contemplatiuis hominibus apprime profuturis. ... Teruisii : infra Auctoris aedes. Aurelium Reghettinum, 1593 (Taruisij : Dominicus de Amicis typographus, 1593)", Reghettini, Aurelio Amici, Domenico
Burchelati, Bartolomeo<1548-1632>," Oratio Barth. Burchelati physici Taruisini, coram illustriss. d.d. Iustiniano Contareno ... Ad eiusdem illustriss. viri laudes explicandas", Taruisii: Deuchino, Evangelista <1593-1631>, 1598
Burchelati, Bartolomeo <1548-1632>, " Ragionamento sopra vna fronda di bianca pioppa, fatto da gli Academici Cospiranti, & registrato da Bartholomeo Burchelati fisico, il Pietoso fra quelli, et da lui consacrato alla instabilita regina vniuersale nell'incostanza sua sempre costante", In Treuigi: Deuchino, Evangelista <1593-1631>, 1597
Burchelati, Bartolomeo <1548-1632>, "Le veglie hauute in Treuigi nel publico palazzo l'anno 1610. Registrate dall'indefesso Academico Cospirante. Per relatione dell'eccellentiss. signor Bartholomeo Burchelati fisico. Aggiuntoui poer la sesta, e ultima veglia, il Senso amoroso, dialogo del Sensato fra gli Academici Cospiranti. ..", In Treuigi: Righettini, Angelo, 1614
Burchelati, Bartolomeo <1548-1632>, " La morte, et la vita. Due ragionamenti academici hauuti l'vno dall'Animoso, l'altro dal Consigliato, nell'Academia de' Cospiranti. Opera dell'eccellentissimo signor Bartholomeo Burchelati fisico ... Aggiuntoui quel marmo eretto, & esposto da lui ne' mesi adietro in honore del Serenissimo nostro prencipe, l\'occasione diquello, & le attestationi di alquanti eleuati ingegni della riuscita, & del piacimento", In Treuigi: Righettini, Angelo, 1618 Burchelati, Bartolomeo <1548-1632>, " Epitaphiorum dialogi septem. Auctore Bartholomaeo Burchelato Taruisino physico. Ad illustriorem Taruisii, ciuiumq. memoriam", Venetiis [Venezia]: Guerra, Domenico & Guerra, Giovanni Battista
Burchelati, Bartolomeo <1548-1632>, "Philoponia. Siue laboris voluntarii studium, ac industria. Opusculum arbitrarium Bartholomaei Burchelati physici. Ad perillustrem d.d. Georgium Georgium Taruisinum", Taruisii : ex Typographia Regectina, 1629 - Segn.: A-B4 - Impronta - isi- n*r- suut DEDo (3) 1629 (R) - Localizzazione: Biblioteca universitaria di Padova - Padova
Il Burchelati ebbe cura di tramandarsi e di tramandare il proprio lavoro secondo la moda del suo tempo. Tuttavia diverse sue opere sono rimaste inedite e gli iediti hanno patito varie vicissitudini sì che non solo si è persa la "Pantologia" ma al momento risulta scomparso dalla Biblioteca di Treviso anche un "canzoniere" di ottanta sonetti di fattura petrarchesca come scrive il citato Cheloni pp. 182-183. Siffatto materiale avrebbe dovuto invece tuttora trovarsi in 4 scatole segnate N. 1046 Ms. appunto alla Biblioteca Comunale di Treviso. In esso si trova ancora una considerevole serie di scritti quasi sempre non finalizzati dall'autore ma anche l'indicazione di altre opere manoscritte date per perdute
Alla Biblioteca Aprosiana di Ventimiglia si trovano due opere del Burchelati:
1 - "Commentariorum memorabilium multiplicis hystoriae Tarvisinae locuples promptuarium libris quatuor distributum ... auctore Bartholomaeo Burchelato ..", Tarvisii : apud Angelum Righetinum, 1616 [4], 712 p. : ill. ; 4°.
2 - "Ritratto del bello, horrevole, et vistoso colle di S. Zenone, vicino ad Asolo di Trivigiana. Sopra il quale gia' fu' il fortissimo castello di Alberico da Romano, fratello di Eccelino il crudele, con varij passaggi ben curiosi, e con la tragica morte di Alberico. Ottava rima del S. Dottor Burchelati", In Trevigi : appresso Angelo Righettini, 1621 [55] c. : ill.
Solo la prima risulta esser stata donata all'erudito ventimigliese da Cesare (Cesario) Burchelati figlio di Bartolomeo: se ne può dedurre che la seconda Aprosio l'abbia acquisita personalmente durante il suo soggiorno a Treviso (1637 - 1639).



















Strozzi, Lorenza (in ambito culturale con il nome latinizzato in "Laurentia Strotia" anche se Aprosio stranamente utilizza una formula intermedia tra latino e volgare = "Laurentia Strozia") fu suora domenicana particolarmente colta in lingua greca, latina, musica e poesia. Vide la luce a Capalle (FI) nel 1514 e morì nel 1591 nel suo monastero di s. Niccolò di Prato. Vedi: "Onomasticon. Repertorio biobibliografico degli scrittori italiani dal 1501 al 1850"; Schmidl, Carlo , "Dizionario universale dei musicisti"; Pietro Leopoldo Ferri, "Biblioteca femminile italiana"; "Indice biografico italiano" A cura di Tommaso Nappo, Paolo Noto. 3. ed. corr. ed ampliata = e per un moderno inquadramento consulta: Bensi, Giovanni, " Suor Lorenza Strozzi innografa in S. Niccolò a Prato (1514-1591)" Prato, Studio Bibliografico pratese, 1998, 80 p. : ill. ; 24 cm.
L'Aprosio possedeva un'edizione cinquecentesca dei suoi apprezzati "Inni":
"Venerabilis Laurentiae Stroziae ... In singulas totius anni solemnia. Hymni ad illustrem, et reuerendiss. D. Lactantium de Lactantijs Pistoriensem episcopum ..", Florentia : apud Philippum Iunctam, 1588 - Descrizione fisica: [16], 110, [2] p. ; 8°.
Sulla suora nella sua "Biblioteca Aprosiana" il frate riporta una breve lirica encomiastica dell'amico suo Lorenzo Legati in cui è sviluppata la consonante divergenza tra la terrena Saffo e la celestiale Strozzi contestualmente eletta, ad esemplificazione della "perfetta suora", quale simbolo dell'
anti Arcangela Tarabotti.
L'encomio del Legati risulta però strutturato sulla linea della "Iani Nicii Erythraei Pinacotheca imaginum illustrium, doctrinae vel ingenii laude, virorum, qui, auctore superstite, diem suum obierunt", Colon. Agrippinae : apud Iodocum Kalcovium et socios, 1645-1648. - 3 v. ; 8o. (Rif.: VD17 che indica come luogo di pubblicazione Amsterdam), opera di Giano Nicio Eritreo parimenti posseduta da Aprosio (e tuttora custodita nell'intemelia biblioteca aprosiana) in cui l'autore al capitolo 137 del I volume citando Lorenza Strozzi ne propone apertamente un paragone con Saffo di Lesbo cui la suora, al pari del resto di moltissimi letterati, cede per qualità liriche ma di cui è superiore per purezza e spiritualità: l'Eritreo, eludendo sostanzialmente la distanza tra donna pagana e donna cristiana si sofferma sull'aver ceduto Saffo alle peccaminose propensioni sensuali e sessuali del tribadismo.
La fama della Strozzi non fu comunque effimera e della sua opera poetica si ebbero altre edizioni come " In singula totius anni solennia hymni" [curata dal nipote Zaccaria Monti], - Parisiis: apud Dionysium Binet, 1601. - [9], 125, [6] S.; 12.
L'intiera opera di Lorenza Strozzi, nell'edizione qui sopra appena menzionata,
E' QUI PROPOSTA IN FORMA DIGITALIZZATA
da un originale reperito da biblioteca privata.











NON SOLO GLI EPITALAMI, O CANTI CELEBRATIVI PER NOZZE, FANNO PARTE DI QUELLE COMPOSIZIONI POETICHE CHE POTEVANO ESSER RECITATE (E IN ALCUNE CIRCOSTANZE CANTATE) CON L'ACCOMPAGNAMENTO DELLA MUSICA.
ACCANTO AD ESSI MERITANO D'ESSERE CITATI VARI ALTRI TIPI DI "RECITATIVI D'OCCASIONE" E TRA QUESTI MERITANO D'ESSERE RICORDATI IN PRIMO LUOGO CERTI "DISCORSI COMMEMORATIVI" O "ELOGIATIVI" SCRITTI PER ESSERE DIVULGATI IN DETERMINATE OCCASIONI PUBBLICHE DI RILIEVO.
L'ACCOMPAGNAMENTO MUSICALE POTEVA, PER ESEMPIO, FUNGERE DA SOTTOFONDO ANCHE PER PARTICOLARI TIPI DI "ORAZIONI PUBBLICHE".
QUALI PER ESEMPIO QUESTO SOLENNE
"ELOGIO DELLA SERENISSIMA REPUBBLICA DI GENOVA"
PRONUNCIATO IL 19-LUGLIO-1744 NELLA CATTEDRALE DI S. LORENZO DAL GESUITA GIOVANNI GRANELLI PER L'ELEZIONE PER L'ELEZIONE DEL NUOVO "DOGE") OD ANCORA NELL'EVENIENZA DI COMMEMORAZIONI SOLENNI COME IN OCCASIONE DI QUESTA
"CELEBRAZIONE POETICA DI TORINO"
NEL XVIII SECOLO.















Nel 1623 a Roma, per i torchi di Andrea Fei, esce "La Scanderbeide", poema eroico di
MARGHERITA SARROCCHI
(clicca qui per un approfondimento)

A. Aprosio ne parla espressamente a pagina 83 del suo "Buratto" (egli si riferisce verisimilmente alla edizione finale e completa del poema, tuttora ingressata nella sua "Libraria" intemelia: "La Scanderbeide, poema heroico della Sig.ra Margherita Sarrocchi ... dal Sig. Giovanni Latini ... dato alla stampa", In Roma : per Andrea Fei, 1623 [6], 250 p. ; 4°).
Margherita Sarrocchi viene citata dall'Aprosio anche nel catalogo delle donne letterate inserito a pagina 29 dello "Scudo di Rinaldo" edito: l'identificazione può però tuttavia sfuggire atteso che, per errore di stampa, ella viene menzionata quale Margherita Tarrocchi.
"Il poema della Sarrocchi [Sarrocchi Birago, Margherita scritta anche - Sarocchia, Margherita - Sarrocchia, Margherita: poetessa nata a Napoli o a Gragnano (NA) nel 1569 e morta a Roma nel 1617 o 1618. Vedi Ferrari, Luigi, "Onomasticon. Repertorio bio-bibliografico degli scrittori italiani dal 1501 al 1850", Milano, 1947 - Michel, Suzanne P.; Michel, Paul-Henri," Ripertoire des ouvrages imprimis en langue italienne au XVII sihcle" Firenze, L. S. Olschki, 1970 - Minieri Riccio, Camillo," Memorie storiche degli scrittori nati nel regno di Napoli", Napoli, tipografia dell Aquila di V. Puzziello, 1844 - "The national union catalogue pre 1956 imprints", Chicago, American Library Association, 1968-1981 - "World biographical Index. Internet-edition", K. G. Saur Eletronic Publishing Munchen: www.saur-wbi.de - Bandini Buti, Maria, "Poetesse e scrittrici", Milano, Tosi, 1941-1942, 2 v. (Enciclopedia biografica e bibliografica italiana, serie VI) - Nadia Verdile, "Contributi alla biografia di Margherita Sarrocchi" in "Rendiconti dell’Accademia di Archeologia Lettere e Belle Arti", Napoli 1990, pp. 165-206"] in effetti era però già stato pubblicato da Lepido Facij, ancora a Roma, nel 1606, sebbene incompleto; secondo l'SBN "La Scanderbeide poema heroico della signora Margherita Sarrocchi. Dedicato all'ill.ma & ecc.ma sig.ra D. Costanza Colonna Sforza marchesa di Carauaggio" edito "In Roma : appresso Lepido Facij, 1606" [8, 97, 3 p. ; 4° - NUC pre-1956 v. 521 p. 180; Michel & Michel v. 7 p. 93 - Dedica firmata dall'Arrotato Accademico Raffrontato - Marca sul colophon - Stemma xilogr. della dedicataria sul front. si custodisce tuttora in: Biblioteca civica - Padova - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia - Biblioteca consorziale di Viterbo].
La "Scanderbeide" prende nome dal protagonista della vicenda epica, l'albanese Giorgio Castriota detto Scanderbeg, sottratto alla sua famiglia da Murad II allorché l'imperatore ottomano conquistò l'Albania, convertito alla religione musulmana, fatto capitano dei Giannizzeri. Il poema prende spunto dalla seconda parte della vita dell'eroe, che durante l'assedio di Belgrado matura l'idea della ribellione politica e della riconversione al cristianesimo, quindi riconquista l'indipendenza dell'Albania dall'impero. Il soggetto si attaglia particolarmente alle esigenze dell'epica controriformata: la figura di frontiera incarnata dall'eroe, campione dell'Islam provvidenzialmente ravvedutosi e tornato in seno all'occidente cristiano, diviene paradigma di un sovradisegno celeste che ordina e ricompone i destini individuali e la sfera temporale dell'esistente. L'elemento della conversione, la cui fascinazione e viscosità esercitano grande influenza nel regno dell'epica post-tassiana, rende il personaggio storico Scanderbeg protagonista perfetto di un poema eroico": così scrive Pezzini, Serena in "Ideologia della conquista, ideologia dell'accoglienza: La Scanderbeide di Margherita Sarrocchi (1623)", MLN - Volume 120, Number 1, January 2005 (Italian Issue), pp. 190-222 - The Johns Hopkins University Press.











A fianco del romanziere contemporaneo FRANCESCO BIAMONTI, una delle voci narrative più autenticamente liriche dell'attuale letteratura italiana, per quanto concerne il borgo di SAN BIAGIO DELLA CIMA (IM) non si può far a meno di citarlo anche come patria del poeta ed erudito settecentesco GIUSEPPE BIAMONTI latinista e grecista, esperimentatore letterario prossimo al preromanticismo e comunque pervaso di neoclassicismo, già in relazione con artisti del livello di VINCENZO MONTI ed UGO FOSCOLO. Caduto in un certo oblio (si possono rammentare pochi studi moderni su di lui: F. PITTALUGA, "Biamonti Giuseppe", in "Dizionario Biografico dei Liguri dalle origini al 1990", vol. I, Consulta Ligure delle Associazioni per la cultura, le arti, le tradizioni e la difesa dell'ambiente, Genova, 1992, pp. 548-549.
I dati più significativi provengono oramai da OPERE OTTOCENTESCHE quale questa SILLOGE SU LETTERATI (LIGURI E) PIEMONTESI ove si parla di GIUSEPPE BIAMONTI seppur con qualche lacuna (dato per nativo di Ventimiglia e non di San Biagio: indicandone l'anno di morte 1824 ma ignorandone la data esatta = 13 Ottobre).
Al fine di commemorarlo, riportandone non tanto le ponderose opere critiche ormai poco studiabili, giova invece da questa ANTOLOGIA DI POETI LIGURI DEL XVIII SECOLO" recuperare un suo giustamente celebrato CARME NEOCLASSICO" (L'ADDIO AL GIARDINO DI BOBOLI per certi versi importante anche in quanto fu, in un certo modo, alla radice dell'ispirazione foscoliana del grande carme neoclassico "DEI SEPOLCRI") cui contestualmente si fa seguire la riproduzione di un' ulteriore COMPOSIZIONE LIRICA
















Di Giovanni Battista Audifreddi (1714 - 1794), nato a Saorgio (Saorge), astronomo, erudito classicista ed a Roma prefetto della celebre Biblioteca Casanatense non è data grande cognizione nel contesto del Ponente Ligure e della limitrofa Francia ma godette fama di grande studioso tale da accomunarlo a celebri astronomi di questo contesto geopolitico quali il Cassini e parimenti a grandi bibliotecari come l' Aprosio e Domenico Antonio Gandolfo: molto scrisse e qui a titolo d'esemplificazione si possono rammentare alcune sue opere come ["Joannes Nicolaus Audifreddi a Vernante ut jurisprodoctor renunciaretur publice disputabat in Taurinensi Archigymnasio die 27 augusti 1806, hora 5 pomeridiana" (Taurini : Typis Davico et Picco) - "Fr. Joannis Baptist. Audiffredii ... De solis parallaxi ad v. cl. Grandjean de Fouchy acad. scient. paris. a secret. commentarius", Romae : ex typographia Hermathenaea, 1766] e ne compose anche sotto lo pseudonimo di Giulio Cesare Bottone da Monte Toraggio ["Saggio di osservazioni di Giulio Cesare Bottone da Toraggio sopra il discorso premesso all'Ordine della vita cristiana del Beato Simone da Cascia stampato in Torino l'anno MDLXXIX. Nel quale si pretende provare, che la massima parte delle opere, che vanno sotto il nome del P. Domenico Cavalca da Vico Pisano siano del detto Beato e confutazione di un tale divisamento", Cosmopoli (ma Roma, Tip. Salomoni), 1780, 8°, p. 2, 140 = vedi Parenti, "Diz. dei luoghi di stampa", p. 67].
Gli studi sul personaggio non sono tuttavia molti e facilmente reperibili sì che pare qui interessante riprodurre l'
********erudita quanto attenta rivisitazione critica********
che, in occasione della di lui morte il 3 luglio 1794, ne fece Antonio Nicola Cianelli.
























John Owen [ 1564? - Londra 1622], dal nome poi latinizzato in Audeno e/o "Audoenus", vide la luce ai Plas Dhu, Carnarvonshire, Galles, come terzo figlio di Thomas Owen: era, senza dubbio, un membro della lingua gallese gentry. Frequentò quale borsista la scuola di Winchester (in un epigramma cita Thomas Bilson, un futuro vescovo di Winchester, quale suo insegnante privato) e come uno studente ottenne precocemente una certa visibilità nazionale come vero prodigio della versificazione in latino. Successivamente si iscrisse all'università di Oxford. Lasciata questa città, ove ricoprì qualche incarico di docenza universitaria, nel 1591, si mantenne quale insegnante nelle scuole del regno fin a quando Enrico VIII lo nominò direttore della scuola diWarwick. Ottenuta questa posizione avrebbe potuto vivere in un'onorata oscurità se non avesse rivolto alle pubblicazioni il suo naturale talento. Nel 1606 infatti editò il primo di una serie di volumi dei epigrammi latini, che gli guadagnarono una reputazione duratura come il Marziale di Gran Bretagna.
Di lui Aprosio possedeva il volume "Epigrammatum Ioannis Audoeni oxoniensis angli", libri 10 Editio nova Herbipoli : typis Iobi Hertzii, impensis Ioannis Bencardi bibliop. acad., 1658 213 p., [2] c. di tav : 1 ritr. ; 12°: tuttora custodito alla Biblioteca di Ventimiglia.
Stando all'SBN di Owen nelle biblioteche italiane sono reperibili i seguenti volumi:
Owen, John <1560?-1622>," Epigrammatum Ioan. OwenI Cambro BritannI Oxonienis", Amstelodami: Jansson, Jan <1. ; 1608-1665>, 1657
Owen, John <1560?-1622>," Epigrammatum Ioan. OwenI Cambro BritannI Oxoniensis", Amstelodami: Janssonius van Waesberge, Johannes <1.> & Weyerstraten, Elizaeus <1.> Weduwe en erven, 1669
Owen, John <1560?-1622>," Ioannis Owen Oxoniensis Angli Epigrammatum", Amstelodami: Jansson, Jan <1. ; 1608-1665>, 1646
Owen, John<1560?-1622>," Les epigrammes d'Owen traduites en vers francois par mr. Le Brun, avec le latin a cote. Ouvrage qui renferme les plus beaux traits de morale, d'erudition, de politique, de philosophie, de jurisprudence, & de medecine", A Bruxelles: Leonard, Jean, 1719
Owen, John <1560?-1622>," Epigrammi latini di Giovanni Owen / recati in lingua italiana da Giovanni Battista Gaudo, sulla edizione ultima correttissima ed accresciuta di alcune poesie postume", Oneglia", 1886
Owen, John <1560?-1622>," Ioannis Owen oxoniensis angli Epigrammatum editio postrema", Amstelodami: Jansson, Jan <1. ; 1608-1665>, 1644
Owen, John <1560?-1622>," Epigrammatum Ioan. OwenI Cambro BritannI Oxoniensis editio postrema, correctissima, & posthumis quibusdam adaucta", Amstelodami: Jansson, Jan <1. ; 1608-1665>, 1650
Owen, John <1560?-1622>," Epigrammatum Ioan. OwenI Cambro-Britanni Oxoniensis, editio postrema, correctissima et posthumis quibusdam adaucta", Amsterodami: Elzevier, Lodewijk <3. ; Amsterdam ; 1638-1669>, 1647
Owen, John <1560?-1622>," Joannis Audoeni Epigrammatum / edited, with an introduction, notes, indices by R.C. Martyn", Leiden", 1976-1978
Owen, John <1560?-1622>," S.O.S.: un'ombra in mare / Owen John", Milano", 1974
Owen, John <1560?-1622>," Epigrammatum Ioannis Ovven Cambro-Brittani, Oxoniensis", Lugd. Bat.: Elzevier, Bonaventura & Elzevier, Abraham 1.>, 1628
Owen, John <1560?-1622>," Epigrammatum Ioan. OwenI Cambrio-Britanni Oxoniensis", Amsterodami: Elzevier, Lodewijk <3. ; Amsterdam ; 1638-1669>
Owen, John <1560?-1622>," Epigrammatum Ioan Oweni cambrobritanni oxoniensis", Wratislaviae: Fellgiebel, Esaias, 1668
Owen, John <1560?-1622>," Epigrammatum Joannis Oveni Cambro Britanni Oxoniensis, et Alberti Ines e Societate Jesu, Acroamatum epigrammaticorum", Amstelodami", 1679
Owen, John <1560?-1622>," Epigrammatum Ioan Oweni Cambro Britanni Oxoniensis editio postrema correctissima et posthumis quibusdam adaucta", Wratislaviae: Fellgiebel, Esaias, 1678
Owen, John<1560?-1622>," Agudezas de Juan Oven, traducidas en metro castellano. Ilustradas, con adiciones, y notas, por don Francisco de la Torre, cavallero de la Orden de Calatrava ...", En Madrid: Sanz, Francisco, 1674
Owen, John <1560?-1622>," Scelta di epigrammi latini / di Giovanni Owen ; fatti italiani dal cav. Carlo Speranza", Pavia", 1863
Owen, John <1560?-1622>," Ioann. Oweni Oxoniensis Angli Epigrammatum", Amsterdami: Blaeu, Willem Jansz <1608-1639>, 1633
Owen, John <1560?-1622>," Joannis Oweni, cambro-britanni oxoniensis, Epigrammata", Basiliae: Schweighauser, Johann, 1766
Owen, John <1560?-1622>," Ioannis Owen Oxoniensis Angli Epigrammatum", Amstelodami: Jansson, Jan <1. ; 1608-1665>, 1640
Owen, John <1560?-1622>," Epigrammatum Ioan. Oweni, Cambro-Britanni Oxoniensis", Amsterodami: Elzevier, Lodewijk <3. ; Amsterdam ; 1638-1669>, 1647
Owen, John <1560?-1622>," Ioannis Owen Oxoniensis Angli Epigrammatum", Amstelodami: Jansson, Jan <1. ; 1608-1665>, 1646
Owen, John <1560?-1622>," Joannis Audoeni Cambro-Britanni Epigrammata", Parisiis: Didot, Pierre <1785-1828>, n. 25. Typis Pet
Owen, John <1560?-1622>," Epigrammatum Ioannis Owen Cambro-Britanni Oxoniensis. Collegij B. Mariae (quod vulgo Novum vocant) nuper socij. Libri decem. ...", Londini: Waterson, Simon Mathewes, Augustine, 1633



















Il Servizio Bibliotecario nazionale indica:
Stolcius de Stolcenberg, Daniel , " Hortulus hermeticus flosculis philosophorum cupro incisis conformatus, e breuissimis versiculis explicatus quo chymiatriae studiosi pro philotheca vti, fessique laboratoriorum ministri recreari possint. Authore M. Daniele Stolcio de Stolcenberg Bohemo, med. ...", Francofurti : impensis Lucae Jennisii [Jennis, Lukas ], 1627 - 165, 3 : ill calcogr. ; 8o - Marca non controllata (Fiamme uscenti da una montagna: "Adversis clarius ardet") sul front. - Segn.: A-K8L4 - L'ultima c. bianca - Dalla c. A5 bianchi il verso delle c. dispari e il recto delle c. pari - Impronta - D.n- s.r, o.u- s.s, (7) 1627 (R) - Paese di pubblicazione: DE - Lingua di pubblicazione: lat. - Localizzazioni: Biblioteca comunale - Palazzo Sormani - Milano - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma
Di questo autore, medico, alchimista e studioso di occultismo, di nazionalità boema vissuto tra 1597/99-? 1640, esiste anche un "Viridarium chymicum figuris cupro incisis adornatum, et Poeticis picturis illustratum: Ita ut non tantum oculorum et animi recreationem suppeditet, sed et profundiorem rerum naturalium considerationem excitet, adhæc forma sua oblonga Amicorum Albo inservire queat. Authore M. Deniele Stolcio de Stolcenberg Bohemo Med. Candidato", Francofurti: Lucae Jennisi 1624, 8°
Quest'opera compare in versione moderna come: Stolcius de Stolcenberg, Daniel, " Viridarium chymicum / Daniel Stolcius de Stolcenberg ; traduzione dall'originale latino e scheda biobibliografica intorno a Stolcius de Stolcenberg di Vinci Verginelli", Firenze : Nardini, 1983 - XVII, 237 p. : ill. ; 24 cm. - Collezione: Bibliotheca hermetica - Bibliografia Nazionale - 848349
Il "Viridarium" è caratterizzato dalla riproduzione di una serie di
incisioni che riprendono variamente la simbologia alchemica.




















Giova precisare che, in previsione del quattrocentenario della nascita di A. Aprosio quindi nel 2007 avevo concluso la digitalizzazione di tutte le opere a stampa dell'agostiniano intemelio e cio' avrebbe verosimilmente permesso (posso dirlo senza piaggeria nè falsa modestia) di formarsi un'idea nuova del frate e dello stesso barocco italiano.
Ciò non è avvenuto per le imprevedibili contingenze della vita ma siffatta digitalizzazione, avuto il suo compimento, è ora custodita in due DV multimediali.
Suggerire a parole l'idea di siffatta digitalizzazione e multimedializzazione sarebbe arduo: sia per comprovare la valenza del lavoro sia soprattutto per elencare la straordinaria erudizione aprosiana entro cui si può ormai solo "navigare" in forza di un lavoro interattivo.
Un sito informatico pur ampio come cultura.ventimiglia.biz non può ospitare (a costo di rallentamenti incredibili) la necessaria vastità dei collegamenti.
Tuttavia, per onorare un lavoro che intendevo dedicare contestualmente al caro amico Mario Damonte e ad Antonietta Ida Fontana grande studiosa di Aprosio e tuttora direttrice della Biblioteca Centrale di Firenze, ho pensato di inserire in rete due pagine prese a caso da un' opera qualsiasi di Angelico: nel caso la "Grillaia". Basterà "cliccare" sui "link" di collegamento (evidenziati con sottolineatura in rosso) per intuire la sconfinatezza dell'erudizione aprosiana che tuttavia giova dirlo non è statica ma muta ed in qualche modo si evolve nel contesto della sua produzione:
1 - Dalla "Grillaia", a titolo esemplificativo, si leggano dunque le pagine 518 - 519
Tuttavia un sito informatico incentrato sostanzialmente sulla figura di Aprosio che non proponga le opere di Aprosio risulterebbe abbastanza insulso se queste opere in qualche modo non fossero messe a pubblica disposizione: ecco dunque che come si può ricavare da questo Indice che le opere di Aprosio saranno sistemate in rete entro un tempo relativamente breve, tenendo conto che i lemmi evidenziati in color rosso ("red") risultano quali collegamenti ipertestuali nei citati DVD multimediali, mentre i lemmi evidenziati in color verde ("green") segnalano quei nomi, fatti, volumi, argomenti che nei DVD come nel contesto di questo sito sono specificatamente trattati ed elencati nei vari indici (fermo restando il principio che chi volesse entrare in possesso di dati ipertestuali presenti nei DVD e qui tecnicamente improponibili può sempre mettersi in contatto con questa struttura che come noto ha finalità culturali e non commerciali: sicuramente gli interessati volta per volta saranno soddisfatti)




















Thomas Farnaby (o Farnabie dal nome mediamente latinizzato in "Farnabius" , C. 1575 - 12 giugno , 1647 ), filologo inglese , autore di molte edizioni critiche tra cui in merito a quanto scritto da Aprosio:
Seneca, Lucius Annaeus," L. & M. Annaei Senecae Tragoediae, cum notis Thom. Farnabii", Amstelodami : apud Joannem Janssonium, 1643 - 371, 1 p. ; 12o - Marca (La Fama sorvola una sfera armillare. "Vivitur ingenio") sul front. - Segn.: A-P\1"Q6 - Impronta - **o- m.x- m.in ilgi (3) 1643 (R) - Paese di pubblicazione: NL - Lingua di pubblicazione: lat - Localizzazioni: PR0072 - Biblioteca Palatina - Parma - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma




















Seneca , Lucio Anneo o il Filosofo: Filosofo e scrittore (Córdobaca. 5 a. C. - Roma 65 d. C.). Nacque a Córdoba alcuni anni prima dell'era volgare (l'esatta data di nascita non ci è tramandata) da L. Anneo Seneca il Retore e da Elvia: fu il secondogenito dei loro tre figli (il primogenito era L. Anneo Novato e il cadetto Anneo Mela, che fu poi il padre di Lucano). Venne portato a Roma ancora infante e lì compì la sua istruzione frequentandovi la scuola del grammatico e del retore e ricevendovi una formazione retorica. Sentì assai presto il fascino della filosofia e seguì con passione gli insegnamenti di Attalo, di Sozione e di Papirio Fabiano. Questi suoi maestri (di cui purtroppo conosciamo assai poco) appartenevano l'uno (Attalo) allo stoicismo, gli altri due (Sozione e Papirio Fabiano) a quella scuola dei Sesti, che, unendo elementi neostoici e neopitagorici predicavano uno stretto rigorismo morale, la ricerca della perfezione e l'astensione dalla vita pratica, e particolarmente dalla politica. Sotto l'influsso di questi filosofi e di queste correnti di pensiero, Seneca formò quel concetto di filosofia cui fu fedele per tutta la vita: una filosofia intesa soprattutto come attività che investe la sfera etica e mira all'elevazione spirituale. A essa si dedicò con entusiasmo, accettando anche pratiche ascetiche (come quella, di origine pitagorica e propugnata dalla scuola sestiana, dell'astensione dai cibi carnei).



















Tito Lucrezio Caro poeta e filosofo romano ispirato dal pensiero dell'atomista greco Epicuro ed autore del celeberrimo poema "De rerum natura" (forse Roma ca. 96 - ivi ca. 53 a. C.).
Le notizie della tradizione sulla vita di Lucrezio Caro si condensano nel breve cenno di S. Girolamo, che parlando degli avvenimenti dell'anno 96 a. C. scrive nel Chronicon : «Nasce il poeta T. Lucrezio, che poi condotto alla pazzia da un filtro amoroso, dopo aver scritto alcuni libri negli intervalli della follia, libri emendati poi da Cicerone, si uccise nel quarantaquattresimo anno di vita». Le date di nascita e di morte, 96-53 a. C., sembrano confermate da una testimonianza di Donato, sebbene sussistano altre testimonianze che potrebbero far spostare di poco la datazione.
Il IV libro del "De rerum natura" cui fa cenno qui Aprosio espone la teoria delle sensazioni, che secondo la fisica epicurea sono prodotte dai sottilissimi veli atomici che si staccano dalle cose e giungono ai nostri organi di senso. Epicuro voleva dimostrare la veracità dei nostri sensi, attribuendo le cosiddette illusioni dei sensi al giudizio aggiuntivo dell'animo: in realtà quasi tutto il libro lucreziano è occupato dalla descrizione di miraggi e di immagini fantasmagoriche, fra cui le immagini dei sogni. Nel celebre finale viene trattata la più folle e dannosa illusione dei sensi, l'amore, rappresentato con spietato realismo, con l'intenzione di togliere il velo che idealizza agli occhi degli amanti e dei poeti il fantasma della persona amata.
Il passo aprosiano riporta la sarcina: "Qua vehimur navi, fertur, cum stare videtur;
quae manet in statione, ea praeter creditur ire.
et fugere ad puppim colles campique videntur,
quos agimus praeter navem velisque volamus."
(trad = "La nave da cui siamo trasportati, si muove, mentre sembra star ferma; quella che rimane immobile all'ormeggio, si crede che proceda oltre. E sembra che a poppa fuggano colline e pianure oltre le quali conduciamo la nave e con le vele voliamo).



















Un quesito che può sembrare effimero ma che ha una sua valenza anche culturale risiede nel fatto se Aprosio sia stato un buongustaio ("opsophagos" alla greca) e se questa sua eventuale postazione esistenziale abbia o non influenzato il suo "modus vivendi et operandi".
In effetti i primi dati che possediamo concernono semmai il disgusto per certi cibi e per una'alimentazione impropria: scorrendo, in ordine cronologico, la sua
"Biblioteca Aprosiana" cogliamo alcuni segnali di un certo rilievo.
Durante un viaggio in Toscana si registrano le rimostranze per un'ospitalità sgradita in una locanda ed ancor più per il vitto sgradevolissimo cui si era dovuto abituare allorché viaggio per la Dalmazia fermandosi a Lesina.
Benché nel "continuum" delle sue narrazioni si dichiari frugale si intende che sempre che la sua frugalità era intesa nel senso di un vitto sano associato ad un ambiente decoroso e ad una frequentazione di commensali degni di stima.
Insomma Aprosio era palesemente teorico di una interpretazione classica del convito, laddove non si vivesse solo per il mangiare ma dove un desinare qualitativamente nobile interagisse sempre con la nobiltà del luogo e delle dissertazioni tra commensali: in questo caso giunge emblematico quello che scrisse in merito al suo ritorno ed al suo tenore esistenziale e gastronomico nella natia Ventimiglia.
Scorrendo ancora la "Biblioteca Aprosiana" si riscontra un passo peculiare laddove l'erudito intemelio cita quale suo punto di riferimento per le idelaità della vita alimentare laddove viene citata la "Michaelis Havemanni Amusium sive Cynosura studiosorum, luculente monstrans, quomodo sint explorandi; laudabili diaeta conservandi; a morborum adsultu vindicandi; ... in calidis votis habent...Editio aucta et innovata" in definitiva un'opera di varia erudizione ad uso degli eruditi e della salvaguardia dei loro studi redatta dal tedesco Michael Havemann, vissuto tra il 1597 ed il 1672, in cui, qual ideale comportamento gastronomico dei dotti, si consiglia (I, 9, p. 78) di seguire un esempio propositivo socratico che suggerisce per lo star bene ed il ben pensare un'alimentazione parca, sana e semplice atteso che "il ventre grasso non genera sottile sentimento".
L'affermazione, per quanto condivisibile e sostanzialmente rispettata da Aprosio nell'arco della sua vita, contraddice però alcuni aspetti del sue essere e vivere in contesto sociale, anche semplicemente leggendo quanto egli scrive sui pregi del vino intemelio ed ancora delle trote del fiume Roja: tutto ciò resta comunque regolato da un invito alla gradevolezza ed alla misura che si riscontra indirettamente, sempre nel repertorio biblioteconomico stampato nel 1673 laddova a pagina 35 il frate riflette sulla negatività di tutte le forme di abuso come il tracannare, cioè il bere a dismisura, il vino.
Una peculiare notazione di pagina 59 del menzionato repertorio ci suggerisce però come il vero mentore del comportamento conviviale aprosiano, al di là degli stessi autori siciliani, sia stato il greco Ateneo di Naucrati nella maniera ben s'intende dell'ideologia conviviale espressa nei "Depnosofisti" ovvero "Sofisti a banchetto" in cui garbatezza od acutezza nel dire interagiscono con la pregevolezza di bevande ed alimenti.
Anzi: la prossimità comportamentale di Aprosio rispetto ad Ateneo si può riscontrare proprio nella dissertazione riservata alla citata potenzialità gastronomia della sua Ventimiglia.
Aprosio qualifica la città ligure per la qualità dell'acqua, del vino e dei pesci: non cita altri prodotti né alimenti di uso forse più comune o popolare, proprio appunto di una dieta frugale.
Nel libro VII de "I Deipnosofisti", nella splendida citata traduzione italiana della casa editrice Salerno, si legge questo emblematico brano:
[4]" Molti erano i pesci già serviti, ed altri ancora venivano via via preparati al momento, di grandezza e varietà inusitate. Mirtilo a questo punto osservò: - E'giusto, amici, che, il pesce, tra tutte quelle pietanze di accompagnamento che vanno sotto il nome di "òpson", proprio per il suo gusto ricercato, meriti di essere chiamato lui solo così, da quelli che vanno pazzi per questo cibo. Noi, del resto, non chiamiamo certo buongustai quelli che mangiano carne bovina, come Eracle, che
'dopo le carni dei buoi, passò ai fichi freschi'
e neppure chi è ghiotto di fichi, come fu il filosofo Platone, stando a quello che dice Fanocrito nell'opera intitolata 'Eudosso'. Lo stesso autore racconta, tra l'altro, che Arcesilao era ghiotto d'uva. Chiamiamo invece buongustai quelli che si aggirano per i mercati del pesce"'[...].
"Opson" originariamente aveva la valenza di 'companatico' da accompagnarsi al pane ("sitos"): successivamente acquisì il prevalente significato di "pesce" (vedi anche Plutarco, "Questioni conviviali", IV 4 2 667f - 668a). Ne derivò un termine "Opsophagos" di una certa estensione semantica sì da poter oscillare tra goloso e buongustaio passando per gli stadi intermedi di ghiottone e goloso di pesce (non si dimentichi peraltro la forma "opsopoiòs" = "cuoco" con tutte le convergenze che ha con il verbale "opsopoìeo" = "preparo vivande").
Nella situazione del libro VII, 4 dell'opera di Ateneo comunque "opsophagòs" equivale chiaramente al concetto di buongustaio e buongustaio, ma in questa maniera classicheggiante propria dei romani dotti e raffinati, grandi amatori dell'alimentazione a base ittica".
E del resto in merito a questa specifica postulazione di buongustaio od "opsophagòs", avanzata in merito al tenore alimentare aprosiano, vale una lettera tardiva di Jacopo lapi (Aprosio oramai risiede stabilmente in Ventimiglia) laddove leggesi :" "Mi sovviene che nella sua lettera ella mi dava avviso di come se ne stava costà per queste montagne del Genovesato mangiando di buone trote e bevendo alla nostra salute, al ché Le rispondo con un magnifico: Buon pro le faccia"" ["Epistolario, lettera del 30 aprile 1662"].











"Opsopoeus, Vincentius" è il nome sotto pesudonimo classico (il nome proprio si è conservato, il "cognome" è un grecismo nel significato di "cuoco, facitore di prelibatezze alimentari") di Vinzenz Heidecker poeta latino tedesco dall'imprecisabile data di nascita morto nel 1539. E' noto che studiò a Wittemberg e dal 1524 Lipsia godendo dell'amicizia di Melantone e del "Camerarius": di formazione classica fu docente di varia umanità esercitando ad Ansbach, dove esercitò anche l'incarico di Rettore.
Studioso di autori greci e romani quali Polibio, Luciano, Omero ed Ovidio raggiunse soprendente celebrità epocale con il "De Arte Bibendi" (Norinberga 1536) una sorta di "elogio del vino" che interagisce con il culto dei banchetti dei classici e dei piaceri della tavola da buongustai magari intessuta coi diletti di un'arguta compagnia conviviale che comporta una decisa riprovazione di tutti i comportamenti estremi e volgari, propri di ubriaconi e d avvinazzati.
Stando alla pubblicazione del 1642 ("L'Occhiale Stritolato ") in cui Aprosio ne riproduce un'ampia sarcina (in definitiva l'"invocazione a Bacco") si ricava che l'erudito intemelio può aver attinto solo alle prime tre delle edizioni qui registrate dalle investigazioni dell'SBN: sempre che di altra edizione (l'opera godeva di una certa diffusione anche in Italia) recuperata in ambito veneto ed in un contesto privato di cui può essersi perduta memoria e/o traccia:
Opsopoeus, Vincentius," De arte bibendi libri tres, autore Vincentio Obsopoeo. D. Sebastiani Hamaxurgi apud fontes salutares frumentatoris, hexastichon", (Norimbergae : apud Ioh. Petreium, 1536) - [50] c. ; 4o. - Iniziali xil. - Rom. ; gr. - Segn.: a-l4 m6 - Impronta - s.t. m.r, o.i, QuPo (C) 1536 (R) - Paese di pubblicazione: DE - Lingua di pubblicazione: lat. - Localizzazioni: Biblioteca internazionale La Vigna - Vicenza - Biblioteca nazionale centrale - Firenze
Opsopoeus, Vincentius," De arte bibendi libri tres, autore Vincentio Obsopoeo... Denuo ab autore recognitum, & plus quam sexcentis versibus locupletatum" (Norimbergae : apud Ioh. Petreium, 1537) - [54] c. ; 4o - Segn.: a6 b-n4 - Impronta - *.** umed s.s: CuCu (C) 1537 (R) - Paese di pubblicazione: DE - Lingua di pubblicazione: lat, grc. - Localizzazioni: Biblioteca nazionale Braidense - Milano
Opsopoeus, Vincentius," De arte bibendi libri tres, autore Vincentio Obsopoeo Germano. Quibus adiunximus De arte iocandi libros quatuor, Matthiae Delij Hamburgensis, cum luculenta in eosdem praefatione ... ", Francoforti ad Moenum, 1578 (Impressum Francoforti ad Moenum : ex officina haeredum Christiani Egenolphi : impensis Adami Loniceri, Ioannis Cnipij Andronici secundi, doctorum, & Pauli Steinmeyers, 1587) - [104] c. ; 8o - Cors. ; gr.; rom. - Segn.: A-F8 G-H4 I-O8 - Contiene: "De arte iocandi libri 4. scripti carmine a Mattheo Delio .." Numeri: Impronta - *;*, o-ua s.um SuIn (C) 1578 (A) - Nomi: Opsopoeus, Vincentius - Delius, Matthaeus <1523-1544> - [Editore] Egenolff, Christian Erben - [Editore] Lonicer, Adam & Cnipius, Johannes &Steinmeiers, Paulus - - [Pubblicato con] "De arte iocandi libri 4. scripti carmine a Mattheo Delio Hamburgense ...", - Paese di pubblicazione: DE - Lingua di pubblicazione: lat, grc. - Localizzazioni: Biblioteca universitaria di Bologna
Opsopoeus, Vincentius," Vinc. Obsopoeus De arte bibendi lib. quatuor, et arte iocandi lib. quatuor, accedunt Artis amandi, dansandi, practica item meretricum fides; aliaque facta ", Lugd. Batav. : ex typographia rediviva, 1648 - 2 pt. ([8], 280; 190, [2] p.) ; 120. - Note Generali: Pt. 2: "Variorum auctorum Practica artis amandi, et declamationes Philip. Beroaldi, contenta sequens pagina indicabit", - Paese di pubblicazione: NL - Lingua di pubblicazione: lat. - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze
Opsopoeus, Vincentius," De arte bibendi lib. quatuor / Vinc. Obsopoeus. Et Arte jocandi lib. quatuor, accedunt artis amandi, dansandi, practica item meretricum fides: aliaque faceta " Lugd. Batav. : ex typographia rediviva, 1658 - 2 pt. ([8], 135 [i.e. 143, 1]; 280 p.) ; 12o. - Note Generali: Per la sottoscrizione (Abraham Commelinus) cfr.: J.A. Gruys & C. de Wolf, Thesaurus 1473-1800 Nederlandse boekdrukkers ... Dutch printers a - "De arte jocandi", di Matthaeus Delius inizia con occhietto a c. C12 r - Il nome dell'A. in testa al front. - Marca (la Verita) sul front. d'insieme - Marche (Leone : "haec libertatis ergo") sui front. interni - Segue con proprio front., a c. I1r. della pt.2.: "Antonius Arena provincialis, de bragardissima villa de Soleriis, ad suos compagnones .." - Tit. della pt. 2.: "Variorum auctorum practica artis amandi, et declamationes Philip. Beroaldi" - Impronta - e-n- reus atu- nava (3) 1648 (R) - Impronta - isr- s.x, t.us HiSy (3) 1648 (R) - Opsopoeus, Vincentius - Delius, Matthaeus <1523-1544> - Arene, Antoine - [Editore] Commelinus, Abraham - - [Pubblicato con] "Variorum auctorum practica artis amandi, et declamationes Philip. Beroaldi ..." - Paese di pubblicazione: NL - Lingua di pubblicazione: lat. - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma
Opsopoeus, Vincentius," De arte bibendi / Vincentius Obsopoeus. Theses inaugurales de virginibus. Bonus mulier, sive De mulieribus vel uxoribus. Accedunt & alii tractatus, lectu jucundissimi, multisve moralibus ad mores seculi nostri accommodati, illustrati & adornati. Quorum seriem sequens pagina indicat ", Amstelaedami : apud Joannem Pauli, 1737 - [4], 452 p. ; 12 - Il nome dell'autore della prima opera precede il tit. - Gli autori delle altre due opere sono: Junonius Parthenophilus e Catharina Florida Paphiensis (seconda opera) e Conradus Trentacinquius (terza opera) - Front. stampato in rosso e nero - Segn.: pigreco2 A-S12 T10 - Contiene opere di vari autori - Impronta - 4389 t.is t.re UrSi (3) 1737 (R) - Nomi: Parthenophilus, Junonius - Paphiensis, Catharina Florida - Trentacinquius, Conradus - Obsopoeus, Vinzenz - [Editore] Pauli, Johannes - [Pubblicato con] "Theses inaugurales de virginibus" - [Pubblicato con]"Bonus mulier, sive Centuria juridica practica quaestionum illustrium: de mulieribus vel uxoribus " - Paese di pubblicazione: NL - Lingua di pubblicazione: lat, ger. - Localizzazioni: Biblioteca APICE - Archivi della parola, dell'immagine e della comunicazione editoriale - dell'Università degli studi di Milano












Si tratta del medico, naturalista e filosofo danese Fuiren, Heinrich (1614-1659) di cui una sorta di biografia si può leggere in Witte, Henning, "Memoriae medicorum nostri seculi clarissimorum renovatae decas prima (- secunda)" Königsberg, Frankfurt: Hallervord, 1676. - 185 [i.e. 285] S. 8°
. Compì un affascinante viaggio culturale attraverso l'Italia, raggiunse o sfiorò mete e centri ben conosciuti da Aprosio con cui entrò in contatto, soggiornò a Padova, Bologna, Firenze, Napoli ecc, dove entrò in contatto con personaggi illustri tra cui eruditi e scienziati del del calibro di Fortunio Liceti, di Ulisse Aldrovandi, Marco Aurelio Severino, Pietro Zacchia, Pietro Servio.
Di lui fu redatta un' orazione funebre da T. Bartholin altro corrispondente dell'Aprosio.
Nelle biblioteche italiane se ne conservano le seguenti opere (Fuiren, Thomas fu il fratello di Heinrich):
Fuiren, Thomas," Rariora musaei Henrici Fuiren medicinae doctoris quae academia regiae Hafniensi legavit, publici iuris facta a Thoma Fuiren", Hafniae : imprimebat Matthias Godicchenius, 1663 - [13] c. ; 4o - Marca sul front - fregi e iniz. xilogr - Segn.: A-C4 D4 (-D2) - Impronta - a.o. *.a. a.a. CoCo (C) 1633 (R) - Paese di pubblicazione: Danimarca - Lingua di pubblicazione: latino - Localizzazioni: Biblioteca nazionale Braidense - Milano
Fuiren, Heinrich (1614-1659), " Henrici Fuiren Dani Praelectiones Basileenses De ascite consensu & autoritate gratiosissimi collegii medici, pro summis in medicina privilegiis rite obtinendis mense Septembri habitae" Basileae : typis Georgi Deckeri, acad. typogr., 1645 - 96 p. ; 8o - Fregi e iniz. xilogr - Segn.: A-F8 - Impronta - S.N. b-r, e-i- aumo (3) 1645 (A) - Paese di pubblicazione: Svizzera Lingua di pubblicazione: latino - Localizzazioni: Biblioteca nazionale Braidense - Milano
Fuiren, Heinrich (1614-1659), " Bibliotheca medica Henrici Fuiren medicinae doctoris experientissimi, quam Patriae Academiae legavit", Hafniae : typis Viduae Petri Hakij, 1659 - 134 p. ; 40. - Impronta - a-is 5.um i.i. 2.1. (3) 1659 (R) - Paese di pubblicazione: Danimarca - Lingua di pubblicazione: latino - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze

ORATIO In obitum Meritissimi Viri, HENRICI FUIREN, Medic. Doctoris, et in Regia Acad. Hafniensi Professoris Publ. Dicta Hafniae VII. Cal. Iun. An. M. DC. LIX. a THOMA BARTHOLINO. Inusitatum candoris virtutisque omnis exemplum nobis orbique subreptum in HENRICO FUIRENIO, Clariss. [page 194] Medicinae utriusque Doctore, deploramus, cui iusta persoluturi, dolendum ne in publica magis calamitate, quam privato amici luctu iure dubitamus. Aestimanti enim utriusque iacturae, pacis et amicitiae, fortunae et virtutis conditionem, illa potior occurrit, cuius damnum est irreparabile, quaeque meliora exemkpla mortalium animis im pressit. Aestuantis quidem belli exempla detestamur, quibus veluti pilae hinc inde varia fortuna, sed dura semper, iactamur, milleque miseri involvimur ruinis, caelo infenso et superis iratis in nostri perniciem coniurantibus, quum ubique prostent miseriarum argumenta, et velut victimae homines passim immolentur, ut patriam tandem in patria quaeramus, et alia opus sit infelicitate ad istam tuendam infelicitatem. Malorum omnium in bello sumam contraxit DEUS scelerum vindex, quia nostra scelera vindictam merebantur, et suppliciis nostris acerbae Numinis irae litandum erat, quae tanto urgent premuntque vehementius, quo sunt iustiora: Sed tamen, quia pacis tantum causa ex Platonis sententia suscipiendum, mediis bellorum fluctibus haud dubia spe erigimur, quod pace postliminio nobis restituenda, aliquando sit terminandum, quodque vitiis cessit, virtute possit revocari. Quis vero integros illos mores reducet, antiquam constantiam et candidam mentem, quibus cum FUIRENIO ivimus nuper exsequias? Vellem nobis blandiri, si possem, si saeculi iniquitas pateretur. Prona iam mihi in peius fides. Mala multa patimur, sed maiora vel experiemur vel merebimur, quia exulat candor, proscripta ex animis recti verique voluntas, in DEUM hominesque amor, et quicquid denique beatos nos reddit et felices, laudare malumus quam imitari. Bellorum finem praevidemus, sed numquam vitiorum, quae insanabilia, quia ferro exasperantur. Nos igitur publicis his aerumnis irretiti, quibus se subtraxit praescia futurorum FUIRENII mens, tantum virum privatim, sed publico quoque nomine grata in beatos manes recordatione deflemus, quod vitae taedio inter maxima mala existimaverit vivere, morique maluerit natus divinâ, quam didicer at arre, mortales servare, quam inter vivos quottidiana funera intueri, et perversos mores. Utinam eo amico diutius frui licuisset, ut tantarum virtutum commercio publicis facilius incommodis sufficeremus, quibus tanto urgentius premimur, quo acerbior est doloris magnitudine amici memoria. Ego tot annorum itinerum studiorumque comes, [page 195] sanguinis vinculo, sed maiori amicitiae veritatisque iure obstrictus, committere nolui, ut beati FUIRENII et in publicum et in me merita, totque illustres virtutes, quibus velut gemmis vita eius insigni fulgore coruscavit, alta oblivione sacri vatis defectu sopirentur. Pauca ex multis libabo, quia cuncta paucis pagellis comprehendere, nec mea tenuitas nec fecunda bnis exemplis FUIRENII vita patitur, in qua sola beatissimae vitae habuimus compendium. Plura tamen dicturus sum, quam voto conceperam. Enimvero, quod si ipsum redivivum quottidie intueri, et velut in speculo non fictam virtutum maximarum speciem admirari in superstite liceret, iucundius opera hac supersederem. Nunc quia nobis fata Virum inviderunt, pene dixerim, virtutem omnem ex mortalium contubernio cum illo abduxerunt, in hoc erimus facundi, ut prae multitudine excellentium virtutum vel minima dicantur. Nota narrabo, a primis tyrocinii annis consuetudine mihi perspecta, quorum fidem non commendabo Lectoribus, quibus vel FUIRENII virtus, vel nostra fama innotuit, ego insuetus mentiri, ille nec mentientes ferre.
Sicco pede praeclaros FUIRENII natales praeterirem, nisi et hi inter virtutis argumenta essent, quibus inflammati posteri, ad gloriam concitatiori cursu grassantur. Non terrae filius fuit noster, sed ex familia Asclepiadea satus, Patre Medico consummato, sed extra saeculi fastum D. Georgio Fuirenio, Botanico et Chymico nulli secundo, Matre vero Matrona incomparabii Margareta Finchia, summi Medici D. Thomae Finchii, Avi nostri, filia lectissima. Dies erat XXVIII. formosissimi Maii, quarto decimo saeculi currentis anno, quo lucem primam vidit beatus FUIRENIUS, et primam parentibus laudatissimis, Avoque Paterno tum adhuc superstiti, Spectatissimo Viro Henrico Fuirenio Seniori, spem et exspectationem concitavit, quam cum aetate egregia pueruli indoles indies exauxit confirmavitque. Eluxere enim in prima aetate haud obscura indicia, quibus et se tantis parentibus dignum assereret, et sequuturae vitae praeclarum initium faceret. Abutroque Avo, rarissimo et venerando senum pari, gravitatem primis annis didicit a Patre Doctissimo literarum semina, a Matre, qua nihil inter feminas sanctius, cum ipso lacte pietatem, probitatem caeloque dignas virtutes ceteras imbibit, ex omnibus compositos mores et vitae integritatem, quam semper servavit, [page 196] laudabili aemulatione expressit animo et concepit. Haustis domi a severis magistris studiorum fundamentis, altius postea aliis se neutiquam immersit, quibus ad ornatum potius quam utilitatem eruditi utuntur, sed quum artem longam, vitam perbrevem ex Coo intelligeret, statim patriae Academiae initiatus, initia meditabatur artis ad quam naturae quadam propensione, et parentum exemplo ferebatur. Tantum tamen aliis indulsit, ut linguis Latina et Graeca scientiisque Philosophicis, inprimis Mathesi, esset abunde ad eruditionem Medicam instructus. Et haec et illa acriter ursit auspiciis beati Parentis nostri, in cuius familia per tempus vixit, moxque morienti adstitit, et fideli operâ Magni Avi sui Thomae Finchii cuius convictu postea et eruditione quottidie utebatur, denique consiliis D. Olai Wormii Affinis et M. lacobi Finchii Avunculi, plurimum adiutus, quorum omnium ductu tantum profecit, ut capacior animus per latiorem orbis campum esset explicandus. Itaque Soram cum Parente nostro et fratre seniore Bartolo Bartholino concessit, ut D. Ioachimo Bursero Celebri Florae Amasio, familiarius innotesceret. Numquam eo fuit animo, quo multorum stultitia pervenit, quibus patrise bona sordent, et externa quaecumque singulari se fuco adornant. Famam et eruditionem magnorum Medicorum, qui ea tempestate in patria nostra eminuerunt, Finchii, Wormii, Arnisaei, Fabricii, Burseri, Laurenbergii, Fossii, Pascasii, Sperlingii, Severini, Laelii, aliorumque, suspexit semper et ad imitandum serio, nec infelici successu elegit. Insigni Parente suo praemature orbatus, ab aliis hausit scientiam, qua ad stuporem domi ille abundabat, filioque eandem insevisset, si mors non intervenisset, magnis inimica conatibus. Posteaquam Sorae Clarissimo Burseri succo victitasset propter Epidemiam luem, quae patriam depopulabatur, et Excessum Parentis nostri Caspari Bartholini, ad suos reversus alios soles meditabatur, quibus ulterius inclaresceret virtus domi spectata. Belgium primo adiit, et in florentissima Leidens. Academia, vicinisque bonarum literarum emporiis, quatuor annorum decursu universum Medicinae studium absolvit. Cadaverum sectionibus apud Adrianum Falcoburgium, nitidum Prosectorem, vacavit, Botanico sub Adolfo Vorstio Florae genio et Polyhistore excoluit, crebrisque excursionibus inquilinas Bataviae plantas collegit, Praxin auspiciis Ottonis Heurnii et Evvaldi Screvelii exorsus, [page 197], Nosodochium frequentavit, et duce Ioanne Walaeo medico subacti iudicii singula ac curatiori cura percurrit. Subinde Amstelodami summos in arte secandi et medendi Magistros Nicolaum Tulpium et Zacutum Lusitanum audivit invisitque. Franekerae nonnumquam studia sua Menelao Winshemio notae famae Medico, submisit. Traiectiquoque ad Rhenum, cuius sollenni inaugurationi interfuit, henrico Regio, Reimere, aliisque rarae doctrinae Professoribus innotuit. Enchysae denique Paludani Musaeum, Naturae illud theatrum, curiosis oculis perlustavit. Ubique hoc egit, ne locatae operae temporisque paeniteret, ab omnibus quos eruditio Medica evexit, mutuatus est, quod arti suae sciret profutu rum, et ubique modestiae, candoris et insignis doctrinae famam post se reliquit. Maturus deinde eruditione et iudicio ad Gallos abiit, cultissimam gentem, ut officiosam linguam amplioremque doctrinae proventum sibi compararet, Lutetiae in scholis Medicorum discendi cupidus frequens visebatur, in Theatro Anatomico Medicorum et Chirurgorum assiduus erat Dissectorum spectator, privatoque cultro extra animalium evolvit, in Nosocomiis instructissimis variorum morborum historias vidit et curationes, sub Davisonio Chymico Clarissimo arcana naturae ignis artificio sollicitavit et invenit, Hortum Regium variis plantis sub Dn. de la Brosse magnifice nuper instructum, amore Florae saepicule ingrediebatur, et quicquid denique ad artis suae perfectionem ubique in urbe vastissima extabat sine taedio viarum aut sumptuum avidissimo animo venabatur. Reliquas Galliae Provincias eadem sollicitudine percurrit, non tam videndi studio, quod plurimis sufficit, quam ut naturae varietatem in elegantissimo imperio, et doctorum de singulis iudicia exquireret. Bone DEUS! quam turpiter hic alii se dare solent, qui terras oberrant, veluti pecora, luxum peregrinum tantum sectantur et ad suos referunt, neglectis praeclaris gentium institutis, sola vitia, habitum peregrinum, et peregrinos morbos pro usu patrio mercantur. Rectius domi manerent illi, et focum patrium instruerent. Oceanum, ad quam sanctius vivitur, suis moribus inficiunt, et dum alienos errores imitantur, propriae poenae misere succumbunt. Noster FUIRENIUS ubique incorruptos mores servavit. Vitia aliorum vidit multa, sed correxit et exsecratus est, omniaque praeclara amplexus didicit in peregrinatione servare modum. [page 198] Peccant enim et illi, qui nimis curiosâ diligentia per omnia vagantur quaeque multi scire debent, soli volunt. Non omnia mens humana capit, et omnium intervenire secretis in peregrinatione periculosum. Id per universam vitam FUIRENIUS egit, ut sine ulla Polyhistoris ambitione, sola illa sectaretur modestissime, quae maxime facerent ad Medicae artis complementum. Pluribus illam temperantiam optaremus, qui universum ingenio suo metiuntur, et intra diligentiae suae ambitum constringunt. fastidientis stomachi est, omnia Apicii fercula degustare, quae inquinant corpus, non alunt. Ut ciborum, ita et doctrinae suus est modus. Nimia eruditio onerat, moderata prodest. Hinc, dum omnia nonnumquam nimia sciendi aviditate sectamur, quae necessaria sunt vel negligimus vel non assequimur. Late patet Medicinae campus, per quem decursurus, caveat, ne vel nimiis sarcinis oneri succumbat, vel serius tardiusque iter aggrediatur. Antiqui amplitudinem artis emendaturi, ut singulis pares essent, singulas partium affectiones suis Medicis assignarunt. Nostro saeculo omnium particularum salus uni Medico incumbit, qui vix partibus suis ex voto aegrorum defungetur, si per varia Criticorum, Historicorum, antiquariorum, Philosophorum, Politicorum, ICtorum, Theologorum studia nimio temporis discpendio et audaci temeritate fuerit divagatus. In immensum quoque crevit Medicorum inter nostros scientia. Anatomes, Botanices et Chymiae amplitudo, et novorum morborum infelix ortus, potiorem hominis aetatem solitariasque curas requirit.
Itaque accuratum FUIRENIUS cum studiis calculum subduxit, et nglectis in itinere quisquiliis seriora Medicorum apprehendit. Quo animo ab itinere suscepto ad Montem Pelium deflexit, illustre illud Medicorum domicilium, ubi copiosius per campos suas opes Flora et ornamenta spargit, et in urbis horto luxuriat. Gratâ praesentiâ Fr. Ranchini et R. Bellevali Medicorum in orbe notorum favorem ibidem meruit, et Catellanum celebrem Compositionis Alkermes Dispensatorem convenit.
Marsilia Genoam vectus, per Liburnum, Pisas, Florentiam, et Bononniam, Patavium appulit, quam studiorum optatissimam sedem sex annorum spatio sibi delegit. In familia Ioannis Rhodii Polyhistoris et Medici, maximo Rei publicae Literariae damno non ita pridem defuncti, ex cuius familiaritate quottidiana tantum discere potuit, quantum frustra [page 199] alibi passimque per orbem quaesivisset, cum fratre Thoma Fuirenio, Viro Eruditissimo, naturae artisque Medicae abditis nocturna diurnaque industria se immersit. Ingentes conatus iuvit Ioannis Veslingii in dissecandis cadaveribus dexteritas, et in Creticis Plantis facundia, quem etiam ad BALDI MONTES amicum comitabatur; Magna Veslingii erat fama, et maior eloquentia, quam accurara manus comitabatur. Quum duraturo ad omnem memoriam operi Anatomicas figuras per caelatorem ex vivis cadaveribus exprimendas adiungeret, praeter FUIRENIUM nostrum, Me et Leonicenum admisit neminem. Eodem Ioanne Leoniceno, artis perito, praeeunte,homines animaliaque privata manu FUIRENIUS evisceravit, et artificiosas venarum, arteriarum et nervorum, magna cura ex unius hominis cadavere exsectorum, tabellas stupendo opere exstruxit patriae Academiae destinatas. Chirurigicas operationes apud Petrum de Marchettis, unicum Aquapendentis discipulum superstitem, manu promptum et consilio, accurate perdidicit. Chymiam cum I. Zvvelsero, domestico tum nostro, iam bene de Re Pharmaceuticâ merito, recoluit. Consultationibus gravissimorum medicorum Benedicti de Benedictis, Io. Dom. Salae, Benedicti Silvatici, Io. Veslingii, Fr. Frigimelicae, aliorumque, subcisivas horas impendit, et perpetuus Exercitatiss. Medici Io. Dom. Salae laudati erat comes, cuius favore et incredibili humanitate ad omnes aegros cum illo admittebamur. Referebat ad Diarium singulorum aegrotorum affectiones, causas morborum, signa, curandi Methodum, remediorum formulas a Sene nostro praescriptas, denique eventum, qua exercitatione nihil ad recte feliciterque medendum utilius, quum frustra in universalibus scientia nostra occupetur, nisi in Caio vel Titio exerceatur. Bibliothecae interim illustris Nationis Germanicae cum laude praefuit, resque eiusdem rantâ prudentiâ, Consiliarii titulo, administravit, ut omnium applausum memerit, et supremum in Gymnasio patavino magistratum obtinuisset, si a modestia eius id impetrare potuissemus Ceterum gloriae contemptor maluit honores mereri, quam accipere, et quamquam civili abundaret prudentia, eruditioneque Medica excelleret, numquam tamen vel inde laudem, vel hinc lucrum ambivit. Sibi maluit privatim vivere et cum sapientia habitare quam publicae omnium se invidiae exponere. Felicius degunt, qui hac animi moderatio~ne vitam quietam sine [page 200] ambitu ducunt, vere illi vivunt, nec spiritum ab aliis precario trahunt. Honroes declinare quos meremur, magnae opus est prudentiae, maioris tamen se ipsum prudenter sine fastu gerere, et sua felicitate contentum sibi ipsi imperare. FUIRENIUS noster sibi oblatum honorem Naturae artique Medicae detulit, dum spretis aliorum superbis curis, honorumque blandimentis unius veri utilisque investigationi sese unicum addixit, ut sciret penitius naturae procus, quid sinu interiori condiderit natura, quid amasiis suis aperuerit, quid de naturae vitiis et morborum incantamentis vel usus probaverit, vel maiores tradiderint. Utrumque in prolixo itinere quaesivit et invenit. Maiorum iuniorumque Medicorum placita ex editis monumentis investigabit, quae tantâ curâ tantoque delectu passim in itinere et patriae redditus congessit, ut paucae in orbe medico huic Bibliothecae conferri possint. Naturae varietatem et insolitos morborum casus sedulâ inter itinerum molestias invenit exercitatione. hac mente animatus, quum diutius moram utilem Patavii traxisset, reliquas Italiae urbes data oportunitate perlustravit. Venetiis Caecilei Folii Anatomici et aliorum conatus publico dedicatos expendit. Bononiae, Fortunii Liceti, Philosophi tum eminentis, postea primi in Gymnasio Patavino, Sala defuncto, Professoris medici amicitiae se insinuavit. Ibidem opera Barth. Ambrosini in Musaeum Aldrovandinum admissus Naturam variam venerabatur. Florentiae Magni Ducis Etruriae officinam Chymicam et alia visu digna invisit: In urbium Reginâ Româ benevole ab Equite Illustri Cassiano a Putes, naturae et antiquitatis promocondo exceptus, eruditos P. Athanasii Kircheri, utiles Pauli Zacchiae, et curiosos Petri Servii labores admirabatur. Neapoli Chirurgorum Principem Marcum Aurelium Severinum, hospitem olim nostrum sibi demeruit. inde Vesuvii vidit ignes, thermas Puteolanas, fontes Tiburtinos, et quicquid rarum aliisque terris invisum florentissim a Italia exteris solet monstrare. Omnium singulari amore tenebatur et de natura sollicitus, visis imperati Neapolitani et Calceolarii Veronensis naturae thesauris, ipse collegit quicquid hinc inde illustre spectantium oculos animosque exsatiat. Digna profecto severis ingeniis diligentia, unde pressius naturam velut nudam et sine velo intuemur. Ludunt illi operam, qui Naturam inter Sophistarum tricas et disputationum contentiones quaerunt. [page 201] Monstrari debent haec, non disputari, et sexcentis Sophistarum distinctionibus ne culicem aestare mediâ profligaveris. Peffime se prostituunt multi, qui pleno ore de plantis certant, de animalibus disserunt, de Metallis commentantur, de natura Rerum litigant, et si ad rem ventum fuerit praeter olus et asinos norunt nihil, quia in cerebro naturam formant, et ingenii acumine constringunt. Inspicienda ipsa Natura est ut in telligatur, et sensibus in vestiganda, quae sensibus capiuntur. Ingredere Musaeum FUIRENII, quicumque Philosophi nomen inanibus altercationibus ambis, ut Philosophus egrediaris, discasqueve, quod ignoras, aliud esse naturam nosse aliud rationem. Videbis ibi artificiosas offium humanorum omnis aetatis compages, nervorum venarumque speciosas tabellas, metallorum genera, mineralia, terrarum varietates, gummata, lapides suis classibus per species distinctos, animalia peregrina, monstrosos pisces, serpentum exuvias, lacertos squamosos, insecta variegata, miras concharum facies et infinita alia naturae ludentis miracula, ex quibus ad publicum commodum et solidam eruditionem plus erues, quam ex mille libris, aut bis mille disputationibus. Hisce in itinere accurate conquisitis domique postea digestis, animum verâ Naturae cognitione imbuit FUIRENIUS et per omnem vitam insigni voluptate pavit. Hoc Medicae doctrinae thesauro, usu rerum praeclararum, selectissimorum librorum et universae naturae copiâ instructus, velut amplis spoliis, relictâ Italiâ per parmam, Placentiam, Mantuam, Mediolanum, perque Alpes invios cum fratre Theodoro Fuiren, illibato illo pectore, Helvetos salutavit masculam et cordatam gentem, inprimis Basileae, laude medentium clarae, videndi desiderio tenebatur. Summa humanitate Medicinae Proceres, Emanuel Stupanus, Io. Iacobus a Brunn, Io. Casp. Bauhinus, Felix Platerus Iunior, iunctos nos exceperunt, utriusque Parentis memoriâ et amicitiâ. Passus est hic FUIRENIUS noster se exorari, et a se tandem difficillime obtmuit, ut antequam patrios reviseret lares, exantlatorum laborum solidae eruditionis Medicae testimonium, sollenni ritu publice exambiret. Ab omni fastu semper fuit alienissimus, doctusque maluit esse, quam videri. Ne tamen praeter maiorum consuetudinem sibi diffidere videretur, hoc mecum elegit Brabeuterium, in quo utriusque Parentes, Avi et affines lauream Medicinae supremam reportarunt, ubi cum [page 202] delectu ingeniorum honores digni conferuntur. Igitur Patres Basileenses, iusti humanique candidatorum censores, audita in privato examine FUIRENII in Re Medica eruditione, ad publicas Lectiones admiserunt, quas disputationis vicarias,urgente pectoris necessitate, data optione elegit. Hydropem Asciten triduanis praelectionibus in medicorum Collegio eo eruditae caveae applausu absolvit, ut qui publicam alioquin lucem de industria declinaverat, suasu tamen Clarissimorum Virorum typis Basileensibus posterorum memoriae commiserit. Ita publico consensu Doctoralem mittam diribitore Celeberrimo Bauhino in eadem mecum Cathedra iure meritissimo Pridie Idus Octobr. M DCC XLV. obtinuit. Gratulabar impense mihi, quod in partem praemiorum admitterer, qui eruditione rerum. que usu libenter illi et ex merito cedebam. Sensimus et aliud Doctorum Rauracorum beneficium, quod in Collegium Medicorum adoptati Principibus illis Achivis permisceremur. Quaecumque FUIRENIO hic et ubique consignabantur virtutum laudumque documenta, minora meritis censebantur. Laudari ab omnibus virtus, satis tamen a nemine aestimari poterat. Aegre hinc divulsus, per Solodurum, Bernam, Lausannam, Genevam, Lugdunum et Aureliam, tandem Lutetiam rediit, difficillimis itineribus hibernis, ubi lustraris revisisque quae digna videbantur, intimiusque cognitis quae ex usu existimavit, magnam Britanniam magnorum ingeniorum feracem meditabatur. Temporum vero iniuria et bellorum civilium tempestate saeviente, in Belgium regressus, amicis veteri necessitudine coniunctis Vorstio, Walaeo, et consanguineo Andrea Bickero, Consule Amstelodamensi et Foederatarum Provinciarum Ordine Illustri, officiose valere iussis, ad reditum in patriam se mecum composuit. Comite Petro Charisio, cognato nostro honorando, per Frisiam utramque, Groningam, Bremam, et Cimbriam ad desideratam Matrem et Amicos, ad patriam urbem post decem et trium annorum iter, animo ad rectas spes sublevato properavit. Ingenti doctrinarum et experientiae supellectile onustus, privatos suos lares redux composuit, sibique vixit et amicis. Molestus nemini, omnibus gratus morum integritate et vitae innocentia ad exemplum stupendae. Bibliothecam magno passim studio et sumptu collectam erexit, omnium aetatum Medicis instructissimam, et in suas classes ordinesque disposuit, ut [page 203] non tam propriis quam amicorum usibus inserviret. Nullum enim ex commodo huius thesauri usu exclusitm, nec canis ad praesepe excubabat. Ipse necessarios per vies et temporum indulgentiam revolvit perlegitque, ut hausta foris Medicinae arcana, continuis domi lucubrationibus perficeret. Consulebatur in dubiis rerum eventibus, et librorum usuram omnibus literatis amice concessit, sed Medicis, Sicut enim reliqua studia arti suae postposuit, ita nec ullum in Bibliotheca patiebatur librum, qui vel Medicam rem vel Naturalem historiam non complecteretur, Logicorum, Grammaticorum, et Criticorum farraginem aversatus. Hoc unum in vita quieta studiose curavit, neinutili aliarum rerum vel lectione vel possessione seria interrumperet, et utilia obfuscaret. Ita enim vita potuit aequali et uno tenore procedere, quam alii propositis diversissimis scindunt. Curas seriores horti urbani cultura interpunxit, Dioscoridis, Theopharasti, Clusii, Bauhinorum studia aemulatus. Rariores plantas et exoticas curiose collegit, et quotannis conservavit. Et ut corporis falleret imbecillitatem levaretque, subinde aestivis mensibus in praedio Eberrodiano cum Varrone, Columella, Palladio et Constantino Caesare rusticabatur. Numerosam aegrorum multitudinem numquam ambivit, commissorum tamen sibi curam habuit diligentem, Quamquam enim ad intima Medicinae admissus in artis operibus esset exercitatus, non conceffit tamen corpusculi valetudo pluribus vacare. Rogatus nulli operam suam denegavit. Quos angusta res domi premebat, et consilio et ope subvenit. Nec publicis rei publicae muneribus inhiavit, quaeque in aliis venerabatur, neglexit ipse, non contemptu sed necessario valetudinis praetextu. Publicam illam servitutem magnae fortunae declinavit, ubi nihil ex arbitrio nostro nobis licet, sed saepius opprimit invidia virtutes. Optima cum lare suo secreto ratio constabat, quem legendo et meditando splendide ornavit, secuique ea egit, per quae posteris profuit. Magnificam a se exstructam in fundo paterno domum. Democriti speluncam esse volut et naturae collegium, mutis Bibliothecae Doctoribus refertum, Musaeo raris Naturae operibus mirandum, hieme exoticis plantis virescens. avibus personans, semper variis experimentis occupatum, amicorum denique quos constanu et incorrupta fide dilexit, einditis colloquiis saepiffime illustre. Sobrietate [page 204] vitam fragilem temperabat, sine libra, sed non sine modo vivens. Parce prandebat, primo semper ferculo parabilis cibi contentus, ne animo nebulas et corpor pravorum humorum materiam offerret. Inter causas malorum nostrorum est, quod vivimus ad exempla, non ratione ducimur, sed con suetudine. Ille vero egregio suo exemplo sine exemplo contentus, luxum omnem detestabatur. Legis Oppiae abrogationem truci magis quam Porcius olim Cato oratione inhibuit, nec unquam vehementius excanduit, quam ob consuetam in conviviis et vestibus patriae profusam licentiam. Ceteroquim mitissimo erat ingenio, nullos laedere, sed nec laedentes ferre. Famae popularis contemptor. ita se tamen gessit, ut maximâ famâ inter omnes maximos et medioxumos dignus esset. Numquam silentio involvenda FUIRENII merita, aeterna sit beneficiorum illius apud cives nostros memoria, quod in Academiae ornamentum et civium utilitatem publico testamento instructiffimam Medicam Bibliothecam dedicarit, publicis omnium usibus inservituram, salariumque illus exauxerit, qui Bibliothecae curam est habiturus. Legatum satis aestimari a nemine potest, nisi a sapiente, cui notum est, quanti res tanta sit taxanda. Praeivit olim Petrus Albertius Academiae nostrae Rector, et summa prudentia apud Maiores spectatur, qui librariam suam supellectilem Academiae primus consecravit. Crevit numerus clementiâ Augustiss. Regis Divi CHRISTIANI IV. Quibus symbolam contulit Andreas Lymvicus meritissimus in Acad. Medicinae Doctor. Maiorum liberalitatem in immensum auxit incomparabi. lis Episcopus Selandiae. Casp. Erasmi Brochmannus, cuius nulla aetas delebit apud nos memoriam. FUIRENII vero Bibliotheca, quam non Apollinis, sicut olim Augusti aevo, sed SS. Trinitatis templo consignavit moribundus, ut ex divinis ingeniorum monumentis. surgens mortalium gloria et salus in DEI T. O. M. tutela esset; primam inter Medicos laudem meretur, quos ingenti librorum rarissimorum numero solus instruit. Quidquid ab antiquis Graecis, Romanis et Arabibus praeclari in chartas relatum fuit, quid. quid medii aevi Scriptores de re Medica commentati sunt, quidquid denique diligens sequentium saeculorum industria vel noviinvenit, vel ex antiquis invenit, stabilivit confirmavitque FUIRENIUS collegit, et aeternis studiosorum usibus destinavit. Nec in historia Naturali quiddam [page 205] desiderari voluit, quod hactenus quidem sub incude venit, et aere pretioque comparari potuit. Defectum publici iuvandi prompritudine supplevit frater Thomas Fuirenius, cui idcirco immortales gratiae debentur, quod in omnium saeculorum cogitationes admittamur, nec ullo p???ne Medico nobis sit interdictum. Ne vero naturam ex libris solis venaremur, inaestimabili liberalitate ex Musaeo addidit secretissima Naturae miracula et ostenta, quibus colligendis domi forisque desudavit, sumptus que necessarios suppeditavit, quibus et indies excrescercnt, noborum ac cessione, et Medicorum Collegium commodius hoc loco hospitaretur. Videmur iam ubique, dum in Musaeo Academico versamur, provida FUIRENII cura locupletato, quod terrarum omnium et aquarum, animalium hominumque portenta claudit. Quae fusa oratione libri adumbrarunt, hic oculis obversantur, quaeque illi coniecturâ investigarunt, nos palpamus, et cum rerum natura in consortium omnis naturae pariter incedimus. Habet hic quo se Medicus exerceat, quod tyrones discant, quod admirentur omnes, quo nomine tibi, FUIRENI beate, patria universa obstrictam et debendi ream se profitetur. Haec erunt vitutis tuae tropaea, haec publica monumenta, quibus nomen aeternitati apud nos posterosque consecrasti. Nec minus illi Res publica nostra Medica debet, quod in Dispensatorio Hafniensi conficiendo praeclaram cum ceteris Medicis operam contulerit, calssesque ipsi sorte divina oblatas cum laude absolverit. Mirum dictu quanta alacritate ad publicum bonum promovendum excubaverit. Quicquid egit, serio egit, praeclaro quodam perficiendi impetu. Sententiam in Collegio Medico rogatus, paucis sed quibus pondus inerat, rerum momenta expendit. Numquam verborum quaesivit lenocinia, nec sermones sesamo aut papavere adspersit, sine fuco et fallaciis, sine pompa ulla simplici oratione mentem cordate aperuit. Et quod in illo excelluit, candore omnes mortales superavit, et se ipsum. Plebeia illa exolevit virtus, et ad rus plurimorum calculis ableganda. Felicius tamen singulorum se fata explicarent, si intra domesticos urbis parietes admitteretur. Neminem ille fallere, et fallentes ocisse. Cor in fronte gerebat, et pectus apertum, nullis dolis consutum aut fucatum, omnibus patebat. Nullius unquam famae insidiabatur. Submisit se omnibus, tumque se maximum inter amicos existimavit, quum [page 206] minimum de se ipso sentiret, nihil sibi, cuncta aliis indulgens. Infra modestiam cetera, quibus gloriari poterat, reputabat. Animo invictus, damna iniquae sanitatis Spartana nobilitate concoxit, nec ullis cessit voluptatibus, ut etiam castis amoribus licitisque numquam ab otio sapientis et animi tranquillitate, cui sacramentum dixit, potuerit dimoveri. Maium, nativitatis mensem, perpetuo coluit, quo Romani uxores non ducebant. Noluit libertatem suam incerto Venereo, et, si male ceciderit, impotentiae muliebri subicere, quae subinde domi devicta, in foro quoque, ut ille ait, obteritur et calcatur. Amavit Hippocratem, non uxorem Hippocratis, quae semper quo modeste coerceretur opus habebat. Amore interim divinae pulchritudinis rerumque a DEO creaturarum unice captus, non damnavit coniugia, sed aliis reliquit, posteritatem suam in libris superfuturam ratus, memoriamque, quam tanti tamen non putavit, inter amicos et inculpatae virtutis gloriam apud omnes duraturam.' Secum habitare et vivere, DEO servite et amicis, inter maxima felicitatis dona numerabat. Fortunae am. pliffimae bona, pro suis non computans, quia peritura, cum iis patiebatur quos vel bona mens commendabat, vel socia papertas urgebat. Bene precantur alumni, viduae, Nosodochia, quibus in vitae subsidium aliquot mille Coronatis prospexit. Optime de Deo ipso meritus cuius Ecclesiis ex suo patrimonio, ne migraturo hinc oneri esset, devote legavit signati argenti summam, velut donarium sacris aris suspendendum. Ita officia cum amicis, hona cum egenis, utrumque cum Deo divisit, nihil pro suo venditans, nisi infractam vitiis mentem, recti conscientiam et animi constantiam, quam inter peregrinationum taedia, inter languidi corpusculi iniurias, inter saeculi fatiscentis perversitatem, semper servavit integram. Hac animi beatitudine et virtutum satellitio; peritura omnia neglexit, frequensque cum Deo immortali commercium exercuit. Primus in templo visebatur et ultimus, et Numinis praecepta non ore tantum, sed, quod divinum, vita expressit. Immortalia quottidie meditabatur, et ad aeternitatem se tacite composuit. Minabatur a teneris unguiculis corpusculi imbecillitas, casu an ab interna origine, in vitales partes, respiranonis difficultatem, quae per complures annos pectori compresso inimica, crescente aetate, sed decrescentibus viribus, asthma molestum excitavit. Inclementiores hiemes binae, [page 207] patriae exitiosae, pectori quoque illius tam fuerunt molestae, ut arctatis animae meatibus vix spiritum libere duceret, quo tandem in patriae urbis obsidione et publica calamitate, auctis iniuriarum asthmatisque causis, sensim intercepto, anni currentis initio, aetatis vero XLV, inter mortales desiit esse mortalis. Nos tibi, beatissime FUIRENI, felicitatem, qua cum Patre et Fratre Theodoro, heu quondam nostris, in caelo frueris, non invidemus, sed nostram infelicitatem deploramus, et tui memoriam colimus. Manent in animis nostris admirandae dotes, inusitatae virtutes, in publicum merita, incredibilis tuns in nos amor, et desiderium testamur. Virtutis omnis in Te vidimus exemplum, nec sequi possumus. Ignosce quaeso, beatissima anima, quod parcius tua, nec pro dignitate fatis expresserim, Vita tota, modestia fuit, nec laudari Te aequo animo es passus, et dum omnia animo complector, sub singulis haeret lingua, tuis colloquiis afsueta Quia vero pietatis meae extare volut monumentum, si in singulis penna defecit, universa condonabis, et dolori iusto tribues, quicquid meritis tuis decessit. Nos interim dum inter aeterna fidera fulges, malis innumeris, quae effugisti, succumbimus, saeculi iniquitate, quam superasti, premimur, et fato, quod sprevisti, debemus ludibrium. Ego et hoc nomine infelicior, quod inter extrema tua ultimum Vale forte absenti non dixeris, quem in itineribus habuisti comitem, in studiis socium, in amicitia parem, ub que fratrem. DIXI.
DED. FUIRENIO In Urbis obsidione defuncto.
Dum Patriae obsessos cingunt infensa penates,
Signa, per insolitas exitiosa vias,
Non potuit clausos urbis perferre recessus
Assuetus caelo liberiore frui
. Mutat mente domos, urbisque et pectoris orbem
Deserit, auxilio Numinis alta petens.
Sic licet hostiles includant moenia turmae,
Claudere nulla animos vis inimica potest.
De eodem circa anni initium denato.
Iratus vitiis perituro infensior aevo,
Fastidit nostros connumerare dies.
[page 208] Anni principium nobis fecêre Calende,
Olli cui spirant saecula finu orant.
TH. BARTHOLINUS. D.
EPITAPHIUM.
VIATOR. QUI. TRANSIS. HENRICUM. FUIREN. FAMILIAE. DECUS. SOLATIUM. AEGRORUM. NOBISCUM. DEPLORA. LACHRYMIS. QUI. LONGIS. ANNORUM. PEREGRINATIONUS. ANIMO. SEMPER. QUIETUS. VITA. EXPRESSIT. QUOD. FAMAE. FUSA. NOLUIT. ELOQUI. CLARUS. ERUDITIONE. QUAM. OCCULTAVIT, MODESTIA QUUM. NIHIL. OSTENTARET. OMNIA. POSSEDIT. VIR TUTEM. SOLAM. DISSIMULARE. NESCIUS. ET CANDOREM. DUM PATRIAE. DUM. AMICIS. DUM. EGENIS. VIXIT. QUI. PER. ILLUM. SEMPER. VIVUNT. DUM. MORITUR. PER. NATURAM. PER. MERITA. VIVIT. PER. DEUM. QUEM. COLUIT. CUM. DEO. VIVIT. IN. AETERNITATE. VIXIT. HACTENUS. INTER. MORTALES. ANN. XLIV. MENS. VII. DIE. X. PERPETUA. APUD. PLURES. FAMA SUPERSTES. ABI. VIATOR. ET. MORTUO. LEGEM. QUAE. VIVO. GRAVIS. PRECARE. TERRAM. POS. D. Th. BARTH. [page 209]
SCRIPTA.
De ascite: Basileae 1645. in 8.
Catalogus Bibliothecae Henrici Fuiren, editus a Fratre Thoma Fuiren: Hafniae 1660 in 4.
Rariora Musaei Henrici Fuiren ab eodem edita: ibid. 1663. in 4.














Welser, Marcus [Collezionista, catalogatore, studioso di iscrizioni antiche e non, storico ed erudito tedesco, nato ad Augusta nel 1558 e morto ivi nel 1614. Sulle edizioni compare mediamente con il nome umanisticamente latinizzato in "Marcus Velserus": e ciò anche in merito alla prestigiosa edizione della "Tabula Peutingeriana"]> Angelico Aprosio ne parla nel suo repertorio biblioteconomico esaltando la nazione tedesca per aver dato i primi studiosi di epigrafia antica e per la sensibilità germanica nella custodia e salvaguardia delle iscrizioni classiche.
Aprosio però lo cita anche nella "Visiera Alzata" precisamente alle pagine 77 e 78 ritenendolo, in vero su fonti alquanto fragili e con qualche personale ripensamento, autore di un'opera anonima e cioè lo "Squitinio della liberta veneta. Nel quale si adducono anche le raggioni dell'Impero Romano sopra la citta & signoria di Venetia ", Stampato in Mirandola : appresso Giouanni Benincasa, 1612 [ 2, 77, 1 p. ; 4°]: si tratta però di un'opera rara (1 esemplare in Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma) su cui vigono molte incertezze ancora oggi sì che viene attribuita a vari autori anche se l'autore più plausibile pare debba ritenersi Alfonso de La Cueva: cfr. G. Melzi, "Anonime e pseudonime", v. 3 p. 93 e Brunet, v. 5 col. 502.
Il SERVIZIO BIBLIOTECARIO NAZIONALE gli attribuisce presenti nelle biblioteche pubbliche italiane le seguenti opere:
Welser, Marcus <1558-1614>, "Conuersio et passio SS. martyrum Afrae, Hilariae, Dignae, Eunomiae, Eutropiae; quae ante annos paullo minus 1300. Augustae Vindelicorum passae sunt. Cum commentario, Marci Velseri Matthaei F. Aug. Vind", Venetiis: Manuzio, Aldo <2.>, 1591
Welser, Marcus <1558-1614>," Marci Velseri Rerum Boicarum libri quinque. Historiam a gentis origine, ad Carolum M. complexi", Augustae Vindelicorum.: Ad insigne Pinus, 1602
"Inscriptiones antiquae totius orbis Romani, in corpus absolutiss. redactae. Cum indicib. 25 ingenio ac cura Iani Gruteri auspiciis Ios. Scaligeri ac M. Velseri accedunt Notae Tyronis Ciceronis L. ac Seneca", S.l.: Commelin Jerome Erben <1597-1622>, 1603
Eugyppius, "Historia ab Eugippio ante annos circiter 1100. scripta. Qua tempora quae Attilae mortem consequuta sunt, occasione vitae S. Seuerini illustrantur. Ex bibliotheca S. Emmerani Reginoburg. nunc primum edita, cum scholijs", Augustae Vindelicorum: Schultes, Hans, 1595
Gruytere, Jan <1560-1627>," Inscriptionum romanarum corpus absolutissimum. Ingenio & cura Iani Gruteri, auspiciis Ios. Scaligeri ac M. Velseri. Accedunt 24. Scaligeri indeces. Item notae Tyronis ac Senecae, nunquam antehac excusae", In bibliopolio Commeliniano: Commelinus, Hieronymus Erben, 1616
Apollonius : Tyrius," Narratio eorum quae contigerunt Apollonio Tyrio. Ex membranis vetustis", Augustae Vindelicorum: Schultes, Hans, 1595
"Inscriptiones antiquae totius orbis romani in absolutissimum corpus redactae olim auspiciis Iosephi Scaligeri et Marci Velseri industria autem et diligentia Iani Gruteri: nunc curis secundis ejusdem Gruteri et notis Marquandi Gudii emendatae et tabulis aeneis a Boissardo confectis illustratae, denuo cura viri summi Ioannis Georgii Graevii recensitae. Accedunt adnotationum appendix...", Amstelaedami: Halma, Francois, 1707
Galilei, Galileo," Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari e loro accidenti comparse in tre lettere scritte all'illustrissimo signor Marco Velseri Linceo ... dal signor Galileo Galieri Linceo ... Si aggiungono nel fine le lettere, e disquisizioni del finto Apelle", In Roma, Romae: Mascardi, Giacomo <1.>, 1613
Anastasius : Bibliothecarius," Anastasij, S.R.E. Bibliothecarij Historia, de vitis Romanorum pontificum a B. Petro apostolo vsque ad Nicolaum 1. nunquam hactenus typis excusa. Deinde Vita Hadriani 2. et Stephani 6. auctore Guilielmo bibliothecario. Ex bibliotheca Marci Velseri ... Accessere variae lectiones, ...", Moguntiae: Albin, Johann, 1602
Welser, Marcus<1558-1614>," Marci Velseri ... Rerum Augustanar. Vindelicar libri. octo", Venetiis: Manuzio, Aldo <2.>, 1594
"Inscriptiones antiquae totius orbis Romani, in corpus absolutissimum redactae ingenio ac cura Jani Gruteri. Auspiciis Josephi Scaligeri, ac Marci Velseri", Heidelberg: Commelin Jerome Erben <1597-1622>, 1601
"[2]"
Welser, Marcus <1558-1614>," De maculis solaribus et stellis circa Iouem errantibus, accuratior disquisitio, ad Marcum Velserum ...", Augustae Vindelicorum: Franck, David, 1612 Idib. septe
Welser, Marcus <1558-1614>," Rerum Augustanarum Vindelicarum Commentarii nominis et populi eius originem; vrbis Augustae situm; insignium eiusdem explicationem; Colonia deductionem; aedificiorum cum publicorum tum priuatorum splendorem; religiosam aeque ac ciuilem Reipub. constitutionem nec non a primo deducta coloniae ad vsq; annum Christi D. LII. historiae continuationem continentes: per ... D. Marcum VVelserum patricium Augustanum octo ", Francofurti ad Moenum: Egenolff, Christian, 1594
Welser, Marcus <1558-1614>," Tres epistolae de maculis solaribus. Scriptae ad Marcum Velserum ...", Augustae Vindelicorum: Franck, David, 1612 Non. Ian
"Inscriptiones antiquae Augustae Vindelicorum. Duplo auctiores quam antea editae, & in tres partes tributae. Cum notis Marci Velseri ...", Venetiis: Manuzio, Aldo <2.>, 1590
Welser, Marcus<1558-1614>," Fragmenta tabulae antiquae, in quis aliquot per Rom. prouincias itinera. Ex Peutingerorum bibliotheca. Edente, & explicante, Marco Velsero Matthaei F. Aug. Vind", Venetiis: Manuzio, Aldo <2.>, 1591
Welser, Marcus <1558-1614>," Marci Vesleri Matthaei F. Ant. N. Reip. Augustanae quondam duumviri Opera historica et philologica, sacra et profana. In quibus historia boica, res augustanae, conversio et passio SS. martyrum ... continentur, accessit P. Optiani Porphirii panegiricus ... ex optimo codice a Paullo Velsero ... nec non vita, genus, et mors auctoris nobilissimi. Accurante Christophoro Arnoldo", Norimbergae: Endter, Wolfgang Moritz & Endter, Johann Andreas erben, 1682


TOMASINI, GIACOMO FILIPPO: (1595-1655) - Padovano, teologo e canonico a Padova e Venezia, quindi vescovo diCittà Nuova (oggi Novigrad) d' Istria dal 1641. Fu amico e corrispondente di Aprosio che lo citò elogiativamente in parecchie parti della "Biblioteca Aprosiana...".
Pubblicò parecchie opere tra cui gli "Elogia illustrium virorum" (1629), il "Petrarcha redivivus" (1635), il "Parnassus euganeus, sive de scriptoribus ac literatis huius aevi clarissimi" (1647).
L'opera che lo rese più caro al frate ventimigliese fu però la corposa "Bibliothecae Patavinae manuscriptae et privatae" del 1639 zeppa di dati biblioteconomici che venne ampliata sotto forma di "Bibliothecae Venetae manuscriptae publicae & priuatae" ( Vtini, Typis Nicolai Schiratti, 1650) in cui citò i manoscritti in possesso di Angelico Aprosio.
Su questo letterato, parimenti iscritto all'Accademia degli Incogniti di Venezia, oltre che le consuete "Glorie" del Loredano (pp. 189-191) merita di essere analizzato di Carlo Frati il "Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari e biblliofili italiani", Firenze, Olschki, p. 542.
Ferma restando la naturale predisposizione aprosiana per l'antiquariato, pur sempre tenendo nel debito conto i suoi contatti con il collezionismo italiano e con quello straniero e senza mai dimenticare sia le sue osservazioni sul sito reale di "Albintimilium" quanto sulla necessità civile e culturale di salvaguardare i reperti classici e in particolare le epigrafi, in ordine di tempo sembra esser stato proprio GIACOMO FILIPPO TOMASINI colui che avvicinò per primo Aprosio all'idea di investigazioni scientifiche dei manufatti classici ed alla loro conservazione e catalogazione.
In merito a ciò spicca una rilevazione fatta da Aprosio all'interno di una sua opera rientrante nella polemica letteraria antistiglianea, vale a dire l'Occhiale Stritolato" del 1642.
All'interno di una narrazione volta a demistificare il principio stiglianeo che un poema di ambito cristiano non possa iniziare con una invocazione per divinità pagane, l'Aprosio compie una di quelle sue digressioni che, in quanto tali e rispetto all'assunto generale, creano dispersività intellettuale ma che, analizzate con diversa prospettiva, rivelano ad ulteriori indagini singolari curiosità documentarie.
A pagina 171 di siffatta pubblicazione l'Aprosio cita appunto un'opera emblematica di GIACOMO FILIPPO TOMASINI e precisamente il "De donariis ac tabellis votiuis liber singularis. Ad eminentiss. principem Franciscum Barberinum ..." , Vtini : ex typographia Nicolai Schiratti, 1639 [ 8, 226, 22 p., 5 c. di tav., 1 c. di tav. ripieg. : ill., in gran parte calcogr. ; 4o - Marca: Aurora: "Micat aurea Phaebo" sul front. - Segn.: a4A-2H4 - tuttora custodita nella Civica Biblioteca Aprosiana come anche in : Biblioteca comunale - Palazzo Sormani - Milano - Biblioteca Trivulziana - Archivio storico civico - Milano - Biblioteca di archeologia e storia dell'arte - Roma - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma - Biblioteca nazionale universitaria - Torino - Biblioteca dell'Accademia delle scienze - Torino - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia - Biblioteca dell'Accademia di agricoltura scienze e lettere di Verona].
Proprio dal testo del "De donariis ac tabellis votiuis<" il frate intemelio estrapola non solo osservazioni sulla salvaguardia di reperti epigrafici ma ne riproduce direttamente nel volume dell'"Occhiale Stritolato": in dettaglio alle pagine 172 - 173 come qui si può vedere, con una particolare menzione al lavoro dell'erudito veneto nel salvare dalla dimenticanza o dalla distruzione vari tesori del passato.
Consultando peraltro il fondo antico della Biblioteca di Ventimiglia, si trovano queste altre nove opere di GIACOMO FILIPPO TOMASINI:
1 -" Bibliothecae venetae manuscriptae publicae et privatae quibus diversi scriptores hactenus incogniti recensentur. Opera Iacobi Philippi Tomasini ..," Utini : typis Nicolai Schiratti, 1650 [28], 111 p. ; 4°
2 -" Territorii Patavini inscriptiones sacrae et profanae quibus accesserunt omissae in primo volumine, ac noviter positae, in lucem productae a Iacobo philippo Tomasino ..," Patavii : typis Sebastiani Sardi, 1654 [8], 152, [16] p. ; 4°
3 -" Urbis Patavinae inscriptiones sacrae, et prophanae, quibus templorum et altarium exstructiones atque dedicationes ... in lucem proferuntur a Iacobo Philippo Tomasino ..," Patavii : typis Sebastiani Sardi, 1649 [44], 391, [1] p. ; 4°
4 -" Gymnasium Patavinum Iacobi Philippi Tomasini ... Libris 5. comprehensum ..," Utini : ex typographia Nicolai Schiratti, 1654 [16], 497, [45] p., 2 c. di tav : ill. ; 4°
5 -" Jacobi Philippi Tomasini patavini ... Elogia virorum literis et sapientia illustrium ad vivum expressis iconibus exornata ..," Patavii : ex typographia Sebastiani Sardi, 1644 [12], 411 p., 3 c. di tav. : ill. ; 4°
6 -" Bibliothecae patavinae manuscriptae publicae et privatae. Quibus diversi scriptores hactenus incogniti recensentur, ac illustrantur. Studio et opera Iacobi Philippi Tomasini ..," Utini : typis Nicolai Schiratti, 1639 [15], 142, [32] p. ; 4°
7 -" Iacobi Philippi Tomasini ... De donariis ac tabellis votivis liber singularis ..," Utini : ex typographia Nicolai Schiratti, 1639 [8], 226, [22] p., [6] c. di tav : ill. ; 4°
8 -" Parnassus euganeus, sive De scriptoribus ac literatis huius aevi claris, auctore Iacobo Philippo Tomasino ..," Patavii : typis Sebastiani Sardi, 1647 [6], 46, [4] p. ; 4°
9 -" Manus Aeneae, Cecropii votum referentis, dilucidatio auctore Iacobo Philippo Tomasino ..," Patavii : typis Sebastianis Sardi, 1649 34 p. : ill. ; 4°
Tutte di interessante carattere calssificatorio: si noti comunque quella elencata al numero 3 che nuovamente ripropone il certosino lavoro del TOMASINI nell'investigazione sui reperti archeologici della sua area patavina e soprattutto sulla illustrazione di epigrafi classiche e non altrimenti, come nel testo può leggersi, a rischio di dispersione.













-CANZONE - CANZONI - "CANTATE": TESTO INTEGRALE DELLA CANTATA "IL TRIONFO DI GIUDITTA" (MUSICA DI NICOLA PETRUCCI)
-CANZONE - CANZONI - "CANTATE": TESTO INTEGRALE DELLA CANTATA "LA PASTORELLA"
-CANZONE - CANZONI - "CANTATE": TESTO INTEGRALE DELLA CANTATA "CANTATA (DI GIUNONE E TETIDE)"
-CANZONE - CANZONI - "CANTATE": TESTO INTEGRALE DELLA CANTATA "IL GENIO DELLA MUSICA E DELL'ELLERO"
-CANZONE - CANZONI - "CANTATE" - CANTI ITALIANI D'EPOCA NAPOLEONICA: LA "CANTATA MUSICALE LA PACE"























Giovanni Andrea Moniglia (a volte anche scritto Moneglia) nato a Firenze nel 1624 ed ivi scomparso nel 1700 fu medico e docente presso l'Università di Pisa e compose diversi trattati scientifici tra cui abbastanza celebre fu il "De aquae usu medico in febribus", Firenze, per il Vangelisti, 1684.
A fianco degli studi professionali si occupò però, alla moda del tempo, anche di letteratura ed in particolare di teatro divenendo poi membro dell'Accademia della Crusca.
Tra le sue numerose composizioni si possono ascrivere il dramma civile "Il conte di Cutro", Firenze, Vangelisti, 1682, drammi in musica quali "Giocasta Regina d'Armenia" ("Ibid." 1682) ed "Enea in Italia" (Venezia, per il Nicolini, 1677), i libretti "Ercole in Tebe", Firenze, All'Insegna della Stella, 1651), l'"Hipermestra", Firenze, Stamperia di S.A.S., 1658, la commedia messa in musica da J. Melani intitolata "Il potestà di Colognole", Firenze, per il Bonardi, 1657.
Presso l'intemelia biblioteca aprosiana si trovano tre sue opere:
1 - "Ercole in Tebe festa teatrale rappresentata in Firenze per le reali nozze de' Serenissimi sposi Cosimo terzo principe di Toscana e Margherita Aloisa principessa d'Orleans", [Giovanni Andrea Moniglia]. - Impressione seconda. - In Fiorenza
2 - "Risposte del Dottor Gio. Andrea Moneglia alle repliche voarcadumiche del Sig. dottore Innocenzio Valentini" In Firenze : alle scale di Badia, 1663. - 116 p. ; 4°.
3 - "Tacere et amare, dramma civile musicale rappresentato nell'Accademia degl'Infuocati ...", In Firenze : nella stamp. di S.A.S. per il Vangelisti e Matini, 1674. - 70 p. ; 8°: modernamente vien scritto che il nome dell'autore, Giovanni Andrea Moniglia, è ricavato dal National Union Catalogue della British Library.
Questa opera quale autonoma pubblicazione risulta di estrema rarità ed in pratica la si studia nella raccolta postuma "Delle poesie drammatiche" (parte prima, Vangelisti, Firenze, 1689; parte seconda, Bindi, Firenze, 1690).
L'edizione del 1674 al momento delle investigazioni del SERVIZIO BIBLIOTECARIO NAZIONALE risulta ingressata solo all'Aprosiana: occorre tuttavia dire che Angelico Aprosio, pur risultando anonima dai testimoni a stampa, ne aveva attribuita la paternità al Moniglia come lui stesso scrive nella "Visiera Alzata" precisamente alle pagine 61 - 62.















Arcangela Tarabotti cioè la nobile Elena Cassandra (Venezia 1604 - 1652) che, data una congenita zoppia difficilmente avrebbe contratto "matrimonio di interesse", per le “leggi” del maggiorascato fu obbligata dal padre Stefano ad entrare a 13 anni nel convento veneziano di S.Anna in Castello: v. E. Zanette, "Suor Arcangela monaca del Seicento veneziano", Roma – Venezia, Ist. per la collabor. culturale, 1960. Tali imposizioni ed esperienze (1620-’29) le ispirarono a vent'anni il volume la "Tirannia Paterna", divenuto di dominio pubblico in forma di copie manoscritte seppur destinato ad esser pubblicato postumo [da Sambix (in effetti Elzevire), a Leida, per alcuni nel 1651 per altri nel 1654] come "La Semplicità Ingannata" [(sotto pseudonimo di Galerana Baritotti) opera che condannava le monacazioni forzate, rivendicando la dignità femminile anche in merito ad una più adeguata istruzione, e che nel 1661 fu posta all’”Indice dei Libri Proibiti”. Altra opera, "L'Inferno Monacale", non fu pubblicata; il manoscritto si perse ma circolò fra i dotti: ne sopravvisse una trascrizione nella collezione di Alvise Giustiniani (Venezia, Cod. Giustiniani II 132 = 44): F. Medioli ne ha curato un’edizione sotto titolo de "L'inferno monacale di Arcangela Tarabotti" (Torino, 1990). Già la dedicatoria comporta riflessioni provocatorie (ulteriore causa di quella sorta di reclusione a vita nel cenobio che la donna patì): “"A quei padri e parenti che forzano le figlie a monacarsi/ In gratia, non mi burlate se io, con penna di candida colomba, quasi funesto corvo v'auguro nel vostro Inferno i precipici etterni: sovengavi che, ne' primi tempi, Iddio benedetto mandava li angioli dal Cielo e suoi più cari servi della Terra ad annonciar agli huomeni perversi i giusti Suoi furori. Io, più che Angela in quanto al nome e serva indegna di Sua Divina Maestà, inspirata da Lui con mottivi di pura verità, vi predico i fulmini del Suo sdegno. Non ridete per ché io sia femina per ché anco le Sibille predissero la morte di Christo e Cassandra, se ben tenuta forsenata dal populo, previde e con detti veridici esclamò e pianse per le strade la destruzione delle troiane mure." [...] "Vi dedico dunque quel'Inferno a cui perpetuamente condanate le vostre visere, per preludio di quello che dovete goder etterno" [..]”. Dopo polemiche e forme di persecuzione più intellettuale che fisica, la Tarabotti si piegò a "ritrattare" i suoi scritti con "Il Paradiso monacale, libri tre con soliloquio con Dio" (Venezia, Oddoni, 1663 err. per 1643) non “casualmente dedicato” al cardinale Ferdinando Cornaro. La donna mai rigettò tuttavia le idee di fondo, imparando ad usare crescente prudenza come si legge in una epistola ad Aprosio del 1642 (7 sue lettere ad Angelico tra 1642-44 e s.d. in Ms.E.VI.22 della B.U.G. in "Fondo Aprosio") in cui chiedeva la resa del manoscritto della "Tirannia Paterna": la sua preoccupazione si coglie già in inizio di missiva:"...Si compiaccia Vossignoria Reverendissima di consignar al renditor della presente la mia Tirannia Paterna, escusando il motivo ch'è necessario...".
Aprosio aveva iniziato un rapporto di collaborazione con la suora ottenendone la fiducia sì da leggerne i manoscritti, come si evince da questa altra lettera: “"Molto Illustre e Reverendissimo Signore Osservandissimo/ Essendomi scordata d'includere nella T[irannia] P[aterna] il presente quaderneto, l' invio a Vostra Signoria Reverendissima acciò l'innemendabile sua prudenza facci scielta quali de due dovera rimaner ai lettori. Nel resto la supplico non comunicarla a chi che sia per rispetti di grandissime conseguenze. So la materia esser scabrosa, ma contraria al politico vivere non al catolico. Non vi è parola che non meriti censura, ne periodo senza spropositi. Ella compatisca per gratia l'ignoranza del sesso, e la debolezza del mio talento. Condoni anche agli errori della penna già che le mie gravi indispositioni non permettono ch'io la riscriva, e con libertà religiosa m'esponga i mancamenti più cospicui di quest'opera, della quale non m'inganna l' affetto proprio, anzi so che se qualche buon critico volesse regolarla in tutto bisogneria darla al fuoco. La rassegno pertanto sotto la benignissima censura di Vostra Signoria Reverendissima et supplicandola con la sua impareggiabile gentilezza escusar universalmente tutti i diffetti di queste carte e i tratti troppo liberi, divotissima alle sue sante orationi mi raccordo./ Di Sant'Anna li 17 settembre 164"[?]"/ Di Vostra Signoria Molto Illustre e Reverendissima/ Humilissima serva nel Signore/ Suor Arcangela Tarabotti" [le 7 lettere della B.U.G. son state edite da F. Medioli in app. a F. De Rubeis, "La scrittura forzata. Le lettere autografe di Arcangela Tarabott"i, in “Rivista di Storia e Letteratura Religiosa”, XXXII, 1996, n. 1, p. 149: quella qui trascritta ha convergenze con la n. 44 della Tarabotti, ad Aprosio, edita nelle di lei "Lettere familiari e di complimento.."., Venezia, Guerigli, 1650 ].
Una casualità alterò i loro rapporti in dipendenza delle diverse posizioni assunte verso una "pubblicazione antidonnesca": nel ‘600 l’antifemminismo si espresse spesso in proposizioni contro il lusso femminile tra cui compare la Satira Menippea di Francesco Buoninsegni (primi del 600-?: vedi Mazzucchelli , "Scrittori d’Italia", II, parte IV, p.2399) che studiò filosofia a Roma, divenendo membro delle Accademie degli Umoristi e degli Incogniti e poi segretario del Principe Leopoldo di Toscana e del fratello Mattias, lasciando -oltre alla “Satira”- poesie d’amore, una celebrazione del suo casato e un "Trionfo delle Stimmate di S. Caterina da Siena" (Siena, 1640). La "Satira" svolgeva un tema invero destinato a maggior risonanza nelle opere di B. Manzini, Lodovico Adimari e Dario Varotari: il Buoninsegni neppure supponeva che alla radice delle sue considerazioni sussistesse la tradizione predicatoria antidonnesca che aveva costituito dal ‘200 il troncone su cui si sarebbe innestata tutta una “cultura” di misoginia ed aveva mirato a prender posizione lontano da eccessi, alimentando una sorta di gioco in burla delle donne. Però il Buoninsegni spedì la sua opera ad Aprosio (Treviso, 1638) che la apprezzò e ne mandò copia al Loredano per stamparla qual "Satira Menippea contr’l Lusso donnesco": il lavoro fu editato presso il tipografo veneziano Sarzina con una “scrittura modestissima” di Giovan Battista Torretti [("La Biblioteca Aprosiana.."., cit., pp. 167-168) Incognito, lettore di Teologia a S.Miniato e che “lesse la morale” in Roma] intitolata Controsatira. Nel 1644 la Tarabotti rispose al Buoninsegni rovesciando, con garbo, valenza e teorie della fragile operetta: v. E. Weaver, a cura di, Satira e Antisatira, Roma, Salerno, 1998). Aprosio meditò, facendosi paladino del Buoninsegni , di rispondere all’Antisatira con uno lavoro all’altezza mentre la Tarabotti , di fronte alle polemiche suscitate dalla sua opera, non rimase inattiva: spicca quanto scrisse al cognato Giacomo Pighetti “"…Poca pratica di scrivere debbono aver certo questi tali, mentre si maravigliano che lo stile del Paradiso sia differente da quello dell' Antisatira, onde mostrano di non sapere che lo stile va diversificato in conformità delle materie…" ["Lettere familiari e di complimento...", cit., lett. 113: qui la Tarabotti si difendeva dall’accusa, pure di Aprosio, che l’"Antisatira" ed il "Paradiso" non fossero dello stesso autore ]. Angelico, inserito dalla donna tra i "tali" che l’ avevano tradita, alla fine redasse, dedicandola al bolognese Andrea Barbazza/-i, la "Maschera Scoperta di Filofilo Misoponero in Risposta all’Antisatira di D"[onna]" A"[rcangela] T"[arabotti]" scritta contro la Satira Menippea del signor Francesco Buoninsegn"i. In base a quanto poi l’agostiniano scrisse, la Tarabotti, grazie a conoscenze e sotterfugi, vanificò la pubblicazione dell’opera: in particolare (La Biblioteca Aprosiana…", cit., p. 169 sgg.) la donna si sarebbe valsa dell'aiuto di "uno che ritrovavasi prigione in pena d'havere per la seconda volta apostato...". Costui, ottenuta copia del lavoro aprosiano da Alvise Quirini, segretario dei Riformatori dello Studio di Padova, l’avrebbe venduta alla Tarabotti che riuscì ad inibirne la licenza di stampa (in particolare si sarebbe infuriata con l’agostiniano per aver egli svelato il di lei nome, per esteso e non cifrato, nella Maschera originale: "Lettere familiari e di complimento.."., Venezia, per il Guerigli, 1650, lett. 194). Aprosio recuperò il suo autografo ("La Biblioteca Aprosiana", cit, p. 170) e maturò, contro tutte le donne, un’avversione, in parte poi stemperatasi, pur se nel 1646 fece fluire diverse considerazioni antidonnesche nello Scudo di Rinaldo I ed , ancora negli anni ’70, s’adoprò, senza esito, affinché la "Maschera Scoperta", per cura di Cinelli Calvoli ed A. Magliabechi, si stampasse seppur modificata e con nuovo dedicatario in Gio.Nicolò Cavana [in B.U.G., “fondo Aprosio”, MS. E.II.39, esiste la redazione del 1644, mentre quella modificata, del ‘71, si trova alla B.N.F. in Codice VI 29: Emilia Biga, che ha individuato questa redazione, l’ha editata nel IV (1989) dei “Quaderni dell’Aprosiana”, V. S., quale "Una polemica antifemminista del ‘600"]. L'innominato che aiutò la Tarabotti e denunciò Aprosio all'Inquisizione per alcuni suoi scritti, in particolare la II parte dello Scudo di Rinaldo, (v. B. Durante, "Angelico Aprosio il "Ventimiglia": le "carte parlanti d'erudite librarie", cit. pp. 46 - 47) era invece ben noto. Si trattava di Girolamo Brusoni [Badia Vangadizza (Rovigo) circa 1614 - Torino dopo il 1686)] certosino, in Venezia fuggito dai conventi in cerca di mondanità tra gli accademici Incogniti. I suoi scritti gli suscitarono però accuse di licenziosità e fu richiamato alla Certosa di Padova donde poi fuggì: accusato di apostasia, fu arrestato nel ‘44 e internato per un semestre nelle carceri veneziane. Liberato soggiornò per sei/sette anni nella Certosa del Bosco del Martello finché fu autorizzato a lasciare la religione: scrisse molto, anche di storia, ma balzò agli onori della cronaca con "La Trilogia di Glisomiro" (posta all’"Indice dei libri proibiti": nel XX e ultimo “Indice dei Libri proibiti” del 1948 risultavano censurate ancora "La gondola a tre rem"i ed"Il carrozzino alla moda") fatta di tre romanzi ["La gondola a tre remi" (Storti, Venezia 1657) - "Il carrozzino alla moda "(Recaldini, Venezia 1658) - "La peota smarrita" (Storti, Venezia 1652)] incentrati su uno squallido "Don Giovanni di provincia”. In occasione delle celebrazioni ventimigliesi per il quattrocentesimo della nascita di Aprosio ho affrontato la tematica dei rapporti di Angelico con la Tarabotti e sulla base di documenti estrapolati dalla II parte dello "Scudo di Rinaldo" (custodito alla B.U.G. ma da me editato in "Angelico Aprosio il "Ventimiglia": le "carte parlanti d'erudite librarie" dell’ ”Aprosiana” del 1993) ho evidenziato come l’agostiniano, per es. in merito alle “monacazioni forzate”, avesse col tempo maturato idee per certi aspetti non lontane da quelle della Tarabotti, pur se la frattura tra loro intercorsa doveva risultare ormai insanabile anche"post mortem": v. B. Durante, "Il dibattito tra Arcangela Tarabotti ed Angelico Aprosio su femminismo e misoginia, su monacazioni forzate, su femmine “streghe” o falsamente ritenute tali ed ancora su donne non più capaci d’esser né “sacre” né “sante”", in “Aprosiana”, XV, 2007, numero speciale - a c. di Daniela Gandolfi, pp. 122 – 149 e pp.143 – 146. Nel lavoro – segnato da un "lapsus calam"i a p. 137 per varietà di impegni e ristrettezza di tempi - ho ripreso le "Lettere familiari e di complimento" editate da Lynn Lara Westwater e Meredith Kennedy Ray (Rosenberg & Sellier, Torino, 2005).
Una diecina sono le lettere tarabottiane, spesso acri, all’Aprosio indicato quale N.: ma è nell’ epistola "Al Serenissimo duca di Parma Ferdinando Farnese" (lettera 17) che la Tarabotti dà prova del suo carattere ferreo attaccando [dopo il Brusoni da amico ora reputato “"uomo dal cuore mostruoso"” avendo progettato di scriverle contro la mai pubblicata "Antisatira satirizzata" (lettera 99) e giudicato “reo” d’averla defraudata (lettera 231) nelle Turbolenze delle Vestali divenute poi Degli Amori tragici dissertando su vita conventuale e monacazioni coatte (Zanette, cit. pp. 176 – 177): individuati 2 esemplari del "Degli amori tragici istoria esemplare descritta da Girolamo Brusoni libri quattro", senza luogo e stampatore, pp. 8, 204, 4, in 12°, in Biblioteca universitaria di Bologna e Biblioteca Casanatense di Roma] l’agostiniano in questa sarcina non priva d’offese, anche in merito alla sua valenza di religioso: “[…]"Ma un altro" [Aprosio]" si fa predicatore delle glorie del vino, confessore dei bugiardi e mecenate degli ubriachi [l' aprosiana ammirazione per il poeta latino tedesco Vinzenz Heidecker autore di una "invocazione a Bacco" non era peralto sfuggita alla documentata suora veneziana] non sapendo egli con altro miglior mezo termine termine ragionarmi contro nel bel principio della sua Maschera discoperta ch’esaltando con lodi il liquore di Bacco, in cui solo, conclude, starsi come in un centro la sua verità. E’ forza, Serenissimo Signore, che costui sia uno di coloro che non fanno mai profferire la verità se non allora quando con la mente offuscata dai fumi del vino parlano contro l’uso della lor natura e inclinazione. Latrino pur dunque a sua posta come cani alla luna contro i purissimi raggi de’ miei veraci detti, che nulla pregiudicherà al loro splendore ed io farò di loro poca stima" [In particolare la suora par esser stata colpita dal periodo aprosiano della "Maschera" ove leggesi: “…Questa in abito da Satiro (per non partirsi dal rito antico delle feste di Bacco), ora che siamo nel mese di Luglio, s’è fatta vedere sopra le carte d’un libro. Ma siccome lo immascherarsi di Bengodi è fatto in guisa, che senza fatica si conoscono le persone travestite, appena è uscita dallo stampatore, che è stata raffigurata per l’autore dell’Antisatira contro’l Buoninsegni: e pare che lo stampatore a bella posta gli habbia scritto su la fronte D.A.T., acciocché senza sudare ciascuno potesse conoscere chi ella fusse. Hebbi gusto in averla incontrata, essendo bellissima cosa il considerare una Donna vestita da Satiro…"]. E’ arduo dire se quella della suora sia stata risposta diretta al testo aprosiano od architettata sulla direttrice di una non misconosciuta propensione del frate per la buona tavola: ma qualcosa lascia percepire che le allusioni - strutturate sulla tecnica peraltro congenita alla suora del rovesciamento dei ruoli - aldilà del fatto polemico procedano per la direttrice di maturate competenze o generiche dicerie. Ed infatti, non lei, per quanto equiparata ad un “Satiro” volto a “culti baccanali”, ma semmai Aprosio non mancò di esternare i pregi del vino proprio mentre in linea generale e soprattutto in merito al comportamento degli ecclesiastici vieppiù si inaspriva la postazione della Chiesa Romana avverso gozzoviglie e ubriachezza [l’articolo V della voce "Clericus" nella "Bibliotheca canonica, juridica…", cit. di L. Ferraris, ( che altrove condanna "Crapula – Ebrietas" associate alla colpa della "Gula") in particolare detta “Nessun chierico deve darsi alle frequentazioni di bettole e taverne sì da evitare crapula ed ubriachezza” e proprio tale articolo, magari di necessità qual viaggiatore incallito, fu violato, e per sua stessa ammissione, da Aprosio = "La Biblioteca Aprosiana…", cit., p. 100, pp. 102-104 e pp. 121-123)]. Più in generale la propensione edonistico-culturale dell’agostiniano intemelio per i conviti la si ricava da pagina 59 della" Biblioteca Aprosiana…", cit. sulla linea che rimanda al greco Ateneo di Naucrati ("Athenaei Dipnosophistarum siue Coenae sapientum libri 15. Natale De Comitibus Veneto nunc primum e Graeca in Latinam linguam uertente. Compluribus ex manuscriptis antiquissimis exemplaribus additis: quae in Graece hactenus impressis uoluminibus non reperiebantur. ..." , Venetiis : apud Andream Arriuabenum ad signum Putei, 1556) conosciuto nella traduzione di Natale Conti (menzionato alla latina "Natale De Comitibus") nato a Milano nel 1520, precettore di Francesco Panigarola, autore per Cosimo de’ Medici d’un poemetto sulle Ore del giorno e traduttore di classici. Non è poi da obliare l’interesse aprosiano per "Vincentius Opsopoeus", pesudonimo (il "cognome" è un grecismo nel significato di "cuoco, facitore di prelibatezze") del tedesco Vinzenz Heidecker poeta in latino morto nel 1539, amico di Melantone e "Camerarius", che insegnò umanità ad Ansbach. Studioso dei classici, Heidecker divenne celebre con il "De Arte Bibendi" (Norimberga, 1536) un "elogio del vino" che interagisce col culto di banchetti ingentiliti da argute discussioni. Nell’"Occhiale Stritolato" (1642) Aprosio riprodusse dal lavoro dello Heidecker l'"invocazione a Bacco": azzarderei pensare che la Tarabotti, conoscitrice delle opere del frate, da questa altra esaltazione di Bacco abbia tratto il destro per denunciare un’aprosiana debolezza perseguibile in linea disciplinare ed inquisitoriale [cosa quasi di certo percepita e meditata da Angelico, o per l’attacco subito o per una nomea più estesamente radicata, atteso che nella "Grillaia" del ‘68 dedicò un capitolo, probabilmente strategico, a Pier Francesco Minozzi (V. - Se senza ber vino si possa poetare con eccellenza) ove, confrontati gli estremismi, quasi a sancire la sua morigeratezza scrisse (p. 50): "Che s’haverà dunque à dire? Io per me dirò, conforme al comun favellare, che gli estremi siano vitiosi: e che per ciò ne col vino schietto, ne con l’acqua pura si possa poetare con eccellenza. Chiaro, stà, ch’l vino soverchiamente bevuto, offende il capo, in cui è dell’intelletto il domicilio": leggi anche B. Durante, "Idealizzazione letteraria di un ambiente geografico (un “elogio barocco” di Ventimiglia", in “Indice”, 1981, n. 28, pp. 26 – 28].

















"I Rosa Croce sono un leggendario ordine segreto, che sarebbe nato nel XV secolo e la cui conoscenza venne diffusa nel XVII secolo, associato con i simboli della rosa e della croce.
Secondo la leggenda l'ordine venne fondato nel 1407, al suo ritorno in Germania, da un pellegrino tedesco di nome Christian Rosenkreuz (1378 - 1484) che soggiornò a Damasco ed in Terra Santa, dove avrebbe studiato le scienze occulte. Sembra che l'ordine fosse limitato a soli otto membri e che si fosse estinto immediatamente dopo la sua morte, per rinascere solo nel XVII secolo.
Secondo una leggenda meno conosciuta e circolante in ambiente massonico, l'ordine venne invece creato nell'anno 46 DC, quando il saggio gnostico alessandrino Ormus e sei suoi discepoli si convertirono al Cristianesimo ad opera di San Marco, fondendo la dottrina cristiana con i misteri egiziani: Christian Rosenkreuz sarebbe stato iniziato a quest'ordine, divenendone il gran maestro, invece di averlo fondato.
In realtà quella che era conosciuta agli inizi del XVII secolo come la Società dei Rosa Croce era probabilmente un piccolo numero di individui isolati che condividevano alcuni punti di vista, apparentemente il loro solo legame. Non esiste alcuna traccia di una società che tenesse incontri o assegnasse cariche. Secondo le numerose opere che ne parlano, i Rosa Croce erano probabilmente riformatori religiosi e morali, che utilizzavano i mezzi scientifici, in particolare l'alchimia, come mezzi per far conoscere le proprie opinioni. I loro scritti sono permeati di misticismo od occultismo e suggeriscono significati nascosti che potrebbero essere compresi solo dagli iniziati.
Nel 1614 comparve a Kassel un opuscolo anonimo dal titolo "Fama fraternitatis Rosae Crucis", che raccontava la vita di Christian Rosenkreutz (Cristiano Rosa Croce).
Passati 120 anni dalla sua morte si sarebbe ritrovato il suo corpo ancora intatto, circondato da simboli e insegne iniziatici.
L'opuscolo forse era circolato come manoscritto già a partire dal 1610.
L'anno seguente comparve un secondo opuscolo sull'argomento ("Confessio Fraternitatis") e nel 1616 fu pubblicata un'opera del teologo Johan Valentin Andreae (1586-1654), avente per argomento "Le nozze chimiche di Cristiano Rosa Croce".
Ad Andreae si possono forse attribuire anche i due opuscoli precedenti.
Successivamente egli descrisse i Rosa Croce come un "ludibrium", un termine latino con il significato di "gioco", "scherzo". Secondo Frances Yates l'uso del termine va tuttavia inteso nel senso di una sorta di "Divina Commedia" e indica un'allegoria drammatica legata agli anni tumultuosi che precedettero in Germania la guerra dei trent'anni.
Queste pubblicazioni causarono un grande fermento in tutta Europa, che portò non solo a numerose ristampe, ma anche a discussioni, con opuscoli favorevoli o contrari, i cui autori spesso non conoscevano nulla dei veri scopi degli originari autori e in qualche caso è probabile si siano divertiti a spese dei loro lettori.
Gli autori delle opere dei Rosa Croce erano in generale favorevoli al Luteranesimo e in opposizione al Cattolicesimo, Altri, come John Heydon, ammisero di non essere dei Rosa Croce, ma di aver utilizzato titoli suggestivi per le loro opere per favorire la divulgazione dei loro studi ermetici.
Personaggi famosi che furono in vario modo accostati - a torto o a ragione - al misterioso ordine o considerati suoi appartenenti sono stati: Ramon Llull (1235-1315), Leonardo da Vinci (1452-1519), Paracelso (1493-1541), Nostradamus (1503-1566), Miguel Servet (1511-1553), Luís de Camões (1524-1580), Giordano Bruno (1548-1600), Francis Bacon (1561-1626), Shakespeare (1564-1616), Michael Maier (1568-1622), Robert Fludd (1574-1637), Comenius (1592-1670), Descartes (1596-1650), Isaac Newton (1642-1727), Leibnitz (1646-1716), Bach (1685-1750), Goethe (1749-1832), Mozart (1756-1791), la cui opera "Il flauto magico" viene a volte interpretata come un'allusione appena velata ai riti iniziatici dell'ordine, Beethoven (1770-1827), Victor Hugo (1802-1885).
Poiché i presunti autori dei manifesti rosacrociani ne hanno rifiutato la paternità o hanno detto che si trattava di uno scherzo, ed essendo dubbia l'esistenza stessa del movimento, il quale comunque dichiaratamente affermò di fondarsi sulla segretezza dei suoi membri, è evidente che chiunque poteva dirsi appartenente ai rosacrociani senza timore di smentita e viceversa a poco valeva negare l'appartenenza al movimento: pertanto l'elenco sopra riportato vale come mera raccolta delle "voci" che aleggiarono intorno a tali personaggi.
Nel XVIII secolo diverse società, legate più o meno strettamente alla massoneria rivendicano una discendenza dal mitico ordine.
L'influenza sulla nascita della massoneria non è del tutto accertata, anche se alcune cerimonie furono occasionalmente adottate.
"Cavaliere Rosa-Croce" è comunque la denominazione di uno dei gradi della massoneria del "Rito Scozzese Antico e Accettato".
Il simbolo dell'ordine è una croce con al centro una sola rosa rossa.
Il termine disegna uno stato spirituale che corrisponde ad una conoscenza d'ordine cosmologico, che può avere rapporti con l'ermetismo cristiano: il concetto centrale è doppiamente indicato dalla Croce e dal cuore, mentre le gocce di sangue che cadono dalla piaga aperta nel costato di Gesù Cristo si dispongono a forma di rosa.
Esistono anche altre interpretazioni del simbolo, che si riferiscono all'evoluzione spirituale dell'uomo: la Croce ne rappresenta il corpo fisico e la rosa la personalità psichica e mentale in sviluppo, come la rosa che si apre lentamente alla luce".
Vedi: Paul Arnold, "Storia dei Rosa-Croce", Milano, ed. Bompiani, 1991 [Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.]


















Price, John [filologo e religioso anglosassone, noto con il nome latinizzato Johannes Pricaeus o come usa l'Aprosio in forma italianizzata Giovanni Priceo: visse dal 1600 al 1676] , Ioannis Pricaei Annotationes in Epistolam Iacobi, - Parisiis, 1646 - Impronta - i-m& es,e 8.*- mane (3) 1646 (R) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze Price, John, Joannis Pricaei Commentarii in varios Novi Testamenti libros; in quibus Vulgatae versionis, quamplurimis locis, prae quavis alia recentiore sermo purus Latinusque ostenditur; contextus Graeci litera explicatur; ejusdem phraseoligia cum auctorum ethnicorum locutionibus amoene comparatur; multorum difficilium locorum expositiones novae asseruntur, sensusque non solum ex Christianis Ecclesiae antiquissimae doctoribus, sed & ex Graecis Latinisque gentium scriptoribus ubique illustratur. Hic accesserunt annotationes in Psalmorum librum, item in aliquot sparsa capita Novi Testamenti , Londini : excudebat Jacobus Flesher : prostant apud Cornelium Bee, 1660 - [4] p., 1026 col., [1] p. ; fol - Segn.: [par.]2 A-2T6 2V6(-2V6) - Impronta - s,ti s.*] A-em 3.Co (3) 1660 (R) - Paese di pubblicazione: GB - Lingua di pubblicazione: eng - Localizzazioni: Biblioteca Palatina - Parma L. Apuleij Madaurensis, Metamorphoseos libri 11., cum notis & amplissimo indice Ioannis Pricaei. Accessit ejusdem index alphabeticus scriptorum qui in Hesychij Graeco vocabulario laudantur, - Goudae : typis Gulielmi vander Hoeve, 1650 - [8], 262, [2], 758, [66] p. : antip. calcogr., 1 ritr. calcogr. ; 8o. - Antip. sottoscritta: R. a Persyn del. et sculp - Marca (l'Occasione: Spero fortunae regressum) sul front. - Ritr. di John Price a c. p2r. - Segn.: p4 A-Q8 R4, 2A-3E8 3F4 - Titolo uniforme: Metamorphoses - Impronta - exot inus i:u- egex (3) 1650 (R) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca comunale - Palazzo Sormani - Milano - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - Biblioteca Palatina - Parma - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma 5: Annotata ad libros Apocryphos: item Joannis Pricaei annotata ad nonnullos Novi Testamenti libros; & ad librum Psalmorum: sive criticorum sacrorum tomus 5, Londini : excudebat Jacobus Flesher : Cornelium Bee, Richardum Royston, Guilielmum Wells, Samuelem Thomson ; Oxonii : Thomam Robinson ; Cantabrigiae : Guilielmum Morden, 1660 - [4] p., 7125-9634 col., [1] p. ; fol. - Segn: [pi greco]2 13Y-15V6 - Impronta - M.ta n-i. m.AS cuan (C) 1660 (R) - Fa parte di: Critici sacri: siue doctissimorum virorum in SS. Biblia Annotationes, &tractatus. Opus summa cura recognitum, & in novem tomos divisum. Quid in hocopere praestitum sit praefatio ad lectorem ostendit - Paese di pubblicazione: GB - Lingua di pubblicazione: lat, grc, heb - Localizzazioni: CA0194 - Biblioteca universitaria di Cagliari - Biblioteca Pio VI - Subiaco - RM Price, John, Acta Apostolorum ex sacra pagina sanctis patribus Graecisque ac Latinis gentium scriptoribus illustrata: a Joanne Pricaeo Anglo-Britanno, Parisiis, 1647 - [4], 379, [5] p. ; 12o. - Bianche la prima e le ultime 2 c. - Segn.: p2A-Q12 - Impronta - **S. a-e. c.*- **** (3) 1647 (R) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma Hesychius : Alexandrinus, Hesychiou Lexicon cum variis doctorum virorum notis vel editis antehac vel ineditis, Junii, Scaligeri, Salmasii, Palmerii, ... Accurante Cornelio Schrevelio. Accessit Joh. Pricaei index auctorum, qui ab Hesychio laudantur , - Lugd. Batav. et Roterod. : ex Officina Hackiana, 1668 - 10, 1003, 1 p. ; 4o - Marca calcogr. (uccello in volo: Movendo) sul front. - Segn.: *4 2*"(-2*1) A-6K4 6L" - Impronta - usui *.*. m.m. **en (3) 1668 (A) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma















Lauremberg, Peter [Rostock 1585-1639] fu professore di medicina ma coltivò vari interessi letterari eruditi e poetici: come scienziato ebbe particolari interessi per i lavori del grande William Harvey.
Tra le opere di Peter Lauremberg, rinvenute nelle biblioteche italiane si elencano:
Lauremberg, Peter," Petri Laurembergii Rostochiensis Pasicompse noua, id est, accurata & curiosa delineatio pulchritudinis. Qua tanquam in speculo ostenduntur notae & characteres,exactam", [Konigsberg] sumptibus Martini Halleruordii bibliop. Regiom. Boruss.: Keil, JohannHallervord, Martin <1.>, 1672
Lauremberg, Peter," Petri Laurembergi Rostochiensis, Porticus Aesculapi. Seu, Generalis artis medicae constitutio; in qua, de medicinae genere, subjecto, fine, definitione, divisione", Rostochi: Fuess, JoachimHallervord, Johann, 1630
Lauremberg, Peter," Anonymou eisagoge anatomike. Cum interpretatione doctissima, excellentissimi philosophi ac medici Petri Laurembergi", Lugduni-Batauorum - 1618
Lauremberg, Peter," *Petri Laurembergi rostochiensis, Pansophia, sive paedia philosophica ...",
Lauremberg, Peter," Viri clarissimi Petri Laurembergii ... Anatomia corporis humani", Francofurti: Fickwirth, Georg Vogel, Egidius, 1665
Lauremberg, Peter," Collegium anatomicum 12. disputationibus compraehensum & in Rostochiensium academia propositum a Petro Laurembergio ...", Rostochi: Richel, Johann <1.> erben, 1636
Lauremberg, Wilhelm <1547-1612>," Gulielmi Laurembergi Epistolica dissertatio, curationem calculi vesicae continens: & Pet. Laurembergi Laurus Delphica, seu consilium, quo describitur methodus perfacili", Wittebergae: Tham, Christian, 1623
Schroder, Arnold," Defensio animadversionum et notarum viri clarissimi Petri Laurembergii, in aphorismos chymiatricos Angeli Salae, opposita responsioni Anton. Gunther Billich, caculae", 1624
Lauremberg, Peter," Petri Laurembergii Rostochiensis, Horticultura, libris 2. comprehensa; huic nostro coelo & solo accomodata; regulis, observationibus, experimentis, & figuris novis sint", Francofurti ad Moenum: Merian, Matthaus <1. ; 1625-1>
Lauremberg, Peter," Petri Laurembergii Rostochiensis, Apparatus plantarius primus: tributus in duos libros. 1. De plantis bulbosis. 2. De plantis tuberosis...", Francofurti ad Moenum: Merian, Matthaus <1. ; 1625-1>
Drebbel, Cornelius <1572-1636>," Cornelii Drebelii Belgae Tractatus duo. 1. De natura elementorum. 2. De quinta essentia. Accedit his de mobilis perpetui inuentione epistola lectu dignissima. E Belgico", Geneuae: Tournes, Jean de <3.>, 1628
Lauremberg, Peter," Petri Laurembergi Rostochiensis Procestria anatomica in quibus proponuntur plaeraque quae ad generalem anatomiae & partium contemplationem attinent...", Hamburgi: Lange, Paul, 1619
Lauremberg, Peter," Petri Laurembergii ... Horticultura, libris 2 comprehensa; huic nostro coelo & solo accomodata ... in qua quicquid ad hortum proficue colendum et eleganter instruendum", Francofurti ad Moenum: Merian, Matthaus <2. ; 1-1687>, 1654
Lauremberg, Peter," Petri Laurembergii ... Apparatus plantarius: tributus in duos libros. 1. De plantis bulbosis. 2. De plantis tuberosis. Quibus exhibentur praeter nomenclaturas, multipli", Francofurti ad Moenum: Merian, Matthaus <2. ; 1-1687>, 1654
Lauremberg, Peter," Lauremberg, Peter <1585-1639> - *Petri Laurembergii ... Pasicompse nova : Id est accurata & curiosa delineatio pulchritudinis", Lipsiae - 1672















Sinibaldi, Giovanni Benedetto [Leonessa 1594 - 1658] fisiologista e ginecologo profondo per i suoi tempi, tratta in questa opera argomenti di grande interesse, servì di modello al Venette per il suo famoso “Tableau de l’amour conjugal”, con rigore scientifico tratta dei fenomeni della generazione, delle sue parti anatomiche, dei morbi a cui vanno soggetti, delle manualito’ operative che si praticano, giungendo a descrivere la fisiologia degli amori., Non solo studiò la generazione degli uomini, ma anche quelle degli animali vertebrati ed invertebrati., Sinibaldi, in questa opera, è il primo italiano a riconoscere al grande William Harvey l’importanza dei suoi studi sulla circolazione del sangue
Sue opere rinvenute nelle biblioteche italiane:
Sinibaldi, Giovanni Benedetto <1594-1658>," Hippocratis Coi ... Antiphonon. Libri quinque. In quibus celebriores, & a nemine consulto adhuc enarratae, ... Opus nimirum Hippocraticae doctrinae studiosis apprime necessarium. Auctore Io. Benedicto Sinibaldo ...", Romae: Grignani, Lodovico, 1650
Mucharski, Joannes Vincentius," *De plica solocia, seu cirragra morbo polono : quaestio medica publice in archigymnasio Sapientiae universitatis romanae ad disputandum / a Io. Vincentio Mucharski... proposita, Romae, anno epochae christianae MDCXLVII mensis decembris die 23 hora 21 ; assistente... Ioanne Benedicto Sinibaldo", Roma", 1647
Sinibaldi, Giovanni Benedetto <1594-1658>," Oratio de mirabili naturae in suis effectibus artificio, atque ordine habita in publica, ac nobilissima Romana Academia Vigilantium a Io. Benedicto de Sinibaldis Leonissano ... Cum publica theoremata philosophica, ac medica defenderet, ...", Romae: Zanetti, Bartolomeo <1607-1621>, 1618
Sinibaldi, Giovanni Benedetto <1594-1658>," Io. Benedicti Sinibaldi ... Geneanthropeiae siue De hominis generatione decateuchon ubi ex ordine quaecunque ad humanae generationis liturgiam, ejusdemque principia, organa, tempus, usum ... pertractantur. Adiecta est Historia foetus Mussipontani", Francofurti", 1669
Sinibaldi, Giovanni Benedetto <1594-1658>," Io. Benedicti Sinibaldi Leonissani ... Geneanthropeiae siue De hominis generatione decateuchon. Vbi ex ordine quaecunque ad humanae generationis liturgiam, eiusdemque principia, organa, tempus, vsum, ... quae in aphrodisijs accidere quoquomodo solent, ac possunt dedita opera plene, methodice, ... pertractantur. ... Ad eminentiss. ... Raynaldum S.R.E. principem card. de Este", Romae: Cavalli, Francesco , 1642 [di quest'opera si conserva un esemplare in C.B.A.















William Harvey (Folkestone 1578 - Rochampton 1657): dopo aver studiato alla King's School di Canterbury, dove ricevette un'approfondita educazione umanistica, entrò al Gonville and Caius College di Cambridge. Nel 1600 si trasferì all'Università di Padova, ove ebbe fra i suoi maestri Girolamo Fabrici d'Acquapendente Dopo la laurea in medicina (1602) rientrò in patria ed iniziò ad esercitare la professione. Nel 1604 sposò Elizabeth Browne, figlia del medico personale di Elisabetta I e Giacomo I. Fu eletto membro del Collegio dei medici di Londra (1607) e lavorò presso il St. Bartholomew's Hospital (1609). Nel 1618 venne ammesso a corte, diventando medico e amico di Carlo I. Nel 1628 pubblicò la "Exercitatio anatomica de motu cordis et sanguinis in animalibus", in cui espose le sue scoperte sulla circolazione del sangue. Durante la guerra civile rimase fedele al re, decapitato nel 1649. Nello stesso anno pubblicò la "Exercitatio anatomica de circulatione sanguinis", in risposta alla critiche rivolte alla sua teoria. Del 1651, infine, le "Exercitationes de generatione animalium", che esercitarono una grande influenza sulle teorie della generazione opposte alla tradizione aristotelico-galenica.















Boehme, Johann storico, poeta, ebraista, tedesco, nato nel 1485, morto nel 1535. Nome su edizioni: "Boemus, Johannes; Ioannes Boemus Aubanus Teutonicus" Secondo l'SBN in Italia di lui si trovano le seguenti pubblicazioni:
Boehme, Johann," Gli costumi, le leggi et l'usanze di tutte le genti, raccolte qui insieme da molti illustri scrittori per Giouanni Boemo Aubano alemanno, e tradotti per il Fauno in questa nostra lingua uolgare ...", - In Venetia, 1542 (Stampate in Vineggia : per Michele Tramezino, 1542 del mese di marzo). - [9], 180, [3] c. ; 8° - l.o. i,en ueda gaue (3) 1542 (R) - Localizzazioni: Biblioteca comunale dell'Archiginnasio - Bologna - Biblioteca del Seminario vescovile - Mondovì - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca comunale Gaetano Badii - Massa Marittima - Biblioteca francescano-cappuccina provinciale - Milano - Biblioteca Estense Universitaria - Modena - Biblioteca comunale Augusta - Perugia - Biblioteca della Scuola normale superiore - Pisa - Biblioteca del Seminario vescovile di Concordia - Pordenone - Biblioteca civica Benedetto Passionei - Fossombrone - Biblioteca comunale Giuseppe Malagoli - Novellara - Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma - Biblioteca comunale - Trento - Biblioteca nazionale universitaria - Torino - Biblioteca dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti - Venezia - Biblioteca civica - Verona
Boehme, Johann," Gli costumi, le leggi et l'usanze di tutte le genti, raccolte qui insieme da molti illustri scrittori per Giouanni Boemo Aubano Alemanno, e tradotti per il Fauno in questa nostra lingua uolgare. In questi tre libri si contiene l'Africa, l'Asia, l'Europa", In Venetia : [Michele Tramezzino il vecchio], 1542 - [11], 4-187, [1] c. ; 8° - Impronta: r.n- tu,& deui deaq (3) 1542 (R) - Marca: 1.Sibilla in piedi con libro chiuso nella mano destra e paesaggio sullo sfondo. In basso a sinistra altro libro aperto. Nel nastro in alto: "Sibilla" - Localizzazioni: Biblioteca comunale Planettiana - Jesi - Biblioteca monsignor Giacomo Maria Radini Tedeschi. Fondo del Clero di S. Alessandro - Bergamo - Biblioteca comunale dell'Archiginnasio - Bologna - Biblioteca Apostolica vaticana - Stato città del Vaticano - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca civica Berio - Genova - Biblioteca statale - Lucca - Biblioteca Estense Universitaria - Modena - Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III - Napoli - Biblioteca pubblica e Casa della cultura. Fondazione Achille Marazza - Borgomanero - Biblioteca statale del Monumento nazionale S. Scolastica - Subiaco - Biblioteca dei Frati minori - Venezia - Biblioteca Querini Stampalia - Venezia
Boehme, Johann," Gli costumi, le leggi, et l'usanze di tutte le genti, raccolte qui insieme da molti illustri scrittori per Giouanni Boemo Aubano Alemanno, e tradotti per il Fauno in questa nostra lingua uolgare. In questi tre libri si contiene. L'Africa, l'Asia, l'Europa. ", In Venetia : [Michele Tramezzino], 1543 (Stampate in Vineggia : per Michele Tramezino, 1543 del mese di Marzo). - [9], 180, [3] c. ; 8°. - Impronta: l.o. i,en uada gaue (3) 1543 (R) - Marca: 1.Sibilla in piedi con libro chiuso nella mano destra e paesaggio sullo sfondo. In basso a sinistra altro libro aperto. Nel nastro in alto: "Sibilla" - Localizzazioni: Biblioteca comunale Planettiana - Jesi - Biblioteca dei Ss. Nicola e Antonio - Sulmona - Biblioteca civica A. Mai - Bergamo - Biblioteca comunale dell'Archiginnasio - Bologna - Biblioteca comunale Malatestiana - Cesena - Biblioteca delle Facoltà di giurisprudenza e di lettere e filosofia dell'Università degli studi di Milano - Milano - Biblioteca e archivio. Civica raccolta delle stampe Achille Bertarelli - Milano - Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III - Napoli - Biblioteca comunale Carlo Negroni - Novara - Biblioteca del Seminario maggiore - Padova - Biblioteca comunale - Foligno - Biblioteca del Centro di documentazione francescana - Assisi - Biblioteca Palatina - Parma - Biblioteca centrale dell'Area umanistica dell'Università degli studi di Urbino - Urbino - Biblioteca del Seminario urbano - Reggio Emilia - Biblioteca Angelica - Roma - Biblioteca comunale - Siracusa - Biblioteca universitaria - Sassari - Biblioteca Archivio Museo - Bassano del Grappa
Boehme, Johann," Gli costumi le leggi, et l'usanze di tutte le genti, raccolte qui insieme da molti illustri scrittori per Giouanni Boemo Aubano Alemanno e tradotti per il Fauno in questa nostra lingua uolgare. In questi tre libri si contiene l'Africa, l'Asia, l'Europa", In Venetia : [Michele Tramezzino], 1549 (Stampate in Vineggia : per Michele Tramezzino, 1549 del mese di Marzo). - [9], 180, [3] c. ; 8°. - l.o. i,n- ueda gaue (3) 1549 (R) - Marca: 1.Sibilla seduta tiene con il braccio sinistro un libro e sulle ginocchia un altro. In basso la scritta: "Sybilla". In cornice figurata ; Motto: "Qual più fermo è il mio foglio è il mio presagio" - Localizzazioni: Biblioteca comunale dell'Archiginnasio - Bologna - Biblioteca civica - Fossano - Biblioteca del Seminario vescovile - Fossano - Biblioteca Riccardiana - Firenze - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca Medicea Laurenziana - Firenze - Biblioteca civica Berio - Genova - Biblioteca statale Isontina - Gorizia - Biblioteca del Seminario vescovile - Lodi - Biblioteca statale - Lucca - Biblioteca comunale Teresiana - Mantova - Biblioteca della Scuola normale superiore - Pisa - Biblioteca Oliveriana - Pesaro - Biblioteca universitaria - Pavia - Biblioteca comunale Manfrediana - Faenza - Biblioteca Casanatense - Roma - Biblioteca Rosminiana - Rovereto - Biblioteca d'arte del Museo civico Correr - Venezia - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia - Biblioteca civica Bertoliana - Vicenza
Boehme, Johann," Gli costumi, le leggi, et l'usanze di tutte le genti; raccolte qui insieme da molti illustri scrittori per Giouanni Boemo Aubano Alemano; e tradotti per Lucio Fauno in questa nostra lingua volgare. Aggiuntoui di nuouo gli costumi, et l'usanze delle Indie occidentali ... da Gironimo Giglio. ", In Venetia : appresso Gironimo Giglio, e compagni, 1558 (In Venetia : appresso Gironimo Giglio, e compagni, 1558) - [4], 236 c. ; 8° - Impronta: 49a- deon r-le uoqu (3) 1558 (R) - Localizzazioni: Biblioteca città di Arezzo - Biblioteca nazionale Sagarriga Visconti-Volpi - Bari - Biblioteca civica A. Mai - Bergamo - Biblioteca comunale - Pieve di Cento - Biblioteca comunale - Como - Biblioteca Apostolica vaticana - Stato città del Vaticano -1 Biblioteca della Società economica - Chiavari - Biblioteca comunale Teresiana - Mantova - Biblioteca universitaria - Napoli - Biblioteca universitaria di Padova - Padova - Biblioteca comunale Sperelliana - Gubbio - Biblioteca comunale Augusta - Perugia - Biblioteca del Convento di Montesanto - Todi - Biblioteca universitaria - Pisa - Biblioteca civica Ubaldo Mazzini - La Spezia - Biblioteca civica centrale - Torino - Biblioteca del Dipartimento di scienze letterarie e filologiche dell'Università degli studi di Torino - Torino - Biblioteca Querini Stampalia - Venezia
Boehme, Johann," I costumi le leggi, et l'vsanze di tutte le genti; diuisi in tre libri; raccolte qui insieme da molti illustri scrittori; e tradotti per Lucio Fauno ... et aggiontoui di nuouo il quarto libro ... da Gieronimo Giglio ", In Venetia : per Giovanni Bonadio, 1564. - 240 c. ; 8° - Impronta: 5049 deon e,la gizo (3) 1564 (A) - Localizzazioni: Biblioteca del Seminario vescovile - Casale Monferrato - Biblioteca nazionale Sagarriga Visconti-Volpi - Bari - Biblioteca universitaria - Bologna - Biblioteca Patriarcale S. Domenico - Bologna - Biblioteca Apostolica vaticana - Stato città del Vaticano - Biblioteca comunale Aurelio Saffi - Forlì - Biblioteca della Società economica - Chiavari - Biblioteca universitaria - Genova - Biblioteca regionale universitaria - Messina - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - Biblioteca comunale Carlo Negroni - Novara - Biblioteca dell'Istituto siciliano di studi bizantini e neoellenici - Palermo - Biblioteca diocesana - Todi - Biblioteca Oliveriana - Pesaro - Biblioteca comunale Classense - Ravenna - Biblioteca municipale Antonio Panizzi - Reggio Emilia - Biblioteca nazionale centrale - Roma - Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma - Biblioteca comunale Luigi Fumi - Orvieto - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia
Boehme, Johann," I costumi, le leggi, et l'vsanze di tutte le genti. Diuisi in tre libri. Raccolte qui insieme da molti illustri scrittori; et tradotti per Lucio Fauno ... Aggiuntoui di nuouo il quarto libro ... da Gieronimo Giglio", In Venetia : appresso Giacomo Cornetti, 1585 - 240 c. ; 8° - Impronta: 5049 deon e,la gizo (3) 1585 (A) - Localizzazioni: Biblioteca comunale dell'Archiginnasio - Bologna - Biblioteca comunale - Como - Biblioteca comunale Pasquale Rosario - Ascoli Satriano - Biblioteca universitaria - Genova - Biblioteca Ambrosiana - Milano - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - Biblioteca civica centrale - Monza - Biblioteca Estense Universitaria - Modena - Biblioteca universitaria di Padova - Padova - Biblioteca nazionale centrale - Roma - Biblioteca dell'Accademia nazionale dei Lincei e Corsiniana - Roma - Biblioteca del Pontificio Ateneo Antonianum - Roma - Biblioteca dell'Accademia musicale Chigiana - Siena - Biblioteca provinciale dei padri Cappuccini - Trento - Biblioteca Querini Stampalia - Venezia
Boehme, Johann," I costumi le leggi, et l'vsanze di tutte le genti; diuisi in tre libri. Raccolte, qui insieme da molti illustri scrittori, per Giouanni Boemo Aubano alemano; et tradotti per Lucio Fauno in questa nostra lingua volgare. Aggiuntoui di nouo il quarto libro, nel qua si narra i costumi, et l'vsanze dell'Indie occidentali, ouero Mondo Nouo; da m. pre. Gieronimo Giglio", In Venetia : per Dominico, et Aluise Giglio fra., 1566 - 240 c. ; 8°. - Impronta: 5049 deon e,la gizo (3) 1566 (A) - Localizzazioni: Biblioteca città di Arezzo - Arezzo - Biblioteca statale - Cremona - Biblioteca di Ateneo dell'Università cattolica del Sacro Cuore - Milano - Biblioteca comunale Teresiana - Mantova - Biblioteca universitaria - Pavia - Biblioteca statale del Monumento nazionale di Grottaferrata - Grottaferrata - Biblioteca nazionale centrale - Roma - Biblioteca civica Anton Giulio Barrili - Savona - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia - Biblioteca civica Bertoliana - Vicenza
Boehme, Johann," I costumi, le leggi, et le usanze di tutte le genti. Diuisi in tre libri. Raccolti da molti illustri scrittori; e tradotti per Lucio Fauno. Di nuouo aggiuntoui il quarto libro", In Venetia : appresso Domenico Farri, 1573 - 240 c. ; 8° - Impronta: 5049 deon e,la gizo (3) 1573 (A) - Localizzazioni: Biblioteca comunale Luciano Benincasa - Ancona - Biblioteca comunale Planettiana - Jesi - Biblioteca statale - Cremona - Biblioteca Apostolica vaticana - Stato città del Vaticano - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - Biblioteca Oliveriana - Pesaro - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia
Boehme, Johann," Gli costumi, le leggi, et lusanze di tutte le genti; raccolte qui insieme da molti illustri scrittori; e tradotti per Lucio Fauno in questa nostra lingua volgare. Aggiontoui di nuouo gli costumi, & le usanze dell'Indie occidentali, ouero Mondo nuouo, dap. Gieronimo Giglio", Venetia : appresso Francesco Lorenzini, 1560 - [4], 236 c. ; 8° - Impronta: 49a- deon r-le uoqu (3) 1560 (R) Lingua: Italiano Paese: Italia - Marca: 1.Mano con una spada sulla quale un serpente tiene una corona d'alloro; al lato un toro sdraiato. ; Motto: "His ducibus" - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca civica Berio - Genova - Biblioteca statale - Lucca - Biblioteca comunale Valentiniana - Camerino - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - Biblioteca S. Basilio del Seminario arcivescovile - Perugia - Biblioteca comunale Giulio Enaudi - Correggio - Biblioteca comunale Paroniana - Rieti - Biblioteca nazionale centrale - Roma - Biblioteca Vallicelliana - Roma - Biblioteca comunale - Trento - Biblioteca del Seminario teologico - Trento - Biblioteca del Seminario vescovile - Treviso - Biblioteca del Seminario arcivescovile di Milano - Venegono Inferiore
Boehme, Johann," Omnium gentium mores, leges et ritus, ex multis clarissimis rerum scriptoribus, a Ioanne Boemo Aubano Teutonico nuper collecti, & nouissime recogniti. Tribus libris absolutum opus, Aphricam, Asiam, & Europam describentibus. Accessit libellus de regionibus septentrionalibus, earumque gentium ritibus, veterum scriptorum saeculo fere incognitis, ex Iacobo Zieglero Geographo diligentiss. Necnon Mathiae a Michou de Sarmatia Asiana, atque Europea, libri duo. Non sine indice locupletissimo", Venetiis, 1542 (Venetiis : per Ioan. Ant. Petrum fratres de Nicolinis de Sabio : expensis vero Io. Baptistae Pederzani Brixiensis, 1542) - 293, [i.e. 407], [25] p.; 8° - u*e, u-i, s,n- ce&q (3) 1542 (R) - Localizzazioni: Biblioteca universitaria di Cagliari - Biblioteca comunale - Como - Biblioteca Antoniana - Padova - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca delle Facoltà di giurisprudenza e di lettere e filosofia dell'Università degli studi di Milano - Milano - Biblioteca comunale Teresiana - Mantova - Biblioteca universitaria di Padova - Padova - Biblioteca comunale Sperelliana - Gubbio - Biblioteca comunale Augusta - Perugia - Biblioteca Leoniana - Pistoia - Biblioteca comunale Federiciana - Fano - Biblioteca centrale dell'Area umanistica dell'Università degli studi di Urbino - Urbino - Biblioteca nazionale centrale - Roma - Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma - Biblioteca Casanatense - Roma
Boehme, Johann," Orbis terrarum epitome in qua mores, leges, ritus omnium gentium, per Ioannem Boemum Aubanum teutonicum ex multis clarissimis scriptoribus collecti continentur, una cum Henrici Farnesij Eburonis i.c. & artis oratoriae regij interpretis castigatione, et censura rerumque admirabilium additamentis huc item eius accedit Elogium ad illustrissimum Didacum Salazar supremum cancellarium. Quaestiones de sui cognitione, siue de homine, symbolis tamquam allegoricis legibus solutae", Papiae : apud Andream Vianum, 1595 (Papiae : apud Andream Vianum, 1595) - [22], 390 [i.e. 380], [20] p. ; 8° - Impronta: luer u-et i.J, maiu (3) 1595 (R) - Marca: 1.Leone sale su un monte. Iniziali "A.V." nel medaglione in basso. In cornice figurata ; Motto: "Vias tuas Domine" 2.Leone sale su un monte. Iniziali "A.V." nell'ovale in basso. In cornice figurata ; Motto: "Vias tuas Domine" - Localizzazioni: Biblioteca comunale Feliciana - Naro - Biblioteca civica A. Mai - Bergamo - Biblioteca del Seminario vescovile - Lodi
Boehme, Johann," Orbis terrarum epitome in qua mores, leges, ritus omnium gentium, per Ioannem Boemum Aubanum Teutonicum ex multis clarissimis scriptoribus collecti continentur, vna cum Henrici Farnesij ... castigatione, et censura rerumque admirabilium additamentis huc item eius accedit elogium ad illustrissimum Didacum Salazar supremum cancellarium ... ", Papiae : apud Andream Vianum, 1596 (Papiae : apud Andream Vianum, 1595) - [22], 390 [i.e. 380], [20] p. ; 8° - Impronta: luer u-et i.j, siiu (3) 1596 (R) - Marca: 1.Leone sale su un monte. Iniziali "A.V." nel medaglione in basso. In cornice figurata ; Motto: "Vias tuas Domine" - 2.Leone sale su un monte. Iniziali "A.V." nell'ovale in basso. In cornice figurata ; Motto: "Vias tuas Domine" - Localizzazioni: Biblioteca comunale Planettiana - Jesi - Biblioteca provinciale La Magna Capitana - Foggia - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - Biblioteca universitaria di Padova - Padova - Biblioteca universitaria - Pavia - Biblioteca del Seminario arcivescovile dei SS. Angeli Custodi - Ravenna - Biblioteca nazionale centrale - Roma - Biblioteca Casanatense - Roma - Biblioteca civica centrale - Torino
Boehme, Johann,"Orbis terrarum epitome in qua mores, leges, ritus omnium gentium, per Ioannem Boemum Aubanum teutonicum ex multis clarissimis scriptoribus collecti continentur vna cum Henrici Farnesij eburonis i.c. & artis oratoriae regij interpretis castigatione, et censura rerumque admirabilium additamentis huc item eius accedit elogium ad illustrissimum Didacum Salazar supremum cancellarium. Quaestiones de sui cognitione, siue de homine symbolis, tamquam allegoricis legibus solutae", Papiae : apud Andream Vianum, 1595 (Papiae : apud Andream Vianum, 1596) - [22], 390 [i.e. 380], [20] p. ; 8° - Impronta: luer u-et i.j, siiu (3) 1595 (R) - Marca: 1.Leone sale su un monte. Iniziali "A.V." nel medaglione in basso. In cornice figurata ; Motto: "Vias tuas Domine" - 2.Leone sale su un monte. Iniziali "A.V." nell'ovale in basso. In cornice figurata ; Motto: "Vias tuas Domine" - Localizzazioni: Biblioteca della Società economica - Chiavari - Biblioteca comunale Teresiana - Mantova - Biblioteca universitaria - Pavia



Diceo, Gerardo [1492-1542: ne la "Pentecoste..." Angelico Aprosio ne scrive] ," Gerardi Dicaei Lucensis [Lucca] Progymnasmaton libellus", Impressum Lucae : per Saluatorem Sucham Florentinum, Anno a Virg. Partu. 1523 Mense Nouembri - 136 c. ; 4o - Sul front. titolo racchiuso in cornice xilogr. in rosso - Segn.: a-q8 r-s4 - Impronta - e:i, i.t: e:t: DeSe (C) 1523 (R) - Paese di pubblicazione: IT Lingua di pubblicazione: lat Localizzazioni: Biblioteca statale del Monumento nazionale di Montecassino - Cassino - Biblioteca Palatina - Parma
Diceo, Gerardo, "Compendium reimetricae", [Firenze : Francesco di Iacopo cartolaio] (Impressum Florentiae : ad instantiam Paulini Petri Laurentii librarii Lucensis, die uero XX Decembris 1534) - [16] c. ; 8° Note: Il nome dell'autore si ricava dalla dedica. - uae- q.s. *.ea SiSi (C) 1534 (R) Lingua: Latino - Paese: Italia - Marca: Sfera armillare - Motto: "In Deo" Autore: Diceo, Gerardo <1492-1542> - Editore : Francesco di Iacopo cartolaio - Paolino di Pietro di Lorenzo - Localizzazioni: Biblioteca statale - Lucca



Diana, Antonino (Antonio): nato a Palermo da nobile famiglia, il chierico regolare Antonio Diana (1586) si ascrisse all' Ordine dei Teatini nel 1630. Ebbe vastissima fama di teologo morale, tanto da essere nominato Esaminatore dei Vescovi sotto Urbano VIII, Innocenzo X e Alessandro VIII: ciò non gli evitò di incorrere in qualche polemica [Betancor, Antonius, Anti diana sive admonitio apologetica ad R. P. Ant. Dianam sum tractatum exauthorandi reges per D. Ant. Betancor", 1653, S. l. n. n. - 8° , 211 p. - 1 esemplare alla Bibliothèque municipale d'étude et d'information. Grenoble, Isère
Betancor, Antonius, Anti-Diana, sive Admonitio apologetica ad R. P. Antoninum Dianam, circa suum Tractatum de potestate exauthorandi reges... per D. Anton. Betancor,..." (S. l.,), 1653 - In-8° , 211 p. - 1 esemplare alla BIBLIOTHEQUE NATIONALE DE FRANCE (BNF)] per una certa presunta sua propensione al lassismo. Si spense a Roma, 20 luglio 1663.
Di lui si sono individuate in Italia le seguenti opere:
Diana, Antonino <1585-1663>, R.P.D. Antonini Diana Panormitani ... Practicae resolutiones lectissimorum casuum. ...", Antuerpiae", 1641
Diana, Antonino , Summa Diana in qua R.P.D. Antonini Diana Panormitani ... Opera omnia septem partibus comprehensa, Diana ipso committente & approbante, / Antonio vero Cotonio alias Ausonio Noctinot Siculo Tertij Ordinis S. Francisci dante, in vnicum volumen arctantur, alphabetico simul & doctrinali ordine digestum, & bipartitum. Cum additionibus ... Accessit in marginibus Breuiarium, quod pro rerum qua indice, qua summario abundi supplet, & index verborum locupletissimus. In hac ultima editione correcta, emendata, & addita octaua, & nona parte ; a R.D. Andrea Guadagno, ..", Lione", 1652
Alcolea, Martin : de, Vastissima erratorum sylua, quae irrepserunt in indicces nouem tomorum R.P. Antonini Dianae, secundum nouam ordinationem P. Alcoleae; impressorum Lugduni, ann. 1667. Diligentissime collecta ab auctore eiusdem ordinationis, eiusque iussu, in lectirum gratiam, in lucem edita", Lugduni: Anisson, Fleury, 1669
Diana, Antonino<1585-1663>, R.P.D. Antonini Diana Panormitani ... Resolutionum moralium tres partes priores: in quibus selectiores casus conscientiae, breuiter, dilucide & ad plurimum benigne sub variis tractatibus explicantur", Lugduni: Anisson, Laurent & associes, 1645-1653
Diana, Antonino<1585-1663>, 5: R.P.D. Antonini Diana Panormitani ... Pars quinta. In qua selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide, & vt plurimum benigne sub variis tractatibus explicantur. Aditae in extremo operis declarationes sacrarum Congregationum, Rotaeque Romanae decisiones circa materiam immunitatis ecclesiasticae", Lugduni", 1650
Diana, Antonino<1585-1663>, 7: R.P.D. Antonini Diana Panormitani ... Pars septima: In qua selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide, & vt plurimum benigne explicantur", Lugduni: Boissat, Gabriel heritiers & Anisson, Laurent, 1645
Diana, Antonino<1585-1663>, 8: R.P.D. Antonini Diana Panormitani ... Pars octaua: in qua selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide, & vt plurimum benigne explicantur", Lugduni", 1653
Diana, Antonino<1585-1663>, 9: R.P.D. Antonini Diana Panormitani ... Pars nona: in qua selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide, & vtplurimum benigne sub variis tractatibus explicantur. His adiectae disceptationes apologeticae De primatu solius D. Petri", Lugduni", 1651
Diana, Antonino<1585-1663>, 10: R.P.D. Antonini Diana Panormitani ... Pars deicima: in qua selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide, & vt plurimum benigne sub variis tractatibus explicantur", Lugduni", 1653
Diana, Antonino<1585-1663>, R.P.D. Antonini Diana ... Resolutionum moralium pars vndecima tota miscellanea. ... Adduntur in fine tractatus duo, De adoratione romani pontificis, et De infallibilitate suorum decretorum circa fidem extra concilium", Venetiis: Societa veneta, 1678
Diana, Antonino <1585-1663>, R.P.D. Antonini Diana ... Coordinati, seu omnium resolutionum moralium, ejus ipsissimis verbis ad propria loca, & materias, per v.p. Martinum de Alcolea ... Tomus primus (-decimus) ", Venetiis: Pezzana, Nicolo, 1698
Diana, Antonino <1585-1663>, 7"
Diana, Antonino <1585-1663>, 6"
Diana, Antonino <1585-1663>, 8 "
Diana, Antonino <1585-1663>, 2 "
Diana, Antonino <1585-1663>, R.P.D. Antonini Diana Panormitani ... Resolutiones morales in quatuor partes distributae. In quibus selectiores casus conscientiae breuiter, ... explicantur, in hac nona, & secunda Veneta editione cum quarta parte non ante impressa prodeunt, ab ipso auctore diligenter emendata, ..", Venetiis: Baba, Francesco, 1636
Diana, Antonino <1585-1663>, 3 "
Diana, Antonino <1585-1663>, R.P.D. Antoninus Diana ... Coordinatus, seu omnes resolutiones morales, eius ipsissimis verbis ad propria loca, & materias fideliter dispositae, ac distributae ... Tomus primus (-decimus) ", Lugduni: Huguetan, Jean Antoine <2> & C., 1680
Diana, Antonino <1585-1663>, 4 "
Diana, Antonino <1585-1663>, 5 "
Diana, Antonino <1585-1663>, 9"
Diana, Antonino <1585-1663>, Summa Diana in qua a R.P.D. Antonini Diana Panormitani clerici ... opera omnia septem partibus comprehensa, Diana, ipso committente, & approbante, Antonio vero Cotonio, ... in vnicum volumen arctantur, alphabetico ordine simul & doctrinali ordine digestum, & bipartitum. Cum additionibus cruce notatis eorum, quae ... vtilia visa sunt. Accessit marginalibus Breuiarium ..", Venetiis: Baba, 1653
Diana, Antonino <1585-1663>, 2: Tomus secundus continens quintam, sextam, & septimam partem. In qua selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide, & ut plurimum benigne sub varijs tractatibus explicantur", Venetiis", 1647
Diana, Antonino <1585-1663>, 9: R.p.d. Antonini Diana ... Resolutionum moralium pars nona ..", Venetiis: Giunta, Tommaso <2.> eredi & Baba, Francesco, 1650
Diana, Antonino <1585-1663>, R.P.D. Antonini Diana ... Resolutiones morales in octo partes distributae. In qua selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide, & ut plurimum benigne sub varijs tractatibus explicantur", Venetiis", 1647
Diana, Antonino <1585-1663>, R.P.D. Antonini Diana ... Resolutionum moralium", Venetiis: Giunta, Tommaso <2.> eredi & Baba, Francesco, 1647
Diana, Antonino <1585-1663>, R.P.D. Antonini Diana ... Resolutionum moralium pars sexta. In qua selectiores casus conscientiae breviter, dilucide, & ut plurimum benigne explicabuntur", Venetiis: Giunta, Tommaso <2.> eredi & Baba, Francesco, 1645
Diana, Antonino <1585-1663>, 7: R.P.D. Antonini Diana ... Resolutionum moralium pars septima. In qua selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide, & ut plurimum benigne explicantur", Venetiis: Giunta, Tommaso <2.> eredi & Baba, Francesco, 1645
Diana, Antonino <1585-1663>, 8: R.P.D. Antonini Diana ... Resolutionum moralium pars octava. In qua selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide, & ut plurimum benigne explicantur ..", Venetiis: Giunta, Tommaso <2.> eredi & Baba, Francesco, 1647
Diana, Antonino <1585-1663>, R.P.D. Antonini Diana ... Coordinati, seu omnium resolutionum moralium, ejus ipsissimis verbis ad propria loca, & materias, per V.P. Martinum De Alcolea ... Tomus primus <-decimus>", Venetiis", 1728
Diana, Antonino <1585-1663>, 10: Index generalis, seu operum omnium summa, ad praelatorum, confessariorum, necnon casuum conscientiae studiosorum faciliorem usum accommodata", Venetiis", 1728
Diana, Antonino <1585-1663>, Summa Diana in qua opera omnia duodecim partibus comprehensa Antonius Cotonius ... necnon Andreas Guadagno s.t.d. septem a primo, caeteris ab hoc expletis. In unicum volumen, alphabetico simul & doctrinali ordine digestum & bipartitum. Eodem Antonino Diana ... arctarunt & eleganter remiserunt. ..", Venetiis: Curti, 1686
Diana, Antonino <1585-1663>, Summa Diana in qua a.r.p.d. Antonini Diana Panormitani cler. regul. ... opera omnia sex partibus comprehensa, Diana ipso committente, & approbante, Ausonio vero Noctinot Siculo ... operam dante, in unicum volumen arctantur, alphabetico simul & doctrinali ordine digestum, & bipartitum. ..", Venetiis: Giunta, Tommaso <2.> eredi & Baba, Francesco, 1644
Diana, Antonino <1585-1663>, Summae Diana reu. patris F. Ausonij Noctinot Siculi Nicosiensis, regularis tertij ordinis S. Francisci, ex septima parte auctarium", Romae typis Ludouici Grignani: Grignani, Lodovico, 1646
Diana, Antonino <1585-1663>, R.p.d. Antonini Diana ... Resolutionum moralium tomus primus (-quartus). In quibus selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide, et ut plurimum benigne sub variis tractatibus explicantur", Venetiis: Societa veneta, 1678
Diana, Antonino <1585-1663>, 1: Tomus primus. Continens primam, secundam, tertiam, & quartam partem", Venetiis: Societa veneta, 1678
Diana, Antonino <1585-1663>, 2: Tomus secundus continens quintam, sextam, & septimam partem. In quibus selectiores casus conscientiae breuiter, ..", Venetiis: Societa veneta, 1678
Diana, Antonino <1585-1663>, 3: Tomus tertius. Continens octauam, & nonam partem. In quibus selectiores casus conscientiae breuiter, ..", Venetiis: Societa veneta, 1678
Diana, Antonino <1585-1663>, 4: Tomus quartus. Continens decimam, vndecimam, & duodecimam partem. In quibus selectiores casus conscientiae breuiter, ..", Venetiis: Societa veneta, 1678
Diana, Antonino <1585-1663>, R.p.d. Antonini Diana Panormitani ... Resolutiones morales in tres partes distributae. In quibus selectiores casus conscientiae, ... explicantur", Lugduni: Cardon, Jacques, 1634
Diana, Antonino<1585-1663>, R.p.d. Antonini Diana panormitani ... Resolutionum moralium quae quinque tomis continentur compendium, auctore admodum R.d. Matthaeo Defendi ... Nunc primum in lucem editum", Venetiis: Baba, Andrea, 1640
Diana, Antonino<1585-1663>, Summa Diana in qua a R.P.D. Antonini Diana Panormitani clerici regularis coram S.D.N. Vrbano 8. episcoporum examinatoris, ... Opera omnia septem partibus comprehensa, Diana, ipso committente, & approbante, Antonio vero Cotonio, alias Ausonio Noctinot Siculo ... operam dante, in vnicum volumen arctantur, ...", Venetijs: Giunta, 1656
Diana, Antonino<1585-1663>, R.P.D. Antoninus Diana ... Coordinatus; seu Omnes resolutiones morales eius ipsissimis verbis ad propria loca, & materias fideliter dispositae, ac distributae. ... Tomus primus \- nonus ", Lugduni: Huguetan, Jean Antoine <2.> & Barbier, Guillaume <2.>, 1667
Diana, Antonino <1585-1663>, De primatu solius d. Petri ac differentia inter ipsum & d. Paulum disceptationes apologeticae auctore Antonino Diana Panormitano ...", Romae: Manelfi, Manelfo, 1647 De prisca, et recenti immunitate Ecclesiae ac ecclesiasticorum libertate generales controuersiae in duos libros distinctae. In quibus admod. reu. p.d. Antonini Dianae Resolutiones in controuersiam vocantur, & executiuntur. Auctore Mario Cutelli Villaerosatae comite ... Tomus prior summo pontifici dicatus", Matriti expensis Gabrielis a Leon: Leon, Gabriel : de, 1647
Diana, Antonino , Antonini Diana ... Operum omnium Tabula aurea, qua resolutionum plusquam sex millia ... Accessit index alphabeticus copiosissimus, & locupletissimus rerum notabilium uniuersi operis. Studio, ac labore Caroli Thomasij eiusdem Ordinis ...", Romae: Tinassi, Nicola Angeloil ‰Varese , 1664
Diana, Antonino <1585-1663>, Summa Diana in qua a r.p.d. Antonini Diana Panormitani clerici regularis ... opera omnia septem partibus comprehensa, Diana, ipso committente, & approbante, Antonio vero Cotonio, alias Ausonio Noctinot ... operam dante, in vnicum volumen arctantur, alphabetico simul, & doctrinali ordine digestum, & bipartitum. Cum additionibus cruce notatis ... Accessit in marginibus Breuiarium, quod pro rer", Venetiis: Pezzana, Nicolo, 1661
Diana, Antonino <1585-1663>, R.p.d. Antonini Diana Panormitani, ... Resolutiones morales in compendium redactae, & in ord. alphab. digeste: in quibus lectissimi quique ... ac facilitate dissoluuntur. Per Ioan. de La Val Belgam ..", Lugduni: Prost, Jacques, 1634
Diana, Antonino , Summa Diana, in qua R.P.D. Antonini Diana Panormitani ... opera omnia duodecim partibus comprehensa: septem nempe priores, Diana ipso committente & approbante, Antonio vero Cotonio, alias Ausonio Noctinot ... operam dante, octava, nona & decima, tum a R.D. Andrea Guadagno, tum D. Iacobi Pontani ... studio recens coll... ", Lugduni: Anisson, Laurent, 1664
Diana, Antonino <1585-1663>, Summa Diana in qua a r.p.d. Antonini Diana Panormitani ... Opera omnia septem partibus comprehensa, Diana ipso committente & approbante, Antonio vero Cotonio, alias Ausonio Noctinot ... In vnicum volumen arctantur, alphabetico simul & doctrinali ordine digestum & bipartitum. Cum additionibus Cruce notatis eorum ...", Venetiis: Giunta, Tommaso <2.> eredi & Baba, Francesco, 1646
Diana, Antonino <1585-1663>, *R.p.d. Antonini Diana panormitani clerici regularis ... : Resolutionum moralium ...", Venetiis
Diana, Antonino , Summa Diana in qua a R.P.D. Antonini Diana Panormitani ... opera omnia septem partibus comprehensa, Diana, ipso committente, & approbante, Antonio vero Cotonio, alias alias Ausonio Noctinot ... in unicum volumen arctantur ... Accessit in marginibus breviarium ...", Venetiis: Pezzana, Nicolo, 1663
Diana, Antonino<1585-1663>, 6: R.P.D. Antonini Diana panormitani ... Resolutionum moralium pars sexta; in qua selectiores casus conscientiae breviter, dilucide, & utplurimum benigne explicantur", Lugduni: Prost, Pierre heritiers & Borde, Philippe & Arnaud, Laurent, 1645
Diana, Antonino<1585-1663>, R.P.D. Antonini Diana ... Resolutiones morales", Lugduni: Prost, Pierre heritiers & Borde, Philippe & Arnaud, Laurent, 1647
Diana, Antonino<1585-1663>, R.P.D. Antonini Diana panormitani ... Resolutionum moralium pars septima; in qua selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide, & ut plurimum benigne explicantur", Lugduni: Prost, Pierre heritiers & Borde, Philippe & Arnaud, Laurent, 1647
Diana, Antonino , Summa Diana in qua a R.P.D. Antonini Diana Panormitani clerici regul. Coram S.D.N. Vrbano 8. episcoporum examinatoris, & S. Officij Regni Siciliae consultoris, Opera omnia septem partibus comprehensa, Diana ipso committente, et approbante, Antonio vero Cotonio, alias Ausonio Noctinot Siculo Tertij Ordinis S. Francisci operam dante, in unicum volumen arctantur, alphabetico simul & doctrinali ordine digestum, & bipartitum ...", Venetiis: Baba, 1652
Diana, Antonino <1585-1663>, Summa Diana in qua R.P.D. Antonini Diana, Panormitani ... Opera omnia duodecim partibus comprehensa: septem nempe priores, Diana ipso committente & approbante, Antonio vero Cotoni, alias Ausonio Noctinot ... Octaua, nona, & decima, tum a R.D. Andrea Guadagno ... tum D. Iacobi Pontani ... vtraque simili ordine ac methodo a Nicolao Antonio ..", Lugduni: Borde, Philippe & Arnaud, Laurent & Rigaud, Claude, 1660
Diana, Antonino <1585-1663>, Summa Diana in qua a r.p.d. Antonini Diana Panormitani clerici regularis ... opera omnia septem partibus comprehensa, Diana, ipso committente, & approbante, Antonio Catanio, alias Ausonio Noctinot Siculo, tertij ordinis s. Francisci operam dante, in unicum volumen orctantur, & bipartitum. Cum additionibus ... quae ... utilia visa sunt. Accessit in marginibus breviarium, ... et index verborum locupletissimus", Venetiis: Baba, Francesco, 1656
Diana, Antonino<1585-1663>, Summa diana in qua a R.P.D. Antonini Diana Panormitani clerici regul.s coram S.D.N. Vrbano 8. episcoporum examinatoris, ... Opera omnia septem partibus comprehensa, Diana ipso committente, & approbante, Antonio vero Cotonio, alias Ausonio Noctinot Siculo ... operam dante, in unicum volumen arctantur, ...", In hac vltima impressione correcta, & emendata, & addita octaua, & nona parte a R.D. Andrea Guadagno ...", Venetiis: Giunta, 1652
Diana, Antonino <1585-1663>, R.P.D. Antonini Diana ... Resolutionum moralium...", Lugduni: Prost, Pierre heritiers & Borde, Philippe & Arnaud, Laurent, 1645
Diana, Antonino <1585-1663>, R. P. Antonini Diana ... Resolutionum moralium pars sexta. In qua selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide, et ut plurimum benigne explicabuntur", Venetiis: Baba, Francesco, 1743
Diana, Antonino <1585-1663>, Summa Diana in qua a R.P.D. Antonini Diana Panormitani clerici regularis coram S.D.N. Alexandro 7. episcoporum examinatoris, & S.Officij regni Siciliae consultoris, opera omnia septem partibus comprehensa, Diana, ipso committente, & approbante, Antonio vero Cotonio alias Ausonio Noctinot Siculo ... operam dante. ... Cum additionibus cruce notatis eorum, ... Accessit in marginibus breuiarium, quod pro rerum qua indice, qua summario abunde supplet, ...", Venetiis: Combi & La Nou, 1663
Diana, Antonino <1585-1663>, 5: R.p.d. Antonini Diana ... Resolutionum moralium pars quinta. In qua selectiores casus conscientiae breuiter ... explicantur ... Prodit nunc iterum Venetiis multis in in locis ab auctore aucta, & accommodata", Venetiis: Baba, Francesco, 1642
Diana, Antonino <1585-1663>, 4: R.P.D. Antonini Diana ... Resolutionum moralium pars quarta. In qua selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide, & ut plurimum benigne sub variis tractatibus explicantur, et praesertim", Lugduni: Prost, Pierre heritiers & Borde, Philippe & Arnaud, Laurent, 1645
Diana, Antonino <1585-1663>, Resolutionum moralium ..", Lugduni: Prost, Pierre heritiers & Borde, Philippe & Arnaud, Laurent, 1645
Diana, Antonino <1585-1663>, 5: R.P.D. Antonini Diana ... Resolutionum moralium pars quinta. In qua selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide, & ut plurimum benigne sub varijs tractatibus explicantur. Additae in extremo operis declarationes sacrarum ..", Lugduni: Arnaud, Laurent, 1643
Diana, Antonino <1585-1663>, Resolutionum moralium ..", Lugduni: Arnaud, Laurent, 1643
Diana, Antonino <1585-1663>, R.P.D. Antonini Diana ... Resolutiones morales", Lugduni: Prost, Pierre heritiers & Borde, Philippe & Arnaud, Laurent, 1647
Diana, Antonino <1585-1663>, 8: R.P.D. Antonini Diana ... Resolutionum moralium pars octaua in qua selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide & ut plurimum benigne explicantur", Lugduni", 1647
Cutelli, Mario, De prisca, et recenti immunitate ecclesiae ac ecclesiasticorum libertate generales controuersiae in duos libros distinctae. In quibus admod. reu. P.D. Antonini Dianae Resolutiones in controuersiam vocantur, et excutiuntur. Auctore Mario Cutelli ... Tomus prior summo pontifici dicatus", Matriti: Typographia Regia , 1647
Diana, Antonino <1585-1663>, Summa Diana, in qua R.P.D. Antonini Diana Panormitani clerici regul. coram S.D.N. Vrbano 8. episcoporum examinatoris, ... opera omnia septem partibus comprehensa, Diana ipso committente & approbante Antonio vero Cotonio, alias Ausonio Noctinot Siculo tertij Ordinis S. Francisci operam dante, ... Cum additionibus ... Accessit in marginibus breuiarium, ... In hac ultima editione correcta, emendata, & addita octaua, & nona parte a R.P. Andreae a Guadagno, Quintiano S.T.D. & praedicatore generali", Lugduni: Borde, Philippe & Arnaud, Laurent & Rigaud, Claude, 1652
Diana, Antonino, R.P.F. Antonini Diana Panormitani, ... practicae resolutiones lectissimorum casuum", Roma", 1654
Diana, Antonino <1585-1663>, R.P.D. Antonini Diana ... Resolutionum moralium, quae quinque tomis continentur compendium, auctore admodum R.D. Matthaeo Defendi ...", Lugduni: Boissat, Gabriel heritiers & Anisson, Laurent, 1642
Diana, Antonino <1585-1663>, Summa Diana in qua r.p.d. Antonini Diana panormitani clerici regul. ... opera omnia sex partib. comprehensa, Diana ipso committente, & approbante, Ausonio vero Noctinot Siculo ... in unicum volumen duabus partis arctantur ... Accessit in marginibus Breuiarium, quod pro rerum qua summario abdunte supplet, est index verborum locupletissimus. Pars prior (-secunda).", Lugduni : sumptib. Haered. Pet. Prost, Philippi Borde, & Laur. Arnaud, 1644.", [8, 456, 8, 458, 6 p. ; 4o (Front. bicr.", A c. a1r. occhietto della 2 parte.", Segn. [par]4 A-3M4 a-3m4.", c. 3M2 segnata erroneam. 3K", Prost, Pierre heritiers & Borde, Philippe & Arnaud, Laurent
Diana, Antonino <1585-1663>, R.P.D. Antonini Diana ... Resolutionum moralium, quae quinque tomis continentur compendium, auctore admodum R.D. Matthaeo Defendi ..", Lugduni: Boissat, Gabriel heritiers & Anisson, Laurent, anno 1642
Diana, Antonino <1585-1663>, R.P.D. Antonini Diana ... Practicae resolutiones lectissimorum casuum", Antuerpiae: Meurs, Jacob van, anno 1660
Diana, Antonino <1585-1663>, Summa Diana in qua a r.p.d. Antonini Diana Panormitani clerici regularis ... Opera omnia septem partibus comprehensa, Diana, ipso committente, & approbante, Antonio vero Cotonio, alias Ausonio Noctinot ... In vnicum volumen arctantur, alphabetico simul & doctrinali ordine digestum, & bipartitum ...", Venetiis: Pezzana, 1660
Diana, Antonino <1585-1663>, R.p.d. Antonini Diana ... Resolutiones morales in tres partes distributae, in quibus selectiores casus conscientiae breviter, dilucide & ut plurimum benigne sub variis tractatibus explicantur", Montibus: Waudre, Francois de, 1635
Diana, Antonino<1585-1663>, R.P.D. Antonini Diana... Resolutiones morales in quinque partes distributae. In quibus selectiores casus conscientiae breviter, dilucide, et ut plurimum benigne sub Tractatibus explicantur", Venetiis: Baba, Francesco, 1640
Diana, Antonino, R.P.D. Antonini Diana... Resolutiones Morales In sex Partes distributae. In qua selectiores casus consciantiae breuiter, dilucide, et vt plurimum benigne sub variis Tractatibus explicantur", Venetiis: Baba, Francesco, 1643
Diana, Antonino, R.P.D. Antonini Diana... Resulutionum moralium...", Venetiis: Baba, Francesco, 1543
Diana, Antonino<1585-1663>, Summa Diana in qua opera omnia duodecim partibus comprehensa Antonius Cotonius ... necnon Andreas Guadagno s.t.d. septem a primo, caeteris ab hoc expletis. In unicum volumen, alphabetico simul & doctrinali ordine digestum & bipartitum. Eodem Antonino Diana ... arctarunt & eleganter remiserunt. ...", Venetiis: Conzatti , 1686
Diana, Antonino<1585-1663>, Summa Diana, in qua R.P.D. Antonini Diana ... Opera omnia Duodecim Partibus comprehensa: Septem nempe priores, Diana ipso committente & approbante, Antonio vero Cotonio, alias Ausonio Noctinot siculo tertii ordinis ... Octaua, nona, & decima, tum a R.D. Andrea Guadagno ..., tum d. Iacobi Pontani doctoris ...", Lugduni: Anisson, Laurent & Devenet, Jean-Baptiste, 1657
Diana, Antonino, Summa Diana in qua a.r.p.d. Antonini Diana Panormitanin ... opera omnia sex partibus comprehensa, Diana ipso committente & approbante ... in unicum volumen arctantur. ...", Roma: Cavallo, Francesco, 1644
Diana, Antonino , R.P.D. Antonini Diana Panormitani Clerici Regularis Coram Sanctiss. D.N. Innocentio X Episcoporum Examinatoris & S. Officii Regni Siciliae Consultoris Resolutionum Moralium : in qua selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide & ut plurimum benigne explicantur. Pars Nona", Venezia", 1650
Diana, Antonino , PARTE VIII: *R.P.D. Antonini Diana Panormitani Clerici Regularis Resolutionum Moralium per illiss. Reuer. Saluatori Saluatorio Ciui, ac I.U.C. Pisaurensi Consultori S. Off. atque in Urbe Pisaur. Vicario Generali Vigilantissimo D. : in qua selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide & ut plurimum benigne explicantur. Pars Octaua", Venezia", 1647
Diana, Antonino<1585-1663>, R.P.D. Antonini Diana ... Coordinati, seu omnium resolutionum moralium, ejus ipsissimis verbis ad propria loca, & materias, per v.p. Martinum de Alcolea ... Tomus primus (-decimus) ", Venetiis: Baglioni, Paolo, 1698
Diana, Antonino <1585-1663>, R.P.D. Antonini Diana Panormitani, ... Practicae resolutiones lectissimorum casuum", Antuerpiae, 1651. & iterunt RomaeRomae: Lazzari, Ignazio Casoni, Giovanni, 1654
Diana, Antonino <1585-1663>, 12: R.p.d. Antonini Diana ... Resolutionum moralium pars duodecima continens tractatus duo de consecratione episcoporum, et de collocutionibus, & scriptionibus prohibitis tempore Concluis ... Editio prima", RomaeRomae sumptibus Io. Baptistae, & Iosephi Cornui: Moneta, Francesco Corvi, Giovanni Battista & Corvi, Giuseppe, 1656
Diana, Antonino <1585-1663>, 5: R.p.d. Antonini Diana ... Resolutionum moralium pars quinta. In qua selectiores casus conscientiae breuiter ... explicantur ... Editio prima", Lugduni: Durand, Laurent <1610-1642>, 1639
Diana, Antonino <1585-1663>, 6: R.p.d. Antonini Diana ... Resolutionum moralium pars sexta; in qua selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide ... explicabuntur. Editio prima", Lugduni: Prost, Pierre, 1642
Diana, Antonino <1585-1663>, R.p.d. Antonini Diana ... Resolutionum moralium pars decima (-undecima). In qua selectiors casus conscientiae breuiter ... explicantur. Editio prima", Venetiis : apud F Franciscum Baba, 1652-1655", Baba, Francesco
Diana, Antonino <1585-1663>, 10: Pars decima", Venetiis: Baba, Francesco, 1652
Diana, Antonino <1585-1663>, 11", Baba, Francesco
Diana, Antonino <1585-1663>, 5: R.p.d. Antonini Diana ... Resolutionum moralium pars quinta. In qua selectiores casus conscientiae breuiter ... explicantur ... Prodit nunc primum Venetiis multis in locis ab auctore aucta, & accommodata", Venetiis: Baba, Francesco, 1640
Diana, Antonino <1585-1663>, 6: R.p.d. Antonini Diana ... Resolutionum moralium pars sexta. In qua selectiores casus conscientiae breuiter ... explicabuntur. Editio prima veneta", Venetiis: Baba, Francesco, 1643
Diana, Antonino <1585-1663>, 4: R.p.d. Antonini Diana ... Resolutionum moralium pars quarta. In qua selectiores casus conscientiae breuiter ... explicantur ... Prodit iterum cum indicibus necessariis", Venetiis: Baba, Francesco, 1643
Diana, Antonino , Summa Diana, in qua a R.P.D. Antonini Diana Panormitani ... opera omnia septem partibus comprehensa, Diana ipso committente, & approbante, Antonio vero Cotonio, alias Ausonio Noctinot ... operam dante, in unicum volumen arctantur, alphabetico simul & doctrinali ordine digestum, & bipartitum. Accessit in marginibus breviariun ... & index verborum locupletissimus", Venetiis: Giunta, Tommaso <2.> eredi & Baba, Francesco, 1649
Diana, Antonino<1585-1663>, Compendium quartae partis summae doctoris Antonini Dianae panormitani ... per patrem Fr. Vincentium Gomez ...", Valentiae: Esparsa, Silvestre Duran, Benito, 1637
Diana, Antonino , R.P.D. Antonini Diana Panormitani, Clerici Regul. & S. Officii in Regno Siciliae Consultoris, Resolutionum Moralium quae quinque tomis continentur Compendium / auctore admodum R.D. Matthaeo defendi Subdiac. Titulato S. Iuliani Venetiarum ", Venezia", 1641
Diana, Antonino<1585-1663>, R.p.d. Antonini Diana ... Resolutiones morales in tres partes distribuitae. In quibus selectiores casus conscientiae, breuiter, dilucide, & utplurimum benigne sub variis tractatibus explicantur", Lugduni: Prost, Jacques & Prost, Pierre, 1635
Diana, Antonino<1585-1663>, 2: R.p.d. Antonini Diana Resolutionum moralium pars tertia. In qua selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide & utplurimum benigne sub his tractatibus explicantur, 1. De immunitate ecclesiastica. 2. De dubiis regularuim. 3. De solutione largienda moribundo senibus destituto ... Additae in extremo aliquot resolutiones ad nonnulla 1. 2. & 3. partis ...", Lugduni: Prost, Jacques & Prost, Pierre, 1635
Diana, Antonino <1585-1663>, R.p.d. Antonini Diana Panormitani, ... Practicae resolutiones lectissimorum casuum", Antuerpiae: Meurs, Jacob van, 1662
Diana, Antonino <1585-1663>, R.p.d. Antonini Diana ... Resolutioners morales in quatuor partes distribuitae. In quibus selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide ... explicantur, in hac nona & secunda Veneta editione cum quarta parte non ante impressa ..", Venetiis: Baba, Francesco, 1636
Diana, Antonino <1585-1663>, [1]", Baba, Francesco
Diana, Antonino <1585-1663>, 3", Baba, Francesco
Diana, Antonino <1585-1663>, 4", Baba, Francesco
Diana, Antonino <1585-1663>, Summa Diana in qua a r.p.d. Antonini Diana Panormitani ... Opera omnia septem partibus comprehensa, Diana, ipso committente, & approbante, Antonio vero Cotonio, alias Ausonio Noctinot Siculo ... operam dante, in vnicum volumen arctantur ...", Venetiis: Giunta, 1653
Diana, Antonino <1585-1663>, R.p.d. Antonini Diana ... Resolutiones morales in tres partes distributae, inquibus selectiores casus conscientiae, breviter, dilucide et ut plurimum benigne sub variis tractatibus explicantur", Lugduni: Prost, Pierre heritiers & Borde, Philippe & Arnaud, Laurent, 1645
Diana, Antonino <1585-1663>, 10: Index generalis, seu operum omnium summa, ad praelatorum, confessariorum, necnon casuum conscientiae studiosorum faciliorem usum accommodata", Venetiis: apud Nicolaum Pezzana: Pezzana, Nicolo, 1698
Diana, Antonino<1585-1663>, Summa Diana, in qua R.P.D. Antonini Diana ... Opera omnia duodecim partibus comprehensa: Septem nempe priores, Diana ipso committente & approbante, Antonio vero Cotonio, alias Ausonio Noctinot siculo tertii ordinis ... Octaua, nona, & decima, tum a R.D. Andrea Guadagno ..., tum d. Iacobi Pontani doctoris ...", Lugduni: Borde, Philippe & Arnaud, Laurent & Rigaud, Claude, 1657
Diana, Antonino , Summa Diana in qua R.P.D Antonini Diana...opera omnia septem partibus comprehensa Diana ipso committente...Antoni Cotonio alias Ausonio Noctinot...in unicum volumen arctantur", Venezia", 1652
Diana, Antonino <1585-1663>, R.p.d. Antonini Diana ... Resolutionum moralium pars septima. In qua selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide, & ut plurimum benigne explicantur", Venetiis apud Franciscum Baba: Baba, Francesco, 1650
Diana, Antonino <1585-1663>, R.p.d. Antonini Diana Panormitani ... Resolutiones morales in tres partes distribuitae. In quibus selectiores casus conscientiae, breuiter, dilucide, et ut plurimum benigne sub variis tractatibus explicantur", Editio octaua, nouis additionibus & indicibus locupletata; & infinitis mendis, quibus priores editio: Boissat, Gabriel & C., 1635 [-1636]
Diana, Antonino <1585-1663>, 1", Boissat, Gabriel & C.
Diana, Antonino <1585-1663>, 3: Resolutionum moralium pars tertia. In qua selectiores casus conscientiae breuiter, dilucide ... explicantur ...", Lugduni: Boissat, Gabriel & C., 1635
Diana, Antonino <1585-1663>, 4: Resolutionum moralium pars quarta. In qua selectiores casus conscientiae breuiter ... explicantur ... Prodit nunc primum ..", Ludguni", 1636
Diana, Antonino<1585-1663>, R.P.D. Antonini Diana clerici regularis, ... Selectiorum conscientiae casuum, qui in resolutionibus moralibus, quinque prolixioribus partibus, varijsque tractatibus elucidantur, compendium breuitate, perspicuitate, & ordine absolutissimum. A R.D. Alexandro Calamato Messanensi nuperrime elaboratum, et nunc primum in lucem datum ", Venetiis: Giunta, 1642
Defendi, Matteo", R.P.D. Antonini Diana Panormitani ... Resolutionum moralium, quae quinque tomis continentur compendium, auctore admodum R.D. Matthaeo Defendi ..", Lugduni: Boissat, Gabriel heritiers & Anisson, Laurent, 1641







Anisio, Giano: Poeta accademico nato forse a Sarno circa nel 1465 e morto a Napoli nel 1540 circa Nelle edizioni si ritrovano diverse sue nominazioni tra cui Ianus Anysius" , , Anisio, Giovanni Francesco/Giano, Anicio Giano, Anisi, Giovanni Francesco, Anisio/Anisi, Anicio, Giovanni Francesco/Giano.
Tra le sue pubblicazioni identificate si trovano:
Anisio, Giano, Iani Anysii Satyrae. Ad Pompeium Columnam cardinalem" Neapoli: Sultzbach, Giovanni
Anisio, Giano , Iani Anysii Protogonos tragoedia ", Neapoli: Sultzbach, Giovanni
Anisio, Giano, Iani Anysii Variorum poematum libri duo ", Neap.: Sultzbach, Giovanni
Anisio, Giano, Epistolae de religione et epigrammata ", Neap.: Sultzbach, Giovanni, 1538
Anisio, Giano, Ianii Anysii Varia poemata et satyrae. Ad Pompeium Columnam cardinalem ", Neapoli: Sultzbach, Giovanni
En habes lector Bucolicorum autores 38. quotquot uidelicet a Vergilij aetate ad nostra usque tempora, eo poematis genere usos, sedulo inquirentes nancisci in praese ", Basileae: Oporinus, Johann






Foppe van Aitzema nelle edizioni anche Foppe van Aizema, Foppius van Aissema, Scheltonius ab Aezema (Foppius). nato nel 1580 a Dokkum , morto il 28 Ottobre 1637 in Wien, fu giurista ed uomo politico olandese.
Si è individuata l'opera citata da Aprosio sotto la dicitura:
Foppii Scheltonii Aezemae Frisii Poemata Iuvenilia", Parisiis, ex typographia Philippi a Prato, 1605, [xviii] + 91 + [1], piccolo 8vo.






Ducher, Gilbert [n. 1490?], Gilberti Ducherii Vultonis Aquapersani Epigrammaton libri duo" Pubblicazione: Lugduni : apud Seb. Gryphium, 1538 - Descrizione fisica: 167, [1] p. ; 8o - - Note Generali: Baudrier VIII, 113-114 - Marca sul front. e in fine - - Cors. ; gr. ; rom. - Segn.: a-k8 l4 - Numeri: Impronta - o-ad o:o, t:b* InIn (3) 1538 (A) - Marca editoriale: Grifone che regge una pietra alla quale e' attaccata una sfera alata. Motto: Virtute duce, comite fortuna " - Paese di pubblicazione: Francia - Lingua di pubblicazione: lat. - Localizzazioni: Biblioteca comunale dell'Archiginnasio - Bologna
T. Liuij Patauini ... Rerum gestarum populi Romani ex centum quadraginta, libri triginta, qui soli supersunt, castigatiores quam antehac vnquam visi. Lucij Flori epitome in 140 T. Liuij libros, adiecto vbique ab Ascensio literarum indice capitibus in Liuio notandis, aptissime conuenienti, adiectis praeterea praenotamentis, regulis, ... quae inter legendum occurrerunt eiusdem explanatione, cum annotationibus M. Antonij Sabellici diligenter recognitus. Index quoque rerum memorabilium, quae in Liuio continentur", Parigi : Pierre Vidoue : vaenundantur ab Bernardo Aubri bibliopola adscriptitio : Jean Petit, 1527 (Parigi : Imprimebat Petrus Vidouaeus, mense Aprili 1527) - Descrizione fisica: 30, CCLXXXVIII, 33 c. ; 2o - - L'Indice a cura di Gilbert Ducher, inizia con proprio front. a c. "2a1 - Marche di P. Vidoue sul front. e di Jean Petit nella cornice e sul front. dell'indice - Colophon a c. N8r - Got. ; rom - Iniziali, fregi e cornici xil. - Numeri: Impronta - e.t, asoq r-eu N*do (3) 1527 (R) - Impronta - g..b a-.b .bLu Prau (C) 1527 (R) - Nomi: Livius, Titus - Bade, Josse <1462-1536> - Florus, Lucius Annaeus - Ducher , Gilbert - Sabellico, Marco Antonio <1436-1506> Paese di pubblicazione: Francia - Lingua di pubblicazione: lat. - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma






Testi, Fulvio <1593-1646>,"Poesie del signor commendator dell'Inoiosa il co. D. Fuluio Testi caualiere di S. Iago, con alcune aggiunte in questa noua impressione, diuise in quattro parti. Parte prima [- quarta]. .. ", In Modona : per li eredi del Soliani - [4], 732 p., [2] c. di tav. calcogr., antip. e ritr. ; 12o. - Antip. e ritr. dell'A. incisi da Bartolomeo Fenis - Ciacuna pt. inizia con proprio occhietto, la pt.4 con tit.: "L'Arsinda, ouero La discendenza de' sereniss. principi d'Este", .. Data della pref. - Le p. 1-12 non numerate. - Segn.: pA, A6B-2G122H6 - Segue in fine della pt.3, di Francesco Maria Gigante: "In morte dell'illustrissimo signor conte don Fuluio Testi .." Segue in fine della pt.4, di Giulio Antonio Ridolfi: "Tre' canzoni in morte del sig. conte D. Fuluio Testi" -Impronta - i,no i.o. e.te ChIl (3) 1678 (Q) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteca Palatina - Parma
Di Gigante, Francesco Maria è poi da rammentare "L' arringo nuzziale oda di Francesco Maria Gigante nelle nozze de gl'illustrissimi signori Giulio Rauagnini, e Maria Spineda", In Treuigi : appresso Simon da Ponte, 1652 - [4] c. ; 4o. - Fregi xil Marca (cupido) sul front Segn.: A4. - Impronta - a,la raa. roti a.ro (C) 1652 (R) - Localizzazioni: TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso



































Gennaro Grosso, avvocato di Napoli, fu corrispondente di Aprosio e venne ascritto ne "La Biblioteca Aprosiana" tra i "Fautori della Libraria" ventimigliese.
Grosso è stato eminentemente studiato da Benedetto Croce nei suoi "Lirici Marinisti" e da tale opera si propone questo sonetto intitolato dal Croce "I santi innocenti".
Del Grosso si rammentano 2 raccolte "La Cetra" (Napoli, 1650) e l'"L'arpa Febea" (Napoli, 1656).



































Tommaso Mazza, morto nel 1688, di Rimini, frate domenicano:
Mazza, Tommaso ," Vita di Claudiano poeta, con l'apologia per il di lui cristianesmo. Opere di Tomaso Mazza forliuese...", In Vicenza: Amadio, Giacomo, 1668
Mazza, Tommaso ," La luce del mondo panegirico sacro sopra di S. Raimondo nel quale non v'entra mai la lettera R. Detto da fr. Tomaso da Forli nel refettorio di S. Domenico di Bologna l' 'anno 1639. nel giorno festiuo di detto Santo", In Bologna: Ferroni, Giovanni Battista, 1647
Mazza, Tommaso ," I Goti illustrati overo istoria de Goti antichi, con varie digressioni in materie parimente antiche, e singolari di Didimo Ropaligero Liviano. Insertovi l'apologia per Frate Gioanni Annio Viterbese ..", In Verona: Rossi, Antonio , 1679
Biret, Aime Ch. Louis Modeste," Trattato delle nullita d'ogni genere sostanziali, e di rito, ammesse nelle civili materie da' nuovi codici, e dalla giurisprudenza delle corti non che sullo spirito dello antico diritto del sig. Biret. Prima versione italiana diretta, e di moltiplici addizioni arricchita da Tommaso Mazza", Napoli", 1824-1825
Mazza, Tommaso ," Opusculum apologeticum, quo FR. Ioannes Annius Viterbiensis ord. Praedicatorum a recentiorum, & antiquorum calumnijs vindicatur per F. Thomam Mazza Foroliuiensem. Et post Italicam euulgationem a F. Ioanne Baptista Ectoreo Veneto eiusdem ordinis latinitate donatum. ..", Ronchi: Franchelli, Antonio Giorgio
Mazza, Tommaso ," Il Raimondo panegirico sagro a san Raimondo di Pegna, o di Penna Forte dell'ordine de predicatori, detto gia in Bologna, e di poi accresciuto da fra Tomaso Mazza da Forli dello stesso ordine..", In Lodi: Pitti, Carlo , 1666
Mazza, Tommaso ," Historia de Goti antichi, con varie digressioni in materie parimenti antiche, e singolari, di Didimo Ropaligero Liuiano. Insertoui l'Apologia per frate Giouanni Annio viterbese nella quale si libera dalle imposture di molti d'hauer supposti gli autori da lui pubblicati......", In Verona", 1679
Mazza, Tommaso ," Apologia per frate Gioanni Annio viterbese nella quale si libera dalle imposture di molti d'hauer supposti gli autori da lui publicati, e d'hauere, a gloria maggiore della sua patria, disotterrate finte lapide, con false iscrizzioni. Di fra' Tomaso Mazza forliuese dell'Ordine de' predicatori. ..", In Verona: Rossi, Antonio & Gamba, Francesco, 1673
Mazza, Tommaso ," La luce del mondo panegirico sacro al glorioso s. Raimondo di Pegna ouero Di Pennaforte ... opera di fr. Tomaso Mazza ..", In Bologna: Manolessi, 1681



































Georgius Nicolaus Erasmus (con le varianti del nome in Erasmus, Georg Nikolaus - Erasmus, Georgius Nicolaus ) fu un erudito e poeta neo-latino tedesco del XVII (di Ohrdruf cittadina della Turingia), vissuto nel XVII secolo, che venne citato spesso citato da Aprosio nel contesto del suo "Scudo di Rinaldo" (come faacilmente si evince dalla semplice consultazione dell'indice dell'opera - p. 363) e ciò stupisce in quanto fu autore epigrammatico praticamente praticamente misconosciuto in Italia: l'erudito intemelio si avvaleva peraltro di un testo oggi rinvenibile solo presso alcune biblioteche tedesche intitolato: "Epigrammatum Georgii Nicolai Erasmi ,Ohrdrusiensis Thuringi , Libri Quinque", , Rostochi. Impensâ Johannis Hallervordii Bibliopolae. Praelo Kyliano Acad. Typogr, 1643 - 78 [i.e. 118] S. ; 8º Dalle non facili ricerche condotte sul personaggio si apprende che Georgius Nicolaus Erasmus fu citato, evidentemente per la sua partecipazione ai fermenti culturali baroccheggianti in Germania, da Witte, Henning, " Memoriae jurisconsultorum nostri seculi clarissimorum renovatae decas prima (- quarta)", Frankfurt

: Hallervord. 1676. - [3], 546 S. 8° che ne riprodusse alcune composizioni epigrammatiche.
Daniel Georg Morhof ( nato il 6 febbraio 1639 in Wismar, morto il 30 luglio 1691 a Lubecca ) letterato e storico gli dedicò poi una breve silloge di epigrammi per la perdita di alcune sue produzioni poetiche.



Bauhuis Bernard, gesuita e poeta neo latino tedesco vissuto tra il 1575 ed il 1629.
Di lui si rammentano le opere:
Bauhuis, Bernard <1575-1619>, Bernardi Bauhusii et Balduini Cabillaui e Soc. Iesu Epigrammata. Caroli Malapertii ex eadem Soc. Poemata, Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <1.>, 1634 Bauhuis, Bernard <1575-1619>, Bernardi Bauhusij e Societate Iesu Epigrammaton selectorum libri 5, Antuerpiae: Officina Plantiniana , Moretus, Iohannes weduwe & erfgenamen., 1616 Bauhuis, Bernard <1575-1619>, Bernardi Bauhusij e Societate Iesu. Epigrammatum libri 5, Monachij: Segen, Melchior, 1634 Bauhuis, Bernard <1575-1619>, Bernardi Bauhusii Antuerpiani e Societate Iesu Epigrammatum libri 5. Editio altera, auctior, Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <1.> & Moretus, Jean <2.> veuve & Meurs, Jean : van, 1620



































Tiraqueau, André dal nome latinizzato in "Andreas Tiraquellus" nato nel 1488 e morto nel 1558, ricoprì la carica di Consigliere al Parlamento di Parigi. Scrisse i "Commentarii de nobilitate et de iure primigeniorum", la cui prima parte rappresentava un compiuto trattatello sulla nobiltà di sapore enciclopedico e di notevole eleganza stilistica. L’edizione definitiva di quest’opera, rivista dall’autore e munita del privilegio di Enrico II re di Francia, uscì a Lione postuma nel 1559, fu ristampata a Basilea nel 1561, quindi ebbe ulteriori edizioni nel 1589. Nel trentennio compreso tra queste date egli fu maestro e fonte di coloro che, in Italia, si occuparono di questioni attinenti alla nobiltà.
Aprosio si avvale qui della sua opera trattante "De legibus connubialibus, & iure maritali" in considerevola auge ancora al suo tempo come si evince sondando l'SBN:
Tiraqueau, André," 2: Andreae Tiraquelli ... Ex commentariis in pictonum consuetudines sectio. De legibus connubialibus, & iure maritali", Venetijs: Somasco, Giovanni Battista <1.>, 1588
Tiraqueau, André," Andreae Tiraquelli regii in curia parisiensi senatoris Opera omnia quinque tomis distincta, quorum hic primus continet sectionem ex commentarijs in Pictonum consuetudines, de legibus connubialibus, & iure maritali. ... omnium postrema editione emendati, & diligentissime castigati. Quibus insuper adiecimus Nicolai Vigelii Methodum in libros de vtroque retractu ...", Veronae, Venetiis", 1592
Tiraqueau, André," 2: Andreae Tiraquelli ... Operum tomus secundus, continens Commentaria in L. si vnquam C. De reuoc. don. ..", Veronae", 1590
"1", Venetiis: Nicolini da Sabbio, Domenico, 1591
Tiraqueau, André," Andreae Tiraquelli ... Opera omnia. Quinque tomis distincta. Quorum hic primus continet sectionem ex commentarijs in Pictonum consuetudines, De legibus connubialibus, & iure maritali", Venetiis Veronae: ConcordiaBocchino, Andrea, 1590-1591
Tiraqueau, André," 3: Andreae Tiraquelli ... Operum tomus tertius continens Commentaria. De vtroque retractu municipali & conuentionali. Cum Nicolai Vigelii methodo. ..", Venetiis, Veronae: Dalle Donne, Sebastiano, 1591
Tiraqueau, André," 5: Andreae Tiraquelli, ... Operum tomus quintus. Continens Tractatus nouem quorum elenchum reperies post indicem huius primi tractatus: ..", Veronae: Discepolo, Girolamo Dalle Donne, SebastianoBocchino, Andrea, 1590
Tiraqueau, André," 4: Andreae Tiraquelli ... Operum tomus quartus continens Commentaria. De nobilitate & iure primogeniorum ...", Venetiis: Nicolini da Sabbio, Domenico, 1591
Tiraqueau, André," Andreae Tiraquelli ... Ex commentariis in Pictonum consuetudines sectio de legibus connubialibus, et iure maritali", Lugduni: Rouille, Guillaume <1545-1589>, 1574
Tiraqueau, André," Andreae Tiraquelli regij in curia Parisiensi senatoris, Ex commentariis in Pictonum consuetudines, sectio. De legibus connubialibus, et iure maritali. ... Cum copiosissimis", Lugduni", 1569
Tiraqueau, André," Andreae Tiraquelli, ... Ex commentariis in Pictonum consuetudines, sectio, de legibus connubialibus, et iure maritali, quinta hac eademque postrema editione, ab autore ipso diligentissime recognita, & tertia amplius parte locupletata", Basileae: Froben, Hieronymus & Episcopius, Nikolaus <1.>, 1561
Tiraqueau, André," Andreae Tiraquelli regii in curia Parisiensi senatoris Ex commentarijs in Pictonum consuetudines, Sectio. De legibus connubialibus, & iure maritali. Ab ipso authore adeo reformata, totque ac tantis thesauris locupletata, vt non immerito nouum opus censeri debeat", Parisiis: Kerver, Jacques, 1546
Tiraqueau, André," Andreae Tiraquelli ... Ex commentariis in Pictonum consuetudines sectio de legibus connubialibus, & iure maritali", Lugduni: Rouille, Guillaume <1545-1589>, 1581
Tiraqueau, André," Andreae Tiraquelli ... Ex commentariis in Pictonum consuetudines sectio de legibus connubialibus & iure maritali", Lugduni: Rouille, Guillaume <1545-1589>, 1586
Tiraqueau, André," Andreae Tiraquelli ... Ex commentariis in Pictonum consuetudines sectio de legibus connubialibus, & iure maritali", Lugduni: Rouille, Guillaume heritiers, 1616
Tiraqueau, André," Andreae Tiraquelli, ... Ex commentariis in Pictonum consuetudines, sectio de legibus connubialibus, et iure maritali", Venetiis: Nicolini da Sabbio, DomenicoBocchino, Andrea, 1575
Tiraqueau, André," Andreae Tiraquelli ... Ex commentariis in Pictonum consuetudines, sectio, de legibus connubialibus, et iure maritali,", Lugduni: Rouille, Guillaume <1545-1589>, 1560


Chasseneux, Barthélemy : de <1480-1541> Giureconsulto e magistrato francese nato nel 1480 e morto nel 1541 col nome latinizzato in "Bartholomeus Cassanaeus; Bartholomaeus a Chasseneus": la fama gli giunse però da una sorta di enciclopedia del mondo intitolata "Catalogus Gloriae Mundi" di cui l'Aprosio cita un'edizione in Francoforte per i tipi dello stampatore "Johannes Saurius" non rinvenuta; molto bella è invece l'edizione di Francoforte del 1579 ornata da una splendida tavola di incisioni di figure femminili impegnate in varie occupazioni:
Segue qui l'elenco delle opere di Barthélemy de Chasseneux rinvenute secondo l'SBN:
Chasseneux, Barthélemy : de," Consilia do. Bartholomei de Chasseneuz. Responsorum seu consiliorum opus causidicis omnibus ad dirimendas lites summe vel hoc vnum necessarium a ... Bartholomeo de Chasseneus ... Adiecta sunt etiam summaria precipuas decisiones indicantia", [Lione] Lugduni: Giunta, JacquesMoylin, Jean, 1535
Chasseneux, Barthélemy : de," Bartholomaei Chassenei ... Responsa, seu (si mauis) consilia caussarum patronis, ac disceptatoribus non minus vtilia, quam necessaria. Quae tandem vndique sparsa in velut corpus ab eruditissimo .I.V.D. Hugone Darlay Ledouensi Sequano eius genero redacta sunt. ...", Lugduni Excudebentur Lugduni: Giunta, Jacques heritiers, 1550
Bourgogne ," Consuetudines ducatus Burgundiae, fereque totius Galliae, per D. Bartholomaeum a Chassenaeo, iuris utriusque doctorem ... Accessit index, quem summa fide pristino nitori restituimus, ... magno ornatu accesserunt, idque uel stellula, uel manu praefixa", Parisiis Lutetiae: Roigny, JeanRoigny, Jean & Petit, Oudin & Prevost, Benoit, 1547
Bourgogne ," Consuetudines ducatus Burgundiae, fereque totius Galliae: commentariis d. Bartholomaei a Chassenaeo, vt amplissimis, ita doctissimis illustratae, summaque diligentia & labore recognitae. Ex vltima auctoris recognitione ...", Francofurti :ex officina Martini Lechleri: Feyerabend, Sigmund Lechler, Martin, 1590
Chasseneux, Barthélemy : de," Catalogus gloriae mundi D. Bartholomaei Chassanaei Burgundi apud Aquas Sextias in senatu decuriae praesidis ... in quo doctissime simul & copiosissime de dignitatibus, honoribus, praerogatiuis, & excellentia spirituum, hominum, animantium, rerumque caeterarum omnium, quae coelo, mari, terra, infernoque ipso continentur, ita differitur, vt nihil ... praeteritum sit", Geneuae: Albert, Philippe <1.>, 1617
Chasseneux, Barthélemy : de," Consilia d. Bartholomaei a Chasseneo Burgundi iurisconsulti praestantissimi ...", Venetiis: Zenaro, Damiano, 1581
Chasseneux, Barthélemy : de," D. Bartholomaei a Chasseneo... Catalogus gloriae mundi, in quo doctissime simul & copiosissime de dignitatibus, honoribus, praerogativis & excellentiis spirituum, ... ita disseritur, ut nihil de divina majestate, angelorum choris, beatorumque ordinibus: ...", Coloniae: Tournes, Samuel de <1.>, 1692
Bourgogne ," Consuetudines ducatus Burgundiae, fereque totius Galliae: Commentarijs D. Bartholomaei a Chassenaeo, vt amplissimis, ita doctissimis illustratae, summaque diligentia & labore recognitae. Ex vltima auctoris recognitione: accessit index locupletissimus, purgatissimus, & summa fide restitutus", Coloniae Allobrogum: Crespin, Samuel, 1616
Chasseneux, Barthélemy : de," In consuetudines ducatus Burgundiae, fereque totius Galliae commantarii amplissimi, Bartholomaeo Chassenaeo iuris vtriusque dcotore praestantissimo, olim regis apud Heduensis aduocato ... authore. Quos summa fide & quam maxima fieri potuit diligentia illustrauimus, & a mendis quamplurimis repurgauimus", Parisiis: Petit, Oudin, 1552
Chasseneux, Barthélemy : de," Catalogus gloriae mundi, D. Bartholomaei Chassanaei, Burgundi, apud aquas sextias in senatu decuriae praesidis, ... in qua doctissime simul et copiosissime de dignitatibus, honoribus, praerogatiuis, ... diuisum in libros duodecim", Francofurti ad Moenum: Villiers, Thomas deRuland, Johann, 1612
Chasseneux, Barthélemy : de," Catalogus gloriae mundi, d. Bartholomaei Cassanei, Burgundij, ... opus in libros 12. diuisum, quibus omnis humanae gloriae summa breuiter, artificioseque continentur. Nunc vero ita auctum, emendatum, figurisque illustratum, vt caeteras editiones omnes longe superare videatur", Venetiis: Valgrisi, Vincenzo, 1576
Chasseneux, Barthélemy : de," Catalogus gloriae mundi d. Bartholomaei Cassanaei, Burgundi, apud Aquas Sextias in senatu decuriae praesidis, ... In quo multa praeclara de praerogatiuis, praeminentijs maioritate, praestantijs, & excellentijs, continentur, ... Opus ... in 12. libros diuisum", Francofurti ad Moenum: Feyerabend, Sigmund Rabe, Georg, 1579
Chasseneux, Barthélemy : de," Catalogus gloriae mundi, d. Bartholomaej Chassanaei, Burgundi, apud Aquas Sextias in senatu decuriae praesidis ..., in quo doctissime simul et copiosissime De dignitatibus ... ut nihil ... non egregie explicatum praeterim sit", Augustae Taurinorum: De Bellagamba, Alberto, 1617
Chasseneux, Barthélemy : de," Catalogus gloriae mundi, d. Bartholomaei Cassanaei, Burgundi, apud Aquas Sextias in senatu decuriae praesidis ... Diuisum in libros duocecim", Francoforti ad Moenum: Feyerabend, Sigmund Lechler, Martin, 1586
Bourgogne ," Consuetudines ducatus Burgundiae, fereque totius Galliae: commentariis d. Bartholomaei a Chassenaeo, vt amplissimis, ita doctissimis illustratae, summaque diligentia & labore recognitae. Ex vltima auctoris recognitione. Accessit index locupletissimus, summa fide pristino nitori restitutus", Francofurti: Feyerabend, Sigmund Bassaeus, Nicolaus, 1574
Chasseneux, Barthélemy : de," Catalogus gloriae mundi, laudes, honores, excellentias, ac praeminentias omnium fere statuum, plurimarumque rerum illius continens, a spectabili viro Bartholomaeo a Chasseneo ... editus. Vna & typis materias reconditas resoluentibus, cum indice illustratus", Lugd.: Vincent, Simon Harsy, Denis de, 1529. Duodecimo [Aprosio menziona però un'edizione del
Bourgogne Consuetudines ducatus Burgundiae, fereque totius Galliae, per d.Bartholomaeim a Chassenaeo ... commentariis vt amplissimis, ita doctissimis illustratae, summaque diligentiae & labore recognitae. Accessit index ...", Parisiis Lutetiae: Roigny, Jean Roigny, Jean & Petit, Oudin & Prevost, Benoit, 1548
Chasseneux, Barthélemy : de," Catalogus gloriae mundi. D. Bartholomaei Chassanaei Burgundii, apud Aquas Sextias in Senatu decuriae praesidis, Catalogus gloriae mundi, in duodecim libros diuisus, humanae sortis summam artificiose complectens sed ita demum nitidius auctus & locupletatus, vt omnes hactenus aeditiones longe superet", Lugduni: Vincent, Antoine Regnault, Georges, 1546
Chasseneux, Barthélemy : de," Catalogus gloriae mundi / d. Bartholomaei Chassanaei ..", Ginevra", 1617 a Chasseneo
Chasseneux, Barthélemy : de," Catalogus gloriae mundi. D. Bartho. Cassanaei Burgundii, apud Aquas Sextias in Senatu Decuriae praesidis, ac viri clarissimi: opus in libros 12. diuisum, quibus omnis humanae gloriae summa breuiter, artificioseque continetur. Nunc vero ita auctum, emendatum, figurisque illustratum, vt caeteras editiones omnes longe superare videatur", Venetiis: Valgrisi, Vincenzo, 1569
Chasseneux, Barthélemy : de," Catalogus gloriae mundi, D. Bartholomaei Cassanaei, Burgundij, apud Aquas Sextias in senatu decuriae praesidis, ... opus in libros 12. diuisum, quibus omnis humanae gloriae summa breuiter, artificioseque continetur. Nunc vero ita auctum, emendatum, figurisque illustratum, vt caeteras editiones omnes longe superare videatur", Venetiis: Vincent, Antoine, 1571
Bourgogne ," Consuetudines ducatus Burgundiae ferque totius Galliae : Bartholomaei a Chassenaeo iureconsulti clarissimi commentariis amplissimis & doctissimis illustratae. Hac postrema editione infinitis erroribus omnia purgata genuinaeque lectioni restituta a opera & studio Juliani Malletij. Accessit rerum, verborumque index locupletissimus", Lugduni: Vincent, Barthelemy, 1582
Chasseneux, Barthélemy : de," Catalogus gloriae mundi D. Bartholomei Chassanaei, Burgundi, apud Aquas Sextias in Senatu decuriae praesidis, ac viri clarissimi, ... Praeterea accessit index locupletissimus & purgatissimus materiarum rerum & verborum", Coloniae Allobrogum: Albert, Philippe <1.>, 1617
Chasseneux, Barthélemy : de," D. Bartholomei Chassanaei Burgundi ... Catalogus gloriae mundi, in quo doctissime simul & copiosissime de dignitatibus, honoribus, praerogatiuis, & excellentia spirituum, hominum, animantium, rerumque caeterarum omnium, quae caelo, mari, terra, infernoque ipso continentur, ita differitur, ut nihil ... praeteritum sit", Geneuae", 1649
Chasseneux, Barthélemy : de," Bartholomei Chassanaei... Commentarii in Consuetudines ducatus Burgundiae, fereque totius Galliae, multo quam antea emendatiores. Accessit verborumque index locupletissimus", Lugduni: Vincent, Barthelemy, 1574
Chasseneux, Barthélemy : de," Consilia d. Bartholomaei a Chasseneo Burgundi ...", Venetiis: Giunta, Filippo <2.> & Giunta, Iacopo <2.> & fratelli, 1581
Chasseneux, Barthélemy : de," Responsorum seu consiliorum opus causidicis omnibus ad dirimendas lites summe vel hoc unum necessarium ... Adiecta sunt ... summaria, precipuas decisiones et quae annotatu digna sunt indicantia", Lugduni: Vincent, Simon Harsy, Denis de, 1531
Chasseneux, Barthélemy : de," 2: Index consiliorum", Lugduni: Vincent, Simon Harsy, Denis de, 1531


Isotta Nogarola (1418-1466): figlia del nobile veronese Leonardo Nogarola, Isotta rimase orfana molto piccola. La madre, con un gesto inusuale per il Quattrocento, decise di affidare le sue due figlie ad un tutore, che insegnasse loro il latino, il greco ed un po' di letteratura. Entrambe le sorelle entrarono nel mondo degli umanisti, nel 1434, ma ben presto abbandonarono la loro carriera di letterate. Per i rimanenti venticinque anni della sua vita, Isotta continuò i suoi studi, ma abbandonato l'aspetto secolare, si diede alle letture sacre, cosa ritenuta più appropriata ad una donna del suo tempo. Visse, quasi sempre, insieme a sua madre e ai suoi fratelli, i quali rappresentavano l'autorità maschile in casa. Rimase con la madre fino alla sua morte, sopraggiunta nel 1461, e soffrendo già da tempo di un malessere non meglio identificato, nel 1466 morì: stupisce comunque che l'Aprosio, il quale cita la Nogarola a pagina 21 del suo "Scudo di Rinaldo" (e poi altre donne colte a pagina 27 della stessa pubblicazione) non abbia menzionato il celebre antico confratello Giacomo Filippo Foresti o Giacomo Filippo da Bergamo che nel suo "De plurimis claris selectis (sic) que Mulieribus. Opus prope divinum novissime congestum" descrisse la vita di Isotta Nogarola.
Ecco le opere della Nogarola rinvenute secondo l'SBN:
Nogarola, Isotta Chi abbia maggiormente peccato Adamo od Eva : dialogo / d'Isotta Nogarola ; pubblicato col suo volgarizzamento a cura di Elisabetta Venini Franco", Verona : Vicentini e Franchini, 1851 - 59 p. ; 24 cm - Sul front.: "Nelle nozze de' nobili signori marchesi Spinetta Malaspina e Mariannna Fumanelli" : - Localizzazioni: Biblioteca di Casa Carducci - Bologna - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia
Nogarola, Isotta, "Isotae Nogarolae veronensis, Dialogus, quo vtrum Adam vel Eva magis peccauerit, quaestio satis nota, sed non adeo explicata, continetur", Venetiis : Paolo Manuzio, 1563 - 6, 34 p. ; 4o - Marca (Z47) sul front - Segn.: A!4 B-E4 - Capilettera xil. - Impronta - e,m- tuin a-s, tise (3) 1563 (R) - Localizzazioni: - Biblioteca civica - Padova - 1 esemplare (Contiene 1 ritr. di Isotta Nogarola)
Nogarola, Isotta," Opera quae supersunt omnia / Isotae Nogarolae veronensis ; accedunt Angelae et Zeneverae Nogarolae Epistolae et Carmina ; collegit Alexander comes Apponyi ; edidit et praefatus est Eugenius Abel" Vindobonae : apud Gerold et socios - 2 v. ; 21 cm. - Localizzazioni: Biblioteca del Centro interdipartimentale di servizi di Palazzo Maldura dell'Universita' degli studi di Padova - Biblioteca universitaria - Pavia










































Foresti Fr. Iac. Philippus "[scrive nel suo catalogo il Perini]", Bergomensis, ex nobili genere comitum loci Soldii, Bergomensis territorii oriundus, an. 1434 natus, historiographus ac theologus validus, in conventu Bergomensi Congregationis Lombardiae an. 1451 die 1 maii a B. Ioanne de Novaria D. Augustini institutum suscepit, ut ipse libro XV sui Supplementi Chronicarum fidus auctor enarrat. In eodem Supplemento edit. 1486, f. 283, item refert se an. 1479 ope divi Nicolai Tolentinatis miraculo a lethalis pestis morbo Brixiae liberatum, cum nulla salutis spes in humano medicamine superesset. Historiae studiis se totum usque ad decrepitam aetatem mancipavit, qua in palestra litterariae reipublicae plurimum profuit. Licet alienissimus viveret ab Ordinis dignitatibus et guberniis, tamen declinare non potuit, quin in aliquibus monasteriorum regiminibus aliquando praeficeretur. Quapropter Prioris gessit munus, non sine utilitate conventuum, Imolae et Forolivii. Eius vero prudentia, et industria in suo Bergomensi coenobio regendo melius effulsere; nam inibi aliqua aedificia utilia excitavit; bibliothecam ampliavit, illustravit, ac numerosis magnique praetii codicibus ditavit; nomenque suum non in lapidibus, sed in religiosorum cordibus insculpsit. Erat enim suavissimis moribus imbutus, in seipso severus, religione pius, et in pervolutandis voluminibus, diurna atque nocturna manu constanter intentus. Satis dum vixit, et in patrio conventu anno 1518 aetatis suae 85 animam exalavit. Haec iuxta nostrum Herrera, T. I, p. 476 et iuxta Gandolphum, p. 197-201, qui tamen eius obitum reponit ad annum 1520 aetatis 86, religionis 69, die 15 iunii. Opera eius sunt:
1. Supplementum Chronicarum (in fine). Perfectum autem opus fuit anno salutis nostrae 1483, III Kal. iulii in civitate Bergomi: mihi vero a nativitate quadragesimo nono. Impressum autem hoc opus in civitate Venetiarum; per Bernardinum de Benaliis Bergomensem eodem anno die 23 augusti, in fol. cum figuris, charact. goth., ff. 180 (sig. A. a-p, A-z, AA.-DD., 11. 54. (Cfr. Hain, n. 2805); idem Brixiae per Boninum de Boninis de Ragusia, 1485 in fol., ff. 21 + 358, 11. 49. Post tabulas, f. 22a legitur: "Ad Magistratum Bergomensem in omnimoda Historia novissime congesta "Chronicarum Supplementum" appellata" (Hain, n. 2806); idem Venetiis per Bern. de Benaliis, 1486, in fol. (Hain, n. 2807) idem Venetiis per Bernardum Pizum, 1490, die 15 maii, in fol.; (Hain, n. 2808); idem Venetiis, Bernardinus Ricius de Novaria, 1492, in fol. ff. 254 x 12, 1l. 60; (Hain, n. 1809); idem repercussum ac deductum usque ad an. 1503 cum tit.: [pag. 78] Supplementum supplementi chronicarum, Venetiis per Albertinum de Lissona Vercellensem, 1503 die 4 maii, in fol.; idem Venetiis, 1506, fol., p. 440 ad an. 1493 loquitur: "de quatuor permaximis insulis in India extra Orbem nuper inventis"; idem ibidem an. 1513, in fol., Parisiis apud Simon. Colineum anno 1535, in fol. sub hoc tit.: "Supplementum Chronicarum omnes fere historias quae ab orbe condito actenus Gestae sunt ineunda admodum brevitate complectens", repurgatum et Bernardini Bindoni, annorum 32 appendice auctum; postremo Venetiis 1547. Statim ac hoc opus prodiit in linguam italicam versum fuit atque editum: In Venetia, 1483 in fol. (Cfr. Argelati, "Bibl. dei Volgarizzatori", T. II (1767), p. 123); sub tit.: Chroniche de tutto el mondo. Post tabulam: "Incomenza l'Opera dignissima et preclara chiamata supplemento de le Chroniche, in le quali se tracta in brevità d'ogni historia, comenzando dal principio del mondo fino al presente: compilata et facta per lo excellentissimo et famoso Doctor Messer Frate Iacobo Philippo da Bergamo: de l'ordine de gli Heremitani di Sancto Augustino.... et vulgarizzato per me Francesco C.(iei) Fiorentino, nella nobilissima città di Fiorenza questo anno nel 1483 et finito a 17 de zenaro nel prefato millesimo a laude, honore et exaltatione et gloria de la individua et Sancta Trinitade Padre, Figliuolo et Spirito Sancto.... In fine: Impresso nell'inclita Città di Venetia per me Bernardino Rizo de Novara l'anno de la nostra salute 1491 a di 8 de Octobrio: regnante lo inclito Principe Augustino Barbarico" in fol., (Hain, 2811-2812); item tradotto da M. Francesco Sansovino e continuato fino all'an. 1481, Venetia, 1481; item Venetiis, 1500 in fol. (Hain n. 2810); item in Venetia, 1520; item ibid. 1058 et "vulgarizato et historiato cum la gionta per insino 1524", Venetia, 1524, in fol.; In Venetia 1535, in fol. (Indice Ottoboniano); item: "nuovamente revisto, vulgarizzato secondo il vero testo latino dell'ultima impressione fatta a Parigi. Et appresso l'addittione delle cose più memorabili accadute, o fatte per l'universo Mondo a tutto l'anno 1539. In Venezia per Bernardino Bindoni, 1540, in fol. et alias pluries. Item in lingua hispanica: "Suma de los cronicas del mundo traduzido de lengua latina y toscana en esta castillana" por Narcis Viñoles. Valencia por Gorge Costilla, 1510 (Brunet, I, 787). 2. De plurimis claris selectis (sic) que Mulieribus. Opus prope divinum novissime congestum. (In fine): "Opus de claris selectisque plurimis mulieribus a fratre Io. Philippo Bergomense editum explicit: maxima cum diligentia revisum et castigatum per Rev. sacre theologie Magistrum Albertum de Placentia et fratrem Augustinum de Casali maiori eiusdem facultatis Baccalarium ordinis minorum. Ferrariae impressum. Opera et impensa Magistri Laurentij de rubeis de Valentia tertio Kal. maias, anno salutis nostre M.CCCCLXXXXVII [in questo incunabolo del 1497 si trova descritta la vita di Isotta Nogarola] Religioso invictissimoque principe Divo Hercule duce secundo: Ferrariensibus legiptime (sic) imperante in fol., ff. 4 x 172, (A. a-z) charact. goth., 11. 45, cum figuris Xilogr. 171. Beatrici de Aragonia riginae Hungariae et Bohemiae dicatum. (Cfr. Hain, n. 2813). Item Venetiis, 1516, in fol. et Parisiis, Sim. Colinoeus, an. 1525, in fol. (Cfr. Brunet, I, n. 787). 3. Confessionale sive Interrogatorium (italice) S. 1. typ. n. et an. (Venetiis c. 1500) in 8: charat. semi-goth., ff. 38, sign. A-E., 1l. 32. Inc.: "Incomincia qui la degnissima e generalissima confessione" (Cfr. Proctor n. 5673, et Copinger, n. 950. Idem, Venetiis, Benardinus Benalius, s. a. (c. 1500 in 4°, charact. semi-goth., ff. 36, in Bibl. [pag. 79] Civ. Bergomi, n. 11, 19 (2); dicatum: "al suo reverendo padre di religione et pietà et sanctimonia insignio Io. Maria di dominici veneto: Generale benemerito de canonici regolari de sancto Salvatore". Editionem latinam vide apud Hain-Copinger, n.° 2814; Pellechet n.° 2070, et Proctor n.° 4900, nempe Venetiis per Bernardinum Benalium an. 1487, in 4°: ac tandem Antwerpiae, 1516, in 8°. 4. Postilla Catonis (i. e. commentarii in ethicam Catonis) "seu speculum regiminis": Post indicem rerum sequuntur versus germanici, ad rationem preceptorum praecedentium compositi. Cod. 3059 (And. 59), in 2°: an. 1470-73, ff. 398, Bibl. Regiae Monacensis. 5. In principio libri Historiarum seu Decadum Marci Antonii Coccii Sabellici editionis Venetae per Andream de Torresanis, 1487; fol.; qui Liber est Senis in nostra Martiniana, habetur "vita eiusdem Sabellici, nec non Epistola in laudem Operis ad Senatorem nobilissimum Dominicum Gallianum data in aede D. P. Augustini Lucae 1493 quinto idus fabruarii auctore nostro iacobo Philippo Foresto manu impressoria, et pulchra". (Ita Gandolphus noster 1. c.) 6. In D. Lucam Evangelistam Commentaria scripsisse dicitur (Ita pariter Gandolphus 1. c. Laudatur ab omnibus nostris post Pamphilum et praecipue a Torelli, Saec. Agost., T. VIII, p. 52; a Donato Calvi, Scena lett. degli Scritt. Bergamaschi, 1664, p. 196; Ossinger, Bibl. August., p. 359; Lanteri, Postr Saec. Sex, T. II, p. 79. Inter externos illum laudant, Possevinus in Appar. T.II; Gerardus Io. Vossius De historicis lit., lib. III, p. 662.; Gesner, Bibl., p. 360; Frisius, p. 382; Maraccius, Bibl. Mariana, T. I, p. 638 et alii).


David Kimchi (Narbona, 1160 ca -1235) ebreo, insigne grammatico ed esegeta, godette per secoli di fortuna straordinaria in ambito ebraico e cristiano. I suoi commenti biblici considerati come il frutto più alto dell’età d’oro dell’esegesi ebraica medievale vennero conosciuti e stimati dagli studiosi cristiani del Rinascimento. Tradotti in gran parte in latino, furono largamente recepiti dalla celebre versione della Bibbia inglese detta di King James: vedi David Kimchi, "Commento ai Salmi", Ed. a cura di Luigi Cattani, Città Nuova 1991








Guillaume Durand nacque a Puimisson presso Bèziers, in Linguadoca, nel 1237. Studiò diritto a Bologna, fu lettore di diritto canonico all’Università di Modena con il nome, all'usanza del tempo ora latinizzato ora italianizzato ("Gulielmus Durantus" prevalse: ma frequente fu comunque sempre la forma "Guglielmo Durante"). Nel corso del Pontificato di Clemente IV svolse il ruolo di uditore della Sacra Rota. Fu Papa Bonifacio VIII, in seguito, a designarlo arcivescovo di Ravenna e rettore della Romagna della Marca anconetana. Quando i ghibellini rasero al suolo Castel delle Ripe, Monsignor Durante fu inviato in soccorso dei ripensi scampati all’eccidio e con "senno e magnanimità" dispose il rialzamento dell’abitato attorno al monastero di San Cristoforo al Ponte (l’attuale Cattedrale). Affidò i lavori di ricostruzione ad una compagnia di mastri muratori bolognesi e curò personalmente l’assetto edilizio del nuovo castello. Fu sotto la sua vigilanza che nacquero le prime fabbriche e si tracciarono le prime piazze. Quando Casteldurante (l'attuale Urbania) venne così chiamata in suo onore (come vuole la tradizione) il primo settembre 1284, fu lui a dare alla comunità durantina i primi statuti. Gli impegni amministrativi ed ecclesiastici non ostacolarono i suoi studi; il suo lavoro principale lo "Speculum iudiciale", trattato in quattro libri composto nel 1271, gli valse il titolo di "Speculator" : di alto valore pratico, rappresentò un ampio tentativo di raccogliere quanto di meglio era stato scritto in precedenza in materia di procedura civile ed ecclesiastica. Tra le altre sue opere il "Pontificale", raccolta di norme relative al disbrigo delle celebrazioni della liturgia da parte del Vescovo, il "Rationale divinorum officiorum", illustrazione della prassi liturgica del tempo e le "Glosse" note alle "Costituzioni", da lui ispirate, dei papi Gregorio X e Nicolò III. Mori a Roma nel 1296. Le sue spoglie ivi riposano all’interno della Chiesa di Santa Maria sopra Minerva.
Alla Biblioteca Aprosiana in Ventimiglia di lui giunse ad Angelico Aprosio appunto, ed in un'edizione abbastanza rara, il Durand, Guillaume," Rationale diuinorum officiorum editum per ... Guilielmum Duranti", (Impressum Venetijs : per Petrum de quarengijs bergomensem anno domini 1503, die. 29. Ianuarij) - 2, CXXXVII c. : ill. ; fol. - Il nome dell'A. appare nell'intit- - Got. - Iniziali xil. - Testo su due colonne - Segn.: \pigreco!2 a-q8 r10 [altre localizzazioni: Biblioteca statale del Monumento nazionale di Montevergine - Mercogliano - AV - Biblioteca del Seminario vescovile - Asti]








Bonciari, Marco Antònio: letterato italiano (Andria 1555-Perugia 1616). Di umili origini, fu protetto dal cardinale F. Della Cornia, che lo inviò a Roma per perfezionarsi negli studi sotto la guida di M.-A. Muret. È considerato uno dei maggiori epistolografi tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento. Fervido ciceroniano, pubblicò diverse opere in latino, tra cui: De bello litteratorum lusus (1603), Estaticus (1607), Thrasymenus (postumo, 1641).
Secondo l'SBN nelle biblioteche pubbliche italiane si trovano queste sue opere:
"Aurelii Vrsii Maphaei Barbarini Claudij Contuli Io. Baptistae Lauri Vincentij Palettarij M. Ant. Bon Carmina. Ad illustriss. ac reuerendiss. Carolum Emmanuelem Pium S.R ", PerusiaePerusiae: Accademici Augusti
Bonciari, Marco Antonio," Introductionis ad artem rhetoricam libri duo. Marcus Antonius Bonciarius postremum recensuit. Ad illustrissimum ... M. Antonium Burghesium", Perusiae: Stampa Augusta , 1606-1610
Bonciari, Marco Antonio," 2: Introductionis ad artem rhetoricam liber 2. M. Antonius Bonciarius tertium recensuit, & ad scholarum vsum accomodauit. Accessit oratio de natura, & vsu rhetorices nu ", Perusiae: Academici Augusti , 1606
Bonciari, Marco Antonio," Grammatica institutio & in eam notae ampliores. Marcus Antonius Bonciarius postremum recensuit", Florentiae", 1623
Bonciari, Marco Antonio," Thrasymenus siue anthologiae illustrium exemplorum decades duae senior m. Antonius Bonciarius dictauerat iunior collegit atque vulgauit", In Augusta Perusia: Bartoli, Angelo, 1641
"Grammatica institutio, & in eam notae ampliores. Marcus Antonius Bonciarius postremum recensuit", PerusiaePerusiae: Tipografia Augusta Petrucci, Alessandro & Naccarini, Marco, 1611
Bonciari, Marco Antonio," M. Antonij Bonciarij Triumphus Augustus, siue De sanctis Perusiae translatis libri 4. Eiusdem alia poemata pia, moralia, iocosa", In Augusta Perusia, In Augusta Perusia: Naccarini, Marco, 1610
Guarino : Veronese," Guarinus siue Introductio ad Latinam linguam. A Marco Antonio Bonciario collecta, & ad puerorum vsum accomodata", Perusiae: Naccarini, Marco, 1609
Bonciari, Marco Antonio," Donati et Guarini Grammatica Institutio. Marcus Antonius Bonciarius postremum recensuit", Perusiae: Naccarini, Marco, 1609
Bonciari, Marco Antonio," Introductionis ad artem rhetoricam libri 2. ex Cicerone potissimum derompti, et ad puerorum usus accomodati / [M. Antonius Bonciarius]", Perusiae, & Arimini: Simbeni, Giovanni, 1612
Bonciari, Marco Antonio," M. Antonii Bonciarii Grammatica institutio. Cum priuilegio summi pontificis", Maceratae", 1686
Bonciari, Marco Antonio," M. Antonij BonciarI Perusini Seraphidos libri 3. Aliaque pia poemata. Ad illustriss. ac reuerendiss. S.R.R. cardinalem Baronium", Persusiae: Accademici Augusti , 1606
Bonciari, Marco Antonio," Paedagogomachia siue De bello litteratorum libri 8. M. Antonius Bonciarius ludebat in Collegio Augusto S. Bernardi per ferias autumnales", PerusiaePerusiae: Stamperia Augusta , 1611
Bonciari, Marco Antonio," Introductio ad artem rhetoricam. M. Antonio Bonciario Perusino auctore", Perusiae: Colombara, Vincenzo, 1601-1606
Bonciari, Marco Antonio," Oratio in exequijs reuerendissimi P. Thadaei, olim praepositi generalis Augustiniani. Auctore M. Antonio Bonciario. Ad reuerendissimum D. Angelum Roccam Apostolici ", Perusiae: Academici Augusti , 1606
Bonciari, Marco Antonio," 2: Introductionis ad artem rhetoricam liber 2. M. Antonius Bonciarius tertium recensuit, & ad scholarum vsum accommodauit. Accessit Oratio de natura, & vsu rhetorices n ", Perusiae: Academici Augusti , 1606
Bonciari, Marco Antonio," Oratio in funere Bernardini Alphani I.V.C. longe clarissimi et sexti a Bartolo. Habita in templo S. Francisci a M. Antonio Bonciario Perusino prid. Cal. Nouebris [|] 15 ", Perusiae: Academici Augusti , 1605
Bonciari, Marco Antonio," M. Antonij Bonciarij Perusini Idyllia & selectarum epistolarum centuria noua. Cum decurijs duabus. ...", Perusiae: Stamperia Augusta Naccarini, Marco, 1607
Bonciari, Marco Antonio," M. Antonij Bonciarij Opuscula decem varij argumenti. Ad illustrissimum ac reuerendiss. comitem Ludouicum Saregum Perusiae Vmbriaeque Gubernatorem", Perusiae: Stamperia Augusta , 1607
Bonciari, Marco Antonio," Oratio M. Antonij Bonciarij. Perusiae in seminario habita 15 Kal. Quint. 1587", Perusiae: Bresciano, Andrea, 1587
Bonciari, Marco Antonio," Introductionis ad artem rhetoricam libri 2. Ex Cicerone potissimum deprompti et ad puerorum vsum accommodati / [M. Antonius Bonciarius]", Perusiae: Bresciano, Andrea erediColombara, Vincenzo, 1596
Bonciari, Marco Antonio," Donatus et Guarinus. Emendati aucti illustrati a M. Antonio Bonciario Perusino. Accessit M. Antonij Mureti Institutio puerilis", Perusiae: Bresciano, Andrea eredi, 1597-1598
Bonciari, Marco Antonio," Paedagogomachia sive De bello litteratorum libri 8., M. Antonius Bonciarius ludebat in Collegio Augusto S. Bernardi per ferias autumnales", Perusiae: Stamperia Augusta , 1611
Bonciari, Marco Antonio," M. Antonii Bonciarii Perusini Oedipus, siue de bello litteratorum lusus ad illustrissimum atque excellentiss. Siluestrum Aldobrandinum ..", PerusiaePerusiae: Petrucci, Pietro Giacomo, 1603
Bonciari, Marco Antonio," Donati et Guarini grammatica institutio. M. Antonius Bonciarius quinctum recensuit ..", PerusiaePerusiae: Academici Augusti , 1606
Bonciari, Marco Antonio," M. Antonii Bonciarii Estaticus, siue de ludicra poesi dialogus. Prima pars in tres distincta libellos ...", PerusiaePerusiae: Naccarini, Marco & soci, 1615
Bonciari, Marco Antonio," M. Antonii Bonciarii ad artem rhetoricam introductio, postremum recognita: tribus additis orationibus, ad singula causarum genera spectantibus", Perusiae: Bartoli, AngeloTipografia episcopale , 1638
Bonciari, Marco Antonio," Donati, et Guarini grammatica institutio. Mar. Antonius Bonciarius postremum rensuit", Trevigi: Righettini, Angelo, 1620
Bonciari, Marco Antonio," Donatus et Guarinus emendati, aucti, illustrati a M. Antonio Bonciario Perusino", PerusiaePerusiae: Petrucci, Pietro Giacomo, 1603
Bonciari, Marco Antonio," Epistolarum M. Antonii Bonciarii volumen primum, libri 12 ...", PerusiaePerusiae: Tipografia Augusta Naccarini, Marco & Scaccioppa, Cesare, 1614
Bonciari, Marco Antonio," M. Antonii Bonciarii Ad artem rhetoricam introductio, postremum recognita. Tribus additis orationibus. Ad singula causarum genera spectantibus", Perusiae: Zecchini Sebastiano eredi, 1675
Bonciari, Marco Antonio," S. Caroli humana felicitas. Oratio habita in Collegio augusto s. Bernardi a Sebastiano Gentili Fulginate. ... / M. Ant. Bonciarii!", PerusiaePerusiae: Stampa Augusta , 1614
Bonciari, Marco Antonio," Epistolarum M. Antonii Bonciarii volumen primum, libri 12. ...", Perusiae: Naccarini, Marco & soci, 1614
Bonciari, Marco Antonio," M. Antonii Bonciarii Ad artem rhetoricam introductio postremum exacte recognita", Venetiis: Barezzi, 1646
Bonciari, Marco Antonio," M. Antonii Bonciarii Ad artem rhetoricam introductio, postremum recognita.Tribus additis orationibus. Ad singula causarum genera spectantibus", Perusiae: ex typographia epioscopali, apud eredes Angeli Bartoli & Angelum Laurentium: Bartoli, Angelo eredi & Lorenzi, Angelo, 1654
"Nova additio ad Donati et Guarini grammaticam post M. Antonii Bonciarii ampliationem ad majorem facilitatem puerorum", Senogalliae: Lazzarini, 1822
"Grammatica institutio, & in eam notae ampliores. Marcus Antonius Bonciarius postremum recensuit", Perusiae: Naccarini, Marco, 1617
Bonciari, Marco Antonio," M. Antonii Bonciarii Grammatica institutio. Cum priuilegio summi pontificis", Perusiae, & denuo Maceratae: Grisei, Agostino <1.> eredi & Piccini, Giuseppe, 1670
Bonciari, Marco Antonio," M. Antonii Bonciarii Perusini Hieropylus. Carmen de sacris foribus a Clemente 8. pont. opt. max. patefactis", Perusiae: Bresciano, Andrea eredi, 1600
Bonciari, Marco Antonio," Grammatica institutio, & in eam notae ampliores. Marcus Antonius Bonciarius postremum recensuit. Nunc recens omni studio a mendis correcta", Venetiis: Salvadori, Angelo, 1638
Bonciari, Marco Antonio," Marci Antonii Bonciarii Grammaticae institutio", Maceratae: Cortesi, Antonio, 1793
Bonciari, Marco Antonio," Thrasymenus siue Anthologiae illustrium exemplorum decades tres senior M. Antonius Bonciarius dictauerat iunior collegit atque vulgauit ...", In Augusta Perusia : apud ", Bartoli, Angelo eredi & Lorenzi, Angelo
Bonciari, Marco Antonio," Grammatica institutio, & in eam notae ampliores. Marcus Antonius Bonciarius postremum recensuit", Venetiis: Imberti, Giuseppe, 1628
Bonciari, Marco Antonio," M. Antonij Bonciarij Perusini, ... Epistolae. Ad reuerendiss. Neapolionem Comitolum Perusiae episcopum", Perusiae typis Petri Iacobi Petrutij, Perusiae typis Petri Iacobi Petrutij: Petrucci, Pietro GiacomoNaccarini, Marco, 1603



























Stobaeus, Johannes, "Epitome Ioannis Stobaei Sententiarum siue locorum communium ex Graecis autoribus numero 250. iuxta ultimam Conradi Gesneri uersionem ... nunc primum edita: per Conradum Lycosthenem Rubeaquensem", Basileae: Brylinger, Nikolaus, 1557
Giovanni Stobeo fu un compilatore, antologista e dossografo greco di tendenze neoplatoniche, nato a Stobi in Macedonia (donde ne venne coniato il nome) nel V secolo d. C.. Egli compose una vasta antologia di autori classici coi loro brani: Fozio, che ne lesse l'opera completa, affermò che vi si trovavano antologizzati oltre 500 tra poeti, prosatori, drammaturghi, filosofi e storici.
L'opera aveva peraltro una funzione didattica in quanto era stata predisposta dall'autore per gli studi del figlioletto Settimio cui venne dedicata.
Verso il IX secolo la silloge risultava distinta in 2 volumi in seguito considerati alla stregua di due raccolte specifiche che furono separatamente intitolate "Eclogae physicae et ethicae" ed "Anthològhion", "Florilegium" o "Sermones" mentre il titolo globale dell'intiera opera doveva in effetti essere "Eklogon, apofthegmà ton hypothecon biblìa tèssara".
Ogni volume risulta poi distinto in 2 parti di maniera che globalmente la silloge antologica è in realtà costituita da 4 parti.
La prima tratta di fisica e di metafisica, la seconda di conoscenza ed etica, la terza nuovamente di etica e specificatamente di vizi e virtù, la quarta di vari argomenti come politica, agricoltura, economia domestica, navigazione, arti, medicina, ricchezza epovertà ed altro ancora.
Un simile florilegio di per se stesso non posside un enorme valore visto anche che l'autore non attinge agli originali ma per lo più a fonti di seconda mano.
Però, prescindendo dall'innegabile importanza storica dell'opera che per vari aspetti precorre i "florilegi bizantini", il lavoro dello Stobeo ha per gli studiosi moderni una valenza insita nel fatto che propone sarcine di autori minori che altrimenti sarebbero rimasti ignoti: purtroppo l'opera è però giunta alla modernità con delle mutilazioni, per esempio manca integralmente il proemio, ed anche con delle lacune testuali piuttosto estese, massimamente nel II libro.
L'edizione critica è stata curata da C. Wachsmuth-O. Ense, 5 volumi, Berlino. 1884-1923, ristampa 1958.
Segue qui l'elenco delle varie edizioni individuate fin ai tempi dell'Aprosio:

Stobaeus, Johannes, "Keras amalthaias. Ioannou tou Stobaiou Eklogai apophthegmaton kai ypothekon. Ioannis Stobaei Sententie ex thesauris Graecorum delectae, quarum autores circiter ducentos & quinquaginta citat: et in sermones siue locos communes digeste, a Conrado Gesnero doctore medico Tigurino in latinum sermonem traductae, sic ut latina graecis e regione respondeant. ... Adjecta sunt & alia quaedam, ut sequente pagina indicatur. Accessit quoque locupletiss. rerum ac verborum toto opere memorabilium index", BasileaeBasileae ex officina Ioannis Oporini: Froschauer, Christoph <1.>Officina Oporiniana
Stobaeus, Johannes, "Ioannou Stobaiou Anthologion. Joannis Stobaei Florilegium ad manuscriptorum fidem emendavit et supplevit Thomas Gaisford, a.m. graecae linguae professor regius. Vol. 1 <-4.>", Oxonii: Clarendon Press, 1822
Stobaeus, Johannes, "Ioannis Stobaei Sententiae ex thesauris graecorum dilectae, quarum autores circiter ducentos & quinquaginta citat, & in sermones siue locos communes digestae, nunc primum a Conrado Gesnero ... in latinum sermonem traductae. Adiecta sunt et alia quaedam, vt sequente pagina indicatur. Subnexi sunt etiam indices copiosissimi ... Excudebat Antuerpiae : Ioannes Loeus, 1555", Loe, Jan van der
Stobaeus, Johannes, "Sententiarum Ioannis Stobaei tomus secundus. His accesserunt Cyri Theodori Prodromi amicitia exulans. An virtus doceri possit: dialogus Platoni adscriptus. De iusto, dialogus adscriptus Platoni. Solonis elegia, de causis quae adferunt exitium regnis", Lugduni", 1555
Stobaeus, Johannes, "Ioannis Stobaei Sententiae . Ex thesauris Graecorum delectae, quarum autores, circiter 250 citat: & in sermones siue locos communes digestae. A Conrado Gesnero ... in Latinum sermonem traductae", Lugduni: Gryphius, Sebastien, 1555
Stobaeus, Johannes, "Dicta poetarum quae apud Io. Stobaeum exstant. Emendata et latino carmine reddita ab Hugone Grotio. Accesserunt Plutarchi & Basilii Magni de usu Graecorum poetarum libelli", 36, 200 4o: Buon, Nicolas, 564 p.
Stobaeus, Johannes, "Varini Camertis Apophthegmata ad bene beateque uiuendum mire conducentia nuper ex limpidissimo graecorum fonte in Latinum fideliter conuersa & longe antea impressis castigatiora addito insuper per Lucium Stellam directissimo indice secumdum alphabeti seriem. Seruato quidem duarum trium quattuor ue litterarum iuxta locorum exigentiam ordine", Romae: Mazzocchi, Giacomo
Stobaeus, Johannes, "Loci communes sacri et profani sententiarum omnis generis ex authoribus Graecis plus qaum trecentis congestarum per Ioannem Stobaeum, et veteres in Graecia monachos Antonium & Maximum: a Conrado Gesnero Tigurino latinitate donati, & nunc primum in vnum volumen Graecis ac Latinis", FrancofurtiFrancofurti: Wechel, AndreCambier, Robert, 1581
Stobaeus, Johannes, "Keras amalthaias. Ioannou tou Stobaiou Eklogai apophtegmaton kai ypothekon. Ioannis Stobaei Sententiae, ex thesauris Graecorum delectae. Cyri Theodori dialogus, De amicitiae exilio. Opusculum Platoni adscriptum, De iusto. Aliud eiusdem, an virtus doceri possit", Aureliae Allobrogum: Le Fevre, Francois, 1609
Stobaeus, Johannes, "Illustrium graecorum, praeclarae sententiae, partim morales, & arcanis confines literis, partim ad festiuos iocos accomodate. Ex Stobaeo graeco authore, per Ottomarum Luscinium Argentinum ... in latinum traductae ...", Argentine: Schott, Johann, 1518
Stobaeus, Johannes, "Eclogarum physicarum et ethicarum libri duo. Ad codd. mss. fidem suppleti ... versione latina instructi ab Arn. Herm. Ludov. Heeren", Gottingae: Vandenhoeck & Ruprecht, 1792-1801
Stobaeus, Johannes, "Apophthegmata ex variis autoribus per Joannem Stobaeum collecta Varino fauorino camerte interprete", Impraessum Romae: Mazzocchi, Giacomo
Stobaeus, Johannes, "Ioannis Stobaei Eclogarum libri duo quorum prior physicas, posterior ethica complectitus; nunc primum Graece editi; interprete Gulielmo Cantero. Vna & G. Gemisti Plethonis De rebus Peliponnes. orationes duae, eodem Gulielmo Cantero interprete. Accessit & alter eiusdem Plethonis libellus Graecus De virtutibus. Ex bibliotheca C.V.I. Sambuci", Antuerpiae: Plantin, Christophe, 1575
Stobaeus, Johannes, "Keras amalthaias. Ioannou tou Stobaiou Eklogai apophtegmaton kai ypothekon. Ioannis Stobaei Sententiae ex thesauris Graecorum delectae, quarum authores circiter ducentos & quinquaginta citat: et in sermones siue locos communes digestae, a Conrado Gesnero ... in Latinum sermonem traductae, sic ut Latina Graecis e regione respondeant. ..", Tiguri: Froschauer, Christoph <1.>
Stobaeus, Johannes, "Keras Amalthaias. Ioannou tou Stobaiou Eklogai apophthegmaton. Ioannis Stobaei Sententiae ex thesauris Graecorum delectae quarum autores circiter ducentos & quinquaginta citat, & in sermones siue locos communes digestae, nunc primum a Conrado Gesnero ... in Latinum sermonem traductae, ... Subnexi sunt etiam indices copiosissimi: ..", Tiguri: Froschauer, Christoph <1.>, 1543
Stobaeus, Johannes, "Senarii Graecanici quingenti & eo amplius versi, singuli moralem quandam sententiam, aut typum prouerbialem prae se ferentes, Othmaro Nacgtgall Argentino metaphraste...", Knobloch, Johann <1.>
Stobaeus, Johannes, "Gnomologia ellenikolatine ek Ioannou tou Stobaiou eklogon parainetikon synkomistheisa. Gnomologia graecolatina: hoc est, insigniores & uetustiores Sententiae philosophorum, poetarum, oratorum & historicorum, ex magno anthologio Ioannis Stobaei excerptae, & in locos supra bis centum digestae. Accessit praeterea Oneiros, uel Alektrion, id est, Somnium, uel Gallus, dialogus Luciani, lectu iucundissimus: in quo deliria Pythagorica de Animarum migrationibus in uaria corpora exagitantur: ... Graece & Latine. Adiecto etiam Commentariolo, in quo loci difficiliores", Basileae ex officina Iacobi Parci: Oporinus, JohannKundig, Jakob
Stobaeus, Johannes, "Ioannis Stobaei Sententiae... A Conrado Gesnero... traductae. Tomus primus [secundus]", Parisiis", sub insigni D. C
Stobaeus, Johannes, "Ioannis Stobaei Sententiae. Ex thesauris Graecorum delectae, quarum autores, ciriciter CCL. citat: & in sermones siue locos communes digestae. A Conrado Gesnero doctore medico Tigurino in Latino sermonem traductae. Tomus primus", Parisiis", 1557
Stobaeus, Johannes, "Sententiarum Ioannis Stobaei, tomus secundus. His accesserunt, Cyri Theodori Prodromi Amicitia exulans. An virus doceri possit: Dialogus Platoni ascriptus. De Iusto, Dialogus adscriptus Platoni. Solonis elegia, De causis quae adferunt exitium regnis", Parisiis", 1557
Nicolaus : Damascenus, " Ex Nicolai Damasceni Vniuersali historia seu De moribus gentium libris excepta Iohannis Stobaei collectanea, quae Nicolaus Cragius latina fecit, & seorsum edidit", [Ginevra]: Saint-Andre, Pierre de, 1593
Stobaeus, Johannes, "Ioannis Stobaei Sententiae. Ex thesauris Graecorum delectae, quarum autores, circiter 250. citat ... a Conrad Gesnero doctore medico Tigurino in latinum sermonem traductae. Tomus primus (-secundus)", Parisiis: Perier, Charles, 1557
Stobaeus, Johannes, "1"
Stobaeus, Johannes, "Ioannis Stobaei Sententiae ex thesauris Graecorum delectae, quarum autores, circiter 250. citat: ... A Conrado Gesnero ... in Latinum sermonem traductae", Lugduni: Gryphius, Sebastien, 1555
Stobaeus, Johannes, "Ioannis Stobaei sententiae, ex thesauris graecorum collectae, quarum authores circiter ducentos & quinquaginta citat, & in sermones siue locos communes digestae, per Conradum Gesnerum, ... Adiecta sunt & alia quaedam, vt sequente pagella indicatur. Indices tres, ...", Parisiis: Le Jeune, Martin, 1552
Stobaeus, Johannes, "I oannou tou Stobaiou Eklogai apophthegmaton. Ioannis Stobaei Collectiones sententiarum", [Venezia] Venetiis: Trincavelli, Giovanni Francesco Zanetti, Bartolomeo <1514-1543>, 1536
Stobaeus, Johannes, "Ioannou Stobaiou Anthologion. Joannis Stobaei Florilegium ad manuscriptorum fidem emendavit et supplevit Thomas Gaisford ...", Lipsiae: Kuehn, 1823-1824
Stobaeus, Johannes, "Epitome Ioanis Stobaei sententiarum siue locorum communium ex Graecis autoribus numero 250. iuxta ultima Conradi Gesneri uersionem ... nunc primum edita: per Conradum Rubea quensem", Basileae: Brylinger, Nikolaus, 1557
Valerius, Cornelius, " Breuis et perspicua totius ethicae, seu De moribus philosophiae descriptio: diligenter & ordine perfacili explicata, a Cornelio Valerio Vltraiectino. Cui adiecimus Foxi Morzilli Hispalensis, Ethicae philosophiae compendium, ex Platone, Aristotele, alijsque opt. quibusque autoribus collectum. Vna cum locuplete rerum & verborum in utroque memorabilium indice ", Basileae: Oporinus, Johann Queck, Paul



























Tympe, Matthaus [n. 1615]," Dormi secure: vel Cynosura professorum ac studiosorum eloquentiae, seu centum et viginti themata oratoria. Quorum quaedam nude duntaxat sunt disposita; quaedam vero doctissimis & theologis, & philosophis dilatata & exornata: non solum studiosis, sed etiam professoribus eloquentiae, ac pietatis verae amantibus vtilissima & pernecessaria: studio & industria D. Matthaei Tympii SS. Theol. licent. rectoris collegij Dett. apud Monast. Cum indice rerum atque verborum locupleti. Pars prima [-tertia]", Coloniae Agrippinae: Brachel, Peter von, 1615
Tympe, Matthaus," Tractatus tres spirituales, Matthaei Tympij. 1. De hostibus, bello, & armis militum Christi. 2. De alexipharmacis peccatorum ... 3. De arte beate viuendi ...", Moguntiae", 1614
Tympe, Matthaus ," C. V, Matthaei Tympii aureum speculum principum, consiliariorum iudicum, consulum, senatorum, et aliorum magistratuum cum ecclesiasticorum tum politicorum omnium. ..", Coloniae Agrippinae: Henning, Peter, 1617
Tympe, Matthaus ," Dormi secure professorum ac studiosorum eloquentiae seu Centum themata oratoria quorum quaedam nude duntaxat disposita; quaedam vero ex doctissimis & theologis, & philosophis dilatata & exornata ... studio & industria D. Matthaei Tympii ... Cum indice rerum atque verborum locupleti ...", Coloniae Agrippinae: Brachel, Peter von, 1614
Tympe, Matthaus ," Speculum magnum episcoporum, canonicorum, sacerdotorum et aliorum clericorum tam secularium quam religiosorum. Ex admirandis pontificum ... alphabeti seriem, digestis, concinnatum per Matthaeum Tympium theol. Accessit eiusdem industria spiritualis militia clericorum", Moguntiae", 1614
Tympe, Matthaus ," Dormi secure: vel Cynosura professorum ac studiosorum eloquentiae, in qua centum et viginti themata oratoria. Non solum studiosis, sed & professoribus eloquentiae, ac pietatis vera amantibus utilissima & pernecessaria explicantur. Studio & industria, D. Matthaei Timpij ... Cum indice rerum atque verborum locupleti. Pars prima - tertia. De novo emendata & thematis aliquot aucta", Coloniae Agrippinae: Kalckhoven, Jost <1641-1669>, 1650
Lessius, Leonardus <1554?-1623>," Rahtsfrag welchen Glauben man annemmen, oder zu welcher Religion man tretten soll. Erstlich in Lateinischer Sprach sehr zierlich beschrieben, durch den ehrw. vnd hochgelehrten Herrn Leonardum Leszium, auff der weitberuhmpten Vniuersitet zu Louen, heiliger Schrifft Professorem, &c. an jetzo in die Teutsche Sprach versetzt durch Matthaeum Tympium derfreyen Kunst vnd philosophiae magistrum, vnd der H. Schrift licent", Getruckt zu Dillingen: Akademische Druckerei Rem, Ulrich, 1622
Tympe, Matthaus ," Aureum speculum principum. Consiliariorum, iudicum, consulum ... vtilissimum. Indicibus necessarijs adiectis. Authore c.v. Matthaeo Tympio ..", Coloniae Agrippinae", 1629
Tympe, Matthaus ," Mensa theolo-philosophica seu Conuiuiorum pulpamenta et condimenta suauissima, ... Matthaei Tympij theol. ..", Monasterij Westph.: Raesfeldt, Lambert, 1615
Tympe, Matthaus ," Mensae theolophilosophicae pars prima - altera, seu Conuiuiorum pulpamenta et condimenta suauissima. Hoc est, quaestiones symposiacae, facetae quidem, seriae tamen & multa grauitate conditae, nec non per locos communes dispositae, studio & industria Matthaei Tympij...", Monasteri Westphaliae", 1645
Tympe, Matthaus ," Spicilegium oratoriae praxios: in quo themata oratoria: quorum quaedam nude duntaxat disposita; quaedam vero ex doctissimis & theologis, & philofophis dilatata & exornata ... studio et industria d. Matthaei Tympii, ... cum indice rerum atque verborum locupleti')", Colonia Agrippinae: Brachel, Peter von, 1610






























Rovetti, Giovanni Andrea: Poeta lirico, nato a Genova alla fine del sec. XVI: dati cronologici si hanno però solo fra il 1600 ed il 1637.
Fu autore di rime (qui di seguito si possono compulsare le varie edizioni) che gli valsero l'appellativo di Cigno del Bisagno: come ha scritto G. Barberi Squarotti fu "seguace di un marinismo moderato, volto soprattutto a esiti idillici e a raffinate ricerche descrittive" come si evince leggendo alcune sue
poesie qui proposte.
Rovetti, Giovanni Andrea, La fama canzone del signor Gio. Andrea Rouetti nell'illustriss. Accademia degli Spensierati di Firenze detto lo Scioperato. Per lo serenissimo Pietro de Franchi duce della Repub. di Genoua. Colla spositione di Piergirolamo Gentile, In Genoua : presso Giuseppe Pauoni, 1604 (In Genoua : presso Giuseppe Pauoni, 1604) - [16], 167, [9] p. ; 4. - Cfr.: G. Ruffini, Sotto il segno del Pavone. Annali di Giuseppe Pavoni e dei suoi eredi, Milano 1994 p. 166 n. 70 - Marca sul front. e sul colophon - Segn.: +-2+4 A-Y4 - Ultima c. bianca. - Impronta - tel- a.a, dimo prCi (3) 1604 (R) - In cornice un pavone su una sola zampa; sopra una piccola stella cometa. Motto: Coelum tango votis - Paese di pubblicazione: IT - Lingua di pubblicazione: ita - Altre Localizzazioni: Biblioteca Estense Universitaria - Modena - MO - Biblioteca Palatina - Parma - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia
Rovetti, Giovanni Andrea, Mormorio d'Elicona poesie del capitano Giouanni Andrea Rouetti. Vaghezze amorose. Diporti pastorali. Soggetti eroici. Materie miste. Echo supplicante. Pompe nuzziali. Teneri affetti, & duelli festiui ... Terza impressione, coll'epilogo di cento sentenze, In Venetia : per Iacomo Sarzina, 1630 - 24, 379 [i.e. 397], [47] p. : ill. calcogr. ; 24o. - Autori italiani del '600, n. 2621 - Front. calcogr - Le p. 246-263 sono ripetute nelle numerazione - Ritr. dell'A. a c. a12v., disegnato da Simon Vouet e inciso da Sebastiano Vajani - Segn.: a12 A-S12 T6 - Ultima c. bianca. - Impronta - tea- i.,e g.fi RIfa (3) 1630 (A) - Paese di pubblicazione: IT -Lingua di pubblicazione: ita - Altre localizzazioni Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma. - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia
Rovetti, Giovanni Andrea, Mormorio d'Elicona poesie del capitano Giovanni Andrea Rovetti ..., In Roma : per Lodouico Grignani : ad istanza del Montini libraio, 1625 (In Roma : appresso Lodouico Grignani : a spese d'Ottauio Montini, libraro in Parione, 1625) - 358 p. ; 12. - Impronta - e.e- sia, e.o, CoCo (3) 1625 (A) - Paese di pubblicazione: IT - Lingua di pubblicazione: ita - Altre localizzazioni : Biblioteca nazionale centrale - Firenze
Di lui inoltre alla C.B.A. si trova l’opera:
L' Adige orante, penegirico del ... Gio: Andrea Rovetti [Venetia, 1634] 46 p. ; 12°.
[Il pianto del figliuolo]
Un picciol cane, un ghiro ed un augello
Del tuo caro fanciullo
Sono, bella Lisetta, ognor trastullo.
Ruzza col ghiro il cane,
Ne brilla il putto in vista;
Ma l'augel, che non tresca e becca il pane,
Infranto ne rimane:
Tu ne ridi, io ne godo, ei se n'attrista,
E scaccia stizzosetto
Il ghiro e 'l cane, e piagne l'augelletto.
Se ridi, o cruda, del tuo figlio ai guai,
Al mio duol che farai?

[Premendo il piede]
Tu chiedi quel ch'io voglio,
Quando a mensa talor ti premo il piede?
Ah, che ne gli occhi ogni tuo sguardo il vede!
Lusingando t'infingi,
E 'l bianco volto in bel rossor dipingi.
Vorrei, dolce ben mio...
Lasso, ch'a dirlo m'arrossisco anch'io!



Del tedesco Janus Gebhard (1592-1632) storico e filosofo, docente a Groningen il Servizio Bibliotecario Nazionale registra, al momento attuale delle investigazioni, questo solo esemplare edito e cioè Iani Gebhardi In Catullum, Tibullum, Propertium Animaduersiones, cum Jani Meleagri in C. Valerium Catullum spicilegio, Hanouiae : sumptibus Danielis & Dauidis Aubriorum, nec non Clementis Schleichii, 1618 - - 312 p. ; 8. - Impronta - etum s.c- mqna Ofue (3) 1618 (R) - Fa parte di: Caii Valerii Catullii, Albii Tibulli, Sexti Aurelii Propertii, quae exstant cum elegantissimis Joannis Livineii notis nunquam antehac editis, qui et Propertium ad exemplar Vaticanum & membranas Joan. Sambuci contulit. Nec non vberioribus Jani Gebhardi Animaduersionibus, qui e libris Pall. & ms. Comeliano multa post Beraldum, Muretum, Achillem Statium ...eruit - Paese di pubblicazione: DE - -Lingua di pubblicazione: lat., greco - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze [2 esemplari] - Biblioteca del Dipartimento di filologia, linguistica e tradizione classica dell'Università degli studi di Torino.
Aprosio non sembra in effetti avere grandi conoscenze di questo autore (del resto non cita alcuna referenza bibliografica) che tuttavia menziona e di cui
riproduce una sarcina narrativa: indizio di una voglia continua di approfondimenti.
Del personaggio in effetti poco oggi è dato di sapere se non ricorrendo ad opere specialistiche come quella di Witte, Henning, Memoriae philosophorum, oratorum, poetarum, historicorum et philologorum nostri seculi clarissimorum renovatae decas prima (- nona), Königsberg , Frankfurt

: Hallervord, 1677-1679, volume I, p. 332 e seguenti ove si legge:
VITA IANI GEBHARDI,
Illustrium Groningae et Omlandiae Ordmum Historiarum et Graecae Linguae Professoris publici et ordinarii, Conscripta, a Defuncti Fratre, ANDREA GEBHARDO. Anno MDCXXXII.

SUpremo perfuctosfato honeste sepilire, et pie lugere decet: haecque illis merito in reverentiam et gratitudinem praestantur. Qui ulterius solliciti sunt, vel in cinere superbiunt, vel Rationi et DEO minus subiciunt adfectus. At neutrum spe et modestiâ Christianâ dignum. Optimum est, et mortuis dignissimum, virtutes post mortes illorum in contemplationem et imitationem vocare. Quae si homine dignae sint, et mortalitatem excesserint; illas nefas est lugere: coetera fragilitatis collapsae acervum et imaginem referunt. Ut Frater, quem immaturâ morte (proh dolor!) peremptum, ultimo hoc honore ac officio iam adfercerant amici, a me etiam debito luctu componeretur, non Pietas solum; sed naturalis sanguinis necessitudo postulabat. Et Dolorextemplo infirmum desiderium lamentaque suggerebat; maeroris moderationem suadebat Ratio, ostensis animi decoribus. Quam etiam secutus, a planctu ad virtutes me converti. Et cum non in digna mihi Fratris memoria videretur, quae ad posteritatem transferretur: Vitam illius literis commendandam mihi duxi: non quidem ullam in ostentationem; sed ne Frater, qui passim Doctis et claris viris ob Eruditionem innotuerat, Ortu, vitâ, et morte, ignoraretur. Quod si paulum et necessitate ad laudes deflexero: id eâ modestiâ a me post, cuius, dum Frater viveret, erat studiosissimus. Vellem autem, tam proptia fata fuissent, ut mihi si non longiori; ultimae saltem fratris vitae tempori ex remotissimâ Sarmatiâ licuisset adfuisse: excepissem profecto mandata et voces eius, pluraque ex ore, et secundum voluntatem morientis transcripsissem, quam aliunde acceperim. Sed brevitate hac tamquam Piet atis professione, si non laudatus; ex cusatus tamen ero, quod omnia pro viribus piis Manibus exhibere adlaboraverim.
IANUS GEBHARDUS Germanus meus natus est in Palatinatu superiori Oppido Schvvartzhoven, mille passus distante Neoburgo ad silvam Gabretam, Anno reparatae sasutis humanae M DC XCII. a. d. VIII. Febr. Turbatertiam quartamque antelucanam horam.
Pater fuit IOHANNES GEBHARDUS in eo loco verbi divini Antistes, vir doctus et eloquens, moris et candoris antiqui retinentissimus, quondam D. Casparis Peuceri et D. Bugenhagii in Academia Wittebergensi discipulus. Hic patrem habuit Martinum civem, Avum Andream Syndicum Neoburgensem.
MATER fuit BARBARA ARGISEDERA filia civis Ratisbonensis e familiâ honestâ et ibi haut obscurâ. Parentes, ut filium natum, Deoque per S. Baptismum consecratum quam optime educarent, tencroque cum lacte materno Pictas instillaretur, omnem curam ad hibuere. Sunt in herbis bonae frugis: sunt in animalibus naturalis praestantiae: in hominibus bonae indolis et Genii indicia. immanis natura primis annis diffi culter tegitur: prodit haec se ipsam suâ protervitate: et qualis olim futurus erat frater statim infantia ostendebat. Elucebant in puero signa rarae indolis, et spem faciebant mox proventurae bonitatis.
Non illi inania, quibus aetas vita facilis est, placebant, non etiam aut quae degenerem arguunt, sectabatur, sed annis et ipsâ aetate altiora versabat.
Ante omnia et quasi connato amore ad libros ferebatur: hos illi exptere tunc cura, his perfrui delicium fuit. Parens, ne incrementi sui tam egregios conatus retardaret, quo tenderet perspiciens, severiore disciplinâ custoditum filium bonis moribus et literis instructis commisit Paedagogis, sub quibus tantum profecit, ut nec genitorem peoniteret sumptuum, nec puderet filii profectum. Requirebat ulterius fratris aetas, ut maioribus artibus informaretur, et fundamentis pietatis literarumque, domi feliciteriactis, praestantius et sublimius quid inaedificaretur.
Quare an. M DC cv. a patre Illustri Paedagogeo est insertus, Wigando Spanhemio SS. Theologiae Doctore iuventutem scholasticam regente.
In hoc loco per VII, annos ceu in Palaestrâ exercitatus, varia et egregia ingenii sui edidit specimina.
Praeceptores enim ut bene docilitateillius erant contenti: sic faventibus modestia et diligentia semper placere studebat.
Commilitones et aequales, quos exercitatiore ingenio animadverterat, non aemulari modo sed et superare contendebat, torporem fugitans ceu venenum, et quo facile animus inficeretur.
Ingenium etiam adolescens bonorum auctorum lectione pascebat, spretis illis schedis, quas ad fastidium omissis melioribus multâ fere utilitate iuniorum aetati et captui plerunq, Orbilii solent obtrudere.
Firmatus solidiore artium scientiâ frater anno M DC CXII mense Octobri in numerum Alumnorum Collegii sapientiae Heidelbergensis Praeside loci primum D. Quirino Reutero Theologo Praestantissimo, mox hunc subsequente D. Cellario Senatore Ecclesiastico receptus est, sub quibus et aliorum Clarissimorum virorum institutione per triennium fere multiiugâ eruditione ingenium excoluit.
Quum vero animus non ita inclinaret ad Theologiae studium, magisque arrideret oratorum, Historicorum et Poetarum lectio: fovente et promovente benignissime hos naturae ductus Serenissimo Electore Frederico V. totum se humanioribus studiis dedidit, praeeunteque Clarissimo Iano Grutero laudabiles in Philologiâ fecit progressus.
Exstant adhuc, et in manibus amicorum versantur CREPUNDIA, quae tunc edebat: Credo sic appellata a Germano, ut artis suae tyrocinia modesta inscriptione Reip. Literariae, et huius praesidibus commendaret, sed quae nihil puerile saperent. Gravissimorum enim auctorum Criticae emendationes sunt, et doctae mendorum castigationes.
Tentavit deinde alia, et typis promulgavit, quorum ut ipsa ad D. Rodolphum Goclenium in Exilio suo facit mentionem: ita illius verbis ista duximus referenda:
Nec Deus ingenium negat asper: forsit an illud
Pimplei leviter contigit aura iugi:
Et mea Nasonis Manes benefacta fatentur,
hancque manum Fabii pugna magistra probat,
Quae dudum oceano nae corum abstersit utrumque,
Flamma daret primum cum Iuvenilu opus.
Fastidita legens sermonis fragmina casu.
Per me iam melius Nonius aeger agit.
Saucius interdum Lenaeo tempora; sed qui
Corda magis Veneris gestat inusta face:
Mi sua suppo suit lacerata Propertius ora,
Nuncque iterum sano Cynthia vate tumet.
Euganei censere Titi monumenta medullam,
Quamque tuli, chartâ virgine clausa latet
Et sua cui nomen dat mellea lingua, reportat
Mox analecta meis lucid ora notis.
Item in Livium notas paraverat; sed istarum cum libris et reliquâ suppellectile in violenta Heidelbergae expugnatione iacturam fecit.
Extrema iam rebus nostris et Patriae intentabantur ab Iberi Milite, et hostilis furor erat ferro cunctos delere, qui dirae saevientium crudelitati resisterent: Heideibergae Musarum et Pietatis domicilio undiquaque inhiabant. Exibat inde Frater cum Musis migrantibus, et ne avidis militibus praeda fieret, de tuto sibi receptaculo circumspiciebat.
Confugium tunc hostiles declinantibus catervas praebebant vicina Hassiae et quoniam plurimi eo tendebant, ubique videbantur Musae fessos gressus sistere, idem frater iter pergebat.
Delatus primum Marpurgum anno M DC CXXI [?] Mense Sept. confestim apud prae cipua Literarum Luminafacem favoris et amicitiae sibi accendit: cum autem non ita facile et ex animi sententiâ Exilio adflictum sublevare possent amici, Cassellas et ad illustris. Landgrav. amisere spe promotionis, quae nec inanis fuit: Exuli namque, ut laudatissimo Principi ingenio et doctorum favore erat commendatus, solen niter primaria in collegio Nobrilitatis Adelphico Latinae Linguae Professio oblata est, quam tamen clementiam frater haut ingratius et submissius agnovit, quam amplexus est.
Inde quod fortassis proximum et imminens belli incendium metueret, Bockeborgam se contulit, non ingratus per annum convictu Praecipuo Consilio Holsato-Schaumburgico.
Bockeborgo adulto Octob. an. M DC CXXII. in Academiam Laciburgicam secessit, operaturus ibi, si locus et tempus pateretur, ulterius Musissuis. Verum tempestas illa et iniquius in nos belli fatum ita duriter cum aliorum rebus adflixit fratris fortunam, ut nihil subsidii ex Patriâ vel aliunde suppetetet.
Quapropter cum illi honesta in aulâ Gustroviensi apud Nobiliss. Vir. Ottonem Preen Consiliarium et Aulicum Primarium conditio vivendi obferretur, instituendae tanti viri spei noluit deesse; sed fideli et bienni in egregiam adolescentum indolem collatâ informatione tantum est consecutus, ut dignâ gratitudine Praeceptorem suum honoraverint.
Diffuderat passim in oras Balthicas Eruditionis suae samam frater, innotuerat Bonis modestia, condolebant makgni Viri adversâ sorte conluctanti: omnes Exilium, et quae hoc mala onerant, adversum vellevatum cupiebant: ncc ipse Frat er, aliud magis in votis habebat, quam ut gratâ aliqando statione dignaretur, cui Cymbam fractam subduceret.
Et desi deranti tal. opt. in Suec. appar. Pharus, maleque adfecto bonam spei faculam accendebat Magnific. Dn. Skytte, literis vocando Upsaliam ad professionem publicam. Verum cum eo anno M DC CXXV. transfretâsset, omnia, quae animo conceperat, frustra fuerunt, et repulsam in ambienda professione tulit tamquam extemis et alienae Religionis Prosessione hâc inaniter suscepta iter in Belgium direxit, ut ibi, si fieri posset, res exilio prostratas in meliorem statum restauraret.
At magnas etiam ibi difficultates emergendi offendit, amultitu dine exulantium cuncta invenit praeoccupata; adeoque exantlato longae viae taedio Rostochium redire coactus, est. Quid tibi tunc, Frater, erat animi, cumita undique adversis premerere, nec tibi ullus eluctandi locus pateret? Credo tam duram rerum faciem exasperâsse animum tuum; sed te pisum adversis obdurâsti, et ex illis sumpsisti robur et fortitudinem.
Fecisti quod generosae et infractae animae est, in ipsis malis non desperâsti. Rostochium amicorum notitiâ et favore revocatus frater, dum alibi cuncta tumultibus bellicisinvolverentur, tolerabiliibi vitae contentus sorte ad triennium substitit, donec belli flamma inferiorem Saxoniam depopulata etiam vicinos Megapolitano. parietes qcontingeret, et paulatim Regia Rosarum schola dissiparetur.
Interea temporis, dum Rostochii frater vixit perspecta iam anteillius et approbata Clarissimis Viris doctrina, a Senatu Academico indultum fuit, ut privatâ industriâ et lectionibus studiosam iuventutem erudiret.
Quod etiam felicibus successibus praestitit. Nam Romanam historiam singulari dexteritate praestantissimis ingeniis explicuit: Caesarem, Salustium, et alios tersos auctores praelegit.
Plurimis Exercitiis Oratoriis, Poeticis, Epistolaribus praefuit. In Cornel. Neportem, notas Politicas, quantum iam editio paratur concinnavit ad ultimam Locos communes ex Iustino et Floro contexuit: ita ut sedulitate hâc fratris Primoris Academiae ducti mox unanimi consensu et voto mense Quinct. an. M DC CXXVII. Professionem Eloquentiae Publicam illi detulerint. Quam Professionem licet paulo post Illustris. Princeps Ioan. Albertus ratam habuerit: potentior tamen quorundam rigor contra dissidentem in Religione fuit, quo minus Exul et Christanus admitteretur.
Iam plurima Megapolitanae Religionis loco a Caesareanis oranr occupata, Illustrissimi Duces suis terris erant exuri: avidas manus milites etiam Ostio Varni in iecerant.
Quorsum haec tenderent, satis intelligebant prudentes. Nos inde Academiae metoikes1i/an, omniumque ordinum mutationem et confusionem praevident, alio cogitabamus migrare.
Et quidem frater Belgium repetiit; ubi de novo sibi bonam spem futurae promotionis faciebat, cum audiret in confoederatarum Provinciarum Academiis quasdam Cathedras doctoribus suis orbatas.
Convastatis igitur reculis suis XII. Mai. an. M. DCCXI X. Groningam devenit, publico instructus restimonio Academiae Rostochiensis vitae ibi cum laude peractae. Ut igitur frater errorum satur erat: sic a propitio Numine tandem quietem exoptabat.
Ac commiserescebat Deum fratris etiam exiliique: eodem propitio excitabantur magni viri et fautores qui spe meliorum languentem reficerent, adversâque sorte erigerent deiectum. Et cum ab hoc unice omnium nostra salus et incolumitas dependeant, animos Illustri et Praepotent. Ordinum Groning. et Omland. eo inclinavit, ut Groningae successor in locum clarissimi D. Abbonis Emmii ad Historiam et Graecam Linguam docendam subrogaretur. Quam etiam functionem grato pectore acceptavit, inque mutati Exilii testimonium Templo Mnemosynes Exilium suum, sive ibros carminum duos in Exilio scriptorum publicâ editione suspendit. Diuturno exilio exemptus Frater, de benignitate Fati, Patronorum favore, deque tam honorificâ conditione sibi gratisicans, nihil potius post Poleanem muneris sui inaugurationem egit, quam ut demanatae Provinciae cum laude prae esset, conceptamque de se spem reipsâ expleret. Est huius saeculi quaedam labes, invidere virtuti: et innocentia vix tuta est, quin Calumniae morsibus impetatur.
Nec haec etiam proterva malignitas fratri pepercit, emergenti quamvis plus profuerit, quam nocuerit: Bonis enim hoc cmmendatus modo frater officii et vitae suae accurationrem babebat rationem. Ac veluti arbor, quo vehementioribus ventorum furiis exagitatur, eo altius terram radicibus comprehendit: sic frater etiam ad versus intemperiem istam virtute ac innocentiâ se magis ac magis confirmabat. Cum vero binâ professione per annum occupato, et caelibis solitudinis taedium obreperet, in vitae et rei familiaris curam, cui cum libris simul non sufficiebat, adiumentum sibi adscribere cogitabat, quod non meliori ratione, quam per coniugium fieri posse existimabat. De huius igitur et perenni amore compellavir matronalibus virtutibus decoratam feminam Margaretam Schvvingiam, viduam Nicolai Barlinhofii honorati civis Groningensis, natam spectabili Dn. Bartholdo Schvvingio, et pudicissimâ probissimâque Matrona Rodolphâ Altingiâ civibus Groningensibus, cum quâ a. d. XXVII. Martii sponsalia, et d. x. Maii nuptias celebravit, anno M ??? XXIX. Post contractum et initum felici Numine Matrimonium, curam rerum domesticarum uxori suae, huius iam ante administrationis edoctae commisit: ille ad libros suos et Musas abiit, sed ut numquam mutuo et concordi amore disiungerentur.
Quod etiam, neforet intestatum, Deus grato ventris fructu declarare voluit, quo sequenti anno amborum coniunctionem auxit. Laetus frater coniugis fecunditate, et iam parens, felicitatem hanc Matrimonii propriam sibi a Numine favente precabatur.
Sed ut omnium rerum in mundo rapida est conversio. Germanus non diu hoc gaudio gavisus est, sed protinus illud in magnam tristitiam mutatum sensit.
Decimo enim a partu die coniux illi carissima in morbum delapsa, 17. Novem. an. M DCCXXX. exspiravit, magno maerore adficiens brevem maritum, filiamque tenellam relinquens alienis uberibus admovendam.
Avulsâ vitae sociâ grave quidem vulnus acceperat frater; sed non omnino succubuit.
Erigebat se adversus hoc infortunium Christianâ fortitudine, et cum ad hoc Sacramentum se videret adactum, ut ferret mortalia, id eâdem patientiâ tolerabat. Praecipue se Deo subiciebat, vitam quam frugalissime et viduo dignam instiruens. Illo sicut et toto Professionis tempore quantâ sedulitate et indefesso studio munus suum sustinuerit nihil dicam, nequid et nimium adfectui laudibusque fraternis videar indulgere. Compello hîc univ ersam Academiam, Clarissimosque et Excellentissimos Dn. Professores, collegas, Fratri semper amicissimos, quioprime id habent cognitum, et quibus frater diligentiâ in docendo noluit esse inferior. Pollor certe perpetuo inhaerens index erat enervatarum assiduo et improbo labore virium, faciesque macilenta ostentabat, paulatim fratrem ceu candelam aliis lucendo consumi.
Postquam et quasi per biennium eluxisset uxorem, subsidium sibi et filiae suae quae rebat, adeoque adiciebat animum ad lectissimam Virginem filiam Amplissimi et consultissimi viri D. Egberti Halbes Senatoris Groeningensis, qui natam egregiae spei et probitatis fratri desponsatam iam iam in matrimonium erat daturus. Et haec nova sponsa quale mox fuisset fratri solatium et levamentum, cuius in complexu taedia ex viduitate et reliquae vitae leniisset, affatim demonstrabat in morbo, in quo omnia et exhibuit ex sincero et coniugali amore. Aegrum medicamentis, alloquio, ourâ fovere, decumbenti assidere, aliaque humanitatis et pietatis officia peragere non destitit.
Verum vero aliud coniugium, aliae nuptiae paratae erant fratri a supremo Patre, Agni nimirum sacrosancti, et quas in caelo perageret. Praemissus sollemnis mortis nuntius Morbus, ut inopinus, sic fratri et amicis propter morte ab initio non venisse putabatur. Sed ille infestitus adhaerens sensimque valetudinem depascens Cholera enim fuerat viscidi humoris sursum deorsumque excretione et intestinorum passionibus violenta) initantis mortalitatis, quam deberet explere, admonebat. Hoc articulo deprehensus frater, cum diligenti Medicorum cura nihil profici, vimque morbi strenuis semediis exorari et depelli non posse cerneret, relictis omnibus aliis mundanis, ad curam animae et filiolae suae se convertit, hanc ut Avo et amicis: illam vero Deo et servatori suo quam optime commendaret.
Ac licet valde aeger et debilitato corpore foret, sanus tamen et salvus mentem praestantioresque sensus constantissime in Fide et invocatione DEI et serv atoris IESU CHRISTI perseveravit, usque dum iteratis aliquoties ex Apocalypsi verbis: Veni, Iesu, veni, etc. coram Amicis et verbi divini Antistibus placidissime ceu molli somno circa ipsam meridiem 3. Octobr. an. M DCCXXXII. anima exsolveretur nondum completo aetatis XLI. anno Corpus et quod terrae debebatur, quinto post migrationem animae die, honorfico funere amplissimoque amicorum lugentium, Academiae et civitatis ordine elatum, et in Templo Academico tumulatum est; ubi a Deo in novissimo die exspectat, resuscitationem.
Hîc animus mihi horrore perstringitur, quoties recordatur praeteriti anni: Illo enim quas clades non accepimus! quae funera non spect avimus! ut publica et nostra attingam, cui pio et oppressorum causae faventi non adhuc in maerore et memoriâ est lugubre illud fatum, quo Gustapu Adolphus beatae et gloriosissimae memoriae Rex praeterito auctumno in acie defunctus est, cum se veluti victimam pro libertate Germanicâ devoveret? Ac omnino dignus est in comparabilis beros, cuius sincerus et invictus moriendi pro Deo et Evangelio animus debito luctus honore in perpetuam meritorium praestitorum, memoriam afficiatur, qui vulneribus, sanguine et morte, insigne erigere tropaeum non subterfugit, quod hostibus terrori, suis vero et aliis foret exemplo et imitationi. Hoc malum aliud mox subsecutum est, et excepit insperatus occasus Serenissimi Friderici V. altoris quond am nostri Benignissimi, qui augustae Areti-Palatinae domo, et Exilium patientibus eo acerbior et luctuosior ex stitit, quod melioribus fatis et Patriae nostrae propior piissimus Rex susceptae hostium expulsioni et suorum restitutioni felicem protinus manum et sinem imponere nequit. Ipsa haec Urbs Groningae et Omlandiae ocellusluctu non caruit; sed praeteritâ aestate lacrimis immaduit aob amissionem Illustrissimi et fortissimi Principis, Ernesti Casimiri Comitis Nassoviae et c. Provinciarum Frisiae Groningae et Omlandiae Drentiaeque Gubernatoris et defensoris strenuissimi. Quae tamen iam nonnihil maerorem suum leniit, cum filium Henricum paternis et heroicis dotatum virtutibus in parentis sui laudatissimi vicem recepit, cuius generoso et excelso animo prosperos rerum successus, florentique iuventae seros annos comprecor. Alia sed eiusdem calamitatis narrare supersedeo: nullum enim Regnum, nulla fere Provincia est, quae non grandine ista funebri fuerint tacta. In privatis etiam sat luctus et maeroris fuisse, quid opus exemplis ut comprobem? Ipse satis triste exemplum habeo, funus fraternum, quod mihi eo acderbius, quo immaturius: et cum quo denuo fratres et parentes elati. Sequi hoc cum planctu et lamentis etiamnum Amor desiderat, adfectusque tantum dolorem refricando ubertim maerorem et tristitiam ministrant. Sed cum non tam oculi et adfectus ad clades et funera ista, quam mens ad Deum dirigenda sit, penes quem, cur cuncta immiserit, plurimae causae sunt, nulla vero iniusta: cohibere merito adfectus decet, ne nimium exorbitent. Acquiescendum est voluntate et ordinatione istâ divinâ, contra quam qui imprudente murmure stridunt, sapientiam eius indignus probris adficere videatur. De Gulielmo Hollandiae Comite referunt,[Note: * Cuspinian. lib. 8. cap. 19. Histor. Saxon.] illum mortuo Rege Romanorum Henrico Landgravio Thuringiae et Hassiae, regem designatum, debellatâ atque subactâ Frisiâ iuxta quandam Urbem miro opere exornatam reperisse sepulcrum. Quaerenti, cuius id esset, responderunt cives, neminem hactenus ibi sepultum esse; sed fato quodam reservari Romanorum cuidam Regi. Cum vero Rex Frisiâ egrederetur, a quibusdam fugitivis secus viam in arundinero latitantibus, cuspidibus transfigitur.
Equitabat enim Rex Guilelmus cum pauculis, diverticulum quaerens, ut exercitum reduceret: Delatus vero in glatiem cecidit. Frisones, qui sese obsconderant, erumpunt, et priusquam subveniretur, regem galeâ et aquâ sufforatum protinus interimunt.
Rex ab indigenis praefato iuxta vaticinium tumulo mox impositus est anno regni sui nono. Quam huius loci historiam, quia memoria suggerebat, recensere volui haut sacris literis repugnantem, quae asserunt, non minus certa sepulcra, quam domicilia hominibus a Deo destinari, et cuiusque hominis certum vitae terminum esse positum. Quod si ita et certâ fati legee res humanae ordinatae sunt, nil etiam casu Fratri accidisse credendum est. Voluerat Deus eximiam hanc Urbem fratri sedem Exilii concedere: voluit eandem fratris esse sepulcrum. Quod vero maturius et praeterito anno cum Illustribus et Magnis istis animabus rex regnum ex carcere hoc mundano ad caeleste Palatium avocaverit, a bonitate etiam singulari fuit, ne superstites ex tantorum Heroum funeribus, quorum in vitâ fortitudinem et Pietatem semper venerabunda mente coluerat, publicisque illis cladibus quas privatis graviores ducebat, perpetuum maerorem concepisset, vitamque residuam quo longiorem, eo acerbiorem habuisset, qui iam varie multis miseriis et aerumnis erat versatus. Interrogatus olim a Rege Aegypti Patriarcha Iacobus, quot annhos aetate iam vergens gestaret? Obsaturatus miseriarum huius vitae respondrt Pharaoni: Dies peregrinationis meae sunt CXXX. Genes. 47. sed haec vita longe inferior maiorum nostrorum longaevitate, plenissima fuit malorum. Pompte et ex rei veritate S. Senecio. Quid Similis Adrianimilitum Praefectus? Ille cum diu militasset, saturque aerumnarum militarium vix dimissionem a Caesare impetrâssset, et reliquum vitae in agro peregisset, haec sepulcro suo curavit inscribi, Similis hîc iacet cuius aetas multorum annorum fuit; septem tamen duntaxat annis vixit.
Si ex Fratre nostro eodem modo et morti iam propinquo quaesitum fuisset, merito idem de brevitate suâ cum S. Iacobo effari: non vero tot annos cum Simile nominare potuisset, quibus vixisset. nam etsi Deus hanc ipsi gratiam exhibuerit, et exilium meliori vitae conditione commutaverit, tempus tamen illud actuosis laboribus, curis et molestiis domesticis, viduitate, et aliis incommodis abunde fuit refertum. Cetera etiam vita quid aliud fuit quam aerumna, molestia, aegritudo? Gustavit frater haut primoribus iabris miseriae humanae amaritudinem; sed pleno palato. Brevem suam vitam satis acerbam est expertus. O miseram sane et calamitosam vitae nostrae conditionem.
Quot mala nos impetunt et perpetuo adfligunt! Cum lacrimis nascimur? natos varii casus exagitant. Optima aetatis pars vel ignorantibus, vel meliora sperantibus elabitur. Quae restat vivenda, duris ferreis diffi cultatibus est implicita. Acdedunt pericula innumera. Extus hostes caedes intentant, fortunis inhiant, patriâ eiciunt, intus perpetuam pugnam adfectuum sustinemus et fovemus, qui miseris modis noslancinant et conficiunt. Sic nuila quies defatigatis aut a malorum aestu refrigerium, donectandem finiat, quam tamen metuimus, continuam mors miseriam. Curigitur mortalis nimio desiderio et amore huius calamitatis teneatur, non invenio: pius et melioris vitae certus, lubenti obseq ventique animo vocantem Imperatorem ab hâc periculosâ et aerumnosâ statione sequetur. Quâ mente ac causâ etiam beatum te, Frater, iudico, quod melioris vitae statu per mortem donatus, non ut amplius miseriis confli cteris. Et dignaquidem Etuditio virtusque tua longiori vitae curriculo fuisset; sed cum tua brevitas verâ Pietate et Religione in Deum, sincero adfectu in proximum aliisque virtutibus sit peracta, satis diu vixisti, qui ita bene. Non virtus tantum annorum numero computanda est; sed factis et rebus et gloriose confectis: Nec quae logaeva est senectus, honorata est, neque spatio annorum multorum mensurata: sed prudentia hominis est cunities, et vita immaculata est senilis aetas, Sapient 4. 8. Hanc, quia, tu frater, etiam senectam eras nactus, Deo dignus visus fuisti, meliores annos qui exordieris, et cuius luctuosa vita in gaudium labores in felicitatem verterentur. Intrâsti nunc placidae securitatis portum, adeptus es tutum confugium, gratos undique quietis fructus percipis. Nullo nunc amplius metu angeris, et procul a te Tyranni, qui indicant Exilium. Subductus es violentis istis tuibinibus, quibus in hoc malorum mari iactamur, Nos, nos multa dura, incerta, metus et conversionis plena, quae ferreum hoc saeculum, et tristesrerum facies minantur, manent. Interea corpus tuum, et quod mox in cineres conuptio resolvet, molliter et placide quiescat, donec eosdem cineres in augustiorem corporis formam resuscitatos animae e caelis reduci Deus futurus mortuorum et viventium iudex consociabit. Gratulamur collatae in te felicitati, et, si olim supremo vitae nostrae Domino placitum erit, nobis Mortem immittere, ut eâdem tecum beatitate donemur, ex animo vovemus. Vale, frater, et aeternum cum Deo laetare. Sit hoc, quod de vitâ tuâ dixi, perpetuum pietatis in te iudicium. Sit hoc honori Eruditionis et virtutum tuarum monumentum a sincero amore positum, quem erga te geram, et memori mente percolam.
Lucida dum current annosi sidera mundi
Oceanus clausum dum fluctibus ambiet Orbem,
Lunaque demissos dum plena recolliget ignes,
Dum matutinos praedicet lucifer ortus
Altaque caeruleum dum Nerea Nesciet Arctos.
Sen. Oed. Chor.

EPICEDIA. in obitum Clarissimi Viri IANI GEBHARDI PALATINI etc. Cum Groningae finiret vitam III. Octobr. an. M DCC XXXII.
Ut Taciti nostrum sapientiae temperer orbem,
Castraque Iuliades, Caesar et arma regat,
Cottidieque novos Scipiones Livius edat,
Fundat et Hannibales Asdrubalesque truces,
Inclita grandistrepo resonent Cicerone Lycea,
Eius et ingenti fulmine rostra tonent,
Musae Plautino passim sermone loquantur,
Et Maro non unus arma virosque canat,
Pelignus calidos iuvenum moduletur amores,
Flaccus, et argutae temperet ora chelys.
Auctor crat nostris non infelice Minervâ,
Historiâ et numeris, eloquioque potens.
Gloria Athenaei IANUS non ultima nostri,
Cui fluxit largus ex Pelicone latex,
Totius et sacri nemoris patuere recessus,
Musarum Charitumque erudiêre manus:
Natus ab ingenio claros proferre labores,
Quodque olim celebret Fama, volumen, anus;
Seraque posteritas miretur et ultima Thule,
Et gelido in septem vasta Trione plaga:
Et Tagus et Ganget legat, et glacialis Ierne,
Ninguidaque ad Boream Baltis et Ursa colat.
Verum hos fata illi rupere admantina cursus,
Virtutumque iacet omnium acerba cinis.
IOHANNES FREITAGIUS M. Doct. et Profess. Public. p. t. Academiae Rect.
IANUS ut occubuit GEBHARDUS morte peremptus,
Aonidum heicfontes exaruêre novi,
Hunesus obstupuit, quia maestus flevit Apollo,
Deflevit vatem turba novena suum;
Luxit gnata patrem venturum sponsa maritum,
Luxit et affinem turba propinqua suum:
Planxer unt fidi, misero solamen, amici,
Ereptumque sibi gens studiosa ducem.
At Deus hunc vatem meliore in sede locavit,
Iussit et in superûm pangere metra choro:
Vivis ubilaetus Domino sua carmina fundens,
Perpetuoque canit: sancte Deus Tzebaoth!
Interea in terris, dum Musae as cantor Apollo,
Aeterna celebris laude feretur, erunt.
I. BORGESIUS.

SCRIPTA.
Crepundia in Catullum, Tibullum, Propertium: Francof. 1615. in 4.
Antiquarum Lectionum libri duo: ibid. et Herborni 1618. in 8.
Exilium, sive libri duo carminum in exilio scriptorum: Groningae 1618.
Oratio panegyrica, quâ Victoriae de Tillio et exercitu Pontificio ad Schusium, VII. Septemb. M DC CXXXI. auspiciô et ductu Gustavi Adolphi, Regis Suecorum, partae memoriam celebrabat; ibid. 1631. et Lugd. Bat. 1637. in 12.
Spicilegium in vitas Excellentium Imperatorum Corn. Nepotis: Amsterod. 1644. in 12. Lips. 1653. in 8
.






















Su questo straordinario personaggio (da ascrivere in assoluto alla cerchia degli autori dannati e proibiti per antonomasia), personaggio comunque più "parlato" che analizzato criticamente -seguendo di poco le riflessioni di Mario Pozzi- scrive bene Paola Rocchi ne La Letteratura Italiana - Gli Autori 2. p. 1129 dell'Einaudi editrice: "MANZOLI" [ma alcuni scrivono anche Manzolli]"Pier Angelo (detto anche MARCELLO PALINGENIO STELLATO) (Stellata [Ferrara] 1500/1503 - ivi 1543). Di umili origini, svolse professione di medico a Rimini nel 1530 e pare fosse stato in precedenza a Roma, durante il pontificato di Leone X (1513 - 21). Oltre la medicina, lo attrassero le scienze occulte, l'astronomia, l'astrologia, nonché l'etica e la metafisica, come risulta dall'opera da lui pubblicata sotto lo pseudonimo di Marcello Palingenio Stellato col titolo di Zodiacus vitae; de hominibus vita studio ac moribus aptime instituendis (B. Vitale, Venezia, s. d. [ma 1535/36]) e dedicata a Ercole II d'Este" [leggi qui la Dedica]". Si tratta di un poema didascalico, scritto tra 1520 e 1534, in cui s'avvertono echi lucreziani e suggestioni panteistiche mutuate dal naturalismo filosofico del sec. XVI" [comunque mosso da uno straordinario anelito di conoscenza che si riscontra continuamente esplicitato sotto la simbologia dei dodici segni zodiacali che nominano i diversi canti: basti qui leggere l'incipit del lavoro cioè del canto dedicato all'Ariete].
Il poema, in 12 canti, conobbe numerose ristampe, per lo più in paesi d'area protestante (la prima [sotto citata ed utilizzata] fu a Basilea nel 1537) e persino una riduzione in versi liberi ad opera di Bartolomeo Burchelati (col titolo di PANTOLOGIA)" [questa osservazione -documentata da recenti indagini ed assente nella recensione di M. Pozzi- è importante perchè comporta un interesse per Palingenio Stellato da parte appunto dell'erudito Bartolomeo Burchelati che a sua volta suscitò gli interessi di A. Aprosio] ma incorse nella censura nel 1558 per la presenza in esso delle tematiche dell'occultismo e delle teorie epicuree e pitagoriche e quindi (anche se sotto Paolo III (1534 - 49) Marcello Palingenio Stellato nel suo libro si era premunito di una sorta di captatio benevolentiae sottomettendosi con aperta dichiarazione ai dettati tutti della Santa Chiesa come qui si può già leggere nella dedicatoria e che in fine dell'opera classicamente aveva espresso i suoi voti perchè il libro girasse ben accetto fra la gente data la sua volontà di far del bene) nulla potè evitare che fosse alla fine processato e quindi condannato qual colpevole di Eresia (vedi Indici).
Quindi nonostante fosse già morto, il suo cadavere fu dissepolto e poi come segno estremo di pubblica sanzione e catarsi oltre che di dispersione dalle memorie i suoi resti furono
bruciati sul rogo assieme ad esemplari dei suoi scritti
.
Di lui parlò in una sua celeberrima opera opera anche quel grande canonista che fu PADRE MARTIN ANTONIO DEL RIO che così ne scrisse nel Lib. II, Quaest. II - Disquisitionum Magicarum Libri Sex (p. 93 di questa edizione) soffermandosi però sull' empietà (vedi qui Indici) dell'autore non tanto per le accuse al clero (che comunque per altri furono alla base della condanna, vedi qui: la condanna dei monaci viziosi - il fatto che spesso, mascherando il proprio operato, violino il celibato - come spesso abusino del loro ruolo seducendo le altrui spose - la sanzione che ben pochi ecclesiastici meritano di assurgere alla salvezza eterna - la condanna dell'operato di papa Clemente per l'atteggiamento preso contro Lutero) quanto per i contenuti del canto VIII - Scorpio e per aver aderito - contro la cosmogonia riconosciuta (vedi qui Indici) e contro il creazionismo dei Sacri Testi (vedi qui Indici) - ad una visione panteistica dell'universo sull'asse Plotino - Porfirio - Giamblico - Lucrezio sì da ritenersi quale
CRIMINALE SUPREMO AVVERSO CHIESA MA ANCHE STATO COME "BESTEMMIATORE ERETICALE" CIOE' QUALE "DESTABILIZZATORE DI OGNI SISTEMA RICONOSCIUTO" E QUINDI
DA PUNIRSI CON LA PIU' GRAVE FORMA DI ESTREMO SUPPLIZIO
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Più variegata è forse la serie di riflessioni che nel "GDE" della UTET torinese (XV, 303) scrive: " "Poeta didascalico (La Stellata, Ferrara ca. - Ferrara ca. 1543). Solamente nel sec. XVIII si è scoperto che sotto questo pseudonimo si celava Pier Angelo Manzoli, sul quale peraltro ancor oggi si hanno pochissime notizie. Pare che esercitasse la medicina; durante il pontificato di Leone X era a Roma; più tardi ritornato a Ferrara fu sospettato di eterodossia, forse per aver frequentato i salotti calvinisti che si erano formati intorno a Renata d'Este. Paolo III nel 1545 circa fece intentare contro di lui un processo postumo, in seguito al quale le sue ossa furono dissepolte e arse sul rogo. La sua fama è legata allo Zodiacus Vitae, un poema filosofico-didascalico in esametri, scritto tra il 1528 e il 1536 e dedicato a Ercole II d'Este. E' costituito da dodici libri, contraddistinti ciascuno con il nome di una costellazione dello zodiaco. I libri non hanno uno stretto nesso fra loro: sono dodici divagazioni didascaliche, morali, metafisiche, astronomiche, ricche di allegorie e di simboli, in cui l'autore concretizza le proprie idee. Lo stile è volutamente umile, senza ricercatezze e ornamenti esteriroi: Palingenio pur sapendo maneggiare il latino con eleganza, mirava ad altro che la poesia, di cui disrezzava le oziosità e le favole futili.
Pur ricco di richiami medievali il poema è tutto permeato da una fervida fede per la sapienza, da un appassionato desiderio di conoscere l'ordine dell'universo. Le stelle secondo la sua concezione, scandiscono il ritmo della vita, governano la Terra, mutano il volto della natura. L'insieme dei cieli è il volto della natura, e questa non è altro che l'imperitura legge imposta da Dio all'Universo. Nel cielo è collocata la sorgente archetipa di tutto. La vita beata è perfetta nelle città divine collocate negli spazi infiniti dell'etere: invece sulla Terra albergano solo le ombre delle cose, l'errore la guerra, la morte, il peccato. Per questo la fede nella pura razionalità di Palingenio prende un drammatico accento pessimistico. In non pochi punti poi la sua concezione, che mostra evidenti legami con il naturalismo e le correnti platoniche e neoplatoniche, si allontana dalla stretta ortodossia cattolica e talora sfocia nell'eresia, come nell' affermazione che Dio non si cura delle sue creature e quindi non è offeso dai loro peccati. Aspre sono le censure contro il clero, che sembrano connesse con un generale proposito di riforma dei costumi. Bibl. E. Troilo, Un poeta filosofo del '500, Roma, 1912 - G. Borgiani, M. P. e il suo poema, lo "Zodiacus vitae", Città di Castello, Perugia, 1913 - Benedetto Croce, Lo "Zodiacus vitae" del P., in Poeti e Scrittori del pieno e del tardo Rinascimento, III, Bari, 1952 = manca, anche per ragioni cronologiche, la citazione di contributi più recenti eppur importanti quali = E. Garin, Lo Zodiaco della vita. La polemica sull'astrologia dal Trecento al Cinquecento, Bari, Laterza, 1976].
Ecco l'elenco delle opere del Palingenio secondo i repertori dell'SBN:
Manzoli (Manzolli), Pietro Angelo (alias Marcello Palingenio Stellato) <1528fl.>, Marcelli Palingenii Stellati ... Zodiacus vitae, hoc est, De hominis vita, studio, ac moribus optime instituendis libri 12. ... opus mire eruditum, planeque philosophicum: nunc denuo longe quam antea cum emendatius, tum diligentius excusum. Cui supra priorem editionem accessit rerum ac uerborum toto opere memorabilium instructissimo index, Basileae, 1537. (Basileae : in officina Roberti Winter, 1537. Mense Septembri) - [88], 387, [5] p. ; 8o. - Cors. ; rom Iniziali xil. - Segn.: a-e8f4A-Z82A12 - Impronta - r,i- .3re est. QuVi (3) 1537 (A) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma