Inform. a cura di Bartolomeo Ezio Durante

LA
CONFRATERNITA SANTACROCE
Questa misteriosa confraternita, che sosteneva di essere in possesso dell'elisir di lunga vita e di altri segreti dell'universo, faceva risalire le sue origini al Trecento, epoca in cui visse un mago chiamato Christian Rosenkreutz.
Rosenkreuz il cui cognome significa appunto "rosacroce" fu avviato agli studi all'età di cinque anni in un convento tedesco dove apprese le discipline umanistiche tradizionali.
A quindici anni, salpò in direzione della Terrasanta sotto la protezione di un monaco il quale, non appena sbarcati a Cipro, si ammalò e morì.
Rimasto solo decise di partire alla volta dell'Arabia, dove gli erano stati segnalati alcuni occultisti d'eccezione i quali gli insegnarono tutto quello che sapevano sulle scienze occulte e dopo tre anni lo mandarono in Egitto e Spagna.
Tornato nella natia Germania, in totale solitudine, trascorse i cinque anni successivi a mettere per iscritto tutto quello che aveva appreso.
Poi, lentamente, si diede a riunire intorno a sé gli assistenti e gli allievi che avrebbero formato il nucleo della "Confraternita dei Rosacroce".
Crearono un linguaggio magico da usare esclusivamente tra di loro, un idioma scritto altrettanto criptico per gli incantesimi e un dizionario che compendiava tutto il tutto il sapere occulto che avevano accumulato.
Iniziarono a mettere in pratica le loro cognizioni , impiegandole per guarire i malati.
Costruirono la casa dello Spirito Santo, un rifugio che nessuno è mai riuscito a trovare, dove custodivano i loro archivi e il loro sapere.
Quando morì, Rosenkreutz fu depolto in una cripta segreta le cui mura erano decorate con graffiti magici.
Alla morte di tutti gli altri Rosacroce originari, della cripta si persero le tracce.
Ma centoventi anni dopo, durante la ricostruzione di una delle logge della confraternita, dietro una tavoletta di bronzo fu ritrovata la porta che conduceva alla tomba.
Dietro la cripta eptagonale, gli scopritori rinvennero non solo il corpo perfettamente conservato del fondatore della comunità, ma anche altri oggetti come specchi magici, campanelle ecc.
Dopo aver discusso insieme, i fratelli ritennero giunto il momento di far conoscere l'ordine e le sue scoperte a quanti fossero degni di recepirne il messaggio.
Così, nel 1614, nella città tedesca di Kassel, venne pubblicata una sorta di lettera aperta intitolata Fama della confraternita del meritorio Ordine dei Rosacroce, indirizzata ai dotti in generale e ai governanti d'Europa.
Nel documento si caldeggiava una riforma scientifica di portata eguale a quella già avvenuta in campo religioso.
Era tempo, insisteva il pamphlet, che gli uomini di scienza smettessero di confidare nelle autorità tradizionali del pensiero antico e cercassero invece una sintesi nuova, fondata su un rinnovamento morale e sui misteri del Grande Oriente, che i figli della luce, gli illuminati, i Rosacroce, avevano ottenuto.
Il loro simbolo divenne una rosa inchiodata ad una croce.
Sull'onda del successo iniziale, la confraternita pubblicò un ulteriore opuscolo, Confessione della confraternita dei Rosacroce, nel quale si invitavano i lettori ad aderire al movimento.
Ma non veniva indicato dove presentarsi per aderire.
Si poteva soltanto dichiarare pubblicamente il proprio interesse, eventualmente stampando un opuscolo o un annuncio, e aspettare di essere convocati.
C'erano però anche delle regole che bisognava rispettare: i confratelli dovevano compiere la loro opera - in genere, la guarigione di malati - senza indossare paramenti speciali, ma vestiti secondo il costume della popolazione locale.
Era vietato accettare qualsiasi forma di pagamento per le prestazioni mediche.
Dovevano sempre mantenere il più rigoroso anonimato e non dichiarare mai la loro appartenenza alla confraternita.
Di conseguenza era difficile sapere con certezza chi fosse davvero un membro ma alcuni indizi portano a sospettare di Ruggero Bacone, Agrippa, Paracelo, Cartesio, Thomas Vaughan e Francesco Bacone.
[by Giulio D. R.]


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