A - Il Vaglio Critico
di Masoto Galistoni sopra il Mondo Nuovo di T. Stigliano, Rostock, Wallop (ma Treviso, Righettini), 1637
B - Il Buratto, replica di Carlo Galistoni al Molino del Sig.Carlo Stigliani, Venezia, Guerigli, 1642
C - L’Occhiale Stritolato di Scipio Glareano per risposta al Signor Cavalier Tomaso Stigliani, 1641 (ma Venezia, Pavoni, 1642).
D - Annotazioni di Oldauro Scioppio [pseudonimo di A. Aprosio] all’Arte degli Amanti di Pietro Michiele [Michiél], Venezia, Guerigli, 1642.
E - Sermoni di tutte le domeniche, festività e santi che occorrono nell’Avvento fino alla Purificazione della Vergine. Disposti in varie risoluzioni morali cavate dalla Sacra Scrittura, e da’ Santi Padri per opera del Molto Reverendo Padre-Maestro Agostino Osorio [1554-1646], provinciale dell’ordine Eremitano di Sant’Agostino ne i Regni Corona d’Aragon. Trasportati dalla spagnola nell’italiana favella da Oldauro Scioppio, Venezia, appresso il Guerigli, 1643
F - La Sferza poetica
di Sapricio Saprici, lo Scantonato Accademico Eteroclito per risposta alla prima censura dell’Adone fatta dal cav. Tomaso Stigliani, Venezia, stamperia guerigliana, 1643.
G - Veratro I (per esteso Del Veratro. Apologia di Sapricio Saprici [pseudonimo di Angelico Aprosio] per risposta alla seconda censura dell’Adone del Cav. Marino fatta dal Cav. Tomaso Stigliani. Parte Prima, Venezia, presso Matteo Leni, 1647).
H - Veratro II (per esteso Del Veratro. Apologia di Sapricio Saprici [pseudonimo di Angelico Aprosio] per risposta alla seconda censura dell’Adone del Cav. Marino fatta dal Cav. Tomaso Stigliani. Parte Seconda, Venezia, Leni e Vecellio, 1645).
I - Lo Scudo di Rinaldo I (per esteso Scipio Glareano-Lo Scudo di Rinaldo ovvero lo Specchio del disinganno, Venezia, Hertz, 1646).
L - Le Bellezze della Belisa, tragedia dell’illustrissimo signor D. Antonio Muscettola abbozzata da Oldauro Scioppio, accademico Incognito, e Geniale..., Louano, per Gio. Tomaso Rossi, 1664 = opera di cui è interessantissimo LEGGERE ATTENTAMENTE L'INTRODUZIONE
M - Della Patria
di Aulo Persio Flacco. Dissertazione di Ludovico Aprosio, Accademico Incognito di Venezia, Geniale di Codogno, Apatista di Firenze ed Animoso di Gubbio. Al Signor Marc’Antonio Saoli, uno degli Illustrissimi Inquisitori di Stato per la Serenissima Repubblica di Genova. Cavata dal libro I delle Hore Pomeridiane del medesimo, in Genova, per Pietro Giovanni Calenzani, in Piazza Nuova, 1664.
N - Le Vigilie del Capricorno. Note tumultuarie di Paolo Genari di Scio, Accademico Incognito di Venezia, Geniale di Codogno, Apatista
di Firenze, Animoso di Gubbio, Conte Palatino e Cavaliere Aurato, alle ‘Epistole Eroiche’, poesie del famosissimo ed eruditissimo Lorenzo Crasso avvocato Napoletano, Venezia, per Combi e La Noù, 1667.
O - Grillaia I [ stampa originaria, in C.B.A., qui proposta digitalizzata per esteso La Grillaia curiosità erudite. Di Scipio Glareano, accademico incognito; geniale, apatista ed ansioso, conte palatino, & c. .., In Napoli : per Nouello de Bonis, ad istanzia di Adriano Scultore all'insegna di S. Marco, 1668 - 24, 584, 4 p. : antip. calcogr. ; 12 - Segn.: *12 A-2A12 2B6 Occhietto - Impronta - i.ui t.i, e:t. nami (3) 1668 (R)
= stampa del 1673: La Grillaia, curiosita erudite. Di Scipio Glareano, Accademico Incognito; Geniale; Apatista, ed Ansioso, Conte Palatino, & c. ..., In Bologna : per Gio. Recaldini, 1673 - 12, 334, 2 p. - Altre Localizzazioni: Biblioteca delle facoltà di Giurisprudenza e Lettere e filosofia dell'Università degli studi di Milano - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteca romana e emeroteca - Roma - Biblioteca Reale - Torino]
Il nome di Adriano Scultore, che alla moda del tempo fu editore, libraio e stampatore, sta alla base di una serie di equivoci che coinvolsero la prima stampa de la Grillaia e che non poco (come in altri casi di altre opere) tormentarono l'Aprosio, un perfezionista, che si dimostrò apertamente insoddisfatto del suo operato: nel repertorio de La Biblioteca Aprosiana
Aprosio in alcun modo citò questo personaggio sì che la stampa della grillaia venne generalmente attribuita al solo Novello De Bonis.
O meglio Aprosio, citò Adriano Scultore per muovergli l'accusa di incompetenza e poca serietà professionale (quella che il frate erudito definì inurbanità) a pagina 202 del suo catalogo bibliografico onde accusarlo di aver mal curata la stampa di quell'opera, per la quale tuttavia Adriano Scultore si era anche esposto di rimpetto alle autorità censorie come si legge nella Grillaia stessa a fronte di indubbie insorte problematiche di cui invece si legge il più attento resoconto aprosiano nel repertorio de La Biblioteca Aprosiana (pp. 208 seguenti).
Nel dettaglio il frate ventimigliese rimase estremamente infastidito dal fatto che Adriano Scultore per celerità di lavoro, noncuranza o ragioni più sottili ancora da approfondire non si fosse curato di stampare senza far motto all'Autore, nell'edizione prima (1668) de la Grillaia, una aprosiana Lettera Apologetica [propriamente intitolata "Lettera dell'Autore alli Signori" (segue elenco di eruditi vari da p. 205 del repertorio bibliografico dove venne poi editata)] che nell'ottica dell'agostiniano avrebbe dovuto essere posta da Adriano Scultore dopo la Dedicatoria ad Antonio Muscettola, munifico patrocinatore napoletano dell'opera della Grillaia, e che verisimilmente avrebbe ottenuto il duplice scopo di difendere preventivamente l'opera da censure ed accuse di mordacità censurabile e quindi avrebbe evitato al frate di tutelare la pubblicazioni con l'inserzione piuttosto meccanica, per quanto ben studiata, di una sorta di scusante in fine di pubblicazione.
A fronte di queste rimostranze aprosiane non paiono quindi senza ragione la sopra citata seconda stampa del 1673 bolognese del Ricaldini e soprattutto l' ambigua critica aprosiana avverso lo Scultore cui dette dell'inurbano, all'epoca e fra i dotti accusa di non poco rilievo: accusa però formulata con giusta affettazione senza citarlo apertamente o meglio per via del semplice cognome, che sembra originato da un cognome di mestiere (una menzione solo per addetti ai lavori, ancora più ambigua per un cognome che senza nome poteva suonare indecifrabile o comunque mal intendibile: "Scultore = Incisore" o magari "Compositore" se non "Proto"): non a caso Aprosio, uso citar proprio tutti, non lo fece elencare nè tra i Fautori dell'Aprosiana nè soprattutto, emblematicamente, entro l' Indice posto in fine del repertorio bibliografico del 1673 dove a rigor di logica Scultore Adriano (che comunque è citato, come detto, col solo cognome a p. 202 della stessa opera) avrebbe dovuto essere elencato in successione alfabetica a pagina 725 (cosa per nulla fatta e tantomeno rimediata nell'Errata Corrige nel luogo evidentemente deputato ad una emendazione d'errore testuale o di carenza documentaria).
P - Biblioteca Aprosiana edita (per esteso: La Biblioteca Aprosiana. Passatempo autunnale di Cornelio Aspasio Antivigilmi, tra i Vagabondi di Tabbia detto l’Aggirato, Conte Palatino...
, Bologna, per li Manolessi, 1673).
Q - La Visiera Alzata. Ecatoste di scrittori che vaghi d’andar in maschera fuor del tempo di Carnevale sono scoperti da Gio. Petro Giacomo Villani senese, accademico Umorista, Infecondo e Geniale...Passatempo canicolare, in Parma, per gli eredi del Vigna, 1689. [Segue:Pentecoste di altri scrittori che andando in maschera fuor del tempo del Carnevale sono scoperti da Gio. Giacomo Villani senese, Accademico Ansioso e Infecondo...(Continuazione della Visiera Alzata)]
Biblioteca Aprosiana inedita [D.Puncuh (a cura di), I manoscritti della raccolta Durazzo, Genova, Sagep, 1979: si evidenzia come, assieme a questo autografo aprosiano, nella raccolta genovese fluirono, tramite regolare acquisto a fine ‘700/primi ‘800 diversi altri manoscritti dell’Aprosiana].
A - Della biblioteca aprosiana, parte II, lettere D-G, Copia autografa dell’Aprosio completata entro il 1674 come si evince da p.638.
B - Della biblioteca aprosiana, parte II, lettere D-G, Autografo aprosiano destinato alla stampa. E’ meno completo del precedente ma ha in più da p.341 la Threnodia...in obitu Iohannis Nicolai Cavana.
C - Della biblioteca aprosiana, parte III, lettere H-K. Autografo aprosiano datato come risulta da p.1 “A dì 22 febraro 1674”.
D - Della biblioteca aprosiana, parte IV, lettere L-M> Autografo aprosiano dedicato al Sig. Lorenzo Legati (erudito di Piacenza ed intimo dell’Aprosio oltre che del bolognese Ovidio Montalbani, Accademico Gelato e studioso di scienze naturali -tra i massimi corrispondenti dell’Aprosio- di cui alla biblioteca intemelia si conserva in pratica tutta la produzione).
L’indagine sarebbe certo complessa se non impossibile ma, tenendo conto dell’abitudine aprosiana di nulla sprecare ed al meglio possibile utilizzare sarcine di opere impubblicabili all’interno di lavori sicuri di stampa, v’è da credere (come suggeriscono vari segnali: per esempio parti della Maschera Scoperta innestate nello Scudo di Rinaldo I) che brani d’opere ritenute perse siano stati inseriti, come digressioni anche vaste, entro lavori diversi:
A - Le Ore Pomeridiane
. Dissertazioni di Poetica, Critica e Filologia.
B - I Diporti Villerecci di Oldauro Scippio. Annotazioni alle Favole Boscherecce di Pietro Michiele.
C - Gli Ozi estivi. Annotazioni al poema del Giudizio Estremo di Toldo Costantini
D - Lezioni Sacre sopra Giona
E - Discorsi vari per le principali feste della SS.Vergine.
F - La Poliantea Italiana.
G - Le Antichità di Ventimiglia
H - Traduzione de Les Tableaux de la Penitence
I - Della vocazione dello stato ecclesiastico
LA BELLEZZE DELLA BELISA ABBOZZATE DA OLDAURO SCIOPPIO, OCCASIONE DELLO SCRIVERE AL SIG. DOTTOR PLACIDO REINA, CONTE, PALATINO, & ACCADEMICO DELLA FUCINA, NELLA REGIA CITTA' DI MESSINA
Ci eravamo portati il Settembre passato 1662. per non vivere in tutto otiosi il dottor Paolo Agostino Aprosio, Scipio Glareano, Nicolò Paragesio, Paolo Genari da Scio, Aliprando Geosi, Alcippo Garnesio, Agesilao Poncido, Carlo Opodivisio, Clodoveo Osarpio, Apronio Glacesio, & io nell'APROSIANA, la quale picciola da principio, à guisa della Fama, mercè alla cortesia de' buoni amici, e de' padroni del P. Aprosio,
Vigor prende col moto, e più scorrendo; più forze acquista:
E ben lo mostrano molti Codici segnato co' nomi di Monsignor Leone Allacci, essendo in questa la maggior parte delle di lui opere, fatiche tutte sudate per l'Eternità Del Signor Giovanni Vintimiglia, da cui riconosce le stravaganze liriche, le poesie, ed altri dottissimi componimenti lavorati in cotesta illustrissima FUCINA, ne' quali d'hà vastissimo campo d'ammirare i rari talenti de' Signori Antonio di Messina, P. Agostino Odonati, D. Alessandro Staita, D. Alessandro Lombezzi, Dottor Bernardo Raia, Dottor Antonio Ferrara, D. Carlo Gregori, Cav. Fra D. Carlo Masarra, Daniele Spinola, Detio di mario, Dottor Francesco Cumbo, Dottor Francesco Gueli, Francesco Mugnoz, Dottor D. Francesco Ruba, D. Gio. Arces, Dottor Gio: Montaldo, Gio di Natale, D. Gio: di Vintimiglia, D. Gio: battista Romano, e Colonna, P. Giuseppe Vistarchi, P. Giuseppe Maria Mazzara, Dottor D. Giuseppe d'Ambrosio, Marc'Antonio Ferrari, Dottor Nicolò Lipsò, Pompeo Barna, Cavalier Salvago, Scipione Herrico, Cav. Fra. D. Tomaso Gregori, Vincenzo Montano, & altri, che per brevità si tralasciano. Del M. R. Sig. Gio Battista Vachero, Priore di S. Michele in Sospello, Città Ducale, già soggetta a' Signori Conti di Vintimiglia, & ora sottoposta alla R. A. di Savoia, e patria del P. Theofilo Rainaudo Giesuita, (il quale con tante opere, come V. S. havrà senza dubbio veduto, illustrò la Repubblica letteraria, il quale non havendo ritrovato il novissimo Bollario stampato pochi anni sono in Lione, e le decisioni della S. Romana Ruota, s'offerì di mandare, come fece, subitamente il primo, e col tempo ancora le seconde. Et perche Omne promissum de iure debitum est. Ne havendo qui luogo. Multa promittuntut causa necessitatis, quae aliàs non promitterentur. Si spera dalla di lui cortesia vederlo quanto prima mandato ad effetto). Di V. S., che s'è compiaciuta adornarla della prima parte delle sue, non meno eruditissime, che ben fondate Notitie Historiche della gloriosissima Città di Messina, e del Sig. D. ANTONIO MUSCETTOLA, per tralasciar tutti gli altri, il quale non soddisfatto d'haver mandato le sue vivacissime POESIE, stampate prima in Napoli, e poscia accresciute ristampate in Venetia; l'Opere Poetiche d'Onofrio d'Andrea, le poesie del Cav. F. Gio: Battista Theodoro, li Caratteri d'Eroi del Dottor Biagio Cusano, le Memorie historiche dell'apparitione delle Croci prodigiose, compendiate dal Presidente D. Carlo Calà Duca di Diano, marchese di Ramonte, novellamente haveva mandata l'Encomiastica vita di S. Mauro Martire, Tutelare di Novello nella Puglia, scritta da D. Francesco Villareale Dottor delle Leggi, compositor d'Elogij, la settima, & ottava centuria delle Stille Castalie, di Giuseppe Domenichi. Et un discorso di Partenio Tosco delle preminenze della favella di Napoli sopra la Toscana. Questi tre ultimi era stati destinati per nostro trattenimento, e di già havevamo dato alla lettura di quelli cominciamento; quando il Padre dal portinaio avvisato d'essere aspettato alla porta del Monastero, al ritorno comparì con un libro intitolato Antiperipatia. Hoc est adversus Aristoteleos de Repiratione piscium Diatriba. De piscibus in sicco viventibus. Commentarius in Theophrasti Eresij libellum huius argumenti Phoca illustratus, scilicet Anatome spectatus, & Philosophico Criterio examinatus. De Radio Turturis Marini, eviusque vi, Medicina, Veneno, Marci Aurelij Severini Thurij Cratigena Tharsiensis in Regio Gymnasio Neapolitano Anatomes, & Chirurgia PP: Viri omnigena eruditione admirandi. Opuscula diu expectata numquam visa. A lui molto caro, per esser d'amico, e mandato dal medesimo Sig. Muscettola. Hebbe col libro due fascetti di lettere, uno di Napoli, & un' di Danimarca. In quello erano lettere de' Signori D. Giuseppe de medici Prencipe d'Ottaviano, D. Francisco Vintimiglia, e Guerra, e di V. S.. E nell'altro alcuni opuscoletti del Signor Tomaso Bartolino Archiatro Regio, e due Epigrammi in lode del P. APROSIO i quali mi giova di registrare, accioché non se ne perda la memoria, se bene è cosa facile, che stampati in quelle parti nelle carte de' proprij Autori, siano anche pe passare di bel nuovo in Italia ed all'altrui curiosità vengano manifestati.
De reverendissimo Viro
P. Angelico Aprosio Vintimiglia
Opus novum varij argumenti edente
EPIGRAMMA
magnus gentis honos, Duvumque hominumque, voluptas
ANGELICO doctus saepius ore loqui,
Per varias se fundit opes seque Orbis honori
Asserit, & patriam laude rependit Oram
Seu gravis ad populum seu dictat verba disertus,
Seu caalamo doctos versat in Orbe viros,
Seu sanctis FRATRUM Conventus moribus ornat
Aut patriam patria religione domum,
Seu late sparsos votiva congerit aede,
Splendida quot habet BIBLIOTECA libros,
Seu sibi fecundae Naturae ed isserit artes
Ingenijque hic, & ubique decus VINTIMIGLIA fulgens
Maior his denis millibus unus erit
Thomas Bartholinus. D. Ser. Reg. Dan. & Norv. &c. in Acad. Hafn. Profess. Honorarius, & facult. Med. Decanus perpetuus. Venerando Plurimum, & amplissimo viro Angelico Aprosio de Vvintimiglia.
[.......................................]
Il Sig. Muscettola, ch'è il primo genito della cortesia, & il prototipo della generosità, non si obblica al numero di pochi libri, promettendo di mandarne quanti di belle lettere saranno per far gemere i torchi delle Stampe Napoletane, havendo di vantaggio inviato per furiere un Msc. della sua BELISA. Posti da parte tutti gli altri libri, ci volgemmo ad essa, e non fù alcuno di noi, che non si mostrasse voglioso d'esser il primo della lettione di essa. E perche ciò non potea seguire, senza, che alcuno della compagnia ricevesse disgusto, il P. Aprosio per rimediare à gli inconvenienti, e per fare, che tutti rimanessero sodisfatti, pregò il Signor Dottor Paolo Agostino Aprosio, come più giovine, à voler leggerla in voce alta, acciochè da tutti nel medesimo fusse sentita. Egli, che è cortese quanto conviene à letterato suo pari, e si prese à favore quello, che altri havrebbe stimato briga, ringratiato il Padre, e presa nelle mani la Tragedia, alla lettura di quella, molto manierosamente diede principio. Non furono tanti i periodi, quanti gli applausi à ciascheduno di essi. Dalle diciotto fino alle ventiquattro durò il nostro virtuoso Simposio, ne ci parvero così veloci le hore nel corso, quanto in quel gioro. Eravamo in procinto di prender licenza, quando il P.[adre Aprosio] hèbbe a dire. O se dopo tante maraviglie, ci fosse alcuno che di BELISA le BELLEZZE delinear volesse? certamente, che se io fussi più giovane, ed havessi in contanti l'eruditioni, che hanno loro Signori, o quanto di buon'animo all'impresa m'accingerei? Ma gli anni non mel promettono, e mi dispiace. Non fu di noi, chi non s'offerisse, essendo schiavi alla gentilezza del Sig. D. Antonio [Muscettola], che se bene non habbiamo con lui familiarità le voci del P. Angelico, e la lettura di venticinque, e più lettere di quello scritte al medesimo, e che si conservano nell'Aprosiana, ce ne dann bastantissima conoscenza. Ma disse il P. non esser necessario, che tutti à tale impresa s'accingessero, essendo bastevole un solo. Ma qui era per succedere qualche disturbo, se il P. prevedendolo, non ci avesse applicato opportuno rimedio, con dire: Signori, & Amici, ben conosco quanto ciascuno di voi sia desideros di farmi gratie: ma per hora mi basteranno quelle d'un solo. Non credano però, ch'io sia per iscegliere più l'uno che l'altro; rimettiamolo alla fortuna, e questa faccia l'eletione. No ci fu chi non lo giudicasse ben fatto, e così fatti scrivere i nomi, di ciaschuno, e porgli in un'urna, havendo il Sign. Paolo Agostino condotto seco un suo figlilino di nome Roberto, il quale negli anni tenerelli mostrandosi spiritoso, dà sicuro presagio d'haver col nome hereditati i talenti dell'Avolo, che mentre visse fu l' oracolo dele Ligustiche spiaggie. Questi poste le deboli dita nell'urna, cavò fuori una bulletta, e la porse al P. Angelico, il quale apertala, e fattala vedere a tutti, leggevasi in essa OLDAURO SCIOPPIO. Gli esclusi non poterono non dolersi della lor cattiva sorte, e specialmente il Dottor Paolo Agostino; E veramente si portò male contro di lui, e dimostrossi cieca, perche essendo egli trà gli altri il più erudito, & io il più digiuno nelle eruditioni, venni ad essere à quello inanzi posto; Non però volle lasciare d'adornare in parte questa Sparta, conciosiacosa che havendo da quella lettura osservati alcuni passi, a' proprij luoghi sotto le lettere P.A. m'è parso cosa ben fatta il collocarli. Fu facile à lui, mà non così aà me, posciache havendo pochissima prattica negli scrittori,& essendo dotato d'un'humor malinconico, il quale malamente s'induce à dir cosa, che non habbia veduta ne' fonti, come si può vedere dalle citationi de' libri, de' versi, e dele pagine di quelli, è cosa, che non può farsi senza fatica, e che richiede più tempo di quello, ch'altri s'imagina, e tanto più, che portandosi da me molte autorità di Poeti Italiani, che non s'hanno da repertori, senza legger gli Autori, chi non è Angelo non può saperle. S'aggiugne, che bisognando caminare per congietture, sarà un miracolo non si faccia dire all'Autore, sopra il quale si scrive, delle cose non mai sognate. Che perciò Monsignor Fiamma adduce tra le cagioni d'haver egli medesimo esposte le sue Rime, questa. E stato il vedere, che i Commentatori de' Poeti vanno con tanta difficoltà indovinando la mente degli Autori che molte fiate fanno lor dire cose, ch'eglino, non pensarono già mai. Egli è difficile, che non avvenga ciò al Sig. D. Antonio [Muscettola] in queste mie sciapite sservationi. A lui toccherà l'esserne giudice, & à V. S. di correggermi degli errori, ne' quali senza avvertire io fussi inciampato.