cultura barocca
INF. DURANTE LEGGI QUI LA LETTERA SENZA INTERVENTI CRITICO-DOCUMENTARI

La crescente fama internazionale di Aprosio è attestata anche in questo LETTERA AUTOGRAFA DEL 1646 del MAZZARINO (che sempre ammirò ed esaltò "il Ventimiglia" anche presso Luigi XIV). Siffatta epistola fu scritta dal potentissimo Cardinale onde ringraziare l'agostiniano per avergli inviata una sua nuova opera dopo esser già stato prodigo di donativi di libri quando a Venezia ove era l'Aprosio, su suo ordine , si era recato il coltissimo "NAUDEO" (NAUDE') vedi qui riga VIII dal basso di pag. 245 allo scopo di acquisire dati biblioteconomici dal frate ventimigliese già celebre come bibliofilo e se possibile consultarne i libri da lui raccolti, seppur non sistemati nelle scansie di vari scaffali ma custoditì entro molte casse, allo scopo del potenziamento della "BIBLIOTECA MAZZARINA"(qui in una vecchia fotografia). Dopo la morte del MAZZARINO nel 1661 la stima del Cardinale come pure dei dotti francesi venne ribadita al bibliotecario intemelio entro questa altra LETTERA AL "VENTIMIGLIA" DEL POTENTISSIMO JEAN BAPTISTE COLBERT: l' autografo del Cardinale si trova ora assai ben custodito nel "fondo Aprosio" presso la Biblioteca Universitaria di Genova [entro
l'enorme e preziosissimo epistolario dei corrispondenti aprosiani fatto trasportare con altri libri e manoscritti da Napoleone Bonaparte, ormai padrone della Liguria, a Genova (operazione Semino/Semini) nell'ipotesi di una realizzanda Biblioteca Centrale Ligure: scelta che arrecò danni di materiale portato via da Ventimiglia anche se, pur perdendo documenti preziosi, la Biblioteca non fu completamente depauperata, sopravvivendovi anzi la maggior parte dei libri attesa l'interruzione definitiva dell'operazione per i ben più impellenti problemi guerreschi che l'Imperatore dovette affrontare anche se in dipendenza dell'operazione napoleonica la "Libraria aprosiana" non più gestita dagli Agostiniani ma laicizzata ed affidata alla gestione della filofrancese e rivoluzionaria (come tutta la ex Repubblica di Genova) comunità intemelia come qui si legge in una ormai misconosciuta opera di Giacomo Navone fu abbandonata ad un non lento degrado e purtroppo soggetta ad altre spoliazioni sia "lecite" tramite regolare acquisto da parte di privati sia per furto perpetrato da anonimi ladri verosimilmente incaricati da altrettanto anonimi antiquari] non denota alcun approccio dell'Aprosio all'importante personaggio se non per ragioni culturali:
Nella lettera si legge (in nero e corsivo lo scritto del Mazzrino, in rosso e tondo le integrazioni critiche):
"Molto Reverendo Padre
Io viddi l'opere di Vostra paternità
[ammirato come detto dalla fama crescente della "Libreria di Aprosio" ma anche delle sua rinomanza quale erudito, sembra che Mazzarino alluda al dono di
opere già pubblicate da Aprosio e non alle opere di altri contemplate dal Naudeus nella "libraria" del ventimigliese ancora custodita a Venezia (p. 246 - 247) = in effetti i libri non eran disposti in scansie ma dati gli spostamenti aprosiani e l'assenza di una sede idonea stavano in casse (pag.245 riga II dal basso): evidentemente dovevano esservi anche le assai meno numerose casse contenenti reperti archeologici raccolti da Aprosio e piuttosto noti fra gli eruditi, ma non rientranti nelle ricerche dell'emissario del Mazarino = probabilmente il materiale antiquario e numismatico fu asportato già ai tempi della battaglia del Convento di S. Agostino nel 1748 tra francesi e austriaci perchè il Museo Aprosiano più che una "Libraria" era una "Wunderkammer" ove stavano come si evince dal Breve papale del 1653 oggetti d'arte di varia tipologia quali "Libri, quinterni, fogli, sia a stampa sia manoscritti, pitture, immagini, monete, sculture, quadri..." = cosa che assimila alle precauzioni in merito ai furti di vario materiale a scapito della Biblioteca di San Martino degli agostiniani eremitani di Segni come da Breve del 24 settembre 1658 emesso da Alessandro VII : in questo caso oltre che al furto di libri e manoscritti si parla anche di quello di quadri e d'anticaglie quasi al modo che risulta nel "breve aprosiano" (con l'indicazione di libri, manoscritti, monete, toreumata cioè bassorilievi, opere d'arte, vasi cesellati, anche d'oro o d'argento"). Verisimilmente si trattava delle stesse casse con cui, tornando in patria Angelico anche su suggerimento e spese di Giuliano Spinola, vennero trasportate fino a Rapallo quando "il Ventimiglia" non aveva ancora chiara l'idea di dove sistemare la propria raccolta libresca decisione che alla fine prese fece ascoltando B. Bonifacio che gli rammentò l'espressione Nusquam bene nisi in patria inducendolo ad optare per una organizzazione della sua "Libraria" nella natia Ventimiglia rigettando altre proposte fattegli] che portò il Naudeo [in missione in campo biblioteconomico su incarico del potente Cardinale a visionare anche la Biblioteca di Aprosio, allora a Venezia, sentendone i consigli per la realizzazione di quella BIBLIOTECA MAZARINIANA di cui sarebbe stato Bibliotecario (p. 245, XIV riga dal basso) e poi ascritto dal frate agostiniano tornato in patria tra i Fautori (p. XXXVI, terzo nome dall'alto) della Libraria una volta eretta a Ventimiglia] et hora ricevo con maggior gusto quella che mi ha di nuovo inviata [qui certamente il Cardinale allude allo Scudo di Rinaldo stampato a Venezia dallo Hertz nel 1646], perché stimo ugualmente il suo ingegno e la sua cortesia verso di me. Havranno tutte il luogo, ch'è loro dovuto nella mia libraria, come Vostra Signoria lo haverà sempre nel mio affetto, ch'io le offerisco prontissimo in ogni sua occorrenza, e le auguro ogni prosperità.
Di Parigi, li 20 di Giugno 1646.
Di Vostra Paternità
Affettuosissimo per servirla
il Cardinale Mazzarini
".



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