cultura barocca
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Onde concludere quanto scritto in merito alle antichissime origini dell'antifemminismo con la contestuale condanna delle teatranti si può qui rammentare come probabilmente contro le donne dello spettacolo le parole più feroci però nel '700 le abbia scritte nella sua Satira IV il poeta e patrizio fiorentino Lodovico Adimari quando scrisse "Vuol d'ogni seno a suo piacer la chiave/ La cantatrice aver che per nequizia/ Si fa lecito il tutto, e nulla pave./ Maestra in sommo grado è di malizia,/ Empia scuola di frode e di bugia,/ Sozza cloaca, e vile impidicizia./ Ne creder dei che maldicente io sia,/ Che l'assunto dal ver non s'allontana/ E la logica il prova a voglia mia./ Comincia il sillogismo in forma piana,/ Pudica esser non può Donna vagante,/ La cantatrice è tal, dunque è puttana". Il tutto probabilmente enfatizzato dal fatto che la sua misoginia sia stata ingigantita per un tormentato rapporto coniugale per cui non ebbe remore a scrivere di usare anche la violenza contro le donne e soprattutto le mogli irrispettose degli ordini ricevuti dagli uomini e/o mariti sin al segno che dalla sfinita moglie fu accusato -con susseguente suo arresto- di violenza domestica e addirittura d'aver tentato di ucciderla giudicandola rea di avere un amante. A chiusa di queste considerazioni su antifemminismo e biasimi per le teatranti giova in particolare rammentare chi prese le parti delle donne in generale e nello specifico di attrici, cantanti, ballerine ecc. vale a dire l'ex regina di Svezia Maria Cristina che a Roma nel teatro di Tordinona riuscì a far esibire le donne teatranti apertamente sfidando in seguito l'avversione di Papa Innocenzo XI al punto di definirlo pubblicamente un "minchione" sì da attirarsi però il suo odio

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