NELL'IMMAGINE SI VEDE IL FRONTESPIZIO DELL'EDIZIONE GIUNTINA CHE RACCHIUDE IL MONUMENTALE TESTO DEL DE MALEFICIIS DEL GIURECONSULTO ARETINO ANGELO GAMBIGLIONI: LE CUI CONSIDERAZIONI, COMPRESE QUELLE SULLE TORTURE INQUISITORIALI DI CUI SI DA' QUI LA RIPRODUZIONE DI UNA NOTAZIONE INTEGRATIVA, EBBERO ENORME CREDITO IN CAMPO DEL DIRITTO LAICO E DELL'INQUISIZIONE ECCLESIASTICA ATTRAVERSO I SECOLI XVI E XVII
FORMA CONSTITUENDI REOS CRIMINIS AD TORTURAE LOCUM Vedi qui sotto Die 5 Maij 1587. Constitutus personaliter coram Magnifico et Excellent. D. N. Illust. et Reverendiss. D. Gubernatoris Civitatis Urbisveteris Locumtenente generali, meque Notario etc, Titius, quondam Sempronii, de quo supra, ut principalis in se, et testis in alios qui, delato eidem iuramento, de veritate dicenda, prout iuravit manu tactis scripturis etc., ad opportunas Dictorum interrogationes dixit et respondit, prout infra videlicet.
(stralcio da FLAMINII CHARTARII IURECONSULTI Urbevetani, Theoricae et Praxis interrogandorum reorum libri quatuor, latrunculatoribus omnibus non minus iucundi, quam necessarii; editio postrema, Venetiis, apud Ioannem Zenarium, 1600, pp. 240 - 248: l'edizione denota considerevoli rapporti coi contenuti del più antico testo del celeberrimo giurista aretino GAMBIGLIONI).
[ Vedi qui nota documentaria = Flaminio Cartari illustre criminalista che ricoprì anche la carica di "Auditore Criminale in Genova" fu padre del celebre giurista e politico Giulio Cartari a sua volta genitore di Carlo Cartari avvocato e criminalista ma anche archivista di Castel S. Angelo e bibliotecario dell'"Altierana a Roma" che fu amico e corrispondente di Angelico Aprosio e che fu "Fautore dell'Aprosiana, sì da esser gratificato dal frate di Ventimiglia di questa lunga citazione nella sua Biblioteca Aprosiana (tutti i link segnalati nel testo dalla linea rossa sono attivi)]
***********REGISTRAZIONE NOTARILE DI CINQUECENTESCO PROCEDIMENTO INQUISTORIALE ASSOCIATO AD APPLICAZIONE DI TORTURA***********
= in latino il testo delle interrogazioni; in italiano le risposte degli inquisiti : esaminati e quindi torturati per conseguire la Confessione essenza di ogni conclusione processuole e attestato di colpevolezza secondo i dettami del
DIRITTO INTERMEDIO.
Come era d'uso all'epoca le parole dei giudici risultano trascritte dai notai presenti alle varie fasi dell'interrogatorio in latino mentre le risposte degli esaminati son registrate nella loro "genuinità" con tutte le espressioni del dolore che potevano urlare = per approfondire l'indagine si può altresì leggere questo straordinario saggio volto a registrare le distinte modalità di tortura sempre sulla scia dell'opera di F. Cartari e principalmente centrato sulle tre forme principali di tortura in uso in Italia dell'acqua, della fune o delle trazioni e del cavalletto = pur essendo varie e numerose altre orribili tipologie di tortura qui proposte a titolo documentario assai diffusa e panitaliana era quella che variamente procedeva
dalla
Suspensio ai Tratti di Corda sin alla Culla di Giuda (vedi).
Per completare nel limite del fattibile consulta poi qui la
TORTURA (QUAESTIO) APPLICATA IN OGNI SORTA DI PROCEDIMENTO PER DELITTI ORDINARI QUANTO PER DELITTI STRAORDINARI (PRETERNATURALI: STREGHE, MAGHI, UNTORI ECC.)
accedendo alla digitalizzazione di uno dei testi fondamentali dell'epoca di Aprosio
vale a dire le "Risoluzioni Criminali" di Antonio Concioli di cui qui si propongono da testo originale gli Indizi che comportavano l'applicazione della Tortura (XVII Risoluzionida p. 374, col.I) e quindi la digitalizzazioni delle XX Risoluzioni che comportavano le forme di Tortura (da p. 674, col.I)
Et primo interrogatus, si cogitaverit et adhuc se disposuerit et deliberaverit melius dicere veritatem, quam hactenus dixerit super his, de quibus iam fuit interrogatus in praecedentibus eius examinibus et constitutis. Respondit: "Io ci ho pensato e son disposto e resoluto dire la verità, come ho fatto per il passato ne gl'altri miei esamini, nelli quali ho detto la verità e non posso dire altro".
Interrogatus, quo modo adhuc velit in eius pertinacia persistere, et audeat dicere veritatem dixisse, cum non semel, sed pluries in mendacio repertus fuerit, et non levia contra ipsum urgeant indicia, et propterea recedat ab eius pertinacia, et ingenue veritatem fateatur super his, de quibus fuit hactenus interrogatus. Respondit: "Signori, ho già detto la verità e vi dico liberamente che non posso dir altro che quello che ho detto".
Interrogatus et monitus, ut se disponat ad dicendum veritatem, quam modo aliquo negare non potest tot urgentibus contra ipsum indiciis, et ideo dicat ingenue quomodo successerit casus mortis quondam Sempronii. Repondit: "Io non so altrimenti come il caso della morte di Sempronio sia passato, perché io non mi ci son trovato".
Interrogatus, an saltem dici audiverit, quomodo et qualiter successit casus mortis dicti quondam Sempronii, et dicat a quo, seu a quibus, quo tempore et in quo loco. Respondit: "Io non ho manco inteso dire come sia successo il caso della morte di Sempronio".
Interrogatus, quomodo ergo scivit et notitiam habuit dictum Sempronium fuisse interfectum. Respondit: "Io v'ho già detto, Signore, ch'io seppi la morte di detto Sempronio perché mi fu detto da Lucio di Titio, come ho detto nell'altro mio esamine".
Interrogatus et monitus, ut dicat veritatem an aliter etiam et quomodo et qualiter scivit et notitiam habuit dictum Sempronium fuisse interfectum, bene cogitans, quod Curia est de omnibus bene informata. Respondit: "Io in verità, Signore, non ho saputo la morte di Sempronio, se non come ho già detto a V.S. e, se l'avessi saputo altrimenti, io lo direi liberamente, perché a me non importa cosa alcuna".
Interrogatus, quamdiu est quod ipse Constitutus fuit in villa Pontiani. Respondit: "Io ci fui in detta villa li 25 del mese passato, cho l'ho pur detto a V.S. altre volte".
Interrogatus, an solus vel associatus se contulerit dicto tempore ad dictam villam. Respondit: "Io ce andai accompagnato et non ce andai altrimenti solo".
Interrogatus, ut exprimat illorum nomina, cognomina et patriam, qui cum ipso accesserunt dicto tempore ad dictam villam Pontiani. Respondit: "Vi vennero meco in quel tempo N., N., N. alla detta villa".
Interrogatus, ut dicat veritatem, an ultra praedictos aliquis alius se contulerit ad dictam villam cum ipso Constituto dicto tempore. Respondit: "Per dire in vero a V.S., N. ancora ci venne con esso me et li sopra nominati alla detta villa".
Interrogatus, si etiam dictus N. se contulit cum ipso Constituto et aliis praenominatis suis sociis ad dictam villam et dicat quare supra et in aliis eius constitutis solum dixisse de N., N., N., Respondit: "Io non ho detto prima di N., ma solo di N., N., N. perché non me ne ricordavo".
Et dicente Domino, quod hoc nullo modo verisimile est, quia cum recordatus fuerit, quod dicti N., N., N. se contulerunt cum ipso Constituto ad villam, ita etiam verisimile est, quod memoria teneret, quod ipsum etiam associavit ad locum N., cum praesertim attenta qualitate dicti N. et aliorum praedictorum nulla possit assignari rationabilis causa, quare magis recordatus fuerit dictorum N., N., N. quam dicti N.; fateatur igitur veritatem, quare pro eius sociis ad dictum locum propalavit dolum dictos N., N., N. et non dictum N. Respondit: "Io non so che dir altro, se non che non me ne ricordavo, che hora m'è sovvenuto di detto N.".
Interrogatus, quomodo ad eius memoriam reduxerit, quod etiam dictus N. fuit in eius societate, quando cum aliis praedictis se contulit dicto tempore ad villam. Respondit: "Mi è sovvenuto di detto N. dopo che V.S. nell'ultimo esamine mi fece molta instanza di sapere chi era venuto meco in quel tempo alla detta villa: ci ho pensato sopra e così m'è sovvenuto anco detto N.".
Interrogatus, an dictus N. unquam aliis vicibus se contulit cum dicto Constituto ad villam praedictam. Respondit: "Signor no, che detto N. mai ci è venuto più con esso me alla detta villa".
Interrogatus, an armati vel inermes se contulerint, ipse Constitutus et praedicti eius socii dicto tempore ad dictam villam. Respondit: "Eravamo armati tutti noi, quando in detto tempo andammo alla detta villa".
Interrogatus, ut exprimat quoque libet armorum genere essent armati, quando se contulerunt ad dictam villam. Respondit: "Havevamo tutti un archibugio a ruota di giusta mesura per uno e non altr'arme".
Interrogatus, ut dicat veritatem, unde habuerunt dicta arma ipse Constitutus tum alii praedicti eius socii. Respondit: "Li detti archibugi erano nostri e ognuno di noi ne pigliò il suo di casa sua".
Interrogatus, quare ita armati se contulerunt ad dictam villam dicto tempore. Respondit: "Noi siamo soldati e siamo soliti portar l'arme e particolarmente l'archibugi, quando andiamo fuori della città, massime in questi tempi, che per tutto praticano banditi".
Interrogatus, quare ita insimul se contulerunt dicto tempore ad dictam villam. Respondit: "Noi, come io ho detto altre volte a V.S., andammo a spasso, come era nostro solito d'andarci".
Et dicente Domino, quod dictus N. numquam amplius se contulerat cum ipso Constituto ad dictam villam, ut supra dixit, ideo dicat veritatem, quare dictus N. ita dicto tempore associavit ipsum Constitutum ad dictum locum. Respondit: "Venne anco detto N. a spasso con esso noi".
Interrogatus, quomodo et qualiter ita insimul se coadunaverint. Respondit: "Io ho già detto a V.S. altre volte che ci ragunammo in casa mia, dove vennero li detti N., N., N., N. per andare insieme a spasso alla detta villa".
Interrogatus, an ergo datus fuerat aliquis ordo, se insimul coadunandi, quo tempore e in quo loco. Respondit: "La sera inanzi havevamo ragionato insieme di volere andare a spasso alla detta villa e restammo d'accordo che venissero a casa mia, che è più vicina alla porta e de lì ce ne saremmo andati in detto luogo".
Interrogatus, an ita pluries se coadunaverint ipse Constitutus et alii praedicti, quot vicibus, in quo seu quibus locis, et qua occasione. Respondit: "Signor no, che non siamo stati così insieme altre volte in casa mia come questa volta".
Interrogatus, quando aliis vicibus insimul se contulerunt ipse Constitutus et praedicti N., N., N., prout insimul se contulisse ad dictam villam ut supra dixit, dicat an insimul se ita coadunaverint in domo ipsius Constituti. Respondit: "Signor no, che non ci siamo ragunati in casa mia l'altre volte che siamo andati a spasso insieme alla detta villa, che siamo andati ogn'uno alla porta, dove ci siamo incontrati".
Interrogatus, quare ergo dicta vice simul se coadunaverunt in domo ipsius Constituti, antequam se contulerint ad dictam villam. Respondit: "Che so io perché ci siamo così ragunati in casa mia prima che andassimo alla detta villa? Mi venne detto così a loro la sera innanzi, che venissero a casa mia, che saremmo andati insieme alla detta villa e così ci vennero".
Interrogatus, per quantum temporis spatium ita simul steterint in domo ipsius Constituti prius quam se contulerint ad dictam villam. Respondit: "Ci potemmo stare circa un quarto d'hora, quanto facemmo collatione, già che costoro si trovavano in casa, se bene era a bon'hora, dovendo andare così fuori a piedi".
Interrogatus et monitus ut dicat veritatem, quos sermones vere habuerunt ipse Constitutus et alii praedicti in dicto eius domo per dictum tempus. Respondit: "Noi in vero non ragionammo di cosa alcuna, come altre volte ho detto; facemmo collatione e ciarlavamo così fra noi, come si fa tra li compagni".
Interrogatus et adhuc monitus, ut recedat a mendaciis et fateatur ingenuus veritatem et dicat, an aliquos habuerint sermones de dicto Sempronio, et ita illos pro veritate recenseat. Respondit: "La verità è questa: che tra noi non fu altrimenti ragionato di detto Sempronio in conto alcuno".
Et ei dicto, quomodo adhuc velit persistere in huiusmodi mendacio, cum non desint testes contrarium deponentes, et qui iam in eius faciem contrarium desposuerunt, ideo dicat veritatem de dictis sermonibus de dicto Sempronio habitis, et an etiam ita insimul locuti tractaverint de male eum tractando, et quomodo et qualiter intendebant illum male tractare. Respondit: "Signor no, che noi non havemmo tal ragionamento di detto Sempronio e questo non si troverà mai con verità".
Interrogatus, an saltem cum aliis ipse Constitutus locutus fuerit, de male tractando dictum Sempronium, et cum quo seu quibus, quo tempore et in quo loco. Respondit: "Né meno con alcun altro ho havuto simil ragionamento di trattar male detto Sempronio, e cerchi pur V.S. quanto vuole, che per la verità non lo troverà mai".
Interrogatus, si eo die secuti casus mortis dicti Sempronii obviam habuit dictum Sempronium, et dicat in quo loco et qua ora. Respondit: "Io lo vidi su alla detta villa di Pontiano, dopo che io e li miei compagni ci andammo in quel giorno, e lo vidi nella villa proprio che poteva essere su l'hora di vespero".
Interrogatus, si cum dicto Sempronio locutus fuit et quibus praesentibus dicto tempore. Respondit: "Signor no, che io non gli parlai altrimenti, che non havevo occasione di dirgli cosa alcuna".
Interrogatus, quid fecit et ad quem locum se contulit dictus Sempronius, postquam ita illum vidit in dicto loco et dicta hora. Respondit: "Io non so quel che detto Sempronio se facesse, né dove egli s'andasse dopo che io lo vidi, come ho detto di sopra".
Interrogatus, an saltem aliquis ex dicti eius sociis sciat et notitiam habeat, quo iverit dictus Sempronius postquam illum vidit, ut supra. Respondit: "Io non so, Signore, se alcuno delli miei compagni sapesse dove s'andasse detto Sempronio dopo che noi lo vedemmo, come ho detto di sopra, che tutti eravamo insieme in quel tempo e non si ragionò di lui, né in quel tempo né dopo".
Interrogatus, quid ipse Constitutus et dicti eius socii fecerint et an ex dicta villa discesserint et quo iverint, postquam viderunt dictum Sempronium, dicta hora et in dicto loco. Respondit: "Non facemmo cosa alcuna et ne stemmo lì per la villa a spasso, di dove quel giorno non uscimmo altrimenti".
Interrogatus et monitus, quod bene advertat ne implicet se in mendaciis et bene cogitet quod Curia est de omnibus bene informata, et ideo dicat quo iverint dictus Constitutus et dicti eius socii postquam viderunt dicto Sempronio, dicta hora et in dicto loco. Respondit: "Ho detto già a Vostra Signoria e gli replico che noi non ci partimmo altrimenti dalla detta villa, per la quale noi istemmo quello giorno così a spasso, senza che mai ci partissemo et andassimo in altro luogo".
Interrogatus, per quantum tempus ante visum dictum Sempronium ipse Constitutus et dicti eius socii pervenerunt ad dictam villam Pontiani. Respondit: "Prima che noi vedessimo detto Sempronio nella detta villa, vi eravamo gionti forse un quarto d'ora prima".
Interrogatus, an postquam ad villam pervenerunt, aliquam domum intraverint. Respondit: "Quando noi fummo gionti alla detta villa, entrammo in casa di N. mio amico, dove son solito d'andare andando a detta villa, e bevemmo un poco subito gionti e poi ce ne uscimmo fuori et vedemmo detto Sempronio".
Interrogatus, si ipse Constitutus et dicti eius socii armati essent, vel inermes, quando viderunt dictum Sempronium, dicta hora et in dicto loco. Respondit: "Eravamo medesimamente armati io e li miei detti compagni, quando vedemmo detto Sempronio nella detta villa, che havevamo li medesimi archibugi che havevamo portati".
Interrogatus, quare dicta archibusia non deposuerunt ipse Constitutus et dicti eius socii, praesertim cum solatii causa eo se contulerunt, et habebant dictam domum dicti eius amici ad deponendum arma. Respondit: "Noi essendo in detta villa, che è campagna aperta, non mettiamo giù l'arme, ma le portiamo continuammente, se bene andiamo così a spasso, massime in questi tempi, che per tutto praticano banditi".
Interrogatus, in quo loco se reperiebant ipse Constitutus et dicti eius socii, tempore quo fuit interfectus dictus Sempronius. Respondit: "Noi eravamo lì nella villa di Pontiano, quando fu ammazzato detto Sempronio che, venendo lì, Lucio di Titio disse che era stato ammazzato detto Sempronio in luogo detto N., lontano forse un miglio da detta villa".
Interrogatus et monitus, quod abstineat se a mendaciis, quoniam eo tempore, quod Sempronius interfectus fuit, non aliter erant ipse Constitutus et dicti eius socii in dicta villa, sed alibi, ideo dicat in quo loco et quod fecerunt. Respondit: "Signore, V.S. non troverà altrimenti che quel ch'io li dico, perché la verità è questa, che in quel tempo della morte di detto Sempronio noi eravamo nella detta villa".
Et dicente Domino quod velit persistere in huiusmodi mendacio, de quo convinctus est per plures testes, qui ipsum Constitutus et dicti eius socii viderunt tempore mortis dicti Sempronii, in dicto loco N. extra dictam villam, et idem discedat a mendaciis et dicat de super veritatem, et ad quid agendum accesserint ad dictum locum, et quid ibi fecerunt. Respondit: "Signore, io non so che fare, se li testimoni vogliano dir la bugia, come la dicono, perché in quel giorno della morte di Sempronio noi non ci partimmo dalla detta villa e non fummo altrimenti al detto luogo N., dove si dice che fu ammazzato detto Sempronio".
Interrogatus et monitus, ut recedat ab eius pertinacia et se tandem disponat ad dicendum veritatem, de ordine et tractatu de male tractando dictum Sempronium et de eum occidendo, ac de tractatu huiusmodi executione, alias devenietur contra ipsum Constitutum ad iuris et facti remedia opportuna et ad rigorosum examen. Respondit: "Faccia pure V. S. quel che gli pare, perché io non posso dire altro, non havendo fatto trattato alcuno contra detto Sempronio e non me ci son trovato alla sua morte, che quel giorno non mi partii da quella villa".
Interrogatus, et iterum monitus, quomodo adhuc pertinaciter negare audeat, dictum tractatum ac illius executionem satis detectum, et detectum ex ipsius inimicitia quam habet cum dicto Sempronio, ex sermonibus et minis in domo ipsius habitis, et secutis cum dicti eius sociis, quibus stipatus deinde ad alios extraneos actus non aliter divertendo, statim se contulit ad dictam villam et deinde ad dictum locum in quod Sempronius interfectus fuit; fateatur igitur de omnibus ingenue veritatem, nec patiatur contra ipsum deveniri ad rigorosum examen et torturam, prout devenietur si adhuc eius pertinacia persisterit. Respondit: "Fate pur quel che vi pare, Signore, perché io non voglio dire quel che non ho pensato, non che fatto".
Ex tunc Dominus, visa pertinacia ipsius Constituti, attentaque eius qualitate (si ille erat malae conditionis et famae), ac stantibus indiciis contra ipsum urgentibus (quae etiam vel omnia vel urgentiora specificari possunt), pro veritate habenda de dicto crimine, cum aliter haberi non possit, mandavit ipsum Constitutum adduci ad locum torturae, ibique spoliari, ligari et ad funem praesentari.
Qui sic adductus, dum spoliaretur et ligaretur, fuit pluries benigne monitus per Dominum de veritate dicenda, et illam tandem dicat, et recedat ab eius pertinacia, alioquin etiam ad ulteriora procedetur contra ipsum. Respondit: "Signore, volete ch'io dica quel che non ho fatto, né pure pensato? Fate pur quel che vi pare, che non ho che dire altro".
Et tandem spoliatus, ligatus et ad funem praesentatus fuit, adhuc pluries benigne monitus per Dominum, ut recedat tandem ab eius pertinacia, et fateatur ingenue veritatem de dicto delicto, alioquin in funem elevabitur et ita torquebitur. Respondit: "Eccomi qua, Signore, io ho detto la verità e non dirò mai altro che quel che io ho detto".
Ex tunc Dominus, cum constanter nollet veritatem fateri, mandavit ipsum Constitutum in funem elevari. Qui sic elevatus clamare coepit alta voce: "O signore Dio, misericordia! O nostra Donna, aiutami!" pluries et pluries ita replicando, et deinde tacuit. Et cum ita aliquantulum tacuisset, iterum clamare coepit: "O Dio, o Dio, misericordia, Signore! Madonna da Loreto, aiutami e soccorrimi!" similiter pluries et pluries replicando.
Interrogatus, quomodo et qualiter ipse Constitutus et dicti eius socii se insimul coadunaverunt, quando dicto tempore se contulerunt ad dictam villam Pontiani. Respondit: "Io vi ho già detto, Signore, come ci ragunammo insieme e non sta altrimenti. O Signore, o Signore! O Dio, o Dio mio! Oh, misericordia, misericordia!".
Interrogatus, quos sermones ad invicem habuerunt, quando per dictum tempus ante accessum ad villam praedictam steterunt in domo ipsius Constituti, et antequam responderet, suas continuando acclamationes, dixit: "Ohimè, ohimè, santa Maria da Loreto soccorrimi! Ah, Signore, mi fate torto!" Deinde respondit: "Noi non ragionammo di cosa alcuna, ciarlammo come si fa tra giovani, facendo collatione".
Interrogatus et monitus, ut recedat a sua pertinacia et dicat veritatem, an tunc temporis, vel alio sermonem aliquem habuerint de dicto Sempronio, illum recenseat et non implicet se amplius mendaciis. Respondit: "In verità, Signore, che noi non ragionammo di detto Sempronio, né io anco con altri n'ho ragionato de fatti suoi, che non mi importano: questa è la verità. Signore, quest'è la verità. O Dio, o Dio, che crudeltà è questa a tenermi qui!" Et deinde tacuit.
Et cum nollet veritatem fateri, Dominus mandavit uno ictu quassari, qui sic quassatus, coepit clamare: "O Dio, o nostra Donna, che volete voi ch'io dica?" Et dicente Domino, quod dicat veritatem de dicto delicto et recedat a sua pertinacia, respondit: "Io v'ho detto, Signore, la verità, ma voi non lo volete credere e così è. Non posso dir'altro; se mi ci tenessero qui mill'anni… Ohimè, ohimè Signore, questa è una gran crudeltà!"
Deinde tacuit. Et postquam aliquantulum tacuisset, dixit: "Signore, mettetemi giù, mettetemi giù, che voglio dir la verità". Et dicente Domino quod ibi dicat veritatem, illamque ingenue fateatur et depositum iri, respondit: "Che volete che io dica? Ditemelo, Signore, che ve lo dirò. Ohimè, ohimè Signore, misericordia! Mettetemi giù che vi dirò la verità, mettetemi giù, che ve la dirò!" pluries et pluries ita replicando.
Ex tunc Dominus, pro veritate habenda, mandavit ipsum Constitutum deponi. Quem sic depositum et sedentem super scanno ligneo, Dominus interrogavit et hortatus fuit, ut modo dicat veritatem, quam dicere pollicitus sit. Respondit: "Che volete ch'io dica, Signore? Di gratia, non mi tormentate più, che ricevo a torto questi tormenti, perché non ho fatto cosa alcuna e sono del tutto innocente!".
Interrogatus et monitus, ut nolit ita verba dare, sed disponat se ad dicendum veritatem, alioquin iterum in funem elevatum iri. Respondit: "Fate Signore quel che vi pare io non posso dir'altro".
Ex tunc Dominus mandavit ipsum Constitutum in funem elevari, qui sic elevatus clamare coepit: "Ohimè, ohimè!" etc. Interrogatus, ob quam causam se contulisse ipse Constitutus dicto tempore ad villam Pontiani. Respondit: "Io ci andai a spasso, come v'ho detto altre volte".
Interrogatus, quare secum duxit dictos suos socios ad dictam villam Pontiani. Respondit: "Ancor loro vennero a spasso, che erano soliti venirci con esso me".
Interrogatus, quare dictus N. particulariter se etiam contulerat ad dictam villam, ad quam non erat solitus accedere, nec unquam ibi se contulerat cum ipso Constituto. Respondit: "O Dio, o Dio, ohimè Signore, o nostra Donna aiutami… Ancor lui ci venne a spasso e non per male nissuno".
Interrogatus, an post accessum ad dictam villam et die mortis dicti Semproni, extra illam se contulerit, et quo iverit, tam ipse Constitutus quam dicti eius socii. Respondit: "Che volete che io dica? Io l'ho già detto e replico che non partimmo mai da quella villa, dopo che gionti ci fummo… O Dio, o Dio ohimè, crudeltà grande!".
Et ei dicto, quod recedat a mendaciis, quia post accessum ad dictam villam fuit etiam visus una cum dictis eius sociis extra illam; ideo dicat veritatem, quo iverunt et in quo loco se reperiebant tempore mortis dicti Sempronii.
Et dum haec scriberentur et antequam interrogatorio responderet, acclamabat alta voce: "O crudeltà grande, o torto grande che ricevo! Che volete ch'io dica?" Et respondendo interrogatorio, instante Domino pro illius vacuatione, et ut diceret veritatem. Respondit: "Dico che non uscimmo mai dalla detta villa, e mentono quelli che dicono il contrario, che sono bugiardi, Signore!".
Interrogatus de ordine et tractatu interficiendi dictum Sempronium et quis illum interfecit. Respondit: "Ohimè Signore io non so chi l'habbia ammazzato e non so di trattato alcuno. O Dio, o Dio, misericordia!".
Et cum adhuc nollet veritatem fateri, Dominus mandavit uno alio ictu quassari, qui sic quassatus tacuit et deinde, cum aliquantulum tacuisset, clamare coepit: "O crudeltà grande, o gran torto ricevo! Dio ne mostrerà miracoli… Mettetemi giù, mettetemi giù, Signor mio, fatemi metter giù che vi voglio dire senza manco la verità!".
Et dicente Domino quod alias iam verba dedit, ideo dicat ibi veritatem et deponetur. Respondit: "Signore, fatemi metter giù, che questa volta certo non vi inganno, e sopra la fede mia che vi dico la verità!" pluries et pluries ita replicando.
Ex tunc Dominus, pro veritate habenda, mandavit dictum Constitutum leviter deponi. Qui, sic repositus, sedens similiter super scamno ligneo, fuit per Dominum interrogatuus et hortatus ut modo ingenue fateatur veritatem, quam dicere promisit, nec amplius velit verba dare. Respondit: "Eh, Signore, io non so che dire, perché non ho fatto cosa alcuna e s'havessi datto l'errore non haverei aspettato tanto a confessarlo. Volete, o disgratiato me, ch'io dica quel che non ho fatto?".
Interrogatus et monitus, ut vellet omnino recedere ab huiusmodi pertinacia et se disponere ad dicendum veritatem, quia nullo modo negare potest tot contra ipsum urgentibus indidiciis iam Constitutus et de plane sibi enarratis, alioquin iterum in funem elevabitur. Respondit: "Signore, aspettate un poco…" Et cum aliquantulum tacuisset, oculis ad terram demissis, dixit: "Signore, che volete ch'io dica? Io non so che mi dire, io non sto in cervello!".
Et tunc Dominus, ipsum Constitutum verba dare et nollet dicere veritatem, mandavit ipsum iterum in funem elevari. Qui, sic elevatus, alta voce clamando dixit: "Oh, oh, Signore!".
Interrogatus et monitus, quod se tandem disponat ad dicendum veritatem de dicto homicidio, illiusque tractatu, nec patiatur ulterius torqueri, prout ulterius in tortura detinebit, si in eius pertinacia adhuc persistere voluerit. Respondit, post multas acclamationes, dicendo: "O Dio, Dio, nostra Donna, misericordia!" pluries ita replicando. "Signore, risolvetevi pure ch'io non vi posso dir altro, tenetemi quanto hora vi pare. Ohimè, ohimè, poveretto me!".
Et cum stetisset in tortura per spatium unius horae, et aliud ab eo pro tunc habueri non posset, Dominus mandavit ipsum Constitutum leviter deponi, dissolui et reponi ad locum suum.