cultura barocca
INCISIONE (MM475 X 560) ANONIMA SU DISEGNO DI GIOVANNI TOMMASO BORGONIO, IN THEATRUM SABAUDIAE TAV68, VOL. II QUI IN UN CONFRONTO COI LIMITI CONFINARI PONENTINI DELLA REPUBBLICA DI GENOVA SECONDO IL VINZONIANO "ATLANTE DI SANITA'" - informatizzazione B. Durante per Cultura-Barocca che ha enfatizzato questo particolare dalla carta generale di Dolceacqua) E' un grave peccato che Dolceacqua (vedine la cartografia multimedializzata) abbia perduto - per molti fattori, specie eventi bellici a partire dalla settecentesca Guerra di Successione al Trono Imperiale" causa prima della distruzione del castello - anche uno dei suoi gioielli dell'epoca signorile quel GIARDINO RINASCIMENTALE cui dal castello si accedeva tramite il ponte sul Nervia: il GIARDINO -per la cui manutenzione si era ultimamente fatto ricorso agli insegnamenti tanto di M. Bidet, "uffiziale" della Corte di Francia quanto di Fra Agostino Mandirola , che qui si leggono in un testo antiquario di agronomia e giardinaggio di Cosimo Trinci (cliccando qui vedine subito i corposi indici allegati a quelli delle opere aggiunte del Bidet e del Mandirola)- utile sunto della realtà agronomica valliva tra '600 e '700 e della condizione socio-ambientale del contesto territoriale: a titolo di curiosità si può rammentare che nel XVII sec. questo GIARDINO era uno dei pochi luoghi del Ponente di Liguria in cui erano coltivate piante che si sarebbero affermate a fini alimentari dal sec. XVIII come il "Pomo di Terra" e il "Pomo d'Oro". A Dolceacqua fu emotivamente legato il II bibliotecario dell'Aprosiana, quel Domenico Antonio Gandolfo, che altresì si interessò di erboristeria - fitoterapia e che del giardino rinascimentale e d'alcune esperienze botaniche (tenendo conto che vi furono introdotte piante floreali del Nuovo Mondo come la passiflora (vedi qui) causa in merito al "giardino di Venere" nel poema Adone del arino di una polemica con lo Stigliani cui attivamente partecipò Angelico Aprosio) si parlò in un rescritto adespota per la gravissima usura ma con l'autore verosimilmente da individuare con il romano Lettore Rossi di S. Prisca amico e corrispondente in questo come in altri casi del Gandolfo definendolo un nuovo "GIARDINO DEL PIACERE" o secondo la tortuosa espressivita' barocca NOVELLO JARDINO DE VOLUPTADI".
[Con Zefiriele Tomaso Bovio, medico empirico, alchimista e cabalista veronese, un viaggio rinascimentale da Verona, Genova, Savona e quindi il Monferrato sin poi al Ponente Ligure alla ricerca di piante medicinali]

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