Dolceacqua (qui in cartografia multimedializzata con tutti i numeri attivi) subì gravi danni per la settecentesca "Guerra di Successione al Trono Imperiale", causa prima della distruzione dell'antico e splendido castello di Doria, con devastazioni ad ulteriori complessi tra i quali son da citare oltre il celebre maniero qui in un'effigie sttecentesca anche altri siti ed in particolare quel gioiello che fu il Giardino Rinascimentale di cui qui si tratta in dettaglio= le menzionate devastazioni dipesero dalla letale artiglieria delle forze iberiche agli ordini del generale spagnolo marchese Las Minas reputato il vero "distruggitore del castro dolceacquino". Il Las Minas era uno dei condottieri dell'armata franco-spagnola in conflitto con quella austro-sabauda in una guerra che ebbe vari fronti tra cui, importante, quello dell'estremo Ponente di Liguria nonostante la neutralità, purtroppo violata, della Repubblica di Genova. Dolceacqua non poteva però essere neutrale visto che costituiva, con le sue fortificazioni, un concreto obbiettivo militare, atteso che dopo l'infausto scontro cinquecentesco con i Grimaldi di Monaco le cui forze presero possesso della Signoria dolceacquina divenne necessario per i Doria, nella fattispecie Bartolomeo Doria, onde non perdere con il castello, loro augusta dimora, il controllo del proprio Dominio, in Val Nervia, del quale con altri centri, era capoluogo appunto Dolceacqua ricorrerere al non banale ma condizionante espediente di farsi Vassalli del potente Ducato Sabaudo ormai in piena espansione con la, come sopra scritto, condizionante realtà di risultare il fortilizio custodito e difeso da militi sabaudi sì da costituire nella contingenza di questa settecentesca guerra una postazione militare di nemici delle forze franco-spagnole GIARDINO RINASCIMENTALE (QUI IN UN PARTICOLARE, COME TUTTE LE ALTRE IMMAGINI PROPOSTE, DI UN'INCISIONE DI MM.475 X 560 ANONIMA SU DISEGNO DI GIOVANNI TOMMASO BORGONIO, IN THEATRUM SABAUDIAE TAV68, VOL. II : CON IN PIU' UNA CARTOGRAFIA CHE PROPONE UN CONFRONTO,TRA IL DOMINIO SABAUDO E I TERRITORI PONENTINI DELLA REPUBBLICA DI GENOVA) cui dallo stesso castello si accedeva tramite il celebre ponte sul Nervia qui in una fotografia ottocentesca: GIARDINO -per la cui manutenzione si era ultimamente fatto ricorso agli insegnamenti tanto di M. Bidet, "uffiziale" della Corte di Francia quanto di Fra Agostino Mandirola , che qui si leggono in un testo antiquario di agronomia e giardinaggio di Cosimo Trinci (agronomo di cui si ignora la data di nascita mentre si conosce quella di morte: 1756 - l'opera per la prima volta fu pubblicata in Italia nel 1733 dall'editore Pierantonio Berno di Rovereto... = da una delle stampe successive cliccando tramite i corposi indici allegati a quelli delle opere aggiunte del Bidet e del Mandirola si può leggere l'intiera opera digitalizzata da Cultura-Barocca). CLICCA QUI PER RITORNARE ALLA "HOME PAGE" CLICCA INVECE SULLE FRECCE PER RITORNARE AL LEMMA "DOLCEACQUA (IM)
Tale opera per vari aspetti risulta anche utile per conoscere la realtà agronomica, alimentare e gastronomica tra '600 e '700 e pure per forgiarsi un'idea di vari aspetti di vita rurale sia in generale che nel particolare del contesto territoriale del Ponente Ligure.
A titolo di mera curiosità si può poi rammentare che nel XVII sec. questo GIARDINO era uno dei pochi luoghi del Ponente di Liguria in cui erano coltivate piante che si sarebbero affermate a fini alimentari dal sec. XVIII come il "Pomo di Terra" e il
"Pomo d'Oro". A Dolceacqua fu emotivamente legato il II bibliotecario dell'Aprosiana, quel Domenico Antonio Gandolfo, che altresì si interessò di erboristeria - fitoterapia
e che del giardino rinascimentale e d'alcune esperienze botaniche (tenendo conto che vi furono introdotte piante floreali del Nuovo Mondo come la passiflora (vedi qui) causa in merito al "giardino di Venere" nel poema Adone del
arino di una polemica con lo Stigliani cui attivamente partecipò Angelico Aprosio) si parlò in un rescritto adespota per la gravissima usura ma con l'autore verosimilmente da individuare con il romano Lettore Rossi di S. Prisca amico e corrispondente in questo come in altri casi del Gandolfo definendolo un nuovo "GIARDINO DEL PIACERE" o secondo la tortuosa espressivita' barocca NOVELLO JARDINO DE VOLUPTADI"
[Con Zefiriele Tomaso Bovio, medico empirico, alchimista e cabalista veronese, un viaggio rinascimentale da Verona, Genova, Savona e quindi il Monferrato sin poi al Ponente Ligure alla ricerca di piante medicinali]
