cultura barocca
Inf.a cura di Bartolomeo Durante Martirio di SAN SECONDO (VEDI E APPROFONDISCI) di anonimo: particolare con vedute di Ventimiglia. Dipinto ordinato dalla nobile faniglia Porro nel secolo XVII (Collezione Privata) = immagine edita dopo pagina 56 nel Catalogo della Mostra... (Miscellanea di autori vari, curata oltre che dalla bibliotecaria dott. Serena Leone Vatta, per la parte iconografica dal Sig. Erino Viola = prima fra le pubblicazioni per la celebrazione del trecentesimo della morte di A. Aprosio -vedi riga II- nel 1981: inizio di una serie di importanti altre ed anche seriali pubblicazioni portate avanti sino, ed oltre come qui si legge scorrendo il testo. il 2007 cioè le celebrazioni per il quattrocentesimo dalla nascita dello stesso Aprosio)- IL DIFFUSO E SENTITO CULTO PER S. SECONDO NON IMPEDI' CONFUSIONI ICONOGRAFICHE: IL S. SECONDO QUI EFFIGIATO HA INFATTI LE CARATTERISTICHE DEL S. SECONDO DI ASTI, VEROSIMILMENTE DI CARNAGIONE BIANCA, A DIFFERENZA DEL S. SECONDO DELLA LEGIONE TEBEA, PATRONO DI VENTIMIGLIA, CHE PER L'AREA DI RECLUTAZIONE (OLTRE CHE PER ALTRA CORRETTA ICONOGRAFIA) DOVEVA ESSERE DI CARNAGIONE SCURA SE NON NERA COME QUI SI VEDE

La documentazione più diretta della salvaguardia di Ventimiglia e territorio dal contagio della micidiale peste del 1656/'57
[ di cui anche parlò da testimone oculare Aprosio all'epoca in Genova e contro la quale a nessuno, di qualsiasi ceto sociale, pareva esservi riparo, a differenza che nel precedente contagio, nemmeno all'uso praticato dai benestanti con discreto successo rifugiandosi in ville isolate, in aree di villeggiatura, ben difese da guardiani armati al punto che sulla sua estrema drammaticità nemmeno mancò una disperata descrizione letteraria sì che qui giova rammentare (ringraziando della segnalazione il Sig. Claudio Camerlenghi) un autore ricordato nella sua Silloge di scrittori liguri dal Soprani che lo giudicò nativo di Sestri Ponente vale a dire Giuliano Rossi ma noto qual letterato sotto lo pseudonimo di Todaro Conchetta che poco prima di morire come tanti per il contagio ne descrisse un quadro terrifico, giungendo a reputarla una sorte di punizione divina per i peccati degli uomini, in una sua composizione, quasi a guisa di poemetto in dialetto genovese, intitolata Invention dra Peste (ovvero "Descrizione della Peste": leggibile in testo originale e in traduzione italiana sul bellissimo sito di Alessandro Guasoni ) ]
deriva dal II bibliotecario dell'Aprosiana vale a dire
D. A. GANDOLFO che ne scrisse nella qui DIGITALIZZATA SUA OPERA IL BENEFICATO BENEFICANTE... derivata (con ampliamenti) da una PREDICA DEL GIOVANE FRATE TENUTA (1679) NELLA CATTEDRALE INTEMELIA.
Da uomo di Chiesa e di Fede genuina oltre che figlio del suo tempo, Domenico Antonio Gandolfo poi detto "Concionator" per l'abilità predicatoria,
fece ampio cenno all'immunità della città dai contagi e in particolare dalla menzionata devastante peste nel Dominio di Genova, del 1656/'57.
Di rimpetto ai medici impotenti di fronte all'incomprensibilità e letalità del male ed al fallimento di tutti i rimedi terapeutici
[ sia nel caso della PESTE DEL 1579/'80 quanto in quello dell'ancor più terribile PESTE DEL 1656/'57 = per un quadro completo, utile anche per analizzare la differenza tra le due forme di epidemia, clicca nella stampa sulla dicitura "LA MORTE NERA TRA '500 E '600" prendendo nel contempo atto con quanto calamità come la Peste -e poi il Colera- interagissero negativamente sul sistema sociale RENDENDO ASSAI LENTA E FATICOSISSIMA OGNI RPRESA ECONOMICA CON IL CONSEGUENTE DILAGARE DEL PAUPERISMO argomento assai diffuso nel contesto dei referimenti religiosi e della prediche PROCEDENDOSI DA UN GRANDE PREDICATORE COME PAOLO SEGNERI PER GIUNGERE A FINE XIX SECOLO AD UN RELIGIOSO PARTECIPE DEL CATACLISMA TELLURICO LIGURE DEL 1887 CIOE' PADRE G. B. ZUNINI, ALLORA PARROCO DI POMPEIANA (IM) = ben poco noto è invero il fatto che il giovane Aprosio conobbe anche, durante il 1630, gli effetti devastanti, oltre che per le tante vittime anche per l'interruzione dei lavori e di ogni commercio, della grande PESTE DEL 1629 - 1630 divenuta TRISTEMENTE CELEBRE PER VIA DELL'OPERA DEL MANZONI E PER IL TERRIFICANTE PROCESSO AI PRESUNTI UNTORI A MILANO (PUR SE L'EPIDEMIA SI MANIFEST0' ANCHE IN PIEMONTE, A TORINO, NELLA REPUBBLICA VENETA, PERSINO IN TOSCANA, FIRENZE COMPRESA per cui come scrisse FURONO CHIUSI I PASSI ED IMPEDITI I COMMERCIJ PER CAGIONE DEL CONTAGIO -PAGINA 90, RIGA XII DAL BASSO- e non potè far giungere a Firenze come appena visto colpita dal contagio (ANCHE IL DOMINIO DI GENOVA "CHIUSE I PASSI" ATTRAVERSO FORME DI CONTROLLO AI "RASTRELLI": COSA CHE EVIDENTEMENTE IN QUESTO CASO DIEDE I SUOI BUONI FRUTTI = particolarmente pericolose per infiltrazione di malati erano le strade che giungevano dagli Stati colpiti dal contagio e COME SI VEDE DA QUESTA TARDA CARTA VINZONIANA MOLTI ERANO I TIMORI SULLA STRADA CHE DAL PIEMONTE, TRAMITE PONTINVREA E SASSELLO PORTAVA A SAVONA) onde pubblicarla, come da pregressi accordi, la sua opera antistiglianea LA SFERZA POETICA)]
e contestualmente a fronte di religiosi non esenti -tra opposizioni di confratelli- dall' esaltare l'impegno dei sacerdoti nei lazzareti anche a costo della vita come il sestrese ed agostiniano Padre Antero Maria da San Bonaventura oltre che il discusso Gesuita Padre Teofilo Rinaldo (Raynaldo, Rainaldo, Raynaud) di Sospello pare evidente che si parlasse di una prossima Apocalisse / -i o che si cedesse alla più vieta superstizione (vedi indice di voci) sì che la convinzione di una punizione divina per le colpe degli uomini in qualche modo fu ripresa tra molti anche dal celebre Padre Segneri giustificatamente finì per interagire con l'appello alla fede e ai Santi protettori [ visualizza l' areale cartografico dalla frontiera a Ventimiglia e Nervia sino a Bordighera compresi i riferimenti offerti dal vinzoniano Atlante di Sanità = in merito ai "protettori spirituali invocati" qui si parla di S. SECONDO PATRONO DI VENTIMIGLIA (CLICCA E LEGGI) ma neppure bisogna dimenticare altri Santi protettori (interessantissimo e molto antico il caso di S. Notburga di Eben tanto celebre come protettrice contro le malattie sia di uomini che di animali da attirare per secoli nel suo areale prioritario di culto, il Nord Tirolo, tanti pellegrini, anche dal Ponente ligure tra cui Aprosio stesso voglioso di studiare il fenomeno fideistico ) non certamente escluso il S. Rocco dei Piani di Vallecrosia ] quale soluzione ottimale e quantomeno non cruenta a fronte di gesta terribili come la lapidazione non intesa nell'orribile stato di punizione specie di donne adultere come in Medio Oriente ma, cosa comunque gravissima per quanto disperata e disperante, della lapidazione di sospetti di contagio (già avvenuta ai limiti dell'agro ventimigliese nel 1579/'80) o la persecuzione di supposti quanto inesistenti untori malefici (vedi indici di voci).
Non essendo trascorsi molti anni dalla pandemia del 1656/'57 il Gandolfo si rivolse agli uditori terrorizzati dalla possibilità della reiterazione di un contagio capace di coinvolgere Ventimiglia (vi si andò in effetti vicinissimi con la settecentesca peste di Marsiglia anche se scomparsa la "Morte Nera" comparve ai primi del XIX secolo la "Morte Algida" cioè il Colera) senza parlare dei provvedimenti profilattici già attivati nel XVI secolo, ed attribuì principalmente il merito alla fede dei ventimigliesi verso le "Anime del Purgatorio" e il Santo Patrono S. Secondo (martire cristiano grandemente venerato nell'area occidentale d'Italia specie tra Novalesa, Torino, Vercelli, Ventimiglia) adopratisi per la loro tutela come qui si legge ed ulteriormente è dato di analizzare (vedi qui il dibattito sul contestuale intervento delle "Anime del Purgatorio" e di S. Secondo, contro la peste del 1656/'57, sviluppato dal II bibliotecario dell'Aprosiana nel contesto della sua opera, già predica nella cattedrale intemelia, Il Beneficato Beneficante... e come in apparenza, e lo si ribadisce "solo in apparenza", Gandolfo a giudizio di alcuni abbia dato più peso all'intervento profilattico delle "Anime del Purgatorio" rispetto a "San Secondo", invece variamente citato ed elogiato qual patrono-protettore di Ventimiglia in più punti di questa e d'altre opere qui proposte).
E ciò lo si intende già, leggendo con attenzione, la predica tenuta in cattedrale laddove declamando quale acme del suo discorso in merito alla fede dei Ventimigliesi il Gandolfo dice:
"DIMMI UN POCO, O MIA PATRIA, QUAL FU IL TUO PRESERVATIVO, CHE DEL 1656, SE NON ERRO, TI MANTENI, INTATTA DALLI MORBI PESTIFERI, CHE TANTO IL TUO CAPO, DICO GENOVA, NAPOLI, E ROMA, FLAGELLARONO? DI QUELLA PESTE IO PARLO, CHE PIU' FIERA, CHE TIGRE IRCANA A TAL SEGNO SCARNIFICO' PARTE DELLE RIVIERE, CHE MOLTI LUOGHI ASSAI POPOLATI HAVEVANO PIU' FACCIA DI PUZZOLENTI SEPOLCRI, CHE DI STANZA D'HUOMINI VIVENTI,. CHI TE NE CONSERVO' SENZA MACCHIA, DICO, SE NON LE FERVIDE INTERCESSIONI DELL'ANIME DEL PURGATORIO? SO, CHE MI DIRAI, NON DOVERSI QUESTO FAVORE CON ALTRI INNUMERABILI TOGLIERE DAGLI EFFETTI DELLA PROTETTIONE DEL TUO INVITTO MARTIRE SECONDO, AL CHE N'ANCH'IO CONTRADICO. DEVI PERO' SAPER, COME ESSENDO STATE DALLA TUA DIVOTIONE ACCOMUNATE L'OFFERTE, E LA CHIESA A L'UNO, & ALL'ALTRE. COSI' QUELLO, E QUESTE SONO CORSI DEL PARI A SCACCIARE DALLA TUA PRESENZA LI MORBI CONTAGGIOSI. E SE BENE L'HAI RIMIRATA TRASPORTATA ALLE TUE SPIAGGIA NE I CADAVERI DA QUELLA FIERA BACCANTE LACERATI, E DA UN TUO PROPRIO FIGLIO, CHE DI QUELLI ERA INFETTO. PURE , E DALL'OMBRA DI S. SECONDO A GUISA DI QUELLA DI PIETRO, SEI STATA, NON CURATA, MA PRESERVATA, E DA I CALDI CHIARORI DI QUELLE BENEDETTE ANIME, FU NON SOLO MONDATO QUEL TUO FIGLIO, MA ANCHE TU STESSA DA QUAL SI SIA MINIMO NEO CONSERVATA ILLESA"
(CONTINUA A LEGGERE NEL TESTO ANTICO DIGITALIZZATO)

Le notizie che giungevano dalle CONTRADE INFETTE erano peraltro terrificanti, la MEDICINA non dava risultati di alcun genere, i supposti PREVENTIVI (o PROFILATTICI) risultavano inutili come scrisse
IL SESTRESE E AGOSTINIANO PADRE ANTERO MARIA DA SAN BONAVENTURA NEL VOLUME
LI LAZZARETTI DELLA CITTA' E RIVIERE DI GENOVA DEL MDCLVII

= libro questo in qualche modo destinato ad essere un tragico corollario esplicativo della sconvolgente TELA SULLE ROVINE CAUSATE DAL MORBO realizzato dal pittore Domenico Fiasella su pubblica commissione per far sì che nessuno giammai si dimenticasse di tante morti e tanto gravi rovine.

Di storia più recente furono i contagi settecenteschi di vaiolo e soprattutto di COLERA, contro i quali parimenti si attivò il sistema difensivo delle torri, dei rastrelli, delle patenti di sanità ecc. oltre che l'uso di una precisa mappa delle ripartizioni di Sanità, con l'indicazione degli uomini preposti ai luoghi di controllo (specie sul mare), che per ordine della Signoria di Genova il cartografo colonnello Vinzoni, circa a metà '700, avrebbe perfettamente delineato nel suo bellissimo e completo Atlante di Sanità.

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