cultura barocca
informatizzazione Bartolomeo Ezio Durante CLICCA E VOLTA PAGINA

Vedi qui "De' Letterati" : consulta anche la sotto citata relativa nota 18 qui leggibile entro l'apparato di note a fine testo de "Il Beneficato Beneficante" (qui digitalizzato integralmente con le giunte documentarie posteriori alla "Predica" del 1679 ma stampata e ampliata in seguito perchè, e mai bisogna dimenticarlo, siffatta Predica ebbe un suo genotesto o matrice nella corrispondenza Gandolfo-Oldoini-Orengo Casanate, per poi vieppiù ampliarisi nella documentazione integrando la "Predica" del 1679 che però già non era solo un discorso sui letterati ma più estesamente sulle glorie passate e presenti (ma anche sui difetti, comunque superabile) di Ventimiglia) [naturalmente il Gandolfo (visualizzane qui anche una trattazione per indici tematici a scorrimento ed ancora un basilare saggio critico moderno) si riferisce ai dotti di Ventimiglia e più estesamente del Ponente Ligure, sia della costa che dell'entroterra e dell'area franco-sabauda (su cui fino a quando potè raccolse molte notizie non escluse alcune tristi come quelle concernenti la malattia, agonia e morte del Maestro Angelico Aprosio = il manifesto funebre vanamente destinato a divenire lapide affissa all'ingresso della "Libraria" che egli stesso preparò e che ebbe cura di stampare nei "Fiori Poetici...": per ulteriori notizie su Aprosio ed altri letterati locali gli fu impossibile editare ulteriri documenti ma in merito resta prezioso il lavorio manoscritto che il Gandolfo ha lasciato nella Bibiblioteca di Ventimiglia e cui diedi la denominazione gergale di "Oldoini Corretto" ad integrazione di questa lettera che scrisse al sillogista Agostino Oldoini in merito ad alcuni suoi errori su eruditi locali e non ed alla quale l'Oldoini rispose con garbo, cortesia e spirito di collaborazione [è utile precisare che nell'opera a stampa de Il Beneficato Beneficante il Gandolfo inserisce anche due altre lettere in merito al livello culturale -con una specifica attenzione all'istruzione dei giovani- di Ventimiglia nel '600 digitalizzate e commentate nei collegamenti da qui raggiungibili, vale a dire una del nobile intemelio Orengo Casanate (talora anche scritto "Casanata") e l'altra contenente una minuta risposta del Gandolfo stesso = sarà sempre difficile dimostrarlo, dato il carattere piuttosto ondivago dell'Aprosio, ma nulla o ben poco vieta di pensare che gli interventi dell'Oldoini e quelli più diretti dell'Orengo Casanata, con la conseguenza dell'orazione "difensiva o quantomeno giustificante" gandolfiana de Il Beneficato Beneficante -con relativa stampa e connesse integrazioni d'altri documenti- comportanti risposte ai due personaggi) possano risultare connessi ad un'affermazione scritta, e quindi recepibile su varia scala, per cui, in uno dei suoi momenti di disillusione intemelia "il Ventimiglia" fosse giunto al segno di dichiarare d'
essersi pentito d'aver eretto a Ventimiglia la sua "Libraria" scartando altre più centralistiche proposte di sistemazione].
L' Orengo-Casanate nella sua lettera al Gandolfo ostenta una virulenta indignazione per lo stato delle lettere in Ventimiglia scrivendo che, al ricordo delle passate glorie di Ventimiglia "non posso non dolermi con veemenza della condizione dei nostri tempi, visto che il culto del sapere e lo splendore, quasi sprofondano ora nello squallore e nelle tenebre" aggiungendo poi "Qualsiasi tipo di sapienza è totalmente prostrato e quanto un tempo si ascriveva alle delizie del vivere, ora dappertutto viene rigettato qual cosa rozza ed oscura ed a te posso riferire quanto esposto da San Gerolamo nell'Omelia 29 in Matteo: atteso che questa oziosa gioventù trastullantesi in divertimenti e conversazioni pare più frenetica di qualsiasi ferocissima bestia": frasi dure e verosimilmente inasprite per qualche disillusione patita [la lettera del 1679 sembra un po' "precoce" per lasciar sottindendere il fallimento dell'organizzazione a Ventimiglia di una "Accademia degli Oscuri" e potrebbe semmai riferirsi, oltre che ad una presa d'atto, al colto disgusto per le note opposizioni dei gruppi più conservatori alla diffusione della cultura più evoluta in Ventimiglia, esplicitamente manifestatasi con l'opposizione all'erezione della "Biblioteca Aprosiana"] ma di seguito nell'esposizione mitigate dalla consolazione, come sempre egli scrive, che son giunti a sollevare a livello sapienziale uomini coltissimi come Angelico Aprosio coadiuvato dal Gandolfo cui l'Orengo-Casanate fu legato da amicizia sin dall'infanzia e cui sempre sarà legato come si legge nella fine della lettera leggibile non chiaramente, specie nel corsivo e per la povertà tipografica dell'esemplare utilizzato a proporre, con il loro ingegno e le loro iniziative, una qualche soluzione a siffatto stato di cose = nella risposta all'Orengo Casanata il Gandolfo non nega i problemi evidenziati ma, volto a dimostrare l'attenzione propria ma anche di Aprosio, per quanto meno espansivo, sui giovani di valore pur se destinati spesso a lasciare la patria, scrive " Giaccia pure nelle tenebre dell'ozio la maggior parte dei giovani della nostra città e, per dirla con il nostro Johannes Hoffmaister, trascurino pure le limpide fonti e le purisie sorgenti del sapere a pro di una mortifera ignoranza pregna di vecchie credenze ud usanze, e bevano a profusione più fango che acqua. Tuttavia finchè sarà vivo (come è tuttora con estrema felicità della nostra gente) il dominio tuo illustrissimo tanto nelle lettere che negli studi, la nostra Città non raggiungerà solo un più fausta rinomanza ma raggiungerà il massimo livello di rinomanza e quanto dico qui non dipende dalla forza d'una riconosciuta verità; ed infatti, per tacere del resto, io io potei costatare che tu se estremamente esaltato dall'eloquentissimo Lorenzo Crasso in una sua lettera al sopra citato nostro assai Reverendo Padre Angelico Aprosio che resta sempre un Testimone infallibile.
Ma non si tratta, come prova tutto questo discorso verità di ina affermazione isolata e di maniera, ed in verità oltre quanto scritto in queste opere e poi annotato nel citato "Oldoini Corretto" son da citare altri due poeti assai stimati dal Gandolfo che trovarono sistemazione a stampa ne Il Beneficato Beneficante: uno fu Pietro Andrea Trincheri che ebbe riportata una lirica dedicata al Concionator e soprattutto Giuseppe Maccario di Dolceacqua del quale il Gandolfo fece stampare poesie (sonetti in italiano che sono Elogi dei Fiori Poetici) qui leggibili non escluso un ulteriore epitafio/epitaffio per Aprosio (stupisce un poco che, pur avendolo citato nell'"Oldoini Corretto") il Gandolfo non abbia registrato nei volumi qui citati Giovanni Paolo Fenoglio, medico di Dolceacqua autore di diverse opere e che per un certo periodo risiedette a Milano in qualità di medico personale dell'Arcivescovo di Milano (dal 1693 al 1699) Federico Caccia, il cui nome si lega all'inaugurazione del Sancarlone la gigantesca statua eretta a memoria imperitura di San Carlo Borromeo. G. P. Fenoglio, che ritornò periodicamente alla terra natia, e che steso in una delle sue pubblicazioni elogio per Domenico Antonio Gandolfo. = può esser interessante, trattandosi specie nel "Beneficato Beneficante" e nell'"Oldoini Corretto" tante dimenticate glorie letterarie del Ponente Ligure con elogi specifici per Ventimiglia sotto il profilo storico e i suoi eruditi, che D. A. Gandolfo nei suoi citati scritti non abbia registrato, anche per "consolare" Ventimiglia, o più esattamente il suo ceto egemone, a fronte della separazione delle sue ville orientali nella Magnifica Comunità degli Otto Luoghi quanto editò nella sua pubblicazione forse migliore o comunque all'epoca più nota G. P. Fenoglio (Encomiis condecorata Panegyris, dicata Io. Stephano episcopo Vintimiliensi , Niciae, Romeri, 1695) cioè un carme latino filoventimigliese qui proprosto in traduzione libera: "Rallegrati di questa gloria/ O Ventimiglia/ Capo della Liguria occidentale./ I centri vicini sono solo membra,/ Sono soltanto grazioso ornamento/ Per il tuo dominante splendore./ .../ Alcuni [cittadini di Ventimiglia] brillarono per valore, Altri per cultura, ed altri per devota pietà, Questi ultimi chiusi nei sacri Chiostri O nello sfavillare della potestà vescovile"). A questo punto si impone la necessaria siffatta giunta = nei Fiori Poetici Gandolfo dedicò molto spazio all'Aprosio con questa trattazione specifica sin a redigere questo utile "Catalogo De Scrittori, e Letterati insigni ch'hanno nelle loro Opre stampate, nominato, ed encomiato il nostro Padre Angelico Aprosio Ventimiglia: stupisce un poco che ne "Il Beneficato Beneficante" o meglio nella giunta posteriore alla "Predica" Gandolfo non abbia aggiunto questo suo significante sonetto acrostico che elabora il sogno d'esser Aprosio con la sua Libraria e i suoi scritti vera e propria "Tromba dell'Altrui Glorie, spesso riscattate dall'Oblio" = e tuttavia pur nel contesto di questa grande ammirazione per il Maestro, differisce in alcuni aspetti, non ultimo in merito al tema "degli eruditi locali" rispetto a quella piuttosto riduttiva di Aprosio, la postazione del Gandolfo (purtroppo poco e mal studiato, anche da Girolamo Rossi che pure deteneva documenti rilevanti sul personaggio) meno interessato all'habitat e più interessato, a riguardo della Biblioteca Pubblica, quale un polo di attrazione e concentrazione degli autori locali (meno considerati da Aprosio): non abbandonando, prima del distacco dalla città e dal convento, per doveri religiosi, di Ventimiglia per l'area romana, il potenziamento sia strutturale che libresco della biblioteca intemelia sì da meritarsi l'aperto e pubblico elogio di amici, fautori e corrispondenti di Aprosio ma neppure trascurando le novità culturali paneuropee in fieri, specie in dipendenza di una distinta formazione culturale connessa in particolare ai rapporti del II Bibliotecario con le scuole di Maurini, Trappisti, Mechitaristi ]

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