Le Diocesi di Frontiera - poi da Antonino Valsecchi dette anche "Diocesi Usbergo" ( come quella identificabile nell' areale qui proposto nella carta vinzoniana dell'Atlante di Sanità di Ventimiglia (oggi "Diocesi di Ventimiglia - Sanremo" = antichissima fu la Diocesi intemelia e verosimilmente ebbe altri vescovi anteriormente al primo certo Giovanni il quale nel 680 partecipò al Concilio Occidentale di Roma soto Papa Agatone presupposto fondamentale della condanna del monotelismo con il III Concilio Costantinopolitano del 680-681) ove si intersecavano gli interessi, non sempre amichevoli, di Stati e Potenze diverse ) costituirono sempre un problema non indifferente per la Chiesa di Roma specie una volta affermatasi la Riforma protestante.
Per agevolare le riflessioni degli studiosi dell'argomento generale (non trascurando il significato "localistico e ligure" della presenza del MUZIO in NIZZA, città sabauda dove fu inviato dal governatore di Milano don Alfonso d'Avalos marchese del Vasto, temendo che in essa si rafforzasse oltremodo il pensiero riformato e l'azione dell'Ochino determinasse un proselitismo dall'area transalpina verso l'Italia: vedi qui DOCUMENTO II) si è pensato giovevole riprodurre l'intiero articolo del Nicolini (GIROLAMO MUZIO E BERNARDINO OCHINO/ STORIA DI UNA POLEMICA RELIGIOSA CINQUECENTESCA
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Del resto non solo quella di Ventimiglia era Diocesi di Frontiera ma del pari il problema si poneva a riguardo della Diocesi di Nizza.
Fatte salve le distinzioni con le altre Diocesi Liguri [come qui si legge Padre Lucio Ferraris nella sua settecentesca e monumentale Bibliotheca Canonica... trattando di tutte le Diocesi a Arcidiocesi del mondo non registrò la Diocesi di Ventimiglia tra quelle dipendenti dalla metropolitana di Genova ma tra quelle dipendenti dall'Arcivescovado di Milano ( cui in effetti apparteneva dopo antichissime dispute tra Diocesi milanese e Genovese non in funzione teologica ma in rapporto a precise situazioni politiche dell'epoca in cui i Bizantini si scontravano con i Goti ) con in seguito la tarda ascrizione alla Metropolitana genovese ed il conseguente passaggio dal rito ambrosiano al rito romano) è da dire che nel pieno del XIX secolo la Diocesi di Ventimiglia risulta qui analizzata con le altre Diocesi Liguri da Padre Semeria nel suo digitalizzato volume sui Secoli Cristiani della Liguria = il Semeria però non studiò la Diocesi nizzarda qual ligure, come qui invece propone, altro suo studioso
il Cappelletti risalendo, dal lontano passato, ai suoi tempi, in cui Nizza risulta Diocesi Ligure data l'ascrizione della città alla "Grande Liguria delle 8 Province" assegnata al Piemonte dal Congresso di Vienna = anche se è da precisare che G. Rossi nella sua Storia della Città di Ventimiglia si discosta da varie postulazioni di questi autori
Prescindendo tuttavia dalle diverse interpretazioni documentarie e critiche
occorre comunque sempre ribadire che entrambe, come Diocesi di Frontiera, erano in modo univoco giudicate maggiormente
a rischio di penetrazioni ereticali per via diretta o indiretta di Riformati avversi alla Chiesa di Roma [ e, tramite il passare degli anni, con pericoli, non più limitati solo ad argomenti teologici, ma connessi a scontri collegati ad una reciproca pubblicistica non esente da richiami alla lascivia, se non a presunte arti magiche, tramite per esempio prostitute fattesi, a danno dei Cattolici, streghe supreme passando alla Controriforma e poi tali, con il tempo, da connettersi alla durissima polemica, specie in campo figurativo, sia pittorico che scultoreo, di matrice sacra ( polemica peraltro già in precedenza destinata a sublimarsi, su un piano di alternative riflessioni e di scontri personali, nel
penicolus foriarum = "scopa (spazzola) delle vergogne - scopa (spazzola) delle latrine
- scopa (spazzola) delle sterco")
dalla quale, atteso anche
il suo ruolo di Vicario dell'Inquisizione per la Diocesi di Ventimiglia,
non si
astenne l'intemelio Angelico Aprosio
che nel suo Scudo di Rinaldo II a lungo rimasto inedito ma qui ora proposto affronterà sulla scia di simili epocali speculazioni nel
capitolo concernente le interazioni, in campo sacro, tra pittura, scultura e poesia
].
Ben prima degli eventi sopra descritti la Diocesi di Ventimiglia, qual possibile meta di infiltrazioni ereticali data la sua menzionata condizione di Diocesi di Frontiera, e soprattutto la Diocesi di Nizza qual luogo di fermento rientrarono in un momento basilare dello scontro tra Cattolici e Riformati o meglio tra Girolamo Muzio detto il "maglio degli eretici" e l'apostata Bernardino Ochino sulle cui presunte tracce il guerresco Muzio fu inviato nella non lontana Nizza -come detto del pari area frontaliera ma dello Stato Sabaudo- ove si temeva l' opera predicatoria dell' "apostata" Bernardino Tommasini (1487-1563) di Siena, detto Ochino dal nome della contrada dell'Oca = in questa rara lettera, il Muzio dopo un suo soggiorno nella città sabauda di Nizza, dichiarò tuttavia al cardinale Alessandro Farnese che, dal Marchese del Vasto, mandato a Niccia, à stare per servigio della Cesarea maestà appresso il Signor Duca di Savoia [.... ] della revolution fatta dal predicator Cappucino [B. Ochino] non ha avuto altra notizia che di un confuso rumore
0 - VEDI QUI IL FRONTESPIZIO DELLE MENTITE OCHINIANE DEL MUZIO
1 - IL "MALLEUS HAERETICORUM"
2 - L'OCHINO E IL MARCHESE DEL VASTO
3 - LA POLEMICA EPISTOLARE
4 - LE MENTITE OCHINIANE
[5] - RIFERIMENTI
[6] - DOCUMENTI/ I / "GRIDA MILANESE DELL'8 GENNAIO 1543 CONTRO L'INTRODUZIONE DI LIBRI ERETICALI E IN PARTICOLARE MODO DI QUELLI DI BERNARDINO OCHINO"
[7] - DOCUMENTI/ II / "LETTERA DEL MUZIO AL CARDINALE ALESSANDRO FARNESE"