Grande fu l'interesse di Aprosio e poi del Gandolfo per CULTURA SPAGNOLA (COME PURE DI QUELLA LUSITANA) e SCOPERTE DEL MONDO NUOVO [il manoscritto 3 della Biblioteca Aprosiana è prova del menzionato interesse dell'agostiniano di Ventimiglia, da lui , come detto, poi tramesso al discepolo Gandolfo, per il Continente americano: ed in merito a Domenico Antonio Gandolfo giova qui rammentare come abbia lui e non l'Aprosio ingressate all'Aprosiana le opere del grandissimo predicatore missionario portoghese Antonio Vieira, colui che i nativi amerindiani per l'impegno profuso a loro difesa definirono il "Padre Grande "]. Opera da Biblioteca Privata qui digitalizzata di Francisco Macedo =
"Vita venerabilis P. Toribii Alfonsi Mogrovegii archiepiscopi Limensis, ex actis legitimis de mandato sacrae rituum Congregationis opera ordinarij confectis deprompta .. Authore R.P.Fr. Francisco a S. Augustino Macedo minorita obseruante ..."
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Sull'argomento della diffusione del cristianesimo nell'area di Lima importante è questo libro di Francisco Macedo di cui esiste pure una lettera all'Aprosio che ebbe occasione di argomentare a riguardo di questo personaggio col grande inquisitore Mazza di Genova in merito ad una polemica esplosa tra il Macedo ed il Noris
IL LIBRO DEL MACEDO E' ORA QUI INTERAMENTE DIGITALIZZATO CON OPPORTUNI INDICI e per vari aspetti è in tema con la scoperta, le civiltà precolombiane , le missioni cristiane e seppur indirettamente la feroce spagnolizzazione sia in merito al Messico e quindi all'Impero Azteco quanto a riguardo dell'America Meridionale e quindi all'Impero Inca = Francisco Macedo anche conosciuto come Francesco da S. Augustino (sotto questa titolatura compare una sua lettera all'Aprosio) che fu teologo dell'Ordine dei Minori Conventuali nato a Coimbra, Portogallo nel 1596, che scrisse molto : in questa sua opera in particolare ebbe a celebrare l'operato dell' arcivescovo di Lima per la diffusione del Cristianesimo, con l'opera delle Missioni , ma anche con fieri contrasti tra religiosi e conquistadores e addirittura tra personalità diverse degli stessi religiosi nel Nuovo Mondo.
Il volume "Vita venerabilis P. Toribii Alfonsi Mogrovegii archiepiscopi Limensis..."
cioè l' opera del MACEDO è qui DIGITALIZZATA venendo distinta in ossequio alla partizione dell'autore in Dedicatoria a Papa Clemente IX - Allocuzione al Lettore - Appendice degli atti e del processo della causa di beatificazione -
Indice dei Capitoli - Le referenze di stampa e le autorizzazioni - Un "elogio poetico" del vescovo di Lima: a tutto cio' segue la vera e propria "Vita venerabilis P. Toribii Alfonsi Mogrovegii archiepiscopi Limensis" che può essere distinta nei capitoli che trattano della sua fanciullezza e formazione e quindi nei tanti capitoli che trattano del suo apostolato a Lima [molto interessante la parte dedicata alle tante opere pubbliche e private che si andavano erigendo nella metropoli peruviana], essendo distinte le due parti dai capitoli IX - XI che trattano della sua elezione ad arcivescovo di Lima e del lungo suo viaggio verso il Nuovo Mondo [tra cui spicca una descrizione della città peruviana di Lima] e concludendosi la trattazione con il
Capitolo XXXV intitolato "Authorum qui de eo honorifice aut scripsere aut dixere Catalogus..."]
Francisco Macedo dapprima entrò nell'Ordine dei Gesuiti (1610) che tuttavia abbandonò nel 1638 per prendere l'abito francescano che a sua volta lasciò per entrare a far parte dei Francescani Scalzi nel 1648.
Dopo aver sostenuto in Portogallo la Casata di Braganza fu convocato a Roma da papa Alessandro VII per insegnare teologia alla Sapienza: contestualmente venne fatto consultore dell'Inquisizione.
A Venezia nel 1667, durante la settimana che cominciò il 26 settembre, tenne una pubblica disputa su quasi ogni ramo di conoscenza umana, particolarmente la bibbia, la teologia, la patrologia, la storia, la legge, la letteratura e la poesia. In dettaglio si soffermò con rigore sulla salvaguardia del più puro cattolicesimo e chiamò questo suo intervento "Leonis Marci rugitus litterarii".
Nonostante il carattere irruente e permaloso [ che lo portò ad una polemica (in merito alle riflessioni su antiche eresie come il Pelagianesimo e il Semipelagianesimo al modo che si può leggere in questo controverso volume del Porterus in forma italiana Portero) con Enrico Noris in merito alla quale una sua opera (su cui peraltro intercorse questa corrispondenza tra Angelico Aprosio e l'Inquisitore di Genova T. Mazza] fu ascritta all'"INDEX LIBRORVM PROHIBITORVM 1948") si segnalò rapidamente per la vasta erudizione meritandosi
la cattedra di filosofia morale all'università di Padova dove si spense il 1 maggio, 1681 [fonte "Catholic Encyclopedia "]
Alla CIVICA BIBLIOTECA APROSIANA DI VENTIMIGLIA. di Macedo, Francisco : de si conservano:
"Funebris in iustis Em.mi ac Rev.mi Principis Card. Iulii Sacchetti oratio ... habita a P.F. Francisco a S. August. Macedo .." Romae : typis Philippi Mariae Mancini, 1663 19 p. ; 8°.
"Myrothecium morale documentorum tredecim quae sunt totidem lectiones super textum Aristotelis lib. 8 ethicorum de amicitia ...", auctore Pat. Fr. Francisco a S. Augustino Macedo .. Patavii : typis Iacobi de Cadorinis, 1675 [16], 222 p. ; 4°.
"Excellentissimi principis D.D. Marchionis de Fontane christianissimi regis Galliarum, apud Sanctissimum D.N.P. Urbanum oratoris Romam solemni pompa invecti ... / [Francisco de Macedo]", Romae : excudebat Dominicus Marcianus, 1641 [8] c. ; 4°.
"Responsio ad notas nobilis critici anonymi in apologiam Reverendiss. P. Fr. Thomae Mazzae pro Ioanne Annio ... auctore P.F. Francisco a S. Augustino Macedo ..", Veronae : sub praelo Io. Baptistae Meruli [15], 122 p., 1 c. di tav. : ritr. ; 4°.