APPARATO GOVERNATIVO, AMMINISTRATIVO, SOCIO-ASSISTENZIALE E MILITARE DELLA REPUBBLICA DI GENOVA
BANCHI> "Banchi è una nota piazza genovese, a lungo centro degli scambi
commerciali">BRUNI ,p. 60,n.28 = l'importanza di questo luogo di contrattazione e scambi
fece sì che nei suoi riguardi la giustizia fosse vigile e severa, visto il timore della Signoria
che operatori forestieri (oltre che di città) venissero o aggrediti o derubati, volgendo altrove le
loro operazioni, con danno di commercio ed economia genovesi.
BANNALITA': diritto di monopolio dei feudatari per macinazione di grano o altre derrate
alimentari
BASTARDELLI: ricovero dei B. per fanciulli/-e abbandonati; col concorso dello Stato e di privati il
più grosso intervento della Repubblica (senza trascurare iniziative di Confraternite locali e
assistenzialismo della Chiesa) per bimbi abbandonati si ebbe con questo ricovero presso lo
Spedale di Pammatone.
BONAVOGLIA(BUONAVOGLIA)> BATTAGLIA, s. v.:"Chi, pur non avendo subito condanne, serviva
sulle galere al remo, per pagare un debito": un atto,in Civ.Bibl.Apros. di Ventimiglia-Fondo
Bono, Ms.1,cc.18-19, permette di ricostruire la paga mensile di un B. nel 1587, di "lire 6 e
soldi sedici" cioè 1632 Denari.
BRACCIO REGIO: autorità dello Stato, potere civile (Braccio pubblico> il governo; Braccio
criminale e civile o Braccio della giustizia> il potere giudiziario)>BATTAGLIA s. voci.
BRACCIO SECOLARE: Potere civile che, nell'età intermedia, eseguiva sentenze e provvedimenti
dell'Autorità ecclesiastica. BATTAGLIA, s.v. "braccio", n.8.
BUON CITTADINO (IL)= Gli "Stat.Crim." sono ispirati al culto del "buon cittadino" affermato nel
1617 da A.Cebà ne Il cittadino della Repubblica, in cui, come indica la AIRALDI (p.475),"il
buon cittadino è identificato con il cittadino di quella particolare Repubblica: pur nella serrata
oligarchia, vecchia ormai quasi di cent'anni, il ceto dirigente non vuole cancellare l'immagine
d'una forma politica in cui da secoli s'era identificata e s'identificava, ancora, sia pur in
diverse sfumature, la gente genovese e la storia della città". Documento di questo sistema si
scopre nella favola dedicata nel Capodanno del 1468 dal savonese Frate Lorenzo Guglielmo
Traversagni al Signore di Finale Giovanni del Carretto, fiaba che narra le vicende di Antioco
il buon figlio che, obbedendo ai desideri del padre, si reca nella grande Genova in cerca di
fortuna, riuscendovi, dopo aspre vicende, sin a conseguire un avvenire principesco,
sposando una fanciulla di nobile provenzale casato e meritandosi un celebre elogio del
vecchio padre. La AIRALDI (pp.476-479) riprende la favola, tradotta da G. Farris e ne
riassume la filosofia:" il De varia fortuna Antiochi è un codice sociale per una civiltà
mercantile all'apice della sua parabola; ingegno e prudenza non vanno disgiunti da un
bagaglio di virtù, cui non manca il concorso degli studi e per cui la figura paterna, in gran
rilievo, è colta nel suo storico rapporto con l'erede maschio, duttile qual creta in mano
dell'anziano, e quindi saggio, genitore".
COMPERA Termine storico genovese per indicare il "Prestito pubblico genovese, in cambio e
a garanzia del quale lo Stato concedeva al sottoscrittore (Comperista) la riscossione di
alcune gabelle. Anche se le Compere più note furono quelle del Banco di S.Giorgio, come scrive il
Boccardo (p.525): "Molte furono le compere che si susseguirono dal secolo XII al XV.".
CORSICA> L'isola, benché possesso genovese, con legge dell'8- II - 1577 fu resa all'autorità di
Governatore e Giusdicenti isolani (Criminalium iurium , Pavoni, Genova, pp. 149-151). Si
precisò nelle Riforme del 1587 (capo 42- Che da questi ordini, capitoli, & riforme ne sieno
escluse tutte le liti, cause, delitti & altri negotij, che son seguiti, seguono,ò seguiranno per
l'avvenire nell'Isola di Corsica, poiché dett'Isola è governata con differenti statuti, & leggi) e
ciò si ribadì nelle Riforme del 1605 (p.11, capoverso 4 - Che da questi ordini, capitoli e
riforme ne siano escluse tutte le cause, delitti & altri negotij, che sono seguiti, seguono, e
seguiranno per l'avenire nell'Isola di Corsica, poiche detta Isola è governata con differenti
statuti, e leggi). Gli Statuti Militari dello ZIGNAGO ("Estratto di Grida del Magistrato di
Guerra", 19-VI-1720, p.111) non riportano Corsica (come in Statuti Criminali del '500) ma
Regno di Corsica vietando di arruolarvi, come sulle piazze del Dominio, soldati e marinai a
pro di altri Stati e Sovrani.
DAZIO Imposta indiretta sui consumi di riscossione mediata che colpisce la circolazione dei
beni da uno Stato all'altro (Dazio esterno) o anche da un comune all'altro (Dazio interno). V.
Gabella.
DECRETO termine conferito alle delibere di Camera e Senato (vedi anche Legge)
DENARO> dal latino ( nummus ) denarius cioè "(moneta) del valore di 10 assi". Parola
trasmessa con assimilazione di e ad a ("danaro") e col singolare rifatto sul plurale -ri : il
singolare toscano originario dei testi arcaici era denaio, danaio (DEVOTO, s.v.). Il Denaro in
rame fu l'unità monetale di base della Repubblica di Genova, la cui sommatoria (per
convenzione e praticità, visto anche lo scarso valore del D.) andava sotto nome di Soldo
(moneta fantasma di "20 D.") e di Lira (altra moneta multiplo fantasma, di ben "240 D."). Già
in antico erano detti Minuti i D. che servivano per il commercio spicciolo (appunto "al
minuto"), con il loro quarto (Quartari detti anche Clapucini dal nome dei lavoratori del rame).
DISTRETTO> Circoscrizione territoriale di vario tipo, facente parte dell'organizzazione dello
Stato> Distrettuale = che appartiene alla popolazione del distretto nel significato di territorio
soggetto ad un Comune o Repubblica di origine medievale (BATTAGLIA,IV, sotto voci).
DOMINIO> v. Amministrazione-suddivisione del territorio.>leggi anche BATTAGLIA,IV, s. v, n.4:
"Territorio costituente un'entità politica o su cui si esercita un determinato potere politico;
Stato considerato dal punto di vista del territorio su cui si estende e su cui è organizzato". Il
D. genovese di terraferma era indicato colla formula "da Corvo a Monaco, dai Gioghi (talora
"Oltregiogo" - con parte dell'alessandrino) al Mare (o "le Riviere")": limiti estremi di levante e
ponente, di settentrione e meridione della giurisdizione repubblicana (escluse le colonie e la
Corsica)> per longitudine è facile l'identificazione del limite di Monaco mentre Corvo è il sito
a ponente del Magra, rappresentato in una carta di VRINTS.
FAMIGLIA> Nelle famiglie egemoni (che comunque assieme a quelle dei ceti subalterni e dell'intiero Dominio si debbono studiare tenendo altresì conto dei flussi demografici e dell'evoluzione sociopolitica oltre che religiosa dell'istituto del matrimonio) si riscontra dagli "Statuti Criminali", un modello piramidale
realizzato per salvaguardare i legami tra vita familiare e aggregazione d'affari, magari utili
allo Stato [il corrispettivo della FAMIGLIA sotto il profilo del computo demografico a fini statistici è il FUOCO ].
Anche i figli maschi, con diritto ad una paritetica divisione del patrimonio, erano
subordinati all'emancipazione dall'autorità del padre di famiglia, data al limite dei 25 anni (v.
negli "Statuti" l'alto - e non sempre uniforme - livello di età giudicato necessario ai giovani di
entrambi i sessi per svariate scelte di vita): su questo sistema verticistico della famiglia si
reggeva il complesso degli affari e varie "intelligenze" furono soffocate per anni, con
inaridimento imprenditoriale (AIRALDI, p.467: "forse solo la premorienza del padre consente
a personaggi destinati alla celebrità come i Pessagno o gli Zaccaria di emergere"). Nei centri
minori si allentava il verticismo di famiglia, con meno ramificazione di parentele e maggior
frequenza della "famiglia nucleare" e ruolo superiore per Donna e figli.
FANCIULLI (TUTELA)> gli Statuti genovesi si esprimono in più parti a difesa dei minori riprendendo antichissime norme che addirittura si possono collegare al diritto di Roma e, per soffermarci su norme codificate, a quelle veicolate, per esempio, dall'ottavo libro del Codice Teodosiano: la base di riflessione ideologica fondamentale si riscontra però nell'influenza esercitata dal Digesto giustinianeo e specificatamente da tutte le rubriche del Libro XXVII.
Dalla normativa statutaria genovese traspare, come nell'antico jus, sì la
volontà di proteggere i FANCIULLI, gli ORFANI, i PUPILLI affidati a TUTORI e CURATORI, da diverse violenze, non esclusa la cattiva cura (v. Balia) o
da atti di violenza che spesso l'opinione pubblica collegava con pratiche stregonesce (v. Aborto
e Bastardelli) ma siffatta volontà risulta prioritariamente intessuta, sempre, sulla direttrice di una strategia socio-politica che fa della salvaguardia dell'essenza della Famiglia le basi per la custodia dell'integrità e della sana perpetuazione dello Stato.
FAZIONE: Risultanza del sistema delle Parentelle, la Fazione era potenza per alcuni e
speranza per altri>SPINOLA sui "capifazione" in Dizionario Filosofico (B.U.G., ms.B.VIII. 25-
29,s.v."Fattioni") scrisse: "Ho conosciuto alcuni i quali professando di dar moto in questa
bassezza e miseria di fattione, io non dirò amici fra loro, perché l'amicizia non è se non fra
buoni, ma molto domestici, ridendosi della semplicità e balordaggine de lor partiggiani,
attendevano d'aiutarsi l'un l'altro in tener ingannati quei meschini, et a spolparli di capretti, di
ricotta e di formaggio, giocandone alla palla sotto manto di favorirli" ed aggiunse "...non è
cosa che nel nostro Paese mantenga più la peste de' banditi di quel che fanno le fattioni.
Imperoché i partigiani danno lor denari, portan lor provvigioni da vivere, li avisano delle
diligenze che la giustizia fa contro di loro e li tengono nascosti nelle case, nelle cassine et in
altre nascondaglie"> Stat. Crim. : Ribelli,lib.II,cap.71,74,81.
GABELLA: Imposta o Dazio di consumo - in orig. genericamente "tributo"(BATTAGLIA, s.v. il
termine deriva dal latino medievale gabella [ Acta Imperii ] dall'arabo qabala (imposta).
GENERALE DELLE ARMI carica trimestrale di supremo comandante delle forze armate genovesi,
ancora nel '700 scelta fra 4 dei 6 membri del Magistrato di Guerra: in subordine, fra le forze
di terra, si annoveravano i colonnelli ed i sergenti maggiori al comando dei singoli
battaglioni: vedi lo ZIGNAGO, passim.
GENOVINO D'ORO> multiplo del Denaro (usato soprattutto per le
transazioni internazionali, nelle vendite all'ingrosso e nell'alta finanza) in oro purissimo (3,5
grammi) che la Casa Monetiera di Genova coniò dal 1252 (contestualmente, di pari
peso aureo la Zecca fiorentina prese a battere il Fiorino d'oro: Venezia coniò dal 1284 il
Ducato d'oro detto poi Zecchino> CIPOLLA, pp. 36 - 37).
GHETTO: quartiere cittadino chiuso per il domicilio coatto degli Ebrei ed in cui
s'entrava per due porte che si chiudevano dal tramonto all'alba, custodite da guardie
cristiane: in Italia comparvero dal XIV secolo. L'etimologia non è ancora chiara> si veda
BATTAGLIA, s.v., che riprende A. Prati, dettando "Ghètto era il nome d'un'isoletta di Venezia,
dove furono cacciati gli Ebrei di quella città nel 1516, e gli altri ghètti ricavarono il nome da
codesto...Il nome di ghètto, scritto pure getto, geto, secondo antico uso, ma da leggere
ghèto, indicò nel sec.XIV un gètto cioè una fonderia per le bombarde, esistente in
quell'isoletta veneziana, dicendosi un tempo ghetàr per gettare".
IGIENE (PUBBLICA)> termine d'uso moderno recepito quasi solo dal 1500 , per opera di qualche scuola
medica, come profilassi contro le epidemie che si ritennero causate dall'accumulo di
sporcizia nelle pubbliche contrade con formazione di pestifere esalazioni (vista l'assenza di
servizi pubblici, periodici di pulizia, il tasso di inquinamento ambientale era notevole e
superiore al pensabile: nel '600 l'erudito intemelio Aprosio lamentò i danni procurati dalla
carenza di igiene pubblica per l'abbandono alla decomposizione in campi aperti di carcasse
d'animali e per discariche "selvagge" in aree impaludate come quella, in Ventimiglia, dei
Paschei, bonificata poi nel XIX secolo. Lo stesso nome di Bordighera - derivato da Burdiga =
area paludosa - alludeva ad un'area limosa e mefitica, che si estendeva sino alla vicina
Vallecrosia, poi bonificata a metà del '700 per le esigenze di acquartieramento dei battaglioni
austro-piemontesi durante la guerra du successione al trono imperiale>CAPACCIO-
DURANTE, passim. Gli Statuti Criminali del '56 (capo 88, libro II), con zelo ma limitato
successo, cercarono comunquedi salvaguardare l'I. pubblica, pur inserendo il discorso in un
contesto criminologico di reciproci affronti fra casati.
INSEDIAMENTI DEMICI>Col nome di Città si indicava solo il complesso demico, entro la cinta
muraria, di Genova> Suburbio era la zona alle porte della città, dove essa si espandeva in
modo più o meno ordinato (dal lat. suburbium comp. da sub = sotto e da urbs = città).>
Villa :in corografia tardo medievale genovese>piccolo centro rurale (p.es. villa di Sasso nel
Capitanato di Ventimiglia).> Luogo :in corografia di medioevo tardo genovese = unità demica,
mediamente rivierasca, maggiore di quella della Villa (p.es. Luogo di Loano o del Loano).
LAZZARETTO>(Dal nome dell'isola veneziana di "S.Maria di Nazareth" - così detta per
l'omonimo monastero - dove nel 1423 fu istituito un luogo di quarantena per i reduci di
Terrasanta affetti da malattie contagiose: con sovrapposizione del nome di S.Lazzaro
patrono degli appestati)> Luogo di isolamento per il ricovero di malati ritenuti incurabili e
pericolosi per la contagiosità del loro male: con questa idea venne istituito nel XV sec. per
opporsi al dilagare della peste, della lebbra e poi della lue o sifilide; era costruito in luoghi
isolati, isole e siti elevati o isolati con mura e fossati, di norma fuori di città: a partire dal XVI
sec., ai L. si affiancarono Ospedali per incurabili di Congregazioni religiose e Opere pie: pei
L. in Liguria> ANTERO> v.v. Conservatori di Sanità.
LEGGE: termine per le delibere dei Consigli
(vedi Decreto).
LIBRO DELLA NOBILTA' (dopo la Costituzione del 1528)> ogni anno vi si ascrivevano 10 elementi,
7 di Città e 3 delle Riviere. Vi si concentrava tutta la classe dirigente del Dominio.
LIRA: il sistema monetario genovese , uscito dalle riforme carolingiche, si
espresse sino alla Rivoluzione francese secondo lo schema di equivalenze (1 Lira = 20 Soldi
= 240 Denari) in cui i multipli Lira e Soldo erano "monete fantasma" usate in contabilità e
pratica commerciale visto il modestissimo valore del Denaro o "moneta reale".
MAGGIORASCO-MAGGIORASCATO > v. BATTAGLIA, s.v.): Nell'età intermedia istituto di diritto di
famiglia (forse di origine spagnola) per cui, in forza di specifico atto, il patrimonio di una
famiglia, specie se nobile, era reso (maggiorasco universale, maggiorasco parziale)
indisponibile e vincolato a favore delle generazioni future e si trasmetteva ereditariamente
dall' ultimo beneficiario al parente più prossimo e, in caso di parenti di pari grado, al più
anziano di età di essi (il nuovo beneficiario era tenuto, in certi limiti, a provvedere agli altri
prossimi congiunti.> Concretamente era un fondamento del dominio della primogenitura
maschile, della strutturazione piramidale della famiglia e della figura centripeta del PATRIARCA (questo sistema accentratore delle DINAMICHE DI FAMIGLIA finiva però per esser causa di monacazioni forzate di
figlie quanto, seppur con minor costrizioni nella vita futura e quasi sempre con maggiori gratificazioni,
di indirizzo in cariche religiose di figli maschi dal secondogenito (non sempre recepito sì da poter parlare anche per alcuni maschi particolarmente recalcitranti di "monacazioni coatte" sì da indurre la Chiesa ad intervenire = alternativamente -però, cosa che rendeva sempre meno drammatica la condizione del maschio- poteva ricorrersi all' impiego dei maschi, ed eventualmente di quelli ssolutamente recalcitranti alla vita religiosa, in
carriere militari, campo in cui peraltro si ambiva sempre ad avere un esponente della Casata)> Il Diritto di maggiorasco indicava la preminenza giuridica, sociale ed
economica del beneficiario del patrimonio di famiglia nei confronti dei parenti, specie dei
fratelli cadetti: ne seguiva sempre forte aspirazione del parente più prossimo, in genere il
figlio primogenito, di subentrare al beneficiario al momento della sua morte (da qui il timore
di Sicari, Avvelenatori ed Avvelenamenti negli Stat.Crimin.).
MARINERIA GENOVESE NEL '500:(I) Nel 1509 Genova era una delle maggiori potenze navali del
Mediterraneo con una flotta che, senza contare le imbarcazioni di cabotaggio, ammontava a
circa 15.000 tonnellate, pressapoco come quella di Venezia (con navi di gran tonnellaggio,
destinate poi ad un ridimensionamento cercando gli armatori costi minori di gestione).(II) A
metà secolo la flotta raggiunse un tonnellaggio di circa 28.000 tonnellate, con navi di minor
stazza e maggior numero che nel 1509: cifra che però, associata a quella della flotta veneta,
non eguagliava quella della Repubblica di Ragusa, dagli inizi del XVI sec. in espansione
commerciale. (III) Tra 1590-'95 la stazza della flotta scese a 10-12.000 tonnellate (la crisi
della marineria data dal 1564 quando per la prima volta il traffico portuale di navi non
nazionali superò quello genovese): dal 1568 al 1586 (colle eccezioni del 1576 e del 1582) i
vascelli nazionali tornarono a prevalere nel traffico portuale ma il decadimento riprese dal
1593 quando la crisi della marineria fece sì che non oltre il 30% del traffico portuale fosse
coperto da imbarcazioni di Genova.
MISURE DI CAPACITA'> (I) per Aridi> Mina di Genova di 4 stari (litri 116,5318);Staro di 2 quarte
(litri 29,13295); Quarta di 12 gombette (litri 14,566476); Gombetta (litri (1,213873).(II) per
Vino> Mezzarola di due barili (litri 159); Barile di 90 amole(litri 79,5);Terzaruolo di 60
amole(litri 53); Quartarolo di 45 amole (litri 39,75); Amola di 4 quarti (litri 0,883333). (III) per
Olio> Barile di 128 quarteroni (litri 65,48).
MISURE DI LUNGHEZZA> Cannella di 12 palmi(metri 2,9777000); Palmo di 12 once (metri
0,2480083);Oncia di 12 punti (metri 0,020673);Punto di 12 atomi(metri 0,001723);Atomo
(metri 0,000143);Canna di 10 palmi(misure per stoffe:metri 2,480833).
MISURE DI PESO>nello studio delle antiche contrattazioni bisogna sempre tener conto della
differenza fra Peso grosso (unità ponderale nel sistema metrologico precedente quello
decimale usato per le merci meno pregiate e di grande scambio) e Peso minuto, piccolo o
sottile (in uso per le merci di pregio)> in Genova vigeva questa classificazione: Cantàro di 6
rubbi ossia 100 rotoli (peso grosso Kg. 47,6496); Rubbo di 25 libbre (peso grosso Kg. 7,9416
- peso sottile Kg. 7,91875); Rotolo (peso grosso Kg. 0,47649 - peso sottile Kg. 0,475125);
Libbra di 12 once (peso grosso Kg. 0,317664 - peso sottile Kg. 0,31675); Oncia di 144 carati
(peso grosso grammi 26,472 - peso sottile grammi 26,396). BOCCARDO, 309 fornisce
invece questa tabella comparativa, con qualche divergenza ponderale, fra P. grossi e sottili
di alcuni importanti potentati italiani: "Libbra di Milano, peso grosso, Kg. 0,762929; peso
sottile, Kg.0,326971. Libbra di Venezia, peso grosso, Kg.0,477494; peso sottile,
0,302025...Libbra di Genova, peso grosso, 0,348456, peso piccolo 0,316778".
MISURE DI SUPERFICIE> Cannella quadrata di 144 palmi quadrati (metri quadrati 8,862529).
MISURE DI VOLUME>Cannella cubica di 1.728 palmi cubici (metri cubici 26,383748).
OPERA PIA = OPERE PIE>COSTANTINI, p.80: pure O. di bene, di carità> a Genova nel XVII
sec. l'ufficio assistenziale pubblico, cui gli Stat. Crim. fanno cenno, era l'Opera del Suffragio dei poveri ("In occasione di una gran carestia fu istituito questo Magistrato di otto Soggetti, i
quali hanno l'incarico di amministrare le larghe elemosine lasciate dalla pietà de' Cittadini a
sovvenimento de' poveri. A molti di questi è distribuito il pane a proporzione del bisogno ogni
settimana; e molti sono provveduti di vitto e vestito nel grande Albergo di Carbonara":
RATTI, s.v.). Altre Opere pie nel Dominio: erano istituzioni religioso-caritative con fini di
beneficenza e/o previdenza per i ceti sociali bisognosi.
OSPEDALE-OSPEDALI>Spedali nei documenti genovesi ancora nel '700. Oltre a quelli della capitale
esistevano nel Dominio altri O., retti da consigli d'amministrazione che gestivanio i beni degli
istituti: nel "Capitanato di Ventimiglia", che andava dalla città ad Ospedaletti, il "Pubblico O.
di S.Spirito", tra XV e XVII sec., preposto al ricovero dei derelitti oltre che alla cura degli ammalati, era amministrato da "agenti" in gran parte di estrazione
patrizia e spesso accusati di malversazioni dai popolani (DURANTE-POGGI, pp. 215 e sgg.).
PALAZZI PUBBLICI> l'originario, antico Palazzo Comunale (1291), sito in area abbastanza
lontana dalla zona portuale e storica delle contrattazioni commerciali, fu poi incorporato nel
Palazzo Ducale che, oltre ad essere residenza ufficiale del Doge, divenne "centro di
vita"dello Stato: vi opravano pure i "giudici rotali". Invece il Palazzo prossimo al mare che si
era fatto erigere il primo capitano del popolo (1260) Guglielmo Boccanegra divenne sede
dell' Ufficio di Dogana e quindi dal 1405 della Casa di S.Giorgio ( la Dogana conservò il
proprio spazio al piano inferiore mentre nelle sale superiori erano organizzati i vari uffici per
le operazioni finanziarie e la varia attività del Banco di S.Giorgio).
PODESTERIE (le tre PODESTERIE)>da PODESTA'.
Le tre PODESTERIE storiche nella giurisdizione e negli
Statuti repubblicani erano quelle di Voltri, Polcevera e Bisagno che, costituendo il più antico
territorio della Repubblica di Genova, godevano di particolari previlegi> BATTAGLIA,XIII,s.v.
Podesteria 1,2 = Instiutio Cabellarum Genuensium [in Rezasco 816].
Si intende estensivamente per PODESTERIA "un'area territoriale soggetta alla giurisdizione di un PODESTA' (ed anche la popolazione che vi
abita)": per PODESTA' nell'età intermedia, relativamente al DOMINIO DI GENOVA, non si deve intendere il capo supremo di un'amministrazione comunale ma un funzionario, un esponente nominato dal potere centrale cui spettava l'amministrazione di una PODESTERIA, territorio relativamente poco importante per esempio rispetto ad un CAPITANATO.
Il PODESTA' godeva di notevoli poteri ma con limiti sanciti dai diritti statutari delle singole giurisdizioni e risultava periodicamente soggetto al controllo della SIGNORIA, del DOGE, dei CONSIGLI, della CAMERA e del SENATO grazie alla supervisione dei potentissimi SINDICATORI GENERALI DELLA REPUBBLICA che, in caso di inadempienze del PODESTA' -generalmente scelto tra il ceto magnatizio e nobiliare di Genova- potevano intraprendere sanzioni disciplinari molto gravi che non escludevano l'imposizione di DEPORRE LA CARICA DANDO RESOCONTO DELL'OPERATO ED IN CASO DI INADEMPIENZE GRAVI PAGANDO PENE IN DENARO PER GLI ERRORI COMMESSI.
POTERE D'ACQUISTO> per individuare il P. d'acquisto della Lira nell'età intermedia si procede in
via approssimativa, tenendo sempre nel debito conto l'equazione LAVORO PRESTATO - SALARIO PERCEPITO.
In Genova, a fine '400, la giornata di un maestro muratore
(operaio specializzato) ammontava a Lire 0,50 mentre a fine XVII sec. si retribuiva con 1,80
Lire. Vi eran intanto stati, da II metà del '500,un lievitare dei salari e un'inflazione.
- POVERI: BATTAGLIA,XIII,s.v.,4: "Persona indigente - con valore collettivo...in senso sociale:
plebeo".
Tra XVI e XVII secolo in Genova come in altre grandi città italiane si ebbe un incremento demografico di masse lavorative provenienti dalle Riviere del DOMINIO in cerca di un lavoro, ben presto si rese evidente la piaga del Pauperismo endemico.
L'Ufficio o Magistrato dei Poveri> dal 1539 (con successiva distinzione dei POVERI in Poveri e
Miserabili) prese ad affiancare il più antico Magistrato di Misericordia esistente dal XIV sec. e soccorreva con elemosine e
distribuzione di pani i "veri poveri".
Prese poi a curare il Lazzaretto dove si rinchiudevano i Poveri
senza fissa dimora (BONFADIO, pp.59-60)> Ufficiali dei Poveri> Magistrati preposti all' assistenza:
Leggi della Repubblica di Genova (29-XI-1621) [in Rezasco, 842]: "Gli ufficiali...dei
poveri...debbono essere eletti da' Serenissimi Collegi e Minor Consiglio". V. Abbondanza,
Vettovaglie.
POVERTA' (PAUPERISMO) >v. Poveri: Da metà '500, sotto la pressione di grandi masse di P.,
si registrarono radicali inversioni di tendenza rispetto ai
"diversi" e si compì la trasformazione della figura del Povero funzionale od utile all'economia
curtense in quella del Povero marginale o superfluo per il sistema commerciale e
mercantilistico dell'età intermedia.
COSTANTINI> pp.74-79: Genova, tra il 1531 ed il 1579 ebbe un notevole incremento
demografico passando da 51.000 a 67.000 abitanti> i vantaggi della città marinara e dei
commerci erano però spesso bilanciati in negativo dalle numerose carestie che si
susseguirono tra il '31 ed il '70 specie per la crisi del rifornimento granario (lo Stato
necessitava annualmente di trentamila tonnellate di cereali, di cui metà circa solo per la
capitale), crisi dovuta sia alla mancata autosufficienza di produzione per le caratteristiche del
territorio ligure (pletorica risultò un'ipotesi di colonizzazione ceraricola della Corsica) sia per
la precaria ed ambigua neutralità genovese che, poggiando su fluttuanti alleanze ed
ambiguità diplomatiche, poteva vedersi, alternativamente, precluso l'accesso a qualche
tradizionale serbatoio di granaglie come la Lombardia, la Sicilia o la Provenza. Per questa
ragione, con la conseguenza dell'abbandono, crebbe da metà '500 il flusso migratorio
dall'entroterra sulla costa e Genova in particolare alla ricerca di un miglior tenore di vita: il
fallimento, molto frequente di queste scelte, generava in maniera conseguente il pauperismo
e la fame (in modo esasperato rispetto a quella patita nelle zone rurali di provenienza): pauperismo e fame divennero quindi i prodromi quasi naturali della delinquenza, piccola e grande, e poi ancora
dell'instabilità dello Stato incapace di arginare e censire il flusso di tanti immigrati spesso
destinati all'accattonaggio ed al vagabondaggio come passo iniziale verso l'emarginazione e
la criminalità . Questa preoccupazione è ben individuabile nella Relazione
tardocinquecentesca attribuita al Senarega ove tra l'altro si legge: "La Pasqua [proprio nei
tempi tiepidi dell'Ebdomada Maggiore o Settimana di Passione, assai più che durante i rigori
invernali del Natale, si affollavano in Genova tanti poveri a "far questua"] et ogni altra festa
principale calano a Genova una gran quantità di montanari, uomini e donne, per cagione di
dimandare elemosine, li quali, la maggior parte, o subito o al più lungo alle feste vi si
annida...[per poi, in parecchi casi, non più tornare al luogo di provenienza celandosi nel
sottobosco umano dei tanti poveri, in un crescendo di pericoli, compreso quello di rifugiarsi,
per restare e sopravvivere, nei meandri della delinquenza, specie della prostituzione e del
lenocinio].
PRECONE: ant. e letter. da praeco-onis:Cintraco , Banditore (in Firenze, vedi Galeotto in fine)
e di "Araldo in pubblica piazza": in epoca di grande analfabetismo, oltre che ad affiggersi nei
luoghi di legge, le norme pubbliche, per rispetto formale, si leggevano al pubblico convocato
a suono di tromba,corno o tamburo, perché "ad alta ed intellegibile voce" si conoscessee
questo o quel documento> da qui il nome di Grida per leggi o ordinanze così rese di pubblica
ragione.
PROCESSO EVOLUTIVO DELLA MONETAZIONE GENOVESE (v. Denaro, Lira, Potere d'acquisto, Scudo,
Soldo, Zecca)> si distinguono tre fasi della monetazione della Repubblica di Genova fino
alla sua scomparsa nel 1797:
I : (1139-1339) coincidente coll'espansionismo commerciale, coloniale e militare di Genova:
si calcola in questo periodo una grande coniazione (centinaia di varianti) di Denari in rame
coi loro sottomultipli, di Grossi d'argento (colle rispettive frazioni: Sesini, Petachini ed un raro
multi4plo detto Piéfort), di Genovini d'oro (coi relativi quarto ed ottavo: Quartarola e
Ottavino o Soldo d'oro). Il simbolo di queste monete (e per 5 secoli ancora) è un "Castello"
stilizzato: intorno corre la scritta "IANUA" o "CIVITAS IANUA" (nelle monete del governo
guelfo si trova la legenda "IANUA QUAM DEUS PROTEGAT": sul rovescio si vede una
"croce" con la scritta "CUNRADUS REX" per celebrare l'Imperatore che avrebbe concesso
alla repubblica il Diritto di Zecca). Solo sui Quartari o quarta parte del Denaro il "Castello" è
sostituito dal "Grifo" (animale dal corpo di leone e testa d'aquila che affianca lo stemma
cittadino): in tali monetine al posto di "IANUA" sta "TOMAINUS" per alcuni nome dello
Zecchiere.
II : (1339-1528). E' il periodo del Dogato a vita. Dal 1415 il Genovino assume nome di
Ducato e si arricchisce della metà, del doppio e del triplo. In argento compare il Testone, del
valore di una Lira, coi suoi multipli e frazioni.
III : (1528-1797) o periodo dei "Dogi biennali": la legenda sulle monete diviene generica
"DUX ET GUBERNATORES REIPUBLICAE GENUENSIS". La monetazione si arricchisce
sal 1541 della data , delle inziali degli "zecchieri", di nuovi tipi e valori. Compare il Cavallotto
(20 Soldi d'argento: si conoscono 50 varianti e il tipo con effigie di S.Bernardo sul rovescio).
Si battono i multipli di Scudo d'oro e d'argento: Doppie (2 Scudi aurei), 2 Doppie e Mezzo, 5
Doppie, 10 Doppie, 12 Doppie e mezzo, 25 Doppie (gr. 167,40); d'argento sono lo Scudo e
mezzo, i 2 e 4 Scudi (gr. 152,35). A metà '500 la monetazione si ispira allo Zecchino veneto
coi Testoni e i Ducatoni (col Salvatore benedicente il Doge). Dal 1637 la Zecca genovese
sostituisce il "Castello" con la "Madonna con Bimbo in trono di nuvole e coronata di stelle" e
la legenda "ET REGE EOS" ("guidali con saggezza"): sono monete di pregio e in alcuni
esemplari il Bimbo è rappresentato con in mano un rosario.
RIVIERA/E: Riviera di Genova o R. genovese> il litorale ligure - anche per estensione> la
Liguria, la Repubblica di Genova. R. di Levante, R. di Ponente> le 2 partizioni geografiche
del Dominio nell'uso, da Buti a Giustiniani (BATTAGLIA. s.v.,3).
SALARIO: nei genovesi Statuti Criminali si indicano, spesso con dovizia di particolari ma talora
facendo riferimento ad accordi diversi e sanciti in altri capitolati, i compensi dei vari
funzionari e dipendenti dell'apparato della giustizia. Il problema salariale, in queste società
precapitalistiche, assumeva rilievi crescenti nei settori del lavoro, compreso quello privato e
l'attività tanto intellettuale che manuale ed operaia. Lanfranco Zacchia, nel XVII secolo
scrisse due trattati per la "regolamentazione degli accordi economici di lavoro nei vari Paesi
cattolici europei": a siffatti volumi, per tale materia, si prese l'abitudine di attenersi onde
evitare contenziosi tra le parti. Il più celebre fu il De salario seu operariorum
mercede...Tractatus in tres partes distinctus, Roma, per Nicolao Tinassi, 1658, in folio, di pp.
12-406-88 (Titoli in rosso e nero con grande xilografia, fregi e capilettera nel testo): è uno dei
primi testi in cui si affrontò giuridicamente il problema salariale. Vi compaiono 110
Quaestiones, fra cui alcune curiose come la 59 (sul salario del carnefice), la 73 (se si debba
o no un compenso ai ruffiani), la 75 (se e quando si debbano compensare le puttane con un
salario) [a quest'opera seguì (in Venezia, apud I. Turrinum,1664) il volume in folio -pp.8 -
180 - 88 - Centuria decisionum ad materiam Tractatus de Salario et operariorum mercede,
come il precedente ma con le sentenze sull'argomento, dal '500 al '600, e descrivendo
parecchie controversie].
SCUDO vedi Processo evolutivo della monetazione genovese III.
SOLDO vedi LIRA
TAGLIA -E arc.,imposta su persone e stabili nelle
Riviere.
SEGRETARI DELLA REPUBBLICA> "Si eleggono alla forma delle leggi tre Segretarj della
Repubblica, uno de' quali per lo più è Dottore di legge, e gli altri due Notai di Collegio.
Durano nell'Uffizio 13 anni con delle proroghe successive. Uno di essi a vicenda è obbligato
a fissare per anni 4, e mesi 3, la sua abitazione nel Pubblico Palazzo. Ognuno di questi ha la
sua Segreteria separata, nella quale si conservano gli atti, le lettere, e le scritture tutte
spettanti al suo uffizio, e dipartimento" (RATTI, s. v. "De' Segretarj").
SIGILLO DELLA >SIGNORIA> anche
DOGALE e poi per Governatori, Procuratori, Sindicatori allo scopo di vidimare atti
di pubblica importanza: dai capi criminali sui "falsificatori" si apprende che per l'uso illecito
vigevano pene assai gravi.
SIGNORIA> Vertice dello Stato: nome cumulativo
del complesso di Doge, Governatori, Procuratori. La Signoria oltre che poteri
esecutivi deteneva l'amministrazione della giustizia penale e ricopriva in pratica ogni
prerogativa del Principe.
SPEDALE DEGLI INCURABILI: "Alcuni pii Cittadini instituirono questo Spedale per gl'infermi di
malattia incurabile, e per li pazzi. Fu in appresso accresciuto, e stabilito un Magistrato
formale, il quale ha tutta l'autorità di provvedere, e determinare qualunque affare spettante al
medesimo. Dodici sono i Protettori, e questi sono perpetui. Eleggono essi tra di loro quattro
Soggetti, che formano il Magistrato, ed hanno pure la facoltà di eleggere i suoi successori,
qualora taluno di essi voglia appartarsi" (RATTI, s.v.).
SPEDALE DI PAMMATONE: "Dodici Protettori di questo grande Spedale presiedono a quattro
per volta agli affari, ed amministrazione del medesimo, e formano un Magistrato, che ha
piena autorità in tuttociò che concerna quest'Opera Pia e suoi Ministri. Si stende la loro cura
non solo sull'assistenza, e provvedimento degli ammalati; ma anche al mantenimento, ed
allievo de' Bastardelli dell'uno e l'altro sesso, i quali vengono accolti in un ridotto particolare
annesso al suddetto Ospedale" (RATTI, s.v.).
STRUTTURE MILITARI DIFENSIVE VARIE> Castelli, Rocche, Torri ed altre strutture militari difensive e
dislocate in luoghi tattici, a guardia dei monti e del mare, dei passi e delle giogaie come dei
luoghi di transito furono tutelate con norme severe dalla giustizia penale genovese contro
eventuali violazioni, rese al nemico per tradimento, rifugio arbitrario concesso a ribelli,
predoni, individui sgraditi alla Signoria> vedi Stat.Crim. lib.II, cap. 84 >per un
approfondimento si consulti l'opera (SAGEP di Genova) di Paola
Costa Calcagno intitolata I Castelli della Liguria.
Un discorso a parte comportano le CINTE MURARIE che PROTEGGEVANO luoghi storici del
Dominio.
La SALVAGUARDIA dell'accesso alla cinta muraria era ritenuta vitale per la
sicurezza.
Data la vastità dell'argomento e per il fatto che gli Statuti Criminali del '56 trattano
specificatamente del solo complesso della cinta muraria di Genova è opportuno fare qualche
osservazione in merito.
Vista la carenza di documentazione su uno schermo difensivo
d'epoca romana si è soliti ascrivere la realizzazione del I circuito murario al IX sec.: la "cinta"
doveva racchiudere e proteggere il complesso urbano avendo come cardini le colline di
Castello e di S.Andrea, con quattro porte dette Castello, Soprana (prossima all'attuale), di
Serravalle (vino all'odierna via Scurreria), di S.Pietro (accanto alla sponda del mare e detta
"Ripa"). Nel 1163 fu eretta una seconda cortina di mura di cui a Sarzano e in via del Colle si
scoprono alcune tracce mentre i baluardi oggi scomparsi, di Castelletto e Torre di Luccoli,
conferivano maggior robustezza all'insieme.
Lo sviluppo urbano determinò poi
un'integrazione del complesso delle mura nel XIV sec. per racchiudere nuovi insediamenti
come a ponente il borgo di Pré fino a S.Tommaso (1345-'47) ed a est il complesso di
Carignano (1320-'27: vedi qui Stat.Crim. lib.II, 90).
Dopo ulteriori ampliamenti, con l'erezione
di baluardi nel 1536, la CINTA MURARIA raggiunse la definitiva conformazione con
l'erezione delle possenti MURA NUOVE del 1626-'32 strutturate ad arco, seguendo un ampio
percorso ad arco collinare Sì da difendere la città anche alle spalle contro la
pressione sabauda>U.CARDARELLI in FEDELE, s.v. "Genova"
UFFICIO DELLE MONETE> Ufficio preposto, fra l'altro, ai lavori della "casa monetiera" o Zecca
(Cecca) di Stato .
UFFICIO (O MAGISTRATO) DI GUERRA> creato il 10 maggio 1575 per una legge del 1536. Col tempo
divenne una sorta di organizzazione politica, parallela ma anche contrapposta al Senato, che
oltre a curare le questioni militari era solita intervenire in tutti gli aspetti della vita cittadina>
A.S.G., Arch. Segreto 820 (Manuali decreti del Senato, 1575) = la legge è registrata
in A.S.G, Fondo Manoscritti, 129.
ZECCA dall'arabo (dar as) sikka = casa della moneta > in questi Statuti Criminali in luogo di
Zecca si usa l'espressione CASA MONETIERA: secondo i calcoli del CIPOLLA (p.30) la Casa
Monetiera genovese prese a funzionare poco dopo il 1138> v. Processo evolutivo della
monetazione genovese. Dal XVII al XVIII sec. negli atti pubblici in volgare compare quindi il
termine Cecca (v. "Grida a stampa del Magistrato delle Monete che impone agli Orefici od
Argentieri della Città di far apporre il marco dai marcatori solo presso la Cecca: anno 1744 in
Arch.St.Genova - Magistrato delle Monete).
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