cultura barocca
Inf. B. E. Durante

Carta sopra riprodotta nella sua totale genuinità di = " A. P. Anonimo : Carta dei trinceramenti presumibilmente disegnata da una spia piemontese nel 1747 dall'altura di Siestro con utile didascalia sulle postazioni in essere " (da collezione privata -edita nel volume Marciando per le Alpi - Il ponente italiano durante la guerra di successione austriaca
Vedi qui Genova in una stampa di poco anteriore a tali eventi (1729) e gli eventi della guerra di Successione al Trono Imperiale.
In dettaglio analizza gli
scontri, i trinceramenti, le devastazioni nel Ponente Ligure (Fronte occidentale).
Vedi poi ancora qui la
soprastante carta digitalizzata ed ipertestualizzata (numeri attivi)
e dalla stessa visualizza
la sublimazione del nodo viario di Nervia e della "strada romana" proveniente da Bordighera verso Ventimiglia -compreso il ponte sul Nervia- e con la deviazione verso la Val Nervia da Camporosso Mare.
Integra siffatte notazioni con la seguente documentazione del pari ricca di immagini antiquarie =
1 - "Racconto dei fatti avvenuti in Ventimiglia negli anni 1745/46/47/48/49", 28 cc., manoscritto del M.co Don Vincenzo Orengo conservato a Bordighera in Istituto Internazionale di Studi Liguri entro "Biblioteca G. Rossi", Ms. VI, 84m.
e quindi
2 - "Relazione sulle fortificazioni di Dolceacqua 1747 - 1748", 72 cc., manoscritto del notaio Pietro Noaro conservato a Bordighera in Istituto Internazionale di Studi Liguri entro "Biblioteca G. Rossi", I, 8.
opere comunque già edite nell'"Appendice Bibliografica" del volume di R. Capaccio - B. Durante, Marciando per le Alpi / Il ponente italiano durante la guerra di successione austriaca (1742 - 1748), già Gribaudo, Cavallermaggire, poi Paravia-Gribaudo, Torino.
La rilevanza della carta qui sopra proposta (scorri e visualizza, anche le didascalie d'epoca) consiste nel fatto che per quanto più elementare di quella ufficiale, coeva e qui proposta dell'Ing. Guibert su ordine del generalissimo Barone di Leutrum cndottiero austro-sabaudo offre un'idea più esaustiva di molte particolarità compresi quei lavori di fortificazione, sia sul lato austro-sardo che franco-ispano, che alterarono profondamente il territorio pianeggiante tra il fiume Roia ed il grande torrente Nervia con incidenza peculiare proprio sul citato -per quanto ancora ignoto a quasi tutti- sito archeologico di Nervia, oltretutto da sempre di grande valenza stradale (lo stesso discorso vale a riguardo di questa altra carta ufficiale concerenente le fortificazioni franco-ispane delle Bellisle e che reca nome emblematico di Ideale mapa dei contorni avanzati del forte S. Paolo di Ventimiglia, 1747) = le grandi opere militari oltre ad alterare da Bordighera a Latte ed oltre per avvolgere l'entroterra certi aspetti del territorio provocò molti danni sul complesso archeologico della città romana di Nervia ma anche del suburbio anche perché i soldati di entrambi i fronti si "arrangiavano" come potevano e spesso realizzavano trincee e ridotte sfruttando edifici antichi o scavando dove emergevano ruderi, spesso romani, ed anche utilizzando a guisa di riparo e/o trincee quanto già l'Aprosio aveva visto senza dover scavare. Non è un caso che spesso nei reperti archeologici si ritrovino sorprendentemente mescolati oggetti antichissimi a baionette e pistole settecentesche od ancora a medaglie e distintivi parimenti settecenteschi come in questa immagine.
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La guerra, ogni guerra ma specie dal '700 -oltre prioritariamente per le vittime militari e civili- è una calamità senza fine per ogni territorio: in merito alla Città Romana di Nervia ovvero il complesso demico principale a Nervia del municipio di Albintimilium (vedi mappa digitalizzata) i danni bellici -non esclusi i bombardamenti della II guerra mondiale- risultarono devastanti ma in merito nemmeno bisogna dimenticare altri fattori, connessi direttamente ma anche indirettamente alla guerra o a trasformazioni di ordine sociale e residenziale.
La realizzazione ottocentesca, peraltro importante della Strada della Cornice destinata a diventare l'odierna statale via Aurelia comportò alterazione dei siti e distruzioni per allargare quella che era ancora detta strata romana o strata antiqua ma che si era ridotta ad un sentiero malagevole.
Si è sostenuta in merito alla Diocesi di Ventimiglia (oggi Diocesi di Ventimiglia - Sanremo) antichissima fra le Diocesi della Cristianità l'esistenza di una paleocristiana chiesa intemelia, eretta a Nervia di Ventimiglia sul diruto teatro romano, poi trasformato in area cimiteriale per le inumazioni sui gradoni della cavea.
A tal proposito -prescindendo dalla precisa localizzazione dei reperti- non è da dimenticare la lettera che il canonico della cattedrale intemelia Giovanni Francesco Aprosio scrisse a Girolamo Rossi il 5 agosto 1891.
Secondo il religioso, stranamente sottovalutato da un disattento Rossi, nel 1836, nell'area nervina, come detto in prossimità del teatro romano, ai tempi della sua giovinezza, prima che si alterasse il complesso viario per l'ultimazione della Strada della Cornice, sarebbero ancora esistiti i resti di una chiesa paleocristana, andata poi diruta per le devastazioni longobarde.
A suo dire il canonico avrebbe anche misurato di persona la grandezza dell'antica fabbrica, trascrivendone nel 1829 due frammenti di lapidi [che in verità sembrerebbo appartenere alle costumanze d'un'epoca molto più tarda, fatto peraltro plausibile visto che sullo stesso luogo forse fu innalzato un minore edificio cultuale]: in una di siffatte lapidi egli avrebbe letto l'iscrizione "Depositis Humili Secundi loco/ Sanctis Reliquis Nervia vederat/ Augustus voluit Virginis reditus/ Tandem reddere pignora" (vedi E. Viola, "Culto e tradizione per il Santo Patrono di Ventimiglia San Secondo" in "Rivista Ingauna e Intemelia", N.S., anni XXI-XXV, 1969 - 1970 [edita nel 1995]): a questo proposito si deve dire che, almeno per non irridere, come da qualcuno si fece (ed a torto) le considerazioni del religioso, vale la pena di scorrere una Previsione di Bilancio del Parlamento Intemelio al cui "punto 24" venne citata (assieme ad una chiesa di Bevera) una chiesa di Nervia (toponimo già all'epoca usato specificatamente per indicare l'area sita sulla riva sinistra del torrente Nervia peraltro occupata da una prebenda episcopale
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E tutto questo senza dimenticare la relaizzazione della linea ferrata da Genova a Ventimiglia facendo di quest'ultima una importantissima stazione internazionale con un formidabile ripascimento per la posa dei binari e la realizzazine delle necessarie strutture ed infrastrutture dell'area Nervia sino al limite del fiume Roia poi superato da un ponte ferroviario: cose tutte che comportarono pesanti interventi -anche al fine di non interrompere i lavori- sui reperti archeologici via via emergenti specie nell'area nervina.
A completare i danneggiamenti dell'area di Nervia come quella di Ventimiglia e circondario intervennero poi i bombardamenti della II guerra mondiale come qui si vede = in merito a questo evento o meglio questi eventi - tra cui il bombardamento aereo del 10 dicembre 1943 fatto per distruggere i ponti ferroviari sul Roia e sul Nervia che distrusse completamente i rioni di Gianchette e Nervia causando centinaia di morti e di feriti e quello non meno tragico del 21-22 giugno 1944- Ventimiglia fu davvero una una città "martire" in merito alla quale il Comune di Ventimiglia giustamente nel 1971 fece stampare questa pubblicazione (vedine il frontespizio).



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