Le considerazioni sul POMODORO NERO ( DI CUI SI RITIENE CHE UNA VARIETA' SIA STATA COLTIVATA CON UNA CULTURA POI DI RECENTE RIPRESA A NELL'AREALE DEL COMUNE DI SEBORGA (IM) PRESSO L' "AZIENDA AGRICOLA MONACI TEMPLARI") son tante oggi alla luce della relizzazione del discusso "Sun Black" che senza dubbio rappresenta una novità nel panorama vegetale e che risulta essere il terminale di
un biennio di studi e ricerche nel contesto di un pool di istituti scientifici (Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, Universita' della Tuscia, Università di Modena e Universita' di Pisa) la cui coordinazione è stata gestita dal Prof. Pierdomenico Perata:
la pigmentazione viola-nera del Sun Black dipende dalla grande concentrazione nella buccia di antociani, in media non presenti nel frutto di pomodoro, e che danno nome ad un serie
di molecole antiossidanti notoriamente presenti in altri frutti come l' uva nera, i mirtilli, le fragole e via dicendo sicché il "Sun Black" contestualmente il licopene (di colore rosso e dalle note qualità antiossidanti) ed appunto antociani (di colore viola e del pari provvisti di caratteristiche antiossidanti.
Il "Sun Black", occorre dirlo, non costituisce un OGM ma semmai il terminale di un riuscito processo di ibridazione ovvero della metodologia scientifica con cui si son realizzate, previa l'impollinazione dei fiori, tutte le varieta' vegetali non OGM: processo portato avanti dal Professor Soressi dell'Università della Tuscia, ascritto fra i più prestigiosi genetisti del pomodoro.
Il lavoro di ricerca non è comunque concluso atteso che tuttora il "Sun Black" viene studiato dagli altri laboratori del progetto Tom-Anto per delineare con assoluta precisione le proprieta' nutritive ed organolettiche: due cose però sono fondamentalmente associate nel pomodoro nominato "Sun Black" e cioè che costituisce una varietà di pomodoro con proprietà non presenti in nessuna delle altre varietà ( come già specificato gli antociani) ed ancora che in alcun modo il "Sun Black" è da giudicare
un OGM.
Contrariamente a certi sensazionalismi giornalistici, come spesso accade inopportuni e fuorvianti, nemmeno è vero che il "Sun Black" costituisca, in associazione con le proprietà attribuitegli, il "primo pomodoro nero della storia"= per restare all'oggi esistono altre varietà di pomodoro dalla colorazione molto scura, vicino al nero di cui attualmente, fra tutti, il maggiormente citate è oggi il "Kumato",
che risulta prodotto dalla multinazionale Syngenta e che vanta una colorazione marrone scura, che si riscontra tanto nella buccia quanto nella polpa mentre in un relativo passato (per quanto tuttora coltivato) la priorità spettava al "Nero di Crimea" parimenti caratterizzato dalla pigmentazione colorazione scura verosimilmente legata alla contemporanea presenza del licopene (il carotenoide che conferisce la colorazione rossa) e della clorofilla (di colore verde, che interagendo con il rosso determina la colorazione marrone scura).
Entrambe queste varietà di pomodori sono completamente differenti dal "Sun Black" realizzato nel contesto del progetto Tom-Anto (finanziato dal Ministero dell'Università e della Ricerca) e che giova ripeterlo vanta una colorazione viola-nera totalmente differente da quella del Kumato e del Nero di Crimea atteso che la pigmentazione e' limitata alla buccia conservla polpando la polpa la sua tradizionale colorazione rossa (cosa che non si riscontra nel Kumato il quale presenta la pigmentazione scura anche nella polpa).
Siffatte considerazioni valgono quali una precisazione ma non sottraggono la valenza di altre più vecchie qualità di "POMODORI NERI" come in dettaglio il "Nero di Crimea": servono solo a precisare la triplice potenzialità di difesa offerta dal ""Sun Black" vista la sinergia tra licopene ed antociani: ma nulla toglie ai pregi di altre varietà in cui abbonda il licopene come appunto il "Nero di Crimea".
Che pare (su questa coltura l'uso dei verbi "parere, sembrare" sembra inevitabile) sia stata ottenuta nell’isola di Krim nel Mar Nero, al largo della penisola di Crimea e che è una pianta a crescita indeterminata in grado di produrre celermente i frutti che possono maturare addirittura in 80 giorni
[mutatis mutandis è da sottolineare l'imprevedibilità della storia in cui le imprese guerresche si coniugano spesso a vicende
esistenziali destinate all'oblio: per esempio la patata ritenuta da molti prodotto ctonio, quindi velenoso se non malefico e da non mangiarsi entrò nell'alimentazione oltre che per i suggerimenti di scienziati, autorità e religiosi illuminati per il fatto che la gente affmata da carestia e gerra vide i soldati di Napoleone I vivere decorosamente coltivando e nutrendo quel temuto tubero =
parimenti Napoleone III che per varie ragioni, non ultimo l'appoggio ricevuto dal Regno Sabaudo nella Guerra di Crimea, concorse decisamente all'Unità d'Italia sostenne vivamente nel suo progetto europeistico l'intervento in Crimea contro la Porta Ottomana = come nessun dato oggettivo riscontrato del pari nessuna negazione vieta di pensare che i soldati francesi -ma del
pari qualcuno dei 15.000 combattenti inviati dal Regno di Sardegna- abbia conosciuto quel tipo di coltura portando con se stesso dei semi da cui ebbe inizio l'esperimento del "Pomdoro Nero" oggi detto "di Crimea" = sia detto questo come un inciso, senza altra pretesa che quella di accostare due vicende simili in un'epoca in cui il tentativo di gestire culture alternative come ancora ci mostra un vero e proprio trattato di Napoleone III era una costante quasi istituzionale nel nome dell'autarchia
nel tentativo come altrove scrive l'Imperatore dei Francesi di domare la micidiale piaga del Pauperismo nel nome del potenziamento oltre che dell'industria dell'agricoltura con l'impianto di moderne ed efficienti colonie agricole in grado di offrire lavoro a molti proletari all'epoca senza occupazione] .
Le dimensioni massime raggiungibili sembrano essere sui 10 cm di diametro mentre il
colore nero (in effetti una tonalità intermedia tra il marrone ed il verde scuro) dipende dalle ragioni di cui sopra si è detto entro questa breve discussione.
A giudizio di molti non presenta abbondanza di
polpa che peraltro, ad avvenuta maturità, si rivela poco compatta:
il sapore non è acido pur se -ma sempre tutto dipende dai gusti- non pare a molti particolarmente gustoso a fronte delle consuete varietà coltivate a parità di dimensione.
Il pregio basilare per giustificare l'alimentazione e la preferenza di rimpetto ad altre varietà risulta quindi prioritariamente collegato al licopene come detto e sopra menzionato dalle spiccate qualità antitumorali.
A proposito della della lunga e travagliata storia del POMODORO =" Giallo come l'oro, rosso come il sangue" come si può si può risassumerne la prima descrizione scientifica, data dal Mattioli [e che si può far rientrare fra le piante del Nuovo Mondo od Americhe prima temute come perniciose poi recuperate quali rimedi basilari contro carestia e sottoalimentazione ] si nota che già nell'Impero Azteco (e comunque nel complesso areale di produzione stendentesi fin all'Impero Inca, a Quito e Cuzco) le varietà erano già molteplici e che, giunte in Europa ed affermatesi anche per via di innesti, incroci e soprattutto adeguamenti alle diverse situazioni climatiche e ambientali, si affermarono per vie morfologiche anche piuttosto diverse: a prescindere dai discorsi sulle diverse proprietà medicamentose ed alimentare
come pure da varietà sperimentalmente ottenute cui qui si fa cenno è da riconoscere come il Pomodoro che si coltiva a Seborga abbia indubbiamente molte correlazioni con il "nero di Crimea" e negli eventi della storia come già detto tutto è plausibile, che cioè si sia individuata nell'isola di Krim questa coltura peraltro già affiancata altrove da una consimile e poi per varie motivazione abbandonata o che l'origine sia connessa a fenomeni impensabili, connessi a ragioni di varia ed imprevedibile natura.
Una particolarità su questo pomodoro -dal nome tanto esotico- è comunque da riferire: non pare che sia necessario rifarsi a prodotti cresciuti o ibridati tanto lontano: all'interno di questo
libro rientrante nei processi di sperimentazioni botaniche volute dal fascismo anche in previsione di una possibile autarchia
verso la parte finale -entro la sezione riservata alle annotazioni
[nel passato era uso diffuso sulla scia dei doveri dei Parroci (vedi qui il Manoscritto Zunini) quanto dell'uso antico di patrizi (vedi qui il Manoscritto Borea) ma anche ad opera di semplici capi di famiglia registrare, certo assai più alla buona dato il bagaglio espressivo oltre che il tempo a disposizione, anche in un quadernetto, dati vari di vita comune come si nota a proposito del "Libro Curti di Vallecrosia"]
con parecchie e poliedriche altre considerazioni
(da Biblioteca Privata) manoscritto ad opera di "Lorenzi Armando della Nervia di Ventimiglia"
[dicitura per esteso ove è trascritto il libro agenda nelle cui pagine ad uso memorie dei mesi è trascritto il manoscritto qui solo parzialmente digitalizzato Agenda dell'Agricoltore- Gennaro ' 37, Anno XV con in fronte la dicitura sempre manoscritta Se si perde Libro da chi lo trovi sappia essere di Lorenzi Armando della Nervia di Ventimiglia"]
in grafia semplice, spesso sgrammaticata e con influenze dialettali ma abbastanza decifrabile e comprensibile leggesi =
"questi pomi d'oro [l'autore aveva scritto dal dialettale "pumate" da "pumata" (come tomata , pr: tumata, tumata) = poi cancellò la parola per sostituirla seppur con l'arcaica espressione "pomodoro"] che dicon neri che ci son stati fatti coltivare dopo tanti consigli e carte anco venendo ma di raro di quelle che "dicono cattedre che iterano vale dire con tanto di maestri esperti di ste cose che van ora [sic! "Cattedre itineranti" per la formazione degli agricoltori = ma più correttamente dette "Cattedre ambulanti locali"] son maturatti ma poi "s'ammollan di subito presto e non mi parvero di gusto granche: ho saputo da un di là che va ai mercati che oltre il Sasso, alla Seburca c'è n'è un di questi della campagna che dice che li ha cresciuti belli e sodi e alora ho pensato d' andar fin là uno di questi tempi, meno piovendo, per sapere: che anche altri qui a Nervia ma anco a Valcrossa e la Burdighetta, non son stati contenti...ho però paura che non siam magari noi altri bravi a queste piante
Il licopene è un composto alchilico non polare formato solo da idrogeno e carbonio, appartenente al gruppo dei carotenoidi. È un additivo alimentare, identificato dalla sigla E160d.
Fonti alimentari
La maggiore fonte dietetica di licopene è rappresentata dal pomodoro (Solanum lycopersicum) da cui prende anche il nome, e dai suoi derivati, nei quali rappresenta il 60% del contenuto totale in carotenoidi. Il contenuto in licopene è influenzato dal livello di maturazione del pomodoro, è stato calcolato infatti che in pomodori rossi e maturi sono presenti 50 mg/kg di licopene, mentre la concentrazione scende a 5 mg/kg nelle varietà gialle. Altre fonti naturali di licopene sono meloni, guava e pompelmi rosa. La concentrazione di licopene nel siero umano è strettamente correlata all’assunzione prolungata di queste materie prime. Inoltre la biodisponibilità del composto sembra essere più elevata nei prodotti trattati termicamente (ad esempio salse di pomodoro) rispetto ai prodotti crudi. È particolarmente elevato in una specie di pomodori denominati "pomodori siccagni di Corleone". Questa particolare varietà è caratterizzata dal fatto che viene coltivata in ambiente arido per cui la concentrazione di licopene puo' arrivare fino a 75 mg/kg.
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