Esistono alcune rare pubblicazioni (del Bartoli e dello Sterpi per esempio) che Cultura-Barocca presto metterà in rete a riguardo delle imprese di Carlo Emanuele III durante la settecentesca Guerra di Successione al Trono Imperiale [per semplificare quella un cui episodio celebre fu quello del Balilla, in merito alla liberazione di Genova dagli Austriaci, nel Dicembre 1746 (impresa cui il nobile poeta di Albenga Domenico Masnata dedicò un sonetto parimenti qui riportato)] ma in questo contesto si tratta piuttosto uno specifico argomento bellico che comporta confronti anche con l'epoca medievale. Giunto a Bordighera nel 1746 (una lapide nel Palazzo Piano ricorda l'evento = vedi Marciando per le Alpi..., pag. 104 nota 16 e bibliografia) e postovi il suo "Quartiere Reale", Carlo Emanuele III, contro le aspettative, venne informato che la città ed il forte erano stati ben difesi e muniti dai Franco-Spagnoli in ritirata e che
un attacco diretto avrebbe potuto essere assai duro in termini di perdite di vite umane, tenendo anche conto che il Ponte sul fiume Roia/Roja risultava esser stato minato.
Conseguentemente a ciò il Sovrano, lasciando a sottoposti l'assalto alla città e la presa del forte, deviò con l'armata, sulle tracce dell'Infante di Spagna comandante in capo dell'armata franco-spagnola (avendo però come meta la riconquista della sua base di Nizza), e risalendo fin a Dolceacqua, per aggirare sulle alture la forte Ventimiglia, potè osservare come rispetto al "Forte intemelio" il pur elegante Castello di Dolceacqua, ideato per altre epoche e strutturalmente edificato in un tempo in cui le moderne artiglierie non esistevano, fosse stato devastato celermente nel 1744 dall'avanzante condottiero spagnolo Marchese las Minas ( nelle alternanze di questa guerra durante la realizzazione di ridotte, cammini, trinceramenti, scavi per disporre mine i soldati, di entrambe le armate nell'area del Nervia ma non solo, finirono per accedere a zone archeologiche, più cedevoli nel realizzare escavazioni o magari facilmente accessibili già a vista dove si son poi sorprendentemente rinvenuti
reperti bellici settecenteschi evidentemente abbandonati per sopraggiunti scontri e ritirate o semplicemente dimenticati = contestualmente ad un discorso sulle armi da fuoco, inclusi archibugi, pistole e fucili vedi qui il cannone che cambiò le sorti dell'artiglieria e primeggiò nelle "
nuove guerre" ed analizza, recuperando le immagini dai collegamenti, l'evoluzioni delle bombe come sfere, di metallo o più spesso ancora di pietra, di cui si sfruttava l'energia di impatto alle ben più devastanti bombe esplosive)
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