cultura barocca
"TEMPLUM" LA CITTA' DA ALCUNI FILOLOGI IDENTIFICATA CON ALBINTIMILIUM TEORIA GIUSTAMENTE VANIFICATA DA ANGELICO APROSIO= VEDI QUI A PAG. 478 DELL'EDIZIONE DI QUESTA OPERA OMNIA DI TACITO IN MERITO ALLA "VITA DI GIULIO AGRICOLA"
Aprosio corregge Giusto Lipsio e Grotius che confondono "Templum" con "Albintimilium" o quantomeno li ritengono sinonimi editando criticamente la tacitiana Vita di Agricola = vale a dire la vita e le imprese del generale romano conquistatore della Britannia l'assassinio a Ventimiglia Romana della di lui madre Iulia Procilla che in occasione della guerra di successione al trono imperiale di Roma venne uccisa in un suo podere extra moenia = ed ai cui funerali il generale Giulio Agricola richiamato dall'imperatore Vespasiano tristemente non potè partecipare = il sito dell'efferata uccisione non è acclarato da documenti probanti di alcun tipo certo, ma a prescindere dalla tradizione, calcolando il fatto che per Procilla si parla di praedia cioè poderi è fattibile che la donna sia sta sorpresa in quella area climaticamente ottimale e storicamente previlegiata da cittadini abbienti e turisti ante litteram appartenenti sin dall'antichità ai ceti previlegiati, che era ed è la frazione di Ventimiglia nominata "Latte", ove si son rinvenuti ritrovamenti di romanità (in un caso anche con la testimonianza di Angelico Aprosio) tra cui i resti di una villa e che non a caso avrebbe poi preso l'emblematico nome di "Villeggiatura di Latte" ospitandovi anche in tempi "moderni" un bel Palazzo Vescovile deputato al riposo ed al ristoro finalizzato dal settecentesco Vescovo Mascardi

Angelico Aprosio che fu, come qui ben si vede, in Ventimiglia il primo e vero antiquario moderno e che amò nello specifico la storia, anche misteriosa, della sua Albintimilium ma più estesamente tutta la storia (al punto non solo di autodefinirsi come qui vede "antiquario" ma da specificarsi innamorato della "Storia Romana" ma anche di di analizzare qual tipo di soldato dovesse realmente giudicarsi eroico sin al punto di dibattere qual storico fosse da giudicarsi migliore, chi scrivesse a tavolino valendosi di documenti o chi fosse testimone oculare degli eventi) e molto scrisse sui
meriti dei filologi del Nord Europa che andavano riscoprendo scientificamente epigrafia e filologia classica = meriti che si sarebbero prolungati nel tempo sin a tempi moderni ed a figure grandiose di archeologi e specialisti vari.
Parlando della sua città Ventimiglia, che mascherava echi guerreschi e gloria nell'antichissima storia e nel nome primigenio ma che un infausto destino volle dispersa tra i rivoli del tempo divenuto un mare di sabbia, quello che tutto cancella e nasconde sì da poterla paragonare ad una novella Troia" (Fuimus Troes (p. 43) egli si dimostrò ammirato non tanto per l'opera, abbastanza datata, di investigatori geografici che ne parlavano più per sentito dire e per luoghi comuni che per conoscenza diretta come qui si vede quanto piuttosto come detto per i filologi e i neo-epigrafisti del Centro Nord Europa che andavano riscostruendo su dati di fatto e documenti la ricostruzione del passato..
Tra costoro non dimenticò certo il coraggio, inusuale in Italia, di grandi coltissimi editori che proposero in sontuose vesti editoriali i testi della classicità e idealmente parlando con un suo pari come il grande bibliotecario Mediceo Antonio Magliabechi (par. LI) di stampatori e "mercatanti di libri" non potè far a meno di menzionare l'illustre casata degli "stampatori olandesi" Blaeu": editori come qui si vede di opere di vario argomento e spesso straordinarie anche per il lato cartografico.
Nel variegato contesto delle sue tante osservazioni critico-filologiche Aprosio dedicò molta attenzione alla famiglia degli stampatori/editori Bleau cui apertamente riconosceva il merito di aver portato a grande dignità filologica quanto artistica dal punto editoriale molte pubblicazioni, tra cui possiamo ascrivere, per quanto da lui apparentemente non conosciuta, l'
OPERA OMNIA DI TACITO (VEDINE QUI L'ANTIPORTA) DEL 1623).
Si tratta specificatamente del "Tacitus, Publius Cornelius, C. Corn: Tacitus, ex recensione I. Lipsij Amsterodami : apud Guiljel: I. Cæsium [Blaeu, Willem Jansz] 1623".
Aprosio scrisse tante volte (vedi qui indice a fine p. 709) del grande filologo fiammingo "Giusto Lipsio" ma si valse spesso per presentarne la vita laboriosa come qui si può leggere del basilare contributo di Giano Nicio Eritreo (in effetti il suo vero nome era Gian Vittorio Rossi "patrizio Romano") e della sua utilissima Pinacotheca... (vedi indici moderni)"
L'interesse aprosiano era del resto doppiamente motivato perché in questa bellissima OPERA OMNIA
compariva la
IULII AGRICOLAE VITA
nel cui contesto come qui si vede il Lipsio commise un
ERRORE DI LETTURA (RIGA 3 DALL'ALTO)
DESTINATO A CREARE INNUMEREVOLI DISCUSSIONI
CONFONDENDO ALBINTIMILIUM CON LA MITICA E INESISTENTE CITTA' TEMPLUM DESCRIVENDO IL SACCHEGGIO PEPETRATOVI DI SOLDATI DI OTONE NELLA GUERRA DI SUCCESSIONE IMPERIALE DEL 68-69 .
ove in un'area decisamente privilegiata climaticamente, certo secondo alcune interpretazioni, cioè a
LATTE ORA FRAZIONE E NEL PASSATO "VILLEGGIATURA SIGNORILE DI VENTIMIGLIA NELLE SUE VARIE FASI", SAREBBE STATA UCCISA IULIA PROCILLA MADRE DI AGRICOLA.
E' verosimile che
TEMPLUM nell'ottica del Lipsio fosse nome originario di ALBIUM INTEMELIUM, ALBINTIMILIUM E POI VENTIMIGLIA, IL CUI NOME FINALE -SU CUI ESISTONO VARIE IPOTESI- PASSO' ATTRAVERSO VARIE FORME COME QUI SI LEGGE
: ma resta indubbio che la sua autorità critica abbia creato molte opinioni, favorevoli e/o contrastanti, divenendo genesi della discussione cui si è fatto cenno e finalmente risolta con chiarezza da Aprosio.

Ed infatti l' errore fu abilmente corretto (vedi qui con le parole attive sottolineate in rosso da p. 538 del suo Repertorio Biblioteconomico del 1673) su constatazione di Angelico Aprosio,
anche servendosi della narrazione della vicenda quanto compare entro lo stesso volume ma nel II libro delle Historiae ove leggesi
QUASI LA STESSA FRASE, SENZA PERO' L'EPISODIO DI GIULIA PROCILLA, OVE ALBIUM INTEMELIUM SOSTITUISCE TEMPLUM (PAG. 344, RIGA 8 DALL'ALTO),
SI' DA INDURRE ANCHE A PENSARE CHE SI TRATTASSE DI SINONIMI O CHE TEMPLUM
FOSSE IL NOME DELLA PRIMIGENIA MATRICE DEMICA DI VENTIMIGLIA ROMANA
E' per giusto precisare che Aprosio nella sua osservazione non si avvalse dell'opera edita dal Bleau e qui proposta ma di un volume successivo che pur ne riprendeva il testo vale a dire =
C. Cornelii Taciti Historiarum libri quinque, et alia ejusdem quæ exstant Lugdun. Batavor. : ex officina Elseviriana, 1640 che fa parte di C. Corn. Tacitus ex I. Lipsii editione cum not. et emend. H. Grotii
Per quanto "non propriamente Ventimigliese" a buon diritto si poteva ritenere Ventimiglia "patria putativa" di quel grande personaggio (nella città non sono comunque mancate altre Figure Militari di Rilievo) che fu suocero di Tacito e certo meritevole di una vasta monografia, appunto quel
GIULIO AGRICOLA CHE PER ROMA CONQUISTO' SALDAMENTE LA BRITANNIA (INGHILTERRA)
ottenendo a perenne riconoscimento della sua gloria come ancora scrive Tacito gli
ORNAMENTA TRIUMPHALIA
(COME QUI TACITO ANNOTA NELL'AGRICOLA, 40: "EGLI" [DOMIZIANO] "DUNQUE COMANDA CHE IL SENATO DECRETI PER AGRICOLA ORNAMENTI TRIONFALI, L'ONORE DI UNA STATUA LAUREATA E TUTTO CIO' CHE SI CONCEDE IN LUOGO DEL TRIONFO")

[può cliccare qui chi vuole analizzare -anche iconograficamente- la questione della
CONCESSIONE DEL "TRIONFO" E DEGLI "ORNAMENTI TRIONFALI"
durante l'epoca imperiale]
GIULIO AGRICOLA aveva in qualche maniera compiuto un'impresa epocale, che mutò le caratteristiche socio-economiche, la civiltà e la storia dell'Isola che all' IMPERO intreressava sia per la posizione che per le ricchezze minerarie, e la sua conquista condotta con straordinaria perizia come qui si vede anche dal lato iconografico venne in seguito ampliata e, oltre che sotto il profilo militare anche dal punto di vista monumentale, in qualche maniera sublimata dalla realizzazione del VALLO) = ma la sua vita come in qualche modo già sopra anticipato fu sempre e comunque percorsa da un'ombra tragica legata strettamente a
VENTIMIGLIA OVE RISIEDEVA LA MADRE "GIULIA PROCILLA" RIMASTA INOPINATAMENTE UCCISA DURANTE LA GUERRA DI SUCCESSIONE AL TRONO IMPERIALE DEL '68/'69.
I funerali di "Giulia Procilla" cui il figlio non potè partecipare richiamato da un ordine impellente di Vespasiano si tennero solennemente nella città di Ventimiglia Romana e su queste onoranze funebri antiche è sempre assai utile leggere quanto scrisse nel '600 il Dolfi trattando nel libro qui digitalizzato le costumanze dell'inumazione sin ai suoi tempi = anche se occorre dire che A. Aprosio -da, come detto, attento antiquario- andava raccogliendo altre opere sul tema dei
SEMPRE COMPLESSI "RITI DELLA MORTE"
sì che merita attenzione il lavoro aprosiano sul "de Funeribus Romanorum" opera del tedesco Johann Kirchmann come su quello dell'italiano G. B. Casali (che quasi certamente corrispondente ed anche "Fautore di Aprosio" lasciò, nel contesto di una grande opera su Roma Antica, questo basilare Capitolo XXI sul tema delle inumazioni corredato di una preziosa ICONOGRAFIA riproducente reperti originali suoi o comunque tratti da altre raccolte museali private romane ricostruibili dall' opera catalogatoria del Piazza ): e tutto ciò senza dimenticare Antonio Bosio, il "Colombo della Roma sotterranea", e lo studio delle catacombe].
Nemmeno si esclude, dato il prestigio sociale e militare di Agricola, che proprio questi abbia risollevato le sorti del territorio intemelio, contribuendo alla ricostruzione, e con notevoli migliorie della città duramente colpita, = certo il rinvenimento della mai individuata tomba di "Giulia Procilla" costituirebbe, un merito assoluto per qualsiasi fortunato e capace archeologo [occorre rammentare che tra gli abitanti di Albintimilium per quanto ricostruibile dallo studio del LAPIDARIO a livello di ONOMASTICA in merito ai COGNOMINA si pensò a lungo di aver reperito anche una scritta in cui si leggesse la forma AGRICOLA = ma è contestualmente da sottolineare come recenti postulazioni sulla base di osservazioni scientifiche e di una revisione del materiale epigrafico genuinamente reperito negli "Scavi di Ventimiglia Romana" (ed invero anche alla luce di scoperte complesse operazioni avvenute sul limite sempre ambiguo di un mercato antiquario particolarmente fiorente tra fine '800 e primi '900) hanno però avanzato la plausibile ipotesi che tale reperto non sia da attribuire con assoluta certezza alla necropoli intemelia].

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