cultura barocca
Informatizzazione e testo a cura di Bartolomeo Ezio Durante L'immagine della Frode (approfondisci cliccando qui) è recuperata dalla Iconologia opera seicentesca di Cesare Ripa

LENONE (femminile "LENONA" > da cui "LENOCINIO") = spesso anche ruffiano e/o paraninfo> (dal lat. dotto leno -onis = "mercante di schiave; lenone")>Mezzano di piaceri amorosi; persona che favorisce la "Prostituzione per lucro"; "sfruttatore" di P.", "Ruffiano": vedi la condanna sancita dal Codice teodosiano nella rubrica VIII del libro XV .
Dal punto di vista linguistico vedi poi BATTAGLIA s.v., vol. VIII.> in base al "capo V, lib. II" degli "Stat. Crim. genovesi" nessun "Lenone (-a)" o "Ruffiano (-a)" poteva risiedere in casa abitata anche da persone oneste e, dopo denuncia, la doveva abbandonare nel giro di 3 giorni, pagando altrimenti con "pubbliche frustate" la mancanza a tale ordine. Secondo il "capo VI" dello stesso libro degli "Statuti" il "Lenone (-a)" o "Ruffiano (-a)" che avesse cercato di indurre alla "Prostituzione" una "fanciulla" o "donna onesta" dapprima sarebbe stato punito con la "pubblica Fustigazione" e col "marchio a fuoco" sulla fronte od in altra visibile parte del corpo a prova di "Infamia" : al recidivo "verrà amputato il naso" e sarà mandato in "esilio" con la "confisca di metà dei suoi beni"
I GENITORI LENONI che, macchiandosi del reato di LENOCINIO, avranno indotto alla "Prostituzione" una "figlia non consenziente" saranno condannati a "taglio del naso", "perpetuo esilio" e "confisca di metà beni".
Ma può indurre al reato di LENOCINIO [vedi anche DIGESTO - LIBRO XLVIII - TITOLO 48.5.2.2] uno SPOSO fattosi LENONE.
In tal caso uno SPOSO DI BASSO LIVELLO SOCIO-ECONOMICO, reo di aver indotto alla "Prostituzione" la propria "moglie" sarà "dannato a fustigazione, esilio decennale e confisca di metà beni": invece uno SPOSO LENONE DI MAGGIOR STATO SOCIALE, reo di pari colpa pagherà "con esilio perpetuo" da Genova e "confisca di metà beni".
**************** Vedi qui l'indice, con trattazione ed iconografia, delle Pene comminabili ****************
leggendo le pene paiono davvero terribili ed affidate ad una giustizia altrettanto terribili che ha il suo terminale nel BOIA = ma il tutto è vero solo in apparenza, le pene terrificanti esistevano ma inevitabili per i poveracci ovunque (ché gli Statuti di Genova son solo una esemplificazione di una realtà panitaliana quanto paneuropea) comportavano varie scappatorie per ricchi e benestanti in forza del principio giuridico della RESTITUTIO = RISARCIMENTO (vedi Diritto intermedio e le voci Pacificazione e Soddisfazione)>evitare ad opera di un reo (ma anche col concorso dei parenti specie nel caso che non desiderino che i suoi beni -a loro destinati per asse ereditario- vengano confiscati e quindi venduti all'incanto) una pena corporale previo accordi colla parte lesa ed i suoi eredi (eventualmente anche lo Stato) ed esborso nei tempi fissati per legge di una somma di RISARCIMENTO ritenuta congrua. Si riscontra Risarcimento negli Statuti Criminali del '56 al "libro I": cap. 9 ed al "libro II": capi 4 - 10 - 17 - 20 - 23 - 26 - 29 - 31 - 35 - 36 - 42 - 45 - 53 - 64 - 65 - 77 - 91 - 97.
Ma come si è già inteso la RESTITUTIO era un PRIVILEGIO DELLE CLASSI EGEMONI E COMUNQUE DEI RICCHI = come in casi anche devastanti quali lo
STUPRO ALLA MANIERA CHE QUI SI PUO' LEGGERE = CON TRATTAMENTI BEN DIVERSI NEL CASO DELLA DIVERSA CONDIZIONE DEGLI STUPRATORI
All'indagine su questa tematica tanto complessa quanto in apparenza estranea ad un religioso del XVII sec. "Il Ventimiglia" vale a dire Angelico Aprosio era pervenuto anche per esperienza ed in forza dei suoi viaggi -non privi di vicissitudini- per luoghi e contrade spesso malfamate sin al punto di scrivere per esperienza diretta questa breve quanto efficace sarcina =
[giunti a S. Miniato del Tedesco] Quegli se n'andò a casa sua, ed i carrozzanti smontarono all'Hostaria della Scala, al tramontar del sole, ove s'hebbe buona cena, mà si dormì vestiti, e malamente, per cagione di certa meretricola venuta col' drudo, per rispetto della quale s'hebbe a scannare con alcuni che pretendevano di passare la notte dietro alla sua giumenta e senza dubbio sarebbe seguito del male, se non fosse stato un vilissimo Marrano ("la Biblioteca Aprosiana...." p. 101 fine e p. 102 inizio).
In effetti più che di meretrici e prostitute (leggi per riconoscerne la variegata classificazione) per esempio nella sua Storia dell'Adulterio e specificatamente nel Capitolo XI dello Scudo di Rinaldo la critica aprosiana si rivolge piuttosto a quante/quanti facilitano l'adulterio vale a dire Ruffiani e Mezzani o, con termine giuridico più proprio nel caso di Adultere che fanno della Prostituzione un'attività, Lenoni e per quanto concerne le donne delle: Mezzane, Ruffiane qui dette Raffaelle =
PERSONAGGI CHE ASSIMILAVA ALLA CASISTICA DEI "MERCANTI DI MERAVIGLIE" E QUINDI DEI FRAUDOLENTI SCHIAVI DEL "DEMONE DEL TURPE LUCRUM ACCOSTANDOLI POI AGLI SPAVENTOSI
*********"COMPRATORI DI BAMBINI"*********
CHE NELLA CORTE DEI MIRACOLI O DALLA CORTE DEI MIRACOLI SFRUTTAVANO I
*********MASCHI PER VARIE AZIONI CRIMINOSE E COSTRINGEVANO LE BAMBINE A VILI SERVIZI FACENDO PROSTITUIRE LE PIU' BELLE O DESIDERATE*********
.
Aprosio aveva un'avversione quasi patologica avverso ogni tipologia di frode ma era pur sempre un letterato barocco sì che talora traeva spunti moralistici da eventi che magari comportavano una chiave di lettura assai più sofisticata di quella da lui utilizzata: comunque, anche per amore delle rarità, non potè far a meno di sfruttare in relazione alla RUFFIANERIA un pressoché introvabile epigramma dal Misoponero degli Stichidi del Bonifacio Cynops plur. Cynopes: "Cinopi": "Faccia di Cane" e/o "Lingua di Cane" implicitamente ma non esplicitamente connesso alla vexata quaestio del " Freno della Lascivia (maschile e femminile), Mutande della Castità, Cintura di Castità, Congegno Fiorentino " in associazione a " Lucerne Romane di particolare tipologia alludenti alla pena contro lussuriosi e pederasti del rafanismo "); la cosa più emblematica resta comunque la ripresa di un frammento qui tradotto del Bonifacio già coinvolto con Arcangela Tarabotti nella polemica tra Santira ed Antisatira a riguardo delle donne e qui del pari leggibili.
In traduzione
l'epigramma latino prima menzionato del Bonifacio dice =
"La Saturnia figlia, capace di commuovere gli animi o piegarli a sé, ceda a Cinope, e così pure Diana: una Mezzana [strano che nel suo testo Aprosio -fedele all'italianismo "Raffaelle"- non abbia utilizzata l'espressione "Celestina" la mezzana per eccellenza: protagonista della celebre Tragicommedia di Callisto e Melibea di cui possedeva un esemplare rarissimo dello spagnolo F. de Rojas che, autore teatrale, influenzò le Ruffiane/mezzane di Ariosto, dell'Aretino, dello stesso "Segretario Fiorentino"] vince nell'impresa due dee. Una volta sola la sposa di Zeus fece d'una vergine una vacca e del pari la casta Diana, all'opposto, rese cervo un uomo. Ma Cinope trasforma mille migliaia di spose in vacche ed in cervi mille migliaia di uomini "
(L' ultimo link rimanda alla postulazione aprosiana del censuratissimo ed espurgato Grillo XXX qui proposto da una moderna edizione critica dove l' Aprosio opta piuttosto a riguardo dell'uomo per l'equazione uomo tradito = "bekko" e comunque "cornuto" = i Grilli espurgati, ad alto contenuto erotico per l'epoca, son qui proposti digitalizzati dall'inizio frutto della paziente trascrizione critica e della decifrazione ad opera di A. I. Fontana per il II numero dei non più editati "Quaderni dell'Aprosiana" - 1984).
*****
Nella trattazione di questi argomenti il procedere aprosiano risulta senza dubbio ondivago sì che non par casuale essersi parlato delle "Le imprevedibilità dell'inconscio aprosiano" = come, ma è solo un esempio, nel caso dell' Influenza del Pievano di una Villa del Capitanato Intemelio tal Marco Lamberti su un tardo ritorno, poi frustrato, di Angelico Aprosio alla produzione moralistica non escluse le composizioni escrologiche ed ancora gli imprevisti ritorni del "Ventimiglia" alla memoria d'una "rabbia repressa" ma mai "espurgata" contro Arcangela Tarabotti
che, contro le postulazioni più moderate degli ultimi tempi, suggerisce ad Aprosio il recupero d'un'espressione di mordace antifemminismo
Quanto siano bestiali, e vendicative le Donne
Sono cedimenti, strutturali e diremmo anche epocali per quanto proibitissimi discutendo di lussuria ed adulterio, specie femminile "in onore" della contemporanea misoginia, ma con franchezza financo volgare e soprattutto senza temi predicatori e censorii che si rifanno ad Escrologia - Composizioni Escrologiche - Trattati Escrologici che per certi aspetti, ma acuendo la portata delle osservazioni in senso volgare, rimandano ai temi più pungenti di
Poesia Giocosa, Eroicomica, Scritti di Intrattenimento.
Nel merito di questo tema letterario o paraletterario può giovare un'analisi attenta di

Erudizione ed Inquisizione "al servizio di Filologia, Etimologia e Costume dalla Grillaia ovvero " le riflessioni sull'evoluzione nelle costumanze pastorali ed agronomiche di una terminologia a sfondo fortemente erotico e sessuale = sia per ragioni esistenziali, religiose che lessicali = "Uomo = Bekko, Cornuto ecc. - Donna = Vacca - Beleno, Belino, Belin" la cui ascendenza, attraverso i percorsi dell'emulazione, poteva seguire percorsi apparentemente dotti come nel caso di A. Aprosio e Marco Lamberti ma non isolati bensì inseriti nel contesto se non nel recupero tardivo della tradizione letteraria escrologica procedente dagli "Incogniti" di Venezia a Padre Rocco dal Venier al Barrera ed "Ernando Tivega" da Antonio Muscettola a Cesare Giudici ed alla sua Bottega de' Chiribizzi coimplicanti riflessioni varie su "scritti escrologici", "insulto"e "insulto letterario", le Pasquinate e i "Libelli Famosi"... = il ricorso allo scrivere in maschera e quindi alla pseudonimia se non allo scritto anonimo, la querela, molto spesso sotto forma di "delazione segreta" attraverso l' "Urna Lignea delle Chiese Parrocchiali" o per via di quella sorta di monumento pubblico tuttora visibile e detto "Bocca della Verità", la costumanza del "duello" (o "riparazione") -in auge per quanto proibita- come si vede in questo caso .