SOLDANO
VICENDE DEL PAESE NELLA "COMUNITA' DEGLI OTTO LUOGHI"

Un PREZIOSO DOCUMENTO del notaio de Amandolesio del 1257 (in Arch.Stato di Genova, cartulare 56, cc.13-14) ci informa che SOLDANO esisteva già nel 1257 ma che non si trattava di una villa di agricoltori come molti pensano ma di un castrum cioè di un centro fortificato cinto da mura (si è anche pensato che lo stesso nome di luogo sia dipeso dall' esservi stati in un primo tempo rinchiusi Saraceni od "uomini del Sultano" -allora meglio detto "Soldano"- resi prigionieri dai Cristiani dopo i fatti d'arme di Almeria (1147) e Tortosa (1148).
Dallo stesso atto si apprende che l'attività primaria del borgo di Soldano era legata, nel XIII secolo, alla coltura di fichi e viti.
Tra XIII e XVI secolo si nota la diffusione di queste colture in diversi siti, il cui toponimo dava spesso il nome al vino che se produceva, la costa, fola vini, pastamola, lo pian, la cima de la lovaira e lo bao de li monegi.
Spesso le due colture nei documenti notarili sono associate a quella di altre piante non specificatamente citate vitibus, ficubus et alij arboribus aggregate: tra questi alijs arboribus si trovano spesso citati alberi da frutta di vario tipo ma in particolare avellanarum rotundarum e avellanarum longarum (cioè nocciole e mandorle) [in un caso, seppur nel contesto di una terra ortile cioè ad uso famigliare, è menzionata la coltura dei limoni (Archivio di Stato di Genova, Notai Ignoti, nn. 357, notaio Giovanni Gibelli, atto del 6-XII-1537: fassiam una terre ortive cum uno fassione cum uno arbore citronorum).
Non si hanno molti dati per il periodo dal XIII al XV sec., un'epoca caratterizzata dagli scontri fra le fazioni e le grandi famiglie del genovesato come gli Adorno, i Fregoso, i Grimaldi di Monaco, i Doria di Dolceacqua.
Comunque ancora nel 1486 Soldano era classificato quale luogo fortificato (A.S.G., Not.Ignoti, Bernardo Aprosio, a.1487, c.84).
Da un altro documento di quest'anno (17 aprile) compare intanto la menzione di S.Giovanni qual patrono del paese.
Forse esisteva già la chiesa vecchia dedicata a questo Santo, oggi trasformata in abitazione e di cui si vede il campanile e poche tracce della facciata.
Finalmente dal 1499 la denominazione di villa sostituisce per sempre, per Soldano, quella di castrum.
Ciò attesta uno sviluppo del paese con l'espansione delle case oltre la linea muraria difensiva e l'occupazione di terreni agricoli da mettere a coltura.
Da questo stesso anno si ricava che a Soldano, come in tutta la vallata fiorisce la pastorizia e che nel borgo si trova anche un macello (A.S.G., Notai Ignoti, Bernardo Aprosio).
Inoltre da un altro documento del 3 gennaio 1528 (A.S.G., Not. Ignoti, Stefano Berruto) scopriamo che nel paese aveva finalmente preso a funzionare un frantoio per l'olio: lo sviluppo dell'olivicoltura prese comunque a crescere solo dalla seconda metà del '500 [nel 1541 sono registrate coltivazioni di olivi in località San Martino (Archivio di Stato di Genova, Notai Ignoti, nn.357-358, notaio Giovanni Gibelli, anni 1537-1541) e nel 1560 se ne trovano pure in località la gomba, luorascha, li rossi e lo balso (Archivio di Stato di Genova, Notai Ignoti, nn.360, notai Stefano e Gio.Batta Berruti)].
Per tutto il XVI sec. il paese risente di un certo progresso demografico ed economico.
Nel 1500 compaiono le prime indicazioni sull'onomastica della popolazione di Soldano nella Valle del Crosa (che comunque ha enormi riscontri con l'onomastica di tutto il ponente) e buona parte di questa ricerca è da attribuire a F. Amalberti, Popolazione e territorio di Soldano nel XVI secolo: i cognomi più frequenti sono, in ordine decrescente per valenza numerica, Amalberti, Soldano, Conte, Anfosso, Anselmi, Araigo, Barone, Biamonti, Casanova, Cassini, Durante, Gallo, Guercio, Maccario, Molinari, Muratore, Raimondo.
Nel '600 si assiste ad un repentino degrado viste le tante guerre e le pestilenze.
La decadenza, di questa come delle altre ville del contado, è anche dovuta alle forti gabelle imposte dal capoluogo di Ventimiglia.
Finalmente dopo le rivendicazioni avanzate da Camporosso nel 1673, si arriva alla separazione dei centri rurali da Ventimiglia nel 1686 e all'istituzione della "Magnifica Comunità degli Otto Luoghi" nel 1686, che permette a Soldano una graduale rinascita economica.
Le cose non cambiano fino al 1797 con la costituzione della rivoluzionaria Repubblica Ligure del 1797 e poi (1805) con l'unione della regione tutta all'Impero di Napoleone.
A ciò poi segue la Restaurazione di Vienna del 1815 e l'acrizione della regione ai possessi del Regno di Sardegna.
La popolazione del paese subisce un graduale incremento passando dai 432 abitanti del 1848 ai 561 del 1901: non vi mancano però le calamità.
Il paese non spicca per l'architettura pubblica comunque, come scrisse Teofilo Ossian de Negri merita di essere segnalato il complesso religioso che fa perno sulla scenografica piazza in capo al borgo.
"La CHIESA BAROCCA [di S. Giovanni Battista] con alta facciata a paraste e, sopra la cornice, una moderata cimasa a timpano e spioventi si inserisce entro una grande costruzione frontale porticata; l'oratorio sincrono con prospetto liscio e cieco, salvo il bel portale in pietra e la lunetta centrale, e la graziosa cimasa con campana che ripete in miniatura quella della parrocchia, conchiude lo spazio della piazza, che è una soluzione urbanistica interessante, dominata dalla chiesa che la natura del pendio costringe su un piano più elevato: vi si accede per una bella scala poligonale".
Fra le due guerre mondiali (6-XII-1923) il comune di Soldano, assieme a quello di San Biagio della Cima, viene soppresso: i loro territori sono quindi assegnati a quello di Vallecrosia.
Il 7 agosto 1925 viene poi ricostituito il comune autonomo di Soldano ed in seguito risulta ancora unito con quello di S.Biagio.
Tale situazione permane sino al 22-XI-1946 allorché il borgo ritorna singola circoscrizione comunale, come oggi è.
Il paese non ha risentito di particolare sviluppo turistico ed insediativo conservando gli antichi connotati agricoli.
In questo secolo (particolarmente dopo il II conflitto mondiale) si è assistito ad una graduale riduzione delle colture tradizionale dei fichi, della vite e dell' olivo per conferire sempre maggior spazio alla floricoltura che oggi rappresenta l'attività primaria.




Una visita turistica e spirituale importante è quella al SANTUARIO DI N.S.DEL CARMINE eretto nel 1855 per volere degli abitanti di Soldano come ex-voto per averli liberati da una malattia che colpiva la pianta cui era legata tutta la loro economia, cioè l'olivo.
L'edificio di piccole dimensioni si trova sulla provinciale per Perinaldo un poco dopo il borgo di Soldano: la devozione è grande e nel 1985 la popolazione ha potuto festeggiare l'incoronazione dell'immagine custodita nel Santuario.






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AMALBERTI: è alterato - derivato da Albèrti (con tante varianti e derivati) che ha alla base il nome di persona di origine germanica Albérto introdotto in Italia dai Longobardi nelle forme latinizzate Adelpertus, Alapertus, Alipertus, Altpertus, Alpertus (documentate già nell'VIII secolo) e poi dai Franchi negli esiti Adalbertus, Adelbertus, Albertus (testimoniate invece dal IX secolo e affermatesi nell'XI).
Il nome Alberto è la forma ridotta, con eliminazione della di intervocalica, Adalbèrto: questo è il composto di *athala (nobile, nobiltà di stirpe) con *bertha- (splendente, famoso) nel senso originario di illustre per nobiltà.

ANSELMI: si tratta di un cognome discretamente diffuso in tutta Italia e che costituisce la trasformazione in un cognome del nome di origine germanica Anselmo diffusosi in particolare per la gloria di S. Anselmo d'Aorsta defunto nel 1109.
Il nome fu introdotto dai Longobardi e comparve già nel VI secolo nella forma latinizzata Ansehelmus: successivamente verso l'VIII secolo apparvero gli esiti Anselmus e Anseliminus: risulta formato da due parti *ans- (= "divinità, dio") e *helma (="protezione, elmo o cappuccio fatato).

BALBO: variante Balbi: cognome diffuso in tutto il Nord ma anche nel napoletano continua il soprannome e poi nome personale Balbo che a sua volta continua il cognomen latino di età repubblicana Balbus (e balbinius) formato dall'aggettivo balbus ="balbuziente".

BARONE: cognome panitaliano, con molti alterati e derivati, estremamente diffuso costituisce la trasformazione in cognome del nome e soprannome germanico Baro e Baròne già attestato in iscrizioni latine del V e VI secolo nella forma baro: in seguito si evolve in molte forme tra cui barone, Baronio e Baronius.
Il personale Baro di varia tradizione forse gotica o latino tarda se non longobardica, franca e poi tedesca ha alla base la forma *baro (*barone) derivato da *bara cioè "uomo libero, guerriero coraggioso".

CASANOVA: la base Casa è rarissima a differenza degli alterati e dei derivati: in Liguria è abbastanza documentato il cognome Casanova: specificatamente si tratta della specificazione di una località o di fabbricati con caratteristiche specifiche e nella fattispecie di un cognome derivato da un toponimo casa (elemento base) associato al suo qualificante nova, la "casa nuova, l'edificio da poco realizzato ed abitato".

CASSINI: potrebbe anche connettersi con esiti simili a quelli di Casanova ma non è da escludere che sia un qualche derivato dal cognomen antico, di origine romana, Cassius.

CONTE: cognome diffusissimo, e con molti derivati e alterati, in Italia (anche nella forma Conti).
Le sue forme base, appunto Conte, Conti e Contini derivano a loro volta dalla comune forma base del nome medievale Conte (femminile Contessa) formatisi da titoli di dignità e cariche, appunto conte e contessa che continuano il latino medievale comes comitis (femm. comitissa) da intendersi come "compagno di viaggio" e quindi "alto funzionario al seguito dell'imperatore (in effetti nel medioevo il termine conte finì poi per perdere questo significato primigenio per diventare sinonimo di "titolare di poteri vari, in particolare di funzionario preposto alla reggenza di una contea": il titolo, col tempo, assunse poi valenza nobiliare).
Il De Felice (sotto voce) a fronte della gran quantità italiana di cognomi Conte e Conti giustamente precisa però che nella norma tale nome non stava tanto ad indicare un dignitario od un nobile quanto semmai che ne dipendeva (servitori per esempio) o che veniva attribuito a qualcuno con finalità scherzosa se non talora derisoria.

DURANTE: il cognome risulta importato nel paese dall'area di Pigna.
Nel 1492 leggesi in un atto (Sezione Archivio di Stato di Ventimiglia - Atti dei Notai di ventimiglia, n. 58, notaio Giovanni Balaucco) di certo Giovanni Durante alias de Pigna et nunc habitatori dicti loci [Soldani] e poi (1502) in altro atto (Archivio di Stato di Genova, Notai Ignoti, n. 356, Notaio Bernardo Aprosio) è citato il figlio di quello tal Giovanni Battista Durante che elegge erede dei suoi beni un certo Ludovico Durante di Pigna.
Durante (varianti Duranti, Durando, alterati Durantini, abbreviati Dante e Danti, Dantini) è cognome panitaliano diffuso anche in Liguria oltre che nel Centro-Sud. Durando prevale solo in Toscana e nel Veneto si trova spesso Dante.
Alla base sta il nome medievale Durante e l'abbreviato Dante già documentati nel X secolo nelle forme Durantus e Durante, Dantes e Dante (invece Durando è doumentato dall'XI secolo nel Centro-Sud come nel Centro-Nord nell'esito Durandus).
Durante continua il nome augurale cristiano della tarda latinità Durans Durantis ovvero il participio presente del verbo durare cioè essere fermo e deciso, perseverare [nella fede].

GUERCIO: la forma base in effetti è Guerci ma la variante Guercio è abbastanza ben documentata, anche se , stando al De Felice, predomina nel meridione d'Italia, dove è specifico il tipo con l'articolo Lo Guercio: facilmente si intende che alla base del cognome sta un aggettivo cognominizzato attestante una deformazione fisica: "cieco da un occhio", "che vede male" [in Liguria prevale comunque la forma GHERSI dal dialettale guèrsu - ghèrsu = "cieco da un occhio"].

MOLINARI: Si tratta la base di un cognome molto diffuso in Italia e con tante varianti come con numerosi alterati e derivati.
Si tratta nella forma base della trasformazione in cognome di un nome e soprannome già comune nell'ultimo medio evo; facilmente si intende che esso deriva dal nome di mestiere molinaro ("proprietario, gestore di un mulino").

MURATORE: E' un cognome sostanzialmente diffuso su tutto il territorio italiano seppur la sua frequenza sia elevata più in alcune regioni (l'Emilia Romagna, ma anche la Liguria) che in altre: è semplice cosa intendere che alla sua base sta il nome di mestiere muratore.

RAIMONDO: è cognome diffuso in tutta Italia ed anche se la forma base è Raimondi l'esito Raimondo ha pressoché la stessa frequenza: si tratta della cognominizzazione del nome di ascendenza germanica Raimondo il cui I elemento è *ragan- o *ragin (in gotico ragin) nel valore di "consiglio, decisione mandata dagli dei" (e quindi anche di "divino") mentre il II elemento è *munda- (in tedesco Mundo) cioè "protezione, che protegge con l'ausilio degli dei".

SOLDANO secondo l'interpretazione del De Felice questo cognome sarebbe da connettere con una fra le supposte genesi della villa di Soldano.
Si tratta infatti di un cognome (sporadicamente distribuito in tutta l'Italia) recante alla sua base il soprannome medievale Soldano (nel XIII secolo in Liguria documentato alla latina Soldanus) formato dal termine soldano che deriverebbe come adattamento regionalistico dall'arabo sultan (donde l'italico sultano) che dall'875 era il titolo conferito ai sovrani dell'Islam.




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