cultura barocca
inf. di B. Durante Simboli alchemici tratti dall'opera Di Basilio Valentino, Last Will and Testament, Londra, 1671

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Biblioteca Aprosiana di Ventimiglia,da Aprosio ad Umberto Eco, il magnetismo del sangue entro le tante riflessioni, sulla possanza dell'universo e le sue relazioni con l'alchimia = Ventimiglia 1620 e 1654 : due omicidi indussero Aprosio ad interessarsi di esoterismo ricerca che si intensificò dopo che ricoprì seppur con moderazione quella carica di Vicario della Santa Inquisizione che lo portò, con altre cose, ad occuparsi di magia, stregoneria e pratiche occulte
Le investigazioni sul paranormale, secondo quanto scrisse e che qui si legge digitalizzato, iniziarono, per i due citati omicidi commessi in città: più precisamente per l'omicidio nel 1620 da parte del fratello di un certo Leandro narratogli quando aveva 13 anni da suo padre da lui poi registrato nel capitolo XII, dal titolo peraltro emblematico, della sua Grillaia seguito anni dopo da un omicidio commesso durante la Quaresima del 1654 ai danni di un abitante di Saorgio assassinato a fucilate e coltellate presso la riva del mare, ivi coperto frettolosamente con sabbia e detriti, spazzati via 29 giorni dopo il crimine da una mareggiata sì da esumare il corpo [le riflessioni aprosiane si estendono da brani dal capitolo VIII della Grillaia dove affrontano temi del magnetismo universale per poi concentrarsi nel menzionato Capitolo XII sul magnetismo del sangue (uno degli aspetti della cultura del sangue, in ambito cristiano-cattolico connessa alle tematiche delle città del sangue e del voto sanguinario) con la possibile notazione di come le osservazioni sul magnetismo del sangue proposte dal frate intemelio comportino poi qualche collegamento con quanto scrittone seppur in un contesto assai diverso da Umberto Eco, nel romanzo L'Isola del giorno prima].
Considerata la precisione del racconto e la coincidenza dei dati cronologici è da supporre che lo stesso Aprosio abbia presenziato all'ispezione del cadavere essendo Vicario inquisitoriale con decreto del 4/II/1654 dichiarando "il Ventimiglia" esserne stati svelati i responsabili o colpevoli sulla base della bizzarra ma epocale cultura del magnetismo del sangue o più correttamente del magnetismo universale connesso al magnetismo del sangue per cui i cadaveri avrebbero emesso sangue allorché tra i sospettati posti innanzi a loro fosse comparso il responsabile del delitto, fenomeno che per quanto scrive il frate bibliofilo sarebbe avvenuto sia in occasione del primo omicidio che del secondo, parimenti qui descritto tramite il brano digitalizzato del testo della Grillaia.
E' però da rammentare
che a riguardo di siffatto fenomeno Aprosio da uomo affatto credulone e sempre impegnato a scoprire le varie cause di ogni evento inspiegabile con i dati del suo tempo nello stesso capitolo XII della Grillaia esplicitamente
dichiara di voler esaminare tali eventi con l'ausilo degli scritti di vari accreditati autori e proponendo diverse interpretazioni
quantomeno sulla base delle informazioni scientifiche possibili al suo tempo
sì che mentre al paragrafo 4 di pagina 144 descrive un caso analogo a quelli ventimigliesi narrandone poi di consimili ai paragrafi 7 e 8 nelle pagine 146-147 giungendo ad analizzare (paragrafi 10 ed 11 delle pagine 148-149) le opinioni favorevoli e contrarie a riguardo dei miracoli a Napoli del sangue sgorgato da una sacra immagine di S. Giovanni Battista durante una celebrazione religiosa del martirio della sua "Decollatione" e soprattutto della liquefazione del sangue di S. Gennaro ritiene necessario (paragrafo 5-6 di pagina 145) citare vari autori con i loro diversi giudizi su tale manifestazione arrivando ad interrogarsi qual giudice inquisitoriale ecclesistico se sia corretto applicare forme di tortura per ottenere confessioni da coloro innanzi ai quali un cadavere abbia emesso sangue dalle ferite menzionando il parere favorevole del giureconsulto napoletano Matteo degli Afflitti (paragrafo 23 in fine di pagina 149) ma poi di seguito quelli contrari di Girolamo Nardi e Francesco Casone/Casoni nello stesso paragrafo 13 ma a pagina 150) ed ancora in detto paragrafo 13 da fine di tal pagina 150 sino a pagina 151 "il Ventimiglia" nuovamente cita il Nardi che in un suo scritto intima ai giudici di non applicare alcun tormento a chicchessia nel manifestarsi tal labile indizio la cui interpretazione per lui deve spettare ai medici o a quanti siano competenti di scienze umane e naturali.
Prescindendo da queste riflessioni di Aprosio databili al 1667/'68 pare fuor di dubbio che l'esperienza avuta sin sin da ragazzo in rapporto a siffatti eventi abbia avuto un peso importante a riguardo dei suoi interessi per i fenomeni paranormali: curiosità ed interessi verosimilmente integratisi sia per i tanti resoconti recepiti sin dalla gioventù su persecuzioni di forme di magia e supposte streghe in ambito ligure ponentino e provenzale quanto per il fatto di aver assistito personalmente in Grosseto al rogo di tal Palandrana condannata qual "Malefica" [Scudo di Rinaldo I, pagina 53 = le voci evidenziate con sottolineatura in rosso sono attive e multimediali].
Tutto ciò lo portò, nella sua insaziabile curiosità, ad interessarsi pure di scienza alchemica raccogliendo su di essa notizie per quanto possibile sin a quell' immenso testo qui digitalizzato, trascritto e tradotto che fu il Theatrum Sympateticum ottenuto grazie all'amico genovese Anfrano Mattia Fransoni e tuttora conservato alla Biblioteca Aprosiana
Nonostante la vastità dell'opera, ma soddisfatto delle competenze acquisite, egli consultò e addirittura raccolse negli anni molti volumi di alchimia ed altri tomi di svariati argomenti esoterici neppure trascurando l' astrologia che in Liguria aveva tanti seguaci e con essa fra "timore e tremore" l'astrologia giudiziaria condannata dalla Chiesa in quanto collegata a illeciti processi di divinazione.
Sarebbe ardua impresa analizzare qui tutte le opere di questi argomenti per cui si rimanda all'attivazione dei precedenti collegamenti donde si accede a trattazione specifica.
Ritornando ai temi di argomento alchemico pare però giusto rammentare quanto Aprosio si sia adoprato a conoscere ciò che fu scritto da alchimisti dopo tanti esperimenti nei loro laboratori del passato procedendo dal francese Nicola Flamel alla raccolta di Secreti di Giacomo Ruscelli (Viterbo 1500 circa\Venezia 1566) editi soto titolo de I Secreti nuoui di marauigliosa virtu' del signor Ieronimo Ruscelli i quali continouando a quelli di donno Alessio, cognome finto del detto Ruscelli, contengono cose di rara esperienza, & di gran giouamento..... In Venetia : appresso gli heredi di Marchio Sessa, 1567 per giungere a I secreti di Isabella Cortese, ne' quali si contengono cose minerali, medicinali, artificiose e alchemiche, e molte dell'arte profumatoria, appartenenti ad ogni gran signora (le opere di questi autori sono trascritte e leggibili attivando i rispettivi collegamenti).
La condanna dell'Alchimia Spondent Pariter, conosciuta anche come Spondent quas non exhibent (Promettono ciò che non possono) decretale emanata tra il 1316 e il 1334 da papa Giovanni XXII per condannare l'alchimia, integrata nelle Extravagantes Communes sotto la voce De crimine falsi (titulus VI) poi inserita nella raccolta del Corpus iuris canonici[ indusse però "il Ventimiglia" a sempre maggior cautela nel trattare pubblicamente di siffatti argomenti, non mancando in questo capitolo IX della sua Grillaia d'evidenziare sulla scorta del gesuita Giovanni Botero, dopo il confronto tra infiniti pareri, di sancire i limiti di astrologia ed alchimia scrivendo (pagina 120, paragrafo 122) Domandato un tale Anonimo, che cosa gli paresse dell'Astrologia giudiziaria? Rispose [Botero]"Che ella era un prurito dell'humana curiosità, che non mai si smorzava", E tanta la vaghezza di saper cose future, che l'huomo benche molte volte ingannato, e schernito, non se ne sa rimanere; dice il Botero ove di sopra, anzi va suggerendo continovamente materia a nuovi inganni, e ebeffe...Che gran parentado è tra gli astrologi, gli Alchimisti, e i Zingari: e che tutti ingannano. l'Astrologo per vanità, l'Alchimista per avaritia, il Zingaro per necessità. E che Innocenzo IX parlando dell'Astrologia soleva saviamente dire "Che la migliore Astrologia è l'esser huomo da bene: perché così facendo se l'influsso è avventuroso, se ne accelera, e migliora il bene: se è cattivo, se ne mitiga, e se ne diminuisce il male concludendo Aprosio il suo capitolo con una sostanziale seppur apatistica condanna dell'astrologia e con essa, seppur occultamente, dell'alchimia, scrivendo (paragrafo 28, da fine pagina 124) Voglio finirla con un'avvertimento del Gaudentio nel luogo citato: Non disputo adesso del fondamento, che può havere l'Astrologia, qui dico, che quelli, che molto credono ad essa capitano male, parendo che dispiaccia al Cielo, che l'homo sì debole, e sì picciolo, voglia spiare i segreti celesti, e quanto a noi sovrasta