cultura barocca
Edito nel volume Vallecrosia.... Piani di Vallecrosia (i numeri e le voci evidenziate nella carta settecentesca sono attivi): così era degradato nei secoli il suburbio orientale (vedi anche il giudizio di Strabone) - attraversato dalla via Ivlia Augusta - di Ventimiglia Romana [ città ritenuta dispersa e su cui si diffuse il mito della "perduta e mitica" città di Templum (per alcuni -ma sulla base di una scorrettezza filologica- secondo nome di Albintimilium) ] ma poi individuata topograficamente come scrisse nelle Antichità di Ventimiglia il seicentesco erudito A. Aprosio e nell'Ottocento riportata alla luce dall'archeologo ottocentesco G. Rossi ) dopo il crollo dell'Impero = si vede qui una pietra romana lavorata, sagomata e ornata presso una chiesa antichissima (per quanto variamente modificata nei secoli) e nel contesto di un areale per secoli relativamente abbandonato sulla linea di costa. Eppure il manufatto permette un viaggio nel passato dalla romanità [ ben simboleggiato da una lapide votiva ad Apollo ivi scoperta ma con altro materiale di cui si parla sempre troppo poco (vedi) da secoli, casualmente per lo più, rinvenuto in siffatta area suburbana orientale con scoperte soprendenti, anche se in gran parte moderne, di materiale romano nell'area di Bordighera = prescindendo dai libri e dai quadri molto materiale oltre che da grande bibliotecario da antiquario di vaglia Angelico Aprosio raccolse vari reperti di romanità specie medaglie e monete non solo raccolte in area intemelia ma nel corso della sua vita errabonda e per tutto il suo patrimonio libresco e museale attivò varie protezioni di sicurezza da furti e dispersioni a dimostrazione della passione che nutriva, anche se purtroppo la sua Biblioteca-Museo di Ventimiglia ove stavano le varie raccolte -come qui si legge- patì molti danni e dispersioni tra la metà del '700 e l' '800 ] sin al cristianesimo delle origini fin ancora a XVI/XVII secolo ed oltre (vedi immagini) = con lo sviluppo della popolazione che dal XIX secolo andava ripopolando (con un incremento massiccio da seconda metà '800) nell' areale i già abbandonati Piani di Vallecrosia si fece urgente l'esigenza almeno provvisoria dell'uso di un antichissimo edificio sacrale che fu identificato nella Chiesa di S.Vincenzo/S.Rocco cuore spirituale di una delle Otto Prebende o Proprietà ecclesiastiche (vedi) in cui a pro dei Canonici della Cattedrale (vedi) era stata suddivisa nel XIII secolo la Diocesi di Ventimiglia (vedi). In merito a questa chiesa di S. Vincenzo quindi cointitolata a S. Rocco (vedi n. 5 attivo della carta ipertestualizzata) meritano di esser lette queste due schede critiche = la prima di Nino Lamboglia sull'antichità della Chiesa e la seconda di un anonimo religioso che ne scrisse sia dell'antichità che dell'importanza per la popolazione = è anche da dire che il canonico e teologo Giovanni Francesco Aprosio scrivendo di questa Chiesa parlò di ritrovamenti di romanità e che altri successivamente vennero fatti come qui si legge dal volume di autori vari su "Vallecrosia" (p. 161) = se la fotografia qui proposta offre i migliori dettagli sulla strata antiqua oramai dal '200 ridotta ad un sentiero che dal guado romano sul rio Verbone conduceva al fiume/torrente Nervia è altresì vero che da questa altra immagine ottocentesca della Chiesa ( Chiesa talmente venerata anche per la pittoresca postazione da esser sede di feste ottocentesche come qui si vede) offre se sublimata nella scannerizzazione una visione del considerevole materiale di varia epoca e verosimilmente anche romano ad essa antistante in una sorta di vetusto recinto).

LE DECORAZIONI VISTA DA UN'ALTRA INCLINAZIONE

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