cultura barocca
Analizzando la tematica del qui digitalizzato Grillo XIII "Della poca stima, che si ha delle buone lettere, e de letterati e della cagione" e ad integrazione studiando pure un approfondimento sulla valenza del "Merito" o del "Genio", che sia Letterario o non, argomento dibattuto in una contesa accademica dei "Filomati" di Siena a riguardo del tema del successo a Corte, compreso il ruolo svolto dalla "Fortuna" qui trattato nel contesto di una misconosciuta quanto interessante lirica del nobile e letterato Paolo Giordano II Orsini duca di Bracciano non si può evitare di trattare in merito a una Fortuna almeno nel caso di Aprosio, ma anche di molti altri letterati, dipendente dalla presenza di un Mecenate (epiteto evolutosi da C. CILNIO MECENATE -di cui qui si propone un busto- potente ministro di Augusto il cui cognomen nel sistema onomastico romano dei tria nomina divenne simbolo -specie in Italia e Francia- di Protettore della Arti e in particolare di Poeti e Letterati e ciò anche (prescindendo come noto dal vantaggio pubblicistico che, dai loro scritti, derivava al sistema politico cui apparteneva) per sostenerli, nella fama e nei vantaggi che potevano loro derivare dai frutti dell'ingegno, atteso lo strapotere degli editori, come i Sosii, applicanti il principio legale superficies solo cedit) nella fattispecie "aprosiana" identificabile in GIO NICOLO' CAVANA che, esponente colto della nobiltà della Serenissima Repubblica di Genova e gran "Fautore" sia del frate che della sua Biblioteca di Ventimiglia , qual moderno "MECENATE" garantì ad Aprosio anche la "consolatoria classica, per eccellenza, dei Letterati": il nobile esercizio di classica matrice di "otium letterarium, "ozio letterario", "ozio negozioso" od "ozio faticoso" (precisando però Aprosio seppur indirettamente come il MECENATE non dovesse essere un despota che utilizzasse per i suoi vantaggi le altrui qualità ma un sincero e disinteressato patrocinatore delle arti registrando al proposito Federigo della Valle che in un suo sonetto celebrò la propria autonomia poetica senza servilmente, come tanti, piegarsi alle esigenze "pubblicistiche" dei Centri di Potere, cioè dai Principi alle Corti, in merito alla situazione epocale in cui scrisse) = la postazione qual in effetti fu di MECENATE SENZA POLITICHE E PUBBLICISTICHE AMBIZIONI MA QUAL STRAORDINARIO E INTERESSATO SOSTENITORE DELLE ARTI valse al CAVANA (VEDINE QUI IL RITRATTO CUSTODITO ALLA QUADRERIA DELL'APROSIANA) nella "Repubblica delle Lettere" la stima di moltissimi tra cui naturalmente l'Aprosio e l' epiteto d'esser L'asilo de' Letterati della Liguria'(creatogli da Valerio Zani optando invece il Magliabechi bibliotecario Mediceo per la nominazione di 'Mecenate') Il CAVANA conosciuto personalmente da Aprosio a Ventimiglia allorquando vi dovette alloggiare come SUPREMO SINDICATORE DELLA REPUBBLICA - e che Aprosio gratificò profondamente scrivendone nel suo "Repertorio Biblioteconomico"- discendeva da una Casata che maturò grandi interessi in Spagna sì da dover poi lui stesso occuparsi di un lungo procedimento in merito a possedimenti di famiglia che, profittando dell'assenza e sine cura degli avi, sarebbero stati usurpati nell'area di Novi entro la Diocesi di Tortona: una questione che Aprosio si sentì di riproporre con la trascrizione di molti documenti antichi concernenti la questione

NELLA CRISI DELL'ITALIA FELIX ONERATA DA PROBLEMI MOLTEPLICI LA FIGURA DEL MECENATE VENNE MENO CON IL RICORSO DA PARTE DEGLI INTELLETTUALI ALLA REALIZZAZIONE DELL'ISTITUTO ACCADEMICO = SALVO CASI CELEBERRIMI L'INIZIATIVA NON FAVORI', A PRESCINDERE DA PUBBLICAZIONI ABBASTANZA LIMITATE E POCO ONEROSE, L'ATTIVITA' EDITORIALE DI MOLTI ERUDITI CHE, SULLA SCIA DELL'ESPERIENZA DEI "TEMPI NUOVI" E DELL'ILLUMINISMO, NON DISDEGNARONO DI RICORRERE ALL'ESPEDIENTE ECONOMICAMENTE VANTAGGIOSO DELLA PUBBLICAZIONE AVVALORATA DA SOTTOSCRITTORI PAZIENTEMENTE RICERCATI SPESSO DAGLI STESSI AUTORI E POI COME IN QUESTO CASO ASCRITTI ENTRO LA UNA TABULA GRATULATORIA


INFORMATIZZAZIONE B. E. DURANTE

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