cultura barocca
DA "STATUTI CRIMINALI DI GENOVA" 1556 (1557), LIBRO II DELLE PENE= vedi cenni agli strumenti diabolici sostanzialmente corrispondenti agli olisboi del paganesimo Giovanni Dall'Orto riportando il testo a commento dell'immagine Turpe quidem dictu, sed & est res improba factu,/ excipiat siquis choenice ventris onus./ Mensuram, legisque modum hoc excedere sanctae est,/ quale sit incesto pollui adulterio./ ne riporta la sostanza in italiano = Turpe certo a parlarne, ma addirittura improba/ al far è se ne la coppa d'oro/ scarchi, e riceva, alcun, del ventre il peso./ È questo un trasgredir de la Natura,/ e de le Sante Leggi il Modo, e 'l Giusto;/ qual fia 'l macchiarsi d'adulterio incesto/ = nell'indiscutibile interpretazione della'autore moderno qui riportata "Il rapporto contronatura è simboleggiato da una donna che usa una coppa d'oro come vaso da notte per defecare; ne esiste una variante con uomo che defeca in un pozzo d'acqua potabile. L'azione è paragonata nel commento a un adulterio [mosruoso oltre che] incestuoso. Questo emblema, figlio della franchezza rinascimentale pre-Controriformistica, ha creato scandalo nei più puritani secoli successivi [a differenza di questa di Cultura-Barocca l'immagine riprodotta per il suo sito da G. Dall'Orto è stata censurata da un antico proprietario del libro]. Su questo emblema vedi: William Heckscher, Pearls from a dung-heap: Andrea Alciati's 'offensive' emblem: 'Adversus naturam peccantes'. n "Art the ape of nature", Abrams, New York 1981, pp. 291- 311."

Capitolo II (2)

Di quanti copulano o comunque hanno rapporti sessuali contro natura

Coloro che intrattengono rapporti carnali in maniera avversa alle leggi di natura, sia coprendo da maschio che facendosi coprire a guisa di femmina, dopo essere stati appesi alla forca [impiccati secondo il sistema che comportava -nell'uso della pubblica esecuzione- drammatica "collaborazione" tra il Boia ed i "Tirapiedi" che lo aiutavano nella trazione della vittima fino alla morte della stessa: come qui si vede]vengano pure dissolti in virtù del fuoco che vendica e purifica e restino dispersi, sia di corpo che di nome, dalla terra dei viventi. Alla medesima pena sia peraltro soggetto il ruffiano che abbia prestato un suo campo o una sua casa perchè si perpetrasse tale orrendo misfatto [Nota documentaria sul tema = vedi qui, con quella di altri personaggi, una ragione epocale e basilare per la persecuzione sin all'estremo supplizio -a titolo di catarsi- di omosessuali, sodomiti, tribadi ecc. ecc. ed ancora per la Chiesa -nel contesto di una sempre maggiore disanima delle "colpe" connesse ai peccati di Lussuria come scrive qui L. Ferraris nella sua Bibliotheca Canonica comparirà la Bestalitas (in particolare vedi par. 64) -accoppiamento con animali- specificatamente trattata anche associata nel contesto di specifiche distinzioni a Mollities e Sodomia (in particolare vedi par. 70); giova precisare che nell'interpretazione del Ferraris viene definita "sodomia perfetta" il rapporto sessuale tra uomo ed uomo (coito anale o coito orale) oppure tra donna e donna (coito per via clitoridea, vaginale od anale, usando sia le mani che la bocca alterando la posizione di giacitura o di stasi che ancora usando "strumenti diabolici" sotto cui sono mascherati semanticamente agli "OLISBOI". Invece la "Sodomia imperfetta" -a giudizio del Ferraris con differenze rispetto a quanto enunciato dal Potestà ed altri come lui stesso precisa (paragrafo 52) - è quella tra uomo e donna per via anale = post scriptum : il tema complesso dell' incesto (già perseguito dal Diritto Romano ma non tanto diffuso nel Dominio di Genova quanto piuttosto nelle dipendenze insulari, come in particolare la Corsica) risulta invece trattato al capitolo III (Sugli adulteri e gli stupratori) e precisamente a questo paragrafo = tutta una letteratura giuridica, laica ed ecclesiastica, ha affrontato il tema dell'incesto: per esemplificare con il concorso (vedi qui il De Maleficiis del Gambiglioni meglio noto come Angelus Aretinus) della bibliografia pregressa (vedi la voce Incestus nel citato De Maleficiis) si può leggere la Bibliotheca Canonica, Juridica, Moralis...., di L. Ferraris sia alla sottovoce incestus (da par. 12 a par. 20) sotto la grande voce stutturata per indici: Luxuria sia quello che sul tema viene scritto dal par. 138 al par. 144 sotto la voce Pena: trattandosi sia di Pene Civili che di Pene Criminali (vedi elenco e articoli) = Apparentemente, sotto gli effetti del moralismo controriforimista in campo sessuale, nel '600 il tema della "presunta sessualità deviata" divenuto occasione di pubblicistica e scontro tra le fazioni dei Riformati e dei seguaci del Cattolicesimo di Roma sarebbe stato affrontato con estrema cautela o addirittura evitato a livello predicatorio oltre che scrittografico fuori dei testi spiccatamente giuridici o polemisti = ciò non è esatto ma la lettura non sempre è semplice su tali temi dato il ricorso a sistemi comunicativi talora riservati a decrittatori esperti come l'Aprosio che pure dopo aver steso -anche per le sue ricerche in ambito biblico ed esegetico- una sua "Storia dell'Adulterio" non mancò -come altri né giuristi né canonisti- di affrontare i temi della omosessualità maschile e della omosessualità femminile compreso quello assai delicato in merito al sesso femminile del Tribadismo donde la figura della Donna Tribade (senza dimenticare l'attenzione dedicata ai temi di Ermafroditismo, Bisessualità e Transessualità = attesi anche i pericoli, a fronte dei Riformati, del vetero dibattito sulla "Papessa Giovanna")]


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