La letteratura sulla "festa" di Halloween è ben sviluppata dalla lodevole "Wikipedia - enciclopedia libera on line" di cui qui si recupera il testo (peraltro dotato di bibliografia): pur nella sintesi le riflessioni sono esaustive dal significato della ricorrenza di origine celtica alla sua inglobazione in ambienti culturali non celtici sin alla moderna rivistazione fattane specialmente negli Stati Uniti d'America (U.S.A.).
La parte più interessante è però quella che giustifica la sconsacrazione ad opera della chiese romana della festa pagana e della sua assimilazione nell'ecumene cristiano.
Le riflessioni, peraltro condivisibili, innestano però a questo punto il teorema di Halloween su un contesto più ampio (che peraltro rimanda a quella sorta di mitologhema anche moderno dell'diabolica creatura od in modo più generalista dell'"orco" in agguato entro un qualsiasi "antro della bestia") e che qui viene affrontato speriamo esaurientemente, per quanto si disponga di una ancora più ampia documentazione.
Halloween non è infatti un fenomeno a sè stante ma rientra in un poliedrico contesto di progettazione della Chiesa Romana che attraverso i secoli andò assimilando nel contesto di festività cristiane molte di quelle tradizioni cultuali pregresse che le popolazioni, pur cristianizzate, stentavano a rigettare e tutto ciò principalmente sulla linea progettuale di un processo di sconsacrazione/riconsacrazione attivato da papa Gregorio Magno e secondo un percorso apostolico e missionario gestito dai Benedettini che nella stessa Liguria è ben documentato e qui specificatamente analizzato in merito per esempio all' innesto dei culti delle acque, delle sorgenti e delle fonti (con la relativa riconsacrazione degli antichi siti pagani) od ancora in rapporto alla rivisitazione della genesi di complessi viari preromani e romani di origine mitologica, parimenti ricomposti in un sistema di sovrapposizioni del cristianesimo = in merito all'areale che congiunge Francia ed Italia risulta in tutto questo emblematico il Ruolo svolto dalla Diocesi Ventimigliese specie in merito alla Riconsacrazione di un tragitto monti - mare poi divenuto "Via di un Pellegrinaggio di Fede" in sinergia con l' epocale e gigantesca costumanza dei Viaggi di Fede in Terrasanta, Spagne, Roma
Halloween (corrispondente alla vigilia della festa cristiana di Ognissanti) è il nome di una festa popolare di origine pre-cristiana, ora tipicamente statunitense e canadese, che si celebra il 31 ottobre. Tuttavia, le sue origini antichissime affondano nel più remoto passato delle tradizioni europee: viene fatta risalire a quando le popolazioni tribali usavano dividere l'anno in due parti in base alla transumanza del bestiame. Nel periodo fra ottobre e novembre, preparandosi la terra all'inverno, era necessario ricoverare il bestiame in luogo chiuso per garantirgli la sopravvivenza alla stagione fredda: è questo il periodo di Halloween.
In Europa la ricorrenza si diffuse con i Celti. Questo popolo festeggiava la fine dell'estate con "Samhain", il loro capodanno. In gaelico "Samhain" significa infatti "fine dell'estate" (Sam, estate, e Fuin[senza fonte]). A sera tutti i focolari venivano spenti e riaccesi dal "sacro falò" curato dai druidi a Tlachtga, vicino alla reale collina "Tara".
Nella dimensione circolare del tempo, caratteristica della cultura celtica, "Samhain" si trovava in un punto fuori dalla dimensione temporale che non apparteneva né all'anno vecchio e neppure al nuovo; in quel momento il velo che divideva dalla terra dei morti ("Tir na n'Og") si assottigliava ed i vivi potevano accedervi.
I celti non temevano i propri morti e lasciavano per loro del cibo sulla tavola in segno di accoglienza per quanti facessero visita ai vivi.
Oltre a non temere gli spiriti dei defunti, i Celti non credevano nei demoni quanto piuttosto nelle fate e negli elfi, entrambe creature considerate però pericolose: le prime per un supposto risentimento verso gli esseri umani; i secondi per le estreme differenze che intercorrevano appunto rispetto all'uomo. Secondo la leggenda, nella notte di Samhain questi esseri erano soliti fare scherzi anche pericolosi agli uomini e questo ha portato alla nascita e al perpetuarsi di molte altre storie terrificanti.
Si ricollega forse a questo la tradizione odierna e più recente per cui i bambini, travestiti da streghe, zombie, fantasmi e vampiri, bussano alla porta urlando con tono minaccioso: "Dolcetto o scherzetto?" ("Trick or treat" nella versione inglese). Per allontanare la sfortuna, inoltre, è necessario bussare a 13 porte diverse.
Con il dominio romano, "Samhain" fu assimilata all'equivalente celebrazione di "Pomona", una festa del raccolto, cosicché uscì dai confini etnici sviluppandosi in diverse varianti.
Il cristianesimo, come già la dominazione romana, tentò di incorporare le vecchie festività pagane dando loro una connotazione compatibile con il suo messaggio.
Papa Bonifacio IV istituì la festa di tutti i santi; nella festa, istituita il 13 maggio 610 e celebrata ogni anno in quello stesso giorno, venivano onorati i cristiani uccisi in nome della fede. Per oltre due secoli le due festività procedettero affiancate, sino a che papa Gregorio III (731-741) ne fece coincidere le date. Secondo altre fonti, fu invece Sant'Odilone di Cluny che nel 1048 decise di spostare la celebrazione cattolica all'inizio di novembre al fine di detronizzare il culto di Samhain. Quell'anno l'Ognissanti fu spostata dal 13 maggio al 1 novembre per dare ai cristiani l'opportunità di ricordare tutti i santi e, il giorno dopo, tutti i cristiani defunti (Commemorazione dei Defunti). Per questo nei paesi di lingua inglese la festa divenne Hallowmas, che significa "messa in onore dei santi"; la vigilia divenne All Hallows Eve, che si trasformò nel nome attuale, Halloween.
Si ebbe, inoltre, una recrudescenza di proibizionismo dal 1630 al 1640, quando la chiesa cattolica fece in modo di far sopprimere ogni festa di tipo pagano legata a questa ricorrenza.
Negli Stati Uniti le diverse tradizioni legate alla festa d'Ognissanti confluirono, fino ad arrivare alle consuete moderne celebrazioni.
Inizialmente era una festa regionale, le cui caratteristiche erano legate alle culture degli immigrati ed alla fede religiosa personale.
In epoca vittoriana furono gli strati più elevati della società ad impadronirsi della festa: era di moda, negli Stati Uniti, organizzare feste, soprattutto a scopo benefico, la notte del 31 ottobre. Era necessario eliminare i collegamenti con la morte ed amplificare i giochi e la parte scherzosa della festa.
Già nel 1910 le fabbriche statunitensi producevano tutta una serie di prodotti legati unicamente a questa festa. Prende in questo periodo la connotazione di "notte degli scherzi" o "notte del diavolo", durante la quale ci si abbandonava all'anarchia ed erano ricorrenti gli atti di vandalismo, fino al punto da ritenere opportuno l'annullamento della festività.
Con la seconda guerra mondiale si fece leva sul patriottismo americano e la festa servì a tenere alto il morale delle truppe ed il vandalismo degli scherzi di peggiore specie venne eliminato.
Terminato il conflitto mondiale i bambini si impossessarono della festa, anche grazie alle aziende, che dedicarono a loro tutta una serie di costumi, dolci e gadget trasformando la festa in un affare commerciale. Alimentarono l'affare con storie di lamette nei dolci e avvelenamenti di caramelle fatte in casa, inducendo gli americani a volgersi verso dolci preconfezionati.[
È usanza ad Halloween intagliare zucche con volti minacciosi e porvi una candela accesa all'interno.
Questa usanza nasce dall'idea che i defunti vaghino per la terra con dei fuochi in mano e cerchino di portare via con sé i vivi (in realtà questi fuochi sono i fuochi fatui, causati dalla materia in decomposizione sulle sponde delle paludi); è bene quindi che i vivi si muniscano di una faccia orripilante con un lume dentro per ingannare i morti. Questa usanza fa riferimento anche alle streghe, che nei tempi più remoti venivano bruciate sui roghi o impiccate; infatti, oggi si pensa che queste vaghino nell'oscurità della notte per rivendicare la loro morte (abbigliate in maniera più o meno orrenda) e ne approfittano per usare il loro potere ad Halloween, quando quest'ultimo aumenta in misura maggiore rispetto alla loro normale paranormalità. L'usanza è tipicamente statunitense, ma probabilmente deriva da tradizioni importate da immigrati europei: l'uso di zucche o, più spesso in Europa, di fantocci rappresentanti streghe e di rape vuote illuminate, è documentato anche in alcune località del Piemonte, della Campania, del Friuli (dove si chiamano Crepis o Musons), dell'Emilia-Romagna, dell'alto Lazio e della Toscana, dove la zucca svuotata era nota nella cultura contadina con il nome di zozzo.[1] Anche in varie località della Sardegna la notte della Commemorazione dei Defunti si svolgono riti che hanno strette similitudini con la tipica festa di Halloween d' oltreoceano, nel paese di Pattada si incidono le zucche e all' interno viene accesa una candela, in altri paesi si svolge il rito delle "Is Animeddas" (Le Streghe), del "Su bene 'e is animas", o del “su mortu mortu”, dove i bambini travestiti bussano alle porte chiedendo doni.
BIBLIOGRAFIA
Alessandro Fornari, "Le feste dell'anno", in "Cultura contadina in Toscana", vol II. "L'ambiente e la vita". Firenze, Bonechi, 1989. p. 281.
Diane C. Arkins, "Halloween: Romantic Art and Customs of Yesteryear", Pelican Publishing Company (2000). 96 pages. ISBN 1565547128
Diane C. Arkins, "Halloween Merrymaking: An Illustrated Celebration Of Fun, Food, And Frolics From Halloweens Past", Pelican Publishing Company (2004). 112 pages. ISBN 158980113X
Phyllis Galembo, "Dressed for Thrills: 100 Years of Halloween Costumes and Masquerade", Harry N. Abrams (2002). 128 pages. ISBN 0810932911
Jean Markale, "Halloween, storia e tradizioni". Torino, L'Età dell'Acquario, 2005. ISBN 8871362195
Lisa Morton, "The Halloween Encyclopedia", McFarland & Company (2003). 240 pages. ISBN 078641524X
Nicholas Rogers, "Halloween: From Pagan Ritual to Party Night", Oxford University Press (2002). 198 pages. ISBN 0195146913
Jack Santino (ed.), "Halloween and Other Festivals of Death and Life", University of Tennessee Press (1994). 280 pages