In questo VOLUME DEL XVIII SEC. si leggono ( di Joannes Perierus) gli ACTA S. NOTBURGAE ANCILLAE VIRGINIS EXIMIAE PAUPERUM ET CONTRA MORBOS PECUDUM PATRONAE qui DIGITALIZZATI DA "CULTURA BAROCCA" = vedi l' INDICE DEL TESTO ANTICO, leggine la DEDICA (con la relativa ICONOGRAFIA oltre con INCISIONI TRATTE DALLO STESSO VOLUME SU VARI MOMENTI DELLA SUA VITA E DEI SUOI MIRACOLI) e i PREVILEGI DI STAMPA =
VEDI IL CULTO DEI FEDELI PER LA SUA ATTIVITA' DI TAUMATURGA CONTRO I MORBI DEGLI UOMINI (LA VENERAZIONE (CREBBE IN MODO ESPONENZIALE DALLA PESTE DEL 1348 ) ED IN ALTRO CONTESTO PER LA PROTEZIONE DEGLI ANIMALI (SPECIE SE FONDAMENTALI PER LA VITA RURALE), DA AGGRESSIONE DI PREDATORI (IN PARTICOLARE LUPI E LUPI CERVIERI) MA SPECIE
DELLE VARIE PATOLOGIE SIA NATURALI CHE MALEFICHE E STREGONESCHE = VEDI PURE COME IL SUO CULTO VIEPPIU' SI RAFFORZO' DAL 1348, PENSANDOSI CHE LA GRANDE PESTE COMPARSA QUELL'ANNO FOSSE IN QUALCHE MODO PREANNUNCIATA DA UNA MORIA DI ANIMALI E COME POI ANCHE APROSIO, NEL '600 TORMENTATO DA TANTE CALAMITA' NON ESCLUSA LA PESTE, SI RECO' IN PREGHIERA NEI LUOGHI IN CUI LA SANTA VISSE ED OPERO' - INOLTRE SI ANALIZZI QUI UN' ULTERIORE SEQUENZA CRITICA CON LA RICCA E RAFFINATA ICONOGRAFIA DEL VOLUME CONNESSA ALLA SANTA. CON TESTO IN CUI SON EVIDENZIATI IN COLOR ROSSO I SITI OVE ESPLICO' IL SUO APOSTOLATO
La venerazione per questa Santa era connessa al fatto che la peste, per esempio quella del 1348, come altre fosse stata anticipata e in qualche modo annunziata da moria di animali = concetto, già antico, che durò a lungo e in merito al quale, vale la pena di RITORNARE AL TESTO DI CULTURA-BAROCCA DEDICATO ALLA DIGITALIZZAZIONE DEL GOVERNO DELLA PESTE DI LUDOVICO ANTONIO MURATORI = in particolare analizzando la Prefazione invero poco letta quanto utile in cui il celebre letterato, ancora ai primi del '700, analizza, in forma semplice e chiara con una breve ma utile storia del pestilenze sia umane che animali ed opportuna bibliografia, le postazioni sia favorevoli che contrarie su una specie di preannuncio della Pestilenza umana, basata su forme mortali epidemiche di animali, buoi ed armenti soprattutto, ma non solo ]
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- da PAGINA 186 A PAGINA 215
- da PAGINA 209 A PAGINA 207 (fine opera)
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"INDEX RERUM, PERSONARUM ET LOCORUM".
SANTA NOTBURGA DI EBEN DOMESTICA vide la luce
nel 1265 a Rattenberg (Nord Tirolo): fu domestica e cuoca di un nobile nel vicino castello sul Rottenburg e fu solita distribuire generosamente ai poveri tutto ciò che avanzava dalla tavola dei padroni. Morta la contessa, sua figlia impedì tale attività. Notburga allora passò a servizio di agricoltori a Eben. Qui fece fermare con un miracolo il lavoro dei campi dopo il suono delle campane. Morta il 14 settembre 1313, il suo scheletro dorato si venera nella chiesetta della cittadina di Eben. Nel 1718 le reliquie furono ricomposte secondo l'uso dell'epoca, rivestite con seta, oro e argento e furono esposte sull'altare maggiore in posizione verticale e lì sono tuttora. È invocata come modello e patrona della gioventù rurale e si venera come patrona dei contadini e delle domestiche. Il suo culto diffuso nel Tirolo, Austria, Istria, Baviera è stato confermato da Papa Pio IX con decreto del 27 marzo 1862.
Antonio Borrelli, scrivendo di lei "on line" (in "Santi, Beati e Testimoni"), annota: "
La santità oggi è più estesa a tutte le categorie sociali, quindi non fa più meraviglia sentire di santi medici, operai, coniugi, ragazzi, studenti, scienziati, ecc., non solo papi, vescovi, religiosi, suore; ma nei secoli scorsi le categorie erano molto ristrette e quindi fece meraviglia che una santa, nel secolo XIV, provenisse dalla condizione degli addetti ai lavori domestici e dal mondo contadino, perché di solito nel campo femminile, erano badesse o regine".
Lo stesso autore (le cui parole sono qui SPIEGATE UTILIZZANDO NEI COLLEGAMENTI IL MATERIALE ICONOGRAFICO DEL CITATO VOLUME SETTECENTESCO DEGLI "ACTA") aggiunge poi di seguito:
"Il culto per s. Notburga, ebbe una diffusione immensa nei Paesi della sua regione l’Austria e degli Stati limitrofi. Su di lei sono state scritte numerose ‘Vitae’ e libri di devozione, come pure è stata raffigurata in tante opere d’arte.
Notburga nacque nel XIII secolo a Rattenberg nel Tirolo del Nord; fu cuoca di un nobile nel vicino castello sul Rottenburg e distribuiva ai poveri tutto ciò che avanzava dalla tavola dei padroni, poi si mise al servizio di un contadino ad Eben, con cui convenne, che avrebbe lasciato il lavoro servile al sabato all’ora dei Vespri, quando secondo il concetto medioevale, cominciava già la festa domenicale; per potersi dedicare alla preghiera ed alle faccende di casa.
Dopo qualche tempo di cui non si conosce la durata, tornò a fare la cuoca presso il nobile nel castello di Rottenburg, continuando nella sua opera caritatevole, fino alla sua santa morte, avvenuta il 14 settembre 1313; venne sepolta ad Eben.
Come già accennato prima, non esistono documenti contemporanei, il testo più antico della sua leggenda, in tedesco, si trovava sul dipinto ad olio e su tavola di legno, che una volta abbelliva la tomba di Notburga ad Eben ed ora disperso.
Questo testo che fu trascritto in latino e conservato nel Museo Ferdinandeum di Innsbruck, riporta il racconto di numerosi miracoli e prodigi verificatesi dopo la sua morte. L’iconografia che la riguarda è numerosa e riporta come simbolo la falce, che secondo la leggenda, di fronte all’insistenza a continuare a lavorare fatta dal contadino, Notburga lanciò in alto la falce che rimase sospesa nell’aria.
In tutti i secoli successivi ella ebbe notevole culto, si sa che nel Seicento (allorché la FIGURA DELLA SANTA, celebre anche quale
TAUMATURGA A BENEFICIO DI ANIMALI OLTRE CHE,NATURALMENTE DI UOMINI, DONNE INFANTI, BAMBINI E GIOVINETTI
[
La venerazione per questa Santa era connessa al fatto che la peste, per esempio quella del 1348, come altre fosse stata anticipata e in qualche modo annunziata da moria di animali = concetto, già antico, che durò a lungo e in merito al quale, vale la pena di LEGGERE CLICCANDO QUI LA DIGITALIZZATA DA CULTURA-BAROCCA PREFAZIONE DELL'OPERA DEL GOVERNO DELLA PESTE DI LUDOVICO ANTONIO MURATORI = Prefazione invero poco letta quanto utile in cui il celebre letterato, ancora ai primi del '700, analizza, in forma semplice e chiara con una breve ma utile storia del pestilenze sia umane che animali ed opportuna bibliografia, le postazioni sia favorevoli che contrarie su una specie di preannuncio della Pestilenza umana, basata su forme mortali epidemiche di animali, buoi ed armenti soprattutto, ma non solo ]
cosa che attirò anche l'interesse di
ANGELICO APROSIO( allora dimorante in Venezia ma in continuo movimento per vari scopi, predicatori ma non solo, sì da poterlo trovare a Lubiana e quindi nel Cadore non mancando, stando ad una enigmatica epistola al Gandolfo, discepolo, successore alla direzione della Biblioteca di Ventimiglia ma anche amico di Aprosio, di essersi recato pure ad Eben).
I NUMEROSI PELLEGRINI erano soliti asportare un poco di terra dal cimitero di Eben, per usarla contro le
MALATTIE CHE COLPIVANO ANIMALI ED UOMINI [E SECONDO UNA SECOLARE COSTUMANZA NON SOLO MALATTIE NATURALI MA PURE MALATTIE DA MALEFICIO],
e contestualmente, anche se meno scopertamente espresso, contro quei temuti specie in area agro-pastorale e montano
RITORNI DEL PAGANESIMO CHE, IN CERTA PUBBLICISTICA PREDICATORIA QUANTO NELLA CULTURA POPOLARE FORGIATA DI SUPERSTIZIONE COSTITUIVANO NELL'IMMAGINIFICO LE ASSI PORTANTI IN CONTESTO AGRONOMICO DI STREGONERIA E SABBA CON IL TEMA DEL CONGIUNGIMENTO CARNALE COL DEMONIO IN VESTE DI CAPRO E DEL PATTO DIABOLICO ESPRESSO
e per oggettività scientifica e documentaria vale la pena di rammentare (prescindendo dal trionfo di S. Michele Arcangelo sul Dracone che era Lucifero
e dal caso forse più eclatante di lotta contro un diavolo draghiforme in cui si ravvisano reperti di idolatria, tante gesta di santi-guerrieri siano proprio da collegare, sui percorsi dei Pellegrinaggi della Fede, spiccando tra queste le imprese di S Giorgio e, connessa alla celebrazione della vittoria cristiana contro i Saraceni quanto "testimoniata" dalle
non casualmente enfatizzate tracce, tuttora esibite ai visitatori,
della lotta con cui S. Martino avrebbe sconfitto un demone-drago nell'Orrido di Foresto presso Novalesa all'inizio del tragitto mare monti tra area pedemontana e Liguria senza però dimenticare certe altre figure di soggiogatori ed incatenitori di demoni, nei vari aspetti assunti onde procedere a devastazione fisica e spirituale compreso quello draghiforme, tra cui è da ascrivere Bernardo da Mentone o da Aosta, la cui figura abbastanza evanescente sotto il profilo agiografico, subì una sovrapposizione, con relativo oblio, per l'omonimia oltre che per l'impegno contro l'espansionismo arabo reputato espansionismo del male del ben più celebre S. Bernardo di Chiaravalle)
Del resto è sempre da ribadire quanto particolarmente potente risultasse in ambito ecclesiastico il timore di ritorni dell'
idolatria specie in ambito pastorale, rustico e montano specie in relazione a divinità minori, "Demoni, Larvae, Lemuri, Geni, Manes"
data da epoche immemorabili e qui, cosa nota ad Aprosio, non può ignorarsi la figura di
atteso che sin dai tempi di Gregorio Magno si procedette a processi di distruzione ma anche di conservazione previo sconsacrazione dei siti giudicati cultuali della religiosità
degli
ETNICI,
con successiva
consacrazione alla fede cristiana ed eventuale ricostruzione alle esigenze della nuova religione dopo supervisioni e distruzione di eventuali idoli superstiti ancora in loco o di tracce materiali di idolatria
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Nel contesto di siffatta realtà rurale avverso queste supposte recrudescenze si racconta di miracoli attribuiti alla Santa e di grande affluenza di devoti.
La chiesetta di Eben in cui era sepolta, venne ampliata nel 1434 e nel 1516 e abbellita con il concorso munifico dell’imperatore Massimiliano I d’Asburgo. Nel 1718 le reliquie furono ricomposte secondo l’uso dell’epoca, rivestite con seta, oro e argento e furono esposte sull’altare maggiore in posizione verticale e lì sono tuttora.
È invocata come modello e patrona della gioventù rurale e si venera come patrona dei contadini e delle domestiche. Il suo culto diffuso nel Tirolo, Austria, Istria, Baviera è stato confermato da papa Pio IX con decreto del 27 marzo 1862.
[Una delle ragioni che alimentarono la persecuzione delle STREGHE: CON TANTO DI INVESTIGAZIONE E PROCEDURA INQUISITORIALE LAICA ED ECCESIASTICA ACCOMPAGNATA DA "LAVAGGIO" E "DEPILAZIONE", ALLA RICERCA DEL DIABOLICO "STIGMA", E QUINDI "TORTURA" proprio per la carenza di conoscenza scientifica e naturalistica sussisteva l'INSPIEGABILITA' APPARENTE DI CERTI EVENTI sì che per darne una motivazione plausibile si ricorreva al teorema della MAGIA TEMPESTARIA capace di procurare ogni sorta di danni all'uomo non esclusa la possibilità di procurare una tra le più temute forme di dannazione per l'esistenza umana vale a dire la
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in cui interagivano
MALATTIE DEGLI ANIMALI OLTRE CHE DEGLI UOMINI MA SOPRATTUTTO LO SCATENAMENTO DEGLI ANIMALI PREDATORI MASSIME IL LUPO ED IL LUPO CERVIERO = e nemmeno è da credere che questa convinzione contro la quale si escogitò ogni sorta di POSSIBILI RIMEDI LECITI E NON (vedi qui "MACCHINE DI PAROLE MAGICHE" = le PAROLE MAGICHE (INDICE) = dai RIMEDI LECITI AI RIMEDI NON LECITI DELLA MAGIA NERA = studia in dettaglio "ALTI NOMI SCRITTI" DELLE DONNE SAVIE, DELLE RIMEDIANTI = IL LORO USO IN COMBINAZIONE CON CARATTERI, CARTELLI, FILTRI, ERBE, POZIONI) sia celermente scomparsa atteso che ancora ai primi
del XIX secolo nel Sud d'Italia si sparse la VOCE DI MALEFICI UNTORI CHE AVVELENAVANO LE POZZE D'ACQUA ONDE FAR MORIRE GLI ARMENTI MA ANCHE GLI UOMINI COME QUI SI VEDE ]